CONFERENZA STAMPA DI MARIO MONTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Dicembre, 2012 @ 2:36 pm

Detto altrimenti: un post quasi in tempo reale … (RAI 2 ore 10.55)

La conferenza stampa? Praticamente ho appena finito di stenografarla. Sicuramente trovate già oggi resoconti in internet. Domani sulla stampa. Io ho voluto riportare per voi, amici lettori, qualche passaggio.

Inizia (in grossetto non la prima frase, ma la frase saliente)

“Io pubblico la mia Agenda. Non escludo di esaminare le proposte di chi, riconoscendosi in essa o in una migliore, mi chiedesse di pormi a capo di un progetto. Non mi candido perché sono già senatore a vita. Nessuno invece potrà usare il mio nome se io non “salgo” (“scendo”) in Politica”.

“Quando ho iniziato, in Europa mi sentivo come si era sentito Degasperi alla conferenza del 10 agosto 1946 a Parigi: “Prendo la parola in questo consesso mondiale e sento che tutto, tranne la vostra cortesia, e’ contro di me”. Oggi la situazione è capovolta”.

“Non basta dire: “in Europa io sono molto considerato. Occorre sentire cosa dicono gli altri. Altrimenti sono pacche sulle spalle e risolini …”

“Bersani? Legittimo e credibile candidato di una coalizione”

 “La strana maggioranza che mi ha sostenuto  ha prodotto alcuni frutti ed ha impedito la maturazione di altri”.

“Tassazione dei soldi in Svizzera? Ci stiamo lavorando”.

“Nella mia agenda c’è molto green e molto pink”, molto verde e molto rosa.

A chi lo ha sfiduciato: “Le parole pesano, per chi le dice e per chi le ascolta” E qui io (io, Riccardo Lucatti, il blogger, per intendersi)  io qui cito il mio “amico” Don Milani: “Le parole sono pietre”. Leggete “Dalla parte dell’ultimo – Vita del prete Lorenzo Milani” di Neera Fallaci, edizioni BUR.

Prosegue Monti: “La sfiducia, parole pronunciate senza avere riflettuto sulle conseguenze, da chi ha votato moltissime volte la fiducia al governo. Il mio sbigottimento per parole, giudizi e proposte contrastanti, ogni giorno diverse, anzi opposte, da parte del mio predecessore”.

Monti cita ancora Degasperi: “Il politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni”.

Sta per uscire la cosiddetta Agenda Monti, “Così chiamata da altri, non da me. Indirizzata a tutti, non destra, sinistra o centro. In ogni caso, alternanza si, contrapposizione no. Innanzi tutto occorre non distruggere ciò che è stato fatto: ad esempio, non allontanarsi dall’Europa e non abolire l’IMU. Il governo che abolisse l’IMU cadrebbe dopo un anno. Quello successivo dovrebbe rimetterla, doppia”.

“La crisi finanziaria finita? Mai dire mai, se non altro per scaramanzia finanziaria!”

“Se ho ricevuto pressioni? Solo leggere intimidazioni e leggere lusinghe a non fare e a fare”.

“Salire” in politica, “salire in campo”: going up …it’s a hard way …

Cosa gli converrebbe personalmente? Stare fermo ed aspettare altre proposte, più “elevate”. Diverso è il dovere che sente di potere-dovere compiere, contro ogni suo interesse personale. Se scenderà in Politica “non sarò uno dei tanti leaderini … come già detto qualcuno, il problema non è quello dei diminutivi … e poi io non scenderò mai in politica: eventalmente salirò in Politica”

“La crescita deriverà dalla effettuazione delle riforme. Non ci si può aspettare  crescita nella prima fase del risanamento”

“Lo spread? In tredici mesi è dimezzato. E non per interventi della BCE: infatti durante il governo precedente la BCE ha effettuato molti acquisti, ma lo spread  saliva”.

“L’azione del Governo è stata talvolta bloccata da sinistra, da destra e da un atteggiamento bipartisan: da sinistra, per la parte sindacale; da destra per la legislazione ad personam anziché ad nationem e nella lotta alla corruzione; da tutti, per la riduzione dei costi della politica e della struttura delle PA (province). I “peggiori” costi della politica tuttavia non sono i pur deplorevoli “festini” (sic!) ma le decisioni non prese o quelle prese a sproposito”.

“Occorrerà intervenire sul falso in bilancio, sul voto di scambio, sulla prescrizione, sulle intercettazioni, sulla prevenzione del conflitto di interessi. Molto ancora c’è da fare contro la corruzione”.

“Occorre rivedere e rivalutare il ruolo e la presenza della donna. E poi … l’uomo, soprattutto se ricopre posizioni elevate, non può rapportarsi alla donna come è stato fatto”.

