CORONAVIRUS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Febbraio, 2020 @ 6:13 am

Detto altrimenti: quattro considerazioni         (post 3768)

La Cina, le multinazionali … un loro PIL privato a due cifre o poco meno; miliardi di … ogni tipo di valuta accumulati; progetti di città da 100 milioni di abitanti ognuna; deforestazione selvaggia per fare … soldi, soldi, soldi e potere. Il potere: “Comandare è meglio che fottere”, una frasaccia che gira(va) in certo ambienti di lavoro. E poi? Poi un piccolo virus – vairus per chi non sa né l’inglese né il latino ma vabbè fa lo stesso – un piccolo virus dicevo si abbatte su questa moderna torre di Babele e ne blocca i lavori.

Ecco raga, forse questo è l’aspetto positivo, l’unico aspetto positivo del Corona virus: quello di farci riflettere su quanto siamo deboli nonostante tutto; quello di ridimensionare i nostri percorsi-pretesa, percorsi che percorriamo a bordo di idee-programmi-bulldozer, noi, uomini (quasi) onnipotenti, moderni giganti Golia, fermati da un piccolo virus, piccolo ma molto democratico, che non fa preferenze, la cui legge è uguale per tutti.

Se ne parlava già in quel tal romanzetto …

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La seconda considerazione è un po’ fantascientifica. Fino ad oggi i virus che ci attaccavano erano quelli che bloccavano i nostri computer, creati da qualche haker-delinquente a scopo di fare denaro ricattando? Soddisfazione sadica? Sensi di onnipotenza? Fate voi. Oggi può venir da pensare che sia successo un fatto analogo, e cioè che il Corona virus sia stato confezionato e diffuso ad arte da … da chi? Non si sa. Dice … ma noooo! Blogger, sei impazzito? Che vai farneticando!? Raga, scialla, calma, la mia è solo un’ipotesi immaginaria, un puro esercizio di fantasia. Per quanto … gli Spagnoli dicono “piensa mal y acertaras”. Noi diciamo che a pensar male si fa peccato ma si indovina. Vedremo.

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Io sono un manager da una vita e come tale sono abituato a prevedere tutte le possibilità, anche le più astruse e lontane. E poi, la crisi della Cina e dell’Europa … cui prodest? Cui bono? Chi ci guadagna? E qui da noi … come mai il virus si è sviluppato nelle regioni che da sole generano una parte preponderante del PIL nazionale?

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Terza considerazione. Io che per fortuna sono nato sul finire della guerra (3 febbraio 1944) e non ne ho (quasi) vissuta alcuna, ecco, dicevo … io ora mi sento come se stessi vivendo una guerra, con le bombe in arrivo, dove colpiscono colpiscono ed io … io speriamo che me la cavo. Il senso che mi pervade è di impotenza.

Last but not least, la considerazione finale: una forza politica – una sola per fortuna – insiste nella sua protervia e cerca di strumentalizzare questa calamità: “Nemmeno ora si decidono a chiudere i porti!” Brava! (tono ovviamente molto ironico, il mio!).

Invece Brave (questa volta senza alcuna ironia, anzi …) le altre forze politiche; bravi gli addetti al servizio sanitario e le forze dell’ordine che ci aiutano e tutelano; bravissimi gli scienziati che stanno studiando il vaccino. A tutti costoro il nostro sincero Grazie!

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I MIEI SCI: 89 – 1 – 76

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Febbraio, 2020 @ 3:18 pm

Detto altrimenti: per sciare bene … e non fare numeri strani!  (post 3767)

I miei sci sono Salomon Race, ovvero sci da gara. Lunghezza m. 1,70, raggio di curvatura 16 m.. Da gara … perché sono più veloci? Si, ma non tanto per questo, quanto perché sono precisi, molto molto immediati nella risposta e sicuri nella tenuta in curva. Ora vi dico. Gli sci, il loro materiale, la forma etc. tutto è studiato e ristudiato. Ma poi vanno regolati. Come? Le lamine, ragazzi, le lamine! Le lamine, in sezione, sono un listello di acciaio a sezione quadrata. La parte che vedete sembra una lama, in realtà è lo spigolo inferiore esterno di quel listello. Chiarito di cosa stiamo parlando, diciamo che le lamine vanno regolate a seconda dell’uso che fate dello sci e del vostro livello di abilità.

E laggiù … il Brenta!

Il Tunning. Il piano di appoggio sulla neve della lamina è “svasato” verso l’alto rispetto al piano su cui giace la suoletta dello sci da 0,5 a 1 grado. In tal modo lo sci è man mano più manovrabile. Se oltrepassate il valore 1 grado, ottenete il contrario. Poi c’è da regolare la perpendicolarità della superficie laterale esterna della lamina (cosiddetta affilatura laterale). Se tale superficie cade perpendicolare rispetto al piano di appoggio della suoletta, siamo in condizione normale (90 gradi). Per i più bravi si può portare quell’angolo a 89-88. Non oltre. Infatti solo i campioni mondiali in slalom speciale adottano una inclinazione fino a 86 gradi, ma noi non ci proviamo, per carità, rischiamo di farci male!

Volete ridere? I miei sci erano regolati di fabbrica a 88 – 0,5. Ottima tenuta sul ghiaccio ma un po’ più duri nelle curve. Ora, poiché io scio la mattina molto presto quando le piste non sono ancora affollate, la neve è ancora buona e il ghiaccio non è ancora affiorato, li volevo più docili anche a (un minimo) discapito della tenuta sul ghiaccio, ragion per cui ieri li ho portati a regolare.

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Ho detto al tecnico: “Facciamo 89 -1 e 76”. “Come? 1,76? Ma non li controlla più …”. No, amico, non mi sono spiegato: la regolazione va fatta a 89-1. Sono i miei anni ad essere 76!”

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Che vi dicevo? Primi alla prima! Vado o no a sciare la mattina molto presto, quando ancora stanno caricando le vettovaglie per i rifugi?

Buone sciate a tutti, con i “numeri” giusti! Dice … ma per gli anni, come la mettiamo? Be’ raga, ognuno si tiene i suoi!

P.S.: e invece oggi, 22 febbraio, al Tonale, sono stato rimproverato. Da chi? Dal mio carissimo amico Giuseppe Panizza, preparatore e allenatore di campioni come Tomba e Girardelli!

