EDIZIONE STRAORDINARIA: ILVA, LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI TRANNE LE ECCEZIONI DI LEGGE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2012 @ 8:57 am

Detto altrimenti: per l’ILVA, e facciamola questa eccezione!

Ne abbiamo fatte tante di eccezioni … no al finanziamento ai partiti? E noi ci siamo inventati il rimborso delle spese elettorali non sostenute. Riunifichiamo tutte le gestioni in capo all’INPS? E noi ci siamo inventati le “gestioni separate”. Abbiamo detto che la legge è uguale per tutti? E noi ci siamo inventati i diritti acquisiti, quelli almeno non si toccano, la legge è uguale per tutti gli altri, quelli dei doveri acquisiti.

12.12.12: Il Brenta visto dalla Paganella. Da sinistra: Cima Tosa, Campanil Basso, Sentinella,  Campanil Alto, Sfulmini, Torre del Brenta e, all’estrema destra, Cima Brenta

Ora il GIP di Taranto non dissequestra i prodotti ILVA realizzati in contravvenzione dl sequestro degli impianti perché il decreto salva Ilva non può avere efficacia retroattiva. Ok, tutto esatto, il medico sta applicando le migliori regole della scienza medica ma … ma il malato sta morendo: 1400 operai a casa.

Anzi, mi è venuta un’idea: lo Stato espropri lo stabilimento ai proprietari e glie lo paghi. Come? Con  titoli del debito pubblico, “Serie Speciale Ilva Irredimibile 2%”. Quanto pagare? Il prezzo di mercato dedotto il risarcimento dei danni procurati a persone e cose (comprese le conseguenze dei provvedimenti giudiziari) e quanto sarà necessario per mettere a regime gli impianti e risanare l’ambiente.

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DEFICIT, AVANZO FINANZIARIO, DEBITO PUBBLICO, SPREAD, LA RANA NEL POZZO, LA QUESTIONE MORALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2012 @ 8:09 am

Detto altrimenti: per i non addetti ai lavori … e anche per qualche addetto, visto che da interviste TV abbiamo appreso che alcuni parlamentari confondono il deficit con il debito!

Premessa

Piero Calameadrei

Piero Calamandrei, insigne costituzionalista, per indicare come è necessario che ogni cittadino sia consapevole di ciò che accade nella vita pubblica, da buon toscanaccio qual era raccontava la seguente storiella: Una nave sta naufragando. Il capitano avverte i passeggeri. Uno, in particolare, gli risponde. “O che m’importa se la nave affonda:  un è mica mia!”

 Deficit e avanzo finanziario

Lo Stato non è una Società per Azioni, tecnicamente non redige un bilancio (quanto ha guadagnato o perso, la sutuazione del patrimonio attivo, cioè immobili, società, etc. –  e passivo, cioè debiti) ma un rendiconto finanziario: quante sono state le entrare e quante le uscite e qualè il livello del mio “patrimonio passivo” cioè dell’indebitamento. Se le entrate hanno superano le uscite, si ha un avanzo finanziario che può essere destinato alla riduzione del debito, al miglioramento dei servizi, ad investimenti. In caso contrario si incrementa ulteriormente l’indebitamento, si è costretti a ridurre i servizi, non si possono fare investimenti.

Debito pubblico

2.000 miliardi di euro. La mia calcolatrice dice che noi Italiani abbiamo un debito di 33.333 euro a testa, il che, moltiplicato per i 60 milioni che siamo, fa 2.000 miliardi di euro. Il conto torna. Il debito è stato contratto in tranche successive. Man mano che una tranche scade, o la rimborsiamo con fondi nostri (ma non abbiamo l’avanzo finanziario necessario) o la rinnoviamo ad un tasso inferiore, uguale o superiore. Nel frattempo paghiamo gli interessi su tutto il debito esistente.

Aggiudicato al 3,75%!

Come si rinnovano le tranche del debito? Attraverso le aste organizzate dal nostro Tesoro: Offro titoli di debito pubblico per 100 miliardi di euro al 3% scadenza a tre anni. Chi li compera? Io, ma voglio il 4%. Io li compero al 3,75% …. Nessuno offre di meno? Aggiudicato al signore al 3,75%.

Ma chi sono questi acquirenti? Per il 50% sono soggetti esteri: banche, fondi di investimento etc. Tuttavia sarebbe bene che oggi qualcuno lo dicesse con chiarezza a noi cittadini, mi dicesse cioè chi è il creditore dei miei 33.333 euro di debito, non vi pare?

