ASSOLTO A SUA INSAPUTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Febbraio, 2014 @ 6:31 am

Detto altrimenti: se non lo sapeva… che colpa ne ha? (post 1366)

Gli è andata bene. Già, perchè solo ora, dopo che lui è stato assolto, gli archeologi hanno decifrato l’ultimo enigma del Codice Hammurabi … sapete, di quel Codice di leggi di 2200 anni prima di Cristo … è scolpito su di una roccia … in quel punto la superfice si era corrosa, i geroglifici erano quasi illegibili … ma alla fine, dopo avere bevuto un paio di amari Montenegro, i nostri eroi … è stato difficile ma ce l’hanno fatta! Hanno decifrato anche questa legge! Eccone il testo:

“Qualsiasi Ministro che riceva a sua insaputa regali dell’ordine di milioni di euro è punito con una multa di pari importo, maggiorata del 30%, oltre a interessi e rivalutazione monetaria. Come pena accessoria avrà l’interdizione perpetua dai pubblici uffici”.

Pensate un po’ … se questo testo fosse stato decifrato prima … hai visto mai che a qualcuno fosse venuto in mente di individuare una nuova figura di reato, il “reato a propria insaputa”!? Quando si dice la fortuna … Già, perchè oggi, che un Ministro riceva un regalo da un milione di euro è lecito. Se invece un dipendente del suo Ministero ne riceve uno di 300 euro, lo deve dichiarare, riversare, etc.. E allora, coerenza, raga! Delle due l’una: o liberializziamo le donazioni per tutti o le regoliamo  tutti. Tertium non datur.

Castigat ridendo mores …

Magari … ! Ma qui non sono in Paganella ma a Solda (BZ), e la nebbia non c’era! La foto? E’ “augurale!”

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P.S.: anche ‘sta mattina sono salito in Paganella: nebbione, poi, ogni tanto, si apriva … due discese sulla “nera”:  bellissime, la neve “teneva” e la pista era deserta! Ma alla fine, dopo due ore, la nebbia si è infittita e noi, l’amico Claudio ed io, ci siamo arresi ed alle 13,00 ero a casa. Viva Trento, Viva il Trentino …

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DECRETO SVUOTA CARCERI OK … ma quello “riempi domiciliari” … cioè il decreto del Giudice di Sorveglianza per Silvio?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Febbraio, 2014 @ 6:05 am

Detto altrimenti: ma … ve lo ricordate il film con Alberto Sordi “Detenuto in attesa di giudizio”? (post 1365).

Fatti seriali … serie di fatti. Interveniamo su quelli …

Cosa fanno gli Italiani? Vanno in automobile. E allora, come incassare maggiori imposte? Aumentiamo la benzina!

Cosa fanno gli Italiani? Vanno allo stadio, guardano la TV. E allora, come fare per diseducarli? Ammaliamoli con i club, le veline, il falso mito della “ricchezza comunque”; milioni di euro ai calciatori; donne a gogò; “beato lui che ci è riuscito”; macchinette mangia soldi; gratta e vinci; etc..

Cosa fanno gli Italiani? Possono delinquere? Ed allora terrorizziamoli con le “attese di giudizio”. Al gabbio, al gabbio!

Decreto svuota carceri? No, decreto pene alternative! Pene che possano quanto meno non precludere l’azione di recupero del condannato. Il carcere, il nostro carcere, oggi è – al contrario - una vera e propria Scuola Superiore di Perfezionamento Professionale. Di quale “professione”? Dell’ “arte” del delinquere. O del suicidio.

Italia delle emergenze. Italia della solidarietà. Italia che sa fare di necessità virtù. Anche in questo caso: “sa” fare, “deve” fare, “fa” di necessità virtù. Era ora! Almeno questa “virtù”, lasciatecela!

Applicazione della pena. Un caso “particolare”. Un personaggio molto noto è stato condannato con sentenza passata in giudicato, da mesi. Il Cancelliere trasmette la sentenza al Giudice di Sorveglianza. Costui emette un decreto e fissa una udienza con il PM, il condannato, il difensore del condannato. Indi si stabilisce: ai servizi sociali o ai domiciliari. Mesi? O il cancelliere ha tardato o si è dimenticato: O il Giudice di sorveglianza ha troppo lavoro e deve prima smaltire l’arretrato … o cos’altro? La mia non è cattiveria, volontà di infierire … ma solo curiosità, desiderio si sapere cosa sta succedendo, anche perchè quel signore mi ha derubato, ha deerubato me, il mio Stato, il mio sistema fiscale … il quale ora si rivale. innanzi tutto su di me che pago le tasse, e me le aumenta per farmi pagare anche quelle che lui non ha pagato. Ecco, vedete che si tratta di un Problema Antropologico? Lo Stato sono io, il derubato sono io! Io sono il “sostituto d’imposta”, nel senso che pago le imposte al suo posto, in sostituzione di quelle che avrebbe dovuto pagare lui …

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LAICITA’ DI PAPA FRANCESCO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Febbraio, 2014 @ 7:11 am

Detto altrimenti: no, non Papa laico! Papa “anche” laico … (post 1364)

(… ‘sta mattina vado a sciare … al ritorno scrivo questo post …)