Giuseppe sulla pista “Alpino”

Giuseppe, titolare insieme alla moglie Margherita del bell’Hotel Presena, Giuseppe che trent’anni fa mi successe nella presidenza della Carosello Tonale, la società che io ideai e fondai per la riorganizzazione degli impianti di risali del Passo. Le novità che ho appreso sono due: i prossimi campionati italiani di sci a Ponte di Legno, Tonale e Pejo e il probabile prossimo collegamento con due seggiovie fra Valbiolo e il Bleis. Mica roba da poco! Abbiamo quindi sciato amichevolmente due ore insieme (09,00-1,00) noi due cavalieri con una sola Dama, Rossana.

Giuseppe e Rossana in cima alla pista “Alpino”

A me pareva di essere molto, forse anche troppo veloce e lui … naturale come una ballerina del Bolscioi! Mi dice: “Riccardo, il tunning portalo a 0,5, non oltre! Infatti quando sei in curva e raggiungi la linea di massima pendenza, tu non te ne accorgi ma per chiudere la curva sei costretto ad usare molta energia in più, perchè la lamina non fa la presa che deve fare. E poi le braccia, ancora più avanti e premi di più con lo stinco contro lo scarpone, li devi spingere di più e scivolarci di meno su quegli sci. Poi aggiunge: “Per correggere un’impostazione occorre ripetere l’esercizio corretto per circa 8000 (ottomila) volte”. Allora mi sono messo a calcolare: 60 curve per discesa; 15 discese in un giorno fanno 900 esercizi. In nove giorni di esercizi me la cavo.


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Nel pomeriggio Giueppe aveva un impegno ed io con Rossana ci siamo fatti il ghiacciaio Presena e una “nera” dal Passo Paradiso al Passo del Tonale e mi sono accorto che quel tunning di 1 è troppo elevato! Aveva ragione Giuseppe: lo farò riportare a 0,5: infatti grazie al suo invito a riflettere su certi particolari, sulla pista nera, ormai sconnessa dai tanti passaggi e con un po’ di neve molto dura affiorante, ho faticato a “uscire di curva e a completare la traiettoria”. Grazie ancora una volta, Giuseppe! Nella foto: il vostro blogger a quota 2998 (mannaggia … quei 2 metri!), ai piedi della Cima Presena (3068 m). Alle sue spalle i ghiacciai del Mandrone e dell’Adamello e il cartello che avverte di NON avventurarsi fuori pista giù per quel versante a meno di essere esperti sci-alpinisti, preparati, allenati, attrezzati e ottimi conoscitori della zona!

Oggi, 24 febbraio 2020, in attesa che mi risistemino il tuning dei miei Salomon a 0,5 , ho sciato con un paio di sci “muletto”: ottimi Rossignol ma … lunghi 1.83! L’era ‘n pez che nol nevo con sci sì longhi! Ed ho sentito la differenza, soprattutto che ti imponevano di sciare con il peso più avanzato per far lavorare la lunga parte anteriore.

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LIBRI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Febbraio, 2020 @ 1:30 pm

Detto altrimenti: libri che mi parlano e dei quali io vi scrivo     (post 3766)

Innanzi tutto: “liber” in latino ha due significati, libro e libero.  Chiarito ciò, un po’ di logistica. Dove li mettiamo? Io mi sono inventato le poltrone le poltroncine di seconda fila. Di fa così: se la profondità dello scaffale lo consente (ed in genere lo consente) ho semplicemente appoggiato lateralmente sul fondo di ogni scaffale due tasselli longitudinali che sostengono un’assicella trasversale sulla quale ho sistemato i libri della seconda fila, i quali tuttavia sporgono il capo al di sopra dei colleghi della prima fila, si fanno vedere e riconoscere. In tal modo ho raddoppiato la capienza degli scaffali. La soluzione non è brevettata quindi potete copiarla, anzi, ve la suggerisco proprio!

Sistema non brevettato

E oggi mi son detto: tu caro il mio blogger nei tuoi posts (che ridicola quella “s” del plurale, sarebbe come scrivere che “in quella via ci sono due bars!”) racconta un po’ alle tue lettrici e ai tuoi lettori qualcosa dei tuoi libri, almeno quelli della prima fila di uno scaffale, e che diamine! Di quale scaffale? Quello ad altezza occhio, come avviene nei supermercati per la merce che si vuole sia acquistata con preferenza rispetto ad altra!  Detto fatto. Vado in sala, scatto una foto, ed eccomi qui, da sinistra a destra per chi guarda.

F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra (difficilotto) e Divieni ciò che sei (molto consigliato). Dicono che Nietzsche sia stato l’ispiratore del nazismo. Io credo che questa sia solo una delle tante interpretazioni e comunque quella che è divenuta “preferenziale” solo perché a qualcuno serviva avere in ogni caso un riferimento letterario-filosofico, a prescindere. Lungi da me essere nazi-fascista!
Carlo Levi, Cristo si è fermato ad Eboli. Esiliato dal fascismo e poi sepolto ad Aliano (Matera). Con Maria Teresa siamo stati a visitare il paese, la sua casa, la sua tomba. A proposito, Eboli è in Campania, non vi sbagliate!
Primo Levi, Se questo è un uomo; La tregua. Si commentano da soli.
Stefano Levi Della Torre, Laicità grazie a Dio. Un piccolo grande libro da non perdere, nel senso laicità = diversità = tolleranza reciproca = arricchimento = democrazia.
Erich Fromm, Avere o essere. Si commenta da solo.
Bertrand Russel, Autorità e individuo. Si commenta da solo.

Con FIAB Trento a Venezia Forte Vecchio. Ma … cosa c’azzecca con i libri questa foto, direte voi? C’azzecca, c’azzecca … guardate la foto successiva!