Questa operazione la fanno tutti gli Stati europei. Lo Stato più credibile (Germania) riesce a piazzare i suoi titoli di debito al tasso più basso, che viene quindi preso come riferimento per tutti gli altri. Cioè, se la Germania piazza i suoi titoli al,’1% e noi i nostri al 4%, si dice che lo spread è di 300 “punti base”. Oggi noi siamo a 350, la Francia a 70!

Ora, qualcuno ieri ha affermato che lo spread è un trucco, non significa nulla, che è un gioco politico della Germania. Bene. Costui mi dovrebbe spiegare come si fa a prescindere dalla necessità di rinnovare i debiti in scadenza mantenendo i tassi di rendimento (rendimento per chi compera i nostri debiti) entro livelli che consentano al nostro Tesoro di pagare gli interessi dovuti. Simulator et dissimulator omnium rerum … tornerebbe a dire Cicerone …

Tornare alla lira? Uscire dall’Euro? Chiudersi in se stessi? Sarebbe la fine. Riporto qui una favoletta indiana.  Una rana è nata ed ha sempre vissuto nel fondo di un pozzo, il cui diametro è di circa due metri. Un giorno la nostra ranocchia riceve la visita di un’altra rana proveniente da un grande lago. La visitatrice, arrivata in fondo al pozzo, si presenta e dichiara la propria origine e provenienza. La nostra le chiede quanto sia grande il suo lago, forse così? E traccia sull’acqua un cerchietto di 20 cm. di diametro. No, più grande, dice l’altra. La prima rana traccia allora un secondo cerchio, di 40 cm. di diametro. Forse così? No, più grande! Ed ecco la nostra ranocchia tracciare un terzo cerchio, questa volta proprio adiacente alle pareti del pozzo, sicura di avere indovinato la dimensione del lago. Così? Chiede. No. Molto più grande, risponde la nuova arrivata. La prima rana si offende, si arrabbia. Mi prendi in giro? Volta le spalle alla compagna e non le rivolge più la parola (Tiziano Terzani, “Un altro giro di giostra”, Longanesi 2006, pag. 158). Ma l’altra rana, quella del lago, risponde:  Eh no, caro il mio ranocchio, sai cosa ti dico? Resta pure nel tuo pozzo. Io voglio tornare nel mio grande lago, a vivere e confrontarmi con tutte le altre rane che vivono in quel grande spazio ricco di diversità, di dialogo, di confronto, di crescita e di libertà.

 La Questione Morale

Uno scandalo al giorno leva la credibilità di torno. Al momento di “andare in macchina” si apprende dai media che CL è indagata per reati fiscali-finanziari. Ne deduco una conseguenza ovvia. Ovvia, vorrete scusarmi, ma ormai ciò che possiamo dirci è solo e completamente ovvio, quindi o stiamo zitti o, se parliamo, diciamo necessariamente cose ovvie: lo scandalo, gli scandali non sono una eccezione, ma la regola. L’Italia è un paese ricco e capace che rischia la distruzione a causa degli scandali. La Questione da affrontare non è quella Meridionale o Settentrionale, ma quella Morale. E alla svelta!

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DUE IDEE PER IL DEBITO PUBBLICO E PER LA BENZINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2012 @ 7:03 am

Detto altrimenti: multa paucis, proviamo a dire cose molto importanti con poche parole

Debito pubblico

Nel 1935, in piena crisi economica dovuta al tracollo di borsa del 1929 (provocato, anche in quel caso, dalle speculazioni di banche e Finanziarie), l’Italia prese un provvedimento eccezionale che ebbe un grande successo: l’emissione di un prestito irredimibile (cioè senza obbligo di rimborso), che pagava ai possessori una rendita perpetua del 5%. La partecipazione fu imponente e l’emissione ebbe un grande successo: molti erano interessati ad avere una rendita fissa e sicura, anche rinunciando al rimborso diretto del capitale da parte del debitore originario (capitale che però si poteva agevolmente ricuperare in borsa, vendendo le proprie obbligazioni). Si tratterebbe di una ristrutturazione del debito che non comporterebbe alcuno svantaggio per i creditori, ma offrirebbe loro una ulteriore possibilità di scelta. Tecnicamente si chiama swap, scambio di un (capitale + rendita) con una rendita. Why not?

Benzina

Sciopero dei benzinai. Loro hanno un margine fisso su ogni litro venduto. Il prezzo sale, la crisi sale, i consumi scendono. Il loro guadagno scende. Il contratto non viene rinnovato. Loro scioperano. E noi? Proviamo a non comperare più benzina presso i distributori delle due principali marche (che non nomino a bella posta). Le due grandi marche vedrebbero ridursi drasticamente le vendite e abbasserebbero il prezzo, seguite in ciò da tutte le altre. Quanto meno avremmo smosso le acque. Why not?

