ITALIA – GRECIA, “MIA” FACCIA, “ MIA” RAZZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Febbraio, 2014 @ 8:12 am

Detto altrimenti: Italia Grecia, una stessa faccia, una stessa razza (post 1394)

Pericle, Periklès, “Circondato dalla gloria”

Repubblica ateniese di Pericle, quinto secolo avanti Cristo. Un anonimo (famoso nella storiografia e nella letteratura, non me ne chiedete il nome perché è veramente un anonimo!), su un documento originale pervenuto sino a noi, criticava tale (finta, n.d.r.) repubblica nella quale i sudditi erano 250.000, gli aventi diritto al voto 30.000, i partecipanti all’Assemblea 5.000, chi prendeva la parola 10 e chi decideva era sempre e solo uno (Pericle).

La criticava ma al contempo spiegava perchè tale forma di governo, con un capo che si era fatto rieleggere annualmente per trent’anni (Pericle) senza mai rendere in dovuto rendiconto annuale … perché tale forma resistesse al tempo e nel tempo.

 “Perché, scriveva, il popolo preferisce essere “libero” (e sregolato) sotto un mal governo piuttosto che “regolato” da un ottimo governo”.

Ecco, il popolo delle libertà. Quello dell’antica Grecia, s’intende … cosa avevate capito? Mica quello di oggi, che poi non si chiama più così, ha cambiato nome … in vista dei mondiali di calcio: forza azzurri, forza Italia! Dai … vinci ancora una volta, i mondiali di calcio, dico io. Qualcos’altro, dicono loro!

E Grillo? Nessun problema,  Beppe è stato chiaro: se volete una dittatura, votatelo. Altrimenti no. Lo ha detto lui stesso …

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AI SERVIZI SOCIALI O AGLI ARRESTI DOMICILIARI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Febbraio, 2014 @ 7:48 am

Detto altrimenti: agli arresti domiciliari o ai servizi sociali? (post 1393)

Ai servizi sociali o agli arresti domiciliari? A meno che … non serva di contrappeso politico contro  chi, da un’altra destra, sta semi-appoggiando il governo.

Ero responsabile della finanza di una importante finanziaria. Un mio amico, numero uno di una grande banca, aveva un figlio che faceva l’arbitro di calcio. Il mio amico mi diceva: “Sai … in certi finali di partita … in casi importanti … strategici … l’arbitro deve tener conto di considerazioni “politiche” che talvolta sono prevalenti sulla verità dei fatti”.

In allora non capivo. Oggi comincio a capire, anche se non condivido.

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ALLA GUIDA DELL’AUTO (e della convivenza civile!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Febbraio, 2014 @ 6:26 am

Detto altrimenti: alcune regole spesso – anzi, troppo spesso – ignorate e violate (post 1393)

 1) Distanza di sicurezza. Alla velocità di 100 kmh si percorrono circa 28 metri al secondo. Normalmente, stante i tempi di reazione dei riflessi di un guidatore normale, prima di iniziare a frenare per l’improvviso insorgere di un ostacolo, si percorrono 20 metri. Questi i dati. Eppure, quante volte mi/vi è capitato di essere tallonati dall’auto che segue alla distanza (sarebbe meglio dire alla “vicinanza”!) di soli pochi, pochissimi metri? Tali guidatori “tallonanti” io sono solito chiamarli “Fittipaldi”! Se solo vi scappasse il piede dall’acceleratore, se solo rallentanste anche di un kmh, sareste tamponati! Ed io lo sono stato, in autostrada, durante una mia fase di sorpasso a 120 kmh da un’auto che procedeva dietro di me a 121 kmh! Per fortuna a sinistra vi era un ampio spazio spartitraffico erboso privo di gard rail nel quale mi sono fermato, senza alcun danno! Si vede che non era la mia ora …

E poi, se voi la mantenete questa distanza, quante volte vi hanno tallonato per “spingervi” ad annullarla, per indurvi a “farvi sotto” al veicolo che vi precede? Oppure, quante volte vi hanno sorpassato, inserendosi fra di voi e l’auto che vi precede, annullando la distanza di sicurezza che voi stavate rispettando, costringendo voi  a rallentare per ricreare tale area, con il che vi ritrovate ad essere ri-tallonato dalla ulteriore auto che vi stava ulteriormente seguendo?