Giovanni Straffelini, Indagine sulla scienza; Manifesto per scettici; La trinità. Giovanni è professore universitario, studioso, amico, molto appassionato nell’analizzare il rapporto fra scienza e fede. Una volta gli chiesi perché la forza di gravità “tirasse” verso il basso. Mi rispose: “Se avessimo questa risposta avremmo risolto ogni problema del rapporto che stiamo indagando”.
Norberto Bobbio, Destra e sinistra (per chiarirsi le idee); Elogio della mitezza ed altri scritti morali (imperdibile!).
Gaetano Salvemini, Le origini del fascismo in Italia, lezioni da Harward. In allora poca partecipazione alla politica. Oggi …?
Umberto Eco, Il fascismo eterno (piccolo grande libro, scritto vent’anni fa, attualissimo (imperdibile!).
Francesco Filippi, Mussolini ha fatto anche cose buone – Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo (imperdibile!).
Paolo Mieli, I conti con la storia (imperdibile il capitolo sui compromessi).
D.R. Headrick, Il predominio dell’occidente. La storia della colonizzazione mondiale di pari passo con lo sviluppo delle tecnologie di trasporto, militari, mediche (alias: ecco perchè oggi abbiamo le migrazioni di popoli, n.d.r.).
Salwa Salem, Con il vento nei capelli. Palestina, tutti in pace. Arrivano gli Inglesi e per fare spazio agli immigrati Ebrei applicano un sistema molto “determinato”. Salwa ha tenuto una conferenza anche a Riva del Garda.
Gustavo Zagrebelsky, La maschera democratica dell’oligarchia; Simboli al potere; Il diritto mite. E qui ci vorrebbero tre post dedicati. Comunque su “Simboli” e “Il diritto” trovate già molto nei miei post. Anche sulla democrazia.
E.M. Ganne, La vita di Tommaso Moro. Da leggere prima di leggere Utopia.
Tommaso Moro, Utopia nella traduzione di Maria Lia Guardini. Utopia, un obiettivo semplicemente non ancora raggiunto.
Cacciari-Prodi, Occidente senza utopie. V. sopra.
Pier Luigi Celli, Il potere, la carriera la vita, storia di un mestiere vissuto controcorrente. Da vecchio manager mi ci sono ritrovato in pieno! Per fortuna ora ai vertici aziendali iniziano a mettere laureati in sociologia e filosofia!
Dafne Caruana Galizia, Dì la verità anche se il tuo cuore trema. Malta, capitale mafiosa. Dafne, uccisa per averlo documentato.
Luciano Canfora, Il mondo di Atene; La democrazia, storia di un’ideologia. Sono un patito della democrazia, di quella vera! E del mondio classico greco-romano.
Sedie vuote, Dialoghi con i parenti delle vittime del terrorismo.
Gianpaolo Andreatta, Bruno Kessler. Sono stato Direttore Generale dell’ISA-Trento sotto la sua presidenza.
Emilio Serra, Piccola storia di Vermiglio. Come DG ISA ero anche Presidente e Amminitratore Unico delle società impiantistiche del Passo del Tonale.
Marcello Farina, quasi tutti i suoi libri. Don Marcello merita un post a se’ stante!
PG Cattani, Il pane di farina (v. sopra).
M Klein, Wilhelm Friedrich Reiffeisen (vedi due volte sopra). Don Lorenzo Guetti ideò le Casse Rurali e la Cooperazione sulla traccia di Reiffeisen (“Bene comune è quello realizzato con l’apporto iniziale di tutti”).

Che v’avevo detto? Scaffali all’aria aperta a Forte Vecchio (Venezia)!

Ecco, ho esaurito la prima fila di uno scaffale. E tutti gli altri libri? Scialla, raga, calma, mica si può fare tutto in una volta! Mi congedo da voi con un messaggio: chi volesse approfondire qualche aspetto, eccomi qui. In tale attesa vi offro una mia poesiola:

Ombre

La luce del cantiere / penetra la stanza / e disegna sulla parete / la danza delle foglie / incontrate / nel suo breve cammino. / Mobili dita / accarezzano i libri / a svegliare pagine assonnate / che s’aprono liete / all’invito. / E mentre le osservi / raccontare / le mille piccole fiabe / alla notte / ti sembra di rubare / ciò che avevi abbandonato / per la fretta di vivere / e che da tempo / non era più tuo.

Il significato personale della poesiola? Che i libri sono tornati ad essere miei da dieci anni, cioè da quando sono andato in pensione: prima avevo troppa “fretta di vivere”, cioè “di vivere per lavorare”.

P.S.: mi scrive Xheik Shero: ” … cosa mi posso aspettare e come posso trarre il massimo da Così parlò Zarathustra”. Rispondo: io stesso sono in difficoltà. Si tratta di un libro che ho comperato per curiosità, così come per lo stesso motivo ho comperato il Corano, altro testo che non riesco a comprendere. Del resto l’avevo definito “difficilotto” con un eufemismo. Piuttosto concentrati sull’altro, “Divieni ciò che sei”.

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CARO (CANDIDATO) SINDACO TI SCRIVO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2020 @ 8:15 am

Detto altrimenti: ieri sera FIAB Trento ha incontrato un candidato sindaco      (post 3765)

Il Duomo di Trento

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FIAB, FEDERAZIONE ITALIANA AMBIENTE E BICICLETTA, un’associazione di secondo livello. Il primo livello è costituito dalle tante FIAB locali, qui da noi FIAB TRENTO AMICI DELLA BICICLETTA. Ieri sera sono emersi molti aspetti sul tema mobilità urbana e non solo.  Molti amici hanno evidenziato singoli aspetti dell’hardware (le piste ciclabili) e del sotfware (la regolamentazione della materia). Io stesso mi sono permesso di sottoporre all’attenzione di tutti un contributo che riassumo qui di seguito, nel senso che ho evidenziato che noi non avevamo di fronte il capo ufficio tecnico mobilità e nemmeno l’assessore competente per materia, ma il candidato sindaco, per cui a me sarebbe bastato che che egli si fosse dichiarato d’accordo e mi avesse rassicurato sulla necessità di dare centralità alla

  • Mobilità ciclistica urbana.
  • Permeabilità ciclistica della città da nord e da sud.
  • Città di Trento, quale potenziale capitale di Trentino Bikeland, catalizzatrice della politica provinciale del cicloturismo e della valorizzazione ciclistica estiva dei dislivelli al pari di quanto fatto in Austria con il Tirol Bike Safari (per la regolamentazione delle biciclette in montagna si vedano  in internet i Quaderni di Cicloescursionismo editi dal CAI Centrale).
Austria: 700 km in rete di bici-discese per tutti

Mi è parso che il mio messaggio sia stato recepito dal candidato, in quanto, impegnandosi nella linea di quanto proposto e intervenendo a chiusura dell’incontro, ha detto che occorre innanzi tuttto avere una visione del modello di  città, della mobilità, del piano urbanistico etc.. Poi, di conseguenza, vengono i singoli interventi.
Avrei voluto arricchire il mio apporto con altri contenuti, ma – lo confesso – in queste occasione temo sempre di prendermi troppo spazio e quindi ho chiuso qui. Cosa? Volete sapere cos’altro avrei voluto dire? Certo, ve lo scrivo subito e sennò a che pro avrei concepito post?! Ecco qui.