Le banche hanno utili in crescita. La gente e le imprese non hanno  credito e stanno male. A questa domanda la risposta è stata evasiva (n.d.r.). Il redattore del post (cioè io) precisa: nella seconda metà degli anni settanta ci fu una durissima crisi finanziaria, valutaria e creditizia: le banche non ebbero mai bilanci così ricchi.

“Vendola? Io non escludo nessuno. Lui ha escluso la mia agenda”.

“Gli Italiani non sono cretini (sic!): non credono alle promesse populiste ed alle favole”.

“Il rapporto con Napolitano non è quello descritto dalla stampa, è quello che io ho il privilegio di intrattenere direttamente con il Presidente della Repubblica”.

“Con la Signora Merkel abbiamo in comune alcune cose. Altre no. In Europa sono considerato il maggior “critico” della Merkel”.

“Chi critica la mia politica? Soprattutto due partiti che avevano avuto 20 anni per intervenire”.

Me ne vado?

Finisce

(Nel pomeriggio: Berlusconi da Massimo Giletti alla “Corrida”. Intervento molto … molto diverso!)

Commento personale: riscontro la chiusura di Monti a Berlusconi e l’apprezzamento per Bersani. Anche per il resto si è rimasti su di un piano molto significativo. Condivido molto di Monti. Dico “molto” perchè nulla (ancora) si è nè detto nè chiesto (dai giornalisti) circa “provvedimenti immediati  a fronte di emergenze immediate”; sul problema delle priorità di investimento; delle superpensioni, dei superstipendi, superbenefit, superbuonuscite di Enti, SpA e banche pubbliche e private se sovvenzionate dallo Stato; della soluzione ILVA (che non deve costringerci a scegliere fra due mali: sacrificare i posti di lavoro o la salute pubblica, n.d.r.); degli sconti fiscali miliardari fatti alle case di videogiochi; del fatto che il 10% della popolazione possiede il 50% della ricchezza privata; etc..

D’altra parte, il “volo” di  Monti era alto … molto alto … da Presidente in pectore …  di cosa? Non più della Repubblica, visto che ora ha preso posizione ed è disponibile a “salire in campo” da capitano di una squadra che accetti le tattica di gioco.

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I NOSTRI DUE MARO’ A CASA PER NATALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Dicembre, 2012 @ 9:01 am

(questo è il post di domani … perchè forse domani non avrò tempo …)

Detto altrimenti: una bella notizia, anzi due

Una, perché i due militari godranno di una “pausa di tensione” e di una “iniezione di gioia familiare”.
L’altra, perché, rientrando in India a fine licenza dimostreranno di volere rispettare non solo gli impegni assunti, ma – quel che conta – di volere rispettare la legge indiana. Ed i giudici indiani potranno dire all’opinione pubblica locale: “Vedete? Rispettano la nostra legge. Il loro quindi è stato solo un errore – un omicidio colposo, diremmo noi – diamo loro una bella multa, risarciscano i danni e poi rimandiamoli a casa loro”.

Non è detto che fra le due diplomazie non si sia già ragionato in questo modo

Buon Natale, marò, e in bocca al lupo … vi aspettiamo!

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PERCEZIONE SENSORIALE E VISIONE D’INSIEME: il mio regalo di Natale ai lettori

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Dicembre, 2012 @ 8:16 am

Detto altrimenti: cambiamo punto d’osservazione, a Natale, facciamoci un regalo, quello di una visione (visione, non visone!). Quello della visione d’insieme di  fenomeni che rischian0 di travolgerci.

Già in un paio di occasioni ho fatto questa sottolineatura. Se siete in cima ad una alta scogliera, avete la visione d’insieme del mare. Man mano che scendete, essa diminuisce. Se poi vi tuffate fra le onde, avete la percezione sensoriale dell’acqua salata ed avete perso la visione d’insieme del mare.
Ecco, noi ogni giorno abbiamo la percezione sensoriale di uno scandalo, di un privilegio, di un furto del denaro pubblico: sentiamo l’amaro in bocca di ogni singlo mis-fatto, ci scandalizziamo, ci sentiamo impotenti (questo è l’errore!), chiudiamo il giornale e ricominciamo a vivere … sino al quotidiano successivo. Errore.

