DI TUTTO UN PO … ST!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Luglio, 2016 @ 12:42 pmDetto altrimenti: dai, più post in uno … così mi sbrigo prima …    (post 2422)
Treni: ieri, inaugurazione della terza tratta del tunnel di base del Brennero + strage di pendolari sul binario unico in Puglia. Non c’è alcuna malizia in ciò che scrivo … ho solo acceso la TV … e mi chiedo: quali sono le priorità più prioritarie? E la responsabilità … di chi? Non è solo quella di chi – eventualmente – non avesse fatto la telefonata per avvisare il suo collega capo-stazione che stava instradando un treno (già … perché questo era il “Sistema di controlloâ€!), ma anche quella di chi ha ritardato il raddoppio della linea; di chi non ha aggiornato l’ordine delle priorità più prioritarie; di chi ha rilasciato una concessione senza la garanzia di un efficace sistema di controllo; etc.. Che linguaccia che sono … ma si sa, il mi’ babbo era toscanaccio di quelli “maledetti” da Curzio Malaparte ……
Si, ma ora che fare? Quanto meno un censimento rapidissimo di tutte le linee ferroviarie simili, verificandone i sistemi di gestione e controllo. Il minimo, non vi pare? L’investimento sulla sola tratta dell’incidente pugliese NON è commensurabile con quello del traforo del Brennero, ma gli investimenti su tutte le tratte a binario unico forse hanno un peso commensurabile … o no?
Io contrario al traforo del Brennero? No, leggete il post successivo …
Realtà vera e realtà percepita: se io non sono messo in grado di percepire esattamente la realtà reale, vera, per me diventa vera quella da me comunque percepita e quindi è quest’ultima che motiva i miei comportamenti. Infatti purtroppo spesso la “realtà della legge†è troppo complessa e quindi viene percepita in modo distorto. E dire che i nostri antenati dell’antica Roma erano soliti affermare che “Legem brevem esse oportet, quo facilius ab imperitis teneatur: ovvero, la legge deve essere breve e chiara affinchè possa essere subito compresa anche dai non addetti ai lavori. E poi, pensate un po’ cosa può succedere se un governante onesto viene percepito come disonesto e viceversa … poveri noi!
La legge è uguale per tutti, salvo le eccezioni di legge e salvo le “specifiche†dei regolamenti di attuazione e/o delle determine dirigenziali dei ministeri. Un esempio: nessuno dipendente pubblico può guadagnare più del Capo dello Stato. Poi taluno specifica: “Ovviamente la cosa non riguarda i manager delle società quotate in borsa …†Ho capito, vabbè … Dice .. ma no, blogger, cosa stai dicendo? E’ la stessa legge che fa un distinguo! Ah sì? E allora vale il principio che la legge è “uguale per tutti quelli che …†e non semplicemente “uguale per tuttiâ€: dovremmo andare a disturbare un filosofo del diritto, chessò, magari il mio “amico†Hans Kelsen … forse lui ci potrebbe aiutare a capire.
Anni 50, bambini “politici”: “Allora io non gioco più … anzi, mi riprendo tutte le mie armiâ€. Un ragazzino di famiglia ricca possedeva un arsenale di armi giocattolo da cow boy. Si giocava a cow boy e indiani. Lui distribuiva le armi di seconda scelta a chi non ne aveva per nulla, tenendo le migliori per se’. Se stava per perdere, ecco la frase “Allora io non … anzi …†(v. sopra). Adulti, giorni nostri. Politica. Si vota. Uno va in minoranza: “Allora io non gioco più … anzi, fondo un altro movimento … anzi, rifondo questo che mi ha sconfessatoâ€. Politici “bambini”.
