POLITICA – ANTIPOLITICA – BUONA POLITICA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2014 @ 2:11 pmDetto altrimenti: non è mai un binomio, ma un trinomio  (post 1761)
Par condicio: provo a elencare un campione di quanto rispettivamente e quasi reciprocamente viene contestato fra diverse forze politiche/sociali, in quanto “decisioni fondamentalmente populisteâ€:
- 80 euro a (quasi) tutti!
- Non pagare in canone RAI!
- Nessuna tassa sulla casa!
- Sciopero generale!
Orbene, se una persona contesta contemporaneamente tutte queste scelte, rischia di essere tacciato di antipolitica. Invece io penso che se alla pars destruens (la citata quadruplice critica) costui facesse seguire la pars construens, ovvero le proprie proposte alternative, ecco che la sua potrebbe essere una “politica diversa†financo a poter diventare essa stessa una  “buona politica†(perché no?).
Dice, ma tu blogger … non è che come per il calcio in ogni bar ci sono almeno tre CT della “nazionale†anche in ogni blog c’è almeno un “deus ex machina� No, scialla raga, calma ragazzi. Qui nessuno vuole salire in cattedra, ma questa giusta e doverosa presa di coscienza della propria posizione, del proprio livello, delle proprie capacità , dei propri limiti non può e non deve impedire ad ognuno di cercare di ragionare.
Un esempio: a chi proclama lo sciopera generale dei lavoratori per i mancati rinnovo contrattuali, una parte politica risponde che ha destinato prioritariamente le (poche) risorse disponibili a chi il lavoro non lo ha o a chi è remunerato a livelli infimi. Ecco, una spiegazione a livello di “diverse priorità â€. Mi sta bene. Tuttavia non basta: a mio sommesso avviso occorrerebbe poter disporre dell’intero elenco di tutte le priorità (fabbisogno finanziario) e del relativo piano delle coperture (copertura finanziaria), secondo cifre agglomerate in modo significativo, secondo schemi semplici comprensibili da ognuno. Ad esempio, mi chiedo: è sempre valido quella LBP- Legge Bipartisan Privilegio (dicembre 2011 o 2012, non ricordo) che per dieci anni assegna ben 20 miliardi di euro l’anno alla difesa, a prescindere da altre priorità ? Ovvero, “burro o cannoniâ€? Difesa …  da eserciti stranieri o da alluvioni?
Ora, restando nel campo della comprensione della completezza delle leggi,  mi piace tornare al mio amato“latinorumâ€:
“Legem breve esse oportet, quo facilius ab imperitis teneatur†(Seneca, Epist., 94, 38): le leggi (e il loro sistema, n.d.r.) devono essere concise, perché più facilmente vengano comprese e tenute a mente da chi non è del mestiere.
“Corruptissina repubblica, plurimae leges†(Tacito, Annal. 3, 27): quando la Repubblica giunge all’estremo della corruzione, si moltiplicano a dismisura le leggi. Ovvero: il moltiplicarsi eccessivo delle leggi corrompe il sistema democratico.
E voi, che ne dite?
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LA SECONDA DOMANDA …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2014 @ 9:47 amDetto altrimenti: … e la seconda risposta: assai più importanti delle prime due … (post 1760)
Succede spesso. Nel convegni, nelle conferenze stampa, nella rubrica lettere al direttore: l’interpellante fa una domanda, l’interpellato risponde, talvolta in modo elusivo o incompleto. E la cosa finisce li. Avanti un altro …
Si dice: il convegno, la conferenza stampa, la lettera al direttore è segno di democrazia nel senso che tutti possono intervenire, tutti possono porre domande, tutti avranno risposta. Solo che la vera democrazia non è “poter fare una domanda e ricevere una rispostaâ€, bensì “fare una domanda e ricevere la risposta (completa ed esauriente)â€.
Ed allora ecco il valore del “poter fare la seconda domandaâ€, ove la prima risposta non sia centrata, completa ed esauriente.