Fine

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S. NATALE 2012 – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2012 @ 7:00 am

Detto altrimenti: ieri ho addobbato l’albero, ho fatto il Presepe, ma la mia mente era altrove … che questo sia un Natale contro tutte le guerre e le violenze d’ogni tipo: Siria, Palestina, Africa, …

Amici, mai come quest’anno sento il Natale per quello che è, per quello che deve essere e cioè un “Natale per gli Altri”. Ed allora ho ripescato una mia vecchia poesia che avevo scritto un altro Natale al ritorno dalla Bosnia subito dopo la “loro” guerra … tutta in minuscolo, senza punteggiatura … capirete … il protagonista non ne ha avuto il tempo … vorrete scusarlo …

Fiumi di Bosnia, come la guerra … senza argini

la testa schiacciata
la bocca ricolma
di sangue e sudore
nessuno richiude la mia ferita
di luce
del giorno che fugge
nemici colpiscon da terra
amici dal cielo
vicino al mio viso
un’ape
senza ricordi
che altri le possan rubare
sugge il suo fiore
respiro il sapore
di guerra
è freddo
il cuscino di terra
mi copre soltanto
la voglia del tempo
diversa
un’ape d’acciaio
precipita al suolo
un miele che incendia
svanisce il frastuono
…
no … non cambiate canale
…
è Natale
…
perdono
chi ha regalato
gioielli di piombo e di fuoco
ad un corpo
ormai di nessuno
ed esco di scena
in fretta
in silenzio
da solo

 

rl

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S. NATALE 2012 – 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2012 @ 6:36 am

Detto altrimenti: ieri ho addobbato l’albero, ho fatto il Presepe, ma la mia mente era altrove …

 

E gli Altri?

E’ solo per caso che vivi
in questa tua piccola
ingiusta
riserva di gioia
che invano
a te stesso
vorresti celare.

E gli Altri
innalzano voci
a incidere il marmo
di un mondo
che ha chiuso le porte
per non farli entrare.

E gli Altri
percorrono tristi
usuali rotte di morte
e dolore
insieme a speranze
lacerate da scogli
che strappan dal cuore
brandelli di fede
e futuro.

E gli Altri
(son tanti)
seguono muti la traccia
di chi li precede
e guardano avanti …
… ben oltre quel liquido muro.

Il tuo sguardo li vede
e subito tendi la mano
a chi ti è vicino
e un poco lo aiuti
nel suo lungo
assetato
cammino …

… e gli Altri? A quale destino?

 

rl

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CASTIGAT RIDENDO MORES (fra chi indovina la traduzione sarà sorteggiato un vocabolarietto tascabile latino-italiano). Ma nel frattempo, che dire? Che fare?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2012 @ 1:12 pm

Detto altrimenti: non ci resta che la comunicazione, la communis actio, l’azione comune. Che poi tutto inizia dalla reciproca informazione … io provo a raccontarvi ciò che sento. Voi commentate, rispondete: dalla reciproca informazione nascerà la comunicazione, l’azione comune  …

… l’azione comune per il bene comune. Comunicazione intesa come scambio di idee, di pareri, io parlo tu ascolti; tu parli io ascolto. Ragioniamo. Usiamo le parole con estrema precisione (le parole sono pietre, firmato Don Milani). Usiamo il tono giusto. Senza enfasi. Senza supponenza. Senza alzare la voce. Con ragionevolezza, con scientificità. “Oggi piove” dice uno. E l’altro” No, oggi è martedì, ho ragione io!” Ecco un esempio da non imitare.

Io parlo, nessuno ascolta. Corsera odierno, prima pagina. Parlamento della Regione Lombardia. Uno parla. Molte sedie vuote. Le sedie occupate telefonano, giocano con il computer, leggono. Nessuna sedia ascolta.

La Res Publica, la Cosa Pubblica, la Nostra Cosa (non Cosa Nostra, per carità, non confondiamo il diavolo con l’acqua santa!), anzi, diciamo meglio, la Casa Pubblica, la Nostra Casa Pubblica si basa, fra l’altro, sulla separazionee dei poteri. Ma se le leggi fa il Governo, cosa fa il Parlamento? Ah, dimenticavo, il Parlamento fa le leggi che stabiliscono il proprio stipendio. Separazione dei poteri nel senso che voi due, voi, si, voi due, avete capito benissimo, gli altri due poteri dello Stato, siate separati, nel senso … lontani da noi, che noi lo stipendio ce lo fissiamo da soli!

