IL FESTIVAL DI SANREMO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Febbraio, 2014 @ 6:59 am

Detto altrimenti: va bene tutto …. ma però …. (post 1370)

Lo so, lo so che “ma però” non si dice …. ma però almeno così richiamo la vostra attenzione!

Ieri ho acceso la TV, così, a caso. Intercetto un’intervista alla moglie di un notissimo personaggio televisivo scomparso da poco, di nome Mike B. (ometto il cognome per ragioni di privacy). La Signora affermava: “Il Festival è atteso da tutta l’Italia, riunisce tutta l’Italia …”

Ecco, io credo che tutta l’Italia sia in attesa di ben altro che non del Festival di Sanremo. Queste affermazioni così superficiali, banali e assolutamente fuori luogo hanno richiamato alla mia memoria le parole di una canzonetta degli anni ’50:

“La vita è bella – te la devi goder – se non hai nulla – non hai pure i pensier  – al chiar di luna – si può sempre sognar – e se amaro è il destino – un bicchiere di vino – fa tutto scordar”

Ma vi pare possibile che si ritorni a quella “filosofia”? Festival di Sanremo … per questo evento sono sicuramente in spasmodica attesa gli esodati, i disoccupati, i giovani senza futuro, chi non ha i soldi per pagarsi il mutuo, le medicine, chi è sfrattato, etc….

E Fazio! Io sono un “fazioso” nel senso che lo ammiro e lo stimo. Ma non mi venga a dire che il suo super stipendio si giustifica perché “è coperto dai ricavi della pubblicità”. No, Fabio, il tuo stipendio dovrebbe essere a livelli molto più “umani” ed in linea con i livelli di crisi del paese. E quello che “avanza” dagli introiti pubblicitari dovrebbe essere di competenza dell’Azienda che ti offre la possibilità di esprimere il tuo talento. Si, perché con il tuo sistema, di gradino in gradino, se non altro andremmo a giustificare anche buonuscite di 40 milioni di euro, o stipendi tripli rispetto alle medie USA ed europee…

4 Comments »

LE LIBERALIZZAZIONI “INTELLIGENTI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Febbraio, 2014 @ 8:22 am

Detto altrimenti: “intelligenti”? No, piuttosto direi “furbette” … (post 1369 – 119/2014)

Contratti telefonici. Te ne propongono almeno due o tre alla settimana. Ognuno diverso dall’altro. Sono troppo diversi. Non sono confrontabili. La tua scelta non è un atto ragionato, ma casuale … la tua non è una libera scelta, libera, liberalizzazioni … di queste, si sta parlando. Ma non basta, ci sono le zavorre: costo di entrata, costo di uscita, appesantimenti che tendono a non lasciarti la liberta scelta. O a fartela pagare.

Il noleggio degli apparecchi telefonici, tu te li dimentichi ma poi … poi li paghi dieci volte, dieci volte il loro prezzo d’acquisto, paghi troppo apparecchi che funzionano ma che sono modelli superati, che le compagnie telefoniche mai e poi mai vorrebbero farsi carico di dovere ritirare, immagazzinare, gestire, distruggere, smaltire. In realtà dovremmo essere noi ad essere pagati, quali magazzinieri delle loro merci!

Quasi lo stesso si può dire delle polizze di assicurazione RCA. Solo che qui la rete ci ha aiutato, nel senso che le polizze on line hanno dimezzato (dimezzato!) i costi a nostro carico, per cui noi oggi stiamo godendo questa grande riduzione e non ci preoccupiamo molto dei dettagli, della parte normativa … della quale ci occuperemo dopo.

Che fare? Cosa chiedere al Governo? Forse che sia predisposta una griglia normativa minima, uguale per tutti, per le tariffe telefoniche di base, per le assicurazioni RCA di base e così via. Liberi poi tutti i fornitori di beni e servizi di esercitasi nelle diversificazioni ad oltranza. Un po’ come per il pane. Le panetterie sono obbligate a porre in vendita anche il “pane di base” a prezzo calmierato. Se non lo hanno, devono comunque venderti il pane “di lusso” a quello stesso prezzo.

