FINANZA PUBBLICA E PRIVATA : ITALIA (UE, MONDO)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2021 @ 6:56 am(Valori in miliardi di Euro: i dati che riporto NON sono aggiornati, ma il loro ordine di grandezza è corretto)
Italia
– La ricchezza finanziaria privata è calcolata in 4700, di cui circa un terzo nei depositi bancari.
– Il PIL è pari a circa 1600.
– Il debito pubblico è pari a circa 2700.
– Il flusso di interessi corrisposti annualmente è pari a circa 54.
– I titoli di debito in scadenza ogni anno sono pari a circa 400.

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Noi oggi ci “possiamo permettere” di restituire ogni anno questi 400 in gran parte con rinnovo di altri debiti oltre una parte aggiuntiva di debito che va ad accrescere il debito pubblico.
E allora …. proviamo a sostituire il flusso dei 400 con il flusso dei rendimenti di Titoli Irredimibili Rendita non di debito: diminuirà il debito, aumemterà la disponibilità finanzaria.
E quando ci saremo rimessi in carreggiata, il Tesoro potrà esercitare l’opzione di riacquisto e dopo avere frenato il flusso delle restituzioni delle quote capitale, potrà regolare il flusso degli interessi da corrispondere.
L’operazione potrebbe essere ripetatua livello UE e oltre.
E se mi sbaglio, mi corigerete.
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GRAECIA CAPTA FERUM VICTOREM CEPIT
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2021 @ 6:33 amSi disse così ad indicare come la Grecia, conquistata militarmente dai Romani, a sua volta “conquistò” il feroce vincitore con la propria cultura, a cominciare dalla filosofia. Questa immagine mi è venuta in mente nel veder come dall’Africa stanno arrivando in Europa le mutazioni del Covid. Il sud del mondo, in particolare l’Africa.
Ci abbiamo fatto di tutto e di più: imperialismo, schiavismo, razzismo, depauperamento delle risorse naturali, vendita di armi e quindi guerre: solo per citare cinque “regali” che noi, popoli e governi “civili” abbiamo elargito a piene mani agli Africani.
In sintesi: abbiamo sfruttato e impoverito l’Africa sotto ogni profilo, altro che “esportare la democrazia e la civiltà”! Leggete i due libri che cito, tanto per iniziare a farvi una cultura sulla materia.
Ed ora in una Terra impoverita prosperano le varianti del Covid, ad iniziare dal Sud Africa, paese nel quale la durata media della vita è di 25 anni.
E noi popoli civili ci risiamo: divieti, greepass, lockdown. Quo usque tandem? Fino a quando potremo permetterci di fermare la corsa della nostra economia e del nostro vivere di relazioni?
Dobbiamo “risalire” il corso della storia e investire in Africa e in genere nel sud del mondo. Dove prendere le risorse per fare ciò? Dal mio post precedente.


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COVID VARIANTE OMEGA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2021 @ 6:29 amCHRISTINE LAGARDE DA FAZIO”Dobbiano vaccinare l’Africa”.
PROF. BURIONI DA FAZIO”La vita media in Sud Africa è di 25 anni”.
Cosa aspettiamo a etichettare come “normalità” il susseguirsi delle varianti? Cosa aspettiamo a rendere obbligatoria la vaccinazione, così come è obbligatorio avere la patente per l’auto o il porto d’armi? Cosa aspettiamo a fermare il virus alla fonte?
Io non sono un virologo ma solo uno che ha lavorato come capo azienda, come capo di settori finanziari di ogni dimensione e so che per fare qualsiasi cosa occorrono denari. L’UE e l’Italia devono convogliare volontariamente le ricchissime disponibilità finanziarie private italiane (4700 mildi!) ed estere ( …? …) verso il settore pubblico per effettuare investimenti e iniziative ben al di là dei livelli consentiti dai fondi del PNRR. (200-300 mildi).
Anche per restituire al Sud del Mondo almeno di parte di quello che gli abbiamo sottratto nei secoli con il colonialismo. A cominciare con la sua vaccinazione.
Io sostengo la necessità di emettere Titoli Pubblici Irredimibili di Rendita non di Debito (v. molti miei precedenti post) a livello Italia e ora -udite udite! – anche UE.
E se mi sbaglio mi corigerete.
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ACCADEMIA DELLE MUSE – NATALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2021 @ 9:46 am
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L’AVVOCATO MISTERIOSO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Novembre, 2021 @ 9:05 amBruno è bello e di gentile aspetto
ma il su’ cervello un colpo avea ferito
tal che a politicar prese diletto
sanza ciò che dicea, aver capito.