2) La guida nelle rotatorie. Le rotatorie sono percorse tutte in senso antiorario. Su tutte le strade di accesso è posto il segnale “dare la precedenza”, il che significa che l’auto che entra in rotatoria deve dare la precedenza a chi vi si sia già immesso, e ciò per due motivi: tale auto proviene da destra; l’auto che si immette per seconda, deve dare la precedenza segnalata dal citato cartello.

Ma … che dire di una colonna di auto che si immette in rotatoria velocemente, ciascuna auto molto vicina alla precedente (cioè: non rispettando la distanza di sicurezza: vedi punto precedente!), quasi che il “procedere in colonna serrata ” annullasse quel doppio obbligo di dare la precedenza ad una singola auto la quale, provenendo da destra, cercasse di immettersi in rotatoria dopo la prima e/o la seconda auto della citata colonna, ma sicuramente – avendone ampio diritto – ben prima delle auto successive?

A me è capitato più volte ci cercare di farmi dare tale dovuta precedenza da quelle “auto successive”. Ieri sera poi, alle ore 18,30, nella rotonda in cima a Via Fiume, per essere io già dentro la rotatoria ed essendomi quindi preso la dovuta precedenza sulla  settima od ottava auto di una lunga teoria di veicoli provenienti ovviamente da sinistra ed entrata in rotatoria ben dopo di me, sono stato seguito e quindi insultato e minacciato (“Ti vengo a trovare, so dove abiti…”) da un esagitato automobilista (Panda bianca) che poi è entrato nel cortile del Liceo Galilei (persona addetta alle pulizie del liceo?) … Che faccio? Sporgo denuncia contro ignoti per minacce?

Insomma, il paradosso è che per “viaggiare  ( e vivere) non contestati dagli altri” dovete adeguarvi alle regole del sistema di traffico (e della vita) nel quale vi trovate, anche se tali  regole cono contrarie a quelle del codice della strada (e del viver civile). Infatti, il paradosso è che se avete regole morali, se vi comportate lealmente ed onestamente in un sistema nel quale vige l’ “arricchirsi comunque”, il “farcela comunque”, il “potere comunque”, l’  “aver ragione comunque”,  be’ … voi siete “out” … siete contestato, siete una anomalia del sistema, siete sabbia nei suoi ingranaggi! E fino a quando non ci modifichiamo, noi Italiani abbiamo ben poche speranze …

Che dire? Che le mie lettrici ed i miei lettori mi diano una mano a diffondere il rispetto di queste regolette della strada e del vivere civile  e che, forse, l’attenzione della Polizia Locale non dovrebbe essere riservata solo alla violazione delle regole della sosta o del limite di velocità …

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PIANI COMUNICANTI E NON

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Febbraio, 2014 @ 10:09 pm

Detto altrimenti: chi muore nella crisi; chi cerca di risolverla; chi pensa solo a se stesso (post 1392)

Oggi un pizzaiolo, padre di tre figli, non riuscendo a sopportare lo stress di una multa di €2.000,00 comminatagli perchè faceva lavorare “in nero” i suoi familiari. si è ucciso con l’ossido di carbonio della sua auto.

La legge va rispettata, ma. Ma una legge che produce questi effetti è efficiente ma non efficace. Efficace è infatti una legge che ottiene il risultato che si prefigge: in questo caso che quel pizzaiolo regolarizzasse la posizione fiscale dei suoi dipendenti. Non che si uccidesse.

Un ragazzo in piedi di fronte ai carri armati, li ferma; un ragazzo  si dà fuoco a Praga; un cittadino  si dà fuoco in un paese arabo del Mediterraneo; un ragazzo  scaglia un sasso contro i soldati dell’esercito occupante (Che linse?) … Paesi diversi, situazioni diverse … tempi diversi. Singoli gesti che hanno cambiato la Storia.