Ecco, sono andato a fare una sciata in Paganella. Neve, tanta. Rischio valanghe, livello 4 (max 5).. Temperatura, un po’ alta (zero gradi a mille metri alle 08,30). Il che significa che si scia bene sino a mezzogiorno … poi le piste si “cunèttano”. Ma presto, dopo un paio di giorni di gatti delle nevi, il fondo si consoliderà e le piste si manterranno bene anche dopo. Vi “posto” alcune di foto…

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Ma veniamo a noi. Il comunismo ha mostrato i suoi limiti. Il liberismo-capitalismo sfrenato, anche. Il mondo si ribella. Molti sono i focolai. Molte le guerre. Molti gli esodi, le migrazioni. Molte le malattie, molta la fame. Molti i fallimenti si interi sistemi economici. Dovremmo capire una buona volta che l’attuale “modello di sviluppo del mondo” non regge più. Né sotto il profilo sociale, né sotto quello delle risorse disponibili, né sotto quello del consumo dell’ambiente e delle risorse naturali.

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Ecco che i principi morali, di convivenza sociale, di solidarietà, di “misura”, cioè di “limite” contenuti negli ammonimenti di Papa Francesco hanno (anche) un valore laico, nel senso che sono le regole strategiche (strategiche, cioè letteralmente “indispensabili e non sostituibili”) per il governo politico, economico e sociale del mondo. Un Papa, “il” Papa  ci indica le linee (ormai laiche!) di governo del mondo, valide per tutto e per tutti, credenti e non credenti.

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E se i “potenti” del mondo non vogliono adottarle in quanto sono insensibili al richiamo della morale, lo facciano se non altro per utilitarismo, se non altro in quanto si tratta delle uniche regole che possono far vivere meglio il genere umano senza scatenare ulteriormente guerre, disuguaglianze sociali, sopraffazioni, creando cioè quel substrato di sviluppo civile, sociale ed economico sul quale le stesse attuali “forze predominanti e dominanti” possono continuare ad esistere e a prosperare.

“Siete avvisati …”

Dice … ma tu parli di “grandi sistemi”, di “forze mondiali” … non ti pare di “volare troppo alto”? No amica o amico a secondo del caso … non sono io a volare “troppo alto”, bensì tutti noi a “ragionare spesso troppo in basso”, cioè a non fare le dovute connessioni fra le cause e gli effetti di grandi e/o piccole decisioni rispetto alle piccole e/o grandi conseguenze. Provate … proviamo  a ragionare … cosa muove il mondo oggi? Cosa sta dietro le grandi decisioni politiche mondiali? Dove stano portando le crescenti tensioni sociali? Mi fermo qui, con l’impostazione del problema. Ognuno, a cominciare dal sottoscritto, cerchi di dare e di darsi una risposta.

 

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CORTE DEI CONTI/S&P – UE/CORRUZIONE ITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Febbraio, 2014 @ 8:59 am

Detto altrimenti: “Chi ha un ferro l’affili?” Nooo, chi ha il cervello lo usi! Italiani, all’armi? Nooo! Alla riflessione! (post 1363)

Finalmente l’Italia s’è desta, almeno per questo aspetto. La Corte dei Conti cita l’Agenzia di rating americana S&P per i declassamenti dell’Italia, i quali ci hanno provocato danni per centinaia di miliardi di euro.

Ma siccome nulla si crea e nulla si distrugge, se uno ci perde, un altro ci guadagna. Ora …  queste Agenzie di rating, che poi fra l’altro sono possedute dalle banche USA, sono quelle che classificano con i loro rating le stesse banche … chi mi dice che prima del declassamento non pre avvertano qualcuno, il quale, prima di un declassamento, venda i titoli che a seguito del declassamento perdono valore, per poi riacquistarli a prezzo inferiore?

Il mi’ babbo, toscanaccio doc, diceva: “Un mi venite a dire che Cristo gli è morto di sonno …” cioè: non venite a raccontarmi storie …

l’UE contesta il nostro elevato livello di corruzione. Giusto. Ma l’UE non dovrebbe dimenticare un altro ben maggiore tipo di “corruzione”, quella legalizzata! Dice Paolo Mieli: “Mi preoccupano i soldi rubati, ma ancor di più mi preoccupano quelli accaparrati in ossequio alle leggi!”. Condivido in pieno.

La conclusione? Dobbiamo noi dare autorità all’Europa, e cioè creare gli Stati Uniti di Europa) e la ERA-European Rating Agency, per classare le agenzie USA!  Dopo di che gli Stati uniti di Europa potranno darsi autorevolezza (nei confronti dell’India per quanto riguarda i nostri fucilieri; nei confronti USA per le agenzie di rating; l’imposizione degli scassatissimi e costosissimi cacciabombardieri F 35; etc.).

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INCONTRI – 22) GIOVANNI STRAFFELINI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Febbraio, 2014 @ 7:06 am

Detto altrimenti: intervista a Giovanni Straffelini, il quale mi anticipa la presentazione del suo ultimo libro: “Manifesto per scettici (ma non troppo) in cerca di Dio” Ed. Lindau, Torino (post 1362)

Straffelini Ing. Giovanni, nato a Rovereto, cresciuto a Riva del Garda, e “ivi” residente a Trento via …  (battuta copiata dal libro “la donna della domenica” di Fruttero e Lucentini). Giovanni, professore universitario, esperto nei materiali, già autore de “L’anima e i confini dell’umano”. Fa parte del Gruppo Universitario “Cattedra del Confronto”, gestita dalla Diocesi di Trento.