Ecco, il Parlamento, i rappresentanti del popolo … nominati dai capi partito! Ecco dove va a finire il “senza vincolo di mandato”, nel senso che i Parlamentari non sono vincolato dal mandato dell’elettore. Non da quello … intendiamoci, da quello no, no …

Una vecchia canzone: “Le sedie vuote, io vedo intorno a me, ma non importa, stipendio ognuno avrà …”

Il Parlamento, dove uno  “parla” e  dove pochi ascoltano. E allora, cosa si parla a fare? Sembra di poter dire: l’importante è esserci quando si deve votare. Soprattutto se sono parlamentare e anche  organo di governo: devo corerre a votare la fiducia a me stesso! E’ successo! E come votare? Il come me lo dice chi mi ha “assunto”: il capo partito, cioè chi mi dà e mi fa dare lo stipendio, la buonuscita, la pensione, i benefit per me e per i miei familiari, hai visto mai che si debbano curare i denti … Bene, allora cambiamogli nome al Parlamento: chiamiamolo Pagamento, il Pagamento Italiano.

Ogni giorno uno scandalo. Uno scandalo al giorno toglie il benessere di torno. Il benessere di tutti, il futuro di tutti.  Ma come è possibile? Qualche cosa nel sistema Italia non funziona. Le leggi son, ma chi pon mano ad esse? (fra chi indovina l’autore di questo endecasillabo verrà sorteggiata una copia in edizione economica della Divina Commedia). Esiste l’evasione fiscale. Esiste l’’elusione fiscale. Esiste la violazione della legge. Facciamo esistere anche l’elusione della legge. Un nuovo reato, non soggetto a prescrizione.

 Discesa in campo: l’Europa non ha il diritto di commentare?

Maccome? Se il nostro Paese interrompe una sua politica europeista ed europea, se va male e se crea un forte danno a tutta l’Europa,  l’Europa deve stare zitta? Non possiamo pretendere di essere autoreferenziali ed allo stesso tempo dichiararci europeisti. Aut – aut, o l’una o l’altra. Tertium non datur.

Europa? Taluno afferma: “Gli Italiani non vogliono che l’Europa decida per loro”. Io non mi sento rappresentato da chi si esprime così. Infatti io voglio che l’Italia continui a contribuire alla formazione di regole europee che poi io stesso voglio che siano rispettate da tutti,  anche da me,  in quanto io, come Cittadino Europeo, ho contribuito – insieme ai miei colleghi Cittadini d’Europa – a stabilirle.

 Inserto speciale: Litizzetto Affair

L.uciana Litizzetto. Nella sostanza dice le stesse cose di Report …

La Litizzetto, che scandalo! Ha detto una parolaccia in prima serata! Ha detto che il comportamento di certa politica avrebbe turbato noi tutti sino all’inverosimile, sino ad un punto di non sopportabilità, avendo “rotto” le nostre difese intese come “capacità di ricevere, senza subire danni, ulteriori oltraggi”. Solo che ha utilizzato un’espressione popolare, volgare, la quale fa riferimento ad una certa parte anatomica maschile. Che scandalo! Insorgiamo, Associazioni delle Famiglie, insorgiamo! Giusto.

Tuttavia quale maggiore scandalo è quello di chi “scandalizza i giovani” con esempi di amoralità e rubando loro il futuro? Lo scandalo di chi sta riducendo la nostra Italia a livello di un Paese a noi vicino anche culturalmente, che non nomino per rispetto delle sue sofferenze attuali? Quanto di più dobbiamo insorgere per questo scandalo!

 Ecco, io ho sempre insistito sulla necessità di rivedere l’ordine delle priorità. Un esempio: a mio sommesso avviso le necessità degli esodati, dei disoccupati e dei giovani precari vengono ben prima del TAV e dei 90 cacciabombardieri F 35 da 100 milioni di euro cadauno. Ed allora, anche quanto agli scandali, scandalizziamoci con ordine, secondo un ordine, secondo l’ordine di importanza, secondo una priorità riscritta alla luce del peso specifico di ciascuno. Quello della Litizzetto, lo metterei in coda all’elenco.

Infatti, all’umidità pensiamo dopo. Cosa significa questa espressione? Ecco qua, ve la racconto subito: c’era un  tale che aveva la casa allagata da tre metri d’acqua e fango. Arrivano i pompieri e lui indica loro una macchia di umidità sul soffitto: ecco vedete, bisogna rimediare a quella infiltrazione lassù che mi arriva da parte dell’appartamento del mio vicino di casa del piano di sopra. “All’umidità pensiamo dopo”, gli risponde il Capo Pompiere. Ed inizia a liberare la casa dai tre metri di acqua e fango.