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INCONTRO A PIÙ VOCI CON IL VICEMINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLA FINANZA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Luglio, 2016 @ 8:23 amDetto altrimenti: c’ero anch’io ……. (post 2421)
No, scialla raga, non sono così importante da avere un incontro del genere a quattr’occhi! Io ero solo uno dei tanti presenti all’evento. Si è trattato di un’iniziativa di un gruppo locale di persone attive in politica (gruppo che non nomino per questioni di privacy e di par condicio!) ed anche perché questo mio spazio-blog non è uno spazio politico in senso partitico. Tuttavia esso è sicuramente spazio “della†e “per” la polis cioè per la città cioè per i cittadini, rectius, per quelle cittadine e quei cittadini che hanno la pazienza e la bontà di leggermi.
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Molte persone rappresentative dell’economia, della finanza e del sociale ieri sera si sono fatte carico di giacca e cravatta – il che già non è poco stante la calura di questi giorni – per andare ad ascoltare il Viceministro Enrico Zanetti e per porgli alcune domande. Si è parlato di (e riflettuto su) molti aspetti della nostra economia e finanza, il tutto ottimamente inquadrato in una panoramica internazionale a cura di chi ha presentato la persona e la serata.
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Le mie considerazioni? Tante veramente per cui mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori solo alcune brevi sottolineature: il bilancio dello stato è un documento molto complesso, praticamente illeggibile e non immediatamente interpretabile significativamente non dico dalla gente “comuneâ€, ma nemmeno dalla gente “qualificata†presente alla riunione. Da ciò discende A) che spesso tutti noi, “normali e/o qualificati†si sia portati ad emettere valutazioni a pelle; B) che spesso tutti noi, di fronte alle affermazioni qualificate e sicuramente basate sulla realtà dei fatti e dei numeri fatte dagli esponenti del governo, si possa fare solo atto di fede.
Prima sottolineatura: riguarda un’esigenza che ieri sera ho particolarmente avvertito e cioè che sia redatta una sintesi significativa del documento bilancio dello stato, tal che ogni “azionista†dello Stato (cioè: ogni cittadino) possa capire il senso di ogni affermazione e valutare ogni variazione di ciascuna posta.
Seconda sottolineatura: ieri sera? Bene, perché si è discusso di “contenuti†e non dei soliti “contenitoriâ€.
Ancora, bene si è fatto se si è parlato delle “priorità †da soddisfare. Meglio si farà ove si parlasse del riordino dell’ordine (scusate il gioco di parole) delle priorità (e del loro finanziamento) alla luce delle nuove emergenti esigenze in modo tale da eventualmente “sbloccare†fondi bloccati per molti anni a fronte di priorità non più prioritarie (scusate … v. sopra).
Quarta ed ultima sottolineatura: parlando di UE … è di qualche mio post fa un ragionamento sugli Stati Uniti d’Europa, a seguito di un intervento di Vincenzo Passerini sulla stampa locale. Passerini citava i principi informatori della civile convivenza (anche internazionale, n.d.r. ) quali emergono dall’ “Utopia†di Thomas More, alias Tommaso Moro, alias, dal 1935, San Tommaso Moro. Al riguardo mi sono permesso di auspicare che oggi qualcuno ne segua l’esempio, nel senso che tracci con ogni dettaglio come dovrebbero essere strutturati, organizzati e regolamentati gli Stati Uniti d’Europa, una Confederazione di Stati utopica, ovvero semplicemente e solo “non ancora†realizzata. Ecco, per avere quanto meno un modello ideale al quale tendere e sul quale potere discutere.
Grazie a chi ha organizzato il tutto e a tutte/tutti voi per avermi letto!
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POST 2420 – E BIKE A RIVA DEL GARDA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Luglio, 2016 @ 6:54 amDetto altrimenti: … no, non ho abbandonato le mie “vecchie†bici “tradizionali†…    (post 2420)
… quelle da corsa e la mtb “non elettricaâ€: diciamo che per le salitacce l’età ha suggerito di farsi aiutare. Per capirsi, Trento – Riva del Garda e viceversa la faccio con le bici “normaliâ€, così come Trento-Verona (e torno in treno!). Ma ieri avevo deciso di andare a ritrovare la “Ponale†ed allora eccone il diario.
