MPS, SAIPEM, ANSALDO … (post molto importante, dai, leggetelo, ne vale la pena!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2013 @ 6:22 am

Detto altrimenti: la nostra crisi morale, politica e finanziaria ci mette a rischio di perdere i gioielli di famiglia. Corriamo il rischio di una “colonizzazione azionaria”

Anteprima

Ero Direttore di una importante finanziaria. Come tale partecipavo alle riunioni del consiglio di amministrazione, per rispondere alle eventuali richieste di informazioni dei consiglieri. Un azionista di minoranza avrebbe voluto acquistare il controllo della società. Durante una di queste riunioni, un consigliere di amministrazione a lui “vicino”, persona molto stimata nel mondo della finanza, improvvisamente, a voce bassa, quasi fosse uno sfogo naturale, voce dal sen fuggita, assumendo un’aria pensante, distratta, come se parlasse solo a se stesso, si “lasciò scappare” – proprio perché io la udissi – una frase che solo io potei udire, confidando che io mi sarei sentito lusingato di questa sorta di confidenza, ma soprattutto confidando che avrei fatto mio il concetto che mi stava esprimendo e che, inconsciamente, ne sarei diventato promotore in ogni sede, “forte” del fatto che avrei fatto bella figura vendendo come mia un’idea che in realtà era di cotanto personaggio. La frase? Eccola “Mah, io vedrei bene che la società fosse quotata in borsa, e che l’attuale maggioranza si limitasse a tenere un pacchetto di controllo, diciamo il 30% delle azioni …”. Bravo! Così poi il tuo amico va in borsa, fa un’OPA, Offerta Pubblica di Acquisto e diventa l’azionista di maggioranza assoluta della finanziaria!

Fine dell’anteprima. Ora possiamo cominciare …

Alessandro Profumo

Ecco cosa mi è venuto in mente quando ho letto che l’attuale Presidente di MPS ha affermato che “vedrebbe bene l’ingresso di un finanziatore estero (o esterno? ma fa lo stesso) nel capitale del MPS”. La storia si ripete. A pensar male, direte voi … forse si indovina, dico io. Già perché l’uomo non sarebbe nuovo ad idee del genere. Ricordo male o – in tutto silenzio –  fu “dimissionato” dalla posizione di Amministratore Delegato di Unicredit per aver fatto entrare nel capitale della banca tale Gheddafi sino alla ragguardevolissima percentuale del 7% del capitale sociale all’insaputa dello stesso presidente della banca? Profumo, genovese, come me, acquario (17 febbraio) come me (3 febbraio), stipendio milionario e buonuscita di 40 milioni di euro (non come me).

SAIPEM (al 43% di ENI). Crollo della azioni del 32,45% in un sol giorno!

 

Pietro Franco Tali

Elenchiamo nell’ordine alcuni fatti:

  • 5 dicembre 2012. Pietro Franco Tali ha rassegnato le proprie dimissioni dalle cariche di consigliere e Vice Presidente e Amministratore Delegato di Saipem, a seguito dell’indagine avviata dalla Procura di Milano in relazione a presunti reati di corruzione commessi entro il 2009 e relativi ad alcuni contratti stipulati in Algeria. Con Tali sono stati dimissionati altri dirigenti;
  •  cessione del 2,3% del capitale avvenuta pochi giorni prima del crollo;
  •  revisione al ribasso del 50% della previsione di utili;
  •  crollo della azioni in borsa;
  •  riflettori della CONSOB sull’accaduto.

Pensando male mi vien da dire: qualcuno sapeva dell’imminente crollo (informato da chi?) e si è liberato delle sue azioni prima di subire la perdita. Sarebbe un reato, si chiama “insider trading”.  Chi sta giocando con i nostri soldi? Forse qualche amministratore o dirigente “dimissionato”? Inoltre, vi sono certamente soggetti interessati a “comperarsi” la SAIPEM che fa ricerche e escavazioni petrolifere: non sarebbe la prima volta che l’Italia “dà fastidio” ai grandi del petrolio. Ricordate l’uccisione di Mattei?

