LA CATENA DELL’AUTONOMIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Ottobre, 2016 @ 9:12 am

Detto altrimenti: una catena funziona se tutte le sue componenti sono integre …   altrimenti sai che danno!  (post 2478)

 

downloadLa catena di trasmissione in un’automobile trasmette i movimenti dall’albero a camme alle valvole e fa funzionare il motore. Guai se si guasta! Si rompe l’intero motore.  E sai che danno!

L’Autonomia. Qualcuno ben più di noi si è battuto per ottenerla e a costoro dobbiamo dire grazie. Ed oggi? Oggi a Bolzano si è definito un nuovo concetto, quello dell’Autonomia Dinamica, sempre a difesa di se stessa, sempre tesa al miglioramento di se stessa. E noi, qui in Trentino? Forse potremmo dare un ulteriore diverso apporto alla causa comune TN-BZ: mettere a fuoco il concetto di “catena di trasmissione dell’autonomia”.

Mi spiego. Anche sula base del principio di sussidiarietà (non faccia l’organo/soggetto superiore ciò che può fare l’organo/soggetto inferiore) ….

(a parte che utilizzare questo lessico non mi va: infatti il cittadino non sta in basso nella scala della struttura sociale bensì al top: sono i governi che stanno “in basso”, al servizio del cittadino. Ma questa è un’altra storia …)

… soggetto inferiore, dicevo, occorre fare in modo che l’Autonomia non sia rispettata solo nelle fasce “alte” (rapporto Stato-Provincia Autonoma) ma anche nelle fasce “basse” (rapporto cittadino – politica; rapporto organi politici comunali-provinciali, etc.). Mi spiego con un exemplum fictum, un’esempio-finzione (non vero, per carità, ci mancherebbe altro!): ammettiamo che in un partito politico 1) l’organo cittadino nei riguardi di una questione comunale deliberi “A” e che 2) sulla stessa questione  nello stesso partito l’organo provinciale voglia imporre invece “B”. Ecco che in tal caso la catena dell’Autonomia sarebbe spezzata e il “motore” della politica smetterebbe di funzionare. E sai che danno!

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO: PARITA’ DI GENERE? NON ULTIMI! – SECONDA PUNTATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Ottobre, 2016 @ 8:30 am

Detto altrimenti: l’art. 51 della Costituzione …   (post 2477)

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download-3… impone espressamente che donne e uomini abbiano la uguale possibilità di accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive. Oggi di fatto non è così. Come è noto la violazione delle norme costituzionali non è sanzionata direttamente, bensì una legge contraria ad esse (nella lettera e/o nello spirito) può essere impugnata di fronte alla corte Costituzionale per l’ annullamento. Oggi la regola della parità di genere vige in quasi tutto il Paese. Tranne che in Trentino e in Alto Adige …

Leggete il post 2472, pochi post fa …

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A certi Consiglieri provinciali la donna piace così: che la piasa, che la tasa, che la staga in casa.

E ti pareva! La notizia è di oggi. Il Consiglio provinciale ha rinviato da discussione a … vederem … gh’avem ben altri mesteri da far … ghe l’editoria, il profido, il bilancio. Savè putei che fago? Lori, le done, ghe l’han su con do preferenze e mi digo tre. Lori avanza zinquemila emendamenti e mi digo che no g’ho temp .. se la vol la fem mpressa a tre se no vederem quan che ghe sarà temp …

Chiedo scusa alle lettrici ed ai lettori trentini se da “talian” qual sono ho cercato di scrivere en dialet … chissà quanto errori ci sono. Comunque i miei errori, anche tutti insieme, sono da matita rossa (una volta s’usava così) cioè molto meno gravi di quello (da matita blu!), gravissimo, imperdonabile di chi non conferisce priorità assoluta al “diritto delle donne di avere diritti”.

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Dicono che i post corti sono i più letti. Ed allora mi fermo qui.

