NEVICA, PIOVE, O MIGA O MASSA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Febbraio, 2014 @ 7:58 pm

Detto altrimenti? O miga o massa , in dialetto trentino significa “O per niente o troppo”. (post 1349 – 99/2014)

Trentino. Sul Monte Bondone, nevicata da tre metri! In Paganella, fermati gli impianti sciistici per la troppa neve. Altre nevicate in arrivo. In “Italia” … zo per l’Italia … “giù in Italia” neve, piogge, frane, alluvioni. Ma almeno, noi qui, nella tanto criticata Provincia Autonoma, i letti dei fiumi e dei torrenti li ripuliamo regolarmente, e non costruiamo a tre metri (tre metri) dall’alveo degli alvei fluviali, anche se non sono ingombri di rifiuti d’ogni sorta … i nostri, no, non i nostri …

Il Bel Paese è quasi tutto a forte rischio idrogeologico. E allora, smettiamola di giocare alla “potenza industriale”, alla “media potenza militare” … sono lussi che non ci possiamo più permettere. Con l’industria, perché non ci stiamo preoccupando delle fabbriche che chiudono, falliscono o emigrano (grandi e piccole): infatti siamo impegnati a risolvere il Porcellum Affair, una legge che ha portato la governabilità a chi poi non ha “governato” i problemi del paese ma solo i propri, e che ora sta assorbendo energie che dovrebbero essere destinate a ben altre cause: insomma, ci costa anche molto la sua “eliminazione”!

I DISSESTI IDROGEOLOGICI NON SONO PIU’ UNA EMERGENZA: SONO UNA NORMALITA’. Prendiamone atto, e destiniamo le nostre risorse finanziare, nostre, sì, di ognuno di noi cittadini, a farvi fronte. Altro che TAV, altro che cacciabombardieri F 35 (avete letto il mio post di poco fa? Il Pentagono stesso continua a dire che gli F 35 non sono affidabili!).

Insomma, vogliamo scriverlo o no questo NOP – Nuovo Odine delle Priorità? Cosa aspettiamo? Di vederci arrivare addosso nuove tasse, minor welfare, maggiore povertà per tutti (tranne per chi appartiene al Club del 10%, cioè per qiel10% dei cittadini che possiede il 50% della ricchezza nazionale, certo, per loro no, non per loro, no …)?

Dice … dai … che il tuo è uno sfogo … Si, raga, il mio è uno sfogo, almeno questo mi sarà concesso …

p.s.: Ripeto il “mio” NOP – Nuovo Odine delle Priorità
1) Problema antropolocico (ognuno si senta parte dello Stato)
2) Problema Morale (ricerca del Bene Comune)
3) Nuovo Modello di Sviluppo (qui dentro c’è tutto il resto!)

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CLASS ACTION CONTRO CHI TOGLIE CREDIBILITA’ ALL’ITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Febbraio, 2014 @ 2:09 pm

1 – Detto altrimenti: il danno che alcuni fanno al Paese lo fanno anche a tutti i cittadini (post 1348- 98/2014)

2 – Detto dal Presidente Letta: “Ed ora come vado io negli Emirati Arabi a sollecitare investimenti in Italia? Come mi presento all’estero?” (Dopo la bagarre dei Grillini in Parlamento, n.d.r.).

3 – Detto da Capo Grillo: “Miei meravigliosi guerrieri, bravi, ma ora basta insulti. Rientrate in aula”.

4 – Detto da me. Bravo Capo Grillo, bravo … ma il danno ormai è fatto. Il danno? Minore credibilità; minori investimenti esteri; maggiori “uscite” di imprese (Fiat docet, vi pare poco?); maggiori tasse; minore welfare; peggiore qualità della vita … per tutti noi cittadini normali che non apparteniamo a qual 10% che possiede il 50% della ricchezza nazionale, casta alla quale invece appartiene Capo Grillo.  E allora, a me, a noi … chi ci risarcisce? Non è possibile intentare una class action per il risarcimento dei danni?

