RIMESSE IMMIGRATI ED EMIGRATI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2018 @ 8:44 am

Detto altrimenti: quant’è corta ma nostra memoria!       (post 3386)

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Pare che il governo voglia tassare dell’1,5% le rimesse all’estero di valore superiore ad €10,00 fatte dagli immigrati. Attualmente tali rimesse ammonterebbero a circa 6 miliardi di euro l’anno, per cui il gettito fiscale sarebbe di 90 milioni l’anno che a noi non risolverebbero nulla ma che graverebbero sulle spalle di chi, a costo di grandi sacrifici, lavora quasi da schiavo per mandare qualche soldo a casa per sfamare la propria famiglia.

Dice … ma qua’ poveri!? Se hanno tutti il telefonino! Certo dico io, per un padre di famiglia è l’unico modo di vedere almeno via WhatsApp  la moglie e i figli che non abbraccia da anni. Ma questa è un’altra storia.

In direzione opposta arrivano in Italia le rimesse dei nostri emigrati: attualmente circa 7,2 miliardi di euro l’anno, pari a circa mezzo punto del PIL. Cosa accadrebbe se i paesi nei quali i nostri connazionali lavorano imponessero loro un uguale balzello? Grideremmo alla sopraffazione, all’ingiustizia, ci ergeremmo a difesa degli Italiani, Italiani First!

download (1)Memoria corta, dicevo, Già, non ci ricordiamo che negli anni ’50 – ’70 le rimesse emigrati erano la principale fonte del tentativo di riequilibrio della bilancia valutaria italiana. Anche negli anni ’70, si, certo, quando nel dicembre 1971 fu eliminato il regime dei cambi fissi definito negli accordi di Bretton Woods (1-22 luglio 1944) che aveva agganciato tutte le valute al dollaro USA e il dollaro USA all’oro. Le valute iniziarono a fluttuare fortemente e noi, poveri di valuta estera, imponemmo strette creditizia e valutaria feroci: possedere valuta estera e non cederla all’UIC-Ufficio Italiano dei Cambi diventò un reato. Solo pochi privilegiati poterono intrattenere conti correnti in valuta estera, i cosiddetti conti autorizzati in valuta (Fiat Holding in testa) perchè si sa, la legge è uguale per tutti … tranne le eccezioni di legge!

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Ma torniamo all’oggi. Non ci vergogniamo di imporre la chiusura post-serale ai “negozi etnici” perché “c’è il pericolo della droga e di alcool” ma lasciamo aperti i nostri night club dove la droga e l’alcool circolano a fiumi (dice … ma lì è droga di alta qualità, mica porcherie! E poi, alcool si, ma di gran marca! Dico: ah, vabbè, se le cose stanno così …). Non ci vergogniamo di applicare immorali balzelli ai lavoratori stranieri. Dice … ma no, noi non siamo razzisti … sono loro che sono immigrati extracomunitari!

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Extracomunitari loro? Ma se lo stiamo diventando noi stessi! Dice … ma no, dai che i nostri governanti ripetono  “non vogliamo uscire dall’Euro e dall’UE”. Certo dico io, a parole, ma con i fatti? I nostri governanti sono come quel tale Padre Zappata, che predicava bene e razzolava male: ormai l’Italia è diventata il Padre Zappata dell’UE.

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L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’EGGERE (POCO)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2018 @ 5:41 am

Detto altrimenti: DEL LEGGERE (POCO)           (post 3385)

Umberto Eco: “Chi a 70 anni ha letto più libri, ha vissuto molte vite. Chi non ne ha letto, ha vissuto una vita sola”.

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People love paper, la gente ama la carta, i libri, i giornali … e invece no, oggi people love web: poche parole, pochi concetti non approfonditi: leggere e vivere (pericolosamente) per slogan via web: la webbite, una nuova, pericolosissima malattia che sta invadendo interi strati della popolazione, una vera e propria  pericolosissima epidemia contaggiosa: vaccinatevi con urgenza, amici! Basta riprendere a leggere libri: un libro al giorno leva la webbite di torno!

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Quando un uomo con uno slogan incontra un uomo con un ragionamento, l’uomo con il ragionamento è un uomo morto.