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‘STA MATTINA IN BICI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Ottobre, 2016 @ 7:28 pm

Detto altrimenti: bici a pedalata assistita o no?   (post 2476)

Oltre alle due biciclette un po’ alla buona, da città, quelle che spero che io me la cavo (che non me le rubino tanto sono poco appetibili), io di bici ne ho tre: da strada (corsa); mtb “normale”; mtb a pedalata assistita. Il 3 febbraio prossimo finirò di compiere il mio 73° anno d’età. Qualche dato della mia stagione corrente: ad oggi 3502 km percorsi, il 77 % senza assistenza elettrica. Già, perché l’aiuto elettrico lo richiedo quando devo fare una salitaccia, siccome che il mio dottore mi ha invitato a non fare un regalo all’INPS, essendo io un V.I.P. – Vecchietto In Pensione. L’ultima salita “seria” senza aiuto elettrico l’ho fatta del 2011: il Bondone “via” Garniga Terme, quasi 1500 metri di dislivello in 22 km. Ma oggi? Oggi cosa ho fatto? Anzi, cosa abbiamo fatto? Io e un altro V.I.P., Giovanni, 150 anni in due?

Siamo partiti da Trento alle 09,00. Che freddo, raga! In città 9 gradi, la minima della mattina in cima alla prima salita (Vigolo Vattaro) 5 gradi! Sopra lo zero, ovviamente ma però (lo so che “ma però” non si dice, ma però io mi diverto a scriverlo!) … ma però provare per credere. Il fatto è che ancora crediamo nel caldo del primo autunno e invece improvvisamente siamo ormai nei suoi primi freddi e ci vestiamo troppo poco.

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Giovanni in … un posto al sole!

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Discesona al Lago di Caldonazzo – inutile ricerca di un cappuccino (primo giorno di chiusura dei bar) – per strade poderali arriviamo al Bar ai piedi della salitella che porta a Levico. Sosta con cappuccino e brioche. Indi Levico, strada vecchia Levico, arriviamo in località Masetti.

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Il Castello di Pergine è lì … troppo bello: saliamo. 1,5 km al 15%. Foto. Si scende: Pergine. Si sale: Lago di Canzolino. Si scende fino al bivio per Cavalese. Si scende: bivio per Civezzano. Si sale fino ai forti del Maso Cantanghel. Si scende fino a Trento. Tortale 52 km in 3,20 ore. Consumo elettrico: 70%. Modalità di utilizzo: livello “eco” (il minimo” tranne che sulle rampe al Castello citato e ai Forti di Civezzano (livello 2, “tour”). Energia consumata: il 70% del totale. Disponibilità residua in pianura a livello “eco”; 70 km. Non male. Infatti ho consumato poco, pari alla metà di quanto la batteria mi concede in totale  (circa 150 km) per pedalate in pianura con aiuto azl Livemmo più basso (“eco”)..

Dice … ma perché la bici elettrica”? Perché senza non sarei mai salito al castello, tanto per dire una. E poi, che vi credete … si pedala anche con queste bici! E come! Tanto per cominciare pesano 25 kg! (una da corsa da 8 a 11, la mtb normale, 14).Certo poi che certi giovani “poco educati”, roba sui 20 – 30 anni, senza alcun aiuto elettrico ci superavano sulle salite! Ma si può? Evvabbè … io intanto alla mia tenera età ci sono arrivato e ai miei tempi volavo anch’io in salita, e senza mtb, bensì con la bici da corsa rapporti al pedale 52-39 e alla ruota 28.

wp_20161004_007Note generali: freddino, visibilità ottima, scenari da favola ovvero “trentini”! In particolare, dal castello di Pergine, sullo sfondo, all’orizzonte ho visto il Brenta: la Cima Tosa, la Brenta Alta, gli Sfulmini, il Campanile Alto, la Torre dei Brenta: tutte cime da me scalate “qualche” anno fa! Se allora me l’avessero detto ….

E poi, bici elettrica anche perché. arrivato a casa, dopo 110 gr. di spaghetti al ragù, mi è rimasta la voglia e l’energia di scrivere il post precedente e questo. Vi pare poco?

