E’ VENUTA MENO SOLO LA MORALE (altrui) O INVECE ANCHE L’INTELLIGENZA “RESIDUA†(nostra) E LA MEMORIA “RESIDUA” (nostra)?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Maggio, 2012 @ 6:37 amDetto altrimenti: “Ma il re è nudo†gridò quel bambino nella favola di Hans Cristian Handersen!
Persone che ci hanno governato o che governano (non facciamo nomi!): una si è inventato le gare di burlesque ed ora, non ancora soddisfatto, insiste: infatti ne starebbe allestendo una ulteriore, la sua salita al Colle! Ma via …. Siamo seri! Un’altra va in vacanza utilizzando aerei privati, ville e yacht noleggiati e pagati da altri al prezzo di centinaia di migliaia di euro e ci spiega … “Quando si va in vacanza in gruppo, uno paga il viaggio, l’altro l’hotel, l’altro la villa, l’altro lo yacht, poi si conguaglia!†Ma quando mai? Come se si trattasse di una pizza fra ragazzi: “Dai, facciamo così: questa sera con le ragazze … tu paghi le pizze, io il cinema poi domani conguagliamo!†Ma quando mai …. Qui non si tratta di quattro birre e di quattro ingressi al cinema! … Però, a dire il vero, in quest’ultimo caso un progresso c’è stato: infatti tutto ciò non è  accaduto “a sua insaputa†…
Cosa ne penso?
1) Innanzi tutto queste spiegazioni sono un’offesa alla nostra intelligenza residua. Ci dovrebbero chiedere scusa!
2) Non si devono confondere gli eventi con il loro pagamento e/o con la spiegazione del pagamento, cioè “cosa questi eventi siano”  con “come essi siano stati pagati†e con “perchè sono stati pagati in tal modo”. Infatti gli eventi citati, già di per sé, sono al di fuori di comportamenti accettabili sia sotto il profilo etico che economico finanziario. Sono “fuori scala†in ogni momento, in ogni tempo, sotto ogni profilo. Ma come? Concedersi vacanze da miliardari … da parte di amministratori pubblici … ma dove va a finire il controllo sul tenore di vita da parte del fisco, controllo che dovrebbe condurre all’accertamento induttivo di redditi ben diversi da quelli dichiarati, sotto il duplice aspetto qualitativo e quantitativo? Dice … “Ma mi ha pagato lui tutto … ed io a lui non ho fatto alcun favore ….†Si, posso anche crederci, nessun favore a lui, ma ad altri? Da quando in qua il mondo è pieno di gente che ti  regala vacanze da super nababbi?
“Il re è nudoâ€, gridò il bambino della favola, vedendo che il re era proprio nudo, mentre tutti gli astanti cedevano alla suggestione indotta in loro dal comportamento del sarto e del re stesso. Torniamo bambini anche noi, guardiamo in faccia la realtà , non cediamo alle suggestioni, … “l’Italia s’è destaâ€, o almeno, così si spera … vediamola per come è, nuda, e diamoci da fare per rivestirla di dignità , di intelligenza, di onestà , di memoria …
…memoria? Trascrivo qui tre commenti che potrete ritrovare scorrendo l’elenco degli interventi ai post precedenti, ma tant’è … ho ritenuto che meritassero maggiore evidenza:
1) Lo sdegno per quanto accaduto (a Genova e a Brindisi, n.d.r.) non sembra sia sufficiente per testimoniare l’accaduto. Abbiamo ancora negli occhi le stragi di Falcone e Borsellino, di Moro, di tutti i servitori di questo Stato lasciati da soli nel momento del dolore, della sconfitta. Un popolo si risolleva con una forte coscienza civica, tutti uniti verso un comune obiettivo che è quello della sconfitta di tutte le mafie. Ma la necessità di un popolo che sia unito verso la realizzazione dell’obiettivo è imprescindibile. Persiste più di un dubbio, è vero, perchè ci sono due Italie, quella che cerca di uscire dalla crisi soffrendo e centellinando l’euro ogni giorno e quella che già si è arresa. Quando si arriva al terrorismo la bussola non riesce più a dare segnali, e il concetto di cittadinanza sociale e civile si smarrisce definitivamente. Ora il compito dello Stato è consegnare alla giustizia tutti coloro i quali hanno partecipato a questo efferato delitto. Un delitto, se mi permetti, di cui vergognarsi al cospetto del globo tanto quanto la nostra classe dirigente e politica degli ultimi 30 anni che ci ha lasciato in braghe di tela. E Pantalone continua a pagare…
2) Due “Italiaâ€, è vero. Quella per la quale 2+2 fa 4 ed anche presto, e quella che di fronte ai furti delle segreterie dei partiti (superiori ai bilanci destinati ad esempio, alla tutela dei beni archologici e che “grazie†ad una leggina che non ne vincolava l’erogazione al completamento della legislatura, sono stati pagati anche due volte nel corso dello stesso anno!), quell’Italia la quale dicevo, di fronte a questi furti, dice che “sono cose che sono sempre successe, che i veri problemi sono altri, che bisogna capire il contesto …†(ho udito io queste affermazioni!) Certo che se questa è la morale, c’è da aspettarsi di tutto! Eppure cantiamo “l’Italia s’è desta!â€. Speriamo che sia la volta buona! Certo che se ai suddetti furti si vuol porre rimedio anzichè arrestandone i responsabili e chiedendo conto del malloppo sottratto, bensì dimezzando per il futuro rimborsi di spese ancorchè non sostenute e/o non documentate, è un po’ come se la pena comminata ad un ladro che ha rubato 100 fosse: “Ti condanniamo, per il futuro, a rubare solo 50″. Il terrorismo dichiara che vuole colpire Finmeccanica, le Banche, et.. Ma questo cosa vuol dire? Che noi, noi che terroristi non siamo (Dio ne guardi!), noi che siamo assolutamente contro ogni forma di violenza e di terrorismo, vuol dire che noi non potremmo più criticare ad esempio, gli stipendi fuori scala di banchieri, superburocrati, supermanager nè gli sperperi di Finmeccanica e Co.? Oppure che d’ora innanzi dobbiamo impiegare le nostre energie a condannare il solo terrorismo, distraendoci e trascurando le milionate di euro che mancano all’appello, non rilevando che la legge è “quasi sempre†uguale per tutti? O non rilevando che non c’azzecca che il parlamento decida da solo il proprio emolumento? E che nemmeno c’azzecca che parlamentari nominati ministri contribuiscono a votare la fiducia “a se stessiâ€? No. Il mio hard disk mentale ce la fa, può benissimo occuparsi contemporaneamente dei due filoni di problemi.