Perché ho affrontato questo tema? Per rivalutare – se mai ce ne fosse bisogno – il blog, che è un giornale, un convegno, una conferenza stampa, una rubrica di lettere al direttore assolutamente “open†ovvero aperta sine die alle domande di ognuno, alla risposta mia (che poi direttore non sono ma solo blogger) e di altri lettori, alla controreplica etc. etc.. Insomma, il blog è uno strumento vivo sempre. Nel senso – ad esempio – che se voi, care lettrici e cari lettori – semplicemente lo voleste, potreste andare a riprendere uno qualsiasi dei miei 1759 post (1760 con questo qui) e formulare domande, osservazioni, integrazioni, critiche, etc. E vi pare poco? E quindi, bravo blog, forza blog, ad maiora!
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DURA LEX SED LEX
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2014 @ 7:43 am
Detto altrimenti: per quanto una legge possa essere severa, dura, difficile da essere compresa e accettata, tuttavia è pur sempre una legge (post 1759)
E allora, rispettiamola in ogni caso questa nostra legge! Ma se poi all’atto pratico la riscontriamo inadeguata, ingiusta, allora modifichiamola aber schnell auch, ed anche di corsa!
Quale differenza fra la concisione latina e la nostra verbosità ! Dovremmo imparare dai nostri antenati ad essere sempre più concisi. A parte ciò, sono stato sollecitato a scrivere questo articolo da due fatti:
- la condanna dei due attentatori (che si trovano all’ergastolo) della strage di Bologna ad un risarcimento di 2,2 miliardi di euro;
- la prescrizione in favore del responsabile della morte di 3.000 persone uccise dall’amianto.
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Nel primo caso mi chiedo: la condanna sarà efficace, ovvero dove dovrebbero prendere i denari i due condannati per pagare il dovuto? E qui mi pare che non ci possa essere risposta alcuna. Fine.
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Nel secondo caso, prescrizione perchè l’azione dolosa è cessata nel 1985, anche se le morti continuano ancora oggi. A questo riguardo mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori tre sottolineature:
- occorrerebbe esaminare se vi sono state colpevoli ritardi da parte dei magistrati, ritardi che hanno consentito il decorso della prescrizione, ed anche come mai Tribunale e Corte d’Assise d’Appello non si sono “accorti†che il reato era prescritto. Quale enorme offesa alla parti lese! Se io fossi parte lesa mi chiederei se non fosse il caso di fare causa allo Stato perché i suoi organi hanno fatto maturare la prescrizione. Quale enorme spreco di denaro pubblico! (Che ne pensa la Corte dei Conti?).
- Occorre intervenire subito a livello legislativo per evitare che si ripetano casi del genere, emanando una nuova, diversa “bona lexâ€. Infatti i nostri padri latini affermavano “Leges bonae ex malis moribus procreantur” (Ambrogio Teodosio Macrobio 390-430 d.C., Saturn., 3, 17, 10), ovvero le buone leggi nascono dai mali costumi.
- Lo sfregio al nostro Paese perpetrato dal magnate svizzero (e dalle nostre stesse leggi!), colpevole ma “impunito” mi ricorda quell’altro oltraggio che abbiamo subito, quello dei morti del Cermis ad opera dei piloti USA. Anche loro “impuniti”, anzi, “promossi sul campo” a casa loro.
In un prossimo post mi permetterò di elencare altri proverbi e modi di dire latini a riguardo delle leggi. Historia magistra vitae … in questo caso lo possiamo ben dire: ma noi cerchiamo solo di essere scolari attenti e diligenti …
PAROLE, FATTI, VERSIONE DEI FATTI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Novembre, 2014 @ 10:21 amDetto altrimenti: facciamo un po’ di “tecnica della comunicazione†(post 1758)
Premessa
- Informazione: io ti dico una cosa, oppure tu la dici a me
- Comunicazione: discutiamo insieme, comunichiamo (comunicazione = communis actio, azione comune).