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Un mio post (“Morale, religione, politica” del 7 novembre) è diventato un articolo giornalistico, una lettera da prima pagina. Alcuni amici mi hanno inviato cenni di apprezzamento: anche Giovanni Soncini, che pure ha evidenziato il rischio rappresentato dalla sua lunghezza:

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“Gutta cavat lapidem … anche se molte teste contemporanee temo ormai siano più dure della pietra, incapaci di leggere una informazione che per essere sufficientemente motivata, richiede più di qualche riga scritta in stile twitter. Mi auguro di essere il solito gufo e che le menti dei nostri giovani – smentendo il mio pessimismo – si aprano alla meditazione anche critica su quanto il nostro Blogger cerca, con immutabile entusiasmo, di esprimere con i suoi scritti”.

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Il mio scritto in questione consta di 658 parole. Troppe per esprimere concetti così importanti? Troppe per un articolo di giornale? Ma allora … se tanto mi dà tanto, chi leggerà più un libro? Il libro, liber che in latino significa libro e libero: già, il libro ti libera … la mente!

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Il libro aiuta a capire, fornisce gli elementi sui quali ognuno potrà elaborare un pensiero proprio, autonomo, libero, consapevole. Dice … ma i libri in genere sono troppo lunghi (e ci risiamo!).

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Ah si? Ed allora ecco qui a fianco e sopra quattro foto di quattro libri, importantissimi e brevissimi! Leggeteli, poi ne discutiamo, dai, che vi costa? Così, solo per verificare se vi racconto monate.

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 Con sincero affetto. Il vostro blogger (preferito, vero?)

Cosa? Li avete letti di volata? Vi sono piaciuti? Sii? Ah … bene! Cosa? Volete altri consigli per gli acquisti? Ok raga, ve li dò … qui sotto, altri cinque. Questi qui però sono un poco più lunghi, solo  un poco ma ne vale la pena, ve l’assicuro!

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1 –  ” La democrazia” di  Luciano Canfora, per (cercare di) capirne un po’ di più …

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2 – “Anonimo ateniese” di un anonimo appunto, per capire come mai una democrazia malata possa vivere  lungo (questo è cortissimo, avrei dovuto inserirlo nella serie dei libri corti, ma ho preferito “legarlo” a quello di Canfora).

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3 – “I conti con la Storia”  di Paolo Mieli, per (cercare di) capire la Storia.

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4 – “Le origini del fascismo in Italia”  di Gaetano Salvemini, perchè non torni.

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5 – “Divieni ciò che sei” di Friedrick Nietzsche, per (cercare di) imparare a convivere con noi stessi (e con gli altri).

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Buona lettura a tutte e a tutti!

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P.S.: Come avrete capito, ho “rubato” il titolo del post ad uno scrittore vero, Milan Kundera, che ha scritto “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, romanzo ambientato a Praga fra la Primavera e l’invasione russa del 1968.

(Lo confesso: questo qui non l’ho letto, non ancora …)

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UNA PREGHIERA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2018 @ 2:05 pm

 Detto altrimenti: di chi è? Indovinatelo voi! (post 3384)

 

Signore, dammi una buona digestione

e anche qualcosa da digerire.

Donami la salute del corpo

col buonumore necessario per mantenerla.

Donami un’anima che non conosca

la noia, i brontolamenti, i sospiri e i lamenti

e non permettere che io mi crucci eccessivamente

per quella cosa troppo invadente che si chiama “io”.

Signore donami il senso dell’umorismo.

Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo

affinché nella vita conosca un po’ di gaiezza

e possa farne parte anche agli altri.

Amen.

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POST MULTIPLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Novembre, 2018 @ 12:02 pm

Detto altrimenti: ne apri uno, ne leggi tre             (post 3383)

1 – Qual è il rapporto fra Fede e scienza? Un mio amico dice: “Io sono un pragmatico, si tratta di due cose separate”. A questo punto ecco la serie delle mie domande e delle sue risposte:

  • download (2)Perché un oggetto lasciato libero cade verso il basso?
  • Perché è attratto dalla forza di gravità che attrae verso il basso.
  • Perché la forza di gravità attrae verso il basso?
  • Perché al centro della terra ch’è una massa di ferro la quale attira.
  • Perché la massa di ferro attira?
  • Perché gli elettroni … etc…
  • Perché gli elettroni attirano e non respingono?
  • Perché questa è la legge della fisica.
  • Perché la legge della fisica è così e non è diversa?
  • Non lo so
  • Lo sai che Einstein diceva “Vorrei cionoscere il pensiero di Dio. Il resto sono dettagli”?
  • Non lo sapevo.
  • Sei sempre convinto della tua idea?
  • Non lo so.