Comments Closed

COMPLEANNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Febbraio, 2014 @ 12:08 am

Detto altrimenti: tanti ricordi … una festa (post 1368)

Dicembre 1944. Una mia foto. Erano rare, all’epoca. Qualche giorno dopo. Mattina presto. Bussano alla porta. Lei va ad aprire. Due soldati e un graduato tedeschi. In cattivo italiano. Suo uomo? Arrivo … chi è? Mitkommen, aber schnell auch ….
Il carabiniere si veste. Sua moglie piange. Io non potrei capire anche se fossi sveglio. “Mamma” piange. Babbo esce, con la foto, scortato dai Tedeschi. Campo di prigionia in Germania. Io avevo 10 mesi. Mio fratello maggiore, quasi tre anni, in toscana dai nonni. Sfollato.  Mamma resta. Con me. Senza marito. Senza la foto.
La guerra finisce. Babbo ritorna? Si, è tornato. Con la foto.
Di questi giorni  i suoi nipoti con le loro famiglie scovano una vecchia foto. Ne ricavano l’etichetta per bottiglie di vino che stappano al mio settantesimo compleanno.  3 febbraio 1944 – 3 febbraio 2014.  Buon compleanno, papà, mi dicono. Grazie, ragazzi …

.

.

4 Comments »

A SUA INSAPUTA 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Febbraio, 2014 @ 10:26 am

Dice: “Ha fatto tutto lui, io non ne sapevo nulla … anzi, nessuno ne sapeva nulla …” (post 1367)

Non ne sapevi nulla? E bravo … e qui casca l’asino! Come sarebbe a dire che nessuno ne sapeva nulla? Ecchè? Si lascia la manovrabilità di milioni di euro (inizialmente pubblici, poi travasati a entità di diritto privato …. le associazioni politiche chiamate “partiti” e spesso da queste poi ri-travasati in ulteriori entità di diritto super privato, le Fondazioni!) … dicevo, si lascia tutto ciò nella libera manovrabilità di una sola persona e poi per di + (più) non la si controlla via via, man mano, di passo in passo, giorno per giorno? Oggi pare che lo vogliano condannare a 7 anni, pare che gli sequestrino beni per 25 milioni (ma di Euro, raga, non di Lire! Che avevate capito? Lo credo bene che 7 anni per 25 milioni di lirette vi sembrassero tanti …)

Ma via … pretendere che noi  si creda a tutto ciò … è un’offesa alla nostra intelligenza!  Di chi parlo? Di uno, nessuno, centomila …. così “generalia non sunt appicicatoria”

“A sua insaputa”. Natalìa Ginzburg ha scritto “Lessico familiare”. Oggi si potrebbe scrivere “Lessico italiano”. Ci provo io … speriamo di esserne all’altezza. Comunque … dai… cominciamo:

Primo termine: “A mia/sua insaputa”. Dicesi di chi non c’era e se c’era dormiva. (Ah, Signor Scajola … dimenticavo: non è previsto che Le siano pagati diritti d’autore. Tanto Lei ha già ricevuto una congrua contropartita, non Le pare?
Secondo termine: “Comunista!” (Da scriversi col punto esclamativo). Dicesi di chi non la pensa come me.
Terzo termine: “Moderato”. Dicesi di chi chiama comunista chi non la pensa come me.
Quarto termine: “Rete di nove milioni di votanti”. Dicesi di quei 30.000 che sono in rete.
Quinto termine: “Democratico della rete”. Dicesi di chi ha il controllo totale dei 30.000.
Quinto termine: “Liste comprate”. Dicesi di alcune liste bloccate, lunghe o corte che siano.
Sesto termine: “Priorità assolute ed urgenti del governo del paese”. Dicesi di quella di cui ci si comincia ad occupare solo dopo che si sono soddisfatte le “pre-priorità a fondi pre-impegnati a prescindere”.

Dai, raga, per oggi basta, sennò vi stancate … Facciamo così: volete provare voi a segnalare altre nuove espressioni lessicali? Ne verrà fuori un gran bel cinema, il “Nuovo Lessico Paradiso (italiano)” …

Comments Closed

ASSOLTO A SUA INSAPUTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Febbraio, 2014 @ 6:31 am

Detto altrimenti: se non lo sapeva… che colpa ne ha? (post 1366)

Gli è andata bene. Già, perchè solo ora, dopo che lui è stato assolto, gli archeologi hanno decifrato l’ultimo enigma del Codice Hammurabi … sapete, di quel Codice di leggi di 2200 anni prima di Cristo … è scolpito su di una roccia … in quel punto la superfice si era corrosa, i geroglifici erano quasi illegibili … ma alla fine, dopo avere bevuto un paio di amari Montenegro, i nostri eroi … è stato difficile ma ce l’hanno fatta! Hanno decifrato anche questa legge! Eccone il testo:

“Qualsiasi Ministro che riceva a sua insaputa regali dell’ordine di milioni di euro è punito con una multa di pari importo, maggiorata del 30%, oltre a interessi e rivalutazione monetaria. Come pena accessoria avrà l’interdizione perpetua dai pubblici uffici”.