Il nostro Castello dà a tutti un “Buon … consiglio”: visitate Trento in bicicletta!
  1. Taluno: “Occorre educare i ciclisti”. Altri “Le auto devono essere più rispettose …” Altri ancora: “Si vabbè, ma anche i pedoni …”. Ecco, al riguardo io credo che occorra educare tutti indistintamente al rispetto reciproco ed alla normale convivenza di soggetti paritetici, con particolate riguardo alla salvezza fisica di tutti, ad iniziare dai soggetti più deboli. In altre parole: non si tratta di perfezionare le regole per ciascun tipo di utente della strada, ma di migliorare ed adottare una regolamentazione per il comportamento reciproco, senza dare per scontato nessun “diritto acquisito” all’uso di strade, piste ciclabili, marciapiedi etc..

2. L’educazione stradale intermodale (auto-pedoni-bici) sarebbe un’ottima palestra verso una maggiore educazione civica dei cittadini, mirata al rispetto dell’altro in ogni settore del vivere sociale e politico.

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3. Ho molto apprezzato la sua uscita su l’Adige del 27 gennaio scorso dal titolo “Mitezza, un valore della politica” nella quale egli ha citato il libro di Norberto Bobbio “Elogio della mitezza e altri scritti morali”, un libro che nella mia libreria occupa il posto riservato ai miei “libri vangeli”.

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Interventi fondamentali nella discussione, quelli di Manuela Demattè e di Guglielmo Duman, ripettivamente past president e presidente Fiab Trento. Inoltre quelli del Consigliere Comunale Michele Brugnara e del fiabbino Massimo Pegoretti, maggiori animatori – insieme a Manuela – del gruppo di studio e di lavoro Fiab-Comune.

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Per finire: un esempio virtuoso, quello della città di Pesaro, attraversata da una rete di piste ciclabili delimitanti una serie di “quadrati” a velocità massima 30 kmh.

Good FIAB, good bike & good Sindaco di Trento everybody!

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DESTRA, SINISTRA, LIBERALE, DI DIRITTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2020 @ 7:18 am

Detto altrimenti: le parole sono pietre …  (post 3764)

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… scriveva Don Milani ad una professoressa! Dice … ma esistono ancora le due categorie destra-sinistra? Al riguardo mi permetto di suggerire la lettura del libro di Norberto Bobbio “Destra e sinistra” Saggine Ed.. Poi ne riparliamo. Liberale? Lo stato liberale puro non esiste più, né potrebbe: il  “Liberi di fare ciò che si vuole a meno che non sia vietato dalla legge” non funziona ad esempio per quanto riguarda l’uso del territorio (bene strategico ed economico: indispensabile, limitato e insostituibile) nel senso che non si può essere liberi di costruire dove e come si vuole. E non funziona nemmeno per tutta la materia che riguarda la vita: nascita, genetica, morte, suicidio, eutanasia, tanto per fare un altro esempio.

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Di diritto? Si, questo si! Funziona e deve continuare a funzionare. Il “Diritto”, cioè l’insieme delle leggi. La legge, dovrebbe essere generica e astratta, ma la nostra società si è molto articolata, connotata com’è da una estesa diversificazione di gruppi e strati sociali, interessi corporativi, partiti politici, ragion per la quale la legge, o meglio, moltissime leggi, sono strumento di competizione e confronto sociale, quasi una causa di instabilità e più che “leggi” ognuna di esse ha la natura di atto specifico di governo di una particolare situazione.  E a monte dei singoli interessi rappresentati sta ormai una molteplicità di “fonti sostanziali del diritto” che fanno concorrenza alla fonte “formale” (il Parlamento): lo stesso governo, le autonomie locali, i sindacati, le associazioni degli imprenditori e dei professionisti, tanto per afre qualche esempio. Dice … ma allora, dove e come l’insieme delle leggi diventa “sistema” di legge? Semplice: nella nostra Costituzione, sentinella rigorosa a guardia dei principi fondamentali del nostro vivere civile da cittadini.

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Le strisce! Mettiamole le strisce!

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Facciamo un passo avanti a cambiamo la scala del ragionamento. Quello che ho detto sin qui vale anche a livello europeo. Anche qui ritroviamo una molteplicità di centri di interesse e di fonti del diritto diverse. Anche qui si può e si deve passare da un “insieme- somma” ad un “sistema organico-sintesi” attraverso lo stesso meccanismo: la Costituzione dell’UE, o meglio, la Costituzione degli Stati Uniti d’Europa.

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TROPPO PRESTO, PRIMAVERA 2020!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2020 @ 6:39 am

Detto altrimenti: torna a dormire ancora per un po’ …. (post 3763)

Riccardante Lucattieri

“ … con quattro cime che le fean corona … un endecasillabo della “mia” Divina Commedia, un omaggio a Dante, una umilissima parziale “rifacitura” del suo capolavoro che ho voluto scrivere ambientandola in Trentino: l’Inferno a Riva del Garda, il Purgatorio in Val di Non e il Paradiso a Trento (PAT-Paradiso Autonomo di Trento). Si tratta di dieci canti per circa 1500 versi in endecasillabi in terzine a rima incatenata che ho anche scannerizzato a disposizione di chi vorrà chiederne copia. Gratuitamente, s’intende!

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La Vigolana, fotografata da casa

“Con quattro cime …”: il Bondone, il Calisio, la Vigolana, la Paganella. Trento città fra i monti. Monti, inverno, neve. Quest’anno una grande nevicata in novembre e poi … basta. Ma si può? Inverno, monti, sci. Un ex collega della Siemens, tanti anni fa …” Abiti a Trento? Allora scii molto! Già … perché altrimenti vorrebbe dire che hai un difetto di fabbricazione”. Era un ingegnere tedesco, questo il suo modo di esprimersi … molto ingegneristico!

Primi alla prima … risalita!

