POST 1028 – STRAGE CONTINUA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Ottobre, 2013 @ 6:50 pm

Detto altrimenti: non ci sono altre parole: l’UE, l’ONU devono intervenire.

Secondo naufragio, dopo quello del 3 ottobre. Primi aiuti, da Malta Malta  che ora è governata da un premier laburista. I testimoni sopravvissuti: “Le motovedette libiche ci hanno sparato addosso. eravamo in 400 di cui 100 bambini”.

Lo so, amici, sono notizie che anche voi avete avuto dai nostri TG, ma come si fa … come si fa a non riportarle, a non rimetterle in “prima pagina”? Il blog è poca cosa rispetto ai media TV, ma tant’è … un piccolo contributo al risveglio delle coscienze può arrivare anche per questa via …  E i sopravvissuti? Appena arrivano a terra noi li iscriviamo nel registro degli indagati. Ma ci siamo bevuti il cervello? Il cuore? L’anima? La coscienza? L’intelligenza? L’umanità? … Tutto? Vergognamoci. Ma poi, vergognarsi – anche ammesso che ne siamo  capaci tutti – non basta.

Avevo scritto: nel brevissimo periodo, pattugliare il mare non lungo le nostre coste, ma lungo le loro.  Ma non per sparare loro addosso. La società internazionale intervenga e chieda conto alla Libia delle mitragliate  contro queste Persone. Si tratta di crimini contro l’Umanità, non diversi dalla strage delle Fosse Ardeatine, nella sostanza.

Le motovedette libiche … quelle che un nostro precedente governo ha regalato alla Libia di Gheddafi …

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POST 1027 – POESIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Ottobre, 2013 @ 1:01 pm

Detto altrimenti: non di sola politica economica vive l’uomo

Non ho una foto del viale, in autunno, di notte …

Era tanto che non uscivo, a piedi, di notte. Di notte … oddio … che dico … saranno state le 23 … dovevo semplicemente trovare un parcheggio per lasciare libero il box a mio figlio in arrivo da Bologna. Il parcheggio l’ho trovato qualche centinaio di metri da casa. Durante il breve tragitto di ritorno verso casa, a piedi, accompagnato dallo scalpiccio sulle foglie secche di un viale, ho rivissuto una notte di tanti anni fa. Notte vera, fonda, quella … in una grande città. Eccola, ve la racconto in versi, come l’avevo vista  sentita e scritta allora …

Notte

Si alza da terra una foglia
un lampione che danza sospeso
un bavero alzato
persiana che sbatte
e l’aria corrente sui tetti.
Vive la Notte
e respira di un vento leggero che tien desti i rami
protesi a far compagnia ai freddi letti alberati della solitudine.

… di notte ce l’ho la foto del viale … ma in inverno!

Invisibile al mondo
attraversi lo spazio dei tuoi pensieri
che liberi
ti camminano a fianco insieme ad un gatto.
Il silenzio ti regala il tempo
che gli altri
dormendo inutili sogni
hanno chiuso al di là della porta.
La luce del buio dipinge a pastello la strada
che suona
al passare di sentimenti
usciti nella notte
a cercare
sperando di trovare aperta
l’Umanità di turno …

… alla Farmacia di Lampedusa.

N.B.: L’ultimo verso l’ho aggiunto solo oggi, 13 ottobre 2013. 

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POST 1026 – FINANZIAMENTO PRIVATO DEI PARTITI E PUBBLICO (ma è poi … veramente pubblico?) DI ALITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Ottobre, 2013 @ 8:24 am

Detto altrimenti: qualche riflessione su alcuni dettagli

1) PARTITI

Dice … si è trovato l’accordo: al massimo 300.000 euro a “finanziatore” privato. Ma si tratta di regali, di denari versati  “a fondo perso”, cioè da non restituire, non di finanziamenti … già … perché se io chiedo un finanziamento in banca, poi lo devo anche rimborsare. Ed allora usiamo termini diversi per operazioni diverse. Questi qui, ai partiti, chiamiamoli “sottoscrizioni”, ad esempio. Tizio ha sottoscritto cento euro in favore del tale partito, etc.  Operazioni per cassa. Nel senso che il sottoscrittore versa denaro contante.