ANSALDO. Anche qui, gravi “dubbi” sulla gestione … debolezza politica nei controlli ed ecco che si fa avanti la Siemens interessata al settore energia.

I CINESI A MILANO. Si, stanno per aprire a Milano una loro società di rating per valutare le nostre società alle quali “dare la caccia”. Non basta. Stanno per aprire anche una filiale della Bank of China. A pensar male …

ERA, EUROPEAN RATING AGENCY … Agenzia Europea di Rating, per controllare l’operato delle Agenzie e delle Banche d’Affari altrui (USA in testa: la cessione del pacchetto azionario Saipem è stata gestita da una Banca d’Affari USA, la Bank of America Merril Lynch, che ha venduto con procedura accelerata e riservata ad acquirenti ufficialmente sconosciuti!): no, non vi è sfuggita una iniziativa così rilevante … il fatto è che la ERA , “(“Era” è stata una mia idea; oggi non è; speriamo che presto sia una realtà), purtroppo è stata solo una mia idea, una mia proposta che sto avanzando da tanti post fa …

Ecco, torno all’impressione che provai al momento del fatto raccontato nell’anteprima. Quando sento parlare di “internazionalizzazione” da personaggi che se ne riempiono la bocca, che loro sì che sanno di cosa parlano, che se lo dicono loro … cosa possiamo capirne noi poveri cittadini comuni … mi viene in mente il Medio Evo, quando i vari signorotti italiani chiamavano questo o quello straniero a dar loro manforte contro il signorotto avversario …

Le stelle le abbiamo. A quando anche le nostre strisce?

Ecco, vedete, io sono favorevolissimo alla realizzazione degli Stati Uniti d’Europa (USE – United States of Europe, oppure EUE – États-Unis d’Europe), al cui interno, in un sistema bicamerale con una camera “paritetica” (ogni stato un ugual numero di rappresentanti) e con una camera “proporzionale” (ogni stato con un numero di rappresentanti proporzionale alla consistenza della sua popolazione). In un sistema del genere mi andrebbe bene che gli azionisti delle attuali “nostre” SpA non fossero solo o principalmente italiani (purchè degli USE). Infatti mi sentirei garantito a livello politico. Ma prima di quel momento mi sento semplicemente colonizzato sia dalla Siemens che dai Cinesi che dal misterioso acquirente delle azioni Saipem …

Chi mi segue avrà notato che sto scrivendo una serie di post dal titolo “2084”, una sorta di rifacimento del “1984” di Orwell. Forse il post che sto scrivendo ora avrebbe dovuto essere raccontato “ex post” (scusate il gioco di parole) cioè come un fatto visto dal futuro, retrospettivamente, dall’anno 2084, appunto, all’interno del mio immaginario racconto …

Fare i collegamenti, gente … fare i collegamenti!

Fine del post

“Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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ILVA: SUMMA LEX, SUMMA INIURIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2013 @ 5:20 pm

Detto altrimenti: (cioè tradotto in italiano) quanto più è perfetta una legge, tanto maggiore sarà il danno ingiusto che potrà recare danno ad alcuni …

Il latino, che lingua! Quattro parole … e noi diciotto! Ma veniamo alla sostanza.

Fabio Riva, il proprietario dell’ILVA

ILVA. Il GIP non dissequestra le merci pronte per la vendita. Glie lo impone l’applicazione puntuale della legge,  della summa lex … cui fa seguito la summa iniuria!

La legge. Troppo spesso fatta per dividere e non per unire. Per dividere chi se ne esce pulito e a fine mese riceve il suo stipendio, da chi a fine mese rischia di non a riceverlo. Legge fatta per deresponsabilizzare qualcuno e non per risolvere i problemi. Come in questo caso. Questa è la legge. Io la applico e sono a posto. Non mi espongo ad alcun rischio. Il resto non è affar mio (osservo: ma nei decenni precedenti, te, judice, quid fecisti? Che cosa hai fatto?)