5 – Detto dall’’imperatore Augusto dopo che il suo generale Varo le aveva avute distrutte dai Galli nella battaglia della foresta di Teutoburgo: “Varo, Varo, rendimi le mie legioni!” … (anno 9 d.C.).

6 – Detto da tutti noi; “Grillo, Grillo, rendici la nostra forza: la nostra credibilità!” (anno 2014 d. C.)

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“ITALIA GRECIA, MIA FACCIA MIA RAZZA”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2014 @ 4:49 pm

Detto altrimenti: in lingua greca “eis, mia en” (maschile, femminile, neutro), ovvero “uno, una (una sola, stessa, unica), una cosa” e quindi: “Italia-Grecia, stessa faccia, stessa razza” (post 1347 – 97/2014)

Vi cito subito le mie fonti: “Il mondo di Atene “ di Luciano Canfora (Laterza) e “I conti con la Storia” di Paolo Mieli (Rizzoli).

Pericle. Anche chi non ha fatto studi classici, l’avrà almeno sentito nominare. Nato in Atene intorno al 500 a.C., fu il fondatore della “demo-crazia” ateniese. Uso il trattino perché quelle due parole, unite, dovrebbero significare “popolo – forza” (oggi, in tedesco, Kraft, forza, dal greco kratos, appunto: non si è perso nulla, come potete vedere!), cioè governo del popolo, governo democratico, diremmo oggi, a rappresentare il governo di un sistema democratico.

E qui inizia il distinguo fra il demos (popolo) che governa e il sistema oggetto dell’azione di governo, che può essere democratico sostanzialmente o solo formalmente tale. Mi spiego: ad un certo momento della “democrazia” ateniese, Atene si trovò a governare “democraticamente” un impero coloniale. Così come una monarchia costituzionale e illumiata può essere più “democratica” di una “democrazia finta”. Basta intendesi sui significati reali …

Ma torniamo a Pericle. Salito al potere grazie al proprio prestigio sociale e alla forza del suo gruppo familiare, fondò la sua permanenza al potere

  1. sulla sua rielezione annuale alla massima carica elettiva (la “strateghia”) per ben trenta’anni. Il che gli evitò di dovere redigere il rendiconto della prpria gestione;
  2. su una “forte politica di lavori pubblici a prescindere”s (tipo TAV?) spesso protratti sine die; sulla realizzazione di molte feste pubbliche con gran sacrificio agli Dei di animali, il che voleva poi dire carne gratis per tutti (“da cui il successivo detto latino “panem et circenses”);
  3. sull’introduzione dello stipendio per i politici (ecco qui, ecco da dove è cominciata la solfa …!);
  4. sul colonialismo spinto fino ad una vera e propria aggressività imperiale la quale – fra l’altro – dovette scontare anche il pesantissimo fallimento dell’attacco all’Egitto, costato ad Atene – in sei anni – oltre 200 navi e migliaia di morti. Il successore di Pericle, Alcibiade, farà analogo tragico errore cercando di espandersi in Sicilia. Ovvero, la voglia di accontentare le brame demos, del popolo che voleva il suo “posto al sole”, portò Atene a due grandi catastrofi militari. E non vi pare che anche noi Italiani, dopo circa 2.400 anni, si sia ripetuto un errore analogo, nella spasmodica ricerca di un “impero”?

Non vi pare oggi che la lunga, lunghissima permanenza degli stessi mega-manager-pubblici alla guida dei colossi di Stato, possa presentare per l’Italia lo stesso rischio della permanenza periclea “sine rationem”?

Insomma, consenso ottenuto con “strumenti che non comportavano una evidente utilità sociale”. da qui, in pochi decenni, la degenerazione dei costumi, la corruzione. “Se uno ammetteva di rubare, il popolo ride compiaciuto”. Canfora scrive: “Il politico corrotto, e perciò, ricco, perciò potente, suscita ammirazione e la voglia di imitarlo, di fare come lui, per diventare, magari, come lui”. Non vi richiama niente alla mente, oggi, all’inizio del terzo millennio, questo passaggio sulla dis-cultura o mis-cultura?

