INFLAZIONE SU O GIU’?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Dicembre, 2015 @ 7:57 amDetto altrimenti: per i non addetti ai lavori      (post 2206)
Quando i prezzi salgono, ci lamentiamo noi consumatori. ll  perchè è intuitivo. Quando i prezzi scendono, si lamentano gli economisti. Perchè? Proviamo a spiegarlo elencando i costi dei vari passaggi:
materia prima 100- lavoro …
- semilavorato 110
- lavoro …
- prodotto finito 130
- lavoro …
- grossista 150
- lavoro …
- distributore finale 200
Orbene, se i prezzi al consumo finale scendono, non c’è spazio per remunerare il lavoro, quindi per giustificare e stimolare la produzione.
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MUSCOLI DI GUERRA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Dicembre, 2015 @ 7:43 amDetto altrimenti: Dio ce ne scampi …     (post 2205)
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La storia si ripete e noi purtroppo non ce ne accorgiamo. La psicologia collettiva ammaliata dalla guerra. Alcuni la contestano apertamente, la maggioranza tutto sommato vede con un certo sollievo il decollo “televisivo†dei cacciabombardieri e le altrettanto televisive esplosioni delle bombe sul nemico di turno (“Bene, purchè not in my garden!â€). La storia si ripete, dicevo.
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Credo che si possano ricordare alcuni (tragici) esempi: circa 2500 anni fa la quasi festosa partenza della flotta ateniese alla conquista di Siracusa e della Sicilia, isola “delle cui dimensioni nemmeno si aveva conoscenza”, spedizione che si risolse in un disastro ; le avanzate napoleonica e tedesca nel territorio russo, del quale di conosceva l’estensione ma non la si voleva “capireâ€; le folle osannanti sotto il funesto balcone di Piazza Venezia a Roma, dal quale veniva proclamata l’ora delle decisioni irrevocabili.
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Gli equilibri (dovremmo dire: gli “squilibriâ€!) internazionali sono basati su un insieme contraddittorio di interessi: militari, economici, finanziari, geopolitici. Ciò rende  incoerente e difficilmente gestibile la posizione  di molti stati. Anche queste situazioni sono un déjà vu, un già visto nella storia. Un esempio: la Repubblica marinara di Genova manteneva pacificamente i suoi fondaci – zone commerciali extraterritoriali dotate di immunità diplomatica e fiscale – nei territori dei paesi (arabi) con in quali era in guerra aperta.
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A metà dell’ottocento l’Europa fu condotta dall’Inghilterra alla guerra dell’oppio contro la Cina, “rea†di avere vietato l’importazione dell’oppio inglese coltivato nella colonia inglese dell’India.
Oggi rischiamo una guerra del petrolio perché – al converso – ciascuno vuole vietare all’altro (ma non a se stesso?) l’approvvigionamento petrolifero di contrabbando contro denaro e armi a venditori banditi. Lo so, lo so … sono  situazioni diverse, direte voi, d’accordo, ma sono presenti alcune analogie, e cioè che  l’interesse economico-finanziario per cui c’est l’argent qui fait la guerre è sempre valido. Oggi però si è aggiunta la globalizzazione di tutto, anche delle guerre. Basta tuttavia che la psicologia individuale non diventi psicologia collettiva, ovvero che a pensare non siano più i singoli capi del mondo, ma siano trascinati da una psicologia globalizzata, collettiva ingovernabile, psicologia da effetti micidiali.
Perchè affermo questo? Perchè i capi degli Stati hanno la possibilità di conoscere tutti gli elementi delle questioni, tutti i particolari, tutte le motivazioni … e quindi potrebbero assumere decisioni ragionate; mentre gli altri, noi tutti (io in testa) abbiamo una conoscenza superficiale, incompleta delle questioni internazionali, quindi la nostra psicologia individuale – ove  associata,  ovvero ove diventasse collettiva – potrebbe indurre ad assumere decisioni su basi sbagliate. Per questo motivo io  personalmente  mi rifugio nell’analisi dei precedenti storici, unica base sulla quale io possa in qualche modo cercare di verificare le mie prese di posizione.