E la nostra Storia, quando cambierà? Quando la politica darà centralità anche ad un solo episodio quale quello tristissimo del pizzaiolo? Quando la politica cesserà di pensare alla propria rielezione ed inizierà a farsi carico dei problemi della gente?

Ieri uno diceva che “va tutto bene, anche quello che va male: la crisi non c’è”

Oggi un altro dice che “va tutto male, anche quello che va bene”.

La difficilissima governabilità del nostro Paese, dovuta al porcellum. Oggi i creatori del monstrum, cioè della mostruosità, cioè del porcellum (e le loro costole), seduti su di un piano non tangente nè intersecante la realtà, pongono pesanti condizioni a chi operando sul piano della responsabilità e della concretezza, sta cercando di iniziare ad occuparsi dei problemi della gente e di salvare la Nave Italia ed i suoi Passeggeri dal naufragio.

Ed anche chi, seduto nello stesso piano concreto di chi sta cercando di lavorare, magari avrebbe voluto un altro regista, oggi dovrebbe sostenere il regista che si è dato la maggioranza. Hic Rhodus, hic salta … qui, ora … occorre affrontare i problemi … qui, ora occorre lavorare e lasciar lavorare. Basta con i “distinguo”, con i “avrei voluto altrimenti” … “io quello non lo aiuto”. Altrimenti ci si avvicina alle posizioni negative dei creatori del porcellum … e delle loro costole.

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GRILLOCRAZIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Febbraio, 2014 @ 7:08 am

Detto altrimenti: grillocrazia? Dicesi “grillocrazia” il contrario della democrazia. Multa paucis. Vediamo un po’ se mi riesce di esprimere molto con poche parole. (post 1391)

Italiani, l’ora delle consultazioni irevocabili è scoccata …

• Grillo: non andremo alle consultazioni con Renzi
• Molti dei suoi: andiamoci
• Grillo: decide la rete
• La rete: andiamoci
• Grillo; ci vado e gli dico “Non ti faccio parlare”. E lo fa.
• Grillo ai giornalisti: “Non c’è democrazia, io voglio una dittatura sobria. Tutti i giorni chiamo Di Maio e gli dico devi fare questo, chiamo i capigruppo… Decido tutto io”.

Ma insomma, non ci sono bastati i due ventenni? Ecchè … vogliamo il terzo?

P.S.: … Grillo? Ma forse invece è democratico … già, perché la rete è composta solo da circa 30.000 “retaioli” su 8-9 milioni di votanti. Quindi, se Grillo ha potuto riscontrare che la maggioranza di queste milionate di persone non voleva che lui “fosse consultato” da quel “carrierista” di Renzi, bene ha fatto ad andare alla consultazione senza farsi consultare. Insomma la sua, in tal caso, è vera democrazia, solo che è una democrazia “occulta”, che non si vede. Bisogna aver Fede in Lui, ecco, avere Fede. Già Uno prima di Lui ha avuto Fede (Emilio), ed ha pervaso di sé il Paese per 20 anni e l’effetto ancor dura (parzialmente). E allora, già che ci sei, Beppe, il tuo movimento chiamalo Forza Frillo!

Frillo? No, ve lo giuro! Volevo scrivere Grillo, ma … sapete … il correttore automatico del computer … e chi ci capisce in queste diavolerie, ti fanno scrivere fischi per fiaschi e Frillo per Grillo … ma vabbè, avete capito … non c’è malizia da parte mia … ! E poi, belandi, u sciu Grillo u’ l’è de Zena cumme mi, che manchieiva atru … E poi, ca … spita, il Signor Grillo è di Genova come me, ci mancherebbe altro …

Repetita iuvant (“giova ripetere le cose”): Democrazia ateniese di Pericle, quinto secolo avanti Cristo: popolazione dell’impero coloniale ateniese: 250.000 persone –  Aventi dirito di voto: 30.000 (come i retaioli di Grillo) – Partecipanti alla assemblea: 5.000 – Intervengono a parlare: 10 – Decide: uno solo, Pericle, il quale avrebbe dovuto redigere il rendiconto ogni anno, il che egli supera facendosi rieleggere anno per anno per ben trent’anni (trentennio? E noi ci lamentiamo dei nostri ventenni? Ma via ….)