Dicembre e gennaio, i mesi migliori per sciare. Neve ottima, piste non affollate. Noi “quasi residenti sulle piste” in mezz’ora raggiungiamo in auto la base di partenza del primo impianto di risalita ed è fatta. Tre ore di sci filate filate e poi a casa a pranzo: ma che si può volere di più? Le grandi città? No grazie, abbiamo già dato! Ormai siamo VIP- Vecchietti In Pensione, alias Vecchietti In Paganella!

Febbraio 2014: il Brenta dalla Paganella

Bondone, la “montagna di Trento”. Paganella, anche. Si parla della Funivia al Bondone da molto tempo, da quando ce la saremo potuta permettere. Oggi le priorità sono altre, pare. Paganella, anni fa l’esperimento di una piccola funivia poi dismessa “chissàperchè”. Dal fondo valle una seggiovia di raccordo, anch’essa dismessa, anch’essa “chissàperchè”. Peccato, tre esempi di sci a km zero mancati.  Ma veniamo alla Primavera 2020.

Mirco della Malga Zambana, novembre 2019 (o massa o miga!)

Dicembre e gennaio ok, grazie alla nevicata di novembre. Poi le piste sempre innevate anche grazie ai “cannoni”: si scia bene non c’è che dire ma. Ma cosa? Ma … ci manca il bianco sugli alberi dei boschi, ci manca un po’ più di freddo, quello che non fa fondere la neve di giorno che poi la notte ghiaccia che poi la mattina è ruvida sotto gli sci.

Ma … questa pista, è proprietà privata?

Quel freddo che la mattina presto trattiene in albergo la maggior parte dei turisti che “a te ti“ pare di essertele comperate, quelle piste che percorri per le prime discese quasi in solitaria! “Egoista!” mi dirà qualcuno. Evvabbè, chevvolete, almeno sono sincero.

Risalendo da Fai

Sapete … qui in Trentino si dice che “’l temp, le done e i siori i fa quel che i vol lori” per significare che al tempo, alle donne e ai signori non si comanda. E siccome sono imprevedibili, non abbiamo perso la speranza che insieme ad una corrente fredda da nord arrivi la perturbazione che qui porta la neve, quella che “sale” dalla Liguria. Già, perché quando il Petrarca nel suo Canzoniere scriveva “Ben provide Natura al nostro stato, / quando de l’Alpi schermo / pose fra noi et la tedesca rabbia” non si era reso conto che oltre che a frenare le discese barbariche, le Alpi frenavano anche le perturbazioni nevose da nord! Ed allora, che altro dire se non “Primavera, torna a sonnecchiare ancora per un po’ fra le tue coltri, dai … lasciaci ancora un po’ di freddo e di umido invernale: pioggia nelle valli per le città e la campagna e neve sui monti, che ti costa?”

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I DIALOGHI DI PLUTONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2020 @ 5:00 pm

Detto altrimenti: sovranismi dell’ … altro mondo!   (post 3762)

(Febbraio in Trentino. Tizio e Caio sono andati a sciare e si stanno concedendo una pausa sulla terrazza soleggiata della Malga Zambana, in Paganella)

Malga Zambana: foto di interni
Malga zambana: esterni

Tizio: Ah, proprio una bella sciata, non trovi? Ed anche questa pausa ci voleva proprio …
Caio: Certo Tizio, e poi con questo spettacolo! Guarda il Brenta com’è bello!

Tizio: Si, è meraviglioso! E poi, che dire delle piste? Sono tante e molto ben tenute. Solamente … peccato che qualche turista nemmeno tanto bravo a sciare si lanci per i pendii ad una velocità eccessiva, senza controllo: sarebbe bello vedere più spesso i Carabinieri e la Polizia a multare chi rappresenta un pericolo per se’ e per gli altri.
Caio: Hai ragione Tizio … ma … guarda un po’ chi sta arrivando … sì, quello sciatore con la tuta rosso fiamma acceso … non ti pare che sia … ma sì … è lui … ehilà quel signore! Signor Sempronio venga qui al nostro tavolo!

(Il diavolo Plutone, sotto le mentite spoglie di Sempronio, risponde al saluto, si cava gli sci e va a sedersi al tavolo dei due amici)

Sempronio: Eccomi amici! Posso chiamarvi così, vero? Ci stiamo incontrando tante di quelle volte che ormai …
Tizio e Caio, all’unisono: Ma sì certo Signor Sempronio. Anzi, già che ci siamo, non potremo passare al tu?
Sempronio: Certo, con piacere … e per sottolineare la decisione posso offrirvi io qualcosa?
Tizio: Si grazie, accettiamo volentieri, stavamo proprio per ordinare due ginseng.
Sempronio: Signorina Laura, per favore, tre ginseng in tazza grande, grazie. E … se non sono indiscreto, posso chiedere di cosa stavate parlando?

(Tizio si stupisce che Sempronio conosca per nome l’addetta al servizio: ma allora è un abituè della Malga Zambana?)

Caio: Niente, Sempronio, leggevamo il giornale e ammiravamo le bellezze di queste montagne, così, in pieno relax.

Caio è seduto. Tizio ha scattato la foto. Sempronio, con la sua tuta rossa, è in piedi, quasi di spalle

Sempronio: relax … anch’io ne ho bisogno, sapete. Infatti ero venuto in Paganella per godermi la nuova pista rossa, sapete, a me il rosso piace moltissimo, ah … ah … non so perchè! E invece oggi me ne è capitata una …
Tizio: Le piste rosse, si … vabbè … ma dai, raccontaci cosa ti è successo, siamo curiosi …
Sempronio: Se proprio insistete … dunque, un’ora fa stavo salendo con la cabinovia quando questa si è arrestata per un qualche motivo e in quel frattempo, da un paio di individui che viaggiavano con me, ho dovuto subirmi una tale serie di corbellerie economico-politiche che non ce l’ho fatta a stare zitto e sono intervenuto.
Tizio: Ma cosa stavano dicendo?