P.S.: una maldicenza, di quelle da “maledetti toscani” (ed io solo sono al 50% da parte del babbo montalcinese).
Parte del petrolio ufficiale diventa petrolio di contrabbando.- Sempre petrolio resta.
- Distruggiamo i pozzi del petrolio di contrabbando.
- Diminuisce la quantità di petrolio di contrabbando sul mercato.
- Diminuisce la quantità di petrolio sul mercato.
- Il prezzo del greggio era sceso.
- Ora forse risale.
- Cui prodest, cui bono? A chi giova? Direbbe l’avv. Cicerone …
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SI FA PRESTO A DIRE “DEMOCRAZIA IN POLITICAâ€
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Dicembre, 2015 @ 8:17 amDetto altrimenti: parliamone … anzi, scriviamone un po’. Dopo potremo parlarne attraverso i vostri commenti     (post 2204)
Tot capita, tot sentantiae. E noi Italiani, individualisti, creativi, artisti, popolo di single irripetibili come quadri d’autore, in quest’arte siamo maestri. E quindi ogni partito ha la sua opposizione. Anzi due: l’opposizione esterna (e sino a qui ..) e l’opposizione interna! Così, ovviamente  “democraticamenteâ€, ci mancherebbe altro!
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Ora, se andiamo a ricercare l’origine storica della parola e del concetto di democrazia, vediamo che essa non definisce il governo della maggioranza numerica, ma di una classe: all’origine, il demos, ovvero una sola parte dell’intero popolo. Una sola parte, dico, infatti se non altro la disaffezione dalla politica  fa sì che oggi a votare vada una minoranza degli aventi diritto, la cui maggioranza poi governa il popolo intero che è formato anche da chi non ha votato e da chi non ha diritto al voto (ad esempio per età )!  Ecco che vedete bene che – di fatto – democrazia oggi non è governo della maggioranza numerica dell’intero popolo, bensì di quella classe-gruppo che alla fine ha ottenuto solo qualche voto in più della concorrenza.
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PRIMA CONSIDERAZIONE: se vuoi difendere la democrazia vera, vai a votare!
Ma torniamo alle opposizioni interne. Esse possono essere interne-interne oppure interne-esterne, nel senso che l’oppositore ricerca l’aiuto di un “esercito†straniero, ovvero di un altro partito. Questa ultima modalità viene soprattutto scelta quando a perdere la propria “maggioranza interna†è un abituèe dell’oligarchia di pensiero, un leader carismatico, il quale si alimenta di un’ideologia, ovvero di un’idea non disponibile al dialogo con sue “consorelle” (=altre idee diverse):  e cioè che un sistema democratico – il quale difende strenuamente se stesso – non possa essere oggetto di una “modifica” bensì solo di una “sostituzione†ovvero della sua stessa “distruzione”. Se non credete a questa mia conclusione, partiamo dal considerare la conseguenza che essa determina: una opposizione interna violenta, aggressiva alla “maggioranza interna†evitando un civile confronto sui contenuti della politica al potere. Violenza quindi. Un ritorno alle origini del concetto di democrazia, la quale è nata (circa 2500 anni fa) non come fatto positivo (governo da parte del popolo), bensì come fatto negativo di “forza violenta contro il tiranno di turnoâ€. Direte: e allora, sempre di democrazia si tratterebbe! (Ma questa mia … dai … è una battuta, per alleggerire il discorso!)