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2 – Vincolo di mandato o meno per i parlamentari. Il mio amico dice: “Ottimo che i Parlamentari siano vincolati: non vogliamo più scilipotate”, Io replico: le scilipotate fanno sicuramente un danno alla democrazia. Da 1 a 100? Diciamo 20. Ma se si introduce il vincolo di mandato in Parlamento non si Parlerà più: i Parlamentari-soldatini-ubbidienti non “Parleranno” più: essi dovranno solo dire sì a quanto ordinato dal partito. Danno per la democrazia, da 1 a 100? Direi 100.

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download3 – Cessioni all’estero di aziende. Pernigotti, Novi Ligure (AL): fondata nel 1860; venduta ad Averna nel 1990; venduta ai Turchi Toksoz nel 2013; chiude nel 2019. Ennesimo caso di vendita di “nome” italiano. Ennesima vendita di un Bene Comune, ovvero di qualcosa realizzato da tutti i suoi dipendenti, patrimonio dell’intero Paese. Ma non basta: il “made in Italy” è un marchio di cui anch’io sono comproprietario, in quanto Italiano. Mi chiedo: si può prevedere per legge la prelazione dello Stato per l’acquisto del marchio/logo/nome? E poi ci sono le false vendite all’estero, quelle in cui il nostro imprenditore vende a … se stesso camuffato da finanziaria estera. Ma questa è un’altra storia.

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MORALE, RELIGIONE, POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Novembre, 2018 @ 7:49 am

Detto altrimenti: non temete, è un post di facile comprensione, niente di astratto … dai … leggetelo, vi prego! (post 3382)

(Per arrivare ad una buona politica, quella che nei cittadini elimina la paura, non quella che la alimenta)

download1750 anni prima di Cristo, nel Codice Hammurabi (inciso su una lapide, oggi conservata al Louvre), fra l’altro stava scritto:

“ … non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te; fai agli altri ciò che vuoi sia fatto a te .. i poveri, le vedove e gli orfani sono posti sotto la tutela dello Stato. Le donne sono protette contro i maltrattamenti del marito. In favore dei lavoratori viene alzato il salario e sono stabiliti i giorni di riposo annuali …”

Si tratta di leggi incise su un piedistallo morale prima che di pietra. Una morale preesistente a Cristo e alla Sua/nostra religione (religione che non “è” morale, bensì “ha” una morale, ma – per chi crede – “è” Creazione e Resurrezione. Il resto sono dettagli, come diceva Einstein volendo scoprire i segreti della scienza: “Vorrei conoscere il pensiero di Dio, il resto sono dettagli”. Ma questa è un’altra storia che sarà oggetto di un prossimo post).

Dobbiamo quindi riconoscere che storicamente sono esistiti fondamenti comportamentali che alla luce della terminologia attuale possiamo definire “morali” ben prima della nascita della (nostra) religione e delle (nostre) leggi.

Infatti  la (nostra) religione –  che come dicevo prima ha (anche) una sua morale che – nello specifico – ha “copiato” quella di Hammurabi – è venuta dopo.

Infine è arrivata la politica, che dovrebbe occuparsi della polis, cioè della città cioè dello stato cioè dei cittadini ma – data la globalizzazione selvaggia e le immediate interconnessioni che ha creato, nel bene e nel male – dovrebbe occuparsi dei cittadini del mondo.

download (1)Uso il condizionale “dovrebbe” perché il  primo compito della politica dovrebbe essere quello di eliminare la paura, ovvero far sì che i cittadini del mondo non siano spaventati dalla paura della fame, delle malattie, delle guerre, della mancanza di futuro. E invece  da qualche tempo la politica è particolarmente impegnata a far nascere la paura nei cittadini, la paura degli altri, attraverso sovranismi, nazionalismi, io tiro dritto, io me ne frego, noi first, stiano a casa loro, etc..