Pensate un po’ … se questo testo fosse stato decifrato prima … hai visto mai che a qualcuno fosse venuto in mente di individuare una nuova figura di reato, il “reato a propria insaputa”!? Quando si dice la fortuna … Già, perchè oggi, che un Ministro riceva un regalo da un milione di euro è lecito. Se invece un dipendente del suo Ministero ne riceve uno di 300 euro, lo deve dichiarare, riversare, etc.. E allora, coerenza, raga! Delle due l’una: o liberializziamo le donazioni per tutti o le regoliamo  tutti. Tertium non datur.

Castigat ridendo mores …

Magari … ! Ma qui non sono in Paganella ma a Solda (BZ), e la nebbia non c’era! La foto? E’ “augurale!”

.

.

P.S.: anche ‘sta mattina sono salito in Paganella: nebbione, poi, ogni tanto, si apriva … due discese sulla “nera”:  bellissime, la neve “teneva” e la pista era deserta! Ma alla fine, dopo due ore, la nebbia si è infittita e noi, l’amico Claudio ed io, ci siamo arresi ed alle 13,00 ero a casa. Viva Trento, Viva il Trentino …

.

.

.

.

.

.

.

.

Comments Closed

DECRETO SVUOTA CARCERI OK … ma quello “riempi domiciliari” … cioè il decreto del Giudice di Sorveglianza per Silvio?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Febbraio, 2014 @ 6:05 am

Detto altrimenti: ma … ve lo ricordate il film con Alberto Sordi “Detenuto in attesa di giudizio”? (post 1365).

Fatti seriali … serie di fatti. Interveniamo su quelli …

Cosa fanno gli Italiani? Vanno in automobile. E allora, come incassare maggiori imposte? Aumentiamo la benzina!

Cosa fanno gli Italiani? Vanno allo stadio, guardano la TV. E allora, come fare per diseducarli? Ammaliamoli con i club, le veline, il falso mito della “ricchezza comunque”; milioni di euro ai calciatori; donne a gogò; “beato lui che ci è riuscito”; macchinette mangia soldi; gratta e vinci; etc..

Cosa fanno gli Italiani? Possono delinquere? Ed allora terrorizziamoli con le “attese di giudizio”. Al gabbio, al gabbio!

Decreto svuota carceri? No, decreto pene alternative! Pene che possano quanto meno non precludere l’azione di recupero del condannato. Il carcere, il nostro carcere, oggi è – al contrario - una vera e propria Scuola Superiore di Perfezionamento Professionale. Di quale “professione”? Dell’ “arte” del delinquere. O del suicidio.

Italia delle emergenze. Italia della solidarietà. Italia che sa fare di necessità virtù. Anche in questo caso: “sa” fare, “deve” fare, “fa” di necessità virtù. Era ora! Almeno questa “virtù”, lasciatecela!

Applicazione della pena. Un caso “particolare”. Un personaggio molto noto è stato condannato con sentenza passata in giudicato, da mesi. Il Cancelliere trasmette la sentenza al Giudice di Sorveglianza. Costui emette un decreto e fissa una udienza con il PM, il condannato, il difensore del condannato. Indi si stabilisce: ai servizi sociali o ai domiciliari. Mesi? O il cancelliere ha tardato o si è dimenticato: O il Giudice di sorveglianza ha troppo lavoro e deve prima smaltire l’arretrato … o cos’altro? La mia non è cattiveria, volontà di infierire … ma solo curiosità, desiderio si sapere cosa sta succedendo, anche perchè quel signore mi ha derubato, ha deerubato me, il mio Stato, il mio sistema fiscale … il quale ora si rivale. innanzi tutto su di me che pago le tasse, e me le aumenta per farmi pagare anche quelle che lui non ha pagato. Ecco, vedete che si tratta di un Problema Antropologico? Lo Stato sono io, il derubato sono io! Io sono il “sostituto d’imposta”, nel senso che pago le imposte al suo posto, in sostituzione di quelle che avrebbe dovuto pagare lui …

Comments Closed

LAICITA’ DI PAPA FRANCESCO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Febbraio, 2014 @ 7:11 am

Detto altrimenti: no, non Papa laico! Papa “anche” laico … (post 1364)

(… ‘sta mattina vado a sciare … al ritorno scrivo questo post …)

Ecco, sono andato a fare una sciata in Paganella. Neve, tanta. Rischio valanghe, livello 4 (max 5).. Temperatura, un po’ alta (zero gradi a mille metri alle 08,30). Il che significa che si scia bene sino a mezzogiorno … poi le piste si “cunèttano”. Ma presto, dopo un paio di giorni di gatti delle nevi, il fondo si consoliderà e le piste si manterranno bene anche dopo. Vi “posto” alcune di foto…

.