E poi dicono che studiare il greco e il latino, le rispettive storie e culture non serve … lingue e culture morte …  dicono. Morte? Quando mai!?

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CACCIABOMBARDIERI F35

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2014 @ 2:13 pm

Detto altrimenti: se li conosci non li comperi

Il quotidiano l’Adige odierno, pag. 5, cita Altreconomia (post 1346 – 96/2014):

Rapporto al Congresso USA di Michael Gilmore, Direttore della sezione Test Operativi e Valutazione del Pentagono: “F 35 – Permangono errori legati alla produzione. Si evidenzia il rischio che i paesi acquirenti cerchino altri velivoli in alternativa, perchè le prestazioni riguardanti l’operatività complessiva continuano ad essere immature”.

E noi, quando ci decidiamo a disdire l’ordine? Inadimplenti non est adimplendum, cioè, nei confronti di chi non adempie alla propria prestazione (pretendendo di venderci areoplani non buoni), non si è più obbligati (ad acquistarli)! E poi, non abbiamo altre priorità “più prioritarie”? Ma via …

P.S.: 60 anni fa abbiamo acquistato gli Starfighter F 104 poi soprannominati “Bare volanti”. Ecchè, ne vogliamo di nuove e più costose, di bare? (Gli F104 costavano Lit. 1 miliardo cadauno: gli F 35 costano €80,0 milioni cadauno).

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SPA CERTIFICATE E NON

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2014 @ 12:41 pm

Detto altrimenti: lasciatemi togliere qualche sassolino dalle scarpe … (post 1345 – 95/2014)

Tanti, tanti anni fa … in una terra lontana lontana … c’era una volta una SpA (una delle tante nel corso della mia vita) di cui io ero responsabile. La certificai “di qualità”, per gli aspetti ambientali  e per la responsabilità sociale (quest’ultima, in sigla SA 8000). La prima certificazione mi provocò una lettera dall’Azionista (pubblico) di maggioranza: “E’ un autoincensarsi”. Sulle altre l’Azionista non si pronunciò. Tuttavia appena io lasciai quella SpA, la società non rinnovò più le due certificazioni per gli aspetti “ambientali”  e “sociale”.

Be’… che volete … evidentemente quell’Azionista aveva ragione e tutto il resto dell’Europa e del mondo occidentale aveva torto. Certo …, deve e  proprio essere andata così!

Ma la sottolineatura che mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori è un’altra, e cioè che quell’Azionista non si è limitato a non richiedere o ad approvare che la sua SpA fosse tri-certificata, ma addirittura ha “cancellato” due certificazioni già ottenute, la più grave delle quali è stata la cancellazione della certificazione della responsabilità sociale .

Infatti, il contenuto della SA 8000 richiede e certifica il rispetto delle leggi nazionali ed internazionali sul lavoro e sull’ambiente di lavoro; richiede il rispetto di requisiti etici quali: la libertà di associazione ed il diritto alla contrattazione collettiva; esige che siano evitate forme di discriminazione (razziale, religiosa, politica, disabilità, sesso,…); garantisce pari opportunità, una equa retribuzione, il rispetto dell’orario di lavoro adeguato, etc. Inoltre verifica che siano rispettati i principi della dignità umana e del lavoratore, quali emergono da documenti internazionali quali la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (ONU); la Convenzione dell´ONU sui diritti del bambino; le convenzioni e raccomandazioni ILO.

Certo che un vantaggio la cancellazione della SA 8000 l’ha ottenuto: infatti non si sarebbe corso il rischio che venisse un tale a dire che in quella SpA si stava facendo mobbing o altre amenità del genere.

Ecco, ora – senza sassolini nelle scarpe – cammino meglio!

P.S.: ah … scusate … dimenticavo di dirvi che – fra l’altro – è stato internazionalmente riconosciuto che ove si rispettino le regole della SA 8000 e i lavoratori siano rispettati e motivati, l’utile economico della società aumenta.

