BERLUSCONI, LA LEGA, MONTI, LETTA, RENZI, GRILLO e …. un po’ di Montepaschi! (post 1248)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Dicembre, 2013 @ 3:26 pmDetto altrimenti: provo a sottoporvi qualche ragionamento … (post 1248)
Chi aveva le maggioranze necessarie NON ha fatto le riforme che avrebbero preparato il Paese ad affrontare la crisi internazionale (anzi … “La crisi non c’è!â€).
Un partito che gridava contro Roma Ladrona, ora deve preoccuparsi dei propri ladroni.
Ieri Monti, oggi Letta, domani chi altro (Renzi?) sono stati, sono e saranno eredi (e in parte vittime) di quella situazione.
Letta sta operando a piccoli passi, gli unici che gli sono consentiti da. 1) sedimentazioni (ovvero, da privilegi di caste); 2) cattive abitudini (decreti e leggi omnibus, ma pare che ci stia pensando il mio Presidente Napolitano); 3) condizionamenti politici (della sua strana maggioranza, e qui ci vuole una nuova legge elettorale).
Letta sta operando meglio di Monti. Renzi forse potrà operare meglio di Letta, se no altro perché piano piano si sta uscendo sempre di più dal pantano. Dice … ma dimentichi Grillo! Dico: ne riparlerò quando smetterà di volere l’uscita dall’Euro e di insultare il mio Presidente Napolitano.
Quanto al n. 1) e cioè quanto al problema dei privilegi di casta ed al ristabilimento necessario di una maggiore giustizia sociale e redistribuzione della ricchezza, mi permetto di suggerirne il censimento attraverso l’attivazione di un cervellone elettronico tipo quello usato dalla Agenzia delle Entrate, per censire tutte le super retribuzioni, i super cumuli, le super pensioni, i super benefit etc.. Dice … ma anche eliminando tutti i privilegi di casta non si risolve la situazione. Eh, no, caro mio, dico io, e mi spiego. FUNZIONALMENTE, alle persone in posizioni di potere (e di connessa responsabilità !!)  devi stabilire retribuzioni interessanti, stimolanti ma “umaneâ€, non “marziane extraterrestri” comunque sia. Cioè, devi far sì che esse avvertano la motivazione a migliorare la loro già pur buona condizione. Infatti solo in questo caso esse sono stimolate a fare meglio. In caso contrario, se tu dai una buonuscita di 40 milioni di euro ad un Presidente di banca che si fa bocciare la sua proposta di aumento di capitale, costui desidera solo mantenere lo status (retributivo) quo ante. E poi, MORALMENTE, con la tua argomentazione, non puoi pretendere che si mantengano privilegi inauditi in capo ad alcuni, mentre la massa dei cittadini soffre. Infine, FINANZIARIAMENTE, rileggete il mio post n. 1216 del 20.12.2013 sul passaggio dall’Euro all’Eso, cioè all’unità pari a €10.000 …
Funzionalmente Montepaschi. Profumo ha visto bocciato dall’Assemblea degli Azionisti la sua proposta di aumento di capitale, “forte” del fatto che in assenza della ricapitalizzazione, aumenta di molto il costo del finanziamento statale in corso; che più il tempo passa, più costa ricapitalizzarsi sul mercato a causa della concorrenza delle altre banche, spinte a ciò dall’UE; che se MPS non restituisce il prestito allo Stato, viene statalizzata. Tuttavia il suo principale Azionista – la Fondazione Montepaschi – si è opposto in quanto avrebbe perso il controllo della banca. Ora, io stesso sono stato diverse volte Presidente e/o AD di SpA e prima di proporre un aumento di capitale ho verificato la disponibilità dell’azionista di maggioranza relativa. Altrimenti la mia sarebbe stata solo una provocazione per provocare (scusate la ripetizione) il mio allontanamento dalla Spa. E, nel caso di Profumo, allontanamento con la corresponsione a suo favore di un’altra buonuscita milionaria, dopo quella incassata da Unicredit da dove è uscito anche per aver comperato una banca estera kazaka per 2,5 miliardi (miliardi) di dollari USA ed averla rivenduta un anno dopo a – 200 milioni (“meno†duecento milioni), con una pertdita di 2,7 miliardi.