Grillini lend me your ears, datemi ascolto! Sapete … – non in particolare di voi, ma in generale – sapete come si dice qui in Trentino? Si dice “L’è pezo ‘l tacon del bus” … è peggio la pezza del buco che si vuole riparare …

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SOLIDARIETA’ SPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2014 @ 10:15 am

Detto altrimenti: solidarietà a due “velocità” … (post 1390)

Quotidiano locale l’Adige di oggi, pagg 1, 14, 15: “Cinque associazioni di volontariato sociale accusate di truffa/malversazione”.

Il dopoguerra …

Guerra in Bosnia appena finita. Insieme ad amici di una Associazione di volontariato, sono stato circa cinque volte nella Repubblica Serba di Bosnia. Ci pagavamo noi stessi il viaggio, il soggiorno, il cibo, gli aiuti che portavamo. Tutto. In Bosnia incontrai personaggi dipendenti di organismi stati e internazionali di volontariato, “gratificati” da stipendi elevati, che vivevano e lavoravano in un paese dove anche il nostro più basso stipendio consentiva una vita da signori. La guerra … una mia poesia, senza maiuscole, senza punteggiatura … capirete … chi l’ha “scritta” non ne ha avuto certo il tempo …

Guerra in Bosnia 

la testa schiacciata / la bocca ricolma / di sangue e sudore / nessuno richiude / la mia ferita / di luce del giorno che fugge / nemici colpiscon da terra / amici dal cielo / vicino al mio viso / un’ape /  senza ricordi / che altri le possan rubare / sugge il suo fiore / respiro il sapore / di guerra / è freddo / il cuscino di terra / mi copre soltanto / la voglia del tempo / un’ape d’acciaio / precipita al suolo / un miele che incendia / svanisce il frastuono / ma no / non cambiate canale / perdono / chi ha regalato / gioielli di piombo e di fuoco / ad un corpo ormai di nessuno / ed esco di scena / in fretta / in silenzio / da solo

Recentemente sono stato invitato ad una cena di sostegno di un’Associazione di volontariato che opera in Africa. Ho pagato la cena, ho versato un contributo, mi sono offerto di fare loro un po’ di propaganda (gratuita, ovviamente!) su questo blog. A tal fine ho chiesto loro qualche dato: quanti fossero ad operarvi, quali investimenti avessero realizzato, quali fossero in progetto, se vi fosse o meno la copertura finanziaria. Non mi hanno risposto.

Concludo. Il volontariato va fatto. La solidarietà va incentivata. Solo, mi permetto di chiedere che i bilanci siano trasparenti, verificati, certificati, che vi siano verifiche puntuali e periodiche sulla raccolta e sull’impiego del denaro. Ciò su tutte le associazioni e fondazioni a finalità umanitarie-socio-assistenziale, grandi e piccole, nessuna esclusa.

Nel frattempo, quando deciderò di contribuire con risorse mie personali a interventi umanitari, lo farò direttamente in favore dell’interessato finale. Come ho fatto quando mi recavo a Prijedor e a Banja Luka, nella Repubblica Serba di Bosnia. Prijedor? Le avevo dedicato una mia poesia:

Prijedor 

Prijedor di pietra / scalzata / bruciata / stupita / perché / ti domandi / e lanci il tuo urlo / di rabbia /al cielo di tutti / ma solo per te / da troppo / lontano …/ perché / mi domando / e ti prendo per mano / e ascolto la voce /di spazi / ricolmi di muto dolore / e mentre sorridi / al piccolo gesto d’amore / io smetto / di esser straniero / a me stesso/ e mi sento più vivo / grato del dono / che offri / al tuo pigro / distratto / amico tardivo.