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GRILLISMO FASCISMO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2014 @ 7:43 am

Detto altrimenti: dite “Basta”? Basta lo diciamo noi! (post 1344- 94/2014)

“Boia chi molla!” … avete gridato!? Basta! Noi non ci siamo dimenticati di come si mossero i vostri predecessori fascisti. Non passerà la rivoluzione anti-democratica. Rileggiamo tutti Gaetano Salvemini, Le origini del fascismo in Italia – Lezioni di Harward -  A cura di Roberto Vivarelli (Feltrinelli 1966).

Manipoli …

Grillini, lo so che vi brucia che si metta mano alla legge elettiorale: voi avreste voluto il Porcellum nella speranza di avere il premione, oppure il Mattarellum, per incolpare tutti gli altri della ulteriore ingovernabilità. Insomma: “Allo sfascio, allo sfascio, allo sfascismo, anzi .. al fascismo!” Noi Italiani non fascisti, democratici, civili, noi tutti  dovremmo promuovere una class action contro questi delinquenti (letteralmente: delinquente è chi delinque, cioè chi commette un reato) per il danno di ingovernabilità e di immagine che procurano al Paese, cioè danno di credibilità, cioè rischio di maggiori costi del debito, oltre ai danni morali, etc..

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Provate a porvi nella posizione di chi, investitore estero, legge nello stesso giorno: “La Fiat se ne va” + “Il Parlamento Italiano è un nuovo bivacco di manipoli”. E chi volete che venga a investire in Italia?

Grillo non sta facendo una rivoluzione per distruggere le istituzioni: sta cercando di distruggere le istituzioni per generare una rivoluzione, la quale non è mai  la causa, ma sempre la conseguenza del disfacimento istituzionale.

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NEVICA A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2014 @ 7:04 am

Detto altrimenti:  parrà banale, ma è sempre una nuova Poesia (post 1343 -93/2104)

Neve a Genova, quartiere di Boccadasse

Ricordi bambini. A Genova. La mattina eri svegliato dal rumore che  faceva al piano terra il garagist anel ripulire con una pala la rampa del garage. Subito pensavi: “Ha nevicato!”. E ti alzavi per capire “quanta ne era venuta”. Poi di corsa, a vestirsi, per cercare di arrivare a scuola (elementare Brignole Sale, Via Monte Zovetto, quartiere di Albaro, a poche centinaia di metri da casa) qualche minuto prima dell’entrata. Infatti … le palle di neve, era obbligatorio farle, tirarsele, cercare di infilare un po’ di neve nel collo del “nemico”.

Neve, questa notte, a Trento, da una finestra sul Viale Trieste

La maggior parte di noi non aveva guanti. Sapete … a Genova … Scarpe poi, sì, erano scarpe, non scarponcini … sapete … a Genova … E così, mani fredde e piedi umidi, entravi in classe e passavi la mattinata un po’ arrabbiato con quel raggio di sole che te ne portava via un po’, di quella tua rara nevicata. Il pomeriggio, poi … idea! A casa di Giancarlo, un compagno che viveva in una viletta (Albaro è un quartiere collinare, con molto verde) con un po’ di giardino intorno: lì sicuramente se ne è “fermata” un po’ di più! Evviva, è vero! Mani e piedi? Come già detto. Sono passati sessant’anni. Da quaranta ho lasciato Genova; da venticinque abito a Trento, ma la Poesia della Neve non mi è passata!

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FIAT CHRYSLER AUTOMOBILES – HOLLAND/LONDON

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2014 @ 6:41 am

Detto altrimenti: forse un paio di chiarimenti non ci starebbero male … (post 1342 – 92/2014)

Un’operazione di così vasta portata (”portata via” dall’Italia) è sicuramente inquadrata all’interno di un Piano Strategico a Medio/Lungo Termine, i cui estremi non sono stati resi noti, se nno altro almeno per quanto riguarda gli investimenti in Italia.