.

Ma veniamo a noi. Il comunismo ha mostrato i suoi limiti. Il liberismo-capitalismo sfrenato, anche. Il mondo si ribella. Molti sono i focolai. Molte le guerre. Molti gli esodi, le migrazioni. Molte le malattie, molta la fame. Molti i fallimenti si interi sistemi economici. Dovremmo capire una buona volta che l’attuale “modello di sviluppo del mondo” non regge più. Né sotto il profilo sociale, né sotto quello delle risorse disponibili, né sotto quello del consumo dell’ambiente e delle risorse naturali.

.

.

Ecco che i principi morali, di convivenza sociale, di solidarietà, di “misura”, cioè di “limite” contenuti negli ammonimenti di Papa Francesco hanno (anche) un valore laico, nel senso che sono le regole strategiche (strategiche, cioè letteralmente “indispensabili e non sostituibili”) per il governo politico, economico e sociale del mondo. Un Papa, “il” Papa  ci indica le linee (ormai laiche!) di governo del mondo, valide per tutto e per tutti, credenti e non credenti.

.

E se i “potenti” del mondo non vogliono adottarle in quanto sono insensibili al richiamo della morale, lo facciano se non altro per utilitarismo, se non altro in quanto si tratta delle uniche regole che possono far vivere meglio il genere umano senza scatenare ulteriormente guerre, disuguaglianze sociali, sopraffazioni, creando cioè quel substrato di sviluppo civile, sociale ed economico sul quale le stesse attuali “forze predominanti e dominanti” possono continuare ad esistere e a prosperare.

“Siete avvisati …”

Dice … ma tu parli di “grandi sistemi”, di “forze mondiali” … non ti pare di “volare troppo alto”? No amica o amico a secondo del caso … non sono io a volare “troppo alto”, bensì tutti noi a “ragionare spesso troppo in basso”, cioè a non fare le dovute connessioni fra le cause e gli effetti di grandi e/o piccole decisioni rispetto alle piccole e/o grandi conseguenze. Provate … proviamo  a ragionare … cosa muove il mondo oggi? Cosa sta dietro le grandi decisioni politiche mondiali? Dove stano portando le crescenti tensioni sociali? Mi fermo qui, con l’impostazione del problema. Ognuno, a cominciare dal sottoscritto, cerchi di dare e di darsi una risposta.

 

Comments Closed

CORTE DEI CONTI/S&P – UE/CORRUZIONE ITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Febbraio, 2014 @ 8:59 am

Detto altrimenti: “Chi ha un ferro l’affili?” Nooo, chi ha il cervello lo usi! Italiani, all’armi? Nooo! Alla riflessione! (post 1363)

Finalmente l’Italia s’è desta, almeno per questo aspetto. La Corte dei Conti cita l’Agenzia di rating americana S&P per i declassamenti dell’Italia, i quali ci hanno provocato danni per centinaia di miliardi di euro.

Ma siccome nulla si crea e nulla si distrugge, se uno ci perde, un altro ci guadagna. Ora …  queste Agenzie di rating, che poi fra l’altro sono possedute dalle banche USA, sono quelle che classificano con i loro rating le stesse banche … chi mi dice che prima del declassamento non pre avvertano qualcuno, il quale, prima di un declassamento, venda i titoli che a seguito del declassamento perdono valore, per poi riacquistarli a prezzo inferiore?

Il mi’ babbo, toscanaccio doc, diceva: “Un mi venite a dire che Cristo gli è morto di sonno …” cioè: non venite a raccontarmi storie …

l’UE contesta il nostro elevato livello di corruzione. Giusto. Ma l’UE non dovrebbe dimenticare un altro ben maggiore tipo di “corruzione”, quella legalizzata! Dice Paolo Mieli: “Mi preoccupano i soldi rubati, ma ancor di più mi preoccupano quelli accaparrati in ossequio alle leggi!”. Condivido in pieno.

La conclusione? Dobbiamo noi dare autorità all’Europa, e cioè creare gli Stati Uniti di Europa) e la ERA-European Rating Agency, per classare le agenzie USA!  Dopo di che gli Stati uniti di Europa potranno darsi autorevolezza (nei confronti dell’India per quanto riguarda i nostri fucilieri; nei confronti USA per le agenzie di rating; l’imposizione degli scassatissimi e costosissimi cacciabombardieri F 35; etc.).