Il Sindaco di Firenze Giorgio la Pira stava assegnando le case popolari secondo criteri di equità. Gli fecero osservare he la legge prevedeva criteri diversi. Rispose: “Io assegno le case. voi andate a cambiare la legge”.

Oggi ci vorrebbe un novello La Pira, che dissequestrasse le merci, anche a rischio di esporsi personalmente. Ed un legislatore che cambiasse la legge.

Già, direte voi, fai presto a parlare tu! Eh no, cari miei, io mi sono esposto quando è stato il mio turno, e come! Ero responsabile di una SpA mista pubblico-privata che costruiva un parcheggio interrato. La zona interessata dagli scavi era fra quelle considerate come potenzialmente esposte al rischio di ritrovamenti di residuati bellici (bombe, mine), ed allo stesso tempo considerata potenzialmente “archeologica”. Le legge statale sullo sminamento prevedeva una serie di trivellazioni esplorative peraltro non ammesse dalla legge provinciale a tutela dei possibili reperti archeologici. Quindi tutti fermi a meno che. A meno che cosa? A meno che il responsabile della SpA (io) decidesse di provvedere agli scavi “con estrema cautela” assumendosi in proprio la responsabilità di eventuali scoppi di ordigni inesplosi. Oggi il parcheggio è realizzato. Scoppi non ce ne sono stati. Mi è andata bene. Ma quelle leggi … vi paiono giuste? Leggi mirate ad escludere la responsabilità di alcuni (gli stessi legislatori, gli amministratori locali), di individuare comunque un capro espiatorio e non di evitare eventuali gravi danni.

Mi pare di cogliere una analogia con la “Situazione ILVA”. Anche in questo caso occorrerebbe l’iniziativa di un potenziale “capro espiatorio” che agisse a (possibile) proprio rischio ma a (sicuro) beneficio di migliaia di lavoratori.

Catone il Censore (non sono disponibili in archivio foto del personaggio)

Ricordate Catone? Nell’antico Senato romano, alla fine di qualsiasi discussione sulle materie più varie, soleva aggiungere: “Ceterum censeo Carthaginem delendam esse”, ed inoltre ritengo che si debba distruggere Cartagine. Ed io dico. “Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

Ma la legge? Ah già … dimenticavo: nel frattempo va cambiata.

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MONTEPASCHI E STATI UNITI D’EUROPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2013 @ 7:06 am

Detto altrimenti: signori della politica e della finanza, lend me your ears, datemi ascolto! Traducete il tutto in termini comprensibili dalla massa dei cittadini, non solo da una elite di addetti ai lavori …

Se elencassimo giorno per giorno tutti gli scandali …. e invece pare che chiodo scacci chiodo. L’Italia non è la Grecia. Infatti siamo 60 milioni e non 12. Abbiamo tanto lavoro nero, fondi neri all’estero, industrie e artigianato d’ogni tipo. Altrimenti …

La stampa ne parla poco, ma in Slovenia … idem. Il governo è sospettato di intrallazzi. Alcuni ministri si dimettono. Crisi politica. Nel frattempo, le due principali banche sono in crisi per i soliti motivi, sia “da crisi economica”, sia “da speculazioni rischiose” sulla cui base però esse hanno pagato rilevanti premi alla propria dirigenza . Risultato: misure anti-crisi di tipo greco, la gente nelle strade.

Le stelle le abbiamo già. A quando anche per noi le nostre … strisce?