Good Bike Everybody!

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DEMO-OLIGO-ARCHIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Ottobre, 2016 @ 4:32 pm

Detto altrimenti: Demoligarchia (ex libris)           (post 2475)

Almeno questo è mio: il termine demoligarchia. Comunque qualcosa avevo intuito, quando scrivevo in alcuni post fa che l’allontanarsi dalla politica da parte di molti trasforma la democrazia in un governo di pochi, in una oligarchia, tanto per capirsi: di quei pochi che invece non aspettano altro (che gli altri se ne allontanino tanto ghe pensi mi!).

Ma una cosa è una sorta di mini-intuizione, altra è trovare riscontro ad essa in menti ben più quotate di quella di un semplice blogger qual sono.

img_4122Di Luciano Canfora, fra l’altro avevo già letto “La democrazia-Storia di un’ideologia” (Laterza). Nella quarta di copertina: “Nel mondo ricco ha vinto la libertà. Con le immani conseguenze che questo comporta. La democrazia è rinviata ad altre epoche”.

Ed ora, finito di leggere di Gustavo Zagrebelsky “Simboli al potere – Politica, fiducia, speranza” (Laterza), sono stato letteralmente catturato (anche) da un altro libro: “Canfora- Zagrebelsky – La maschera democratica dell’oligarchia” un dialogo a cura di Geminello Preterossi (Laterza). E veniamo a quest’ultimo, che costa solo €9,5, assai ben spesi! (Chi ha detto “se ho qualche soldo compero libri. Se me ne avanza, cibo”?).

Ragazzi, questo è un post in un blog. Il mio editore mi tira le orecchie: devi essere breve, breve! Maccomesifa? Come si fa ad essere brevi di fronte a questi testi? Intanto vi dico: comperateli e leggeteli: ne trarrete un enorme vantaggio. Ma vengo all’ultimo libro citato.

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img_4123Democrazia fra la gente, democrazia nella politica. Oggi la stragrande maggioranza dei popoli occidentali inneggia alla democrazia. Ci mancherebbe altro! Chi se la sentirebbe di andare contro corrente? Formalmente, però. Di fatto … di fatto esistono varie oligarchie, centri di potere più o meno occulto, leggi speciali, eccezioni di legge, bilanci e gestioni separate, privilegi immorali legittimati da leggi amorali, e chi più ne ha più ne metta. Ed ecco le oligarchie (isole di privilegi e di potere). Cito dal testo “la democrazia è il regime dell’uguaglianza, dell’isonomia, della legge uguale per tutti. L’oligarchia né il regime del privilegio”. Orbene, le oligarchie (quelle di oggi, tali di fatto), ovviamente non si possono mica autodefinire tali! Ci mancherebbe altro! Al massimo si autodefiniscono “aristocrazie” nel senso “noi voliamo alto perché siamo i migliori ed operiamo al meglio per il bene di tutti”. Resta poi da capire chi sono quei tutti. Oligarche, oligarchi. Costoro mica possono distruggere gli apparati democratici! Già, perché formalmente si proclamano democratici (per distinguerli dai democratici veri permettetemi d’ora innanzi di definirli “mocratici”. Grazie). E costoro, allora, i mocratici, che fanno delle istituzioni politiche? Semplice: di fatto le svuotano, non le fanno funzionare o al massimo le attivano su materie marginali non significative. Tutto ciò si impone loro per non perdere il consenso da parte della gente (distratta). Anche nella politica, soprattutto nella politica.

Ed allora ecco le due politiche: quella vera, spesso. sotterranea e quella “sulla scena” delle istituzioni che spesso è solo una messinscena per distogliere il pubblico dalla realtà del potere che sta nel nucleo più profondo del segreto (Elias Canetti). Il potere. In passato era, insieme al denaro, lo strumento per conquistare terre, rovesciare rapporti di classe, civilizzare il popolo proprio o altrui. Oggi potere e denaro sono fine a se stessi: più ne ho più ne voglio. The rest are details direbbe tale Einstein. Da qui e qui, il declino della politica.