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SANREMO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2014 @ 8:31 am

Detto altrimenti: tanto tuonò che piovve, nel senso che ci sono cascato: ho voluto vedere anch’io qualcosa (post 1389)

Non ne ho visto molto. Sapete, ero stanco … il viaggio di ieri in treno, Trento-Roma-Trento … l’incontro con Renzi … – Il post di ieri è lungo. Oggi voglio essere breve:

1 – Il sipario non si alza, il meccanismo si è inceppato. In Eurovisione. Peccato!

2 – Due cassintegrati-non pagati-senza futuro dal loggione minacciano di lanciarsi nel vuoto. Fazio mantiene la calma. Legge la lettera che i due gli fanno pervenire. “Si, vabbè …” ecco come pare che quel dramma sia accolto dal pubblico … “Non sono mica i soli …” .

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Ormai il dramma di molta gente è una cosa normale . Ecco: l’amoralità della normalità. The show must go on. Anche quello di certa politica, magari proprio al di fuori del teatro in questione …

3 – Fazio mostra (all’Europa!!) le immagini del treno deragliato che, ad Andora, blocca da un mese l’unico binario che collega Genova a Marsiglia! (Altro che TAV! Ecco dove investire!). Invita a dare il via alla più grande opera pubblica mai progettata: la difesa del territorio dai dissesti idrogeologici. Difesa del territorio … ma non certo con gli F 35!

4 – Ligabue canta Creusa de ma’ di de Andrè, in genovese. Bravo. Qualche svarione nella pronuncia, ma bravo il bolognese!

5 – Da quel poco che ho visto mi pare che il Festival della canzone sia stato trasformato i uno spettacolo di varietà. mi sta anche bene.

Ma che saluto è mai il tuo … Beppe?

6 – Grillo? Non l’ho visto, era fuori del teatro … Peccato, alcune cose che dice andrebbero approfondite, non gridate, insultate, senza confronto, senza democrazia: infatti quella dei 30.000 della (sua) rete mi pare la democrazia di Atene ai tempi di Pericle: popolazione totale dell’ “impero democratico” ateniese: 250.000 – Aventi diritto al voto: 30.000 – Partecipanti alle Assemblee: 5.000 – A parlare in Assemblea: 10 – A decidere: 1 (in questo caso, oggi, 2: un certo progresso c’è stato, è indubbio!). Democrazia nella rete?  Ma mi faccia il piacere …

Dissesti idrogeologici? Apro internet, vado sul sito tedesco www.wetterzentrale.de (foto aerea dell’Europa) e vedo una intensa e pericolosissima perturbazione su parte del Marocco, Algeria, Tunisia, parte della Sardegna. Speriamo bene! Già, perchè ormai non ci resta che … sperare, sperare che poi non si debba piangere. Altro che F 35!

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I DIALOGHI DI PLUTONE 1 – (sulla destra italiana, il PD e Renzi)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Febbraio, 2014 @ 5:15 pm

Plutone incontra Dante e Virgilio

Detto altrimenti: voi forse avete pensato che io volessi dire “di Platone?” No, intendo proprio i dialoghi di quel “diavolo” di Plutone, il Dio dell’Averno! Infatti una commentatrice mi ha definito “diavolo d’un uomo” (leggete il commento al post precedente!). E allora ecco i dialoghi di quel diavolo (Plutone) d’un uomo-blogger che sarei io! (post 1387)

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Trento. Sono andato in treno a Roma. Nella tratta FiRenzi-Roma spero di incontrarlo. Ma ..

sentite il caso, capitato  fresco

a me ch’ivo viaggiando una mattina

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Platone (in arancione), quello dei “Dialoghi”. L’altro è tale Aristotele, un suo amico

Ero seduto in treno, nelle file di sinistra, la poltrona un po’ più al centro, al centro sinistra, insomma. Davanti a me il computer acceso e un piccolo registratore con gli appunti che avevo preso per scrivere e pubblicare un post. A destra tre persone, nei sedili di destra, sì, a destra, avete capito bene. Da come parlavano, era chiaro che si conoscevano da tempo. Io li sento, anzi …  li ascolto e mi dimentico di spegnere il registratore! In tal modo ora posso trascrivervi fedelmente i loro discorsi. Per aiutarvi nella comprensione, vi anticipo che uno era chiaramente berlusconiano (BE); il secondo alfaniano (AL); il terzo di Fratelli d’Italia (FRI). Anch’io sono intervenuto, però solo con i miei pensieri, che nel dialogo che segue sono scritti in rosso.