3) Dinanzi ai fatti di Brindisi c’è stato il silenzio assordante dei deputati, che siano essi colonnelli o gregari. In realtà , questi non pensano proprio a ciò che accade in Italia. Ricordo che durante la vacatio di B. ne incontrai molti sparsi un pò ovunque per la capitale: chi a fare shopping, chi ad accompagnare la moglie e chi l’amante; chi al convegno di Tizio e Caio ed altri con la mazzetta dei giornali (mazzetta? Dei giornali, cosa avevate capito? N.d.r.) sotto il braccio. Ma le commissioni lavorano? E’ la domanda che mi sono posto in quel periodo, invano. Occorre considerare poi che questi signori hanno tutti un doppio (se non triplo) lavoro: basta guardare i loro redditi. Per avere una controprova basta guardare le foto immortalate dalle agenzie di stampa mentre loro “lavoranoâ€: chi al cellulare, chi sull’Ipad, chi legge i giornali, ecc.. E si arriva alla riflessione, forse comune: sono andati al Parlamento solo per lo stipendio? Ma non è possibile che un cittadino che delega un proprio rappresentante in seno al Parlamento venga trattato così!! Si dice: il vento sta cambiando anche per loro. Infatti, non siederanno più sullo scranno di onorevole. Ma intanto potranno fruire della pensione di deputati mentre in Italia si continua a morire di crisi: oggi un altro suicidio dalle mie parti.
E cambiamo argomento. Angela Merkel sta predisponendo un progetto di piano di crescita per l’Europa, praticamente un insieme di regole che, ove adottate, migliorerebbero la capacità di crescita dei Paesi che ne hanno bisogno (e non facciamo nomi, per carità !)
Al riguardo mi permetto di formulare due sottolineature, una negativa ed una positiva. Di negativo c’è che in ogni caso questo metodo avrebbe effetti di medio e lungo periodo, mentre a quei Paesi (niente nomi, s’è detto!) servono interventi “a miccia corta, rapida” cioè che producano effetti in tempi assai rapidi. Di positivo: comincia a farsi avanti un concetto. Se io sono proprietario di una SpA e non la so amministrare, non c’è nulla di male se mi proccuro un bravo amministratore (anche straniero, ovviamente) e mi faccio amministrare. Ma … dice … la sovranità del paese, etc.. dove la mettiamo? Retorica, dico io. Io resterei sempre proprietario di quella SpA e cittadino di quel Paese, amministrati entrambi bene anziché male. Un amico che vive in Trentino ai confini dell’Alto Adige, confrontando la qualità dei locali Governi Provinciali con quella dell’ultimo “ventennio†nazionale, l’altro giorno mi ha detto, quasi per burla (ma non tanto): “Peccato che l’Austria abbia perso la guerra (la prima guerra mondiale, n.d.r.)!â€
Memoria residua, dicevo. Eccomi a voi. Già , perché pare che il nostro cervello (quasi un hard disk, hard in senso letterale, cioè “duro†… a capire e soprattutto a ricordare certe cose!), non abbia più capacità residua, nel senso che pare fatichi a ricordare da chi e come siamo stati governati nell’ultimo ventennio, il secondo, tristissimo “ventennio†della nostra amata Italia. Memoria minuitur nisi exerceas, la memoria diminuisce se non la si esercita, ed allora, cribbio, esercitiamola! Cribbio? Ho detto cribbio? Oddio, … aiuto! Cosa mai mi sta succedendo?
BORGHESIA E CETO MEDIO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Maggio, 2012 @ 6:52 pmDetto altrimenti: la scomparsa di due pilastri sociali
Il Professor Giuseppe De Rita (Censis) individua buona parte delle cause della nostra attuale crisi socio-politica-economica nella scomparsa della borghesia, ove con questo termine individua una classe di persone colte, cresciute ed educate alla missione del Servizio alla collettività e ad esso dedicatesi non per motivazioni economiche bensì per puro spirito di servizio.
Come si è arrivati a ciò? Non voglio ragionare sul processo che ci ha condotti a questa situazione, bensì mi soffermerò sulla situazione attuale, sul dato istantaneo quindi, non “di periodoâ€. Oggi ad avviso di molti di noi, il numero dei parlamentari è troppo elevato. Essi poi sono troppo pagati. Ciò genera una enorme massa di candidati “aspiranti, prima, e di parlamentari “disponibiliâ€, poi, spinti soprattutto dal richiamo dello stipendio e della pensione facile, preoccupati soprattutto del raggiungimento di questi traguardi (che si ottengono con 35 mesi – mesi – di … onorato servizio) , costi quel che costi, anche se si tratta di votare a favore o contro un provvedimento che non si è nemmeno letto, anche se si confonde il deficit di bilancio con l’indebitamento, anche se non si conosce il livello dell’indebitamento pubblico o il significato del termine “esodatoâ€.
Ed allora, cosa fare? Proviamo a ipotizzare alcuni possibili interventi.
1. Investire molto di più sulla scuola, sulla cultura, sulla formazione civile e sociale dei cittadini;
2. ridurre di molto il numero dei parlamentari (si consideri che in Italia siamo 60 milioni di abitanti ed abbiamo 315 senatori e 630 deputati. In USA sono in 300 milioni ed hanno 100 senatorie 435 deputati!);
3. fare in modo che gli emolumenti di chi governa e delle assemblee legislative non siano decisi dagli stessi interessati;
4. ridurre comunque i loro emolumenti, ma non tanto da non consentire anche a chi ricco non è di partecipare attivamente alla Politica;
5. rivedere i regolamenti parlamentari, al fine di verificare la effettiva partecipazione attiva di ogni parlamentare alla vita pubblica alla quale lui stesso, volontariamente, si è dedicato, mettendo in relazione presenze, attività e remunerazione;
6. in applicazione del principio della separazione dei poteri, se un parlamentare è chiamato al governo, si dimetta dal ruolo di parlamentare;
7. limitare fortemente l’attività legislativa del Governo affinchè il Parlamento si riappropri della sua funzione.
Ceto Medio, chi era costui, scriverebbe oggi Alessandro Manzoni? Uno, nessuno, centomila, per dirla con Luigi Pirandello? Il Ceto Medio (d’ora innanzi per brevità chiamato anche CM), è stato la meta, l’obiettivo della maggior parte degli Italiani. All’inizio del secolo scorso non si aveva nulla e si aspirava ai “beni del CMâ€: uno stipendio fisso (le famose mille lire al mese), una casetta, il frigorifero, la TV, la Seicento, le vacanze al mare, etc. e poi via via, sempre più in su, senza sconfinare nell’area dei capitalisti. Un male? No di certo, il CM consumava e risparmiava e l’industria produceva. Ma nel frattempo il giocattolo si è rotto. Taluno dice: perché vivevamo al di sopra delle nostre possibilità . Ma chi viveva in tal modo? A nessun operaio è stata regalato il televisore, la Seicento, la casa, etc.. mentre a un certo numero di persone sono stati riservati volumi di beni e di denaro ben superiori a quanto ciascuno di questi privilegiati potesse mai consumare, stimolando quindi la produzione, etc.. Sta di fatto che il seguente mix: globalizzazione (il computer sul quale sto scrivendo è un ex IBM stato fabbricato in Cina!); concentrazione della ricchezza su poche persone, a livelli centro americani; livello insopportabile del debito pubblico; sperpero del denaro pubblico; evasione ed elusione fiscale etc., ha generato minore lavoro, maggiori tasse, minori consumi, minore produzione e così via. Da qui, la tendenziale scomparsa del CM, quindi dei consumi, quindi della produzione quindi dell’occupazione, quindi delle entrate fiscali, quindi l’impossibilità di abbattere il debito pubblico etc..
Che fare? Io mi permetto di suggerire: siamo tutti più curiosi, più analitici, più critici, più esigenti e rigorosi verso noi stessi e verso gli altri, più attenti alla relazione fra causa ed effetto e leggiamoci un libro: “Meno e meglio. Decrescere per progredire†di Maurizio Pallante, Bruno Mondadori Editore. Dopo che l’avremo letto, ne potremo discutere.