Dice … ma …l’UE, …., la libertà di circolazione e di stabilimento, … sì, vabbè … ma l’anomalia non sta tanto che la sede sia l’Olanda, quanto piuttosto che le tasse saranno pagate in GB, paese quasi “canaglia” perché non adotta le norme UE circa la trasparenza bancaria e il riciclaggio. E l’UE acconsente.

Dove tenevato il loro tesoretto i Riva? In GB. Dove si erano rifugiati? In GB!

Ed allora, quanto meno,  esigiamo anche noi dall’UE alcune eccezioni sugli equilibri finanziari, sulla possibilità si spendere e indebitarci, sul computare a decurtazione del debito gli investimenti fatti (basterebbe valutare il patrimonio netto del Paese, e cioè la somma algebrica del passivo patrimoniale e dell’attivo patrimoniale) e non solo il passivo …

Una volta un mio capo, Presidente della Finanziaria di cui io ero Direttore, mi chiese di redigere la situazione debitoria del Gruppo. Lo feci. Si inalberò: “Sì, ma a fronte di questo debito abbiamo questa banca, a fronte di quest’altro abbiano questa finanziaria, etc..”. Risposi: “Presidente, lei mi ha chiesto di redigere la situazione dei debiti, non lo stato patrimoniale”. Aveva dimenticato che una cosa è il passivo patrimoniale, una cosa il patrimonio netto (attivo meno passivo).

P.S.: Fiat Chrysler sarà il settimo gruppo automobilistico mondiale? Ma si dimenticano di dirci se per caso i primi sei non coprano il 90% del mercato … Mi pare un po’ come quando il ministro Lupi affermava che il TAV porterà il 30% delle merci. 30% di quanto? E il 100%, di quanto sta diminuendo da 20 anni a questa parte? E l’attuale linea, in che percentuale è oggi utilizzata?

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UFFICI UE IN TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2014 @ 4:08 pm

(post 1341 – 91/2014)

Detto altrimenti: prima leggete il mio post del 25.12,2013 ore 07,36 …

Il Corriere della sera di oggi, Allegato “Il corriere del Trentino”, pag. 2.

Sergio Fabbrini, politologo direttore della School of Government della LUISS:

“A Trento e Bolzano una sede dell’UE e vertice dei ministri”. “Il Trentino –Alto Adige deve proporsi come polo catalizzatore di un ragionamento che assegni una funzione ai territori di confine nel processo di integrazione europea” – “Le due provincie hanno interesse a che in Italia si sviluppi un regionalismo basato su autonomie differenziate. Basta con il falso solidarismo”.

 Che dire? Leggete il mio post citato, precedente di un mese all’articolo di Fabbrini. Quando vedi che non sei solo, che le tue riflessioni non sono poi tanto sballate … be’ … che dire? Fa piacere!

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PIANIFICAZIONE PRIVATA E PUBBLICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2014 @ 2:54 pm

Detto altrimenti. economia politica? Politica economica? No, raga, solo un po’ di logica economica (post 1340 – 90/2014)

Ogni SpA ha un bilancio che comprende:

 1. aspetti economici (quest’anno ho guadagnato o perso?
2. aspetti patrimoniali (quanti denari, quanti immobili ho?)
3. aspetti finanziari (quanto denaro entrato/uscito e quanto ne entrerà/uscirà?)

Per capirsi bene: se opero bene alla fine dell’anno avrò un utile che andrà ad accrescere il mio patrimonio. Ciò anche se non avessi finanza disponibile (soldi in banca)
Viceversa, se opero male e ad esempio vendo un immobile alla metà del prezzo che avevo pagato al suo acquisto, avrò denaro in banca, ma avrò generato una perdita che avrà diminuito il mio patrimonio.

Come pianifico?