Comments Closed

INCONTRI – 22) GIOVANNI STRAFFELINI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Febbraio, 2014 @ 7:06 am

Detto altrimenti: intervista a Giovanni Straffelini, il quale mi anticipa la presentazione del suo ultimo libro: “Manifesto per scettici (ma non troppo) in cerca di Dio” Ed. Lindau, Torino (post 1362)

Straffelini Ing. Giovanni, nato a Rovereto, cresciuto a Riva del Garda, e “ivi” residente a Trento via …  (battuta copiata dal libro “la donna della domenica” di Fruttero e Lucentini). Giovanni, professore universitario, esperto nei materiali, già autore de “L’anima e i confini dell’umano”. Fa parte del Gruppo Universitario “Cattedra del Confronto”, gestita dalla Diocesi di Trento.

Intervistare Giovanni. Compito non facile per me. Mi consolo pensando che questa è solo un’anteprima, in quanto la presentazione, o almeno una delle presentazioni ufficiali, avverrà, ovviamente con la presenza dell’autore, il 24 febbraio 2014 ad ore 17,00 presso il Bar Letterario “Controvento” di Via Galilei a Trento, all’interno dei pomeriggi organizzati e gestiti dalla blogger Mirna Moretti, riunione nel corso della quale sarà possibile dialogare direttamente con l’Autore.

Dice … ma allora tu .. che fai con questo post? Be’ … io volevo intervistare la “persona “ più che lo scrittore o l’ingegnere, ma dalla persona ho saputo poco, oltre al fatto che è papà della bellissima e dolcissima Beatrice, tre anni e mezzo! Poi Giovanni inizia a parlare e la mia non è tanto un’intervista, quanto una registrazione della sua esposizione, con qualche mio inserimento qua e là.

Giovanni, come iniziamo?

Nel libro precedente ci si era chiesto chi comanda in “casa nostra”, cioè nel nostro “io”. Forse “noi stessi”? Sembrerebbe ovvio. E invece no, dice la scienza, a comandare sono i nostri neuroni, il nostro cervello, non noi. Basta un colpo in testa, una ferita, e tutto va in tilt. Il quadro dell’umano che danno le neuroscienze è deludente e sconfortante. Infatti per la scienza l’uomo è solo un animale molto più perfetto degli altri suoi “colleghi” esseri viventi. Ma se noi non ci feriamo, chi ha reso il nostro “io” capace di ricevere ed elaborare gli impulsi dei neuroni? La scienza afferma che il nostro agire dipende dalle reazione chimico-fisiche dei nostri neuroni. Al di là, non esisterebbe nulla.

E tu, che sei uno scienziato, sei d’accordo?

No, non ci sto. Noi non siamo solo i nostri neuroni, non “ci siamo fatti da soli” se non altro perché nemmeno oggi siamo in grado di “costruire” nemmeno una sola cellula sintetica. Noi siamo qualcosa di più. Io sto cercando di capire cosa sia questo “cosa di più”, rimanendo entro i confini della scienza, o almeno, senza mettermi “contro” i suoi risultati.

Scusa, Giovanni, se ho ben capito: stai cercando di indagare sul come nascano, ad esempio, i nostri sentimenti?

Si, Riccardo, io non ho la pretesa di dimostrare l’esistenza di Dio. Ci mancherebbe altro! Solo, parto dalla constatazione del limite della scienza, dall’esaminare fino a che punto la scienza sia arrivata, quali altri traguardi si stia proponendo e quali altre mete possa anche solo immaginare di conquistare. Bene. Ma Prima? Ma dopo? Ma oltre? Esiste sempre un prima, un dopo e un oltre … oltre … oltre ai tre big bang, quello dal quale si è formato l’Universo; quello dal quale si è formato il nostro pianetino; quello dal quale si è formato l’uomo. Big bang assolutamente misteriosi per la scienza, a tal punto che l’uomo con le proprie forze non riuscirà mai a darne una spiegazione scientifica, perché ciò è “al di là del limite della conoscibilità”.

Ma allora è dimostrata l’esistenza di un progettista esterno?

No, ciò non rappresenta necessariamente la presenza di un progettista esterno, ma l’esistenza di un rimando, di una indicazione a qualcosa che è “oltre”.

Ma questo oltre potrebbe essere anche solo un “oltre scientifico” …

Sai, Riccardo, Dio non è una entità “dimostrabile”. Quello che si può cercare di dimostrare è la possibilità della sua esistenza, come tesi ragionevole, assennata. Già questo sarebbe molto nella società attuale, nella quale la gente corre spinta da altri pensieri, altre preoccupazioni, sfugge alle domande, non se le pone. Chi cerca di affrontare il tema della trascendenza è visto un po’ come un credulone, un non-moderno. Oggi il credente esiste, ma spesso sta per conto suo, sotto una campana di vetro, non si espone più di tanto, non si spende più di tanto. Questo perchè il paradigma del momento è che la fede sia un’altra cosa rispetto al “reale”, al “concreto”. Noi credenti – io lo sono – si sarebbe dei semplici di spirito, professori non tosti, seri, concreti, di quelli che non si lasciano andare a perder tempo in queste cosette …

Quindi l’obiettivo non è che ognuno creda in Dio, ma che si metta alla ricerca di Dio …

Esatto, Riccardo!