Una vera e propria regressione della politica, della religione, della morale e della democrazia. Hammurabi aveva preso le mosse dalla morale e dalla religione per arrivare ad una buona politica. Noi oggi partiamo da una cattiva politica per ignorare la religione e stravolgere i principi della morale. La stessa regressione abbiamo avviato circa la democrazia: infatti nei millenni il termine “democrazia” ha significato – successivamente – potere sul popolo (il democrator era il tiranno); strapotere del popolo; potere del popolo. Oggi, dal potere del popolo siamo già regrediti allo strapotere del popolo (della rete) e – ove passasse il referendum propositivo senza quorum + l’obbligo di calendarizzazione per il parlamento + il vincolo di mandato per i parlamentari + la prevalenza comunque del primo testo referendario su una legge eventualmente difforme, dallo strapotere del popolo (della rete) passeremo al potere di un paio di persone: la democrazia avrebbe democraticamente distrutto se stessa e si sarebbe trasformata in una oligarchia (se ci sarà andata bene) o – peggio – in una tirannia di una sola persona.

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download (1)Dice … ma tu, caro blogger, che vai trovando, per dirla in dialetto napoletano, cosa stai cercando di fare? Io? Raga, io sono solo una piccola goccia e faccio il mio mestiere di goccia: offro a chi mi legge la mia piccolissima quantità di acqua (e di pensiero). Dice … ma tu, a chi ti ispiri? Be’ raga, è semplice: a due persone che ci offrono il segreto, la regola della non paura: tale Tommaso Moro (v. recente post) per quanto riguarda la libertà di pensiero di ognuno e per il collegamento fra morale, religione e politica; al capo di Stato oggi più idoneo in assoluto a individuare e promuovere i principi per il miglior governo laico-politico di un’Umanità senza paura:  tale Bergoglio.

Buona morale, religione e politica tutte e a tutti!

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2018 @ 6:23 am

Detto altrimenti: ieri sera, una nostra serata         (post 3381)

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Chi siamo? Dai che lo trovate descritto in tanti miei post! Ieri sera eravamo una quarantina dei 110 “iscritti” all’Accademia, Associazione Culturale “passa parola” fondata e presieduta da Cristina Endrizzi, al cui interno ognuno conferisce “l’arte sua”. Il programma annuale è riportato fra gli eventi del post “Prossimo eventi”. Iri sera, nella prima parte, Loretta Grisenti si è esibita con il canto ed ha eseguito un repertorio di canzoni “evergreen”, quelle che non passano mai:

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  • IMG_4849Il cielo d’Irlanda
  • Senza fine
  • Natural woman
  • Grande grande
  • Mylord
  • Stasera che sera
  • Lady Marmellade
  • At last

Applausi! Brava Loretta!

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E’ seguito il consueto intervento eno-gastro-astronomico, tante e tali erano le prelibatezze preparate dalle nostre Signore. Quindi l’Angolo delle Anteprime, anch’esse riportate nel citato post “Prossimi eventi”. Nella seconda parte della serata Verena Depaoli ha illustrato il suo libro “Il costruendo Trentino” Storia di una scuola che ha lavorato dentro la vita, sulla ricerca effettuata sul Centro di Formazione Professionale di Villazzano, in occasione del cinquantenario dalla fondazione, avvenuta per opera dell’allora Presidente della giunta Provinciale Sen. Bruno Kessler.

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Molto interessante il percorso evolutivo dell’istituto, per rispondere alle esigenze della popolazione e alle tecniche dell’insegnamento. Il tutto ben rappresentato dallo studio di Verena che ha pregevolmente ricostruito un pezzo della nostra Storia, affinchè il ricordo non si perda ma costituisca lo zoccolo per l’edificazione di un futuro sempre migliore. Brava Verena!

Alla prossima!

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WETTERZENTRALE.DE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Novembre, 2018 @ 7:02 am

Detto altrimenti: uno sguardo al maltempo         (post 3380)

Un ciclone. Ormai i cicloni non si formano solo in America o nelle Filippine: iniziano a colpire anche la vecchia Europa e in particolare quella Lingua di Terra, quel Ponte nel Mediterraneo che è la nostra Italia.