- Da anni nel mondo anglosassone (USA) la IT Information Technology è stata sostituita dalla ICT, Information Communication  Technology.
- Tuttavia, spesso, il termine “comunicazione†viene comunemente usato nel senso di “dare informazioneâ€. In questa mia breve esposizione utilizzo il termine in questa sua ultima, comune, diffusa (anche se tecnicamente inesatta o quanto meno parziale e superata) accezione.
 Fine della premessa
 “I fatti, signori miei, contano i fatti, non le parole!†Quante volte, amiche lettrici ed amici lettori, avrete sentito questa frase! Ed io oggi metto un sassolino nell’ingranaggio di questa scelta binaria “fatti o paroleâ€, introducendo un terzo candidato alla “medaglia d’oro†della comunicazione: la “versione dei fattiâ€. Versione dei fatti. Versione, dal latino vertere, ovvero “girare sotto sopra, rivoltare, mutare, trasformareâ€.
La “versioneâ€, ovvero il come vengono (diversamente) raccontati e scritti. In matematica esiste una “versione†neutra per rappresentare un numero, né in forma positiva (ad esempio, +5), né in forma negativa (nell’esempio, -5): ovvero si scrive “I5I†ovvero 5 fra due barre verticali, “in valore assolutoâ€: né positivo, né negativo. Cinque e basta.
Ecco, il “valore assoluto†del fatto viene spesso travolto dalla sua “versione†ovvero dalla retorica dello scrittore o del parlatore; dalla sua mimica; dal suo tono di voce; dal volume della sua voce; dall’utilizzo delle sofisticate arti di un dilagante populismo; dagli “effetti speciali†di adunate imbandierate alla stessa guisa; dal clamore dell’unanimità dilagante; dalla minor fatica che si fa nel seguire – annuendo – la moda anziché nello sforzarsi di ragionare con la propria mente; dal “prestigio a rimorchio†che si ottiene seguendo la fama (fama in valore assoluto, quindi positiva o negativa) del più conosciuto e noto oratore/scrittore di turno.
E la fatica, amici, la fatica – quanta fatica!- che si fa a rimontare la china di una discussione scivolata su questi tappeti viscidi e sfalsanti sui quali ogni mente onesta rischia di fare un volo, di finire a gambe all’aria … quanta fatica costa il riportare il fatto al se stesso e non alla sua versione!
Ma allora, che fare? Cadere vittime delle ingiuste versioni dei fatti e consolarsi con il piangersi addosso, paghi della visione che si ha di noi stessi allo specchio: una visione limpida, onesta, serena, forte della verità del fatto ancorché negato e sfalsato da altri? No, amici: occorre rispettare la “verità del fatto†e intervenire prima, molto prima, ovvero al primissimo accenno del distacco della valanga “versione distortaâ€, bloccarne lo scivolamento a valle sin dalle prime parole. Già , perché come ci ha insegnato Don Lorenzo Milani, “le parole sono pietre†e le pietre scagliate alla cieca possono colpire e fare danni … e una parola che “descrive in modo assoluto” non fa danni ma una parola che “verte”, cioè che “fa versione”, ne fa e molti.
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LA CITTA’ E’ ANCHE DELLA POLIZIA MUNICIPALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Novembre, 2014 @ 6:01 pmDetto altrimenti: problema antropologico, la città è anche mia … anzi, doppiamente mia … o almeno così dovrebbe essere, soprattutto se faccio parte del Corpo della Polizia Municipale   (post 1757)
Martedì 18 novembre 2014
Ore 14,30: Piazza della Mostra a Trento. Mi fermo a fotografare il Castello del Buonconsiglio attraverso una trama arabescata d’oro.