Intervistare Giovanni. Compito non facile per me. Mi consolo pensando che questa è solo un’anteprima, in quanto la presentazione, o almeno una delle presentazioni ufficiali, avverrà, ovviamente con la presenza dell’autore, il 24 febbraio 2014 ad ore 17,00 presso il Bar Letterario “Controvento” di Via Galilei a Trento, all’interno dei pomeriggi organizzati e gestiti dalla blogger Mirna Moretti, riunione nel corso della quale sarà possibile dialogare direttamente con l’Autore.

Dice … ma allora tu .. che fai con questo post? Be’ … io volevo intervistare la “persona “ più che lo scrittore o l’ingegnere, ma dalla persona ho saputo poco, oltre al fatto che è papà della bellissima e dolcissima Beatrice, tre anni e mezzo! Poi Giovanni inizia a parlare e la mia non è tanto un’intervista, quanto una registrazione della sua esposizione, con qualche mio inserimento qua e là.

Giovanni, come iniziamo?

Nel libro precedente ci si era chiesto chi comanda in “casa nostra”, cioè nel nostro “io”. Forse “noi stessi”? Sembrerebbe ovvio. E invece no, dice la scienza, a comandare sono i nostri neuroni, il nostro cervello, non noi. Basta un colpo in testa, una ferita, e tutto va in tilt. Il quadro dell’umano che danno le neuroscienze è deludente e sconfortante. Infatti per la scienza l’uomo è solo un animale molto più perfetto degli altri suoi “colleghi” esseri viventi. Ma se noi non ci feriamo, chi ha reso il nostro “io” capace di ricevere ed elaborare gli impulsi dei neuroni? La scienza afferma che il nostro agire dipende dalle reazione chimico-fisiche dei nostri neuroni. Al di là, non esisterebbe nulla.

E tu, che sei uno scienziato, sei d’accordo?

No, non ci sto. Noi non siamo solo i nostri neuroni, non “ci siamo fatti da soli” se non altro perché nemmeno oggi siamo in grado di “costruire” nemmeno una sola cellula sintetica. Noi siamo qualcosa di più. Io sto cercando di capire cosa sia questo “cosa di più”, rimanendo entro i confini della scienza, o almeno, senza mettermi “contro” i suoi risultati.

Scusa, Giovanni, se ho ben capito: stai cercando di indagare sul come nascano, ad esempio, i nostri sentimenti?

Si, Riccardo, io non ho la pretesa di dimostrare l’esistenza di Dio. Ci mancherebbe altro! Solo, parto dalla constatazione del limite della scienza, dall’esaminare fino a che punto la scienza sia arrivata, quali altri traguardi si stia proponendo e quali altre mete possa anche solo immaginare di conquistare. Bene. Ma Prima? Ma dopo? Ma oltre? Esiste sempre un prima, un dopo e un oltre … oltre … oltre ai tre big bang, quello dal quale si è formato l’Universo; quello dal quale si è formato il nostro pianetino; quello dal quale si è formato l’uomo. Big bang assolutamente misteriosi per la scienza, a tal punto che l’uomo con le proprie forze non riuscirà mai a darne una spiegazione scientifica, perché ciò è “al di là del limite della conoscibilità”.

Ma allora è dimostrata l’esistenza di un progettista esterno?

No, ciò non rappresenta necessariamente la presenza di un progettista esterno, ma l’esistenza di un rimando, di una indicazione a qualcosa che è “oltre”.

Ma questo oltre potrebbe essere anche solo un “oltre scientifico” …

Sai, Riccardo, Dio non è una entità “dimostrabile”. Quello che si può cercare di dimostrare è la possibilità della sua esistenza, come tesi ragionevole, assennata. Già questo sarebbe molto nella società attuale, nella quale la gente corre spinta da altri pensieri, altre preoccupazioni, sfugge alle domande, non se le pone. Chi cerca di affrontare il tema della trascendenza è visto un po’ come un credulone, un non-moderno. Oggi il credente esiste, ma spesso sta per conto suo, sotto una campana di vetro, non si espone più di tanto, non si spende più di tanto. Questo perchè il paradigma del momento è che la fede sia un’altra cosa rispetto al “reale”, al “concreto”. Noi credenti – io lo sono – si sarebbe dei semplici di spirito, professori non tosti, seri, concreti, di quelli che non si lasciano andare a perder tempo in queste cosette …

Quindi l’obiettivo non è che ognuno creda in Dio, ma che si metta alla ricerca di Dio …

Esatto, Riccardo!

Sai … Ich bin  schon Katholisch, io sono già “convertito” all’Idea, nel senso che penso: come facciamo a escludere ciò che la ragione o la conoscenza non raggiunge? Per me possono esistere altri mondi, altre regole fisiche e morali… create da chi, mi domando .. e la risposta è solo Una …anzi … Uno!

Io qui sono un po’ più ortodosso, penso che queste regole fisiche e non fisiche siano costanti, cioè uguali anche in altri sistemi  …

Giovanni, scusa, ma io credo nell’oltre, in un oltre libero, possibile, il quale  “finisce” solo nell’infinito, e cioè in Dio. Cioè non finisce.