Sempronio: Costoro affermavano che l’UE e le sue banche non devono avere alcun potere sulla regolazione della circolazione delle monete; che l’Italia deve riconquistare la sua sovranità monetaria; che non è ammissibile che si paghino interessi sulle cartelle del nostro debito pubblico; che il nostro debito pubblico deve essere sottoscritto unicamente da noi Italiani, perchè così “debito pubblico e credito privato fanno pari”; che lo Stato deve stampare molta cartamoneta e creare una nuova industria pubblica, una sorta di nuovo IRI; che se lo stato mette in circolazione una banconota da 100 euro, l’effetto moltiplicatore la farà fruttare come se fosse da 500; che le banche sono responsabili della crescita del debito pubblico perché dovrebbero rifiutarsi di sottoscrivere le relative cartelle; che l’Italia è forte e ce la può fare da sola, perché il nostro risultato economico primario è positivo e che il debito pubblico non c’entra, è un’altra cosa.

Caio: Tutte insieme, queste corbellerie? Hanno fatto bingo!
Tizio: E tu, Sempronio, come sei intervenuto?

Le strisce! Mettiamole le strisce!

Sempronio: Ho preso la parola, ne avevo ditirro perchè quello spazio limitato era obbligatoriamente di tutti ed io ero stato costretto ad ascoltare le loro affermazioni. Ed allora … allora ho detto che è pur vero l’effetto moltiplicatore della circolazione della moneta … però solo se quella moneta ha alle spalle un valore reale; che in un mondo che si sta globalizzando, l’Italia può sopravvivere solo se fa parte di una insieme, l’UE, di un ordine di grandezza totalmente diverso; che nessun cittadino italiano  accetterebbe di essere trasformato da creditore in una sorta di azionista del proprio paese; che se non paghiamo le rate di capitale e interessi sul debito pubblico, i Paesi esteri dichiareranno il nostro fallimento; che quando cercassimo di acquistare all’estero energia e materie prime, nessuno accetterebbe la nostra moneta; che nel secondo dopoguerra abbiamo già visto cosa valevano le banconote da miliardi di marchi; che già una volta abbiamo negativamente sperimentato l’autarchia; che gli interventi che loro due si augurerebbero potrebbero essere attuati solo da un regime dittatoriale e non da una democrazia, cioè da un sistema – il nostro – entro il quale si discute e ci si confronta. Insomma, mi stavo sfogando ben bene quando la cabina – che nel frattempo si era rimessa in moto – è arrivata alla stazione a monte e siamo scesi prima che quei due esseri potessero controbattere con altre corbellerie: per me è stato un vero sollievo.

Tizio: Bravo Sempronio! E sai cosa ti dico? Che mi vien male se penso che gente simile vada a votare …
Caio: Lascia perdere, Tizio, il diritto di voto è sacrosanto per ognuno, a prescindere.
Sempronio: Sì, è vero, però l’inquietudine resta. Laura, ecco qui per lei, offro io ai signori e tenga pure il resto. Ma … cos’è quella nuvola di neve che si sta alzando sulla pista? C’è un turbinio di vento ed io che ho lasciato i miei sci laggiù, sul bordo pista … scusate, corro a recuperarli!

(Sempronio si allontana velocemente e scompare nel turbinio di neve)

Tizio: E ti pareva! Ci risiamo! Sempronio è scomparso alla nostra vista per l’ennesima volta, improvvisamente! Diavolo d’un uomo …
Caio: Vabbè, intanto ci ha detto quello che gli è successo e come ha ben replicato a quei due. E poi è stato gentile, ha pagato lui le nostre consumazioni. Ecco che viene il gestore … che simpatica persona … buongiorno Mirco, com’ela? Come va? Per favore, altri due ginseng, questa volta li pago io, grazie.
Tizio: Dai, li abbiamo appena bevuti, andiamo a farci una discesa sulla nuova pista rossa, passa proprio qui dietro … magari ci incontriamo quel diavolo d’un uomo di Sempronio visto che gli piacciono le rosse!

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Caio: Ah …ah…. d’accordo! E poi gli diciamo che venga a riprendersi il suo casco che ha dimenticato qui, strano casco a dire il vero … vabbè che siamo in carnevale, ma alla sua età … chissà cosa vuol significare … mah … vallo a capire quello lì …

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La nuova “rossa”, proprio dietro la Malga Zambana

(Tizio e Caio bevono il ginseng, calzano gli sci e si allontanano. Sipario)

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DE IURE CONDITO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Febbraio, 2020 @ 8:48 am

Detto altrimenti: … e de iure condendo     (post 3761)

Còndito, non condìto … né con olio né con burro, cribbio! Ah questo latinorum!  Per chi non lo ha studiato significa occuparsi della legge già esistente e su quella base ragionare oppure ragionare sulla base di leggi che dovrebbero/potrebbero essere emanate.

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Latinorum? Sentite questa, autentica, da me raccolta nei vicoli di Genova. Un tale dice ad un amico: “Giorgio? Abita in piazza della voragine”. Peccato che quella piazza sia intitolata a Jacopo da Varagine (Varazze) vescovo della Superba Repubblica Marinara che aveva teorizzato la derivazione del potere politico della Repubblica direttamente da Dio, saltando papato e impero: ah … cosa non fanno una flotta poderosa e ben tre cinta di mura! D’altra parte lo stesso Federico Barbarossa, constato ciò, di fronte alla “difficoltà pratica” di incassare tributi da parte dei Genovesi, li autorizzò a … non pagarli! Questo Barbarossa, politico da niente era! Ma torniamo al diritto.

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Ruggero Polito, musicologo, pianista e violinista. Per quasi mezzo secolo Presidente dell’Associazione Amici della Musica a Riva del Garda

Diritto immobile o in evoluzione? Spesso, in un recente passato, mi sono trovato a discutere con un carissimo amico, Ruggero Polito, una Persona (le lettere maiuscole non sono utilizzate a caso!) di rara umanità, assai molto più “giuridica” di me che ero e sono un semplice laureato in legge, io; Presidente di Tribunale, Lui. Una Persona anche umanamente rara, purtroppo scomparsa da quattro anni lasciando in noi un vuoto difficilmente colmabile. Nel nostro ragionare sui fatti e sulle leggi mi accorgevo che Ruggero si esprimeva sulla base delle leggi esistenti (de iure còndito) mentre io valutavo le situazioni alla luce delle leggi che avrei voluto che fossero emanate (de iure condendo). Poi entrambi ci rendevamo conto della diversità dei nostri reciproci presupposti e concordavamo su di un fatto: che  occorre operare sulla base delle leggi vigenti e nello stesso occorre adoperarsi per integrare le eventuali lacune e correggere eventuali discordanze, anche perché “lo Stato Costituzionale è in contraddizione con l’inerzia mentale”.