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Ore 14,35: scorgo una persona addormentata su di una panchina proprio all’altezza dell’area di sosta dei bus turistici. Fa freddo. Lui indossa una giacchetta leggera e per ripararsi dorme in posizione “fetaleâ€. ai piedi una sola scarpa. L’altra è a terra. Arriva un esponente della Polizia Locale. Io mi aspetto che lo svegli, lo soccorra. Niente di tutto questo. Si avvicina, lo guarda, se ne va. Io lo fotografo di spalle … hai visto mai che mi arresti per … chessò? “Foto abusiva di Pubblico Ufficialeâ€â€¦ è meglio essere prudenti … noi blogger …
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 Ore 14,35: una comitiva di giovani appena scesi da un bus turistico osserva la scena. . .
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Dalle ore 14,40 alle ore 15,00: telefono alla Polizia Municipale, 0461 884444. “Gli uffici sono chiusi. per emergenze attendere in lineaâ€. Musichette varie. Attendo lo spazio di due musichette e rotti “per non perdere la priorità acquisitaâ€. Nessuno risponde alla mia chiamata di emergenza. Riattacco. Dentro di me commento: il “barbone†dorme. Ma … solo lui dormiva? No, ragazzi … Infatti …  una tempestiva risposta al telefono, la solidarietà umana, il dovere d’ufficio, la difesa del decoro della città , lo spirito di iniziativa, il buon senso, un comportamento normalmente umano, una normale virtù sociale … tutti comportamenti, sentimenti e qualità  che dormivano … anch’essi, al fianco del “barbone” (al quale chiedo scusa per il termine che sto usando … ma lo sto facendo apposta, provocatoriamente: se una persona si trova in quello stato, va soccorsa in ogni caso, anche se ubriaco, anche se drogato, anche se “semplicemente” disperato, anche se “nient’altro che” barbone: anzi … a maggior ragione!
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LA RETRIBUZIONE DEI MANAGER PUBBLICI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Novembre, 2014 @ 2:08 pmDetto altrimenti: non si è mai abbastanza specifici  (post 1756)
Trentino. E’ di questi giorni la pubblicazione sulla stampa localedelle retribuzioni di amministratori e manager pubblici (rectius, della provincia: nulla si dice delle molte SpA comunali). A tal fine mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature, al fine di una corretta valutazione di quelle cifre.
Infatti occorre distinguere fra
A) Amministratori (componenti dei CDA-Consigli di Amministrazione)
- presidenze
- con deleghe
- senza deleghe
- assistiti da una struttura manageriale
- non assistiti da una struttura manageriale
B) Manager (Direttori e dirigenti, dipendenti)
Inoltre occorre distinguere fra chi opera
- Â in regime di monopolio
- nel libero mercato
Ancora, occorre distinguere fra
- chi ha una responsabilità precisa
- chi ha una responsabilità formale
Ed ancora, occorre distinguere fra
- chi opera a tempo pieno
- chi opera a tempo parziale
Non basta. Infatti occorre distinguere fra collaboratori
- con partita IVA vera
- con partita IVA finta (ovvero con unico cliente)
Inoltre occorre valutare
- se quell’emolumento è il suo unico reddito
- se si tratta di persona già plurireddito (con pensione, altro incarico, etc.)
Va anche considerato se la persona proviene da una lunga carriera
- manageriale oppure
- politica oppure
- amministrativa
Occorre poi distinguere se la Spa nella quale ciascun personaggio opera sia
- una SpA semplicemente da gestire, oppure
- una Spa da costruire ex nono o che debba costruire il proprio avviamento e mercato.
Quanto alla parte di retribuzione legata ai risultati, occorre distinguere fra
- risultati “veriâ€. cioè dovuti all’azione delle persona, quale ad esempio la realizzazione di un’opera pubblica
- risultati “fintiâ€, dovuti a cause esterne, quale ad esempio il forte incremento nella produzione dei energia elettrica dovuta alla maggiore piovosità della stagione.