Ora, “a me mi” (lo so che “a me mi” non si dice, ma lo sto facendo a bella posta, per attirare l’attenzione del lettore!) … cosa stavo dicendo? Ah sì, ora ricordo … a me mi resta un dubbio: la legge regolamenterà anche le “sottoscrizioni di firma”? Cioè, io, invece di sottoscrivere (versare) 300.000 euro per cassa, firmo una fidejussione bancaria di un milione di euro in favore del “mio” partito (“mio”in due possibili diversi modi: 1) mio perché lo voto, punto e virgola; 2) mio perchè “è” mio, punto).

La banca mi conosce. Sa che io sono miliardario in euro e accetta la mia fidejussione, sulla cui base concede un finanziamento al mio partito (questo sì che è un finanziamento vero, di quelli che poi devono essere restituiti …). Fino a ieri succedeva anche questo, ovviamente solo ai partiti che potevano contare su un miliardario, comunque indiscriminatamente a tutti quelli appartenenti a questa categoria, niente figli e figliastri, ci mancherebbe altro! Tutti i soggetti dell’operazione ci guadagnavano. La banca, che percepiva gli interessi sulle somme prestate; il fidejussore, che sosteneva e rafforzava il “suo” partito e che forse avrebbe potuto poi chiedergli anche una commissione per avere rilasciato la fidejussione; il partito che veniva abbondantemente e soprattutto tempestivamente finanziato. Già, direte voi, ma poi come faceva il partito a rimborsare la banca? Semplice: con i cosiddetti rimborsi elettorali pubblici, che arrivavano un po’ dopo ma che erano multipli delle spese realmente sostenute. Dice … ma quel partito, poi, con i soldi che avanzavano, che ci faceva? Rispondo: chiedetelo ai tesorieri dei partiti ed alle fondazioni varie che i partiti hanno fondato … Ma questa è un’altra storia.

E poi non ci sono solo le fidejussioni: ci sono anche le operazioni di “denaro contro denaro”. Mi spiego. Io sono miliardario e voglio donare 3 milioni di euro al “mio” partito. Semplice: prendo dieci amici, a fronte di ognuno di essi verso in banca 350.000 euro che la banca mi rende indisponibili in quanto restano a garanzia di prestiti di 300.000 euro cadauno che ognuno dei miei dieci amici si fa concedere dallaa banca e che poi preleva e dona al “mio” partito. Finanza creativa, si chiama, del tipo di quella che ha fatto fallire il sistema finanziario USA …

Sono un mal pensante? Può darsi, ma a pensar male …

2) ALITALIA

Le botteghe di parrucchiere da uomo … quelle tradizionali … quelle da 15 euro al taglio,  stanno andando in crisi (attenzione: “Emergenza Parrucchieri!”): infatti non è più necessaria una licenza e i cinesini i capelli te li tagliano a 5 euro! Lo stesso dicasi per i voli, a seguito della liberalizzazione che ha “ucciso” il monopolio. E Alitalia va in crisi: poichè è una SpA, registra perdite a bilancio, a fronte delle quali – sempre a bilancio – deve ridurre il proprio capitale sociale fino ad azzerarlo. Inoltre manca di liquidità. Si fermano i motori delle areomobili e si ferma la società. All’armi! (altra emergenza, dopo quella dei parrucchieri!). Occorre “ricapitalizzare”. Ecco la parola magica. Traduciamola: occorre immettere altro denaro nella società, come capitale sociale – cioè denaro non a prestito ma “regalato” alla società (oltre ad altro  denaro, prestato dalle banche). Interviene POSTE ITALIANE “non con soldi dei risparmiatori – si afferma – ma con liquidità nostra”. E’ pubblico o privato, quindi, questo finanziamento che poi è una “sottoscrizione”? Poste Italiane è dello Stato, cioè di tutti noi,  risparmiatori o non risparmiatori del risparmio postale. Quindi in ultima analisi, il sottoscrittore dell’intervento di POSTE ITALIANE è il “pubblico” dei cittadini italiani. Quindi siamo di fronte ad una sottoscrizione privata, dei privati, cioè di noi tutti.