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Le discordanze delle leggi. E qui veniva fuori il problema della organicità o meno del sistema delle leggi, che oggi sono purtroppo eccessivamente numerose, mutevoli, frammentarie, contraddittorie, occasionale: niente abbiamo imparato dal recente Codice Civile Napoleonico il quale aveva i caratteri di generalità, astrattezza, sistematicità e completezza, valeva su tutto il territorio dello stato e operava per la realizzazione di un solo progetto politico, giusto o sbagliato che fosse: la ragione della borghesia liberale.

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“Il politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni

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Il progetto politico. Oggi sembra mancare o quanto meno, sembra che ve ne siano addirittura troppi di questi progetti, per cui le varie leggi emanate dai vari governi (già qui l’errore: leggi emanate dai governi e non dai parlamenti?) tendono a realizzare il “progetto politico di turno” per cui esse spesso sono reciprocamente discordanti, contrastanti, annullanti (si può usare questo termine?). Io mi permetto di ipotizzare un tentativo di spiegazione: la nostra italica eccessiva variabilità politica è dovuta a … a cosa? E qui casca l’asino cioè innanzi tutto io!   Tuttavia ci provo, dai … e se mi sbaglio mi corigerete: è dovuta alla nostra genialità, al nostro individualismo, alla nostra creatività ed anche, purtroppo, alla nostra ignoranza generata dall’avvento dei social su base like e click a danno dell’antica e valida progressione e maturazione delle menti sui libri di scuola.

La scuola: ricordate? Tutti a scuola, tutti sui libri, le ricerche? Faticosamente in biblioteca. Oggi ecchècivuole? Basta un click. Ok, la nozione che cercate l’avrete subito, ma il vostro strumento, cioè il vostro cervello, non avrà lavorato e la sua inerzia lo farà arrugginire e diventare preda di quelli che i click li sanno manovrare e come, a loro vantaggio e a vostro danno. E invece, abbiamo bisogno di scuola e di una scuola che dia conoscenza e non solo capacità. Infatti con la capacità si possono solo eseguire i lavori dell’oggi; con la conoscenza si è in grado imparare i lavori del domani.

Concludo con un auspicio de iure condendo, cioè che siano emanate nuove leggi le quali ci riportino alla “vecchia Scuola/Università” fatta di serietà da parte dei docenti e dei discenti,  di traguardi difficili ma raggiungibili: una palestra per la mente e la volontà di ognuno. E che dopo anche i percorsi successivi (individuazione, valorizzazione, utilizzo e  remunerazione dei meritevoli) siano assolutamente trasparenti e democratici.

Un auspicio per il futuro, de iure condendo, appunto …

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LIBERTA’ VO CERCANDO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Febbraio, 2020 @ 5:46 am

Detto altrimenti: … ch’è sì cara, come sa chi per lei vita refiuta, ovvero (all’ultima riga del post)  sulla PRESCRIZIONE   (post 3760)

La Divina Commedia (libro fortemente consigliato)

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Dante (Divina Commedia, Purgatorio. I°, vv. 71-72) fa dire a Virgilio queste parole all’indirizzo di Catone, il quale, pagano e suicida, dovrebbe stare all’Inferno e invece … invece il suo suicidio viene premiato in quanto Catone preferì darsi la morte piuttosto che rinunciare alla libertà politica che Cesare gli aveva tolto in quanto reo di essere un pompeiano. Libertà di pensiero e politica, dunque, e libertà dal peccato guadagnata con il temporaneo “soggiorno obbligato” in Purgatorio.

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Sulla libertà circolava una barzelletta: “In Germania alcune cose sono vietate, altre permesse; In Inghilterra è tutto permesso tranne ciò che è vietato; in Russia è tutto vietato, anche ciò che è permesso; in Italia è tutto permesso, anche ciò che è vietato”. Una barzelletta costruita su esagerazioni secondo il metodo del filosofo del diritto Hans Kelsen  la quale tuttavia ci aiuta a capire cosa sia lo Stato Liberale di Diritto (nel quale vive una società di adulti): la libertà (in mancanza di leggi) dei cittadini come regola, l’autorità dello Stato (in presenza di leggi) come eccezione. Il contrario si verifica nello Stato di polizia, che crea una società di minori.

Lo Stato liberale di dirittto si ma. Ma cosa? Ma … su alcuni settori particolarmente rilevanti oggi esso ha subito una sorta di inversione termica, nel senso che è tutto vietato tranne autorizzazione, come accade per l’utilizzo di beni strategici limitati (l’uso del territorrio, ad esempio: non si può costruire come e dove di vuole); le applicazioni scientifiche alla vita umana, per citare un altro settore (genetica, riproduzione, espianti, trapianti, interruzione volontaria della gravidanza, suicidio, eutanasia).

Hans Kelsen  (Praga 1881 – Berkeley 1973) è stato un giurista e filosofo austriaco, tra i più importanti teorici del diritto del Novecento e il maggior esponente del normativismo. Di nazionalità austriaca, nel 1933, per via della ascesa del nazismo in Germania e della sua origine ebraica, Kelsen dovette lasciare la sua carica universitaria, trasferendosi a Ginevra e, nel 1940, negli USA. Mentre era a Vienna Kelsen fu un giovane collega di Sigmund Freud e qui scrisse sul tema della psicologia sociale e della sociologia.

Le troppe leggi e le leggi troppo complicate tendono a limitare la nostra libertà.  Già nell’antica Roma vigevano due principi: “plurimae leges corrruptissima republica”; “lex brevis esse oportet quo facilius ab imperitis teneatur” e cioè che quanto più (dannosamente) numerose, complicate e incomprensibili sono le leggi, tanto più si “corrompe” lo Stato. Inoltre, oggi, un poderoso apparato amministrativo ha assunto di fatto una forma di attività “legislativa” per regolare l’enorme casistica degli eventi, facendo uso di una specifica autonomia “legislativa” strumentale dai confini incerti. Da qui l’esigenza generalmente e genericamente avvertita ed espressa di una sua “sburocratizzazione”.