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Inizia

BE: Bella cosa avete fatto a dividervi da noi, avete visto in Sardegna …

AL: Ma cosa dici … la somma dei tre è maggiore della unità iniziale …

BE: Ma intanto il tuo capo Alfano ha insultato i collaboratori di Silvio …

AL: E’ perché gli vuole bene … ha voluto metterlo in guardia. E poi che dire di quel suo collaboratore molto piccolo di statura che afferma che il governo con il quale Silvio si accinge a definire alcune riforme istituzionali non avrà vita lunga … ci vuole coerenza, diamine!

FRI: hai ragione AL. Il mio vice capo Crosetto invece ha affermato che il nuovo Primo Ministro, soprattutto nei confronti dell’estero, anche se lui è all’opposizione, sarà il “suo” Primo Ministro e lui non lo contrasterà se non su temi specifici e mai con attacchi personali o cercando di delegittimarlo. E si augura, per il bene del Paese, che il Governo Renzi abbia successo. Più di così che si può volere dalla nostra opposizione?

BE: Ma cosa dici FRI, mentre Crosetto diceva queste cose i vostri erano in piazza a reclamare elezioni subito … dai che si è capito … volete comunque rimescolare le carte sperando di scavarvi il ruolo di ucia della balanza …

Ucia della balanza … ago della bilancia … ma allora quel li l’e dei nossi…

FRI: Già, caro BE … perché Silvio cosa sta facendo? Solo che ora a lottare per essere l’ago della bilancia siete in due, voi e il gruppo di AL … quindi vedi un po’ di cambiare discorso … e pensare piuttosto alle legnate sarde che avete preso.

BE: si, vabbè…. succede, ma tanto adesso c’è il Festival di Sanremo …

AL. Che c’azzecca il Festival di Sanremo con le legnate sarde?

Anch’io me lo chiedo

BE: C’azzecca, c’azzecca … perché i media e quindi il popolo sarà attratto e distratto dalle canzonette e il nostro insuccesso non avrà poi quella grande risonanza …

AL. Ah … ho capito, devo dire che questa non l’avevo proprio pensata.

Questa proprio nemmeno io l’avevo pensata …

FRI: E poi, voi due, credete di stare tranquilli? Renzi farà un accordo con BE per le modifiche istituzionali e con AL per il governo del paese …

BE: Ma il nostro piccolo di statura dice che ciò non sarà ammesso …

FRI: Si, tanto poi chi conta è Silvio che lo può smentire da un momento all’altro … il tuo piccoletto …

BE: Lascia stare Silvio, che con la sua politica del dìvide et ìmpera, con il suo parlare con Renzi, sta disfando il PD …

FRI: Ma che dici? Il dìvide et ìmpera lo ha applicato a se stesso,  ha diviso se stesso ma non ìmpera … e poi.. il PD … prima o poi lo capiranno anche loro che conviene a tutti loro appoggiare Renzi, dopo tutto si chiamano “democratici” … ecchè … poi si smentiscono, si fanno auto goal … contestano il capo che loro stessi hanno democraticamente eletto? Mica sono fessi o suicidi …

Ecco questa l’avevo pensata anch’io: anche i “nemici interni” di Renzi, anche chi non lo ha votato, anche chi  fra i PD non lo avrebbe voluto, anche chi non ha approvato l’operazione a danno di quel Galantuomo di Letta, ora sicuramente capirà che è suo dovere e convenienza politica accettare e sostenere il risultato delle scelte fatte a maggioranza, cioè sostenere Renzi.