Seguì rapito in ciel le cinque stelle
che pareano condurlo all’infinito
poter di manovrar grande tesoro
che l’europea union a lor donava
per regalar a ognun ugual ristoro.
Ma lui creò la banda che rubava
a destra a manca e con le rotelle
facendo dell’ agir la gente schiava
di chi ne combinava delle belle.
Ma ecco che da la città del Fiore
venne quel tal e rompergli la pelle
smorzando del suo agir ogn’altro ardore.
Mut’ora egl’è silente è rattristato
vivendo in solitudo il su’ dolore
a ripensar fra sé dov’ha sbagliato.
Riccardante Lucattieri
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LETTERA APERTA AL COMUNE DI TRENTO – INCIDENTE NELLA PISTA CICLOPEDONALE LUNGO IL FERSINA – L’Adige, 23.11.21 pagg. 1 e 17: “Travolta da una bici: gravissima”.
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2021 @ 7:56 amSono un ciclista urbano ed extraurbano iscritto alla FIAB Trento. Percorro circa 5000 km all’anno, transito molto frequentemente su questa pista ciclopedonale per raggiungere le piste ciclopedonali della Valle dell’Adige.

Già da anni stavo intervenendo presso il Comune in merito alla sicurezza su questa pista ciclopedonale. Grazie ad un sopralluogo effettato con l’allora Consigliere Comunale Paolo Castelli sono riuscito a far collocare una ringhiera della giusta (maggiore) altezza nel tratto di pista solo ciclabile che scorre esattamente “sopra” la Via Cauriol. Infatti quel tratto era molto pericoloso, in quanto pur essendo esclusivamente ciclabile, era (ed è!) illecitamente frequentato anche da pedoni con cagnolini, bimbi in biciclettina, per cui se un ciclista (soprattutto se su bici da corsa, con i piedi bloccati sui pedali) fosse staro urtato e avesse sbandato contro la precedente ringhiera (molto bassa), sarebbe precipitato nella sottostante Via Cauriol con un volo di 6-7 metri.
In merito al grave incidente di cui al titolo, mi permetto di sottoporre all’attenzione di chi legge alcune sottolineature:
1) “Il pedone ha la precedenza, in più è stato investito alle spalle”, quindi la colpa è del ciclista. Sono d’accordo, ma questa soluzione, pur corretta, è semplicistica e insufficiente. Infatti …
2) … manca in generale una segnaletica che ricordi a ciclisti e pedoni le principali regole da rispettare (con le relative sanzioni) nell’utilizzo di una pista ciclopedonale: “pedoni a sinistra al massimo affiancati in coppia; ciclisti: moderare la velocità e usare il segnale sonoro”;
3) in particolare nel tratto del sottopasso dove è avvenuto l’investimento, sarebbe stato necessario imporre che i ciclisti conducessero le bici a mano;
4) occorre estendere il servizio della Polizia Locale in bicicletta dall’area cittadina alle piste ciclopedonali del Comune, anche esterne al centro abitato.
Io stesso, nel percorrere quel tratto di pista ciclopedonale, mi sono dovuto fermare in quanto ritenevo pericoloso cercare di superare pedoni che procedevano al centro della pista: se avessi suonato con il campanello, i pedoni si darebbero spostati a destra o a sinistra? Una volta che ho cercato di spiegare molto garbatamente questo aspetto del problema, una gentile “signora”, con un gesto molto eloquente di un suo dito, mi ha invitato ad andare … altrove: “I pedoni hanno la precedenza!
”Concludo: si sta lavorando molto per aumentare le pista ciclabili e rendere sicure rispetto alle auto. Bene. Tuttavia quasi niente si sta facendo in merito alla regolamentazione e sicurezza delle piste ciclopedonali rispetto a …se stesse! Esiste tuttavia un precedente virtuoso: in Valle di Fiemme, in estate, tratti della pista ciclopedonale – altrimenti pericolosi rispetto ad un urtilizzo misto – sono trasformati in pista esclusivamente ciclabile e i pedoni indirizzati su un tracciato loro riservato.
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ITALIA VIVA TRENTINO E …… DEMOCRAZIA DALL’ALTO E DAL BASSO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Novembre, 2021 @ 12:10 pmQuella “dall’alto” … lasciata cadere spesso ahimè con le bombe, non ha mai funzionato nemmeno qundo abbiamo smesso di bombardare o anche quando – semplicenente – si viola il prioncipio di sussidiarietà, che recita: “Non faccia l’Ente Successivo ciò che può fare meglio e prima l’Ente Precedente”.