Declino della politica  anche perché gli Autori fanno una amara constatazione, e cioè che le speranze del 1848 di porre fine alle oligarchie sono state tradite dalla storia (e qui citano il fallimento della rivoluzione d’Ottobre che ha sostituito oligarchia a oligarchia e il socialismo cinese, divenuto il più esasperato capitalismo). “Questo comporta una infinita serie di scelte etiche da parte dei singoli ( e fino a qui …. n.d.r.) ma,  a livello di soggetti collettivi, il proporsi solo il realmente possibile anziché arroccarsi nell’idoleggiamento di propri ideali metastorici. Nella pratica ciò comporta infinite gradazioni di compromessi, fino alla paralisi completa nella quale si trovano i sistemi politici attualmente funzionanti in Occidente”.

Mi fermo qui. Quel tanto che – mi auguro – vi possa indurre a leggere questa “maschera democratica dell’oligarchia”. Dai, 135 paginette quasi tascabili … dai che poi ne riparliamo insieme.

Good Book Everybody!

(Nel prossimo post: Good Bike Everybody!)

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POLITICA, RELIGIONE, FEDE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Ottobre, 2016 @ 6:58 am

Detto altrimenti: tre “cose” diverse     (post 2474)

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Questo mio post è stato “provocato” dalla politica di chi ci si aspetta si occupi solo di religione e di fede. In particolare dalla politica di Papa Francesco. Dico subito che a mio sommesso avviso – e secondo tanti altri avvisi assai meno sommessi del mio – Papa Francesco sta facendo un’ (ottima) politica a livello mondiale. Una politica, anzi, la sola Politica “strategica” ovvero letteralmente “indispensabile e insostituibile”: quella della pace e della fratellanza fra le persone, i popoli, le nazioni, gli stati.

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Il suo non è un intervento “religioso” né di “fede”. Egli parla al mondo a prescindere. Lo dimostra l’accoglienza che gli riservano le altre religioni e le altre fedi.

downloadDice … vabbè, abbiamo capito che la politica è cosa diversa da religione e fede. Ma quale è la differenza fra religione e fede?. Scialla raga, calma ragazzi! Io non sono un teologo né un filosofo! Mi limito solo a riportare una definizione (altrui) di religione, almeno della mia religione, da parte di una Persona alla quale avevo appena (superficialmente ed erroneamente) affermato che la religione è morale. Costui mi ha corretto. Vedi Riccardo, la religione, la nostra religione “ha” una morale, ma “è” altra cosa; essa è creazione e resurrezione. The rest are details, diceva tale Einstein dopo avere affermato “I want to know god’s thoughs”, voglio conoscere i pensieri di Dio.

Dice .. si, vabbè … ma la Fede? Bè raga, I give in, mi arrendo: se volete scrivetemi che vi presento “quella” Persona. Credo  che vi spiegherà come la Fede sia una continua ricerca. Io mi fermo qui.

 

 

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ORBAN: UN “VIKTOR” CHE HA PERSO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Ottobre, 2016 @ 6:26 am

Detto altrimenti: diamo una lettura onesta al referendum ungherese   (post 2473)

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Ungheria, paese “mocratico”, ovvero “quasi democratico”. Di fatto, per carità, non certo di diritto. Infatti, solo l’esistenza del “quorum” referendario ha salvato la democrazia ed ha impedito che prevalesse la maggioranza di una minoranza. Mi riferisco ovviamente al recente referendum “contro” i 1.800 migranti che l’UE vuole assegnare ad una popolazione di 10.000.000 di Ungheresi.

Sul merito del voto io sono un europeista convinto, nel senso che l’Europa si accetta tutta o si rifiuta tutta: non si può volere la libera circolazione delle merci e dei capitali e negare quella delle persone.

