MAFIA CAPITALE & C.: REPRIMERE O ANCHE PREVENIRE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2014 @ 7:51 pm

Detto altrimenti: reprimere va bene, ma … a monte?   (post 1817)

Anno 1817: iniziano i movimenti liberali clandestini in opposizione alla restaurazione: Filippo Buonarroti, Federico Confalonieri, due nomi importanti

Cesare Beccaria, 1738 - 1794: "Dei delitti e delle pene"

Cesare Beccaria, 1738 – 1794: “Dei delitti e delle pene”

Si inaspriscono le pene per concussione e corruzione. Va bene. Tuttavia mi pare che poca attenzione si dedichi alla riforma dei sistemi di gestione preventiva, ovvero sul come di deve “amministrare” ogni cosa, soprattutto se pubblica, per evitare di dovere poi ricorrere alle sanzioni.

Amministrare non significa solo tenere la contabilità ex post e/o punire chi “sbaglia”. Significa pianificare azioni e investimenti; organizzare la catena dei poteri e delle responsabilità; seguire ogni movimento di denaro, impedire che altri “sbaglino”.

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Dai Tedeschi della Siemens Mailand, ho imparato che ogni affare commerciale va seguito con la vor – mit e nach Kalkulation, ovvero con un rigoroso calcolo economico finanziario preventivo-concomitante-successivo. Mi scuso se faccio questi riferimenti personali, ma se in una delle tante SpA che altri hanno voluto affidarmi nella mia vita lavorativa si fosse verificata anche solo una minima parte dei furti di denaro e degli abusi che leggiamo purtroppo ogni giorno sulla stampa essere perpetrati a danno del sistema pubblico, io – di fronte ai miei azionisti – non me la sarei certo cavata proponendo un inasprimento della sanzioni contro chi fosse stato sorpreso red handed, ovvero con le mani arrossate del bambino che ha appena rubato la marmellata dal frigorifero (con le mani nel sacco, diciamo noi). Infatti mi avrebbero detto. “Noi la paghiamo perché ciò non avvenga. Dov’era lei quando ciò avveniva?” Sarei stato licenziato in tronco con una azione di responsabilità sulle spalle. Non per avere rubato ma per non avere impedito che altri rubassero.

E allora … dai mancati pre-controllori cosa mi aspetto? Che almeno avviino una seria revisione di tutti i sistemi gestionali e di controllo. Alla tedesca.

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GLI STIPENDI PUBBLICI SONO BLOCCABILI E/O RIDUCIBILI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2014 @ 12:48 pm

Detto altrimenti: io dico di si, a certe condizioni … (post 1816)

1816 d.C.: primo anno successivo al Congresso di Vienna post napoleonico. l’Italia e ri-suddivisa in tanti staterelli …

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Sono un pensionato. La mia pensione non è ai minimi ma nemmeno è “dorata”. E’ bloccata da anni. E mi sta bene, purchè i denari che lo Stato risparmia siano destinati a chi non ha alcun reddito. Ad esempio, per l’istituzione di un reddito di cittadinanza o per finanziare altre modalità di sovvenzione.

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Leggo sulla stampa locale (trentina) che la riduzione degli stipendi dei manager pubblici sarà “concordata”. Ecco, “a me mi” (“a me mi” sic!) sta “male” che per certe categorie si concordi e per altre no. Il blocco della mia pensione non è stato concordato. Dice … ma la legge è uguale per tutti! Dico: … salvo le eccezioni di legge!

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Così vi vogliamo vedere ...

Così li vogliamo vedere …

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In ogni caso il risparmio di denaro pubblico su stipendi e pensioni non dovrebbe essere “prelevabile” dai continui, numerosi furti delle pubbliche risorse.

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Ancora, il blocco e/o la riduzione di pensioni e stipendi dovrebbe essere accettabile e accettato ove si attuasse quella disposizione/idea/raccomandazione/invito/auspicio … del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi che nessuno possa essere remunerato più del Capo dello Stato (1) (2).