Ecco, vedete a che giochi e a quali conseguenze possono condurre le corresponsioni di buonuscite plurimilionarie? In un “sistema normale†il Presidente di una banca, verificata l’indisponibilità dell’Azionista di maggioranza relativa ad approvare le sue proposte, si sarebbe dimesso. In tal caso, però, probabilmente non avrebbe avuto titolo ad incassare liquidazioni particolari: né piccole, né medie, né gigantesche. A PENSAR MALE …
“Profumo di donna” … è stato un gran bel film. Ora se ne potrebbe fare un altro: “Profumo di soldi” …
USCIRE DALL’EURO?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Dicembre, 2013 @ 2:44 pmDetto altrimenti: ma saremo mica matti … Dice … ma no, era la battuta di un comico … Ah, be’ … dico io … allora … comunque su certe cose io preferirei che non si scherzasse … (post 1247)
La moneta ha valore in quanto (convertibile in oro o in quanto) rappresenta la ricchezza prodotta da uno Stato.
L’Euro ha valore in quanto rappresenta mediamente tutto ciò, cioè, oggi, la media delle valute forti (marco) con quelle deboli (Lira).
Se l’Italia uscisse dall’Euro, automaticamente la Lira retrocederebbe ad un valore inferiore a quello dell’Euro, cioè sarebbe svalutata. I prezzi delle merci nazionali aumenterebbero di molto, il potere d’acquisto dei cittadini diminuirebbe di molto.
Dice … ma se svalutiamo agevoliamo le esportazioni … e … semmai, possiamo sempre stampare moneta.
Bravo merlo, dico io! L’Italia è un Paese he “trasforma†materie prime in prodotti, il che vuol dire che prima di esportare deve importare. E con la Lira debole, le importazioni ci costerebbero molto di più. Idem gli acquisti all’estero dell’energia e del petrolio. Stampare moneta? Potrebbe essere un intervento positivo e comunque solo di breve periodo esclusivamente a condizione che lo stampare nuova moneta fosse accompagnato da una riforma sostanziale del Paese quanto ai seguenti aspetti: burocrazia; giustizia; pianificazione pluriennale; struttura istituzionale; sistema delle caste; corruzione; evasione fiscale; rilancio delle specificità italiane, e cioè: agricoltura, cultura, arte, turismo, design, ricerca, etc..
Altrimenti stampare moneta è come somministrare un po’ di morfina ad un moribondo.
E poi, l’Euro è un mattone della costruzione degli Stati Uniti d’Europa, l’unica dimensione possibile che consentirà a tutti i Paesi Europei (Germania compresa) di  non essere singolarmente schiacciati dal est, da ovest, da sud e da nord.
P.S.: piuttosto, al momento dell’introduzione dell’Euro in Italia, si sarebbe potuto disporre che i prezzi di merci e servizi, per almeno due anni, fossero indicati sia in Lire che in Euro.
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L’ITALIA SI ALLAGA, L’ITALIA TREMA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Dicembre, 2013 @ 6:43 amDetto altrimenti: prepariamoci a prevenire e a riparare i danni di alluvioni e terremoti (post 1246)
Una famiglia. Appena può, accantona qualche risparmio per eventuali spese impreviste, per possibili emergenze.
La Famiglia Italia … sta accantonando fondi per prevenire le “emergenze prevedibili†delle alluvioni e dei terremoti e per riparare i relativi danni?
No? Dice … non ci sono fondi … Dico: ma a vostro parere, è prioritario l’acquisto dei cacciabombardieri F35 e la realizzazione del TAV oppure la prevenzione idrogeologica e sismica e la riparazione dei relativi danni ?
P.S.: ultima alluvione, Basilicata, danni per 65 milioni di euro. Aiuti ricevuti: zero. Costo di un solo cacciabombardiere F 35: circa 90 milioni di euro.
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CITTADINANZA: ITALIANA ED EUROPEA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Dicembre, 2013 @ 6:31 amDetto altrimenti: italiana per gli altri … ma … per noi stessi, europea? (post 1245)
Cittadinanza italiana agli immigrati … si discute … jus soli, si/no etc.. e nel frattempo ci stiamo dimenticando la cittadinanza europea … no, innanzi tutto non per gli immigrati, ma per noi stessi. Vogliamo fare un esame di ammissione alla cittadinanza europea? Vogliamo vedere quanti di noi lo superano? Proviamo un po’:
DOMANDE D’ESAME DI AMMISSIONE ALLA CITTADINANZA EUROPEA
 1. Chi era Altiero Spinelli?
2. Cosa è il MFE?
3. Ogni quanto si tengono le elezioni europee?
4. In che mese ed anno si terranno le prossime elezioni europee?
5. Chi può votare?
6. Come si è candidati alle elezioni europee?
7. A quali ruoli si è candidati?
8. Come si assegna la Presidenza della Commissione Europea?
9. Quanto dura in carica il Presidente della Commissione Europea?
10. Quali pensate che possano/debbano essere i principali temi da affrontare nella prossima legislatura europea?
11. Quanto guadagnano i parlamentari europei?
12. Come e dove ci si informa per accedere all’utilizzo dei fondi europei?
13. Quali sono i Paesi a deriva antieuropeista?
14. Quali sono i Paesi che maggiormente spingono per la creazione degli Stati Uniti d’Europa?
15. Quali sono i Paesi in lista di attesa di imbarcarsi sull’UE?
16. Quali sono i Paesi che aderiscono all’UE ma non all’Euro?
17. L’eventuale uscita dell’Italia dall’Euro, cosa comporterebbe?
18. Quale ruolo potrebbe avere una eventuale ERA – European Rating Agency?
19. A che punto è l’integrazione bancaria europea?
20. A che punto è l’integrazione fiscale europea?
Il giudizio di ammissione alla cittadinanza europea sarà espresso in relazione al numero di risposte esatte, come segue:
da 0 a 5: gravemente insufficiente (bocciato)
da 6 a 10: insufficiente (rimandato a settembre)
da 11 a 15: sufficiente (ammesso)
da 16 a 20: ottimo (ammesso e candidato alle elezioni)
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FUNFRALENUVOLE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Dicembre, 2013 @ 8:01 pmDetto altrimenti: vela d’inverno, sul Garda, con il mio FUN (post 1243)
La mia barca a vela ha 23 anni. E’ un FUN, si chiama “Whisperâ€.- Numero velico ITA 526 – E’ una barca da regata di sette metri … Per lei e per le nuvole del Garda, una poesia “invernale”  (“Chi va in barca a Capodanno va in barca tutto l’anno”, antico proverbio gardesano):
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FUN FRA LE NUVOLE
Nuvole amiche del ciel vagabonde
che non restate mai ferme un momento
onde d’un lago ch’è privo di sponde
madrine dell’Ora e figlie del Vento;
nuvole dolci se il sole v’irrora
voi sempre riuscite ad essere nuove
calde la tramonto più fredde all’aurora
liete col bello e un po’ tristi se piove;
nuvole diafane ai raggi solari
che v’arricchite di porpora e d’oro
e nel chiaror di regate lunari
fate del cielo un cangiante traforo;
nuvole buone che ‘l Garda ombreggiate
e che lenite l’arsura de’ campi
del Nastro Azzurro oppur corrucciate
dell’Intervela fra fulmini e lampi;
nuvole alte dai bianchi contorni
diademi regali a cime rivane
nuvole sparse in cui volano storni
nido incantato di cigni e poiane;
di tutte voi dal meriggio allorquando
io nacqui sul lago mi innamorai
da molti anni ormai sto veleggiando
senza potere raggiungervi mai!
E la mia randa io sempre l’ho indosso
la tuga consumo al sole ed al gelo,
ma in Fraglia Vela star fermo non posso:
non voglio aver altro ormeggio che il cielo!
Rotte fra i monti io vo’ percorrendo
e in questo un poco ci assomigliamo:
nulla vi chiedo io nulla pretendo
se non poter dire quanto vi amo.
Eterna meta di tutta la vita
è il vostro porto che mai ho raggiunto,
è questa dura bolina infinita
che mi sospinge pur sempre a quel punto.
Quando dall’alto del monte Brione
la vela mia bordeggiar non vedrete
ed intonar questa alata canzone
voce planante di Fun non udrete,
amiche nuvole non lacrimate
poiché veliero del ciel diverrò
fra Dolomiti di neve imbiancate
prora di nuvole e cielo sarò.