Infatti, di questa serie ininterrotta di fatti (rectius, fattacci), raccontati sì – ma pare che chiodo scacci chiodo, nel senso che sia la stampa che noi stessi ci occupiamo solo “dell’ultimo” – dobbiamo avere una visione d’insieme. Un’immagine che ci aiuti? Un colapasta. Noi versiamo acqua (imposte) dall’alto, e dalla parte inferiore, dal basso (e quanto sono “in basso” i responsabili del fatto!) dal basso, dicevo, per mille fori esce il sangue vitale della nostra società: le risorse che potrebbero risanare la sanità, adeguare l’offerta di asili nido, far prosperare la scuola pubblica, l’università e la ricerca, creare posti di lavoro, pagare pensioni adeguate, difendere il territorio, creare fonti energetiche rinnovabili, smaltire correttamente rifiuti, adeguare il sistema carcerario a standard di civiltà, etc.., queste risorse vanno ad alimentare altri obiettivi, assai meno nobili. Anzi,  vili. e quei “fatti”, quelle “dispersioni di denaro”, quell’ “uso distorto delle risorse”, quell’ “uso a fini non istituzionali delle risorse”, chiamiamolo con la parola giusta: furto. Le parole sono pietre – affermava Don Lorenzo Milani, e proseguiva: l’incapacità di usare correttamente le parole schiaccia e umilia i poveri (di consapevolezza, n.d.r.) e li incatena alla razza inferiore dei vinti”.

Sistema carcerario? Sovraffollato. Disumano come e forse più dei delitti che vorrebbe punire. Incostituzionale in quanto non adeguato alla funzione del recupero sociale del carcerato. Sovraffollato da chi? Da ladri, assassini, truffatori, commercianti di morte (spacciatori di droga), trafficanti di esseri umani … Da più parti, vista la presunta impossibilità di adeguare il contenitore (le strutture carcerarie) si vuole “diminuire la quantità del contenuto”, cioè il numero dei carcerati in due modi: attraverso la revisione dei tipi di pena, introducendo pene alternative alla carcerazione, e con un amnistia. Mi va tutto bene, solo che …

… solo che, analogamente a quanto si è fatto per le pensioni e per l’IMU –provvedimenti di portata assolutamente generale – vorrei che si agisse con una nuova, moderna crociata di portata generale – e cioè con una azione programmata, organizzata, sistemica, sistematica e completa contro i costi, gli sprechi e di furti della politica e contro i costi, gli sprechi ed i furti del sistema economico pubblico ed anche privato se sovvenzionato o “ripianato” dal denaro pubblico.

Orbene, questo intervento, irrinunciabile ove solo si abbia la visione d’insieme delle “ferite mortali” che quei comportamenti stanno infliggendo al “bel corpo” dell’ Italia, produrrebbe una ulteriore nutrita schiera di carcerati. E salverebbe l’Italia (spread) e gli Italiani (tasse, lavoro, sanità, istruzione). Ragione di più per adeguare subito l’attuale sistema carcerario: se non per altro, per fare spazio a “costoro“!

Ma … l’Italia non ripudiava la guerra …?

Altra visione d’insieme che dobbiamo “conquistarci” è quella delle priorità comparate delle destinazioni di investimento. Un esempio? Il Ministro della Pubblica Istruzione in TV si lamenta che il (suo) governo gli ha tagliato i fondi e che quindi alcune università sono a rischio fallimento. Io mi domando: abbiamo tutti presente che per acquistare 90 cacciabombardieri F 35 abbiamo destinato 10 miliardi di euro, e che altri 20 miliardi ci costerà la loro gestione? Quale è la “priorità più prioritaria”? Legge di stabilità; solo 2,15 miliardi in tre anni per detassare i salari e 30 miliardi per gli F 35?

Il TAV (maschile, Treno ad Alta Velocità) e il Ponte sullo Stretto. Per fortuna il progetto del Ponte è stato cancellato (ma nel frattempo abbiamo sperperato alcune centinaia di milioni di euro in “pre-riflessioni”: chi dobbiamo ringraziare?). Si, il Ponte non era più una priorità, stante i tempi. Bene. Ma il TAV? Ci siamo domandati a quanti decenni fa risale il lancio del suo progetto? E’ ancora attuale, nonostante che alle merci non interessi essere trasportate ad “alta velocità”, né ciò ò tecnicamente possibile, ed allora almeno chiamatelo TAC, Treno ad Alta Capacità (già, direte voi, ma la TAC evoca un tumore, un danno grave alle persone. Appunto, dico io!).

Alta Capacità? Ma se la linea attuale è utilizzata al 25% della sua capacità e il flusso delle merci sta continuando a calare, di anno in anno!?  Il costo? C’è un “piccolo” tunnel da scavare, una cinquantina di Km, chevvoletechessia!  La tratta Torino-Milano, già completata (e qui tunnel da scavare non ve ne erano) è costata sei volte il costo preventivato.  Alta Capacità ci vorrebbe non nella ferrovia, ma nella mente di stila l’ordine delle priorità del Paese! Quanti esodati, quanti disoccupati, quanti terremotati, quanti ammalati, quanti anziani, quanti alluvionati, quanti carcerati  si potrebbero sistemare con quei miliardi di euro?