Sai … Ich bin  schon Katholisch, io sono già “convertito” all’Idea, nel senso che penso: come facciamo a escludere ciò che la ragione o la conoscenza non raggiunge? Per me possono esistere altri mondi, altre regole fisiche e morali… create da chi, mi domando .. e la risposta è solo Una …anzi … Uno!

Io qui sono un po’ più ortodosso, penso che queste regole fisiche e non fisiche siano costanti, cioè uguali anche in altri sistemi  …

Giovanni, scusa, ma io credo nell’oltre, in un oltre libero, possibile, il quale  “finisce” solo nell’infinito, e cioè in Dio. Cioè non finisce.

Si, ma uno potrebbe dirti che la tua è un’ipotesi non necessaria, rispetto alle regole della fisica che noi abbiamo scoperto e possiamo ben immaginare che le stesse leggi valgano anche altrove, negli “universi paralleli” …

Giovanni, per me se ne esce solo attraverso la fede (= fiducia), l’intuizione, la speranza, l’immaginazione di un quid, la Fede … in quello che si vuole, ma mai attraverso l’affermazione del “nulla”. E quindi mi reputo soddisfatto, per me Dio esiste. Magari ha un altro nome, ma esiste. Magari non è esattamente come viene rappresentato. Magari resta da vedere se sia infinitamente buono o infinitamente giusto … ma esiste. In ogni caso farei come i gesuiti che ad una domanda rispondono con un’altra domanda, e alla domanda “Come fai ad affermare che Dio esiste?” io risponderei: “E come fai tu a dire che non esiste?”

Riccardo, a guardare i tre big bang c’è una indicazione verso un quid trascendente, per analogia … c’è un rinvio ad un essere esterno più capace di noi, vi sono tante indicazioni concomitanti che ci svelano una sorta di “complotto creativo” …

Un complotto che si manifesta … come?

Attraverso la sintonia dei sistemi. Mi spiego. Se osservo l’universo constato quanto segue:
l’universo ha avuto un inizio;
l’universo è fatto di materia strutturata
l’universo è strutturato (ha leggi sue, un ordine suo);
la maggior parte delle sue leggi sono da noi comprensibili;
l’universo è fatto di “informazione” che viene emessa e che viene ricevuta.

Ora, uno può ben affermare che la materia esiste da sempre e/o di per sé, ma l’informazione? L’intrigante è che noi riusciamo a capire quasi tutte le leggi (tranne – ad esempio – la dinamica quantistica). Il che vuol dire che siamo sulla stessa lunghezza d’onda di Chi lancia l’informazione, che abbiamo lo stesso codice interpretativo di Chi l’ha lanciata questa informazione. Ora, se esiste Dio, be’ … noi siamo sulla sua stessa “lunghezza d’onda” e interagiamo con lui. E viceversa. se interagiamo significa che esiste. O almeno, che può esistere Qualcosa, Qualcuno … all’altro capo del filo … Se non altro non possiamo affermare che non esiste.

E che mi dici della nascita della vita?

Anche qui … un evento del quale non si sa nulla! L’uomo non riesce a creare una vita. Le cellule sintetiche non esistono. La vita è nata dalla biogenesi, ma non si sa come e perchè. Ognuno di noi è fatto di materia, di acqua prevalentemente, ma soprattutto anche di un patrimonio informativo che conferisce forma alla materia, che attribuisce funzionalità fisica e intellettuale alla materia …

Scusa, Giovanni, io la fede ce l’ho anche se qualche problema ce l’ho tipo sul “peccato originale” … Ciò premesso, lasciami fare un’osservazione banale. Io so che il cervello umano è e sarà sempre assai più potente di qualsiasi computer fabbricato dall’uomo. Ora ecco che deve esistere una “mente” superiore. Se fossimo noi ad “esserci fatti”, perché non riusciamo nemmeno a “copiarci”?

Hai ragione, Riccardo, il cervello è talmente complesso … a cominciare dalla  capacità della memoria. Ma occorre aggiungere quello che succede alle sinapsi, cioè ai collegamento fra i neuroni: si tratta di fenomeni quantistici, sub atomici … flussi elettrochimici che coinvolgono anche componenti quantistiche che introducono una indeterminazione non comprensibile da noi. Si tratta della “porta stretta” attraverso la quale Dio colloquia con noi, pur di fronte alla nostra incapacità fisica di riprodurre tutto ciò.