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th7FD31RXKInfine, occorre gestire in modo differenziato le fasce alte, medie e basse. Infatti, dire che le retribuzioni/pensioni  alte (da 5.000 in su?) sono state tagliate del 10%, non significa nulla: infatti, quale sacrificio farebbe  la persona che incasserebbe 4.500 euro al mese in luogo di 5000? O ancora, chi passerebbe da 20.000 a 18.000? O chi da 60.000 a 54.000 (esistono anche queste!). Invece, aumentare chi è ai livelli minimi (500-1000 euro al mese) del “solo” 10% sarebbe comunque necessario ma non sufficiente.

Queste e non altre, a mio avviso potrebbero essere le “osservazioni” di chi non vuole accettare il blocco e/o la riduzione del proprio emolumento.

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 (1) e invece …vi sono molte retribuzioni multiple dello “stipendio” del Presidente della Repubblica ed anche della retribuzione delle persone che occupano in UE e in USA posizioni omologhe ai nostri super “eroi”! Quo usque tandem? Fino a quando sopporteremo tutto ciò? Dai, Matteo, fai una bella legge che non sia solo valida, ma anche efficace, ovvero sanzionata. Con quale sanzione? Ad esempio con la statuizione che la parte di retribuzione eccedente quel limite venga pagata da chi l’ha deliberata, non dalle casse pubbliche.  E vieta anche che nessuno (nessuno!) possa essere libero di stabilire i propri emolumenti, amministratori e politici in testa! Vorrò vedere …

(2) per non parlare delle banche SpA che sono private quando si concedono buonuscite di decine di milioni di euro e pubbliche quando incassano prestiti agevolati dall’UE cioè dagli Stati cioè da noi contribuenti.

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Insomma, “è ora di finiamola” con due pesi e due misure!

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CARO JUNKER TI SCRIVO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Dicembre, 2014 @ 8:33 pm

Detto altrimenti: eh, no, cari amici, non ce la faccio a stare zitto … (post 1815)

Ma quei soldi ... li portavano in Lussemburgo a mia insaputa, li portavano ...

Ma quei soldi … li portavano in Lussemburgo a mia insaputa, li portavano …

I nostri mali? Corruzione associata ad evasione fiscale associata ai paradisi fiscali associati al Lussemburgo di Junker. E allora, da che pulpito viene la predica? Oggi di fronte al suo ultimatum dato a Francia ed Italia (” Italia, Francia, vi aspetto a marzo: a primavera s’apre la partita …” . Ma, dico io, quando e da chi ho già sentito questo ritornello?), sono emersi elenchi di SpA nostrane che hanno “beneficiato” del “diverso” sistema fiscale lussemburghese … ovvero, beneficiato dell’azione di chi teneva aperto il sacco nel quale taluno stipava i denari sottratti al nostro fisco, e che ora ci fa la predica? Ma via, Junker Zappata … via … te la dico in dialetto toscano: gnamo, tira via, falla finita che ‘sta mattina ‘un è serata! Un  lo vedi c’hai bell’e rotto …. diciamo … le scatole?

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(Mi alzo … interrompo la scrittura … vado in sala: RAI 5 trasmette una lectio magistralis di Riccardo Muti su l’ “Attila” di Verdi, l’Attila nordico, fermato da Papa Leone e dalla visione dei due giganti (di Raffaello), San Pietro e San Paolo: “Questo dei numi è il suol!” Arretra,  arretra anche tu Junker!)

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La parola alla difesa: imputato Junker, si discolpi! Junker: “Obiezione, Vostro Onore: io, che volete … l’avete visto anche voi, queste argomentazioni … le hanno tirate fuori quando mi sono insediato e ora che sto facendo il duro …, sono semplicemente strumentali”.

Il “Vostro Onore”: “Imputato Junker, obiezione respinta: Infatti sarebbe come affermare che l’azione dei Carabinieri che arrestano un ladro è biasimevole perchè è strumentale”.