Altri, nel breve termine, più concretamente di me, propongono l’emissione da parte dello Stato di un prestito irredimibile con un rendimento del 5%. Cioè, chi ha un capitale invbestito in titoli di stato, lo trasforma in una rendita interessante, e quando rivuole il suo capitale, va a vendere i suoi nuovi irredimibili titoli in borsa. Lo Stato sarebbe esonerato dall’obbligo della restituzione del capitale. Di questo abbiamo già parlato in un post precedente pubblicato il 30 aprile 2102.
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BONDONE? TRENTO ALTA? O PIUTTOSTO … TRENTO 2000!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Maggio, 2012 @ 8:22 am
Detto altrimenti: in tempi di crisi occorre innovare, innovare e innovare, anche per quanto riguarda piste ciclabili, bicigrill e l’offerta della gastronomia locale. Leggete, gente … leggete …
Abbiamo le piste di discesa per sciatori? E realizziamo anche quelle per i ciclisti, le “Discese Ciclabili”!
Trento 2000? Si vede che trovare i nomi delle spa e delle località è il mio forte. A suo tempo infatti , ad esempio, mi inventai il nome “Carosello Tonale†per la società di impianti sciistici che fondai al Passo.
Ed oggi, oggi … dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur … mentre a Trento si discute, il Bondone affonda … E invece è ora di agire. Il Bondone non potrà mai fare concorrenza sciistica alle altre stazioni della regione. Esso però ha un vantaggio: il suo “dislivello” è ben collegato e ancor meglio collegabile a Trento e all’asse dell’Adige magari con una nuova funivia. e quindi, partendo da questa base, può valorizzare al massimo tale sua peculiarità , anche in estate. Questo è il punto! Innoviamo, gente, innoviamo!
La crisi economica ha ridotto e di molto la presenza degli sciatori italiani. Inoltre, la eventuale differenza di prezzo difficilmente potrà dirottare sul Bondone sciatori anche solo dalla Paganella (e poi sarebbe una concorrenza interna, un “cannibalismo, in gergo tecnico). Ed allora cambiamogli nome, ribattezziamolo “Trento 2000†ed allestiamo delle piste ciclabili in discesa (Discese Ciclabili) che conducano a Trento, a Rovereto e nella Valle dei Laghi e quindi a Riva del Garda.  Inoltre, ove si pensasse al già proposto collegamento della ciclabile dell’Adige con quella della Valsugana, Trento e Trento 2000 diventerebbero un’importante base di partenza e di transito di moltissimi cicloturisti, il cui numero è in continua crescita, soprattutto lungo la direttrice nord-sud Resia-Verona. La sua potenzialità potrebbe essere reclamizzata venduta come un nuovo “prodotto turisticoâ€, ed il Trentino diventare sempre di più non solo il Trentino dei trenini (magari!) ma anche il Trentino delle “Discese Ciclabiliâ€.
Io percorro da anni tutte le ciclabili della regione e del Nord Est. La più frequentata in assoluto non è nemmeno la più bella. Mi riferisco alla Dobbiaco-Lienz, di circa 50 km. Il suo successo consiste nell’ “essere tutta in discesaâ€. Lungo il suo percorso incontri intere famiglie, bambini piccoli, di tutto, insomma. Lungo questa ciclabile vengono poi distribuiti depliant sull’offerta turistica delle vali attraversate, sul noleggio biciclette, sui ristoranti, vi sono punti di ristoro, vi è la possibilità di sostare in un parco giochi (di quelli “avventurosiâ€), di visitare cascate. Vi vendono anche la risalita in treno e il trasporto a monte delle bici noleggiate etc.. E dire che solo la parte alta della pista attraversa scenari molto belli. La parte maggiore si svolge all’interno di un bosco senza alcun panorama.
Ora, immaginiamo le “Discese Ciclabili di Trento 2000â€, quale altro spettacolo offrirebbero, con lo sfondo del Brenta, solo per guardare ad ovest! I cicloamatori potrebbero essere autorizzati a percorrere solo le ciclabili ufficiali e non anche sentieri diversi, limitandosi in tal modo e non accrescendosi l’inquinamento delle montagne. E poi, non di sole pedalate vive il turista! Due giorni fa ho percorso la Peschiera-Mantova e ritorno, intervallandovi una lunga sosta a Mantova, perchè la sola pedalata non mi soddisfaceva: ho visitato chiese, palazzi, la casa di Rigoletto, l’Accademia Virgiliana, etc. e la mia gita ha assunto una caratteristica molto più ricca e completa. Coraggio, Trento 2000! Le ciclabili della pianura, in estate sono poco desiderabili per l’eccessivo caldo e le zanzare. Ed allora, forza con le ciclabili in quota!
E poi, il Sistema delle piste ciclabili deve essere organizzato a livello bi-provinciale, cioè regionale. Non conviene che essa sia lasciata alla diversa, singola iniziativa di ciascun Comune. Infatti l’offerta deve essere omogenea, coordinata, deve contraddistinguersi per la sua alta qualità e soprattutto deve essere “Trentina†e “venduta” dal Trentino e non come accade oggi, da SpA di fuori regione! Mi viene in mente lo SPOT, mai realizzato, cioè la Società di Promozione dell’Offerta Trentina: abbiamo tutto, bellezze naturali, dislivelli, capacità organizzativa, storia, gastronomia, panorami, aria pulita, etc.. Basta solo coordinare il tutto.
Il Gruppo del Brenta, in primavera, visto da un cicloturista che scende da Trento 2000 verso Riva del Garda
E poi, bicigrill? … sento parlare di un nuovo bicigrill a Trento che inoltre offrirebbe ai cicloturisti i prodotti gastronomici locali. Non sono d’accordo. Innanzi tutto Bolzano ha realizzato delle bretelle ciclabili che conducono i cicloturisti direttamente in centro, centro che quindi automaticamente diventa il bicigrill di Bolzano o dove si deve realizzare una simile struttura!
E poi, gastronomia? Peccato che i ciclisti siano nostrani, ed allora non sono particolarmente attratti da ciò che già ben conoscono, o sono stranieri ed allora in ogni caso non possono caricarsi sulla bici più di tanto prodotto, essendo già carichi di bagagli. Né potrebbero, se vogliono poter continuare a pedalare, consumare lauti pasti! Quanto alla gastronomia, invece, un esempio molto bello di offerta di prodotti nostrani è offerto dalla “Agraria†di Riva del Garda, completamente ristrutturata al suo interno … visitatela! Un vero “Museo … d’Arte Gastronomica Modernaâ€!
L’analoga offerta della città di Trento, al confronto, lascia decisamente a desiderare: decentrata come collocazione (il mio amico Gianni Bort, Presidente dell’Unione Commercio, afferma che la regola del successo ommerciale sono le tre “Pâ€: la Posizione, la Posizione e la Posizione), non offre la ricchezza e varietà di prodotti della sua collega rivana. Peccato. Ma Riva è città turistica, si dice … Perché? Trento no?
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ANCORA IN BICICLETTA: PESCHIERA-MANTOVA E RITORNO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Maggio, 2012 @ 7:45 amDetto altrimenti: avrei dovuto andarci con gli amici di UISP fra qualche giorno, ma non avrei potuto per rimpegni di famiglia (il compleanno di mio figlio Edoardo), e così ho anticipato la gita.