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                www.wetterzentrale.de

Da sempre, anche prima dell’inizio di questa nuova era meteo, il Golfo di Genova è stato il centro di formazione del tempo ovvero del “cattivo tempo” nel senso che l’orografia del sistema Mare-Terra lo ha automaticamente individuato come una sorta di “occhio del ciclone”. Nella foto si vede come oggi la perturbazione si stia spostando verso sud est e  come da nord est stiano arrivando venti barici molto forti, quelli che nella Valle del Rodano e sulla Sardegna diventano il famoso Mistral. Lo sappiamo bene noi velisti, con un’aggiunta: questi venti fanno sì che il Golfo del Leone (nella foto: costa francese a ridosso della Spagna) sia insieme a Capo Horn e a Capo Corso, uno dei tre punti in assoluto più pericolosi al mondo per la navigazione e non solo per quella da diporto a vela. Infatti la particolare conformazione del fondale marino, a ripidi gradoni, incide sulla formazione delle onde che si innalzano improvvise inaspettate, contrastanti e ingovernabili da direzioni incrociate, tali da mettere in difficoltà anche le grandi navi passeggeri.

Lo stesso Mistral poi è il responsabile di un’uguale pericolosità nella zona di mare immediatamente a nord di Capo Corso in Corsica, là dove lo stesso effetto di mare incrociato si ha come conseguenza dell’incontro scontro del Mistral, che in quella zona proviene ruotato da ovest, e la tramontana che si ostina a provenire da Nord. La situazione di Capo Horn infine è ben nota da sempre a tutti come luogo di scontro fra due oceani.

Ma veniamo ai nostri guai metereologici. Trentino Alto Adige, feriti. Bi-Veneto e Liguria, in ginocchio. Centro Italia terremotato. Sicilia, agonizzante.   Cosa aspettiamo? Oggi 10 morti in provincia di Palermo, e non di lupara (in tal caso avrebbe fatto meno notizia, purtroppo), ma da alluvione. In totale in questa settimana in Italia: 30 morti. Viadotto Morandi … 42 o 48? Non ricordo. Una battaglia (persa).

Detto questo, una considerazione: mi parrebbe cosa buona e giusta che il Governo rivedesse l’ordine delle priorità di spesa e anche se questo riassetto non è previsto nel famoso e pluri citato “Contratto di Governo”, desse assoluta priorità agli investimenti sulla cultura e sull’educazione ambientale, sul  riassetto e sulla difesa idrogeologica di tutto il Paese, attraverso investimenti estesi e sistematici che comporterebbero anche un gran numero di assunzioni di personale, che pertanto verrebbe pagato perchè lavora e non perché è in cerca di lavoro (o fa finta di esserlo).

(Certo che il CRI- Condono con  Ricostruzione a Ischia non è molto educativo)

Già, un piano di ampio respiro, una visione d’insieme, soprattutto aggiornata. Ma tant’è … si dice che il Paese, l’Italia, non è una SpA: magari lo fosse! In tal caso darebbe dotata non solo di un budget annuale, ma anche di un piano pluriennale scorrevole, ovvero aggiornato di anno in anno. E invece no: si bloccano fondi per decine di anni (innanzi tutti per i cacciabombardieri F35 e in genere per la Difesa armata; paghetta a tutti, pensioni anticipate, etc.) e i destinatari diventano titolari di diritti acquisiti “a prescindere”; si fanno strumentali promesse elettorali d’ogni tipo, si sottoscrivono rigidi “contratti di governo” e poi … poi ci si mette un bel paraocchi su quanto  di più urgente e grave nel frattempo è subentrato: basta presentarsi chi in giacca e cravatta con un bel sorriso stampato sul volto e  chi in moderni ed eleganti maglioncini con una faccia grintosa, ed il gioco è fatto.

downloadPurtroppo non si rivede l’ordine delle priorità, si opera per gestioni e bilanci separati e privilegiati, si creano paratie all’interno di un sistema di vasi comunicanti che dovrebbe essere fluido e che invece è reso di vasi non comunicanti. In tal modo si creano contrapposizioni fra i diversi “vasi” ovvero fra categorie di cittadini, direi quasi fra novelle corporazioni: un moderno divide et impera. Alla fine, si scatena una guerra fra poveri, poveri non solo di risorse economiche e quindi a caccia dei pacchi dono governativi ma poveri soprattutto di cultura, di intelligenza, di capacità critica: per questo si riducono i fondi per la cultura, per questo di facilita oltre ogni misura il percorso di studi: volete essere promossi? Ecco qui la soluzione! Avanti, avanti: più gente entra, più bestie si vedono! Nel Paese dei Balocchi c’è posto per tanti (futuri) asinelli!