Ma veniamo al metodo referendario. “Quorum” si o no? Questo è il dilemma. Ha votato il 43,23% degli aventi diritto. Per la legge ungherese il referendum è valido se vota almeno il 50% degli elettori. Se non ci fosse stato il “quorum”, il 98% di quel 43,23% che ha votato “contro” gli immigrati (rectius, contro l’UE), ovvero il 42,37% sarebbe prevalso sul 57,63% della popolazione. Se ne deduce che l’allontanamento dalla politica tende a trasformare la democrazia (governo del popolo) in una oligarchia (governo di pochi). Quindi, “quorum” no. Paradossalmente però qui interviene un ragionamento sofista, quello cioè che dimostra una tesi ed anche il suo contrario. Infatti si dice: se vuoi che il tuo pensiero abbia valore, vai a votare. Se non vai,  è’ giusto che tu sia governato da chi si impegna in politica. Quindi, “quorum” si.

Perché poco sopra ho scritto che si trattava di un voto contro l’UE? Perché il numero di immigrati assegnato dall’UE all’Ungheria è così basso rispetto al totale della popolazione, che il referendum risulta essere senza alcuna ombra di dubbio solo una manovra politica, mirata a rafforzare il carisma, la credibilità, l’autorevolezza di un premier autoritario. Della serie “accà nisciuno è fesso”.

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Ma quella bandiera … allora proprio non ti va ….

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Orb …an, che strana (tragica) assonanza di questo cognome con un altro “..an” … entrambi assertori di una legge uguale per tutti … tutti coloro che si trovano in una certa situazione e non in un’altra, quel tutti che in realtà è “una parte” del tutto: tutti quelli che la pensano come me non gli altri. Al riguardo mi chiedo: possibile che oggi non si capisca come di fronte alla globalizzazione (della produzione, dei mercati, ma soprattutto dei problemi) non si imponga la “globalizzazione” dell’Europa?

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Quo usque tandem, fino a quando, insomma, potrà reggere un sistema statale chiuso in se stesso di fronte alla globalizzazione altrui? Per non capire ciò bisogna essere orb …i. Appunto. Forse quell’ uno che voleva un forte mandato popolare, che cercava una legittimazione popolare – vedete, il mio popolo lo vuole, che ci posso fare? – cercherà comunque di leggere come vittoria una sconfitta. Ma noi orbi non siamo. Cara Ungheria, attenta! Se esci dall’UE non ti resta che tornare alle tue danze tzigane …

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P.S.: ad essere onesti ora ci starebbe bene un secondo referendum (dichiaratamente) a favore dell’Europa senza se e senza ma. Sarebbe una bella riprova, non vi pare?

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO: PARITA’ DI GENERE? NON ULTIMI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Ottobre, 2016 @ 1:25 pm

Detto altrimenti: l’Art. 51 della nostra Costituzione …  (post 2472)

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Giulia Robol

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… impone espressamente che donne e uomini abbiano la uguale possibilità di accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive. Oggi di fatto non è così. Come è noto la violazione delle norme costituzionali non è sanzionata direttamente, bensì una legge contraria ad esse (nella lettera e/o nello spirito) può essere impugnata di fronte alla corte Costituzionale per l’ annullamento. Oggi la regola della parità di genere vige in quasi tutto il Paese. Tranne che in Trentino e in Alto Adige.

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Donatella Conzatti

“NON ULTIMI” quindi, un comitato per l’approvazione – da non ultimi in Italia – del disegno di legge provinciale che deve adempiere a questo dovere costituzionale introducendo la doppia preferenza di genere. La maggior parte dei partiti e dei loro rappresentanti nelle istituzioni si è dichiarata favorevole all’approvazione. Tuttavia da parte di qualche componente minoritaria si avanzano migliaia di emendamenti che – nel peggiore dei casi – potrebbero condurre la maggioranza a “mediare pro bono pacis” (o molto più prosaicamente: per non essere costretti a sedute interminabili – che se le facciano! –  ha dichiarato una partecipante alla riunione, -sono pagati per questo! – ), ovvero a partorire una legge truffa (sic, “truffa”:  preferenza tripla con parità di genere al secondo livello, a favorire le “cordate” maschili) la quale ben che la si volesse interpretare sarebbe una soluzione solo formale ma assolutamente non sostanziale.