Settore Privato

Ogni hanno stabilisco le linee strategiche. Su questa base ogni anno rivedo il mio piano triennale, che aggiorno di anno in anno. Per ogni singolo anno redigo un piano annuale 8budget). ogni mese seguo la mia attività con il reporting interno

La finanza? Come gestisco la previsione dei fabbisogni e delle coperture finanziarie? Li gestisco come conseguenza delle mie linee strategiche, e non viceversa. Mi spiego. se io ho moltissima liquidità e fabbrico frigoriferi e le previsioni sono di annate freddissime, non mi darò certo da fare per investire i miei denari in ulteriori investimenti e quindi farò quindi una previsione di flussi finanziari ridotti.

Al contrario, anche se io sono a corto di finanza, ma prevedo u fortissimo incremento delle vendite, aumenterò i fidi bancari, aumenterò i prelievi dalle linee di credito, aumenterò gli ordini dei materiali necessari per far fronte alla futura prevista maggiore domanda. Insomma, farò una previsione di rilevanti flussi finanziari in uscita (miei acquisti) e in entrata (mie vendite).

Guai se io, nei due casi, fondassi la mia strategia sulla abbondanza o scarsità di denaro.  Come si vede, i flussi finanziari sono una conseguenza elle previsioni strategiche e di budget e non il loro presupposto.

Settore pubblico

Eppure a me, amministratore di una SpA mista pubblico privata a maggioranza azionaria pubblica, a me che chiedevo alla politica (al governo della città) le linee guida per potere redigere una pianificazione triennale scorrevole (visto che la SpA che dirigevo aveva investimenti e concessioni trentennali), fu risposto dalla politica. “Lei faccia i piani strategici sugli attuali flussi finanziari di cui dispone”.

Ciò vuol dire che avrei comunque dovuto limitare, costringere, bloccare lo sviluppo della ApA anche in presenza di favorevoli condizioni di mercato.

Ciò in quanto il Settore pubblico. non redige un bilancio (v. settore privato), bensì solo la situazione finanziaria. tanto ho, tanto spendo (quando va bene); oppure, tanto spendo, tanto devo incassare (quando va male).

Ecco che quindi, fatto un piano di spesa, lo si mantiene anche se i lavoro stradali vanno a coincidere con la stagione turistica, anche se l’investimento non è più attuale, anche se …. anche se …. tutto lavoro in meno per la politica e gli apparati burocratici.

E poi fanno le SpA pubbliche o miste! “Se queste difficoltà vi sembran poche, provate voi a lavorare”! Provate voi ad applicare i criteri delle SpA private in una SpA gestita dall’Azionista di maggioranza con i soli criteri finanziari. Provate, poi ne riparliamo….

Dice … ma tu sei contrario alle SpA pubbliche ed alle Spa miste? No, amiche, no amici. sono favorevolissimo, purchè ci sia un chiarimento a livello legislativo e a livello degli ordinamenti e dei comportamenti amministrativi locali, e non si invitino più i capi azienda di una SpA mista a “fare i piani strategici sulla base dei flussi finanziari attuali”. Insomma, occorre decidersi. O una SpA pubblica è regolata dalle leggi del Codice Civile come tutte le altre SpA, o ad essa si applicano tutte le regole che sono applicate agli Uffici Pubblici. Tertium non datur.

Un esempio? Ammettiamo che un Comune dia alla sua SpA l’ordine di applicare all’utenza tariffe fallimetari per la SpA stessa. Che succede? O si ubbidisce e si porta la società al fallimento; oppure si disubbidisce e si viene rimossi; oppure si disubbidisce e non si viene rimossi perchè un’altra parte poliica ti difende; oppure si danno le dimissioni; oppure si ubbidisce, si limita la perdita della quale comunque alla fine si è accusati.

Io propendo per la prima soluzione: cioè per l’applicazione a queste Spa delle regole del  Codice Civile. Comunque poi … sapete, sungo patre ‘e figli, yrngo famiglia, aggio a campa’ pur’io … e quindi … attacca l’asino … e resisti sl tuo posto di lavoro. Ma soprattutto videant consules ne quid detrimenti res publica capiat. Letteralmente: ci pensi chi di dovere a che non ci siano danni per la cosa pubblica …

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