Io ho sempre detto che poichè nessun partito probabilmente può rappresentare tutte le istanze personali di ognuno di noi, ognuno voti per il partito che esprime la sua principale aspettativa. A mio avviso essa è la fondazione degli Stati Uniti d’Europa. Ma mi chiedo: quando arriveranno? Arriveranno in tempo? E nel frattempo, cosa diciamo a chi è senza lavoro, senza pensione, malato senza assistenza, giovane senza futuro?

Credo che occorra una immediata fortissima accelerazione verso GLI USE o, alla francese EUE. Noi Italiani siamo creativi. Ed allora, creiamo una commissione di studio che rediga il modello politico degli USE-EUE e poi sottoponiamolo alla UE. Di corsa! Quanto meno avremo “smosso le acque”.

E nel frattempo, ILVA: espropriamola, paghiamola al netto dei denari per il risarcimento dei danni, l’adeguamento degli impianti, il risanamento del territorio e le paghe ai lavoratori anche se costretti a casa. E paghiamola con ILVA bond irredimibili, serie speciale ILVA 2%. 

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DORIAN, “solo” un gatto, ma …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:37 pm

Detto altrimenti: … ma molto di più …

Ancora giovane … in vacanza a Riva del Garda

Nel primo anniversario della tua scomparsa. Avevamo notato che non stavi bene. Prima visita lunedì 23 gennaio 2012. Blocco intestinale. Nonostante una settimana di cure in “clinica”, il 29 gennaio 2012 ci hai lasciato. Avevi solo 10 anni.
Dicono che voi gatti non avete un’anima. Non ci credo. Poi, dicono che siete molto più indipendenti da noi umani rispetto ai cani. Che sapete quello che volete. Che non fate le coccole “a comando”, che vi fate vivi soprattutto per ottenere il cibo. Non era il caso tuo. Tu mi cercavi di tua iniziativa, mi seguivi per casa come un cagnolino, ecco … e non per chiedere cibo, ma per dare e ricevere affetto. Per il cibo, ti sedevi dignitosamente ed in silenzio davanti alla tua ciotolina vuota e chi voleva capire capiva.

La musica che preferivi? Quella di Mozart!

La sera, ovunque tu stessi già dormendo (divano o poltrona di turno), percepivi il momento in cui Maria Teresa ed io ci ritiravamo in camera per la notte. Mentre mi spogliavo,  ti presentavi all’appello sull’uscio, seduto, in silenzio, dignitosissimo con lo sguardo solo apparentemente assente. Ma non appena noi due ci eravamo infilati sotto le coperte, tu ti materializzavi sul letto, con un salto, dalla parte di Maria Teresa, in quanto la “montagna” delle coperte sollevate da lei era meno erta di quella che sollevavano le mie gambe. Anche perché il lettone, vecchio toscano autentico in ferro battuto, era già alto di suo. Fatto questo, ti accoccolavi sui miei piedi che mi ribollivano quasi fossero avvolti in una termocoperta. E la mattina, mi davi la sveglia con il solletichìo dei tuoi baffi che mi accarezzavano il volto … dai, sveglia, Ric … cosa aspetti! Il caffè? Ma si che ora arriva … e nel frattempo mi accoccolo sul tuo petto, tanto per far capire a tutti che sei il mio umano.

Che dire. Non aveva mai avuto una bestiola, né in casa né tanto meno mia … anzi, mi correggo, una bestiola di cui io fossi stato “suo”: infatti eri stato tu a “scegliermi”, ad eleggermi “tuo”. Ora sento un vuoto. Potrei cercare un altro micio, ma … potrà mai essere la stessa cosa? Maria Teresa pensa di no. Io vorrei provare … sempre che tu non sia geloso. Fammi sapere. Alcuni amici mostrano di comprendermi. Altri, bonariamente mi canzonano un po’ … dai, era solo un gatto, dopo tutto … con i problemi che stiamo vivendo, che il mondo sta vivendo … Io non replico. Fra me e me penso solo che la sensibilità di una persona sia una ed una sola, unica, indivisibile: o certe “cose” le senti o no, verso tutti gli esseri viventi, siano essi (innanzi tutto) persone, animali o piante.