Le due Corti dei Conti, francese prima e italiana subito dopo, hanno lanciato un monito ai rispettivi governi: guardate che è un buco finanziario ed economIco, vi controlleremo! Niente da fare. Wir werdeen veiter marchiren, noi tireremo dritto! Evidentemente noblesse oblige!

Ecco, oggi 23 dicembre 2012, vigilia della vigilia di Natale,  è questo il regalo che mi permetto di fare ai miei lettori: di “conquistarsi” la visione d’insieme dei singoli fenomeni.

Domani sarò preso dalla confezione di pacchi e pacchettini per il giorno successivo, nel quale Gesù Bambino porterà anche a me un grande dono: la visita della mia nipotina Sara, di anni 2,2!

Buon Natale a tutti!

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A MIA SPARARO? QUANDO MAI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Dicembre, 2012 @ 7:42 am

Detto altrimenti: a me hanno sparato? Quando mai!

Un film. Una scena. Sicilia. Estate. Caldo terrificante. Una piazza fra vecchi edifici barocchi. Cinque uomini seduti su sedie di legno. Vestiti di nero. Coppole comprese. All’ombra. Immobili. In silenzio. Arriva una motocicletta. Il passeggero estrae una pistola e spara ad uno dei cinque. La moto si allontana. Il ferito, morente, giace a terra in un lago di sangue. Arrivano i carabinieri: “Chi vi sparò?” Il moribondo risponde. “A mia spararo? Quando mai!”. E fa il suo dovere: muore.

Berlusconi si è offerto a Monti per fare il “federatore” dei moderati. Non ha ricevuto risposta. Si lamenta: “Non mi ha nemmeno telefonato”. A mia spararo? Si, a tia spararo. Mutu avivi a stari, mutu!

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UNA RIUNIONE DI CONDOMINIO, A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Dicembre, 2012 @ 7:11 am

Detto altrimenti: e chi ha detto che queste riunioni sono noiose e litigiose?

Ebbene sì, un po’ di relax, un po’ di sana frivolezza ogni tanto ci sta bene, nonostante i tempi, anzi, proprio per alleggerire i tempi … tempi di dimissioni, di contrapposizioni, di competizioni, di crisi, di elezioni, di “crisi di elezioni”, di “elezioni in crisi”.
Per una sera tutto ciò è stato dimenticato. Grazie a questa consuetudine della “cena natalizia condominiale degli auguri , persone che vivono nello stesso palazzo e che “normalmente” – come avviene in tutti i palazzi – quando si incontrano si dicono “buongiorno, buonasera”, grazie a questa consuetudine che dura da anni, dicevo, queste persone, quando si incontrano nel portone, sulle scale, nei box e nell’ascensore, si dicono “Ciao”.


E già questo è molto bello.

Ma c’è dell’altro. Queste stesse persone, fra una portata salata ed una dolce (tutto il catering è offerto dalle rispettive Signore) parlano, si confrontano, comunicano. Su argomenti “frivoli” e “seri”. La comunicazione, questa grande assente dei nostri tempi. In genere infatti, quando va bene, c’è informazione unidirezionale: io ti dico una cosa, e tutto finisce lì. In casi rari abbiamo la fortuna di partecipare a informazione bidirezionale (io ti dico una cosa, tu ne dici una a me, ma poi ognuno resta della sua idea e le due “cose” non si confrontano in un dibattito). In queste serate invece, sarà per l’informalità del luogo (l’androne delle scale) o perché il luogo in cui ci si ritrova è familiare e protettivo per tutti, o perché un buon bicchiere di spumante “aiuta”, le persone si aprono alla “comunicazione” cioè alla communis actio, all’azione comune.

Il nostro “Ristorante Magnolie”

Azione comune innanzi tutto nel preparare la serata. Si tratta di organizzare un tavolo, piatti e stoviglie di carta, sacchi per raccogliere gli avanzi, manifestini da affiggere per avvisare i condomini del luogo e dell’ora, etc. . Indi azione comune nel confezionare i cibi: e qui ogni “casa” esprime il meglio di se stessa, a secondo della provenienza (per la maggior parte trentina, ma non mancano “Taliani da”. Infatti non si dice “lui è di Genova” ma “da Genova”. E qui  vi sono condomini “dalla Puglia, dall’Abruzzo, da Milano” , “da Genova”, etc.).

Una coppia di condomini, neopensionati, “matricole” della riunione: a loro il più caloroso benvenuto!

Ma la parte più importante della azione comune è il confronto delle idee, il loro “scambio” la loro reciproca accettazione anche se diverse, su temi frivoli (è meglio questa pizza, no quel salatino) e su temi seri (Monti ha operato bene, no, mica tanto). Già, perché nel frattempo si è dimesso il Presidente del Consiglio dei Ministri. Guardate un po’, non ci si può distrarre un momento e che cosa ti va a capitare!  L’azione comune finale è stata il rimettere tutto a posto, pulire il pavimento per evitare che la mattina seguente un condomino possa scivolare su di un avanzo di tartina.