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Ex libris …

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Ma occorre dire di più: infatti non basta che le leggi siano in numero limitato né che siano immediatamente comprensibili da parte dei non addetti ai lavori: occorre anche che esse abbiano, ognuna, una portata generale: infatti la generalità della legge è l’essenza stessa dello Stato Liberale di Diritto, in quanto premessa della separazione dei poteri. E ciò perchè  il legislatore, dettagliando eccessivamente, si sostituisce arbitrariamente all’amministrazione (governo) e ai giudici. Inoltre l’ astrattezza della legge è nemica delle leggi retroattive (necessariamente “concrete”); è nemica delle leggi “a termine”; è nemica della (troppo frequente) modifica di leggi ad opera di altre leggi.


Ed è per questi motivi che io a suo tempo (Genova, 1968) laureato in giurisprudenza ma che per tutta la vita ho fatto un altro lavoro (manager) ho tuttavia sentito emergere spontaneamente dentro di me un’avversione per il nuovo regime troppo articolato della prescrizione. E se mi sbaglio, mi corigerete.

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LO STATO, SUA EVOLUZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Febbraio, 2020 @ 3:38 pm

Detto altrimenti: ex libris, questa volta da “Il diritto mite” di Gustavo Zagrebelsky (Giulio Einaudi Ed.)     (post 3759)

Da tempo non riesco a leggere romanzi. Gli ultimi sono quelli  dell’intera serie del commissario Wallander del giallista Henning Mankel, serie che me l’ha prestata la mia prof senza puntino Maria Lia Guardini che io l’ho ringraziata e che poi alcuni me li sono comperati io. E infatti leggo saggi di filosofia politica o di politica filosofica, se preferite. Fino a pochi post fa mi sono immerso in Norberto Bobbio “Elogio della mitezza”. Da qui, quasi per caso, in “Il diritto mite” di Gustavo Zagrebeklsky. Si tratta in entrambi i casi di libri che vanno “studiati” più che letti, ed io lo faccio con la matita in mano e segno, evidenzio, sottolineo … per paura di perdere le tante gemme che incontro sul mio cammino.

Zagrebelsky, primi capitoletti: lo Stato. Il suo valore? L’eliminazione dell’arbitrio nell’ambito delle attività ad esso facenti capo e incidenti sulle posizioni dei cittadini”.

Ma lo Stato chi? Lo Stato Persona? Lo Stato Re? Lo Stato della ragione? Lo Stato di polizia?  Lo Stato di diritto? Lo Stato liberale di diritto? Quest’ultimo, direi .. sì. Ma … come si presenta questo Stato? E’ presto detto: “Il senso generale dello Stato liberale di diritto è il condizionamento dell’autorità dello Stato da parte della libertà della società, secondo un equilibrio reciproco stabilito dalla legge”.Ecco, “a me mi” piace soprattutto quest’ultima sua forma, natura, sostanza: caratteristiche tutte secondo le quali la società con le sue esigenze autonome è prevalente sull’ “autorità” dello Stato. Che non è anarchia, in quanto si prevede:

  • la supremazia della legge sull’amministrazione;
  • la subordinazione alla legge dei diritti dei singoli;
  • la non subordinazione dei diritti dei singoli all’amministrazione;
  • la presenza di giudici indipendenti.

Lo Stato liberale di dirittto si ma. Ma cosa? Ma … su alcuni settori particolarmente rilevanti oggi esso ha ceduto il passo ad una sorta di inversione termica, nel senso che è tutto vietato tranne autorizzazione, come accade per l’utilizzo di beni strategici limitati (l’uso del territorrio, ad esempio: non si può costruire come e dove di vuole); le applicazioni scientifiche alla vita umana, per citare un altro settore (genetica, riproduzione, espianti, trapianti, interruzione volontaria della gravidanza, suicidio, eutanasia).

Ma veniamo alle eccezioni alla legge. Previste da chi? Dalla stessa legge o dall’Amministrazione? Se sono previste dalla legge, male, perché una legge troppo articolata si auto declassa a provvedimento amministrativo. Peggio mi dice se le eccezioni sono previste dall’Amministrazione, il che vuol dire che lo Stato non è governato da leggi, ma da provvedimenti amministrativi “ad personam”. “Summa lex summa iniuria” si diceva nel diritto dei nostri antichi padri: per quanto possa essere perfetta una legge, tuttavia essa potrà risultare molto dannosa per alcuni. Ecco, loro, gli antichi Romani, accettavano che si verificasse una summa iniuria in capo a pochi.

E non è una barzelletta, purtroppo …

Oggi noi, moderni Romani, cerchiamo di non recare alcuna ingiuria a quei pochi con leggi-piene-di-eccezioni che però allo stesso tempo mettono in crisi i molti, i quali spesso non riescono a comprenderne la portata generale. Comprendere le leggi? E qui i Romani (antichi) se ne uscivano con una seconda massima “Lex brevis esse oportet quo facilius ab imperitis teneatur”: occorre che le leggi siano brevi (e quindi chiare, n.d.r.) affinchè possano essere più facilmente comprese anche dai non addetti ai lavori. Al che, sfido la gente “comune” – cui chiedo scusa se mi permetto di definisrla con questo termine che nulla vuol avere di negativo, sia chiaro! – la sfido, dicevo, a comprendere la ratio che sta alla base di tante leggi, non ultima quella sulla prescrizione.

Le eccezioni. Il nazismo. Film Schindler List. Il protagonista al capo nazista: “Il vero potere non è condannare a morte, ma graziare il condannato”, cioè “fare eccezione”. In quel caso ben sia venuta l’eccezione! Ma nella vita di tutti i giorni è molto meglio se La legge è uguale per tutti senza le eccezioni di legge dirette o – peggio – demandate ai successivi regolamenti di attuazione o alle decisioni dirigenziali del settore amministrativo.

Mappoi (mappoi) da quache anno sopra la legge abbiamo messo la Costituzione Repubblicana che la nostra è la più bella del mondo. Non dimentichiamolo!

Cambiando discorso ma poi mica tanto: oggi nell’Associazionismo di vario tipo spesso lo Statuto lascia troppa discezionalità al Consiglio Direttivo che frequentemente opera per eccezioni e non è controllato da alcuno se non annualmente dall’assemblea che però il più delle volte è assai poco informata e comunque troppo poco partecipata. La nuova legge sul Terzo Settore ha curato gli aspetti finanziari e fiscali. Nulla ha detto circa la verifica dell’esistenza di una vera democrazia funzionale all’interno dei singoli statuti.

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