Whisper
Note per i non velisti
Ora: brezza termica da Sud
Vento: tramontana
I campi sono quelli di regata
Nastro Azzurro ed Intervela: due regate
Randa: vela principale, main sail
Tuga: il ponte,  la  coperta della barca
Bolina: andatura per risalire il vento
Bordeggio: andatura a zig zag per risalire il vento
Planare: scivolare sull’acqua “fuori dall’acqua”, come un surf, come un sasso piatto che rimbalza
Prora: rotta, direzione della barca (spesso erroneamente intesa come prua, parte anteriore della barca)
ANTROPOLOGO – ANTROPOLOGIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Dicembre, 2013 @ 2:46 pmDetto altrimenti: L’antropologo, chi era costui? post 1243
Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, cap. VIII :
“Era da poco calata la sera: in casa di don Abbondio regnava il silenzio. Don Abbondio, costretto a rimanere in casa per far credere a tutti che fosse veramente malato, stava sfogliando un libro e si era fermato leggendo il nome di un antico filosofo greco, Carneade, che gli era sconosciuto. “Carneade! Chi era costui?” ruminava tra sè don Abbondio seduto sul suo seggiolone, in una stanza del piano superiore, con un libricciolo aperto davanti, quando Perpetua entrò a portargli l’imbasciata. “Carneade! questo nome mi par bene d’averlo letto o sentito; doveva essere un uomo di studio, un letteratone del tempo antico: è un nome di quelli; ma chi diavolo era costui?”.
Carneade, chi era costui? Frase entrata ormai a far parte del lessico di molti di noi, per indicare un personaggio di cui proprio non si sa nulla. E l’antropologo, chi è costui? No, non è l’uomo primitivo che vive in un “antro” … no. L’antropologo è lo studioso di antropologia. Già , diranno alcuni, bravo merlo … e cos’è l’antropologia? Eccovi accontentati: antropologia, termine composto dal greco άνθÏωπος à nthropos = “uomo” e dal suffisso – λόγος, lògos = “parola, discorso”: trattasi di disciplina che studia l’essere umano sotto diversi punti di vista: sociale, culturale, morfologico, psico-evolutivo, artistico-espressivo, filosofico-religioso e in genere dal punto di vista dei suoi vari comportamenti all’interno di una società .
All’interno di una società , appunto, Questo è l’aspetto che maggiormente mi interessa.
Ma noi Italiani, “antropologicamente”, come ci rapportiamo con il “nostro†Comune, con il “nostro†Paese? La verità ? Eccola: purtroppo ancora oggi il pubblico non si sente parte del pubblico. Ovvero: il pubblico dei cittadini non si sente parte della propria Società , bensì al massimo, si interpreta come interlocutore della Società . Interlocutore che paga le tasse, che le evade, che contribuisce alla sua crescita, che la sfrutta, che la ignora. Assai raramente come un soggetto che la interpreta come “cosa propriaâ€. Se domandate a costoro cosa sia il settore pubblico, potranno rispondervi: â€Tutto ciò che è al di fuori del mio privatoâ€. E invece no. Il Comune siamo noi, lo Stato siamo noi, tutti noi, ciascuno di noi.
Già una persona aveva proferito la frase L’état, c’est moi, e cioè Luigi XIV , il re francese famoso per aver instaurato una Monarchia Assoluta. Ma noi, al contrario, adottando ognuno questa frase, vogliamo instaurare una Democrazia Assoluta, proprio perché l’affermazione dovrebbe rispecchiare il modo di essere e di interpretarsi di ognuno di noi, di tutti noi.
Pensate un po’ … se operassimo questa trasformazione antropologica … se ognuno di noi sentisse il Paese come parte di se stesso …allora probabilmente scomparirebbe l’assenteismo elettorale, insorgerebbe in noi la giusta indignazione di fronte a chi – nei confronti dello Stato, cioè nostri, – commette furti o, quando va “beneâ€, si rende responsabile di costose omissioni
Ecco, a mio avviso il Problema Antropologico viene ancor prima del Problema Morale, che a sua volta viene ancor prima del Problema del Lavoro, che a sua volta …  etc. etc
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NATALE DI VETRO – 31 –
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Dicembre, 2013 @ 2:04 pmDetto altrimenti: di vetro, che ci lasci vedere ciò che è al di fuori del “nostro†Natale (post 1242)
Pensavo di avere terminato con i miei trenta post natalizi, e invece … invece oggi sono stato a Messa al Santuario della Madonna delle Laste (Trento Alta). Verso la fine, prende la parola una missionaria laica che opera nel nord ovest dell’Argentina, ai piedi della Cordigliera delle Ande. Ci offre immagini sacre contro una piccola offerta … denaro da destinare ai bambini la maggior parte dei quali non supera i cinque anni. Infatti muore prima per denutrizione e malattie in una terra nella quale manca tutto: elettricità , lavoro, gas, acqua potabile, scuole, ospedali. Il parroco? Una volta l’anno!