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Partenza da Riva alla 07,15. La salita lungo la Ponale presenta scorci semplicemente stupendi ed un fondo semplicemente … disastroso! D’altra parte vi accolgono cartelli che vieterebbero il transito a mezzi meccanici e così ci siamo tolti ogni responsabilità , vero? Ma vabbè, tirem inanz …
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Sterrato, finisce. Pista ciclabile, finisce. SP fino a Pregasina e oltre. Foto. Si scende. Arrivato all’incrocio con la Valle del Ponale, decido di risalire fino al Lago di Ledro. Strada asfaltata, galleria. Fine. 500 m sulla SP indi 200 m a sin indi a destra sulla ciclabile sterrata. Deviazioni ciclabili male o per nulla indicate. Aiuto alcuni pedalatori esteri. Per arrivare al lago, due rampe al 25%: “Bici a mano†avvertono i cartelli. Io pedalo ma rischio di capovolgermi … l’à nada!  Arrivo al lago, le palafitte … ma come sarà il giro del lago? Mai fatto. Ed allora facciamolo. Leggerissimo saliscendi, non tutto su percorso ciclabile ma le auto sono abbastanza rispettose. Di nuovo alle palafitte. Indosso la ventina, si scende a 40 kmh, sulla SP (ho preferito evitare la ciclabile). Ad un certo punto, divieto di transito per le bici: si torna sulla ciclabile. Stesso percorso della salita. La Ponale in discesa richiede molta, molta attenzione: la presto. Sono a Riva alle 12,00, sano e salvo e molto, molto gratificato.
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Note tecniche: km percorsi, 42; media oraria 10 kmh, mio peso alla partenza, km 78,8, all’arrivo 78,3 – Alimentazione durante il percorso: una borraccia d’acqua e sali. Soste per foto: molte. Consumo elettrico: 50% del totale, ovvero poco. La cosa si spiega così: io utilizzo il primo livello di potenza (“eco”) e passo solo al secondo (“tour”) solo nei brevi tratti più ripidi: ovvero, pedalo molto “di mio” con rapporti alla ruota abbastanza agili. Se invece io utilizzassi il terzo e quarto livello elettrico (“sport” e “turbo”) con rapporti alla ruota più “duri”, farei meno fatica, sarei più veloce ma consumerei il doppio di energia elettrica.
Good Bike a tutte e a tutti firmato FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Trento il vostro blogger (segretario provinciale Fiab  “a pedali”!)
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P.S.: andate in internet e cliccate FIAB Trento e …. iscrivetevi alla Fiab. Oppure anche qui, su questo blog, nell’apposito riquadro scrivete “bicicletta” o “fiab” e ne leggerete delle belle!
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MUSICA A RIVA DEL GARDA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Luglio, 2016 @ 3:56 pmDetto altrimenti: organizzata dall’Associazione Amici della Musica, recital pianistico di EVGENY BRAKHMAN, classe 1981 (Gorkij, Russia), vincitore del Concorso Internazionale Città di Verona ed. 2015     (post 2419)
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La stessa serata della finale del campionato europeo di calcio. Evgeny alias Eugenio, dal greco “di nobili natali†ovvero “Ben – natoâ€, è una persona molto spiritosa: “Avreste potuto piazzare uno schermo … ed io avrei suonato nell’intervallo fra i due tempi della partita!†A parte gli scherzi, molte le persone che hanno preferito la musica al pallone! E che concerto!
Eugenio ha un curriculum lungo così! Una capacità interpretativa eccezionale (non per niente a Verona ha vinto!). Verona: ormai il Concorso è alla sua quarta edizione e noi di Riva del Garda è il quarto vincitore che ospitiamo. Eugenio à molto contento sia del contesto naturalistico (nel pomeriggio fra una prova e l’altra è andato al lago a farsi una nuotata!) sia del contesto umano. Chiede se sia possibile venire a suonare una seconda volta: risposta affermativa, d’altra parte Elizaveta Ivanova è venuta due volte!
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Il concerto? Preceduto dal saluto dell’ Assessore a “Cultura, Rapporti con le scuole, Servizi all’infanzia†del Comune di Riva del Garda Dr.ssa Renza Bollettin e dalla introduzione ai vari brani del nostro Presidente Professor Franco Ballardini (scrivo “nostro†perché il vostro blogger qui presente è il tesoriere dell’Associazione organizzatrice) … eccolo!