Si, ma uno potrebbe dirti che la tua è un’ipotesi non necessaria, rispetto alle regole della fisica che noi abbiamo scoperto e possiamo ben immaginare che le stesse leggi valgano anche altrove, negli “universi paralleli” …

Giovanni, per me se ne esce solo attraverso la fede (= fiducia), l’intuizione, la speranza, l’immaginazione di un quid, la Fede … in quello che si vuole, ma mai attraverso l’affermazione del “nulla”. E quindi mi reputo soddisfatto, per me Dio esiste. Magari ha un altro nome, ma esiste. Magari non è esattamente come viene rappresentato. Magari resta da vedere se sia infinitamente buono o infinitamente giusto … ma esiste. In ogni caso farei come i gesuiti che ad una domanda rispondono con un’altra domanda, e alla domanda “Come fai ad affermare che Dio esiste?” io risponderei: “E come fai tu a dire che non esiste?”

Riccardo, a guardare i tre big bang c’è una indicazione verso un quid trascendente, per analogia … c’è un rinvio ad un essere esterno più capace di noi, vi sono tante indicazioni concomitanti che ci svelano una sorta di “complotto creativo” …

Un complotto che si manifesta … come?

Attraverso la sintonia dei sistemi. Mi spiego. Se osservo l’universo constato quanto segue:
l’universo ha avuto un inizio;
l’universo è fatto di materia strutturata
l’universo è strutturato (ha leggi sue, un ordine suo);
la maggior parte delle sue leggi sono da noi comprensibili;
l’universo è fatto di “informazione” che viene emessa e che viene ricevuta.

Ora, uno può ben affermare che la materia esiste da sempre e/o di per sé, ma l’informazione? L’intrigante è che noi riusciamo a capire quasi tutte le leggi (tranne – ad esempio – la dinamica quantistica). Il che vuol dire che siamo sulla stessa lunghezza d’onda di Chi lancia l’informazione, che abbiamo lo stesso codice interpretativo di Chi l’ha lanciata questa informazione. Ora, se esiste Dio, be’ … noi siamo sulla sua stessa “lunghezza d’onda” e interagiamo con lui. E viceversa. se interagiamo significa che esiste. O almeno, che può esistere Qualcosa, Qualcuno … all’altro capo del filo … Se non altro non possiamo affermare che non esiste.

E che mi dici della nascita della vita?

Anche qui … un evento del quale non si sa nulla! L’uomo non riesce a creare una vita. Le cellule sintetiche non esistono. La vita è nata dalla biogenesi, ma non si sa come e perchè. Ognuno di noi è fatto di materia, di acqua prevalentemente, ma soprattutto anche di un patrimonio informativo che conferisce forma alla materia, che attribuisce funzionalità fisica e intellettuale alla materia …

Scusa, Giovanni, io la fede ce l’ho anche se qualche problema ce l’ho tipo sul “peccato originale” … Ciò premesso, lasciami fare un’osservazione banale. Io so che il cervello umano è e sarà sempre assai più potente di qualsiasi computer fabbricato dall’uomo. Ora ecco che deve esistere una “mente” superiore. Se fossimo noi ad “esserci fatti”, perché non riusciamo nemmeno a “copiarci”?

Hai ragione, Riccardo, il cervello è talmente complesso … a cominciare dalla  capacità della memoria. Ma occorre aggiungere quello che succede alle sinapsi, cioè ai collegamento fra i neuroni: si tratta di fenomeni quantistici, sub atomici … flussi elettrochimici che coinvolgono anche componenti quantistiche che introducono una indeterminazione non comprensibile da noi. Si tratta della “porta stretta” attraverso la quale Dio colloquia con noi, pur di fronte alla nostra incapacità fisica di riprodurre tutto ciò.

Mi ricordi la teoria quantistica?

Si tratta della teoria che studia il comportamento delle particelle sub atomiche tipo elettroni protoni elettroni .. che non si possono “vedere” … queste particelle sono i mattoncini base della materia e non seguono le leggi della meccanica che noi conosciamo …ma seguono leggi proprie, bizzarre, strane, di cui noi non riusciamo a capacitarci … qui vale il principio di indeterminazione: o ne conosciamo la posizione o la velocità, mai i due dati insieme no. I loro moti non sono causali, ma probabilistici. Da qui discende la teoria di infiniti mondi possibili e paralleli, nati dalle infinite possibili “iniziative” della materia sub atomica.

Giovanni, come e perché è avvenuto e avviene tutto ciò? Dove risiede la “programmazione strategica” del sistema?

Alcuni credono in Dio, altri in un Dio. Altri no. Altri credono ma non si spendono, per “pudore”, perchè è molto meglio essere “concreti, scienziati, restare sule cose pratiche”. Altri sono alla ricerca di un Dio o di Dio. Che poi è la situazione migliore.

E la situazione peggiore qual è? Mi rispondo da solo: non ricercare nemmeno la Sua esistenza. Come il disoccupato così sfiduciato che ha smesso anche di cercarlo, un posto di lavoro. Grazie Giovanni e … fammi una dedica, sul tuo libro!