Ma la ciliegina sulla torta qual è? Ma come, non lo sapete? Nessun dorma! E invece mi pare che molti dormano! La ciliegina è la cosiddetta Democrazia Diretta, diretta da chi con il referendum propositivo senza quorum + l’obbligo di calendarizzazione per il Parlamento + il vincolo di mandato per i parlamentari + la prevalenza del testo referendario sul testo di legge, in modo democratico (cioè per legge)  trasformerà la Democrazia in una Oligarchia. Sveglia gente! Sveglia!

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THOMAS MORE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Novembre, 2018 @ 4:04 pm

Detto altrimenti: Tommaso Moro   (post 3379)

Non tutti conoscono la sua figura. Molti lo conoscono per la sua opera “Utopia”. Ma la sua formazione, la sua vita, il suo pensiero … chi li conosce? Nel 1935 lo hanno proclamato Santo, esattamente 500 anni dalla sua decapitazione. Ma … Thomas More, chi era costui, direbbe il manzoniano Don Abbondio?

downloadThomas More, l’uomo completo del Rinascimento – Suggerisco la lettura del libro qui a fianco, una miniera di pensieri, nel senso che se ne traggono convinzioni, conferme, insegnamenti, spunti a non finire. Non traccio qui il riassunto della sua vita, bensì dalla Miniera Moro estraggo alcuni pensieri.

More Nasce in un ambiente borghese che pian piano stava soppiantando il ceto feudale. Uomo di grande cultura, buon padre di famiglia, attento al sociale, filosofo del diritto, giurista, avvocato, magistrato, negoziatore, parlamentare, politico, speaker-rappresentante dei Comuni di fronte a Enrico VIII Tudor, Lord Cancelliere, imprigionato e decapitato, dotato di una potente retorica e di una profonda spiritualità, dopo avere studiato quattro anni in convento, preferì essere un casto sposo un impuro sacerdote. Il suo grande merito: nella sua miniera, avere avviato lo scavo del filone della fusione fra concetto filosofico e diritto positivo. Giovane e uomo dal carattere estremamente socievole, allegro e pieno di gioia di vivere, a tratti di malinconica gravità: uomo “per tutte le stagioni dell’animo umano” Coerente con le sue idee fino al martirio, affermava che la validità delle leggi umane poteva essere messa in discussione alla luce della legge naturale, superiore, imprescindibile. Affascinato da ogni nuovo pensiero, concettualmente e filosoficamente “discepolo” di Platone, Agostino d’Ippona, Pico della Mirandola. Pico della Mirandola, primo apostolo della libertà di pensiero e d’opinione di ogni individuo, svincolato rispetto alle costrizioni del passato. Ciò che fa dire a Thomas More che “un tiranno immerso nel sonno non differisce in nulla dai comuni mortali”.

Nominato da Enrico VIII speaker-portavoce rappresentante dei Comuni che il re voleva tassare pesantemente,  accettò a patto che – come ottenne – venisse stabilita per legge la libertà di parola e l’immunità del Parlamento che era stato chiamato a rappresentare. Di quello stesso Parlamento che qualche anno dopo lo condannò a morte per “reato d’opinione”.

downloadThomas More era molto amico di Erasmo da Rotterdam con il quale si incontrava spesso. Di quell’Erasmo che aveva avuto fra i propri discepoli il futuro Enrico VIII (dodici anni più giovane di Thomas). More aveva in casa (una villa a Chelsea) molti strumenti musicali e frequentava Nikolaus Kratzer (matematico, cosmografo, cartografo). Più difficile è comprendere il suo rapporto con Enrico VIII.

1° maggio, per noi Festa del Lavoro, ma il 1° maggio 1517 – poi chiamato Evil May Day – alcune frasi irresponsabili pronunciate dal pulpito della Chiesa di Saint Mary Spital incitarono il popolo a duna furiosa e sanguinosa rivolta contro gli stranieri, molti dei quali furono massacrati. More affronta la folla in delirio e riesce a calmarla: questa la sua autorevolezza, il suo coraggio. Anche a seguito di ciò, Enrico VIII gli propone di entrare nel suo consiglio privato.

download (3)Nel frattempo More scrive – fra gli altri lavori – UTOPIA, il primo trattato di filosofia politica concepito e scritto in latino da un inglese: l’autorità del sovrano è limitata in funzione del bene del popolo; è legittimo opporsi alla tirannia e deporre il tiranno; il re non è al di sopra delle leggi; nessuna legge può violare la libertà del pensiero, delle opinioni, della coscienza; la legge naturale prevale sulla legge umana; i governanti non si devono ingerire nelle opinioni dei governati; è garantita la totale libertà di pensiero e di coscienza;  nessuno può essere punito per la sua religione, per questioni di fede o di culto.