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Franz Schubert (1797-1828) due improvvisi (op. 90 n. 3 in sol bemolle maggiore; op. 90 n. 4 in la bemolle maggiore. Schubert, romanticismo tedesco, ne ha composti 4. I due eseguiti sono fra i primi ad essere stati scritti. L’ “improvviso†è un genere tipicamente romantico, quasi a cogliere “l’attimo fuggente†(ricordate l film?).
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Subito dopo, Robert Schumann (1810 – 1856) Kreisleriana op. 16. Schumann, un’altra generazione rispetto a Schubert sebbene quasi coetanei. L’opera, dedicata dal compositore al suo collega Chopin, si ispira al personaggio Kreissler delle novelle di Ernest Theodor Amadeus Hoffman ed è ricca di elementi fantastici (tipici del romanticismo). Si tratta di ben otto fantasie pe pianoforte secondo no schema assolutamente innovativo.
Tutto a memoria. Applauditissimo! Intervallo.
Alla ripresa siamo nel “nuovoâ€: infatti è stato il turno di Aleksandr Skrjabin ( 1872 – 1915), Tre Pezzi op. 45, brani inimitabili dal punto di vista armonico e cromatico, assolutamente atonali: una modernità sincopata. Segue la Sonata n. 10 op. 70 del 1913, particolare per essere strutturata in un unico movimento anziché nei consueti quattro: “armonia cromatica con effetti psichedeliciâ€.
Con il successivo Claude Debussy (1862 -1918) ci siamo assolutamente rilassati: Etude pour Les Arpeges Composésâ€, una armonia timbrica fatta di clori più brillanti. A seguire, L’Isle Joyeuse, una armonia timbrica fatta di colori più brillanti, più mossi, più esuberanti.
Per finire un salto indietro nel tempo: Franz Liszt (1811-1866), Rapsodia ungherese n. 12, dieci minuti di musica tzigana.
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Hanno suggellato la bravura tutta a memoria o di Eugenio calorosissimi applausi che egli ha ricambiato con due bis, uno studio di Chopin e Traeumerai, Sogno, dalle Kinderszenen, Scene infantili op. 15 di Schumann. Un grande successo. Unica nota non del tutto positiva, la mancanza di pannelli all’esterno del portone del Conservatorio, per cui ogni volta ci dobbiamo arrangiare all’italiana … Dice … ma dopo? Dopo di corsa a cenare all’aperto in tempo per vedere l’ultima parte del secondo tempo supplementare di Portogallo-Francia, chiusosi con la vittoria portoghese per uno a zero!
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“FIABE DI SERA”
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Luglio, 2016 @ 6:23 am
Detto altrimenti: molto di più che una raccolta di fiabe per bambini …  (post 2418)
… infatti è una storia vera innanzi tutto per grandi!.
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Dice Teresa: “Papà , mi racconti una fiaba? Ma spegni la luce che io “la vedo meglioâ€. Ecco, “vedere†con gli occhi della fantasia la fiaba raccontata dal papà . Ma se la luce è spenta il papà non la può leggere. Se la deve ricordare o – meglio – se la deve inventare questa fiaba. E così è stato, per tante sere.
Ma papà Bepy (Giuseppe Andreatta) si è detto: “Perché non scriverle queste fiabe? Così le potranno “avere†anche altri bimbiâ€. Già , “avere una fiaba†è come possedere un tesoro, una miniera di sogni che aiuta a far crescere la creatività dei bimbi, qualità e dote delle quali avranno tanto bisogno in un mondo sempre più standardizzato da una globalizzazione selvaggia. Detto, fatto. Quel papà prende carta e penna e scrive il suo, anzi, il “loro†libro – loro di tutti i bimbi – “FIABE DI SERAâ€. Il loro libro, loro perchè ogni libro è una “poesia†ovvero una “creazione†che nasce non quando è scritto ma quando è letto. Da loro, appunto. Letto “da†loro oppure letto “per†loro, ma non cambia nulla.