Ecco, forse ce l’ho fatta. Non è stato facile scrivere su questa riunione, estrarre ed evidenziare aspetti ben più che superficiali da un momento che, a prima vista, parrebbe esclusivamente frivolo.

Sapete una cosa? Noi condomini di questa bella casa del Viale Trieste (altri dicono: di Via Grazioli, ma che colpa abbiamo noi se vi sono due entrate?) siamo orgogliosi di questa nostra tradizione. Chiudo riportando un frase di un amico partecipante alla riunione: “Sai Riccardo, spesso in Trentino non si trova l’accordo non a causa della diversità di idee, ma solo perché la gente non si confronta: scoprirebbe infatti molto spesso che le diverse posizioni sono assolutamente conciliabili”.

Buon Natale a tutti!

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PER NATALE: UN LIBRO, UN AMICO … ANZI DUE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Dicembre, 2012 @ 12:28 pm

Detto altrimenti: … anzi due? Si infatti un amico è l’autore, Gianluigi De Marchi, ligure emigrato a Torino, che conosco da una vita. L’altro amico? Il suo ultimo libro.

Gianluigi è alla terza puntata “extraterritoriale”, decisamente al di fuori del suo tradizionale campo operativo: infatti è giornalista finanziario ed autore di una trentina di libri sui temi degli investimenti … però diamogli atto: con i suoi ultimi tre libri sta cercando di farsi perdonare!

La copertina

Infatti, dopo il primo “miniromanzo” dal titolo IL CIECO (stampato in proprio, si dice “in economia”, per risparmiare, da buon genovese …), ed un secondo libro di ricette sulla cucina ligure, Gianluigi ha scritto un terzo libro, anch’esso gradevole, dolce, pieno di sentimenti: il suo primo romanzo “vero”, dal titolo significativo “Il mio diario, di Gesù di Nazareth”, la vita di Cristo raccontata da Lui stesso.

Un volume denso non solo di fatti (ricavati sia dai Vangeli canonici che dai Vangeli apocrifi), ma anche di situazioni immaginate dall’autore per delineare con maggior precisione i tratti del “Gesù uomo”, con i suoi sentimenti, le sue emozioni, le sue riflessioni.

Un percorso che parte dal Bambino che con un certo orgoglio scrive (è l’incipit del libro) “Oggi ho compiuto dieci anni e finalmente so scrivere bene e posso cominciare a mettere sul papiro i miei pensieri, le mie memorie, i miei sentimenti”.

Una vita che si dipana nella piena normalità con il Padre che adora (che gli insegna non solo il mestiere di falegname, ma soprattutto i valori fondamentali della vita, con la pazienza che solo un padre può mettere nell’educazione del figlio), con la Madre che ama (che lo segue con trepidazione passo passo nella sua crescita) fino alla maturazione e fino alla svolta costituita dal battesimo ricevuto da Giovanni.

Da quel punto la Sua vita cambia, e cambia anche lo stile della narrazione del libro, che approfondisce i punti salienti della missione di Gesù, soprattutto quelli più intimi e personali.

Un testo a metà tra fiction e faction che riesce ad appassionare sia credenti che non credenti, scritto con stile scorrevole e semplice.

IL MIO DIARIO, di Gesù di Nazareth, ed. Stylos, pagg. 224, euro 18,00 – Il volume si può richiedere all’editore al numero di tel.  3201145627 – oppure via mail editricestylos@virgilio.it

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UNO SCANDALO, NO … CHE DICO? UN SISTEMA DI SCANDALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Dicembre, 2012 @ 7:54 am

Detto altrimenti: scandali? Sto cercando di smettere (di raccontarli)…  maccomesifà?

Ho 68 anni. Il 3 febbraio prossimo (3 febbraio, strage del Cermis, non dimentichiamo!) ne compio 69. All’età di 31 smisi di fumare. Improvvisamente. E anche di arrampicare (moglie e figlia … troppo rischioso. Ultima salita: il Cimon della Pala, in solitaria). Oggi sto cercando di smettere di raccontare gli scandali italiani. Mappoi chevvolete, è più forte di me … non ce la faccio. Non è masochismo il mio, non è catastrofismo, non è autolesionismo. Anzi.  Eppoi, guarda un po’ se devo essere io a pormi questo tipo di problema e non invece porselo chi commette quotidianamente scempi della nostra democrazia, delle nostre leggi, della nostra ricchezza morale e materiale! Il mio è senso di ribellione. Ribellione contro chi sta facendo naufragare la Nave Italia e ribellione contro chi rischia di accettare di “essere abituato” all’idea che “tanto le cose sono sempre andate così e così sempre andranno”.