Insieme all’amico Edoardo Pellegrini di Cavareno, Val di Non. 24 maggio (2012) … 24 maggio … “tacere bisognava andare avanti …†infatti si parte alle 09.00 in mountain bike da Peschiera (… siede Peschiera, bello e forte arnese, a fronteggiar Bresciani e Bergamaschi …), lungo il Mincio (… e come l’acqua a correr mette co’, non più Benaco ma Mencio si chiama, sino a Governol dove cade in Po). Così cita i luoghi Dante Alighieri nella sua Commedia. Attenzione: l’unico parcheggio gratuito nei giorni feriali si trova poco fuori del casello autostradale, sulla destra, di fronte al ristorante galleggiante “La Barcacciaâ€. Nei week end sono €0,50 all’ora. In città le tariffe della sosta sono molto più elevate. Queste notizie però in Dante non le trovate!
La sinistra (orografica) del Mincio, nel primo tratto (circa 4 km) sino alle chiuse che regolano il livello del lago di Garda e che consentono il passaggio fra le due rive, è sterrata. Per accedervi dovete infilarvi sotto una sbarra. Se invece volete l’asfalto, alla partenza dovete “circumnavigare†la fortezza in senso antiorario e quindi, percorrendo lungo un sentierino sterrato, vi immetterete sulla destra Mincio, asfaltata. Al ritorno, proveniendo dalla destra Mincio, la circumnavigazione è in senso orario.  Il percorso è quasi interamente asfaltato, in leggera discesa (ma se non pedalate non si va avanti). Le indicazioni sarebbero un pochino migliorabili. Poca acqua durante il percorso: portatevene molta. Alcuni scorci sono molto belli. In particolare addentratevi in Valeggio sul Mincio, dove fra le piccole rapide del fiume si “annidiano†invitanti ristorantini: peccato che si debba pedalare! E poi, lì vicino, il Parco Sigurtà … ma questa è un’altra storia. Non andate su questa ciclabile in piena estate: soffrireste troppo caldo!
E poi, mamma cigno che immerge il lungo collo sul fondale per trarne alghe tenere che poi offre al suo piccolo che le gironzola intorno! Animali …un complimento per molti umani … Certo che noi Trentini, abituati all’aria fine delle nostre ciclabili quasi in quota, avvertiamo la diversità dell’aria, un po’ più “pesanteâ€, nella quale si mescolano, soprattutto nella prima parte del percorso, profumi della natura e odori della città .  Molto accogliente il bicigrill Chiosco dei Mulini , “info-risto-point†nei pressi di Volta Mantovana (0039 335 1220087, info@chioscodeimulini.it, www.chioscodeimulini.it, 45°18’40,75’’ N, 10°42’7,06’’E).
Dopo poco meno di 50 km, dietro una curva, appare il primo lago di Mantova. A me, genovese nato e cresciuto, ha fatto molta impressione: un piccolo mare là dove non te lo saresti aspettato, una piacevole sorpresa ma allo stesso tempo con un sottofondo di angoscia, per la consapevolezza che quel mare è … prigioniero della terra! Comunque un vero arricchimento del percorso.
Secondo lago. Bellissimo. Alcuni aironi si lasciano avvicinare. Incrociamo scolaresche (vedi post precedente). Andiamo in centro città . E’ giorno di mercato, biciclette alla mano. Molte foto. Constatiamo che il castello, il palazzo dei Gonzaga e molti altri monumenti ed edifici storici meriterebbero maggiore manutenzione, ma evidentemente le finanze sono quelle che sono. Tuttavia Edoardo ed io facciamo una riflessione: ecco le nostre industrie, sono le opere d’arte di cui il Paese è ricchissimo: meriterebbero maggiori investimenti dedicati.
Pranzo al “Ristorante Panchinaâ€, e quindi si torna. Giunti all’ultimo lago, prima di lasciare l’acqua, una scena dolcissima. Da lontano si avvicina una signora che sparge a piene mani pane secco per i molti volatili, i quali, tutti, si affrettano ai suoi piedi. Tutti tranne una coppia di germani reali. Lei ha una zampetta ferita e fatica a muoversi. Lui le sta vicino, e pur potendo muoversi liberamente, non va a godere della manna profusa dalla quella signora. Mi avvicino, getto alla coppia alcuni pezzettini di pane. Cadono un po’ troppo distanti da lei. Lui li prende e li porta alla sua compagna. E questi sono animali. Ora, ditemi voi come si fa a definire “animali†gli attentatori di Brindisi?
Sulla via del ritorno, una flottiglia di cigni ed un rapido temporale. Poi di nuovo un timido sole ci accompagna alla macchina. Compresi i trasferimenti urbani in Trento ho percorso 103 km, e la mia “parte lesa†(posteriore) si lamenta un po’ … forse cambierò il sellino con uno meno offensivo …
OGNI PROMESSA E’ DEBITO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Maggio, 2012 @ 5:58 amDetto altrimenti: un piccolo omaggio ad alcune professoresse
Dopo avere percorso in bici i 50 km che separano Peschiera da Mantova (cfr. post successivo), pedalavo ieri con un amico intorno ai Laghi di Mantova. Incrociamo una numerosa scolaresca, condotta e sorvegliata da alcune professoresse (prof). Saranno stati, ad occhio, alunni di prima media. Le prof duravano non poca fatica a tenere incolonnato il gruppo, lungo la pista ciclopedonale che, tutta a seni e a golfi, si snoda fra il verde dei prati e l’azzurro dei laghi.
D’altra parte, che colpa farne ai ragazzi? Sole splendido, temperatura ideale, prati invitanti … condizioni perfette per correre liberi, per sfogare mesi e mesi di “reclusione†nei banchi, per sciogliere i muscoli desiderosi di riprendere appieno la loro funzione … ma tant’è … si sa, in queste circostanze occorre far prevalere un certo ordine per ovvi motivi … fra i quali garantire la sicurezza di tutti, ad esempio nell’incrocio con quei “rompi†di ciclisti!
Essendo io marito di una ex prof mi avvicino e faccio loro i complimenti: “Sapete, anche mia moglie era prof delle medie, a tempo pieno. Ora è in pensione. Complimenti per il vostro impegnoâ€. Mi rispondono sorridendo: “Anche noi siamo a tempo pieno … ma in pensione chissà se quando ci andremo … ragazzi … biciclette! State a destra …!â€
Nell’accomiatarmi da loro prometto di scrivere un post sul loro impegno esterno, anche per “consolare†una di loro che sta tornando indietro con un allievo per recuperare la sua macchina fotografica dimenticata su di una panchina. Ed eccomi qui, con un “post tecnico†a mantenere la promessa fatta.
Buon lavoro, prof! Il vostro impegno e l’amore con il quale svolgete la vostra opera. Scrivo “opera”, in quanto definirla â€lavoro†sarebbe riduttivo, pechè a voi si chiede il risultato della formazione dei giovani, dei futuri cittadini il che è molto di più che non operare su carte, documenti, scartoffie  o altro materiale inerte.