Evasione fiscale, la grande evasione fiscale perdura … poi facciamo i concordati … invece di 100 dammene 20, della serie “meglio pochi e subito”. E la gente si ribella. … dice … si butta nell’antipolitica …

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Se per antipolitica si intende impedire il normale esercizio dell'azione parlamentare, allora l'antipolitica è un reato

Se l’antipolitica arriva ad  impedire il normale esercizio dell’azione parlamentare, allora l’antipolitica è un reato

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Il Presidente Napolitano denuncia la pericolosità e l’illegalità dell’antipolitica. Concordo con quel Galantuomo, sia chiaro!  Se non altro perché la Politica è sintesi democratica delle idee. Altrimenti così come noi “taliani” siamo 60.000.000 di Commissari Tecnici della Nazionale di calcio, ugualmente ci auto-inquadreremmo  in altrettanti 60.000.000 di gruppi politici formati, ognuno, da una sola persona, della serie “tot capita tot sententiae”.

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Tuttavia oggi mi è capitata una cosa anzi due.

  • th[6]Mio figlio, a Bologna, alla guida della mia auto, ha preso una multa – pagata entro 5 gg. solo €71,94 – perché lui (residente a Bologna) è entrato in una ZTL alle 19,58 quando l’accesso alle auto dei non residenti (la mia) sarebbe stato consentito dalle ore 20,00. Capirete che considerando che non tutti hanno orologi Rolex sintonizzati via radio sull’ora ufficiale della PLB-Polizia Locale Bolognese, il sistema di rilevamento tramite fotocamere e fotocellule avrebbe potuto essere tarato in modo da consentire una certa tolleranza, chessò, di cinque minuti. Ma a parte l’aspetto tecnico osservo come siamo bravi a perseguire in tempo reale e al minuto secondo queste “grandi” infrazioni, ma poi ci scappano i milioni di Mafia Roma, del Mose, dell’Expo etc. . Evvabbè … potremmo sempre chiedere aiuto ai vigili urbani di Bologna … non vi pare?
  • thBJ632CPHOggi ho visitato tre santuari: la mia Banca, la sede Acli mia “commercialista”, l’Agenzia delle Entrate: infatti in banca risultata non pagata la penultima rata (circa 90 euro)  di un piano di pagamenti di una imposta a mio carico. Allarme rosso! Come mai la banca aveva pagata la terzultima e l’ultima rata e non la penultima? Ecchè, mica voglio vedermi arrivare e casa una “cartella” di valore doppio! Alla fine il mistero è stato svelato in pochi secondi dalla stessa Agenzia delle Entrate (sportello 3,  impiegato pugliese, gentile ed efficace, che ringrazio) (1) : la banca aveva pagato due volte una rata precedente, quindi in totale io avevo già pagato tutte le sei rate anche se avevo saltato la penultima.

Ora mi domando: così come si “amministrano” con precisione e rigore le due fattispecie sopra elencate, perché non si “amministra” con altrettanta precisione la gestione di milioni e milioni di denaro pubblico e invece si cerca di chiudere le stalle quando i buoi sono già scappati? Una proposta: istituiamo l’Agenzia delle Uscite e facciamola organizzare e gestire dallo stesso sistema computerizzato che regola quella delle Entrate! Gli impiegati? Intanto assumiamo quello che mi ha risolto il problema ‘sta mattina. Poi vedremo …

th8F18STTVAltrimenti vien da chiedersi : cui prodest? Cui bono? A chi giova? A vantaggio di chi? Dicevano gli antichi Romani! A vantaggio nostro, dicono alcuni Romani moderni (solo alcuni, per carità, non generalizziamo!) che dico? Moderni?  Moderni no …. attuali … anzi no, nemmeno attuali  … diciamo “di oggi” … ecco, sì, Romani di oggi, così va meglio (infatti i termini “moderni” e “attuali” hanno una naturale connotazione troppo positiva e ‘sti “signori” di positivo propio nun c’hanno nulla!).

Et e hoc satis, per oggi.

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(1) l’impiegato aveva un accento toscano ma è pugliese. Allora gli ho suggerito di ascoltare la canzone di Arbore “Se tu sei con me” …. sui Pugliesi, reperibile anche in internet.

 

 

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EDIPO RE, QUELLO DI SENECA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2014 @ 4:02 pm

Detto altrimenti: la stessa tragedia due autori, due diverse visioni   (post 1814)

Biblioteca Comunale di Trento. Gruppo di lettura dei classici “di” Maria Lia Guardini, la nostra Prof. Il 25 novembre scorso  avevamo visto quello di Sofocle (cfr. ivi).