Già, perché “privatizzare” in Italia significa vendere una SpA posseduta da un Ente Pubblico all’industriale di turno. In Inglese invece “privatizzare” si traduce con il termine “to go public”, cioè “andare verso il pubblico diffuso degli investitori privati”. Pertanto, una società “privatizzata” all’italiana può continuare ad essere di un unico soggetto: prima pubblico e poi privato, ma non “del pubblico dei privati cittadini”, cioè “privatizzata”. In questo caso, continua ad essere di tutti tranne che “del pubblico dei privati”. Una società “privatizzata” nel mondo anglosassone è invece in realtà più “pubblica” di prima, cioè è della comunità dei cittadini risparmiatori-investitori. Nel mondo anglosassone, anche una SpA di un singolo privato può essere privatizzata, se il suo capitale sociale viene “aperto” alla massa dei sottoscrittori. Le parole sono pietre … e mai come in questo caso le pietre anglosassoni sono diverse dalle pietre nostrane. Cioè qui da noi il termine “pubblico” indica lo “Stato” entità astratta; nel mondo anglosassone invece indica il pubblico dei cittadini, cioè lo “Stato” entità reale, perchè, ricordiamocelo, lo Stato siamo noi. O almeno, dovremmo essere noi.

Per concludere: noi tutti, anche se non ce ne siamo accorti, siamo diventati azionisti di fatto di Alitalia. Chissà se ci faranno un sconto sul biglietto aereo …

P.S.: un amico mi fa notare che i nostri soldi sono necessari ad Alitalia a coprire le perdite causate dalla gestione dei Patrioti Privati che, Berlusconi regnante, avevano acquistato azioni (e quindi potere di gestione) della società, Patrioti che ora più di tanto non vogliono continuare a metterci, di denaro proprio. Un’altra società fallirebbe. Questa qui no. Noi cittadini salviamo la società e i denari dei Patrioti e quindi possiamo ben essere orgogliosi se per fare ciò abbiamo di buon cuore rinunciato alle vacanze, a mandare i figli all’Università, ad acquistare libri, a rinnovare il guardaroba, a sostituire la vecchia auto, etc..

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POST 1025 -12 OTTOBRE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2013 @ 1:37 pm

Detto Altrimenti? Nell’ordine storico: 20 settembre; “Settembre, andiamo … è tempo di migrare …”;  8 settembre;  11 settembre. Settembre, un mese importante, storico, letterario …

Ma anche ottobre non scherza …

12 ottobre 1492, Oceano Atlantico, un mio compaesano, tale Cristoforo Colombo, con casa natale a Genova, Piazza Dante, scopre l’America. Taluno dice che ciò sia accaduto perché “aveva sbagliato strada, si era perso”. L’invidia … sapete com’è …

12 0ttobre 1917,  in Russia, rivoluzione.

12 ottobre 1954, a Genova, da ragazzini fu la data alla quale facemmo il bagno in mare più avanzato della stagione.

Le piste del Bondone, già innevate (foto Valentina – col telefonino)

12 ottobre 2013, a Trento: neve a 600-1.000 metri! In Piemonte dicono: “Quan c’a fioca ‘n su la foia, l’inver a da nen tant noia”, per significare che le nevicate “sulla foglia”, cioè prima della caduta delle foglie, sono sintomo di un inverno mite, che non darà tanta noia: ed io, questa mattina, mi sono alzato … e ho trovato il Bondone imbiancato a dovere! Solo che oggi, in Trentino,  l’inverno dà noia se NON nevica!

Buon autunno a tutti!

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POST 1024 – MIGRANTI: LA STRAGE CONTINUA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2013 @ 7:56 am

Detto altrimenti: Cimitero Mediterraneo

Ieri, altro barcone di migranti affondato. A 60 miglia dalle nostre coste, in acque internazionali. Una novità: la collaborazione delle autorità maltesi (era ora!).