LE BANCHE EUROPEE DEVONO ESSERE RICAPITALIZZATE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Maggio, 2012 @ 5:17 amDetto altrimenti: lo ha detto anche Obama … ma prima pensasse alle sue di banche ed alle sue agenzie di rating, pensasse … benedetto Obama, già , perché in lingua araba Barak significa “Benedetto†(As salam aleikum, va rahmal Liali, va barakatu: la pace sia con te e la misericordia di Dio e le Sue benedizioni).
Anni 1970. Economia in crisi. Stretta creditizia e valutaria feroce. Solo per farvi ricordare e capire: per ogni importazione dall’estero, l’importatore doveva versare a Bankitalia una somma pari al 50% del prezzo pagato per l’acquisto dall’estero, da accreditarsi in un conto infruttifero e vincolato per sei mesi! Nella seconda metà degli anno ’70, il costo effettivo annuo del denaro (non il semplice tasso nominale) era arrivato a toccare punte del 40% all’anno! Nei casi “normali†si parlava di tassi passivi nominali annui (a debito dei clienti) del 17-20-22 % e di tassi attivi (a credito dei clienti) del 7-9 11 %, con margini enormi per il sistema bancario, che mai registrò bilanci così ricchi. In un periodo di forte crisi dell’economia reale, il top management bancario veniva pagato moltissimo.
Anni 2000. Oggi vanno male entrambi i sistemi, quello reale e quello bancario. Le banche hanno subito perdite ed hanno bisogno di essere ricapitalizzate. Tuttavia le retribuzioni “fuori scala†del loro top management non sono diminuite.  Domandiamoci quale è stata la causa delle perdite bancarie. Forse, in una misura preponderante, esse sono state generate da perdite su titoli di Stato, anzi, di Stati, investimenti che richiedevano che istruttorie limitate (che volete, lo fanno tutte le banche …e noi no?), indeterminatezza nella assunzione delle relative responsabilità (se non ci fidiamo dei debitori Stati, a chi vogliamo mai dare il nostro denaro?), garantivano alti rendimenti e rischi teoricamente limitati. Finché è durata, i bilanci delle banche ne hanno favorevolmente risentito. Idem le retribuzioni del loro top management.
Oggi quelle perdite hanno indebolito le banche. Le banche hanno bisogno di nuovo capitale proprio, cioè di forti aumenti di capitale, cioè di essere ricapitalizzate. Ma da chi? Con quali denari? In ultima analisi, qualunque sia il giro che i denari fanno, essi partono sempre dalle tasche dell’economia produttiva, dei lavoratori, dei pensionati. Da lì vanno negli organismi finanziari centrali italiani ed europei e da lì alle banche (“Percorso lungoâ€, capitalizzazioni indirette). Talvolta la banca lancia direttamente un aumento di capitale ed allora il percorso si accorcia (“Percorso breveâ€, capitalizzazioni dirette), ferme restando le tasche di partenza e quelle di arrivo del denaro.
Ma allora, se a pagare alla fine siamo sempre noi, propongo due interventi.
1) Che il conferimento di denaro alle nostre banche sia subordinato ad una sostanziale revisione al basso del sistema e dei livelli retributivi del top management bancario;
2) Che anche a fronte delle capitalizzazioni “indiretteâ€, quelle cioè realizzate attraverso il primo dei due Percorsi citati, quello più lungo, ai cittadini siano attribuite azioni di quelle banche, a fronte dei denari che i cittadini pagano di tasse, che poi vanno allo Stato che poi vanno a …. e che in ultima analisi che poi vanno ad aumentare il capitale sociale delle nostre (appunto, nostre) banche.
Lo so, sembra un’utopia, ma che volete … dobbiamo pur avere delle utopie cui tendere nella vita, e poi dobbiamo pur parlarne di certi argomenti, insistere, diffondere cultura, conoscenza, presa di coscienza: l’Italia è nostra (pro quota, s’intende), è Casa Nostra (Casa, non Cosa, per carità , capiamoci!), abbiamo il diritto e soprattutto il dovere di esprimerci, anche sulle nostre banche. Chissà che alla lunga, a forza di seminare, non nasca la pianticella dell’equità …
Comunque per ora Profumo è passato al Montepaschi Siena…. che porti sfortuna, quell’uomo, visto ciò che sta capitando a quella banca? Profumo … profumo di soldi … ma per chi?
COLPITI DA IMPROVVISA EQUITA’ … LIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Maggio, 2012 @ 5:31 pmDetto altrimenti: vabbè umana pietà , però …
Vi avevo detto che avrei continuato ad ospitare articoli altrui. Ed eccone quindi un altro, a firma di Guanluigi Demarchi.
Inizia
“Nelle ultime settimane uno dei bersagli preferiti delle critiche al sistema è diventato Equitalia, l’esattore che provvede ad incassare le imposte non pagate dai cittadini per morosità . Le pagine dei giornali sono piene di inchieste sull’esosità della società  di riscossione, sulla sua “disumanità â€, sulla sua responsabilità nei casi disperati di suicidio di persone in difficoltà economiche. Premesso che non si può restare indifferenti ai casi drammatici di chi si toglie la vita per disperazione legata ad una difficoltà economica che evidentemente diventa insopportabile, è bene fare qualche riflessione per evitare giudizi esclusivamente emotivi e non razionali. La prima osservazione è che i “perseguitati†da Equitalia sono, tecnicamente parlando, evasori fiscali. Sono persone che hanno sottratto al Fisco importi piccoli (ad esempio il canone della TV) o grande (ad esempio il versamento dell’IVA o dei contributi sociali dovuti ai dipendenti di un’azienda).  La seconda osservazione è che Equitalia non è “colpevole†degli accertamenti a carico degli evasori. Questi infatti sono persone o imprese che sono state scovate in difetto nei controlli della Guardia di Finanza ed Equitalia è semplicemente l’ente incaricato di incassare quanto accertato e dovuto (quando si arriva a quel livello, ci sono già stati ricorsi e giudizi nelle commissioni locali). Quasi tutte le infrazioni risalgono a 5-6 anni fa, anche oltre; c’è stato tutto il tempo per ricorrere e pagare. La terza osservazione è che Equitalia non è “colpevole†dei fermi amministrativi o delle ipoteche sui beni dei debitori: applica una legge dello Stato e se non lo facesse violerebbe la
legge.  A questo punto si può (e si deve) discutere sulle modalità di riscossione, sulla loro flessibilità , sull’analisi
caso per caso, sui limiti minimi per adottare provvedimenti clamorosi come il blocco dell’auto o l’ipoteca di una casa. Una valutazione politica che spetta al parlamento, che dovrebbe adottare provvedimenti più umaniâ€, fermo restando (ed à bene sottolinearlo ancora una volta) che il debitore è un evasore fiscale. Perché tanta esecrazione nei confronti della categoria degli evasori in genere (sui quali tutti concordano,
perché sottraggono risorse allo Stato) e poi tanta commiserazione ogni volta che un singolo fa un gesto eclatante?â€
(Gianluigi, ma se si trattava solo di una applicare procedure automatiche , perchè non se le è applicate direttamente la Pubblica Amministrazione? N.d.r.?)