Edipo si crede figlio di un re e di una regina (Corinto) . L’oracolo gli predice che avrebbe ucciso il padre e sposato la madre,. lui va in altra città (Tebe) , uccide un tizio (re) per una questione di precedenza stradale (sic) e ne sposa la vedova (che risulterà essere sua madre che lo aveva affidato infante a certe persone, per liberarsene), diventa re Gli dei mandano la pestilenza su Tebe. L’oracolo dice che per fermare la pestilenza occorre punire chi uccise il vecchio re. Viene fuori tutta la verità. Edipo per punirsi si acceca. la madre-moglie si uccide.

Qualcuno potrebbe dire: si tratta di un post “erudito, riservato a pochi”. E invece no. No se facciamo un duplice sforzo: quello di immergerci del periodo storico (per conoscere meglio la Storia (e poichè historia magistra vitae … hai visto mai che prima o poi noi alunni s’impari qualcosa di buono!) e quello di vedere se non sia possibile attualizzate quelle situazioni, ovviamente “mutatis mutandis”.

L’angolazione dell’approccio può essere molteplice: storica, psicologica (le più rilevanti); letteraria, teatrale, morale, religiosa, per citarne alcune delle altre.

Dice .. la Storia? Ma è una tragedia, un parto della fantasia! Dico, si, è vero, ma chi l’ha scritta è un personaggio storio che è vissuto un periodo storico. E Seneca sotto sotto ha la pretesa di educare nientepopodimeno che … Nerone! Infatti nel periodo dell’età imperiale (Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone) veniva avvertito molto forte il problema della libertà e il ruolo di governo del “principe ideale” in contrapposizione al “principe tiranno”.  Ed Edipo, tiranno un po’ lo è, quando ad esempio ordina a taluno di parlare “o vuoi che ti ci costringa con la tortura?” E a chi gli risponde che il “diritto a tacere” è la richiesta minima che si possa fare ad un re, replica “Per un re e per un regno spesso la libertà di tacere è più pericolosa della parola, quindi parla!”.

Psicologicamente. I personaggi di Seneca sono tutti caratterizzati psicologicamente, un vero campionario. Essi passano dall’inconscio al conscio. In Sofocle passavano dallo sconosciuto al conosciuto.

Letterariamente. Forme e vocaboli ricercati, frasi brevi, conclusioni sintetiche ad effetto. destinato alla lettura per un pubblico dotto. Poco rappresentabile a teatro. Quanto alla descrizione della peste, sembra quella manzoniana (ovvero: viceversa!). Viene poi in mente Lucrezio, là dove si descrive la natura. E infine Shakespeare, to be or not to be … vivere o morire, resistere o farla finita ….

Teatro. In Seneca il coro ha una funzione quasi lirica, è una voce molto erudita, fuori capo per “far passare” elementi filosofici e morali sui quali meditare: Si differenzia dal coro di Sofocle che è “drammatico”, ovvero partecipa all’azione e agisce sulla base del comune sentire. Il prologo poi anticipa il tema dominante dell’ “angoscia”, diversamente dal prologo greco che invece prepara la vicenda. In scena: Edipo esce di scena quasi sempre da solo. Nella “sceneggiatura” vi è alcune volte quasi gusto dell’orrido (Seneca, Dario Argento ante litteram) nella descrizione di sacrifici mal riuscii; dell’auto accecamento; del karakiri della regina. La sceneggiatura è divisa in cinque parti, come sarà fino alla commedia dell’arte.

Morale. Tragedia ethocentrica, concentrata sugli aspetti morali, sintesi dell’etica stoica: vivi, resisti combatti ma se proprio vedi che non ce la fai, puoi sempre suicidarti.

Religione. Dio è il logos. Per i latini è la logica. Per i Greci il logos dell’uomo libera l’uomo dal male. Per i cristiani il logos è il salvifico atto divino di grazia.