Pro futuro, non rimescolando il passato. Il passato sono SUNK FUND (1) soldi affondati. Sicuramente  penserà agli investimenti futuri, non alle azioni acquistate in borsa  (politica) a prezzo esoso.  Piuttosto dovrà ragionare partendo dalla situazione nella quale egli si trova oggi. Anche se diversa da quella che – ieri – egli avrebbe voluto, per l’oggi. Con realismo, senza sentimentalismi o spirito di rivincita.  Machiavelli docet (leggete il Machiavelli analizzato da Paolo Mieli nel suo libro “I conti con la Storia, n.d.r.)

(1) in Borsa. Hai acquistato 100  azioni a 300 euro. La azioni scendono a 150 euro. E’ errato acquistarne altre 100 a 150 euro per abbassare il prezzo medio delle 200 azioni a 225 euro. Quei 300 euro spesi inizialmente ti hanno procurato una perdita di 150 euro che ormai  sono sunk fund, soldi affondati, persi. Acquisterai altre azioni a 150 euro solo se pensi che poi possano risalire, non per altro motivo. Cioè: pensa da qui al futuro, non al passato.

Finisce

Ma … dove siamo? Stazione di FiRenzi! Chissà … forse … ma sì, eccolo … sale su questa carrozza … cerca un posto tranquillo … l’unico libero è quello di fronte a me. Si siede, mi saluta con un cenno. Io sorrido, gli stringo la mano “In bocca al lupo, Sindaco!” Mi ringrazia. Vorrei avvisarlo di quei tre che siedono a destra … ma come faccio? Intanto spengo il registratore, poi tiro fuori un libro a caso … “Le origini del fascismo in Italia” di Gaetano Salvemini. I tre di destra lo vedono. Messaggio chiaro. Renzi lo vede. Messaggio chiaro. Mi sorride e mi dice: “Buona lettura!”. Poi, con grande delusione di tutti, appoggia la testa allo schienale, chiude gli occhi, cerca di appisolarsi. Messaggio chiarissimo. Io continuo a tacere e a riflettere. I  tre di destra iniziano a tacere e – spero – anche a riflettere.

P.S.: se mi vedesse il mi’ babbo, dare la mano a uno di Fiore … il mi’ babbo che gl’era di Montalcino, Montalcino che manco i Senesi riuscirono a conquistare, figurati quelli di Fiore! Eppoi, noi Senesi, a codesti costì  di Fiore e gli si diede una bella strigliata da ridere a Montaperti, in quella battaglia che e fesce l’Arbia colorata in rosso … ma questa gli è un’altra storia … ovvia … gnamo … cittini … un ci confondiamo le idee … che ‘sta mattina un è serata …

(IL DIALOGO N. 2 ALLA GIORNATA DEL 13 NOVEMBRE 2014)

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IL PROBLEMA ANTROPOLOGICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2014 @ 3:47 pm

Detto altrimenti: ancor prima del Problema Lavoro … (post 1386)

Senso di appartenenza: la natura è mia, lo Stato è mio, mia è la città, io sono uno dei comproprietari. Io possiedo tutto ciò. Io sono parte di tutto ciò. Come sarebbe bello!
E invece … invec: non vado a votare; lo Stato è tutto ciò che è al di fuori del mio privato; i furti del denaro pubblico … sì, sono gravi, ma meno dei furti nel mio appartamento; la mia casa? Deve essere pulita, ci mancherebbe altro. Un bel pacchetto di piatti di plastica sporchi? Che problema c’è? Li butto nel torrente Fersina, tanto … non è mica casa mia …

Lo so, lo so … sono dettagli … c’è ben altro cui pensare … e poi … forse … lì dietro c’è un Liceo … forse sono stati i ragazzi … una ragazzata … si sa … la gioventù . mica vorremmo processarla per queste piccole cose …

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Sì, avete ragione … ma io questo post lo pubblico lo stesso. Testa dura, sono! E poi … gutta cavat lapidem!

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DIETRO E DENTRO LE PAROLE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2014 @ 12:08 pm
Al “Me ne frego” fascista, Don Milani opponeva il suo “I care”, “Mi prendo cura” (degli altri).