Finisce
In tutto quanto sopra riportato, cosa c’è di mio? Solo l’avere evidenziato in grassetto due frasi di Demarchi. Se poi posso aggiungere un breve commento, noto che avere delegato ad una SpA la funzione di riscossione, sicuramente agevola il lavoro della struttura burocratica pubblica e rende più efficaci gli interventi di recupero delle somme dovute. Tuttavia ciò disumanizza e spersonalizza l’azione degli organismi pubblici dell’Agenzia delle Entrate, separando il potere di accertamento dalla responsabilità morale di procedure di esecuzione forzata che colpiscono indiscriminatamente chi non ha conservato la ricevuta del pagamento di un canone televisivo o di una contravvenzione per sosta vietata (piccolo evasore di buona fede) , al pari del grande evasore che abbia agito in totale malafede.
L’automatismo della legge infatti impedisce usi discrezionali distorti, e questo è un bene. Tuttavia altre volte la discrezionalità è pur ammessa e in misura non marginale, allorquando, ad esempio, di fronte ad un accertamento di 100 dell’Agenzia delle Entrate, si è ammessi a “concordare†la chiusura della pratica per importi (30?) molto inferiori all’accertato ma di rapido incasso, con buona pace della Corte dei Conti. Infatti, al riguardo, mi resta la domanda: o le maggiori somme non erano dovute, ed allora l’accertamento originario era stato un abuso strumentale; oppure esse erano dovute, ed allora il concordato priva lo Stato di somme a lui dovute.
Ed allora, se la discrezionalità è ammessa – ed in misura molto rilevante – in sede di accertamento, anche in sede di esazione si potrebbe prevedere l’intervento “intelligente†delle persone e non la semplice attivazione di una procedura automatica, la quale, ovviamente, non è dotata di intelligenza, sensibilità , discernimento, equilibrio, capacità di giudizio.
Infatti, se è vero che occorre attribuire incisività alla fase dell’accertamento, è altrettanto vero che spesso di questo potere forse da parte della Pubblica Amministrazione si è abusato solo per precostituire una forte base di partenza in vista dell’avvio della successiva trattativa con il contribuente. Ciò è dimostrato dall’enorme divario che spesso esiste fra le somme accertate (cioè di quelle quali si è previsto l’incasso) e quelle alla fine concordate con il contribuente.
Una lezione in tal senso ci viene dal mondo tedesco. Lavoravo a Milano per una Società di un grande gruppo industriale tedesco. Un giorno entra nel mio ufficio un mio dipendente, un dirigente tedesco di nome Klage (Klage in tedesco significa “lamentoâ€) e mi dice: “Disastro, Dottore, abbiamo due miliardi di utile!â€. Ed io: “Bitte Herr Klage, keine Klage, per favore Signor Klage, nessun lamento. Infatti, se la nostra previsione era zero, abbiamo migliorato e non di poco. Di cosa si preoccupa?â€. “No dottore, mi rispose, Lei è nuovo dell’ambiente e non conosce i Tedeschi: questo risultato vuol dire innanzi tutto che non siamo stati in grado di formulare previsioni attendibili. Ci dobbiamo aspettare una critica, non una lodeâ€. Che dire allora di un Ufficio che prevede e dichiara di volere incassare 100 e poi si accontenta di 30?
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I TEMPI, I LUOGHI ED I MODI DELLA MORALE E DEL DIRITTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Maggio, 2012 @ 5:21 amDetto altrimenti: morale e diritto, sempre, ovunque e nello stesso modo oppure solo ed in certi momenti, in certi luoghi ed in certi modi?
Non abbiate timore: non sto per intrattenervi con una riflessione filosofica. Le mie saranno solo otto semplici considerazioni pratiche.
1 – I tempi della morale. Il problema si pose già qualche anno fa alla regina Semiramide, la quale essendo affetta da libidine sfrenata, “libido fè licita in sua leggeâ€, fece cioè diventare legittimi comportamenti immorali prima considerati illegittimi. In questo caso, tuttavia, si determinò la coincidenza della immoralità con la legittimità e quindi la sua trasformazione in amoralità . La morale, presumibilmente esercitata solo da poche persone, rimase tale e ovviamente non perse la sua legittimità , cioè non venne sanzionata (infatti la libido fi “lecitaâ€, non “obbligatoriaâ€). Quindi in quel tempo si poteva scegliere di essere persone morali o amorali ma sempre in entrambi i casi legittime: mai immorali e cioè non più illegittime. Ecco chi aveva inventato le gare di burlesque! 2 – Moralità , immoralità , amoralità . Prima ancora del diritto. Già nel codice di Hammurabi, qualche anno prima di Cristo, era scritto “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te stessoâ€. Al riguardo Cristo, per chi ci crede, ha “solo†(solo, si fa per dire) testimoniato con la sua vita un principio insito nella natura umana. E nelle cose del mondo ve ne sono tanti di principi innati, e non solo morali. Nella fisica, ad esempio. Chi ha deciso che un oggetto, lasciato libero, debba cadere verso il basso e non verso l’alto? La scienza fisica scopre le leggi, non le crea. Ugualmente noi scopriamo in noi stessi le leggi morali, non le creiamo. E vista l’impossibilità naturale di creare e di scoprire regole diverse, opposte, cioè immorali, così come non possiamo dare ordini alla forza di gravità , taluno, come già fece Semiramide, ripiega sulla amoralità , attraverso l’assuefazione con la quale egli droga la capacità di giudizio altrui, svilendola dal ruolo di censore dei propri comportamenti ad ammirato tendenziale emulatore degli stessi. Traduco: se Tizio ruba €100 a Caio è un ladro. Se poi lo scoprono, è anche pirla. Se invece Sempronio evade il fisco per €100.000.000 è un uomo di successo. Se non lo scoprono, è anche figo. Pagare le tasse? Ma quando mai … disse taluno …
3 – Morale e diritto devono coincidere? Taluno afferma di no e cita il caso in cui il diritto rende legittimi comportamenti che la morale (almeno quella di alcuni) condanna, quale l’aborto. Hans Kelsen, austriaco filosofo del diritto, la pensa così. Oggi, tuttavia, a mio avviso lo iato fra morale e diritto si sta allargando troppo. Dobbiamo correre ai ripari e fra i due mali, quello di un diritto troppo “morale†(quasi un integralismo islamico) ed un diritto completamente amorale (quello della Germania nazista), oggi dobbiamo scegliere il male minore, che è quello del riavvicinamento del diritto alla morale. Che poi male non è, anzi sarebbe un bene.
4 – DIRITTO e diritti uguali per tutti. O no? Diritti acquisiti. Il Codice civile non contempla questa figura. Si dice: il diritto a continuare a percepire stipendi “fuori scala†da parte di alti burocrati e manager è un diritto acquisito. Si dice: se lo violi, ti esponi a cause civili e del lavoro. Al che io replico: e il diritto degli esodati ad essere trattati secondo le leggi in vigore al momento della definizione della loro uscita dal mondo del lavoro, non era e non è forse un uguale diritto acquisito? Ma la legge non è uguale per tutti? Si che è uguale per tutti, però i super burocrati/manager hanno i denari e la capacità di intentare una causa di lavoro per reclamare lo status quo ante, gli esodati no. “Zompa chi può … ed io puòâ€, disse quel superburocrate …
5 – I luoghi del diritto. Le due diverse violenze nelle manifestazioni di piazza e nel parlamento. Dall’esempio precedente vedete bene dunque che esistono due “luoghi del dirittoâ€: quello degli esodati e quello dei super burocrati e dei super manager. Ed allora ognuno è portato a crearsi il proprio tempo e luogo del diritto: “Oggi e non domani, nel mio caso e non nel caso del mio vicino, a me serve questo. Se non me lo date, me lo prendo. Se mi impedite di prendermelo, mi ribello. E nel far ciò, non vado contro il diritto, bensì creo e difendo il mio diritto. D’altra parte lo stesso parlamento si crea il proprio diritto e definisce esso stesso i propri emolumentiâ€. Ma la nostra Repubblica e la nostra Costituzione non si fondavano sulla separazione dei poteri? Ed allora diamolo ad altri diversi dal parlamento stesso il potere di definire gli emolumenti del parlamento! Altrimenti, se non altro, come posso io infrangere la legge se mi comporto esattamente come si comporta il mio organo legislativo? Altrimenti, nel mio caso, più che di violazione da parte mia del DIRITTO (quello vero), io agirei di assenza del DIRITTO bensì in presenza del diritto di mia creazione. Con buona pece della convivenza comune.