Nel breve periodo, due modi assolutamente opposti di affrontare il problema:

1) ignorare, aspettare, soccorrere, mal-trattare (cioè trattare in modo non umano la gente), sanzionare, respingere
2) prevenire.

Prevenire? L’UE (non la sola Italia!) deve pattugliare le coste. Ma non le nostre, bensì le loro. Quando pattugliamo le nostre, anche a farlo bene (e così purtroppo non è!) spesso è già troppo tardi.

Dice … nel breve termine. E nel medio termine? Sto leggendo “ZeroZeroZero” di Roberto Saviano, ovvero “Cocaina nel mondo”. Vi si afferma che i più potenti capi di tali organizzazioni non uccidono” (direttamente) nessuno, così come non uccidono (direttamente) nessuno i capi delle multinazionali dell’elettronica che acquistano il Coltan (“Columbuite-Tantalite”) dal Congo, cioè quel minerale “strategico” (letteralmente: “indispensabile e insostituibile”) per la fabbricazione dei computer, minerale per il possesso delle cui miniere è in corso una guerra fra bande, fra eserciti, una guerra fatta di stragi, di violenze d’ogni tipo anche sui civili, violenze dalle quali chi può, ed è la minoranza, cerca di fuggire (ed ecco i migranti). E chi non riesce nemmeno a cercare di migrare? E noi? Vogliamo fare a meno dei computer? No di certo, ma almeno selezioniamo i fornitori, imponiamo loro certificazioni di qualità, di democrazia, di non violenza.

Dice … utopie, illusioni … Ok, e allora, qual è l’alternativa? L’egoismo? L’ipocrisia? La “struzzologia”. No. Le cose possono cambiare. Devono cambiare. Cerchiamo di dirlo, di scriverlo (anche con i computer!), di ottenerlo, soprattutto!

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POST 1023 – TRENTINO O ITALIA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2013 @ 7:13 am

Detto altrimenti: ognuno di voi … di noi … istintivamente pensa di più ai problemi del Trentino o a quelli del Paese? … O ad entrambi?

Io … be’ … basta leggere i miei post: a quelli dell’Italia. E dire che qui da noi siamo sotto elezioni provinciali che in Trentino sono formalmente “amministrative” ma sostanzialmente sono anche molto “politiche” stante la nostra Autonomia.

Autonomia … in un post recente ( n. 972 del 19 settembre scorso) evidenziavo i due modi di essere dell’Autonomia: quello di ieri che in allora era molto “moderno” (desiderio, volontà, capacità, anelito della gente di partecipare al governo della cosa pubblica); la sua “deviazione odierna”, per nulla moderna (Autonomia “bancomat”); e quello del domani, modernissima (si spera: come quello di ieri).

Dice … ma il tuo blog si chiama “Trentoblog” non “Italiablog”… Si, dico io, allora vuol dire che io scrivo come “a Trento” si ragiona sull’Italia (come me la sto cavando? Credevate di fregarmi … eh?). A parte gli scherzi, il “pensar trentino” non è solo “pensare sul Trentino” ma anche “pensare dal Trentino”, ed è ciò quod plerumque accidit, cioè ciò che accade nella maggior parte dei casi … ops, scusate … dei miei post.

Il Trentino per l’Italia? Certo, sia come capacità di autogoverno, sia come pre-visione del futuro dell’Europa. Un esempio? Eccolo. In Italia vi è una forza politica che insiste per la macroregione del nord (notate: dicono Veneto, Lombardia, Piemonte. A noi ci “saltano”, e mi sta bene … ma il fatto … avrà pure un significato!). E noi? Noi, da decenni, stiamo cercando di costruire il concetto di un’altra macroregione, l’Euregio, cioè una regione transfrontaliera, del tipo di quelle sulla cui base assai più facilmente si potrebbe arrivare alla creazione degli Stati Uniti d’Europa.