More non è un ideologo, dottinario, bensì realista e pragmatico. Non è contro la proprietà privata, bensì contro il suo cattivo uso; è contro l’eccessivo accumulo di ricchezze; contro le guerre di espansione. Oggi  More è più che mai è attuale, in un mondo condannato a cercar di superare gli strascichi di concezioni machiavelliche  tragicamente lontane dal suo messaggio di libertà.

More non è “uomo del Rinascimento” capace da solo di bastare a se stesso. E’ uomo di un (ultimo) Medio Evo conscio dei propri limiti e alla ricerca del loro superamento. Se il Rinascimento ha aperto una radura nella foresta medievale, alcuni, partendo da essa, hanno tagliato l’intera foresta. More no, egli si è aperto un sentiero verso la cima della montagna sui cui fianchi si adagia la foresta.

Nel borgo di Chelsea, dove la sua ricca villa, More edifica un ospizio  peer la cura dei bisognosi e dei malati, di cui nottetempo per le strade andava in cerca  di persona.

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Il bieco Thomas Cromwell, poi a sua volta decapitato (1540) per avere suggerito al re una (nuova) moglie non “idonea”.

Il pensiero e la carriera politica di More si scontra contro la “carriera amorosa” del re che si era abbandonato fra  le braccia di Anna Bolena. Enrico VIII – scavalcando il suo Lord Cancelliere Thomas More – si presenta direttamente al parlamento per imporre la supremazia del re sul papa: il 14 maggio 1532 il sinodo episcopale d’Inghilterra riconosceva di non detenere altra autorità spirituale che quella conferita dal re. Il 16 maggio Thomas More chiede – per motivi di salute – di essere esonerato dalla carica di Lord Cancelliere. Enrico VIII, ormai papa di se stesso, eleva alla carica di primo arcivescovo di Canterbury della Chiesa Anglicana Thomas Cromwell (antagonista di More); sposa Anna Bolena (Thomas More non presenzia alle nozze per motivi di salute); da bigamo fa poi dichiarare nullo il precedente matrimonio con Caterina d’Aragona.

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          Anna Bolena

Da privato cittadino, dopo il silenzio e la ritrosia, More utilizza un altro strumento: la verità. Per eliminarlo il re segue un principio: quello che per mettere a tacere una cattiva coscienza occorre fabbricarsene una buona, ribaltando i ruoli. E allora prima si diffama, poi si distrugge. Partono le accuse diffamatorie che More demolisce. Alla fine gli si impone di fare acquiescenza al nuovo matrimonio del re e di riconoscerlo come capo della Chiesa d’Inghilterra, benché laico. More si rifiuta e viene arrestato per il delitto di disobbedienza all’ordine del sovrano (pag. 140).

Preferisco non esporre qui (suggerisco di leggere il libro infatti!) i contenuti morali e filosofici delle pagine seguenti, la sua prigionia, il processo, la condanna e l’istanza e la sua beatificazione (Pio IX, 1935) e quella presentata il 25 settembre 2000 a Papa Giovanni Paolo II dal sentore a vita Francesco Cossiga e dal senatore venezuelano Hilariòn Cardozo di proclamazione di San Tommaso Moro a patrono dei governanti e dei politici. Anche la lettera apostolica di accoglimento dell’istanza è pubblicata in coda al libro di cui vi ho scritto.

Enrico VIII (1491 – 1547), di dodici anni più giovane di Thomas More (1478 – 1535), morì (di obesità, gotta e diabete : pesava 180 kg su 1,85 di altezza) dodici anni dopo avere assassinato il suo migliore amico. Un caso?

I principi proclamati da More, vero rabdomante dei diritti dell’uomo, si ritrovano nella dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America, nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo in Francia (1789), nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948.