Ma la ciliegina sulla torta la nostra Prof l’ha messa fine, quando chi ha spiegato come il Signor Bertolt Brecht vede la differenza fra Seneca ed Euripide, ovvero fra la dorma “drammatica” e la forma “epica” del teatro. Prima di elencare le differenze, mi permetto di esporre una mia personale breve considerazione: proviamo a porre noi stessi di fronte agli avvenimenti della nostra vita: li viviamo in forma drammatica o in forma epica? La differenza non è da poco. Infatti la “narrazione” che gli altri o noi stessi facciamo ad altri o a noi stessi dei fatti della vita può articolarsi diversamente:

Forma drammatica del teatro (e della vita)

(Seneca)

Forma epica del teatro (e della vita) (Euripide, Sofocle)

Azione Riflessione
Si è coinvolti nell’azione scenica e si esaurisce la propria azione Si è spettatori stimolati
Emergono sentimenti Emergono decisioni
Emergono emozioni Emergono nozioni
Si è immessi in un’azione Si è posti di fronte ad un’azione
Emergono suggestioni Emergono argomenti
Si conservano le sensazioni Le sensazioni diventano consapevolezza
L’uomo è noto, conosciuto L’uomo è oggetto d’indagine
L’uomo è immutabile L’uomo si cambia e modifica la realtà esterna
Tensione riguardo all’esito finale Tensione riguardo all’andamento
Le scene sono interconnesse Ogni scena è autonoma
Corso lineare degli accadimenti Contra
Natura non facit saltus Contra
Il mondo com’è Il mondo come diviene
Ciò che l’uomo deve fare Ciò che l’uomo non può non fare
Gli impulsi dell’uomo I motivi dell’uomo
Il pensiero determina l’esistenza Contra

 

E ognuno di noi, dove si colloca?

Prossimo appuntamento: 13 gennaio 2015, Edipo a Colono. Seguirà: dalla Medea di Euripide alla Medea di Seneca.

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RODODACTILOS EOS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2014 @ 7:59 am

Detto altrimenti: l’Aurora dalle dita rosa   (post 1813)

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Spesso i miei articoli sono lunghi. Forse troppo. E allora, eccone un molto breve per abbassare la media: questa mattina dalla finestra del mio studiolo, a Trento, una foto.

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CONCERTO DELL’IMMACOLATA AD ARCO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Dicembre, 2014 @ 11:27 pm

Detto altrimenti: la Camerata Musicale di Arco, il Maestro Direttore Giorgio Ulivieri … (post 1812)

Arco di Trento … Chiesa Collegiata … l’8 dicembre di ogni anno … subito dopo la S. Messa … il concerto dell’Immacolata inaugura la stagione.

14 marzo 2012. (4)

Ruggero Polito

La camerata Musicale di Arco, fondata nel 1992-1993 dal M.° Giorgio Ulivieri, pensionato dopo ben 30 anni di “violino alla Haydn” raduna musicisti di provate capacità, oltre ad ospitare musicisti famosi. Noi, da Riva del Garda, ci andiamo sempre, perché Giorgio, il M° Giorgio Ulivieri è un caro amico ed anche perché nella Camerata suonava il nostro amatissimo e compianto Ruggero Polito che per quasi 50 anni aveva presieduto l’ Associazione Amici della Musica (chiamandomi a fargli da tesoriere): oggi è stato il primo “8 dicembre” dopo la sua scomparsa (18 marzo 2014), e il Presidente della Camerata, l’amico Michele Liboni, lo ha voluto ricordare. Presente fra il pubblico la moglie signora Maria Grazia.

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WP_20141208_012Ma veniamo al concerto, anzi, al concertone! Infatti l’organico dei musicisti è stato molto ricco. Violini: Renzo Michelini, Rossana Caldini, Stefano Bonora, Paolo Segatta, Chiara Morstabilini, Joerg Schwalm, Astrid S. Harland, Stefano Faustini, Michael I. Girardi, Marco Tanesini, Giulio Robol – Viole:  Paolo Turri, Chizuro Deguchi, Luca Giordani – Violoncelli:  Silvano Zanoni, Giovanna Trentini – Contrabbasso: Rodolfo Merizzi, – Oboe, Daria Morandi – Organo,  Giuseppina Parisi …

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Morandi, Molinari, Pichler

… i quali tutti non me ne vorranno se cito a parte i solisti: alla tromba Omar Morandi; voce soprano Elisa Pichler, voce contralto Cecilia Molinari.

Inoltre, il Coro Polifonico “Laboratorio Musicale” di Ravina, guidato dal direttore Maurizio Postai.