 Infine, per valutare l’equità e la congruità del livello retributivo di ognuno, occorre avere riguardo alla dimensione della Società entro al quale si opera, non nel senso che “Società più grande paga di piùâ€, bensì nel senso opposto e cioè che “società più piccola spesso non si può permettere di pagare quanto sarebbe giusto un suo Amministratore/managerâ€.
 Come vedete, non ci si può permettere di esprimere giudizi generici. Infatti le possibili combinazioni senza ripetizione sono nel numero di “25 fattorialeâ€, ovvero 25 (variabili) moltiplicato per 24 e quindi per 23 e quindi per 22 etc. fino a “per 1â€! Fate il calcolo voi stessi del totale (ma alla fine non moltiplicate anche per zero sennò vi fregate con le vostre stesse mani!). Quindi io non mi ci provo nemmeno ad illustrare i singoli casi. Piuttosto, alla luce di quanto sopra, esaminate voi stessi la posizione di un amico, di un parente, di un politico che si trovi a gestire una funzione aziendale pubblica. Se poi me lo chiederete, vi porterò io qualche esempio concreto, qualche testimonianza effettiva …
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VECCHIA RACCHETTA QUANTO TEMPO E’ PASSATO …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Novembre, 2014 @ 2:49 pmDetto altrimenti: no, ora ti porto in casa, basta cantina ….  (post 1755)
Oggi sono sceso dabbasso per cercare alcuni gommini … sai … di quelli  che servono a chiudere i tappi automatici. E ti ho rivista. Improvvisamente una scintilla: sei un oggetto prezioso, un “cofanetto†di ricordi … non è giusto trattarti così. E poi sei un pezzo raro, storico, da museo nel senso che tutti ti verrebbero ad ammirare, con la tua struttura in legno, le corde in budello di bue … Ecco, ti voglio collocare alla parete, come un quadro … voglio sentire i commenti dei miei amici quando ti vedranno …
Avevo sei anni quando mi ti hanno regalata. Ora ne ho settanta. Da ragazzino/ragazzo, dopo alcuni anni di “vera gloria”, io ho cambiato mestiere†ed ho abbandonato il tennis, ma tu, tu mi hai sempre seguito. E poi, da grande (io da grande, non tu), ti ho fatto superare una decina di traslochi, per riporti sempre in cantina. E tu hai accettato, senza mai protestare. Vabbè che eri in buona compagnia: una picozza (ancora ottima oggi!), un vecchio paio di ramponi, una corda da 40 metri, un piccolo campionario di chiodi da roccia che conservo per puro ricordo, il casco da alpinismo. Gli scarponi? No, “quello il vecchio scarpone†ha già trovato posto ai “piani superioriâ€, in uno scaffale normale, accanto ai suoi nipotini: un paio di scarponi da montagna nuovi nuovi.
Dove avevo cominciato a farti “lavorareâ€. Abitavamo a Genova, ricordi? Vicino casa c’era il circolo ricreativo dell’ILVA (ILVA, oggi diventata tristemente famosa per i noti motivi di inquinamento ambientale a Taranto). Fra le altre strutture, due campi da tennis aperti anche ai ragazzini estranei alla società ma desiderosi di imparare, quali io e mio fratello eravamo. E allora dai … si gioca a tennis! E poi qualche anno dopo … eravamo in vacanza in montagna, a S. Stefano d’Aveto. Vicino al paese un villaggio di villette, il Villaggio Alpino … l’aveva realizzato tale ing. L. (solo l’iniziale per motivi di privacy) … te la ricordi sua figlia R. (solo l’iniziale per motivi di privacy) ? Quanto era carina! Dai che ormai queste cose ormai potremmo ben dirle! Sarà nonna anche lei … Ma torniamo al tennis. L’abbonamento stagionale ti dava diritto a mezz’ora a testa al giorno e siccome ci presentavamo in quattro, facevano due ore. “Ma però siccome che poi†nessun altro si presentava per utilizzare il campo, noi quattro s’andava avanti sino alle campane di mezzogiorno! Evviva la gioventù! Ci si presentava a casa colorati come i pellerossa: già , perchè il campo ovviamente era in terra battuta, non erano ancora stati inventati i campi sintetici.