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Ecco quindi la conferenza stampa di oggi, una delle tante prese di posizione e di chiarimento. Al tavolo, Donatella Conzatti, Giulia Robol e Laura Strada. In sala molte donne, qualche uomo, molti giornalisti. La spiegazione della “truffa tecnica” che potrebbe essere escogitata a danno del genere femminile è stata data da Margherita Cogo. Donatella Conzatti ha insistito sul riferimento all’art. 51 della nostra Costituzione. Altri interventi hanno sottolineato come il riconoscimento del “diritto ad avere diritti” debba avere la precedenza assoluta su altri provvedimenti.

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download-3Roberto Sani ha posto una domanda, una sola, quella che esaurisce ogni altra richiesta/spiegazione/motivazione: “Perché no?”

Personalmente mi sono permesso di suggerire sin d’ora l’approfondimento delle modalità del ricorso per incostituzionalità in caso di mancata approvazione della legge, e di suggerire sin d’ora ai Consiglieri provinciali di non (azzardarsi a) fare ricorso al voto segreto.

Questa legge: un segnale (anche se tardivo) di alta civiltà.

 

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DINAMICA DEI FLUSSI (DELLA DEMOCRAZIA)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Ottobre, 2016 @ 7:05 am

 

Detto altrimenti: le Circoscrizioni cittadine a Trento        (post 2471)

Anteprima

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Superare le opinioni comuni é come risalire, da soli, il vento …

Lo so, raga, che gli ultimi post parlano principalmente di bicicletta … lo so, macchevvolete … è il suo turno. Dice … ma la vela? L’hai tradita? Be’ … un po’ si, dopo 25 anni di regate nell’Altogarda ho voluto riprendere un vecchio amore anzi due: i pedali! Ma la mia barca, un FUN da regata di 7 metri … (si chiama Whisper) ogni tanto la faccio volare nei flussi del vento! Ecco, i flussi. Per fare vela – e farla bene – bisogna conoscere la dinamica dei flussi: la portanza (forza di adesione), la forza aerodinamica, quella idrodinamica, il parallelogramma delle forze, il tubo di Venturi il rapporto fra velocità del flusso e sua pressione interna, etc.. E parlando di flussi mi sono detto: facciamo qualche ragionamento su un’altra dinamica, quella dei flussi della democrazia.

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Fine dell’anteprima. Ora possiamo cominciare.

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Non così …

Normalmente si dice: la base della popolazione, la politica, l’alta politica, il governo. E invece no. Io voglio sottoporvi un capovolgiamo della piramide. E lasciatemi prendere le mosse dalle SpA, visto che sono state il mio mondo (del lavoro) per 40 anni. In alto ci sta l’Assemblea degli Azionisti. Essa nomina su un gradino inferiore il Consiglio di Amministrazione, il quale a sua volta nomina su un ulteriore gradino inferiore amministratore delegato e direttore generale. Chiarito ciò passiamo al “flusso della democrazia” come lo vedo io: in alto ci stanno gli elettori i quali eleggono i politici i quali esprimono il governo. Non viceversa. Quindi governanti “del popolo” in senso oggettivo, ovvero nominati dal popolo, e non in senso soggettivo, quasi “padroni” del popolo.

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… bensì così: tutto in funzione del Cittadino, “cliente” del Sistema

In questo senso vanno lette le circoscrizioni cittadine della città di Trento. Esse sono il più alto livello della politica, ovvero l’espressione diretta, primaria, genuina dei “polloi”, dei molti, della popolazione. In esse sono rappresentate tutte le forze politiche, ogni forza politica è presente con alcuni membri, ogni membro può avere alcune idee. Ed ecco il problema: fare sintesi. Infatti tutti questi “pluralismi” se rappresentati con la simbologia della matematica, sortirebbero un elevatissimo numero di possibili soluzioni alternative, pari a ad un “n su k fattoriale” ovvero posto che le circoscrizioni sono 12, i partiti 6, i componenti di ciascun partito 8, le idee di ciascun componente 5, (tranne il primo, gli altri numeri li ho scritti a caso), le soluzioni da proporre alla città sarebbero 12 x 6 x 8 x 5 = 2.880!