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LA DEMOCRAZIA COME VIOLENZA – CON MARIA LIA GUARDINI ALLA BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Febbraio, 2014 @ 3:42 pm

Detto altrimenti: Gruppo di lettura. Dall’antica Grecia, un anonimo studiato da Luciano Canfora … Ovvero: “La democrazia come violenza” di anonimo ateniese, a cura di Luciano Canfora, Sellerio Ed., 1982. (post 1361)

Canfora, una delle mie “passioni”. Ho letto il suo “Il mondo di Atene” e adesso, grazie alla Prof. Maria Lia Guardini, l’ho riletto nella riesposizione in forma di dialogo della traduzione dei frammenti originali dell’anonimo.

Mi permetterò di sintetizzare ed eventualmente omettere qualche piccola parte (ad esempio, quella relativa agli schiavi) a vantaggio di un “raffronto o semplice pensiero in linea con la situazione odierna” attraverso le parti in nero grassetto) parallelo alla maniera di Plutarco con altre situazioni storiche e/o della nostra democrazia. Chi ne esce male è la “Historia” e soprattutto chi ha detto che “Historia magistra vitae”, perché pare che proprio non si impari mai nulla dalla Storia.

Ora, il nostro anonimo dice di non approvare la democrazia di Atene, ma spiega come gli Ateniesi siano capaci di mantenerla e imporla.

Inizia

E’ giusto che i poveri contino più dei ricchi, perché sono oloro che fanno andare le navi (commerci, guerre). Pertanto le magistrature elettive e a sorte devono essere aperte a tutti.

Il popolo non vuole le magistrature dove sia necessaria la competenza e dove ci sia da rischiare (esercito, flotta). La persona ignorante vuole quelle che garantiscono rendite sine cura.

Demos, il popolo. Oklos, la feccia, la gentaglia. L’anonimo distingue.

Se comanda gente popolana e ignorante, il popolo non le è nemico. Al contrario se al comando vi sono persone erudite, ricche e nobili, il popolo è contro di loro. Quindi, le persone migliori sono quelle che la democrazia giudica i prpri peggiori nemici.

Nelle assemblee si deve lasciar parlare (magari in rete! N.d.r.)  anche l’oklos (la gentaglia), per perseguire l’utile anche di quella categoria. In caso contrario le decisioni assunte sarebbero solo quella favore della categoria della gente per bene.

Il miglior modo per difendere la democrazia è il dilagare della stupidità, della ribalderia, della compiacente benevolenza. Il popolo non vuole essere schiavo di una città ben governata, ma vuole essere “libero” in una città mal governata (Il popolo della libertà!)

La giustizia … si … pensate che nella Repubblica Ateniese la durata di u processo può essere enorme, anche sino ad un anno (a meno di non pagare bustarelle)! Quale vera repubblica sarà mai quella in cui la certezza del diritto tarda sino ad un anno? E poi, i processi .. dove? tutti ad Atene, tutti qui, anche i più lontani “alleati”. che viaggino, che spendano, che soggiornino etc. Noi Ateniesi ci arricchiremo anche a loro spese.

Chi ha il dominio del mare, prevale su tutti. In pace e in guerra. Chi naviga conosce il mondo le lingue, gli usi e i costumi degli altri popoli, Atene è forte, ma se fosse un’isola lo sarebbe ancora di più.

Se a comandare è un oligarca (figura diversa dal tiranno, n.d.r.), egli è responsabilizzato nel bene e nel male. Se al comando vi è una democrazia, i responsabili troveranno mille modi per scaricare la propria responsabilità su altri.

Governa meglio un ignorante animato da buoni propositi che una persona capace animata da cattivi propositi. La virtù nella gente per bene è nata per nuocere al popolo, non per giovargli.

Non si possono migliorare di molto le regole della democrazia, senza correre il rischi di metterla in pericolo. Sono possibili solo piccoli interventi.

Nelle alleanze internazionali Atene si allea con il peggiori (Libia, Kazakistan …). Se facesse il contrario, avrebbe alleati diversi dalla sua natura interna.

La democrazia in Atene non è messa a rischio da chi subisce angherie e viene condannato ingiustamente, perché chi governa e condanna è a sua volta ingiusto.

Finisce

Sostiene Canfora:

Chi scrive così doveva essere un esule, lontano da Atene …  “Democrazia” nasce come parola di rottura, esprime la prevalenza di una parte sull’altra.

Sostiene Platone:

La democrazia nasce da un atto di violenza. Quando vincono i poveri uccidono o scacciano i ricchi

Sostiene Aristotele:

“Democrazia demagogica” nella quale sono padroni in molti non in quanto somma di singoli, ma nel loro insieme, diversa dalla democrazia buona (politeia) che opera secondo uguaglianza perché in essa i poveri non opprimono i ricchi. in essa si realizza il massimo della libertà”.

Sostiene Alessio di Tocqueville, studioso della democrazia americana (e teorico dell’oppressione imperialista francese in Algeria, n.d.r.): “Ogni secolo dà origine quasi sempre ad un pensiero originale o ad una passione principale” (Nel caso nostro, oggi, libertà assoluta o uguaglianza assoluta? N.d.r.)

Sostiene Euripide:

Ne “Le supplici”, Euripide ad un certo punto fa affermare:

“Meglio che governi un sovrano, non la massa (oklos). In questo caso non c’è nessuno che gonfia i discorsi e li rigiri a proprio profitto. Un personaggio simile è gradito, ma procura danni. sfugge alla giustizia, maschera i suoi precedenti errori scagliando false accuse”.