Mi fermo qui. Provate voi a ragionare sulla differenza delle due impostazioni: una di chiusura non solo all’Europa ma alla stessa Italia. L’altra di apertura verso un Mondo Nuovo o un Nuovo Mondo, questa volta innanzi tutto Europeo. E’ a questo che penso ogni volta che ascolto la sinfonia La Sinfonia n. 9 in mi minore di Antonín Dvořák (op. 95), più nota appunto col titolo di Sinfonia “Dal Nuovo Mondo” (il titolo si riferisce evidentemente all’America in seguito alla nomina del compositore come direttore del New York National Conservatory of Music. E’ splendida: chi non la conosce, la ascolti. Gli altri? La riascoltino!)

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POST 1022 – CONSIDERAZIONI “AL VOLO”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2013 @ 6:30 am

Detto altrimenti: al volo? Certo! Su ALITALIA

Senza parole, sono senza parole …

Scusate, ma ci risiamo! Emergenza alluvioni, Ilva, lavoro, corruzione, evasione fiscale, carceri, giustizia, migranti, rifiuti, esodati, ludoipatie, bilancio statle, fallimenti bancari, etc. etc… ed ora un’altra  emergenza, anche questa con la “E” maiuscola: Emergenza Alitalia! Ma qua’ emergenza Ali …Italia? Io direi “Emergenza Italia, di una Italia senza le …Ali”, di una Italia che dorme, perché non sa o non vuole svegliarsi, o che trova comodo continuare a dormire. Infatti, ogni SpA, da quelle piccolissime a quelle di maggiori dimensioni, deve avere ed ha un piano pluriennale, un budget annuale, report mensili, proiezioni a fine anno mensili etc. In nessuna SpA degna di questo nome si arriva ad una situazione simile a quella in cui si trova Alitalia come ad una “emergenza”. Via … siamo seri!

E allora mi domando: chi non ha evitato questa “fine”? Chi non la ha almeno prevista? Chi non ha proposto per tempo soluzioni al problema? Chi non ha consentito che tali soluzioni venissero adottate? Chi non ha censurato coloro che non hanno previsto, che non sono intervenuti per tempo? Chi non insorge contro tutti costoro? Italiani, Cittadini, noi tutti: saremo pur anche un Popolo di Navigatori, di Poeti, di Artisti, etc. … ma certo che siamo di memoria corta, cortissima …

Ora interviene Poste Italiane con denari che – afferma – “sono nostra liquidità e non denaro dei nostri risparmiatori”. Praticamente però, a parte che in nessun paese occidentale la società “portalettere” fa anche il gestore aereo, Poste Italiane “fa da banca d’affari”, dico “d’affari” perché non “presta” denaro, ma “sottoscrive azioni”, cioè acquista un “pezzo” di azienda. A prestar denaro – infatti – manco a parlarne perché “prestar denaro” da parte di chi già “raccoglie denaro” vorrebbe dire “fare banca” e la banca d’Italia insorgerebbe. Ma far “banca d’affari” …. bè … dice … è altra cosa.

Trovo condivisibile l’osservazione del Presidente di Confindustria Squinzi: “Si tratta di un cerotto, ma la ferita rimane … occorre ben altro”.

Il Governo … ma questo è in carica da soli pochi mesi … e prima? Chi c’era? Ah già, dimenticavo (ecco, che vi dicevo? La memoria!): siamo un popolo dalla memoria corta, me compreso. Ma ..spes ultima dea … infatti: c’è qualcuno fra i miei lettori che si ricorda? Che mi può aiutare a ricordare se e chi nel recente passato (qualche anno fa) si era messo di traverso rispetto ad una soluzione internazionale? Sapete, mi par di ricordare che fosse un presidente del consiglio dei ministri, ma proprio non ne ricordo il nome … aspettate … mi pare “Bruscolini” … no … “Bruscoloni” … o qualcosa del genere …

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POST 1021 – BICINAUTUNNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2013 @ 3:52 pm