Questo ricco ensemble ha eseguito, sotto la magistrale direzione di Giorgio Ulivieri, arie e brani di J. S. Bach (“Aria sulla quarta corda” e brani dalla “Passione secondo Matteo”); di G. P. Telemann (Sonata da concerto in Re magg. per tromba e orchestra d’archi) e di A. Vivaldi (“Gloria”). La Chiesa era piena. L’esecuzione ottima, seguita da un bis dal Gloria di Vivaldi.

Da Riva del Garda molte persone,  amici che spesso vedo anche ai “nostri” concerti della citata Associazione, presieduta ora dal prof. Franco Ballardini. Personalmente ho molto apprezzato il primo violino, il rivano Renzo Michelini, violino nella Haydn, amico (e velista gardesano come me) ed i solisti: la tromba di Omar Morandi e le splendide voci delle due cantanti Cecilia Molinari ed Elisa Pichler.

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Un rarissimo ensemble: Ulivieri, Polito

Un rarissimo ensemble: Ulivieri, Liboni, Polito

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Questo mio post non vuole né può essere di critica musicale, giacchè io non sono un musicologo ma solo un musicofilo. Lo scrivo per  altri motivi: per sottolineare quanto si riesca a “creare” (Bravo, M° Ulivieri!) e quanto di bello ci sia offerto nella “Busa” del Garda, “anche” sotto il profilo dell’offerta musicale. Inoltre, questo  è il modo migliore  ( ed anche l’unico!) che ho per dire “grazie” al Maestro Direttore Ulivieri, al Direttore Postai e a  tutti i musicisti, sottolineando la loro prestazione alle migliaia delle mie lettrici e dei miei lettori.

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Arco poi … mostra sempre una sensibilità particolare a questo genere di iniziative … noi stessi della citata Associazione rivana portiamo qui alcuni nostri concerti: l’ultimo è stato a novembre, a Palazzo Panni, con la violinista russa Elizaveta Ivanova, vincitrice del concorso internazionale di Verona di due anni fa, la quale l’anno scorso  aveva suonato a Riva del Garda.

Mi congedo da questo “post arcense” riproponendo a tutti una … anzi, “la” mia poesia scritta per questa bella città:

Arco

Das Reich

hat seinen Bogen gespannt

um Blitze aus Stein

zu schleudern

in die nassen Flanken

der Sarca.

Rocca arcoGhibellinisch

die Burg

beherrscht die Geschichte.

Felsueberhaengende Kraefte

zeichen den Himmel

den die siehst

von fernen See

und vermaehlen sich

in der Kathedrale aus Stein

mit den tanzenden afrikanischen Palmen.

Ovvero ….

L’impero

ha teso il suo arco

a scagliare

saette di pietra

nei fianchi bagnati

del Sarca.

Ghibellino

il castello

troneggia la storia.

Strapiombi di forze

modellano il cielo

che vedi

dal lago lontano

e sposano

in duomo di pietra

le palme africane danzanti.

E … i Rivani non se ne abbiano a male: ho scritto in tedesco (in tedesco? Io speriamo che me la cavo …) una poesia anche per Riva del Garda (ed una per Torbole). Ma questa è un’altra storia.

Buona Musica a tutti!

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EPPUR SI MUOVE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Dicembre, 2014 @ 2:23 pm

Detto altrimenti: visto che non nevica, fra un post e l’altro …  (post 1811)

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Where the eagles dare …

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Ebbene sì, amiche e amici, questa stagione più biciclistica che sciistica … si pedala con gli occhi al cielo per vedere di nascosto che tempo che fa … Questa mattina, fra la tornata di post mattinieri e quella dei pomeridiani, ho fatto una pedalatina di una quarantina di km, da Riva del Garda alla centrale Fies, alla base dello strappo al 20%, e ritorno. Cosa? Sono un pigrone? Non avrei affrontato quella salitaccia perché ero con la bici da corsa e non con il più demoltiplicato rampichino? Perché era una settimana che ero fermo? Ma cosa dite mai … il fatto è che sapevo a che ora Maria Teresa buttava la pasta e non volevo trovarla scotta … tutto qui … lo giuro!

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Un bel dì vedremo … un fil di neve!