Il popolo dei presenti alle dichiarazioni della Litizzetto le ha reso una standig ovation: Vox populi, vox dei. Anche nostro Signore ha scacciato i mercanti dal tempio. E noi, scacciamo i mercanti delle nostre vite dal Tempio da loro profanato, quello della Politica con la P maiuscola, quello della Politica che si preoccupa del bene comune. Non certo quella che si preoccupa solo “del proprio interesse personale mentre la casa brucia” per dirla con il cardinale Bagnasco.

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… CHE LIBIDO FE’ LICITA IN SUA LEGGE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2012 @ 7:52 am

Detto altrimenti: moralità, immoralità, amoralità. Ovvero “della incandidabilità”. Oggi scrivo a ruota libera … dai … quelli troppo bravi, troppo misurati, troppo controllati … sai cheppallle!

La “legge” morale è insita nell’uomo da sempre. Qualcuno ce l’ha messa. Il re Hammurabi se ne era accorto e aveva stabilito “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Fai agli altri ciò che vuoi sia fatto a te”. Vi ricorda niente questa regoletta? L’uomo l’ha “scoperta” come esistente ed ha cercato di applicarla e farla applicare. L’uomo ha capito “come” funziona la legge morale. Solo chi ha fede ha capito “perché” questa legge funziona così.

Anche le “leggi” della fisica esistono da sempre “dassè” (toscanismo: per conto loro, da loro stesse, autonomamente). L’uomo (la scienza) si è limitato a scoprirle, a capire “come” funzionano. A capire che se abbandoni un oggetto dalla cima della Torre di Pisa, l’oggetto cade verso il basso e non verso l’alto (l’hanno chiamata “forza di gravità”). Nessuno, nemmeno i più famosi scienziati, ha capito “perché” un oggetto cade verso il basso e non verso l’alto. A meno di avere fede. I want to know God’s though. The rest are details. Voglio capire il pensiero di Dio. Il resto sono dettagli, diceva tale Einstein.

Tutti cerchiamo di capire “come” vogliamo vivere. Solo pochi “per cosa” vivere, cioè “perché” viviamo. Perché, per che, per che cosa, per cosa, a qual fine vivere. Don Marcello Farina dice: viviamo per donare  e quindi, aggiungo io,  quanto meno per non rubare.

“Innanzi tutto devi essere onesto. E poi devi anche apparire onesto”. Nemmeno un filo d’erba (sic) devi toccare, se è di un’altra persona!”. Così mi insegnava mia mamma. E oggi cosa avviene? Vediamo insieme le diverse ipotesi:

 Moralità

Tizio non ruba perché sa che ciò è male

 Immoralità

Tizio non ruba perché teme di essere scoperto
Tizio ruba sapendo che ciò che fa è male

Amoralità

Tizio non ruba perché
• non ne ha l’occasione.
• è certo di essere scoperto.
Tizio ruba perchè
• ne ha l’occasione (la quale, come si sa, “fa l’uomo ladro”)
• potendo, sarebbe sciocco non approfittarne
• così si vive meglio
• così fan tutti
• chi ci riesce viene ammirato
• tanto se non lo faccio io lo fanno gli altri
• che male c’è?
• tanto, se “rubo poco”, posso sempre essere candidato ed eventualmente eletto al Parlamento.

Ecco, l’onestà “misurata”. Fino a qui, puoi arrivare. Dopo scatta la “disonestà”. L’immoralità “a peso” è diventata amoralità. Quanta ne vuole? E’ un po’ più di due anni (di carcere), lascio? No, per favore, non oltre i due anni, grazie (ecco, questa,  a mio avviso, è amoralità! N.d.r.)

Pensieri in libertà, la mattina presto. Il “dosaggio” dell’onestà mi richiama alla mente quando da ragazzini sentivi un tuo compagno dire “Ho studiato da sei”. Ma allora avevamo sette anni o giù di lì … allora, erano gli anni ’50, quando si fumava nei locali pubblici ed tu, bambino, ne uscivi con un mal di testa e di stomaco feroce (inizio di avvelenamento da fumo passivo); quando c’erano aperte le case chiuse ma tu non hai fatto in tempo; quando nei cinema parrocchiali s’applaudiva all’arrivo dei “nostri”, dei “buoni” (cavalleria USA) che sciabolavano i “cattivi” (gli indiani che cercavano di difendere i loro pascoli a la loro cultura dall’avanzare della “civiltà”); quando se ti toccavi ti veniva “il male della pietra” e andavi all’inferno; quando “quelli sono ricchi: hanno la macchina”; etc.