Detto altrimenti: finalmente il sole dopo tanta pioggia

Caro diario, questa mattina avevo già pubblicato tre post (ma corti, però …). Poi il sole. Vestirsi ed uscire, tutt’uno. E’ una settimana a fila che è tempo brutto: freddo e pioggia e … computer! Ma ecco che oggi si pedala! Niente di speciale, una quarantina di km con la mountain bike (con pneumatici lisci, da strada), da Trento verso Rovereto e ritorno.  Nell’andata, da nord a sud, 28-30 kmh! Quanto sono bravo! Poi rifletto: c’è un bel vento da nord (il vento viene, la corrente va: corrente di nord, va a nord; vento di nord, viene da nord) che mi spinge. A che velocità soffia? Semplice: rallento molto, poi accelero sino a quando inizio a sentire che il primo alito di vento mi accarezza il viso. Ecco, sto procedendo alla sua  stessa velocità, a 20 kmh, cioè, per dirla “velisticamente” a 11 nodi! Al ritorno, “di bolina” con il vento contro, che fatica a mantenere i 24 kmh!

Quando ‘l Bondon g’ha ‘l capel …

Mi fermo e scatto una foto al Bondone, la montagna di Trento: “Quando il Bondon g’ha ‘l capel, o che fa brutto o che fa bel”. E’ vero, E oggi non si smentisce: “fa” bello”. Ai lati della pita, tanti bei fiori gialli, una specie di grosse margherite. Gli addetti alla manutenzione, preannunziati da un segnale di “Sfalcio erba”, la spazzano (sic!), ne curano le aiuole a contorno: piste ciclabili come giardini all’italiana! Sulla pista, pochi ciclisti. Forse troppo freddo per i pensionati. Gli altri … al lavoro. D’altra parte questa notte ha nevicato al Passo del Brennero e al Passo del Tonale. La neve si avvicina!

Rientro a casa. Una foto dal balcone ai “colori d’autunno” al profumo di un rosmarino un po’ stupito della mancanza del … mare.  Nel frattempo è aumentato il sereno: una luminosità abbagliante, tipica del fronte freddo, del resto.  Uno di questo giorni dovrò aiutare un mio amico a portare – navigando a vela – da Desenzano a Riva del Garda la barca a vela che si è appena comperato. Con una giornata del genere sarebbe un bel problema: infatti nel basso lago (di Garda) questo vento solleva molta onda ed in autunno, per parafrasare Leopardi,  “ il bolinar non mi è dolce in questo … mare”. D’altra parte anche Virgilio se ne era accorto:

Anne lacus tantos? Te, Lario, maxime teque
fluctibus et fremitu adsurgens Benace marino? (Georgiche, II, vv. 159-160)

E cosa mai dovrei dire dei laghi così belli? Cosa mai di te, Lario
ma soprattutto di te, Benaco, che quando ti agiti hai onde e fremiti tipici del mare?

TRENTINO, Terra di terra, di acqua e … di vino, cioè divino …. anzi “Eccellente Marzemino ” (Mozart, “Don Giovanni”).  Buon autunno a tutte e a tuttii!

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POST 1020 – RIPRESA, RIPRESINA … O NO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2013 @ 8:34 am

Detto altrimenti: un parallelo con le tecniche delle regate veliche (premetto che a beneficio dei non-velisti non userò terminologie troppo tecniche …).

Da solo, al timone, contro il Peler, vento gardesano  “da” Nord

Su alcuni modelli di barche a vela da regata sono istallate le “sartie volanti”, cavetti in acciaio che agendo sulla parte alta dell’albero, lo flettono tirano all’indietro, verso poppa, ottenendo conseguentemente che venga teso il cavo di acciaio (strallo) che collega la parte alta dell’albero alla prua, e sul quale è inserito (inferito) il fiocco, cioè la vela triangolare di prua. Se lo strallo non è teso, non si riesce a “bolinare”, cioè a risalire il vento. Orbene, durante una regata, mi si è rotta una sartia volante. che fare? Ho agito sul vang, un cavetto che tira verso il basso il boma (quel “palo” orizzontale sul quale è inferita la base della randa (main sail, vela principale). Il boma, nel suo abbassarsi, ha tirato verso il basso la randa che a sua volta ha tirato all’indietro l’albero che a sua volta ha messo in una certa tensione lo strallo di prua. In tal modo ho potuto “bolinare”, sia pure non in maniera ottimale. La regata l’ho persa, ma ho risalito il vento ed ho riportato la barca in porto.