Detto altrimenti: “Le parole sono pietre”, firmato Don Lorenzo Milani. (post 1385)

Ieri pomeriggio un mio vecchio conoscente che non incontravo da anni, riferendosi alle richieste di molte parti sociali, mi dice: “Chiedono questo e quello … ma con quali soldi?” E sorride, sereno, rassicurato dalle sue stesse parole di superburocrate in pensione, sposato ad altra super burocrate in pensione.

Io leggo dentro e dietro le sue parole e penso: “Ma i soldi per le tue due mega pensioni, quelli sicuramente devono continuare ad essere trovati. E gli altri si arrangino … vero? Chissene …”.

Poi mi immagino la sua risposta: “Ma si tratta di diritti acquisiti!”.

E immagino la mia duplice risposta: “ … acquisiti e quindi garantiti da quale articolo di quale legge? E che mi dici dei diritti acquisiti di ogni disoccupato ad “avere” un lavoro, alla dignità, ad un futuro, diritti garantiti e acquisiti – questi sì – dalla nostra Costituzione? Si tratta dello scontro fra i tuoi diritti acquisiti al mantenimento di una situazione di forte benessere contro i diritti acquisiti di altri a raggiungere e a vivere una situazione di benessere almeno sufficiente. Quale dei due diritti dobbiamo privilegiare?”

Ma taccio, sorrido a mia volta, non rispondo, lo saluto e me ne vado. Tanto sarebbe stato inutile. Poi rifletto sulla sua domanda. “Con quali soldi?”  E cerco di rispondermi. Oggi si parla in termini di alternativa fra “politica dei tagli” e “politica degli investimenti”. Io mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori una sottolineatura: proviamo a specificare un po’ meglio.

Tagli di cosa?

Di sprechi? Di furti? Di evasioni fiscali? Di privilegi di casta? Mi sta bene.
Del welfare? Non mi sta bene.

Investimenti in cosa?

In una politica industriale (Fiat ha trattato con gli USA la sua entrata in USA ma non con l’Italia la sua uscita dall’Italia)? Mi sta bene! Nello studio dell’adeguatezza dell’attuale modello di sviluppo? Mi sta bene! Nel finanziamento dello start up di decine di migliaia di piccolissime imprese e/o cooperative nei settori dell’artigianato, agricoltura, risparmio energetico, turismo, custodia dei siti naturalistici e/o archeologici? Mi sta bene! Nella confezione di un modello (anche solo teorico, per ora) di Stati Uniti d’Europa? Mi sta benissimo!

In mega opere superate dai tempi (TAV) mentre la linea Genova- Ventimiglia, ad un solo binario, è interrotta da quanto … da oltre un mese? Non mi sta bene!
Nella difesa del territorio con gli F35 e non con opere di ingegneria contri i disastri idrogeologici? Non mi sta bene!

“Io assegno le case. Voi andate a cambiare la legge”

Alcuni mi dicono: “Ma la legge prevede …” Ed io rispondo: “Voi ragionate de iure còndito (sulla base delle leggi esistenti), io de iure condendo (sulla base delle nuove leggi che è necessario emanare)”. Cioè, se una legge crea tensioni sociali, non adempie alla sua funzione sociale di equa distribuzione della ricchezza, privilegia investimenti non più prioritari, la si cambi! (congiuntivo esortativo). Un Sindaco di Firenze (Giorgio La Pira, non Renzi!) stava assegnando case popolari secondo equità. I suoi gli fecero osservare che la legge prevedeva diversamente. Lui rispose. “Io assegno le case. Voi andate a cambiare la legge”.

Dice … ma le situazioni da correggere sono troppe, troppi i casi …  migliaia sarebbero gli interventi, anzi, decine di migliaia, centinaia di migliaia … Al che io rispondo: “Dov’è il problema? Fatevi aiutare da Telecom, dalla TRE, da Wind, da Infostrada … gruppi che gestiscono miliardi di informazioni … Dai che oggi non è questo il problema …”.

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