Ma oggi, via, siamo progrediti, moralmente come finanziariamente: eravamo sull’orlo del baratro ma possiamo dire di … aver fatto un passo avanti! Tutto sta a vedere in quale direzione!

Allora, ricapitoliamo: se sei onesto fino a due anni di carcere, puoi essere candidato ed eletto (anzi: nominato dal tuo capo partito) al Parlamento. Anzi, sapete cosa vi dico? In tempi difficili, in tempo di guerra, dicevano che non è un vero soldato, un vero uomo, chi non si fosse beccato almeno una pallottola, una ferita, non necessariamente grave, ma che almeno avesse provato di sapere superar quel momento. Per lo stesso principio, negli USA, un manager che avesse superato un fallimento proprio, cioè una “pausa di riflessione” nella sua carriera, veniva maggiormente valutato, come manager che sa superare grandi difficoltà. Ed allora, questa regoletta della incandidabilità (rectius, della innominabilità), rovesciamola, aggiorniamola. Suonerebbe così: “Può essere candidato al Parlamento (ops …, scusate, può essere nominato dal suo capo partito) solo chi abbia riportato almeno una condanna passata in giudicato comportante una pena non inferiore ad un anno e non superiore a due”.

E chi non ha questi requisiti? Resta “Innominato”, come quello del Manzoni. Vedete bene che poi alla fin fine non avremmo inventato nulla … l’aveva capito già quel nostro Don Lisander … si, l’autore di quel romanzetto ove di parla di promessi sposi …

Ed allora, ci voleva tanto, mi domando?

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GOVERNO MONTI SFIDUCIATO. PERCHE’ QUESTO STRAPPO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Dicembre, 2012 @ 8:17 am

Detto altrimenti: Cui bono? Cui prodest? A chi giova? Si sarebbe andati a votare a marzo. Ora si andrà a febbraio. Ma allora, valeva la pena di armare questo ambaradan?

Amba Aradam è un villaggio che si trova presso un’amba, rilievo montuoso situato a sud di Macallè e 100 km a nord di Addis Abeba (Etiopia), nella zona del Debra Behan. Il monte è noto principalmente per l’omonima battaglia che le truppe italiane guidate da Filiberto di Savoia-Genova, duca di Pistoia, combatterono per conquistarla il 15 febbraio 1936. Gli eventi accaduti in questa località hanno originato il termine italiano ambaradn. Significa confusione, impresa complessa, non comprensibile. Nella battaglia dell’Amba Aradam gli italiani si allearono con tribù locali, a loro volta alleate con il nemico, e nello scontro si creò una tale confusione per cui nessuno alla fine era in grado di capire chi combatteva contro chi. Perdite: noi, 700 uomini. Loro,  20.000. Una strage.

Comunque, amici, il fatto che la sede dell’INPS a Roma sia in Via dell’Amba Aradam è solo un caso, una pura combinazione, non vuol dire niente, veramente, non c’è di che preoccuparsi, vi assicuro … state tranquilli!

Sono andato dal parrucchiere … avevo i capelli lunghi. Il registratorino in tasca. Silenzioso, efficace. Registro la conversazione di un cliente con il suo vicino.

Cliente “A”: Forse qualcuno ha voluto intervenire a gamba tesa in questo momento per potersi accreditare come promettitore ufficiale: vi prometto che non accorperò le provincie, che non licenzierò 250.000 precari della pubblica amministrazione, che ridurrò le tasse, che tanto poiché sto impedendo l’abolizione del porcellum i parlamentari li nomino io e loro faranno quello che dico io, ve lo prometto.

Io taccio e penso (il mio registratore è un modello speciale: registra anche i pensieri): il partito che ha votato 52 volte la fiducia al governo Monti oggi, per voce del suo padrone, sconfessa la politica di quello stesso governo. E chi ha governato nei 18 anni precedenti, oggi accusa il governo Monti (13 mesi di governo) di essere responsabile degli “indici economici negativi” del paese. E poi, anche la Chiesa ha preso posizione: il Cardinale Bagnasco afferma che è da irresponsabili vanificare gli sforzi sino a qui fatti solo per salvare se stessi.

Cliente “B”:  … certo però che anche tutte queste tasse … una svolta ci vorrebbe proprio …

Cliente “A” (rivolto al titolare che lo stava servendo): … no, grazie … la sfumatura va bene così. Rivolto al cliente “B”: Cosa stava dicendo? Una svolta? Ma se stiamo correndo su di un rettilineo fiancheggiato da due precipizi, se si svolta si cade nel burrone … no, grazie, niente profumo. ….. Quanto devo?