Mi ricordi la teoria quantistica?

Si tratta della teoria che studia il comportamento delle particelle sub atomiche tipo elettroni protoni elettroni .. che non si possono “vedere” … queste particelle sono i mattoncini base della materia e non seguono le leggi della meccanica che noi conosciamo …ma seguono leggi proprie, bizzarre, strane, di cui noi non riusciamo a capacitarci … qui vale il principio di indeterminazione: o ne conosciamo la posizione o la velocità, mai i due dati insieme no. I loro moti non sono causali, ma probabilistici. Da qui discende la teoria di infiniti mondi possibili e paralleli, nati dalle infinite possibili “iniziative” della materia sub atomica.

Giovanni, come e perché è avvenuto e avviene tutto ciò? Dove risiede la “programmazione strategica” del sistema?

Alcuni credono in Dio, altri in un Dio. Altri no. Altri credono ma non si spendono, per “pudore”, perchè è molto meglio essere “concreti, scienziati, restare sule cose pratiche”. Altri sono alla ricerca di un Dio o di Dio. Che poi è la situazione migliore.

E la situazione peggiore qual è? Mi rispondo da solo: non ricercare nemmeno la Sua esistenza. Come il disoccupato così sfiduciato che ha smesso anche di cercarlo, un posto di lavoro. Grazie Giovanni e … fammi una dedica, sul tuo libro!

9 Comments »

LA DEMOCRAZIA COME VIOLENZA – CON MARIA LIA GUARDINI ALLA BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Febbraio, 2014 @ 3:42 pm

Detto altrimenti: Gruppo di lettura. Dall’antica Grecia, un anonimo studiato da Luciano Canfora … Ovvero: “La democrazia come violenza” di anonimo ateniese, a cura di Luciano Canfora, Sellerio Ed., 1982. (post 1361)

Canfora, una delle mie “passioni”. Ho letto il suo “Il mondo di Atene” e adesso, grazie alla Prof. Maria Lia Guardini, l’ho riletto nella riesposizione in forma di dialogo della traduzione dei frammenti originali dell’anonimo.

Mi permetterò di sintetizzare ed eventualmente omettere qualche piccola parte (ad esempio, quella relativa agli schiavi) a vantaggio di un “raffronto o semplice pensiero in linea con la situazione odierna” attraverso le parti in nero grassetto) parallelo alla maniera di Plutarco con altre situazioni storiche e/o della nostra democrazia. Chi ne esce male è la “Historia” e soprattutto chi ha detto che “Historia magistra vitae”, perché pare che proprio non si impari mai nulla dalla Storia.

Ora, il nostro anonimo dice di non approvare la democrazia di Atene, ma spiega come gli Ateniesi siano capaci di mantenerla e imporla.

Inizia

E’ giusto che i poveri contino più dei ricchi, perché sono oloro che fanno andare le navi (commerci, guerre). Pertanto le magistrature elettive e a sorte devono essere aperte a tutti.

Il popolo non vuole le magistrature dove sia necessaria la competenza e dove ci sia da rischiare (esercito, flotta). La persona ignorante vuole quelle che garantiscono rendite sine cura.

Demos, il popolo. Oklos, la feccia, la gentaglia. L’anonimo distingue.

Se comanda gente popolana e ignorante, il popolo non le è nemico. Al contrario se al comando vi sono persone erudite, ricche e nobili, il popolo è contro di loro. Quindi, le persone migliori sono quelle che la democrazia giudica i prpri peggiori nemici.

Nelle assemblee si deve lasciar parlare (magari in rete! N.d.r.)  anche l’oklos (la gentaglia), per perseguire l’utile anche di quella categoria. In caso contrario le decisioni assunte sarebbero solo quella favore della categoria della gente per bene.

Il miglior modo per difendere la democrazia è il dilagare della stupidità, della ribalderia, della compiacente benevolenza. Il popolo non vuole essere schiavo di una città ben governata, ma vuole essere “libero” in una città mal governata (Il popolo della libertà!)

La giustizia … si … pensate che nella Repubblica Ateniese la durata di u processo può essere enorme, anche sino ad un anno (a meno di non pagare bustarelle)! Quale vera repubblica sarà mai quella in cui la certezza del diritto tarda sino ad un anno? E poi, i processi .. dove? tutti ad Atene, tutti qui, anche i più lontani “alleati”. che viaggino, che spendano, che soggiornino etc. Noi Ateniesi ci arricchiremo anche a loro spese.