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Le foto? una alla base della salita incriminta. Una sulla via del ritorno, scattatami da una gentile signora di passaggio: sullo sfondo, in alto, si scorge quella miseria di neve che c’è sulla Cima Paganella.

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LA CORRUZIONE SCOPERTA: PUNTA DI UN ICEBERG ANZI DUE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Dicembre, 2014 @ 2:07 pm

Detto altrimenti: punta di un iceberg? No … di due!   (post 1810)

thONURAGFCMi spiego. La “corruzione scoperta” probabilmente non è “tutta”. Infatti quella “scoperta” può essere la punta di un iceberg (il primo) molto più grande. Tuttavia esiste  un secondo iceberg da “pesare”, molto più grande ancora del primo. Facciamo un esempio numerico:

  • si scopre corruzione (mazzette) per 20.000 (a)
  • Probabilmente il volume dell’ “iceberg mazzette totali, comprese quelle non scoperte” è quanto meno di 10 volte maggiore, quindi pari a 200.000 (b, primo iceberg)
  • Chi corrompe per 200.000 lo fa perchè ha un guadagno illecito dieci volte maggiore, pari a 2.000.000 (c ).
  • Quindi il costo della corruzione per lo Stato non è solo a), non è nemmeno b) bensì è pari a (c) ovvero a 2.000.000 (secondo iceberg).

O mùzos delòi … la favola insegna che se vogliamo cercare di restare all’interno dell’ordine di grandezza congruo per iniziare a comprendere il reale danno che la corruzione arreca allo Stato, ovvero a ciascuno di noi (pro rata, s’intende), dobbiamo ogni volta moltiplicare per 100 il valore della “mazzetta scoperta”.

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ARGENTINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Dicembre, 2014 @ 1:35 pm

Detto Altrimenti: cosa mi richiama alla mente il nome “Argentina”  (post 1809)

  1. 9788811679325[1]Il consolato argentino a Genova, vicino a casa mia, nel quartiere residenziale di Albaro, davanti ai quali uffici nell’immediato dopoguerra (io sono del 1944) la gente – per ragioni molto diverse (!?) – faceva la fila per ottenere il visto di entrata in quel paese.
  2. I quaderni e le storielle con Evita Peron che ci venivano distribuiti alle scuole elementari.
  3. Piazzale Argentina, a Roma.
  4. Maradona.
  5. La Terra del Fuoco, il passaggio di Magellano, i libri dei romanzieri locali; i diari dei primi navigatori che affrontarono in solitaria e a vela quel passaggio.
  6. Don’t cry for me Argentina, una bella canzone cantata da tale Madonna.
  7. Il libro “Operazione Odessa – La fuga dei gerarchi nazisti verso l’Argentina di Peron” di Uki Goni (Garzanti, 2002).
  8. Le accuse mosse (per ora non documentate) ad un politico romano di avere portato valigiate di banconote in quel paese.

 

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IL REDDITO DI CITTADINANZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Dicembre, 2014 @ 8:44 am

Detto altrimenti: non è un problema di soldi, ma antropologico   (post 1808)

Dice …. “Non ci sono i soldi per creare questo reddito”. Dico: no, non è così. Il problema non è “la mancanza di fondi” ma la “mancanza del senso di appartenenza”: ovvero, ognuno di noi  “è” e si “deve sentire” membro di una Grande Famiglia, la Cittadinanza Intera. Una famiglia, una Grande Famiglia, non in senso televisivo, non in senso mafioso bensì in senso civile e sociale.

Ora, se in una famiglia coesa, due componenti lavorano e guadagnano, e altri due, uno per vecchiaia ed uno per il suo stato di disoccupazione, non hanno un reddito, be’ …. prima si utilizza in loro favore parte del reddito dei due componenti attivi e poi si pensa al resto.

Ecco, se ci sentissimo tutti parte dell’Unica Grande Famiglia “Cittadinanza Italiana”, innanzi tutto destineremmo risorse al reddito di cittadinanza in favore di chi reddito non ha e dopo, solo dopo, all’acquisto dei cacciabombardieri F35, alle superautoblu, ai superstipendi, alle superbuonuscite, alle superpensioni, ai supersprechi, etc..

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