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TRENTO: CHE FATICA PAGARE LA TASSA AUTOMOBILISTICA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:34 pm

Detto altrimenti: provare per credere!

Caro diario ti scrivo, così io mi sfogo un po’. Oggi avevo deciso di pagare il “bollo” delle auto di mia moglie e mia, di una vespa e di un carrello-rimorchio. Infatti avevo ricevuto i relativi avvisi di cortesia da parte di Trentino Riscossioni SpA.
Mi sono detto: andiamo agli sportelli pubblici, così risparmio le commissioni. Prendo l’auto e vado alla Motorizzazione Civile: niente da fare: il bollo si paga solo all’ACI. La cosa mi sorprende un po’ in quanto l’ACI a mio avviso dovrebbe essere complementare, non sostitutivo dell’Ente Pubblico (nel caso, della Provincia Autonoma di Trento). Pazienza. Nuovo trasferimento in auto, faticosa ricerca del posteggio ed eccomi all’ACI di Via Brennero.

Coda italiana: avanzata centrale in ordine sparso con accerchiamento sulle ali

Sulla porta un cartello: “Causa problemi alla procedura, ci sono ritardi nella accettazione del pagamento bolli auto. Vogliate scusare”. Entro. la sala è strapiena, non si capisce se vi sia una coda o una ressa. L’aria è “spessa”. Mi dico: non vale la pena. Vado a casa e uso l’home banking.
Sono a casa. Utilizzo l’home banking. Ho quasi terminato la procedura ma invece di ricevere una videata di conferma (stampabile) appare una scritta: il pagamento per questo periodo è già stato effettuato. Nel dubbio, esamino l’estratto conto della banca, ma gli addebiti non compaiono.
Provo ad utilizzare la procedura dell’ACI (www.aci.it). Mi si chiede se sono persona fisica. Rispondo di si. Mi si chiede il Codice Fiscale. Lo scrivo. Salto la casella della partita IVA (che non ho). Vado avanti, ma la procedura mi ferma: non hai indicato la partita IVA. Fine.
Telefono all’ACI. Mi dicono che devo chiamare il PRA. Telefono al PRA. Una segreteria telefonica mi avverte che mi possono rispondere solo dalle 08,00 alle 12.00. telefono a Trentino Riscossioni: idem.
Oggi è il 28 gennaio. I pagamenti scadono il 31. Ho perso una mattinata. Domani ne dovrei perdere un’altra. Decido di dare fiducia al mio estratto conto: oggi pomeriggio andrò alla posta ed effettuerò i pagamenti, sperando di non pagare due volte il dovuto.
E dire che siamo nel “profondo nord”, gli eredi della efficiente Amministrazione Austro-Ungarica, quella di Maria Teresa d’Austria, solo che lei non s’era posto il problema dei bolli delle auto e le carrozze a cavalli non erano immatricolate …

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TUPARUNTO TUVAI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:31 pm

Detto altrimenti: Tuvai Tuparunto

Cosa significa? Si tratta forse del nome di un diplomatico giapponese accreditato presso la città di Firenze? No, niente di ciò. E’ solo un’espressione toscana che si scrive così: tu vai tu pari unto, cioè, tu sei così veloce che sembri unto, oliato di fresco!

Me lo ha detto la mia nuora, la mi’  nora toscana doc quando s’andiede a sciare insieme col mi’ figliolo all’Alpe Lusia, quella che dall’altra e sc’è Bellamonte. Bellamonte, e gli è davvero bellino quel monte, il Cimon de la Pala, che io scalai tre volte, una volta con Luciano Righetti (VR), una tirandomi dietro Alfredo Fanara (GE) ed una in solitaria.

Insomma, questo gli è un post di intervallo, tanto per prendere fiato fra tanti post impegnati … ovvia …

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MILANO BINARIO 21

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:28 pm

Detto altrimenti : Giornata della Memoria – Non profaniamo  Memoria, Presente e Futuro!