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Scuola elementare di Fierozzo (TN), anni 2003-2004. Le maestre vengono a conoscenza della raccolta di fiabe e coinvolgono gli scolari che ne diventano gli illustratori. Disegni con fumetti parlanti in lingua tedesca e mochena. I titoli? Eccoli!
- Fiori, colori e farfalle
- La fattoria dalle uova d’oro
- Tobia da Nasonia
- Biscio Miscio
- Il lupo di Bolt
- L’albero del giardino
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Quando Bepy – richiestone – legge le sue fiabe in ogni classe, non vola una mosca! Le maestre di Fierozzo gli hanno chiesto di scrivere una fiaba sul bosco. E così sarà . Ma Bepy non si accontenta, ne ha già scritte altre 12 (Le origini dell’anno sabbatico; La fata dei masi; La vera storia delle piramidi di Segonzano; etc.). Nel frattempo alcune scuole materne hanno chiesto e ricevuto copia di quel (primo) libro e i bimbi “piccoliâ€, quelli che sono messi a fare la pennichella pomeridiana, reclamano “quelle†fiabe per addormentarsi!
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Bepy Giuseppe Andreatta, Segonzano classe 1963. Già cubettista e poi bibliotecario. Nel 1991 avverte alcuni primi strani sintomi di un malessere indefinito. Non si sa bene di cosa si tratta. Bepi si sposa, nasce Teresa. Nel 1996 la malattia prende nome: sclerosi multipla. Oggi Bepi è immobilizzato su una sedia a rotelle. Incontrato e intervistato, sorride, sempre. Negli occhi gli brilla la luce di un bimbo, felice di donare a tutti i bimbi la sua fantasia. Lo incontro all’ospedale S. Anna di Pergine, nella qual sta facendo riabilitazione fisica. Mi esprime un desidero, anzi, un programma: la primavera prossima vistare i giardini Trauttmansdorff di Merano: “Sai, Riccardo, quei colori … mi ispireranno altre fiabe …†Bepy, gli dico, io – se vorrai – sarò lieto di accompagnarti … sai … nella mia SW la carrozzella ci entra benissimo.
Come ho conosciuto Bepy? Ero in visita ad un’amica scrittrice, Nadia Ioriatti (“Io tinta di ariaâ€, “Aria che allenta i nodiâ€) in cura presso la stessa clinica per lo stesso male … e “da libro nasce libroâ€!
Giuseppe Andreatta, “Fiabe di Seraâ€, Ed. Kulturinstitut Bersntol-Lusérn – I 38050 Palù del Fersina/Palae en Bersntol – Tel. 0461 550073 – Fax 0461 540221 e-mail: kultur@kib.it – www.kib.it
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BREXIT 3 (E NON SOLO …)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Luglio, 2016 @ 1:15 pmDetto altrimenti: a seguito delle riflessioni di Vincenzo Passerini “Il lascito di More allo spirito europeo†su L’Adige odierno, pagg. 1 e 47.                        (post 2417)
Passerini ci espone i fondamentali di Thomas More, alias Tommaso Moro, alias (dal 1935) San Tommaso Moro: le ragioni della coscienza, la libertà dell’individuo, la dignità dell’uomo, la riforma della cultura, della società , della chiesa, l’accoglienza degli Altri, la solidarietà , l’equità nella distribuzione delle ricchezze, il diritto-dovere al lavoro, etc., tutte basi pre-UE, precedenti anche a quelle gettate poi da tale Altiero Spinelli qualche secolo dopo. Non si tratta qui di riassumere lo scritto di Passerini né l’opera (Utopia) di Tommaso Moro. Cito solo un passaggio de L’Utopia, citato da Passerini:
“Quando penso a tutti gli Stati oggi esistenti e mi sforzo di analizzarli obiettivamente, altro non riesco a vedere – che Dio mi aiuti – se non la cospirazione di un branco di ricconi che a nome e con il pretesto della collettività , si fanno soltanto gli affari loro e si inventano ed escogitano tutti i modi e gli espedienti per riuscire in primo luogo a non correre il rischio di perdere quello che in modo disonesto hanno arraffato e per riuscire, pagando il meno possibile, ad abusare del lavoro e delle fatiche dei poveriâ€.