Cliente “B” (rivolto al garzone del titolare che lo stava servendo): va bene così, grazie, quanto devo?

I clienti “A” e “B” escono. Io cerco di provocare il titolare:  Ha sentito? Lei cosa ne pensa?

Titolare: Mah, non si capisce più niente … certo che la politica è una cosa incomprensibile …  sono tempi difficili …  guardi un po’ cosa succedendo … chi l’avrebbe detto … ogni giorno ce n’è una … non si sa più cosa pensare … a chi credere …   io sono arrivato ad una conclusione: non me ne voglio più occupare, penso agli affari miei e basta.

Io taccio e penso:  Ho capito, qui si lavora, non si fa politica. Dove avevo già letto questa frase? Mi verrà in mente. “Quanto devo?” Pago ed esco. Ho meno capelli in testa. Mi pare che il cervello si ossigeni di più, funzioni meglio: infatti mi viene subito alla mente dove avevo letto quella frase: su un edificio d’epoca fascista, una fabbrica di quel periodo … Passeggio e rifletto: il capriccio di una persona fa alzare lo spread che fa alzare le tasse  che fa diminuire il mio tenore di vita … ma cosa sto dicendo? Che mala lingua che sono!

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UN POST NON PREPARATO: Il CORO “AMICIZIA” DI VOLANO (Trento)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2012 @ 9:40 pm

Detto altrimenti: inaspettatamente, oggi pomeriggio, alla S. Messa al Santuario delle Grazie, in Arco …

Avvento. Il Santuario è sempre molto frequentato, sarà sicuramente per la devozione alla Madonna, e poi per la simpatia dei Frati Francescani, forse anche un po’ per l’ampio posteggio, motivi spirituali e laici concorrono a richiamare i fedeli. Oggi, un regalo. Durante la Messa (ma soprattutto dopo) un coro, il “Coro Amicizia Volano” di Volano, appunto, un paese della sinistra Adige, poco a nord di Rovereto, ha regalato a tutti noi momenti di elevazione spirituale e musicale. Non ero preparato per una recensione. Qualche foto con il telefonino e niente di più. Ma ho sentito il bisogno – anche per questa via – di ringraziare il Direttore del Coro, Maestro Tarcisio Tovazzi (Direttore operativo alla pianola) tutti i coristi e i Frati di questo grande regalo che ci hanno offerto.

Il momento ha interrotto una giornata per altro assolutamente “tesa” per la imminente crisi di governo. Non voglio mescolare il sacro con il profano, ma le due cose mi sono cascate addosso tra capo e collo proprio oggi, nello stesso giorno. E mentre il coro intona  “luce dona alle menti, pace infondi nei cuor” pare che in alcune menti la luce proprio non riesca ad arrivare … e conseguentemente ciò impedisce alla pace di essere infusa nel nostro cuore.

Ma restiamo in argomento. Il repertorio. Nuovo, in buona parte, almeno per me. Internazionale, ad esempio con canti peruviani (Cancion de cuna), argentino (El Nascimiento).  Ottime le voci soliste, maschili e femminili. La direzione, poi, fatta con il cuore! Preannunciata dall’esigenza di non applaudire l’esecuzione del canto precedente, dal silenzio emerge Stille Nacth: in tedesco e in italiano. E qui i brividi e le lacrime hanno assalito tutto l’uditorio. Io poi ho ripensato ad una poesia, al S. Ambrogio del Giusti, là dove si racconta del canto che ha invaso la Chiesa, alla struggente malinconia, alla “nostalgia”, al dolore-desiderio del ritorno. Ritorno a casa per i soldati austriaci di stanza nella ostile occupata Milano, ritorno alla serietà, alla responsabilità, alla speranza di un futuro per tutti noi.

Quale contrasto, fra l’impegno, la delicatezza, il dono che il Coro ci ha fatto e le notizie della e dalla politica. Due mondi. Uno, tutto sensibilità, dedizione, attenzione al “bene comune”, bene comune fatto anche del regalo di una armonia che da esteriore diventa anche interiore. L’altro mondo, fatto di irresponsabilità e  violenza. Violenza alle parole ed alle persone. Alle parole. Mi piace ricordare Don Milani: “le parole sono pietre”. E le parole dei canti del coro sono pietre su cui fondare la nostra Ri-Nascita Natalizia: un Natale che sia la Ri-Nascita non solo del Bambinello, ma della Coscienza e della Speranza in ognuno di noi. Le altre, quelle “politiche” sono pietre scagliate contro  questa Ri-Nascita.