Ed allora capirete come è vero che il meglio è veramente nemico del bene! Ed allora, come fare? Ecco, proviamo a far semplicemente “bene”. Per il “meglio” ci attrezzeremo dopo.

Fare bene. Prendiamo un paio di temi di portata inter-circoscrizionale, elaboriamoli fino ad un certo stadio (abbastanza avanzato), approviamoli all’interno di una circoscrizione, troviamo una circoscrizione alleata che insieme alla nostra proponga quei due temi al proprio Presidente circoscrizionale, indi facciamo in modo che siano discussi e approvati dalla Assemblea plenaria delle Circoscrizioni. Infine, proponiamo il tutto al Comune.

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Dice … ma perché non limiti la tua azione a problemi mono-circoscrizionali? Mi chiedo: ma esistono, questi temi, in una città così “piccola” come Trento? Piccola, sì, nessuno si offenda, anche perché io uso questo termine in senso positivo e di apprezzamento, ovvero “a misura d’uomo”, “perfettamente vivibile”? Provo a fare qualche esempio: la sicurezza, sicuramente è un problema preminente (ma non esclusivo!) del centro Storico. La pulizia? Di tutta la città. La mobilità? Idem. Etc. Ed allora utilizziamo le Circoscrizioni non solo, non tanto, non soprattutto, non esclusivamente per ciascun problema singolarmente preminente, bensì quali catalizzatrici di interventi a livello della città, la quale poi, rappresentando un “unicum” nel contesto provinciale (oltre un quarto della popolazione totale) può mettere in moto un meccanismo provinciale e quindi regionale.

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imagesUn esempio pratico? Prendiamo la mobilità cittadina, quella alternativa, quella sostenibile. In Trento (Già, anche perché questo blog si chiama “Trentoblog”). Leggete, qualche post fa, il resoconto del Radtag di Bolzano, la giornata delle biciclette. Vedete quale rete di ciclabili urbane abbia quella città. Ed allora … allora applichiamo la metodologia sopra descritta a questo obiettivo: copiare Bolzano. Da qui, si trasforma Trento nella capitale di un Trentino Bikeland (mancano solo i raccordi ciclabili fra la città e le valli Valsugana e dei  Laghi). Gestendo il tutto di concerto con la Provincia Autonoma di Bolzano.

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Da sempre Fiab è l’Associazione “professionista” nel settore della mobilità urbana sostenibile, e da anni sta lavorando sull’argomento!

Dice … ma una parte della politica vuole ridisegnare se non abolire le Circoscrizioni. Amiche lettrici ed amici lettori: io, per il poco che potrà valere la mia posizione, mi batterò contro il tentativo di uccidere sul nascere la fonte della democrazia, ovvero l’espressione popolare diretta. Mi batterò contro il “potere” di pochi che vuole soffocare il “volere” di molti.

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RANZO – MOLVENO – TERLAGO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Settembre, 2016 @ 5:33 am

Detto altrimenti: in bicicletta     (post 2470)

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L’amico Fausto, ottima e paziente guida locale!

Da anni, risalendo in auto verso nord la Valle dei Laghi da Riva del Garda a Trento, notavo lontana, di fronte a me, quella strada: un taglio quasi orizzontale nel fianco della montagna, verso la Paganella. Da anni mi stavo dicendo: vai a vedere che strada è, dove porta … magari ci vai in bicicletta. Da anni …. Tanto è lì, mica scappa quella strada. Sapete come succede: quando una cosa ce l’hai a portata di mano, da un giorno all’altro rimandi e gli anni passano. Ma questa volta no. Grazie all’amico Fausto, collega Fiabbino (FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta). Mi è capitato di parlargliene. Ti ci porto io, Riccardo … dai, andiamo domani (l’invito,  due giorni fa. La pedalata, ieri. N.d.r.).