6 – Le legge deve essere uguale per tutti, in ogni luogo e in ogni tempo. Soprattutto di questi tempi. Ma non basta: la legge ed anche, aggiungo io, lo spirito della legge, la sua interpretazione e la sua applicazione devono essere uguali per tutti. E stiamo attenti al lessico, cioè alle parole che utilizziamo. Un esempio: il finanziamento pubblico ai partiti politici. Un referendum popolare lo ha vietato. Nessuna paura: ci siamo (anzi, si sono) inventati il rimborso delle spese elettorali. Peccato che sia un rimborso superiore alle spese e che le spese non siano documentate. Ciò ha generato il formarsi di giacenze inutilizzate che poi i partiti hanno dirottato verso utilizzi impropri (cioè privati, ma a loro insaputa!) o sospetti e non controllabili (tramite Fondazioni). Che dire? Anzi, che fare? Io proporrei l’apertura di una inchiesta da parte della Corte dei Conti e del Giudice Penale. A cancellare la responsabilità del reato commesso non basta infatti intervenire sulla eroganda quantità futura di denaro. Sarebbe un po’ come se un ladro, colto a rubare 100, dicesse: la mia pena consiste nel fatto che domani ruberò solo 50! Ma taluno obietta: “Mio figlio è arbitro di calcio. In certi finali di partita, prima di decretare se assegnare un rigore, doveva valutare l’effetto che tale decisione può avere sulla folla, sulle squadre … ne sarebbe valsa la pena? Sarebbe stata una punizione determinante della partita, del campionato, dell’equilibrio comportamentale della massa degli spettatoriâ€? Ecco, questi ragionamenti me li fece una volta un personaggio dell’alta finanza, parlando del proprio figlio arbitro di calcio. Ed io, oggi, non vorrei che taluno si sentisse vincolato dal “non far nascere lo scandalo, o almeno un scandalo di queste dimensioniâ€: a mio sommesso avviso infatti il “troncare e sopire, sopire e troncareâ€Â di manzoniana memoria oggi non può essere un comportamento tollerato nascondendosi dietro lo spauracchio dell’ “antipoliticaâ€.
7 – Per tutti, uguale per tutti …? Ma tutti tutti o solo tutti? Tutti in senso assoluto, s’intende, che vi credevate?  Come nella Repubblica ateniese di Pericle. Tutti i cittadini, indistintamente, avevano pieni diritti politici. Peccato che quel “tutti†comprendesse circa 30.000 persone su 300.000! “Tutti tranne”, tranne chi può essere giudicato solo se c’è una autorizzazione a procedere; tutti ma non chi ha già un certo tipo di diritto acquisito; tutti ma non chi se la cava accettando di vedersi dimezzare i rimborsi di spese non effettuate né documentate; tutti i tassisti ma non tutti gli avvocati; tutti gli edicolanti ma non tutte le compagnie petrolifere; tutti i lavoratori ma non le finte partite IVA; etc.. Per tutti, insomma, avete capito, per tutti quelli che stanno all’interno di una categoria, ma non per tutte le categorie! Come quando, nella scuola, tanti anni fa, si emanava una legge che immetteva nel ruolo tutte, dico tutte, le insegnanti non ancora stabilizzate, che si chiamassero (ad esempio) Giovanna; con i capelli bruni; che avessero quella certa età (ad esempio 37 anni precisi precisi); che avessero due figli maschi; che abitassero in una certa via di una certa città : tutte, dico tutte costoro, senza alcuna discriminazione o favoritismo sarebbero state fatte entrare in ruolo. Tutte. Più giustizia di così …
8 – Autorizzazione a procedere contro un parlamentare. L’istituto è concepito per verificare se l’imputazione sia o meno strumentale rispetto al tentativo di impedire al parlamentare di esercitare liberamente il mandato popolare ricevuto, a prescindere al merito e dai contenuti del fatto contestato. Ed invece non si registra il tentativo di dimostrare che si stia cercando di impedire l’esercizio di un ruolo politico, bensì, molto più spesso, da parte di chi vota contro la concessione di tale autorizzazione, si dichiara: “Riteniamo che non abbia commesso il fatto imputatogli, per il quale viene richiesta l’autorizzazione a procedereâ€. Cioè, invece di valutare una condizione di procedibilità (“non si proceda perché possiamo dimostrare che l’accusa è strumentaleâ€), si valuta una condizione di punibilità (“non ci si prepari a indagare ed eventualmente a punire, perché noi riteniamo che il collega non punibile in quanto non ha commesso il fattoâ€), sostituendosi arbitrariamente in tal modo l’organo legislativo all’organo giurisdizionale.
Come vedete, i tempi, i luoghi ed i modi della morale e del diritto riempiono uno spettro molto ampio di situazioni. E noi, proviamo a difenderci quanto meno utilizzando le parole giuste per definire le singole situazioni: lessico, amici, lessico! Il “lessico†corretto ci deve diventare “familiareâ€, come quello di Natalia Ginsburg.
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UN ALTRO GIORNO IN BICICLETTA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Maggio, 2012 @ 4:08 pmOvvero: pedalando da Trento ad Egna, con gli amici di UISP – Unione Italiana Sport per Tutti
Se un domani noi dell’Associazione UISP decidessimo di trasformarci in un partito politico, il che è assolutamente al di fuori di ogni ipotesi e previsione, lo slogan potrebbe essere “Più sport per tutti e per Tittiâ€, e il logo un canarino giallo che pedala sulla sua biciclettina!
Ma veniamo all’oggi. Non di solo pedale vive l’uomo, ma anche di cultura. Innanzi tutto, la cultura del conoscersi, dello stare insieme. Persone diverse solo in quanto fino a quel momento reciprocamente sconosciute, le quali, unite dalle pedalate di gruppo, imparano a conoscersi e a riconoscersi nell’altro. Io e l’altro? L’altro? … Quando mai? Io stesso infatti per l’ “altro†sono a mia volta un “altroâ€. Cioè, non esiste distinzione fra me e l’altro. E da qui discende l’apertura al vicino, la comunicazione, la condivisone: in breve, l’umanità . Ecco la civiltà della bicicletta.