Al che il “repubblicano replica. “Il peggior male per una città è il tiranno, quello che fa leggi ad personam, quello che sopprime i migliori, le teste pensanti, che frena sul nascere le prospettive dei giovani, che blocca il loro futuro. Quale futuro ha un campo se si mietono le spighe che stanno spuntando?”

Sostengo io:

Libertà assoluta o uguaglianza assoluta? Forse … in medio stat virtus e anche est modus in rebus, e cioè l’obiettivo dovrebbe essere il “Bene Comune” e cioè che ognuno fosse libero di perseguire il proprio Bene Comune purchè non impedisca agli altri di perseguire il loro. In altre parole. è lecito che io desideri arricchirmi, se nel far ciò non provoco guerre, non impoverisco o schiavizzo chi desidera una vita semplice, priva di guerre e di arroganti, inutili e danose competitività (n.d.r.).

Riflettiamo, gente, riflettiamo! Vi pongo una domanda. per finire: come sarà valutata fra 2.000 anni la nostra attuale democrazia?

Cosa … che dite? Vi state chiedendo se io sia contro la democrazia? No, amici, al contrario! Io penso che la democrazia – se malata – vada curata, non lasciata morire!

Commenti

Mi corregge Marcello Farina: “La tua sarebbe una posizione liberale. Il Bene Comune è invece quello costruito sin dall’inizio con l’apporto di tutti”. Io: grazie Marcello, accetto la correzione.

Mi scrive Antonio di Padova: “La democrazia non è una parola ma un sistema di regole elaborate da tutti (in tal senso è un bene Comune, v. sopra, n.d.r.) e approvate: è un patto sociale e come tutti i patti deve contenere clausole valide per tutti e deve essere sottoscritto da tutti. E chi non è d’accordo? Deve scegliersi un’altra società in cui vivere, perché la democrazia non fa per lui, quella democrazia che offre a tutti la libertà e l’uguaglianza economica e culturale”. Rispondo ad Antonio: d’accordo sul modello teorico, solo che poi nella sua attuazione … ed allora di fronte alla democrazia vi sono due gruppi di persone: 1) chi approfitta e vive delle sue imperfezioni; 2) chi vuole perfezionarla (io mi colloco qui). Grazie per il commento, Antonio!

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ACCADEMIA DELLE MUSE, Trento

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Febbraio, 2014 @ 8:37 am

Detto altrimenti : è un circolo culturale privato … (post 1360)

Ieri sera, musica carneval-mediterranea-brasiliana con voci, pianoforte, chitarra e fisarmonica. Poi, la conferenza su  “Il carnevale nel teatro”. Per il resto, si segnalano le iniziative promosse e/o partecipate e/o segnalate dagli Accademici, aperte a tutto il pubblico

Oggi, 4 febbraio, ad ore 10, Biblioteca Comunale di Trento, Maria Lia Guardini e il Gruppo di lettura dei classici: sul tavolo: “Anonimo Ateniese sulla Costituzione degli Ateniesi”, suilla base del testo originale e del libro “La democrazia come violenza”, a cura di Lucuano Canfora (Sellerio Ed.).

Lunedì 10 febbraio, ad ore 15,00 a Riva del Garda, Maria Teresa Perasso, Giovanna Laudadio e Riccardo Lucatti all’Università della terza età presso le Scuola Media Damiano Chiesa: si replica “La Commedia dell’Arte”.

Lunedì 10 febbraio, ad ore 17,00: Mirna Moretti e il suo Gruppo di Lettura al caffè Controvento con la partecipazione di una poetessa.

“Il Carnevale nel Teatro” – La relatrice Prof. Maria Teresa Perasso

Martedì 11 febbraio, anniversario dei Patti Lateranensi (1929), ma anche dell’altro  tristissimo anniversario, quello dell’ 11 febbraio 1947, giorno nel quale le truppe jugoslave entrarono a Fiume a seguito del trattato di Parigi del giorno prima. Per cui, l’11 febbraio 2014 ad ore 16,45 presso la Dante Alighieri – Circolo Rosmini di Via Dordi, 8 – Presentazione e discussione del libro “La donna che uccise il generale (inglese, n.d.r.)”, Ibiskos Editrice Risolo, di Carla Carboni Moncavero, perugina vivente a Trieste, sulla tragedia delle conseguenze che ne conseguirono.

Venerdì 14 febbraio, ad ore 16,00, in Via Coni Zugna 9 ci si può iscrivere a FIAB – Associazione Amici della Bicicletta. Ad ore 17,00, a seguire: Assemblea. Sarà fornito il Programma gite ciclistiche e turistico – ambientali - culturali

Domenica 16 febbraio 2014, ad ore 10,30 – Sala Filarmonica, I concerti della Domenica: Magdalena Karolak (oboe); Miriam Caldarini (clarinetto); Alessandro Cenabian (corno); Michele fattori (fagotto); Stefania Neonato (fortepiano).

Domenica 16 febbraio, ad ore 17, Villa Mersi in Villazzano, il Circolo Bonporti presenta “te la canto e te la digo”, allegre storie de algeri, ancòi e doma, con Antonia Dal Piaz (scrittrice); Piergiorgio Lunelli (chitarra e voce),Alesio Caro (tastiera);Lino Roccabruna (attore) (Gruppo Poe.mus)

Martedì 18 febbraio 2014 ad ore 15,00 – Circolo S. Bartolomeo – Cristina Endrizzi al pianoforte: “Operetta, mon amour”!