SCANDALO STATALE: MALSANITA’ LOMBARDA

Antonio Tomassini … onorevole senatore

Lo so. E’ vero. Sino ad una sentenza passata in giudicato, l’indagato/imputato è da considerarsi innocente. Però … quando a essere indagato per malaffare sanitario (lombardo) è il Senatore Presidente della Commissione Sanità del Senato (Sen. Antonio Tomassini, Pdl) o il Direttore Generale della Sanità della regione Lombardia (Carlo Lucchina, Corsera 19.12.2012 pag. 1) … chevvolete, mi viene la battutaccia “sarebbe come affidare un asilo ad un pedofilo”; mi viene istintivo dire che l’interessato dovrebbe autosospendersi cautelativamente da ogni carica, chiarire e dopo eventualmente rientrare nel sistema.

Ah già, ma lui, il Senatore, resta al suo posto (nel frattempo, stipendio, benefit, buonuscita, pensiooe decurrunt, cioè maturano … e io? E io pago!), tanto c’è l’immunità parlamentare. Si, “raga”, però attenzione: questo istituto viene usato male. Infatti i Signori Parlamentari, per legge, dovrebbero limitarsi ad esaminare se le indagini della magistratura siano spoliticamente trumentali, cioè se siano mirate ad impedire l’attività politica del soggetto, non dovrebbero fare ciò che invece fanno e cioè entrare nella valutazione di merito (che spetta al Tribunale ed alla Corte d’Appello) e nella valutazione di diritto (che spetta al Tribunale, alla Corte d’Appello ed alla Cassazione) ed affermare “io nego l’autorizzazione a procedere perché sono convinto che egli non abbia commesso il fatto (merito), oppure sono convinto che il fatto non costituisca reato” (diritto). La cosa non è di poco conto. C’è qualcuno in sala che è nella posizione per perseguire questo “reato istituzionale” (nuova fattispecie giuridica, l’ho appena creata io)?

Sistema (di scandali) nella sanità (lombarda). Limitiamoci a questa (poi c’è quella romana ed altre, ma lo spazio sul post è quello che è …). Il danno che questi Signori ci fanno è quadruplice:
1) le mazzette ed i benefit che ricevono. Chiamiamolo “danno da 10”.
2) le modifiche “ad hoc” a piani regolatori (viene chiamato in causa anche tale Bertolaso, lo conoscete voi?) , al sistema delle concessioni …diciamo … “danno da 100”.
3) il fatto che nel frattempo Costoro (vedete bene la lettera maiuscola, quanto li rispetto!) che Costoro recano al paese nel “non fare ciò che dovrebbero” cioè il “bene comune”: questo è un danno “da 1000”;
4) agire come sopra non “saltuariamente” ma “sistematicamente”: “danno da 2000 miliardi di euro”, tanto è l’indebitamento pubblico.

SCANDALO LOCALE: CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Su di un comma, uno solo, della legge finanziaria, un Consigliere dell’opposizione ha chiesto il voto segreto. Su quel comma la maggioranza è andata sotto. Non mi interessa il merito del comma bocciato. Mi interessa il sistema che condanno due volte.

Prima valutazione negativa: a che serve l’istituto del voto segreto? A lasciare liberi di essere incoerenti? Persone iscritte ad un partito, che hanno dichiarato di esservi iscritte, che si sono candidate, che sono state elette, che aderiscono ad una coalizione di governo, non hanno il coraggio delle proprie opinioni? Se non condividono una scelta, votino palesemente contro e/o diano le dimissioni.

Seconda valutazione negativa: un Consigliere propone il voto segreto su un solo comma della legge. Ma via … mica siamo nati ieri … ma allora … non è che ti eri accordato prima con qualcuno? Ma via … è questo il modo di perseguire il “bene comune”, con il mercato delle vacche, mercato per di più fatto – forse – non tanto per la sostanza del comma quanto per mandare sotto la maggioranza?

Dice … “questa è politica … in politica tutto è permesso … si sa, in politica …”. Ecco, anche qui, il grave non è solo che vi sia gente che dice queste parole, ma anche che vi sia gente che queste oscenità se le lascia dire. A mio avviso infatti la Politica dovrebbe essere sempre con la P maiuscola, espressione della più nobile delle virtù: la ricerca del “bene comune”. Ma siamo lontani anni luce, purtroppo …

P.S.: il meccanismo del blog mi chiede in quale categoria classificare ciascun post. Questo l’ho voluto classificare nelle due categorie “Attualità” (purtroppo!) e “Morale” (nel senso di mancanza assoluta di un benchè minimo senso morale”)

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DORMIRE ALL’ADDIACCIO, IN AUTUNNO, A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Dicembre, 2012 @ 2:17 pm
Senza parole, si resta senza parole …

In autunno, già, perché l’inverno comincia domani, 21 dicembre. Ah, bè … se siamo in autunno … non è poi così grave … peccato che la temperatura notturna non lo sappia e scenda abbondantemente sottozero.