Da solo, al governo, contro il Porcellum, vento padano “del” … Nord

Ecco, l’azione del Presidente  Skipper Letta mi pare che assomigli un po’ a quella di uno skipper condizionato da fattori a lui non imputabili, di uno skipper che sta risalendo il vento della crisi, con fatica, a piccoli bordi …

Si dice …  ripresina in vista … Io sono un po’ scettico, nel senso che lo skipper dovrebbe poter disporre di una barca più in ordine, con le sue belle sartie volanti in perfetto stato … dovrebbe poter fare dei bei bordi sicuri verso la boa della ripresa … e invece è costretto a piccoli bordi, incerti corti … e tutto ciò, grazie a chi? A chi gli ha dato una barca a vela mezza sgangherata, e poi .. .con un simile nome!? Dico io … ma si può chiamare una barca a vela “Porcellum”?

A parte i condizionamenti cui è sottoposto lo skipper Letta, quale sarebbe a parer mio la barca adatta a vincere la regata? Io propendo per la barca “Nuovo modello di sviluppo”. Quale potrebbe essere questo nuovo modello? Ne parliamo in un prossimo, post.

Nel frattempo, una ulteriore osservazione sulla attuale incerta “ripresina”. Non vorrei che essa fosse solo un “rimbalzo tecnico”. Chevvordì … rimbalzo tecnico? Ecco qua … in borsa, quando le azioni sono tutte “scese” molto di valore, alla fine ci può essere una piccola inversione di rotta, non perchè il mercato sia in ripresa, ma perché, giunti al capolinea di un binario morto, quello con i due grossi respingenti ancorati ad una massa di cemento armato, si può solo tornare indietro. Oppure la risalitina è dovuta alle ricoperture, ai  riacquisti che gli operatori di borsa erano comunque impegnati per contratto a fare, a prescindere dall’andamento dei corsi del mercato. Ecco chevvordì “rimbalzo tecnico”, … che non rappresenta (purtroppo!) una “inversione di tendenza”.

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POST 1019 – ALITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2013 @ 7:27 am

Detto altrimenti: nel post n. 1015 parlavo della responsabilità o meno del Governo. Non solo dei Giudici.

Problema

Premesso che:

La crisi non c’era … ora c’è … ed io, “che colpa ne ho ..?”

• Un (“un”) ex Presidente del Consiglio dei Ministri (non facciamo nomi!)  bloccò la cessione di Alitalia ad Air France che offriva un prezzo di 1,7 miliardi di Euro, per favorire una cordata di “capitani privati coraggiosi italiani”, che però non conclusero l’acquisto;
• successivamente, nel frattempo Alitalia ha perso alcuni miliardi di euro;
• oggi il prezzo di una eventuale cessione di Alitalia sarebbe una frazione minima del prezzo che aveva offerto Air France;
• Alitalia è sull’orlo del fallimento;
• lo Stato interviene tramite le Poste, cioè tramite i nostri risparmi, per evitare sia il fallimento sia il suo ulteriore deprezzamento anche ai fini di una eventuale cessione a soggetti dell’estero.

Premesso tutto ciò,  dica l’alunno

1. quale responsabilità civile è fatta carico all’ex presidente del Consiglio dei Ministri di cui alla prima decisione di non vendere Alitalia ad Air France?
2. Che fine hanno fatto i “capitani coraggiosi” di cui sopra?
3. Cui bono? Cui prodest? A chi giova (rectius, ha giovato) tutto ciò?

P.S.: miei vecchi colleghi “di Siemens Germania”, volendo scherzare, anni fa dicevano: “ALITALIA? Always Late In Take off, Always Late In Arrival” …

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