Moro non era un antipolitico: voleva solo fare una politica diversa.
Ma vengo al mio contributo. Il riferimento all’ Utopia come ad un metodo. Ovvero: è difficile costruire una Europa Politica? Sit sane verum, sia pur vero, ma almeno che qualcuno provi ad elaborare e descrivere nei dettagli come gli Stati Uniti d’Europa potrebbero e dovrebbero essere. Così come Tommaso Moro ha descritto come potrebbe e dovrebbe essere la sua Isola-Stato ideale.
N.B. 1: Utopia, u-topos, non- luogo … ovvero un luogo, una situazione semplicemente non “ancora” raggiunta: guai nella vita a non avere un’utopia un’aspirazione a un modello ideale!
N.B.2 : volete leggere Utopia di T. Moro? Suggerisco la traduzione di Maria Lia Guardini, ed. Piccola Biblioteca del Margine (v. foto).
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MAGGIORANZE “INDIVIDUALIâ€
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Luglio, 2016 @ 6:22 am.
Detto altrimenti: forse oggi Bertrand Russel avrebbe riscritto la sua “Autorità ed individuoâ€Â                           (post 2416)
Autorità . “ciò che viene dato a taluno da –“. Autorevolezza, uno ce l’ha da se’ o niente. Una maggioranza conferisce autorità a taluno che spesso è già autorevole di suo. In questo caso l’autorevolezza è al servizio dell’autorità . Ma quando viene meno la maggioranza, che si fa? Quando la politica di fraziona, le ideologie crollano (e non è detto che sia un male!), gli ideali anche (questo sì che è un male) … quando da una condizione maggioritaria si passa ad una minoritaria, quando ad essere minoritari sono tutti … che si fa? Cosa succede? Succede che si passa dalla istituzione all’individuo, il che che presenta due aspetti: uno negativo ed uno positivo. Aspetto negativo: si disgrega l’istituzione ed il principio di autorità quale espressione di una maggioranza (inesistente): praticamente un gioco al massacro, tutti contro tutti. Aspetto positivo: il cittadino non crede più “per procura†nella politica , bensì la politica diventa una serie di percorsi individuali il cui solo criterio dovrebbe essere (ecco il punto debole del ragionamento: questo condizionale, questo “dovrebbeâ€) la ricerca della verità e l’autenticità .
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Ho appena parlato di due fasi: quella maggioritaria e quella minoritaria. Veniamo alla terza, quella a venire. Infatti oggi compito della politica con la P maiuscola è condurre la fragmentazione ad armonia. Defragmentazione delle idee ma soprattutto ricomposizione dei diversi “status†della persona: una nuova Armonia, quindi. Armonia che deve segnare il passaggio dalla società industriale a quella post industriale. Infatti, nella prima, la persona era frammentata: il lavoratore non aveva niente a che vedere con il padre di famiglia, il marito, lo sportivo, l’amante delle belle arti, politico etc.. Nella seconda, l’individuo (vuole e) deve superare questa dispersione di attività , divenendo un “utopico modello olisticoâ€. Mi spiego: utopico, in quanto non (ancora) realizzato ma fiducioso nel risultato; olistico in quanto riassume in se’ il tutto, politica compresa.
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Dice … ma in tutto questo processo qual è il “dover essere†dell’uomo (già ) autorevole e/o (già ) autoritario? Egli deve rispettare la ricerca di autonomia personale di ognuno che induce ogni cittadino/votante/aderente ad un partito ad interiorizzare la propria adesione. Come si vede siamo ben lungi dal “qui si lavora non si fa politica†di antica (triste) memoria; dal “ghe pensi mi†di recente memoria (sempre triste); dall’odierno (tristissimo) “ipse dixitâ€Â  di taluno. Ed ecco il senso del titolo di questi miei tentativi di botanica dei ragionamenti: la necessità ed il dovere per la Politica di realizzare una “maggioranza di individui pensantiâ€.