Venerdì 21 febbraio 2014 – Fraglia Vela Riva, Riva del Garda, ore 17,30 – Cristina Endrizzi in concerto – Segue cena di pesce.

Martedì 25 febbraio ad ore 20,30, Sala del Liceo Rosmini, recital pianistico di Stefania Neonato.

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PSICOSI, by FRANCESCO GINANNESCHI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Febbraio, 2014 @ 6:26 pm

Detto altrimenti: open blog? Ecco un post “open” a firma di Francesco Ginanneschi (post 1359)

Inizia

PSICOSI

È iniziata la guerra totale alle istituzioni repubblicane, ultima fase della strategia antidemocratica pervicacemente perseguita dal MoVimento 5 stelle fin dalla sua genesi. Nel brevissimo volgere di pochi giorni i gruppi pentastellati ed il braccio armato online hanno:

– duramente diffamato il Presidente della Repubblica;
– presentato una formale richiesta di messa in stato di accusa del medesimo per la fattispecie penale di attentato alla Costituzione;
– innescato tumulti nell’Assemblea e nelle commissioni della Camera dei deputati in seguito alla conversione in legge del decreto sulla ricapitalizzazione di Banca d’Italia;
– scatenato un’offensiva senza precedenti contro il Presidente Boldrini, violentemente replicato mediante post firmato dai diarchi alla presa di posizione del Capo del Governo sui gravissimi incidenti parlamentari.

È casuale che questo inferno sia stato immediatamente preceduto dall’epocale intesa tra PD e Forza Italia sulla nuova legge elettorale e le grandi riforme costituzionali? Molti analisti credono di no, e non è difficile individuare il nesso di causalità legante i due momenti. Presso i cosiddetti grillini si è diffuso il terrore che Camere finalmente chiamate ad esaminare provvedimenti maestosamente riformatori possano inviare all’opinione pubblica il messaggio che la classe dirigente è uscita dal torpore ed ha inaugurato una stagione di cambiamento.

Forse siamo sul punto di ottenere quello che ne “La favola del Grillo e della democrazia” chiamavo “la (auto) riforma che prosciughi il serbatoio della rabbia popolare”. Loro non possono permettere che questo avvenga, perché determinerebbe un improvviso peggioramento delle condizioni ambientali nelle quali prosperano e proliferano, cioè la palude dell’immobilismo e della debolezza politica. Inoltre, dato che l’accordo definito Italicum contiene un’oggettiva spinta verso assetti bipolari e maggioritari premiando le coalizioni di partiti, un soggetto atipico come il M5S, se il progetto diventasse legge dello Stato, avrebbe serie difficoltà a raggiungere il potere (inteso come maggioranza parlamentare e pertanto capacità di esprimere un governo), dal momento che molto difficilmente riuscirebbe a posizionarsi almeno secondo al primo turno per affrontare poi il ballottaggio.

È comprensibile quindi che la forza di Grillo e Casaleggio abbia perso il controllo immaginando la configurazione di scenari come quelli descritti. Se essa fosse un normale partito, e non una setta di predicatori allucinati, avrebbe la capacità di adattarsi al contesto e di affrontare il futuro con il pragmatismo e la sicurezza che derivano dalla fede nel proprio progetto. Invece la scommessa rivoluzionaria che lo scorso anno ha catturato 9 milioni di cittadini è drammaticamente prigioniera della secca alternativa tra il potere assoluto (ricordiamo l’aspirazione ad avere l’intero Parlamento in mano?) e l’uno contro tutti dell’attuale opposizione. Ignorano, o meglio non concepiscono, i cosiddetti grillini, che nel mezzo ci sono spazi sconfinati in cui agiscono i compromessi, le mediazioni, le alleanze, le coalizioni, le spartizioni, gli avvicinamenti, i contatti, tutte categorie e formule da essi reputate impure, contaminatrici e addirittura ripugnanti.

Confidano nello stallo affinché le vele dell’antipolitica non si affloscino ed alzano il tiro contro i vertici istituzionali perché dalle bordate più brutali si generi un ritorno d’immagine che galvanizzi l’elettorato. La strategia della distruzione, però, contiene elementi di grottesca farsa. Prendiamo una delle ultime fisse, quella sulla messa in stato di accusa del Presidente Napolitano. Sanno fin troppo bene che non ha nessuna possibilità di essere approvata dalle Camere, vista la schiacciante maggioranza di potenziali contrari, ma ugualmente l’hanno incardinata per adempiere ad un obbligo di natura simbolica o norma non scritta che impone alla forza antisistema di attivare una procedura eccezionale perfino in presenza di condizioni che la rendono oggettivamente estemporanea e velleitaria.

Non parliamo delle ragioni addotte che secondo costoro giustificherebbero niente di meno che un giudizio per attentato alla Costituzione, ma basti pensare che vi includono finanche la nomina di un Presidente del Consiglio piuttosto che di un altro (ancora non hanno elaborato il lutto per il fatto che Napolitano non abbia incaricato uno di loro lo scorso febbraio) e la commutazione della pena ad un giornalista che rischiava la restrizione della propria libertà per un reato d’opinione (una barbarie inaudita che è stata scongiurata dall’esercizio di un potere sostanzialmente presidenziale e discrezionale).