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Giù in basso, il Maso Limarò. Notate l’ardita pista ciclabile nel fianco della montagna

Da Trento (ore 08,00) in auto fino a Terlago e quindi a  Covelo, Ciago, Lon,  Ranzo. E già qui ne sarebbe valsa la pena. La strada. Scolpita nel fianco della montagna, stretta, a strapiombo. Sei sulla verticale dei tuoi percorsi usuali: il Lago di S. Massenza e soprattutto il Lago Toblino con il suo castello, tanto per citare il più famoso. A Ranzo, sono le 09,00, iniziamo a pedalare in salita, muscoli freddi. Dapprima su asfalto, poi su sterrato: e qui la verticale è sul Maso Limarò: uno spettacolo! Infine nel bosco. La strada diventa sentiero, il fondo ghiaioso e sassoso. Ripidi saliscendi si alternano a tratti pianeggianti. La mia bici è una mountain bike a pedalata assistita (per fortuna!): tuttavia monta pneumatici non scolpiti, quelli “da città” che mi creano qualche problemino. Ma tant’è sono in ballo e devo ballare. Fausto no, non è “assistito elettricamente” ma lui non ne ha bisogno: è’ molto più “forte” di me, più allenato ma non mi fa pesare questa differenza, è un vero signore, discreto e comprensivo con una persona anziana (infatti io ho ben un anno più di lui!). Con una ripida picchiata asfaltata di 800 metri, ci innestiamo sulla strada provinciale che sale da Sarche al Lago di Molveno e ci immettiamo a sinistra sul sentiero che costeggia, sovrastandola, la sponda destra orografica (occidentale) del lago.

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Alt! Grida Fausto: una brisa, un grosso porcino proprio sai bordi del sentiero! Peccato che la cappella risulti mangiata dai vermi. Il gambo è perfetto, ma in ogni caso non avremmo saputo come portarcelo a casa. Comunque una emozione in più.

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Lui c’era, ma non lo abbiamo incontrato!

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Ulteriori saliscendi. Il fondo è un po’ peggiorato. Alle 10,15 dopo 16 km dalla partenza, siamo comodamente seduti in un bar di Molveno. Fetta di strudel e cappuccino, si riparte sulla provinciale, sponda sinistra fino a riprendere il sentiero dell’andata.

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Nachause!

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Arrivato a Ranzo, Fausto mi fa un bellissimo regalo: tu scendi pure in bici, ci vediamo a Terlago. Grazie Fausto. E qui comincia un’altra gita! Lo spettacolo “dalla bici” è molto più ricco e affascinante che quello “dall’auto”. Bivio per Margone, in salita. Che faccio? Vado a vedere. Altre 3+3 km fuori programma. Saprò poi che nel  frattempo Fausto avrà superato il bivio, stupendosi di non riuscire a raggiungermi. Ogni tanto mi fermo per qualche foto, anche se la visibilità delle valli sottostanti non è al massimo stante la calura: a fine settembre l’anticiclone delle Azzorre sta facendo gli straordinari: tornerò con i pneumatici giusti e in una giornata più fredda e quindi limpida per qualche scatto migliore, tenendo presente che siamo in “zona orso”: infatti molti sono gli avvistamenti del plantigrado in questi boschi. Anche recenti. E avvicinandosi l’inverno l’orso si avvicina alle case ed ai percorsi “umani”.

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Arrivo a Terlago, raggiungo Fausto. 45 km in totale. Alle 12,30 a casa a Trento. Grazie Fausto, mi hai fatto scoprire e gustare un altro “pezzo” di questa meravigliosa TTB-Terra Trentina in Bicicletta!

P.S.: se esiste un Paradiso – ed esiste – credo che sia pieno di piste ciclabili!

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Protetto: DEMO-CRAZIA (post in allestimento)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Settembre, 2016 @ 2:38 pm

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