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CON LA FIAB SUL TETTO D’ITALIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Luglio, 2016 @ 6:20 am
Detto altrimenti: ai piedi della Vetta d’Italia (più a nord di così …)    (post 2415).
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FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Trento. 220 associati, in assoluto primi nella classifica del Ciclo Concorso Trentino (cfr. ivi in internet: iscrivetevi anche voi, lettrici e lettori del blog, se non lo siete già !) della Provincia Autonoma di Trento, il quale, da marzo a settembre stimola e mette in salutare concorrenza i singoli e le diverse associazioni quanto all’utilizzo della bicicletta. Fiab takes care, si prende cura di -: della circolazione in bici nelle città ; di avere indotto il legislatore ad applicare la tutela assicurativa dell’infortunio in itinere per i lavoratori ciclisti, con effetto retroattivo; di migliorare la qualità della vita per tutti, ciclisti e non (ci auguriamo: non “ancora” tali); etc.
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Ieri eravamo in 36. Il pullman ci ha portato a Casere, la località più a nord d’Italia, proprio in cima alla Valle Aurina. Una gita ciclisticamente facile (solo discesa e pianura) ma non per questo meno affascinante. Infatti la Valle Aurina merita attenzione quant’è bella e non dovendo concentrarsi sui pedali le puoi rendere ogni dovuto omaggio.
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Casere. È il terzo centro abitato più a nord d’Italia, appena sotto la Vetta d’Italia, dopo i vicini microvillaggi di malghe di Pratomagno (Prastmann) e Fonte della Roccia (Trinkstein). Si trova a 1.600 metri d’altezza in cima alla valle Aurina. È dominata dalle imponenti vette del Pizzo Rosso (Rötspitze) e del Picco dei Tre Signori (Dreiherrnspitze) e dai rispettivi ghiacciai. La popolazione residente, 87 abitanti[, è di lingua tedesca.
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Peccato solo che non sia stata realizzata per intero una pista ciclabile, per cui buona parte del percorso la si fa sulla strada. V’è da dire che molte auto erano di turisti stranieri o di persone locali, molto abituate a rispettare le due ruote.
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Una breve sosta a Ca’ di Pietra (Steinhaus) e alla sua bella chiesetta, dotata di panche con strapuntino: ovvero con delle travi che, in caso di superaffollamento, sono fatte uscire dal lato interno delle panche e rappresentano sedili di fortuna per i fedeli ritardatari!
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Alla base della discesa, uno sguardo al bellissimo Castel Taufers (qualche ardimentoso ha approfittato della successiva pausa pranzo per salire a visitarlo), bellissimo dall’esterno, entusiasmante all’interno in quanto completamente ammobiliato! Indi pausa pranzo libera a Campo Tures (Sand in Taufers), presso la piazza con la statua all’alpinista e sciatore estremo Hans Kammerlander.
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Alle 15 si riparte, destinazione le cascate di Riva (Riva di Tures). Lasciate le bici bel legate fra di loro (non si sa mai …) si cammina. Chi 10 minuti, chi un’ora, per lo spettacolo di una o più cascate
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Sempre con tanta acqua al … fianco!
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Orazio, Carmina, III, 13 – Così si rivolgeva alla “sua” Fons Bandusiae, pertinenza della villa di campagna che gli aveva donato Mecenate: “O Fonte Bandusia, più trasparente dello stesso vetro …” .
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Alla ripartenza, si pedala in Val di Tures direzione Brunico fino a (quasi) Gais dove ci avrebbe dovuto attendere il nostro pullman. Solo che l’autista ha ritenuto di fermarsi alcuni km prima in una comoda piazzola. Se non che la nostra avanguardia di velocisti non lo ha visto ed al vostro bici-blogger è toccato scattare al loro inseguimento per avvisarli del necessario dietro front!