Ultimamente si è anche accentuato il loro schematismo. Il classico “noi siamo i puri, voi siete i corrotti”, che ha contribuito a fare la loro fortuna elettorale, si è evoluto nel “voi non siete niente” pronunciato da un’esponente di spicco del MoVimento nota per i suoi componimenti in poesia, che fa il paio con l’ancor più inquietante “noi non sentiamo le parti sociali, noi siamo le parti sociali”, detto all’inizio dell’avventura nel palazzo e splendida sintesi del neo -totalitarismo neanche tanto strisciante.

Stiamo assistendo ad un salto di qualità del MoVimento ed è prevedibile che nel futuro prossimo avremo altri episodi crudamente antiistituzionali. Sappiamo come questi assalti si svolgono: dapprima un impulso dal vertice, poi l’ostruzionismo violento dei gruppi in Parlamento, cui fanno seguito scene di vittimismo ed interventi di supporto sul blog, sempre seguiti da migliaia di commenti riversati da schiere di fiancheggiatori che così provano l’ebbrezza della democrazia virtuale diretta (ma è virtuale perché non reale, cioè non è democrazia).

Le turbolenze forse sono il segno che qualcosa di buono si muove dalle parti della maggioranza, ma ugualmente provocano inquietudine in chi diffida dei profeti e dei sobillatori.

Finisce

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STRAGE DEL CERMIS: 3 FEBBRAIO 1998 – 3 FEBBRAIO 2014

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Febbraio, 2014 @ 4:09 pm

Detto altrimenti. per non dimenticare (post 1358 . 108/20114)

I “nostri” piloti americani li abbiamo lasiati riportare in USA. I nostri marò sono ancora in India …

Se andate a leggere i post dei precedenti 3 febbraio … be’ … lì c’è tutto. Che altro aggiungere, se non un pensiero ed una preghiera per le vittime e i loro familiari?

Per non dimenticare loro ed anche per non dimenticare che Vis legibus inimica, cioè che la violenza è nemica della legge, come quella di certi parlamentari in parlamento. Scusate, ma mi è venuta così, di getto … come una voce dal sen fuggita … Cermis, vi riscrivo qui la mia poesiola dell’epoca …

3 febbraio 1998 – Cermis

Sospese nel vuoto
arroganti contraddizioni
ubriacano menti ribelli
salde al buon senso
ed alla ragione.
Inutile verità
sui metri da terra
inutile rotta
del libro di bordo.
Verrà anche il tempo della giustizia.
Fredde le mani protendono
a stringere un corpo
per dare calore
agli ultimi istanti.
Pavide
altre
nascondono
la scatola nera dei dati
turpi alla vista.
Leggiamo violata
la legge
scritta col sangue
su fogli di neve
Urliamo
in faccia all’abisso profondo
schiacciati
fra i piccoli atti
del nostro quotidiano dovere
e l’osceno dispregio assordante
alla vita.
Vis legibus inimica …

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L’AMORALITA’ DELLA NORMALITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Febbraio, 2014 @ 1:40 pm

Detto altrimenti: quando la “normalità” è un male, addirittura assenza di morale … (post 1357 – 197/2014)

A noi sembrava tutto normale … dicevano gli abitanti delle case confinanti con i campi di sterminio nazisti …

No, io conduco una vita normale … non mi occupo di politica (frase ripetuta da molti sotto ogni dittatura).

Milioni di euro per pochi mesi o anni di “lavoro” (“lavoro”?) quale buonuscita a super manager/burocrati di turno, emolumenti tripli rispetto alle medie europee … è normale, si è sempre fatto così …

Il 10% della popolazione possiede ormai il 50% della ricchezza nazionale (e continua ad arricchirsi) mentre il resto del Paese continua ad impoverirsi … è normale, è il libero mercato, zompa chi può …
Dal post precedente: bar-postriboli svizzeri. Ma, dice … anche qui da noi, fino a qualche decennio fa … le “case chiuse …”. Si, ho capito, ma sentite un po’: intanto si chiamavano “chiuse”, cioè in qualche modo riservate, nascoste … perchè implicitamente si riconosceva che ci fosse qualcosa di poco pulito … e poi, sin dall’antica Grecia e Roma, venivano limitate a zone circoscritte (la suburra di Pompei e dell’antica Roma) … e ci risiamo con il “nascondimento”, il paludamento … Ancor oggi, sulla stampa, “AAAAA massaggi riservatissimi” … nella stessa direzione di occultare qualcosa che proprio pulita non è. Ecco, almeno questa parvenza di pudore noi latini l’abbiamo avuta: eravamo dei “sani immorali”.

In Svizzera no. Lì tutto ciò è “normale”. Caffè chantant, night club, bar con lotteria e “ragazza disponibile” in premio al vincitore. Nulla da nascondere. Che male c’è? Dopo tutto, ogni attore della sceneggiata paga le sue tasse, e poi, sapete … non immaginate nemmeno quanti italiani arrapati arrivano da oltre confine … La cosa è perfettamente normale!

Ah, be’ … ho capito … se le cose stanno così … Tuttavia, perdonatemi, sono testardo … resto della mia idea: in questi casi la normalità è amoralità.

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