Un treno … marcia in avanti

Democrazia
Pace
Libertà
Convivenza
Tolleranza
Libertà di pensiero
Progresso sociale

Quello stesso treno … in retromarcia

Dittatura
Guerra
Prigionia
Leggi razziali
Intolleranza
Nessun pensiero
Regresso sociale

Una “dichiarazione spettacolo” non riuscirà a invertire la “marcia in avanti” del TU – Treno della Umanità.

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DO YOU WANT SOME TAV? No please, it’s already more than enough …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:25 pm

Detto altrimenti: ci sono altre cose più importanti da fare prima!

Rai 3, serata del 27 gennaio 2012, “Che tempo che fa”. Fabio Fazio. Parla Luca Mercalli: “Vogliono far viaggiare più rapidamente i passeggeri da Parigi a Torino? Sulla tratta Torino – Milano già pronta, basterebbe attivare la segnaletica anche per i treni francesi e sarebbe fatta: già solo con questo la percorrenza si abbrevierebbe di un’ora.” Mercalli prosegue: “Nel frattempo, i miliardi di euro previsti per il traforo di oltre 50 km di galleria, assai meglio potrebbero essere investiti in scuola, università, ricerca, difesa idrogeologica del territorio, nuovi posti di lavoro, asili nido, etc..”
Quanti spettatori guardano questa trasmissione? Milioni? Si, certo, milioni di Italiani. Bravo Mercalli.

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MONTI BOND ANCHE PER L’ILVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:23 pm

Detto altrimenti: la legge è uguale per tutti, per Siena e per Taranto!

Anteprima

Eppure gli ispettori dell’IDE (Istituto di Emissione, alias Bankitalia) nel 2010 avevano parlato (e scritto) chiaro (Corsera 25.01.2013 pag. 23, cfr.ivi). Perché non si intervenne? Forse perché l’atto di dolore civile e penale, a differenza di quello religioso, non prevede i “peccati di omissione”… Ma questa è un’altra storia. Non perdiamo il filo …
E così siamo arrivati ai Monti Bond per il Monte (Dei Paschi di Siena). Non è un regalo. E’ un finanziamento, cioè un debito e un credito. Un debito del MPS che riceve il ricavato della loro sottoscrizione ed un credito per il Tesoro che li sottoscrive. Il tasso di interesse è elevato: 9%, destinato a crescere. Chi ci osserva dall’estero deve dedurre che “non ci fidiamo di quella banca” se le facciamo pagare un tasso così alto.

Muti …! Non facciamo nomi

Già in passato noi Italiani abbiamo salvato un’altra banca, una del sud, che aveva il nome di un’isola, quella che il ponte sullo stretto che non si fa, quella che “u bancu è tunnu e ruzzolìa” (il banco è rotondo e rotola, va avanti lo stesso), quella che perdeva mille miliardi di lire l’anno. Fu inserita in un grande Gruppo Bancario Italiano che oggi la gestisce. Dignum et decorum est … salvare le banche. Infatti esse sono to big to fail, troppo “grandi” (“grandi” nel senso di “big”, non certo di “great”!) perché le si possa far fallire. E i loro capi to big ti jail (troppo big per essere imprigionati?). Difatti le banche, salvarle è il nostro mestiere, per usare la bella prosa manzoniana, quella con doppio soggetto! Le salviamo noi, con i nostri risparmi, con le tasse che paghiamo. Per cui, questa sera, tornando a casa, ognuno di voi potrà dire ai propri bambini: “Oggi ho salvato una banca”. E se loro vi replicano: “Ma non dovevamo pagare la rata del mutuo, cambiare la lavatrice e andare in vacanza al mare?”, voi dite loro che quella è un’altra storia …