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SOCIOLOGIA DELLA STRADA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Novembre, 2018 @ 8:04 am

Detto altrimenti: o del volante, se preferite               (POST 3378)

Anni ’70. Ricordo una frase udita in una trattoria. Un tizio all’amico: “Penso un po’ … ‘sta mattina … un tale con la 600 voleva superare me che ho l’850 …” Ecco: un esponente della classe 850 si confronta con uno della classe 600. Il potenziamento del motore di un modello ha creato una classe sociale nuova, anzi due.

download (1)Oggi in autostrada. Velocità massima consentita, 130 kmh. Voi, a 135 kmh, state superando una fila di TIR che procede a 95 kmh. Dietro di voi cosa succede? Dipende. Se siete al volante di un’auto molto potente – diciamo dai 200 CV in su – chi sopraggiunge dopo di voi aspetta disciplinatamente che abbiate concluso la manovra. Se invece siete alla guida di un’auto molto meno potente, ecco i lampi degli abbaglianti, il tallonamento a mezzo metro di distanza per farvi capire “Cosa ci fai sulla mia strada? Levati di mezzo, tu che appartieni ad un’altro gruppo sociale!”

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        Un’altra regola “regolarmente” violata

Le  rotatorie  poi … Quando si innesta su di esse una strada che prima della sua realizzazione aveva il diritto di precedenza, be’ … il gruppo sociale di tutti coloro che ogni giorno provengono da quella direzione reclama una sorta di diritto acquisito: ignora che dovrebbe rispettare il segnale di “dare la precedenza”; ignora che voi – provenendo da destra (!) – avete già impegnato la rotatoria prima di lui; ignora il rispetto della distanza di sicurezza dal veicolo che lo precede e forza il passaggio. E se voi (siete un uomo vero e) lo sfidate, se voi interponete la parte anteriore della vostra auto sul suo percorso rischiate l’incidente e sicuramente siete apostrofati in malo modo. Infatti siete di un gruppo sociale diverso, quello di chi proviene da una strada che prima non aveva il diritto di precedenza. Volete mettere …

Le rotatorie poi modificano anche altri comportamenti umani: quelli dei servizi alla persona. Sia chiaro: io non sono mai stato un utilizzatore di questi servizi, ma non posso fare a meno di notare come la realizzazione di veloci rotatorie, ben delimitate da guardrail che ha sostituito i vecchi incroci di strade con piazzole e marciapiedi, abbia determinato una profonda crisi nell’offerta di prestazioni alla persona da parte di una categoria di signorine che non possono certo sostare al di qua o al di là del guardrail, né le auto possono fermarsi a loro ridosso. Ecco un altro esempio di come la modernità ha influito sui comportamenti umani.

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IL TEMP, IL CUL E I SIORI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Novembre, 2018 @ 7:29 am

Detto altrimenti: … i fa quel che i vol lori             (post 3377)

Antico proverbio trentino, nel senso che al meteo, alle esigenze fisiologiche e ai signori non si comanda: fanno quello che vogliono! Qualcuno al secondo posto colloca più urbanamente “le done”, cioè ricorda che anche alle donne non si comanda, ma il senso del proverbio non cambia. In questa sede a me interessa parlare del temp e dei siori: del meteo e dei signori.

downloadInterrotta dalla mareggiata la strada “più bella del mondo”, come la definiva il filosofo danese Soren Kierkegaard: quella che da Santa Margherita conduce a Portofino. E poi, Rapallo, distrutto il molo, i costosissimi panfili spiaggiati semi distrutti. Milioni di euro in fumo. Ecco: la fragilità dei beni “artificiali” (i panfili) e del bene naturale (il territorio) rispetto al meteo. Non servirà acquistare un nuovo panfilo né ricostruire strada e molo se non si interviene sulla causa del disastro: l’equilibrio meteo del pianeta, il rispetto delle condizioni di sopravvivenza della nostra terra. Ma già … il mondo va come va: Trump non ci sta; la Cina dice dice ma è ancora uno dei paesi più inquinati al mondo; il Brasile annuncia la liberalizzazione della deforestazione amazonica; il sud est asiatico ormai non ha più foreste, ridotte a cumuli di cenere; i ghiaccio si fondono; Venezia è sott’acqua, etc.

E noi? Be’ … chi può si ricomprerà un panfilo miliardario; altri un gozzo di quattro metri. A secondo dei casi. Fino alla prossima mareggiata.

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