Termino ringraziando ancora una volta gli organizzatori e gli esecutori del Concerto, complimentamdomi per la qualità dell’esecuzione ed augurando a tutti Buona Ri-Nascita.

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ADDIO MONTI: COMMENTI SENTITI AL BAR

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2012 @ 3:28 pm

Detto altrimenti: in genere io non frequento i bar … ma stavo aspettando che il meccanico riparasse la mia auto e fuori faceva tanto freddo …

L’ “addio monti” manzoniano

Scendevo da Tione verso Trento. Improvvisamente è scomparso il pedale della frizione! Mi dico: non è possibile che la mia auto, improvvisamente, si sia dotata di un cambio automatico! (Poi mi hanno detto che si era semplicemente sganciata l’asticella metallica di collegamento del pedale alle pompette idrauliche che azionano il meccanismo). Fatto sta che essendo in pianura e poi in discesa, senza traffico, sono riuscito ad arrivare fino al paese di Sarche e a consegnare l’auto ad un meccanico che me la avrebbe poi restituita dopo un paio d’ore. Che fare? Un bel bar, caldo e accogliente, mi ha convinto. Mi siedo, un caffè, il giornale. In tasca ho il mio piccolo registratore portatile, non si sa mai … noi “blogger” è bene che si stia su con le “recie” (orecchie) per ogni occasione. E così è stato. Vicino a me alcuni avventori parlano dell’ “Addio Monti”. Tomo tomo, chito chito (per dirla con Totò) accendo il registratore e faccio finta di leggere il giornale.

 Avventore “A” – Per me erano d’accordo. Monti vuole entrare in politica, ma fino a quando era Presidente del Consiglio gli era difficile farlo, senza fare arrabbiare Napolitano. Allora ha detto a Passera: dillo tu a quello là che se si ricandida fa un gran male al Paese. Lui si arrabbia, ci minaccia ed io – molto dignitosamente – mi dimetto e ho le mani libere per entrare in politica.

Avventore “B”- Ma no … cosa dici!? E’ stata un’iniziativa di Passera … è un uomo che ha un passato importante, non si lascia fare le critiche gli ha fatto quell’altro … ha agito d’impulso all’insaputa di Monti … Io credo che poi Monti gli abbia dato una bella strigliata a quattr’occhi … E poi savè putei, a vardar bene le robe, la reazione l’è stata una  iniziativa di Albano … o Alfano, com’è che se ciama quel li?

Avventore “A” – Teoricamente potrebbe anche essere andata come dici tu, ma io credo che nulla accada per caso … Solo che no l’è stà n’idea de Alfan, che quel lì gli fa dire quel che vol lu, el so’ capo … intendo …

Avventore “C” – Ecco qui due statisti … ma che credete, di poterla capire voi due la politica? Quelli vivono in un altro mondo … Perchè forse quel che lo fa cadere ‘sto governo lo fa proprio perchè vuole cavalcare lo scontento dei provvedimenti antipopolari di Monti per riprendere quota … non l’è un proporre qualcos, ma un cavalcare qualcos.… Savè putei (sapete ragazzi) come che la penso io? Che noi non riusciremo mai a capire come che l’è nada veramente.

Avventore “B” (rivolto a “C”) – Toi (esclamazione trentina per richiamare l’attenzione di una persona, equivalente al “uei ragazzo”) Toi, ma se ragioniamo così cosa diventiamo, pecore rinunciatarie?

Avventore “C” – No, non pecore, ma io il voto a ‘sta gente non ci vado a darlo, a nessuni (nessuni, plurale di nessuno).

Avventore “A” (rivolto a “C”) – Bravo mona (espressione dialettale per “stupidello”), a far così fai il loro gioco. Bisogna anarghe a votare, altro che! E dire quello che si pensa, senza paura. Ne abbiamo passate di pezo (peggio) e ne sem uscidi fora di sti anni … (e ne siamo usciti fuori negli anni passati).

Avventore “C” – Putei, dai che nem, dovem arivar ‘n Val de Non … e za che ghe sem, bevè qualcos voialtri?

Avventori “A, B” all’unisono: Non avem sete.

Avventore “C” – Ma pagi mi (ma pago io).

Avventori “A, B” all’unisono (rivolti ad “A”): Toi, avevem sete e nol savevem! (Guarda un po,’ avevamo sete e non lo sapevamo!): cameriere, do birete! (due birre piccole!)

Fine. Cosa ho dedotto da tutto quanto sopra? Che i tre signori erano Nonesi, “sendo che” i Nonesi sono famosi per la loro “parsimonia”.

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