Il freddo. Io ne ho provato di due tipi, quello cittadino e quello sportivo.

Quello cittadino, quando ero ragazzino, a Genova, in inverno. Era l’immediato dopoguerra e Genova, si sa, è una città di mare, spesso di fanno i bagni sino al 12 ottobre … talvolta, però, è nevicato in aprile. In estate poi, quando al caldo si accompagna la “maccaia” (umidità quasi al 100%!), vacci a capire! Ma stavamo parlando di freddo, non di caldo. Infatti in inverno, quando soffia la tramontana, tu che eri figlio del dopoguerra e non eri (ancora) attrezzato (anche da montagna), quando arrivavi a casa avevi le mani screpolate, le orecchie rosse rosse e i piedi ghiacciati!. E poi, quando andavi a passare il Natale dai nonni, in Toscana, vicino a Montalcino. Il “peggio freddo” (toscanismo) era la notte di Natale, a Messa. Riscaldamento in casa? Certo, nel “canto del foco”, quando il foco è acceso. E a letto? Si metteva “il prete” cioè un piccolo braciere all’interno di una intelaiatura di legno.

Boccadasse, un quartiere di Genova

Tanti anni dopo ho provato il freddo “sportivo”. Stavamo scalando una parete nord, di ghiaccio, nelle Alpi Apuane, con la Scuola di alpinismo del CAI di Genova. Le Apuane, direte voi, a due passi dal mare, che volete che sia … Eppure, la nord del Pisanino, provare per credere, 1000 metri di dislivello di ghiaccio! Cose simili le trovate solo sul Monte Bianco. Dunque, si diceva … tante cordate sulla stessa via. Abbiamo dovuto “fare la coda” aspettare ilnostro turno … fermi … per quanto? Un’eternità. E quando siamo ripartiti, per riuscire ad afferrare gli appigli abbiamo dovuto toglierci i guanti. A mani nude … c’era chi piangeva …

Il Pisanino (m. 1946) – La cresta

Ecco i miei due “freddi”. Tuttavia non erano accompagnati dal freddo dell’anima, dal freddo dell’abbandono, dell’indifferenza degli altri nei miei confronti, nei confronti di chi (e sono circa 150 persone) ieri sera e questa sera e tante altre sere ha dormito e dormirà all’addiaccio.

Questo terzo tipo di freddo è peggiore dei primi due.

So per certo che negli ambienti pubblici ed ecclesiastici, all’interno delle varie organizzazioni umanitarie, si esamina, si discute, si valuta … ma nel frattempo, non si agisce. “Dum Tridenti consulitur …”

Giorgio La Pira

Mi viene in mente Giorgio La Pira. Stava assegnando case popolari secondo criteri di equità. I suoi gli fecero notare che la legge prevedeva altri criteri. Lui rispose: “Io assegno le case e da questa sera la gente dorme al riparo. Voi andate a cambiare la legge”.

Che questo mio scritto possa servire a far decidere in fretta?

Buon Natale a tutti!

P.S. del 23 dicembre 2012: Evviva! A Rovereto è stata inaugurata la casa dormitorio “Km. 354”. Un esempio di welfare dal basso, realizzata da Arnaldo, un senza tetto, più tanti volontari, senza un euro di denaro pubblico, ma con il contributo di imprenditori e artigiani lagarini.

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L’AVEVO PROMESSO A MIA MOGLIE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Dicembre, 2012 @ 8:44 am

Detto altrimenti: … che oggi non avrei scritto post, ma avrei aiutato in casa … i regali …   gli inviti …

Maccomesifà?

“Cui bono?”, “Cui prodest?”, Chi ci guadagna? A vantaggio di chi?

Il Senato (in commissione “notturna”, e ti pareva!) autorizza l’apertura di 1.000 (mille) nuove sale da videopoker … e poi, quando le case da videogioco o da macchinettegioco evadono decine di miliardi di imposte, generano nero, fanno fallire le famiglie, fanno ammalare la gente, “per premio” si fa loro un sconto fiscale di uguale misura! Ma allora nemmeno la motivazione fiscale è accettabile! E poi, quella morale! Ma via, … non se ne può più!