Questa in breve la sintesi. Qualche ragionamento sulla nostra Fiab. Fiab è innanzi tutto stare insieme, identificarsi in un “simbolo†che ci accomuna: l’amore per una vita di movimento, per la cultura non solo del fisico ma della conoscenza: reciproca e del mondo che ci circonda, alla “velocità giustaâ€: quella della bicicletta. Infatti a nostro avviso (non ce ne vogliano i cultori delle altre modalità di viaggio) l’auto è troppo veloce ed il pedone è troppo lento!
E tutto questo richiede una buona organizzazione che anche questa volta non è certo mancata: un grazie quindi a Paolo, capo-gita-a-pedali; a Monika, nostra guida culturale; a Roberto, guida-per-le-cascate; a Francesco, “scopa†della comitiva, sempre pronto ad intervenire in caso di eventuali forature o guasti in genere; al nostro foto-pedalatore Edoardo (in attesa delle sue foto – che spero mi arrivino presto – le foto nel post sono mie salvo diversamente indicato). Dice … ma tu, che ruolo hai avuto? Rispondo: al ritorno, dopo un sosta, mi hanno fatto contare i partecipanti a bordo del bus per evitare di lasciare qualcuno a terra … ma prima avevo bevuto una birrazza e i conti non mi  tornavano mai!
Prossimi appuntamenti FIAB
- Sabato 9 luglio, ciclo passeggiata cittadina aperta a tutti con cono gelato a Mattarello.
- Domenica 24 luglio, da Merano in Val Passiria con ritorno attraverso … il ristorante della Forst!
Che altro dire se non JOINT US, ISCRIVETEVI ALLA FIAB: per info www.slowbiketrento.xoom.it oppure adbtrento@libero.it
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“IO LEGGO I TUOI POST, MA SOLO QUELLI SULLA BIICLETTA, GLI ALTRI, QUELLI DI RIFLESSIONE NO, NO, CERTO CHE NO …â€
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Giugno, 2016 @ 6:39 am
Detto altrimenti: questa dichiarazione mi ha ricordato una frase di tristissima memoria ….. (post 2414)
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Quale altra frase? Quella che ancora si può leggere, sbiadita dal tempo, sui muri diroccati di qualche vecchia fabbrica operante nel nostro tristissimo ventennio: “Qui si lavora, non si fa politicaâ€. Ovvero, lavorate e non pensate che “ghe pensi miâ€. E invece no: io “cogito ergo sum!” … o quanto meno ci provo!
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BREXIT 2: DEMOCRAZIA E’ PARTECIPAZIONE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Giugno, 2016 @ 6:06 amDetto altrimenti: in caso contrario è oligarchia           (post 2413)
Partecipazione. Per pochi voti ha vinto il Brexit. Tuttavia nei soli due giorni successivi al voto, ben tre milioni di “remain†hanno firmato per un nuovo referendum abrogativo del primo (resta da vedere se la loro legge lo consente). Mi chiedo: dove erano quei tre milioni il giorno del voto? Ancora: quanti altri milioni di “remain†non sono andati a votare? Ecco che l’astensionismo di molti è diventato il governo di pochi, ovvero ha trasformato la democrazia in una oligarchia.
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Partecipazione. Piero Calamandrei raccontava questa storiella ad un gruppo di giovani studenti: il capitano di una nave che si trovava in alto mare avvisava i passeggeri che la nave stava affondando. Uno di essi gli rispose: “O che m’importa? Un e’ mica mia!â€
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Partecipazione. Essere presenti: con il pensiero prima che con il voto. Alcuni movimenti politici inseriscono questa parla nel loro nome. Ma occorre distinguere: se partecipazione è adesione incondizionata all’idea di un capo, quella è solo sottomissione. La partecipazione infatti è la libera adesione ad una Idea Simbolo, Idea che unisce tutti coloro che la fanno propria senza tuttavia smettere di pensare in proprio (ecco il punto). Infatti l’Idea Simbolo è elemento di unione se diventa patrimonio di ognuno: al contrario, se qualcuno vuole appropriarsene, fosse anche il suo stesso ideatore, essa diventa elemento di divisione e di guerra.
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