Il parroco, quello delle Laste, alla fine, dopo la benedizione, ci saluta “Come il nostro Papa: buon pranzo!â€. Ecco … io non ho potuto fare a meno di associare le due situazioni, di chi deve stare attento a non ingrassare e di chi deve cercare di non morire di fame. Noi, ben nutriti, all’interno di una casa calda. Loro, gli Altri, fuori. Ed ho ripescato una mia vecchia poesiola … che ci possa indurre ad aprire la porta di casa a Chi è fuori. Una poesiola per bambini piccoli e anche per bambini cresciuti:
La casa di vetro
Attraverso lo spazio
svuotato dall’indifferenza
lo sguardo si posa
sull’inverno gelato
mentre all’interno
scoppietta la fiamma
che inonda la casa di vetro
di un rosa tepore
veneziano.
Qualcuno
da fuori
implora calore
e tende la mano
ad occhi infantili
spalancati al di lÃ
dell’invisibile muro.
E il piccolo viso rotondo
dischiude la porta
di casa e del cuore
e scalda
col puro suo gesto d’amore
i colori gelati del mondo.
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MORALE, LIBERTA’, BENE COMUNE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Dicembre, 2013 @ 10:31 amDetto altrimenti: riassunto di diverse puntate precedenti (post 1241)
Morale del Codice Hammurabi (2200 a. C.): “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Fai agli altri ciò che vuoi sia fatto a te†(cioè: anche i laici e i non credenti possono ben avere questa Morale).
Morale cristiana: “Ama il prossimo tuo etc.; non fare agli altri … etc..†(per inciso: la nostra religione non “è†la morale bensì “ha†una morale. La nostra religione è Creazione e Resurrezione).
Libertà : possibilità di ricercare il proprio Bene nel rispetto del Bene altrui. Il che di traduce nella ricerca del Bene Comune. Se non si autolimita la propria libertà di fronte alla libertà altrui, nessuna libertà è “libera†in quanto è limitata da quelle altrui. Da ciò si deduce che Libertà è Morale e viceversa. Tertium non datur.
Ma cosa è il Bene Comune? Non è una strada, una piazza. Non è un unico Bene Unico di cui ciascuno possieda una quota. Il Bene Comune e il Bene di ciascuno che è definito “comune†in quanto convive e non confligge con il Bene di ogni altra persona. Un esempio: io sono libero di ricercare quello che io reputo essere il mio bene, ad esempio l’arricchimento, se nel far ciò non impoverisco gli altri.
In questo senso l’arricchimento di una limitata parte della popolazione (dello Stato, del Continente, del Mondo) in presenza dell’impoverimento della maggior parte della stessa popolazione statale, continentale, mondiale, è immorale e illibertario.
L’immoralità sopra descritta, ove non ci si ponga nemmeno il problema sopra accennato, diventa addirittura a-moralità , cioè si passa dalla violazione della regola morale (immoralità ) alla negazione dell’esistenza di una regola morale (amoralità ).
DALLE PRIVATIZZAZIONI STATALI ALLE PRIVATIZZAZIONI INTERCOMUNALI TRENTINE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Dicembre, 2013 @ 10:07 amDetto altrimenti: Comni Trentini, come  trasformare una necessità in un’opportunità – Dal “privatizzare” al “to go public”.                   (post 1240)
Il Governo centrale potrebbe essere condotto a privatizzare molte società pubbliche, per “fare cassa†e per non essere costretto a comprendere nell’ammontare del debito pubblico anche i debiti di tali SpA, il che farebbe crescere di molto il rapporto debito pubblico-PIL.
Ma alcuni settori non si possono privatizzare, come la gestione dell’acqua, sia per la natura “strategica†del servizio sia perché così dice un referendum popolare. Altre attività producono utili, ed allora perché privatizzarle? Altre sono in perdita, ed allora chi se le comprerà mai? (A meno di scaricare il tutto sulle spalle degli utenti attraverso fortissimi aumenti tariffari). Ed allora?
Ma questa è un’altra storia. Infatti intendo portar la discussione sul terreno dei Comuni Trentini.