Ma questa è solo l’anteprima. Ora possiamo cominciare

Senza parole

ILVA, Taranto. Per decenni nessuno si è accorto di nulla, ma purtroppo, come vi ho già detto ma repetita juvant!) l’atto di dolore civile e penale, a differenza di quello religioso, anche in questo caso non prevede i “peccati di omissione”.
Poi è scoppiato il caso dell’amianto, in Piemonte, con la relativa condanna. Allora qualcuno ha iniziato a pensare che se si fa giustizia in Piemonte, forse la si può fare anche a Taranto. E ha iniziato a difendere la salute propria e quella dei propri figli. Il che ha comportato il rischio della perdita del lavoro per circa 12.000 operai. Una lotta fra poveri: possibili disoccupati contro probabili malati. I poteri dello stato, esecutivo e giurisdizionale, l’un contro l’altro armati, si sfidano a duello davanti alla Corte Costituzionale. Uno dei due vincerà, salvando la propria tifoseria: i lavoratori o i cittadini. La tifoseria del soccombente che farà? Ecco la soluzione:

Qualunque sia la decisione della Corte Costituzionale, si emettano “Monti Bond Serie Speciale Ilva, Irredimibile al 2%” con il cui ricavato si paghi all’attuale proprietà l’esproprio dell’ILVA, al netto delle somme dovute a titolo di: 1) risarcimento danni; 2) adeguamento degli impianti; 3) bonifica del territorio; 3) paghe ai dipendenti se nel frattempo sono costretti a casa.

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OPEN BLOG: PD E SINDACATI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:19 pm

Detto altrimenti: la parola ai lettori

I miei lettori sapranno che il 9 gennaio scorso ho inaugurato questa rubrica di “Spazio ai lettori”. Il 13 ed il 15 gennaio ho ospitato due esponenti del Gentil Sesso: Raffaella e Cristina. E’ oggi la volta di un maschietto che, pur presentandosi con nome, cognome e indirizzo e-mail, mi chiede di potersi firmare come “Martin Lutero” … Accontentato!

“Caro blogger, in questo periodo non parlare di politica e di “filosofia della Politica” è piuttosto difficile e anch’io mi lascio trascinare dall’impeto di questa corrente.

Il PD, Partito Democratico, a mio avviso è oggi l’unico partito ”vero”, in quanto “fondato storicamente sulle gente”. Gli altri sono partiti “ad personam”, destinati a fondersi come neve al sole all’uscire di scena della loro “personam”. Tuttavia questa sua unicità non lo esime ipso facto da una mia critica costruttiva: infatti esso sta soffrendo di una crisi di rappresentanza (o di rappresentatività?) in quanto non ha recepito – in termini di progettualità politica – il trasformarsi della società e in particolate l’emergere delle nuove professioni legate alla tecnologia dell’informazione e della comunicazione, in inglese ICT, Information Comunication Technology.

I sindacati, poi dovrebbero uscire da una logica di pura difesa dell’esistente, ed in particolare dalla difesa dei diritti acquisiti dei propri iscritti e pensarsi invece come parte di un tutto il quale “o regge come sistema” oppure “collassa come sistema”. Ne è un esempio la strenua difesa dell’art. 18 e la disattenzione alla moltitudine di dipendenti di imprese con meno di 15 addetti che l’art. 18 se lo sognano. E’ un assurdo: il mio diritto sorge o meno se io ho più o meno di 15 colleghi! Inoltre, rispetto a quarant’anni fa la situazione è cambiata. In allora il lavoro c’era per tutti ed il problema era la difesa di diritti di chi lavorava. Oggi prima di difendere i diritti di quella che si avvia ad essere una minoranza (i lavoratori), occorre dare priorità alla difesa dei diritti di quella che si avvia ad essere una maggioranza: i senza lavoro.

Grazie Riccardo se vorrai ospitarmi sul tu blog
Martin Lutero”

OK, grazie Martin! Ora la parola ai lettori

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