E torniamo con i piedi per terra, anzi, sui pedali. Si parte da Trento, dal parcheggio Area Zuffo di Via Monte Baldo, alle 08,45. Rotta 0°, cioè Nord. Prima meta: bicigrill di Salorno. Nell’andare incrociamo numerose comitive dirette a sud: tutti i ciclisti procedono in fila indiana, ognuno a due-tre metri di distanza dall’altro: Tedeschi. Loro incontrano noi: un gruppetto più avanti, altri distanziati, molti affiancati: Italiani. Uno di loro ci guarda e scrolla la testa. Due di noi si affiancano troppo, un collega mi spinge un po’ ed io cado lateralmente. Ma cado bene, non rovino né il vestiario né le ossa. La nostra Presidente ci impone una sosta “didattica†e ci ricorda come ci dobbiamo comportare: semplicemente come i turisti tedeschi. Ha ragione. Da vendere. Si procede. Decido di stare in coda, disciplinatamente mi accodo ad un gruppetto. 27-30 km/h! Accipicchia come vanno, mi dico!
Non è nello stile del nostro gruppo superare la velocità di crociera di 20-22 km/h! Arrivati a Salorno il gruppetto si dirige in centro paese, alla ricerca di una panetteria. Io alzo la testa e dico “Ma dobbiamo aspettare gli altriâ€. Loro si voltano e dicono: “Guardi che lei ha sbagliato gruppoâ€! Era vero! Succede anche questo … Ripedalo verso la ciclabile e mi ricongiungo ai miei al bicigrill, dove nel frattempo mia moglie Maria Teresa mi raggiunge in auto, scarica la sua bici e si unisce al gruppo. Breve sosta caffè. Si riparte per Egna. E qui, due ore libere per girellare fra i banchetti del mercatino e per mangiare, chi al sacco chi al ristorante. Quindi alle 14,00 tutti al Museo di Cultura Popolare di Egna (Via Andreas Hofer, 50, tel.0471 812472 Signora Muller; 0471 820186, Signora Oberschartner), il quale, preavvertito, apre i battenti solo per noi, per il gruppo degli ardimentosi pedalatori venuti da Trento.
Il Museo è stato aperto al pubblico per la prima volta nel 1990 ed è ospitato in una “Casa Saalâ€, nelle sue condizioni originarie, cioè una casa a metà fra un condominio e un grosso maso plurifamiliare. Gli oggetti dell’arredo domestico che compongono la collezione del museo sono stati raccolti dalla signora Anna Grandi Muller di Egna, la quale, da 20 anni, rovista nelle soffitte alla ricerca di mobili e suppellettili. Gli oggetti esposti sono relativi la periodo 1815-1950, appartenevano alla vita quotidiana di case borghesi e sono collocati nei rispettivi ambienti: cucina, bagno, camera da letto, sala da pranzo, bottega artigiana, stanza dei bambini, stanza per il cucito, locale per il culto, spogliatoio, studiolo, scrittoio, etc.. Fantastico! Ognuno di noi vive molteplici sentimenti diversi: nostalgia, sorpresa, gioia … per tutti, un arricchimento. Riflettiamo: si viveva ugualmente con penna e inchiostro, senza computer, con la “lavatrice a manoâ€. Tutto più faticoso, più lento, ma c’era anche più tempo per riflettere sulla vita, su noi stessi …
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Si riparte. Il gruppo di divide. Alcuni, fra i quali io stesso e mia moglie, torna direttamente a Salorno lungo la pista ciclabile, per accelerare il rientro in quanto in serata dobbiamo arrivare a Riva del Garda: forte vento contrario, che fatica! Altri si spostano sulla destra Adige verso Magrè, per vedere la pianta della vite più vecchia della regione. Io ho percorso 62 km. Altri hanno poi raggiunto Mezzocorona per prendere il treno, altri ancora in bicicletta sino a Trento.
 Che altro dire? Evviva UISP! E per iscriversi a UISP? Semplice, contattate BICI UISP DEL TRENTINO-ALTO ADIGE, Largo Nazario Sauro, 11 – 38100 Trento TN, tel. 3318370070 oppure scrivete a biciuisp.tn@hotmail.it
Per invogliarvi, ecco le nostre prossime pedalate: sul Mincio; lungo l’Adige; intorno alle marocche dell’Altogarda trentino; dal Passo Fedaia ad Ora; lungo il fiume Brenta; quattro giorni lungo il Danubio; il fiume Noce e la Val di Non (ciclabile nuovba!) ; la Rienza (Val Pusteria); ad Avio; alla sorgente dell’Adige, etc.. Vi aspettiamo!
IL TRENTINO SCENDE … A RIVA (DEL GARDA): UN’ OPPORTUNITA’ PER LA LOCALE COMUNITA’ DI VALLE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Maggio, 2012 @ 11:12 amDetto altrimenti: I Trentini sono arrivati al Lago da nord, sino a raggiungere la riva del Garda. Non sono arrivati a Riva del Garda da sud, dal Lago, altrimenti la città sarebbe stata chiamata “Riva del Trentinoâ€. Ed allora, anche oggi, Trentini, coraggio, “scendiamo†da nord nella Busa … (1)
Il Trentino deve continuare a “scendere†a Riva del Garda. Ma quale Trentino? Ho una proposta precisa da formulare: gli uffici e le funzioni della Provincia Autonoma di Trento che si occupano della materia “lacustre†(navigazione, regate, sviluppo coordinato dei sistemi economico-sociali connessi al Lago, sicurezza in acqua, etc.). Questi uffici potrebbero essere trasferiti dal capoluogo Trento a Riva del Garda. Una sorta di Capitaneria di Porto provinciale, per intendersi, e la materia potrebbe essere gestita dalla Comunità di Valle, visto che sulla costa trentina del lago si affacciano ben tre diversi Comuni trentini.
Questo tipo di organizzazione inoltre potrebbe richiamare una maggiore attenzione sulla potenzialità organizzativa dell’Autonomia Trentina anche da parte dei Comuni non trentini confinanti, ed in particolate da parte dei Comuni di Malcesine e Limone, con i quali ci si potrebbe accordare, tanto per fare un primo esempio di sinergia su di un’area funzionale omogenea intercomunale ed interprovinciale, per la predisposizione di un servizio di “Avvisi ai naviganti†al fine di preavvisare l’arrivo delle tempeste gardesane soprattutto a vantaggio dei turisti non esperti conoscitori del nostro Altolago, il quale, quando si arrabbia, ha tempeste simili a quelle del mare, come ci ricorda Virgilio (Georgiche, II, vv. 159-160):
Anne lacus tantos? Te, Lari, maxime teque/ fluctibus et fremitu adsurgens Benace marino
E cosa dovrei dire dei nostri laghi così belli? Cosa di te, Lario, ma soprattutto cosa dovrei mai dire di te, Benaco, le cui tempeste sono simili a quelle del mare?
E’ recente una tempesta lacustre che ha causato tre morti, tre turisti tedeschi che veleggiavano su di un cabinato da crociera di sei metri. Un mio amico, che stava navigando con un grosso e potente motoscafo ed aveva la radio accesa sul calale 16, quello riservato alle emergenze, non ha ricevuto alcun segnale di preavviso.
 Lettori della Busa, Cittadini e Amministratori della neonata Comunità di Valle, coraggio, a voi la parola!
(1) Per i non Trentini: la Busa è la “Buca†cioè la piana ove si trovano le tre cittadine di Riva del Garda, Arco e Torbole, detta “Busa†in quanto situata ad una altitudine di circa 200 metri inferiore alla piana dell’Adige
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