Chi ha il dominio del mare, prevale su tutti. In pace e in guerra. Chi naviga conosce il mondo le lingue, gli usi e i costumi degli altri popoli, Atene è forte, ma se fosse un’isola lo sarebbe ancora di più.

Se a comandare è un oligarca (figura diversa dal tiranno, n.d.r.), egli è responsabilizzato nel bene e nel male. Se al comando vi è una democrazia, i responsabili troveranno mille modi per scaricare la propria responsabilità su altri.

Governa meglio un ignorante animato da buoni propositi che una persona capace animata da cattivi propositi. La virtù nella gente per bene è nata per nuocere al popolo, non per giovargli.

Non si possono migliorare di molto le regole della democrazia, senza correre il rischi di metterla in pericolo. Sono possibili solo piccoli interventi.

Nelle alleanze internazionali Atene si allea con il peggiori (Libia, Kazakistan …). Se facesse il contrario, avrebbe alleati diversi dalla sua natura interna.

La democrazia in Atene non è messa a rischio da chi subisce angherie e viene condannato ingiustamente, perché chi governa e condanna è a sua volta ingiusto.

Finisce

Sostiene Canfora:

Chi scrive così doveva essere un esule, lontano da Atene …  “Democrazia” nasce come parola di rottura, esprime la prevalenza di una parte sull’altra.

Sostiene Platone:

La democrazia nasce da un atto di violenza. Quando vincono i poveri uccidono o scacciano i ricchi

Sostiene Aristotele:

“Democrazia demagogica” nella quale sono padroni in molti non in quanto somma di singoli, ma nel loro insieme, diversa dalla democrazia buona (politeia) che opera secondo uguaglianza perché in essa i poveri non opprimono i ricchi. in essa si realizza il massimo della libertà”.

Sostiene Alessio di Tocqueville, studioso della democrazia americana (e teorico dell’oppressione imperialista francese in Algeria, n.d.r.): “Ogni secolo dà origine quasi sempre ad un pensiero originale o ad una passione principale” (Nel caso nostro, oggi, libertà assoluta o uguaglianza assoluta? N.d.r.)

Sostiene Euripide:

Ne “Le supplici”, Euripide ad un certo punto fa affermare:

“Meglio che governi un sovrano, non la massa (oklos). In questo caso non c’è nessuno che gonfia i discorsi e li rigiri a proprio profitto. Un personaggio simile è gradito, ma procura danni. sfugge alla giustizia, maschera i suoi precedenti errori scagliando false accuse”.

Al che il “repubblicano replica. “Il peggior male per una città è il tiranno, quello che fa leggi ad personam, quello che sopprime i migliori, le teste pensanti, che frena sul nascere le prospettive dei giovani, che blocca il loro futuro. Quale futuro ha un campo se si mietono le spighe che stanno spuntando?”

Sostengo io:

Libertà assoluta o uguaglianza assoluta? Forse … in medio stat virtus e anche est modus in rebus, e cioè l’obiettivo dovrebbe essere il “Bene Comune” e cioè che ognuno fosse libero di perseguire il proprio Bene Comune purchè non impedisca agli altri di perseguire il loro. In altre parole. è lecito che io desideri arricchirmi, se nel far ciò non provoco guerre, non impoverisco o schiavizzo chi desidera una vita semplice, priva di guerre e di arroganti, inutili e danose competitività (n.d.r.).

Riflettiamo, gente, riflettiamo! Vi pongo una domanda. per finire: come sarà valutata fra 2.000 anni la nostra attuale democrazia?

Cosa … che dite? Vi state chiedendo se io sia contro la democrazia? No, amici, al contrario! Io penso che la democrazia – se malata – vada curata, non lasciata morire!

Commenti

Mi corregge Marcello Farina: “La tua sarebbe una posizione liberale. Il Bene Comune è invece quello costruito sin dall’inizio con l’apporto di tutti”. Io: grazie Marcello, accetto la correzione.

Mi scrive Antonio di Padova: “La democrazia non è una parola ma un sistema di regole elaborate da tutti (in tal senso è un bene Comune, v. sopra, n.d.r.) e approvate: è un patto sociale e come tutti i patti deve contenere clausole valide per tutti e deve essere sottoscritto da tutti. E chi non è d’accordo? Deve scegliersi un’altra società in cui vivere, perché la democrazia non fa per lui, quella democrazia che offre a tutti la libertà e l’uguaglianza economica e culturale”. Rispondo ad Antonio: d’accordo sul modello teorico, solo che poi nella sua attuazione … ed allora di fronte alla democrazia vi sono due gruppi di persone: 1) chi approfitta e vive delle sue imperfezioni; 2) chi vuole perfezionarla (io mi colloco qui). Grazie per il commento, Antonio!

1 Comment »