La soluzione potrebbe consistere nel sistema già adottato di Spa a capitale misto pubblico-privato a maggioranza pubblica, gestite da imprenditori privati secondo le tecniche che essi – e non i funzionari pubblici – conoscono, con l’Ente Pubblico che interviene solo quale regolatore delle tariffe, della qualità dei servizi etc… Ma al riguardo il legislatore non ha adeguato in modo armonico e completo la relativa legislazione, generandosi situazioni di incertezza ad ogni livello, sia esso gestionale che giurisprudenziale e giudiziario. Un esempio? Se un sindaco “ordinasse†ad una Spa di cui possiede la maggioranza azionaria di applicare tariffe fallimentari, i responsabili di tale società cosa dovrebbero fare, se non dare in blocco le dimissioni? L‘alternativa sarebbe o non ubbidire, ed allora essi violerebbero l’impegno di “adeguarsi alle direttive del Comune†che è stato fatto loro sottoscrivere all’atto della loro nomina, oppure “ubbidire†e far fallire la società . No. Così non può’ andare … almeno fino a quando esistano Sindaci che non riescano a considerare le loro SpA come SpA (v. codice civile), appunto, e non come “uffici†del loro Comune.
Ma torniamo alla SpAÂ interamente pubblica.
In italiano il termine “società pubblica†indica una società posseduta da un Ente Pubblico. Nel mondo anglosassone, il termine “public company†significa esattamente il comntrario, e cioè una “società posseduta dalla collettività dei cittadini†e “privatizzare†si traduce con “to go publicâ€.
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Ed allora proviamo ad immaginare la situazione seguente, che ipotizziamo relativamente ad un Comune facente parte di un ambito territoriale funzionale intercomunale. Il nostro Comune non attende di essere costretto a vendere ai privati (“privatizzareâ€) una sua Spa per “necessità †o, entro una data fissa, per ottemperare ad un probabile “dictat†legislativo, se non altro perché il prezzo della vendita scenderebbe di molto di fronte ad un compratore consapevole di tale obbligo a scadenza. Ed allora, ben prima di quel momento, il nostro Comune trasforma una necessità in una opportunità . Infatti esso stipula con la sua Spa adeguati contratti di servizio che gli garantiscano comunque il controllo della qualità e dei costi del servizio. Indi il Comune apre il capitale della Spa ai cittadini propri ed a quelli dei Comuni confinanti, uscendo egli stesso dal capitale della sua Spa. La Spa diventa interamente privata, “dei cittadini locali†i quali sono innanzi tutto interessati ad avere servizi efficienti e a costo contenuto, più che, almeno in questa prima fase, a ricevere dividendi azionari. A quel punto i Comuni interessati si consorziano e lanciano un unico bando intercomunale per la gestione del servizio pubblico a livello unificato intercomunale con rilevanti migliorie funzionale e forti economie di scala. La Spa vi partecipa con ottime probabilità di vittoria, in quanto, essendo già operante sul territorio ne conosce ogni aspetto di criticità e di opportunità e può formulare l’offerta di gran lunga assai più tempestiva e favorevole.
Oltre a ciò, la Spa, essendo a capitale interamente privato, potrebbe liberamente operare anche al di fuori dei confini dei Comuni d’origine, partecipando a bandi pubblici lanciati da altri Comuni ed anche stipulando contratti gestionali con soggetti privati. Il suo fatturato aumenterebbe, essa potrebbe assumere altro personale locale; praticare condizioni sempre migliori ai suoi Comuni d’origine; produrre utili e ritorni fiscali ed infine distribuire dividendi ai suoi azionisti. Un esempio? In Trentino, terra dei moltissimi Comuni di difficile reciproca fusione, stiamo già assistendo a Comuni che, per ragioni funzionali ed economiche, hanno riunificato le proprie Polizie Locali. Ed allora, gli stessi Comuni potrebbero riunificare anche la gestione della sosta e della mobilità attraverso un’unica Spa della Mobilità strutturata come sopra descritto.
In sintesi: si può ben dire “no†alla privatizzazione che preveda la cessione delle azioni di un SpA pubblica comunale dal Comune ad un singolo imprenditore privato ma si può dire “si†ad una privatizzazione che preveda un azionariato popolare, locale e diffuso. Mi pare che l’Alto Adige abbia già fatto una scelta del genere in materia di energia.