Quella che invece è resiliente, quella che sa rigenerare se stessa anche dopo avere subito molte ferite, è la Democrazia “dal basso”, quella che nasce dentro ognuno di noi e dentro gli Enti Territoriali “Iniziali” e cioè nelle circoscrizioni cittadine e i Comuni.
Da qui la Democrazia risale la corrente come fanno i salmoni, per andare a riprodursi all’interno degli Enti Successivi, nel caso nostro trentino, innanzi tutto nella Provincia Autotoma, la quale oggi – purtroppo! – nega al Comune Capoluogo quella’autonomia che essa reclama da Roma.
Così facendo reca un doppio vulus, una doppia ferita: alla Democrazia e all’Autonomia.
Noi di Italia Viva vogliamo lanciare e inaugurare una Nuova Età dei Comuni!
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C’è Politica e politica ..
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Novembre, 2021 @ 6:59 amFacciamo che io ero … ricordate i giochi da bambini? Facciamo che io ero lo sceriffo … che tu eri il cow boy che lui era … etc. ? Ebbene, facciamo che io ero il presidente di una SpA e avessi sotto di me i direttori dei vari settori che si comportassero come di comportano i politici oggi. Cosa farei? Ne licenzierei in tronco molti. Quali? Provo ad elencarli:
quelli che violano l’art. 49 dello statuto della società (della Costituzione!);
quelli che sono alleati a quelli precedenti qui sopra;
quelli che nelle riunioni eludono il confronto sui contenuti concreti;
quelli che disconoscono i risultati dei colleghi, anzi, di “un” collega;
quelli che vanno in TV a parlare affermando essere propri i risultati altrui (si chiama “Effetto Borsalino”, mettere il proprio cappello sui risultati altrui);
quelli che ho scoperto mentre stavano rubando;
quelli che non riconoscono l’appartenenza ad un gruppo (UE);
quelli che vogliono comandare da soli;
quelli che alimentano l’odio per l’odio;
quelli che hanno l’etica dei princìpi (che conduce all’integralismo);
quelli che hanno l’etica del risultato (che conduce al cinismo).
Tutti gli altri li terrei ben saldi legati alla SpA, anzi, li promuoverei di grado. Ma poi, guardando bene, vedrei che ne era rimasto uno solo! E quando ci fosse l’Assemblea degli Azionisti, direi loro di far entrare quel Direttore a far parte del Consiglio di Amministrazione, anzi, di nominarlo PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (di Amministrazione della SpA! Cosa mai stavate pensando …).
Ma adesso il gioco è finito, peccato … mi stavo divertendo un sacco!
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IO MI SONO (RE)ISCRITTO….E VOI, AMICI …VI ASPETTIAMO!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Novembre, 2021 @ 6:09 am
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ITALIA VIVA TRENTINO – LA SENATRICE DONATELLA CONZATTI CI AGGIORNA SUL PNRR
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Novembre, 2021 @ 9:09 am| Care amiche e cari amici, oggi voglio sottolineare l’importanza del ruolo degli enti locali nella realizzazione degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, su tutti, quello di colmare le disuguaglianze territoriali, sia a livello di servizi offerti ai cittadini che di infrastrutture. Nel PNRR si fa esplicito riferimento al ruolo delle diverse articolazioni territoriali dello stato, ruolo approfondito dal decreto legge 77/2021 che definisce la governance dei progetti legati al Piano, prevedendo, all’Articolo 9, comma 1: “Alla realizzazione operativa degli interventi previsti dal PNRR provvedono le amministrazioni centrali, le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti locali, sulla base delle specifiche competenze istituzionali.” Il coordinamento tra lo Stato centrale e l’attività degli organi periferici sarà assicurato dalla Cabina di regia creata per la gestione del PNRR e guidata direttamente dal Presidente del Consiglio dei ministri. All’interno di questo soggetto è collegato un tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale. Per quanto riguarda i bandi PNRR, con un prossimo decreto sull’attuazione del Piano, sarà inserita una norma che prevede la costituzione di un nucleo specifico di personale tecnico dedicato, presso il Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie, proprio per supportare le amministrazioni locali nella fase, che si aprirà presto, delle procedure competitive. La struttura, che prenderà il nome di ‘Nucleo PNRR Stato-Regioni’, oltre a curare l’istruttoria dei tavoli tecnici di confronto con le Regioni e le province autonome, presterà attività di assistenza ai piccoli Comuni, a quelli delle isole minori e delle aree montane. Secondo la stima dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) gli enti locali saranno chiamati a gestire un importo