Nello stesso giorno due ministri in TV: quello della sanità avverte che il videopoker è un malanno e va contro la politica del Governo. Quello dell’istruzione, triste e mesto, avverte che poiché il (suo) Governo ha tagliato i fondi all’Università, molte di esse sono a rischio fallimento (perchè non convince il suo Governo a non comperare i 90 caccia bombardieri F 35 e darli al suo ministero, quei 30 miliardi, fra acquisto e gestione delle nuove  macchine volanti da guerra? Anche perchè la Costituzione dice che l’Italia ripudia la guerra … o no?)

qualcUno (qualcUno, sic!) vuole ritardare le elezioni che sostituiranno il governo di cui Lui ha anticipato la fine (?). L’Italia invece ha bisogno urgentemente di essere governata.

Gran parte della politica (p-politica) è impegnata a fare politica (p-politica): ma allora, la P-Politica chi la fa?

A noi cosa resta da fare? Andare tutti a votare. Per chi? Eh no, cari miei, troppo facile … ognuno il suo problema se lo deve risolvere dassè (solito toscanismo, da solo, per conto suo, senza aiuti e suggerimenti esterni).

L’avevo promesso a mia moglie, e non ho mantenuto la promessa. In questo momento lei è in cucina ad impastare pandolci genovesi per gli amici. Forse non se ne accorge, di questo mio post breve …

Buone feste a tutti … e non andate a farle la spia, a mia moglie, mi raccomando, conto sulla vostra omertà, che resti un post fra voi e me …  riservato! Altrimenti per voi … niente pandolce!

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GIOCATTOLI … O LIBRI ?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Dicembre, 2012 @ 8:07 pm

(questo post contiene un messaggio promozionale, un suggerimento per gli acquisti)

Detto altrimenti: il Natale vero è altra cosa, ma per i bambini … (mi riferisco ai maschietti. non ho esperienza dei regali per le femminucce)

Natale, vetrine, giocattoli. Mi sono fermato a guardare e … a pensare. Ai miei tempi innanzi tutto giocattoli di guerra. Carrarmati, cannoncini, fucili, pistole, soldatini (ecco, soldatini, non figurine, marionette, pupazzi. No. Soldati! Al massimo, “soldatini”). Chissà perché. nessuno si era “divertito” in guerra, nè in quella “militare” e tanto meno in quella “civile” che poi io la chiamerei “incivile” tanto per essere molto più chiari.

Tutta la logistica e tutto l’armamento della seconda guerra mondiale. Compresi i modellini dei caccia Spitfire e Zero e dei cacciabombardieri Stuka. Il fascino maggiore tuttavia lo emanavano i carrarmati. A molla (quelli elettrici ancora non esistevano), in latta sottile sottile con le varie parti tenute insieme da linguette ripiegate (quelli italiani), in alluminio e acciaio, saldati, quelli tedeschi. E poi noi ci stupiamo se le guerre le perdiamo (anche se poi ci dicono che le abbiamo vinte). Affascinavano perché superavano ostacoli, le pieghe di una tovaglia o del copriletto, con i loro cingoli in plastica o in gomma. Poi c’era l’armamento leggero: soprattutto pistole di modello diverso: in plastica, in latta, in alluminio e acciaio (modelli diversi, vedi sopra alla voce carramati).

Ma non basta, C’era anche il Far West. E alè … a spergere, cinturoni, carabine winchester, archi e frecce, colt a sei, otto, dodici colpi, copricapi da cow boy e da indiani, asce di guerra, pugnali di gomma. E anche qui, soldatini (giubbe blu), cow boy e indianini per la “conquista del West”. Almeno l’hanno chiamata con il nome giusto: “conquista”.

A fianco degli apparati bellici, troneggiavano il meccano, il piccolo falegname, il Monopoli. I bambini delle famiglie “ricche” ricevevano anche trenini Marklin, biciclette e sci nuovi: una rarità negli anni ’50.

Ecco, perchè tutta questa tiritera, direte voi? Perché oggi molto di tutto ciò è sparito (armamenti bellici): per fortuna! Tuttavia forse l’è sta’ pezo ‘l tacon del bus, cioè è peggio la pezza del buco, perchè siamo passati ai videogiochi, alla “fantasia (degli altri) in scatola, alla realtà virtuale che ha sostituito la fantasia (nostra) e lo spirito critico.

Ma allora tu, che sei anche nonno, cosa regali? Io? A grandi e piccini… la stessa cosa: libri. Ho sorpassato la vetrina delle scatole (ops … dei giocattoli, ma ormai sono tutti “in scatola”) e sono entrato nella libreria a fianco. Amici, regalate e regalatevi LIBRI!  In latino “liber” vuol dire “libro” e “libero”: libero di conoscere, di capire, di confrontare, di valutare, di pensare, di scegliere, di decidere. Libero di essere te stesso, con la tua coscenza.

P.S.: dalla regìa mi avvertono che ci sono anche le scatole dei giochi da tavola (Monopoli, Risiko, etc.) che vanno forte. Quindi integro il mio post: quelli si, sono quelli da giocare in famiglia, a computer e TV spente … quelli si.

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