Nulla vieta che l’operazione descritta, utile e conveniente sotto ogni profilo, debba e possa essere attuata anche a prescindere da una sua eventuale “necessità â€, bensì anche sulla base della sua semplice convenienza, funzionalità ed economicità .
Inoltre, last but non least, operazioni del genere hanno un forte contenuto antropologico e sociale, portando gli utenti a sentirsi “Cittadiniâ€, padroni in Casa Propria e più sensibili al perseguimento del Bene Comune.
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GIOVANI E GIOVANI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Dicembre, 2013 @ 5:51 pmDetto altrimenti: giovani diversi fra di loro     (post 1239)
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Sono a sciare in Paganella. Pausa “pranzoâ€: uova strapazzate con speck e patate + acqua minerale. Alla mia destra un tavolo di romani “giovani†(sui trent’anni). I loro discorsi? Su chi aveva le migliori foto di calciatori sul telefonino. Alla mia sinistra un tavolo di trentini “giovani†(sui trent’anni). Discutevano sule “bale†(sbronze) prese in quel rifugio. Non tutti i giovani Romani sono così e non tutti i giovani Trentini sono così. Anzi … Tuttavia, giovani di trent’anni, per me, trent’anni fa, erano uomini di trent’anni.
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Resto in città . Oggi non scio, vado a “farmi†i capelli dal mio solito parrucchiere ex Marco Patton, ora Pedron, Via Dietro le Mura B (“B”, mi raccomando!).
Sicuramente conoscete l’esistenza dei caffè letterari. Il caffè Pedrocchi a Padova, i caffè letterari di Trieste (Caffè San Marco, Caffè Stella Polare, Bar Ex Urbanis, Caffè Tommaseo, Caffè degli Specchi). Anche Trento ha il suo piccolo caffè letterario, il Bar Controvento di Via Galilei, dove si raduna il gruppo di lettura di Mirna Moretti (v. www.trentoblog.it/mirnamoretti), preziosissimo per noi frequentatori, ma certo non altrettanto famoso come i caffè triestini.
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Tuttavia Trento ha una cosa in più: la Bottega dell’Arte di parrucchiere non letteraria bensì artistica. Infatti il “mio†negozio di parrucchiere, nel retrobottega che poi è anche una comoda sala d’aspetto, sede dell’ Associazione Culturale Le Mura, organizza una particolarissima “permanenteâ€, nel senso di una mostra permanente di artisti vari: fotografi, pittori, fantasisti. Fra l’altro, sono state ospitate mostre di sculture lignee, di collezioni varie: fumetti, strumenti dell’artigianati specifico del parrucchiere, etc.. Ad ogni taglio di capelli una sorpresa diversa. Sempre uguale invece è la piacevole constatazione dell’interesse dei giovani (giovani!) proprietari che portano avanti con amore l’iniziativa che era stata del precedente proprietario Marco Patton (MPP – Marco Patton Podista).
E poi, nella “Bottega dell’Arte” … che incontri! Un giorno, mentre ero sotto … le forbici, si parlava di biciclette e ciclismo. Io sono ormai un dilettante pedalatore “di base” da 4.000 km l’anno, niente di speciale,  anche se “ai miei tempi” ho scalato i seguenti passi: Trentino A.A.: Bondone, Manghen, Pennes; Piemonte e Francia: Scala, Sestriere, Monginevro, Lautaret, Galibier, Telegraf, Moncenisio, Izoarad; Lombardia e Svizzera: S. Marco, Spluga, Ghisallo, Sormano, Maloja, Bernina. Ed ecco che alla fine, quando mi sono alzato dalla poltrona, mi presentano un “collega”: Gipo Simoni!
Nella foto lui è quello … con più capelli in testa, più scuri, senza la pancia, con un diverso rapporto peso/potenza, con “qualche” successo internazionale (!!)  e con qualche annetto in meno!! Grande Gipo!! Negli anni passati, all’Interporto, il Presidente Luchin mi aveva presentato Francesco Moser … ed ora Gipo: posso ben essere contento!
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Che dire della Bottega dell’Arte? Una “microculturaâ€, piccola non certo per i contenuti ma per il contenitore: una semplice, piccola “grande†(great) sala d’aspetto, grande per la spontaneità e la particolarità dell’iniziativa, che rende arricchente un’occasione altrimenti di semplice routine.
 Bravi ragazzi!
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