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Il mio “colpo†preferito? La schiacciata da metà campo, con braccio disteso, un gran lavoro di spalla … ha un nome particolare … forse era lo “smash� Non mi ricordo: infatti … vecchia racchetta quanto tempo è passato!
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Recentemente una persona del nostro gruppo, una signora … non ne ricordo il nome … mi ti aveva chiesto in prestito per partecipare ad un torneo con racchette storiche. Io le dissi che sarei stato d’accordo, solo che poi non ci siamo più incontrati. Ed eccomi qui a scrivere questo articoletto, nella speranza che lei lo legga e si faccia viva. Dammene atto, lo sto facendo per te, per farti vivere una seconda giovinezza! Se non è amore questo …
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TRENTINO PERLE NASCOSTE – 1
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Novembre, 2014 @ 8:31 amDetto altrimenti: idee per la crescita del Trentino (post 1754)
Dice … “Ma noi tutto sommato stiamo ancora molto meglio di tante altre regioniâ€. Ecco, questo è il ragionamento … anzi, il “non ragionamento†(ovvero “pensiero privo di ogni ragione, di ogni ratio, di ogni raziocinioâ€) più pericoloso e dannoso in assoluto.
Si vis pacem para bellum, se vuoi la pace preparati alla guerra, e se vuoi stare bene, preparati al peggio ed opera per il meglio. Come? Io mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori la possibile una tecnica aziendale (non è mia, per carità , ci mancherebbe altro che me ne arrogassi la paternità !), quella dello “ZERO BASE BUDGET! (per chi non conosce l’inglese: si pronuncia siro beis badget). Cosa vuol dire? Un esempio. Una società che produce un certo bene vuole crescere e organizza la sua strategia in due modi: quello tradizionale e secondo lo “zero base budgetâ€:
- metodo tradizionale. Si esaminano costi e ricavi degli anni precedente, si prendono in esame miglioramenti del prodotto attuale, si cerca di utilizzare al meglio la forza lavoro esistente in società , etc. Insomma, si agisce sull’esistente.
- Metodo zero base budget. Si prescinde dall’esistente se non per essere disponibili a modificare profondamente la stessa struttura interna se inadeguata alla crescita; si studia quali prodotti sono richiesti dal mercato; si disegna un nuovo organigramma e soprattutto un nuovo funzionigramma, si ricercano le persone migliori anche all’esterno della società . Insomma, non ci si lascia influenzare dal “si è sempre fatto cosi e tutto sommato non ci è poi andata malaccio”.
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Già , diranno le mie lettrici e di miei lettori, ma qui in Tentino, in pratica, che fare? Che fare? Sediamoci intorno ad un tavolo, giriamo per la provincia, andiamo a veder cosa di meglio fanno gli altri (Tirolo), “facciamo che io ero il capo si una società … che dovevo farla crescere†… si, come si faceva da bambini, facciamo che io ero … etc.. E dal cilindro della nostra (intelligente) osservazione siano scoperti e fatti emergere tutti i migliori punti di forza del territorio non ancora valorizzati e sfruttati e investiamo su quelli.
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Ma … dice … come arrivare ad assumere questo atteggiamento mentale? Ecco … facciamo che il Trentino è mio, è una mia SpA … una SpA che io voglio far crescere per me e per la mia famiglia, per i miei figli, i miei nipoti … tutti i miei cari ai quali voglio garantire ed assicurare un futuro sempre migliore. Ecco, se il Trentino fosse sentito come proprietà privata di ognuno di noi, ognuno di noi lo difenderebbe anche dai piccoli guasti – una cartaccia buttata a terra da uno sconosciuto – e dai grandi guasti: mancanza del senso di una appartenenza concreta, consapevole, attiva, responsabilizzata. In definitiva si tratta di affrontare e risolvere un problema antropologico.