compreso tra i 66 e i 71 miliardi di euro. Un valore percentuale importante, compreso tra il 34,7% e il 36,9% dei fondi destinati all’Italia nell’ambito del Recovery and resilience facility. I flussi finanziari principali in cui sono coinvolti gli enti locali riguardano le missioni 2, 5 e 6. Si tratta rispettivamente della transizione ecologica (investimenti stimati tra i 18 e i 18,7 miliardi di euro), di inclusione e coesione sociale (16,9 – 18,7 miliardi) e salute (14,7 miliardi di euro). Una delle voci più significative riguarda la seconda componente della missione 5, ovvero interventi legati a infrastrutture sociali, famiglie e terzo settore per un valore stimato tra i 10,5 e gli 11,2 miliardi di euro, pari al 93,8% delle risorse dedicate a questa voce. Un’altra componente rilevante è quella relativa al potenziamento dell’offerta di servizi di istruzione, in questo caso i flussi finanziari che saranno gestiti dagli enti locali sono stimati in 9,8 miliardi di euro, pari al 50,2% delle risorse complessivamente allocate. Una terza voce importante riguarda la tutela del territorio e delle risorse idriche. In questo caso le risorse che saranno intermediate dagli enti locali ammontano a 8,4 miliardi, pari al 55,6% delle risorse complessive. |

| Dal 3 agosto è possibile verificare questi ed altri dati online sul portale ufficiale https://italiadomani.gov.it/ uno strumento operativo, dedicato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dove sono illustrati i contenuti del Piano, il percorso di attuazione, il monitoraggio degli investimenti e delle riforme, i bandi di gara e le spese sostenute. Nel Decreto Legge 152/2021 che reca disposizioni per l’attuazione del PNRR e la prevenzione delle infiltrazioni mafiose è previsto, inoltre, il coinvolgimento del sistema delle autonomie territoriali, ai fini dell’adozione del previsto decreto ministeriale, nelle materie di competenza concorrente (protezione civile, governo del territorio e grandi reti di trasporto) e nelle materie di residuale competenza regionale (turismo, agricoltura e diritto allo studio). Più nel dettaglio, le modifiche introdotte dal Decreto legge al Codice antimafia, prevedono, all’art. 48, la novità del contraddittorio nel procedimento di rilascio dell’Interdittiva Antimafia e, all’art. 49, l’introduzione di misure amministrative di prevenzione collaborativa, applicabili in situazioni di agevolazione occasionale. L’aspetto importante da sottolineare è che le maggiori erogazioni per gli Enti locali sono previste tra il 2024 ed il 2025, per un valore massimo stimato pari a circa 32 miliardi di euro (16 miliardi per ogni anno). Un valore che da solo risulta pari a circa il 40% della media annua di spesa in conto capitale, effettuata dalle amministrazioni locali nel triennio 2018-2020Considerato che tutti i progetti legati al Piano dovranno tassativamente concludersi entro il 31 marzo del 2026, gli enti locali saranno dunque chiamati a gestire un flusso di denaro molto superiore rispetto a quello “ordinario”, in tempi decisamente contingentati. Un impegno gravoso il cui successo dipenderà molto anche dall’adeguatezza delle strutture amministrative e tecniche locali. Per questo motivo sarà fondamentale il coordinamento tra le amministrazioni centrali e le articolazioni dello stato sul territorio. A questo elemento dovrà inoltre affiancarsi un’attenta mappatura, da parte delle amministrazioni locali, delle caratteristiche dei propri territori, riuscendo a valorizzarne le peculiarità e a prevedere le corrette soluzioni per colmarne le carenze strutturali, sia per quanto riguarda i servizi che le infrastrutture. Una azione di governo ambiziosa che nella Provincia di Trento richiama, oggi, la responsabilità della Giunta attuale ma, soprattutto, dovrà rappresentare il faro della nuova amministrazione che otterrà la fiducia dei cittadini nelle prossime elezioni provinciali del 2023.Lo abbiamo condiviso più volte ma, vista la attuale condizione del Trentino pencolante tra populismo qualunquista e restaurazione passatista, mi preme ribadirlo. Questa del PNRR è una straordinaria opportunità che il nostro territorio non può permettersi di non comprendere. Gli strumenti dell’Autonomia non sostituiscono quelli del PNRR che sono diversi e più potenti: si aggiungono. Il PNRR costituisce in sé un progetto politico denso di obiettivi e di valori. Per questo il Trentino non può che ripartire aderendo a questa mappa di sviluppo europeo che ha bisogno di competenze solide, attuali e paritarie. L’Autonomia, se inizia a camminare in questo solco, può tornare quella che era: coraggiosa e orgogliosa di essere un passo avanti. |
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