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Dice … ma tu, blogger Riccardo, concretamente che fai? Io? Ecco, proprio questa mattina mi è venuta un’idea: iniziare una nuova serie di post seriali e tematici. Mi spiego. Una serie l’ho già iniziata, si tratta della serie “I dialoghi di Plutone” (Plutone, non Platone … non è un errore di battitura!). Ora intendo iniziare una nuova serie di post: “Trentino perle nascosteâ€, ovvero cercare di trattare aspetti del possibile sviluppo della nostra terra non ancora sufficientemente valorizzati. Multa paucis, ovvero io sono convinto che si possano ottenere molti risultati (multa) anche con pochi investimenti (paucis).
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Dice … già , ma i tempi sono difficili. Ok, ma c’è stato un personaggio importante, un tale Einstein, mi pare … (“mi pare†nel senso che sia stato e sia abbastanza importante …  non “vi pare†anche a voi?) che ha affermato che la crisi è la migliore spinta per la crescita …
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Un altro personaggio (tale Cicerone, dello Studio Avvocati Cicerone & Partners, del foro romano, abilitato alla Cassazione) affermava: “Rem tene, verba sequentur†ovvero, abbi chiara l’idea, il concetto: le parole seguiranno. Ed io molto più modestamente essendo solo laureato in legge e non anche avvocato, mi permetto di dire: “Tutti noi, Trentini, si abbiano chiare le idee, la crescita seguirà â€.
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PASSEGGIANDO PER TRENTO DOMENICA MATTINA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Novembre, 2014 @ 12:46 pmDetto altrimenti: … senza una meta … praticamente un foto-post (post 1753)
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Piazza Lodron, sotterranei, antica bottega vinaria romana, scelta per la esposizione della mostra “mal d’Africa†di UMBERTO KNYCZ sul popolo dei Dogon (Mali) (v. anche su Trentino Mese, novembre 2014). …â€storia d’amore culturale fra un uomo, Umberto, e un popoloâ€â€¦
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Trentino Mese? Alle pagine 44 e 45 una bella intervista alla nostre cara amica Accademica delle Muse, la musicista BARBARA BERTOLDI Bertoldi.
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Piazza del Duomo, con uno spicchio di cielo azzurro … così raro di ‘sti tempi … un cielo “che è così bello quando è bello”, per dirla con il Manzoni …
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Passo davanti al Cafè del la Paix, nel quale si riunisce il Gruppo di Lettura di MIRNA MORETTI.
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Sbuco in Piazza della Mostra:Â giallo e azzurro a far da cornice al Castello del Buon Consiglio
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Incontro un incontro. Lui è torinese con casa a Torbole; lei una cucciolona nera nera, di razza “corsaâ€, ovvero cagnetta di razza pugliese, quella degli antichi romani. L’altra .. è “signora con cagnolino†… incontrata a caso e per caso da chi io stesso ho incontrato a caso e per caso.
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INONDAZIONI A MILANO: CONCORSO A PREMI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Novembre, 2014 @ 9:18 amDetto altrimenti: vediamo un po’ chi ha la memoria buona …  (post 1752)
Premesso che
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Zona a nord di Milano. Il piano regolatore prevedeva che un’ampia area fosse lasciata libera da costruzioni per diventare un bacino di raccolta delle piene del Lambro, evitandosene in tal modo l’esondazione.
- Successivamente l’area viene dichiarata edificabile.
- Un palazzinaro la edifica, eliminando la possibilità che vi siano raccolte dette piene.
- Il Lambro esonda più a sud (a Milano).
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Dica il concorrente
- Quale governo locale ha reso l’area edificabile.
- Il nome del palazzinaro in questione.
Fra tutti coloro che avranno inviato le risposte esatte entro il termine della prossima esondazione, sarà estratto una copia del bilancio dei danni di tutte le esondazioni.
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