2500 anni fa, dicevo … ma anche nel nostro secondo dopoguerra, qui, da noi, in Italia. Forze democratiche interne erano quelle che si opponevano con “forza†alla dittatura fascista, quindi i politici esposti (che hanno pagato con il confino, l’esilio o con la vita), e i partigiani. Non il popolo che subiva – più o meno condividendolo – il regime. E allora? Allora “panta rei†tutto scorre, diceva quell’uno … anche il concetto di democrazia che non deve essere più una “forza violenta di opposizione†a niente e a nessuno, bensì da “forza-potere del demos, ovvero di una classe†deve diventare “volontà , desiderio capacità , partecipazione del popolo interoâ€. Quindi – e nessuno fraintenda la portata del lessico che sto per utilizzare – virate da partito “democraticoâ€Â ovvero di una parte del popolo a partito “popolare†ovvero di tutto il popolo, espresso da tutto il popolo, che ascolta tutto il popolo. Ma allora, direte voi, si deve passare dalla demo-crazia alla popolo-crazia? Be’ .. sul piano concettuale questo passaggio è già avvenuto, non vi pare? Magari attuato in modo generico (Popolari Europei) o in modo  strumentale (Popolo della Libertà ; Popolo della Rete) ma è comunque pur sempre un indizio ed un inizio della trasformazione in corso.
SECONDA CONSIDERAZIONE: se un gruppo va al governo solo perché ha raccolto il voto di un numero di votanti maggiore della controparte, è democratico all’ antica, non popolare in senso moderno. Ovvero la democrazia vera oggi non può essere quella badata solo sul “maggior numero delle schede voto raccolteâ€, bensì quella del maggior numero dei consensi ottenuti attraverso il dialogo costruttivo sui contenuti raccolti attraverso il dialogo con tutto il popolo.
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Dice … ma perché non puntare all’unanimità dei consensi? Eh no … dico io, guai all’unanimità , guai al pensiero unico dominante, guai alle folle osannanti di tristissima memoria. Se non altro, perchè “all’interno dei grandi numeri più facilmente può nascondersi il male” (così il premio Nobel Josif Broskij, ne “Il canto del pendoloâ€, Adelphi Ed.).
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Le mie sono teorizzazioni? Forse si. Ma non si diventa esperti alpinisti del pensiero se non si fa anche un po’ di palestra di roccia!
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FOTOPOST
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Dicembre, 2015 @ 6:53 amDetto altrimenti: Rosa di Natale                          (post 2203)
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Ieri, fra i vasi di fiori del mio balcone di Trento, con il mio telefonino ho colto letteralmente “al volo†una piccola ape intenta a suggere il nettare dalla mia Christrose o Wintergold o Helleborus o Rosa di Natale.
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Quale migliore auspicio? In contrapposizione ai muscolari ed innaturali comportamenti umani di questi nostri orribili tempi di guerra … la leggerezza, i colori, la bellezza, la vita che si rinnova nel Mondo della Natura!
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ACCADEMIA DELLE MUSE A NATALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Dicembre, 2015 @ 6:26 amDetto altrimenti: gli Accademici si ritrovano per gli auguri …     (post 2202)
Chi siamo? Navigate fra i post e lo scoprirete! Martedì 1 dicembre ci siamo ritrovati per la consueta serata pre natalizia. La prima parte della riunione è stata dedicata a canti corali (Adeste Fideles, Bianco Natale, Stille Nacht, Jingle bells), intervallati dalla letture di nostre poesie e racconti altrui sul tema, con lo sfondo di musiche di Rimsky Korsakov e di Schumann (Cristina al pianoforte). Altro “intervalloâ€, il trio di voci Letizia, Giovanna e Stefano ha eseguito “Resonet in Laudibus†di Anselm Schubiger.
Quindi Mirna ha illustrato i libri da leggere durante l’inverno in previsione della tavola rotonda in programma il 4 aprile (“Una  lettura per la Felicità â€):
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Il club delle lettere segrete di Angeles Donate, giovane scritttrice spagnola. Per chi ama scrivere, leggere, la poesia, la compagnia, la solidarietà . Siamo in Francia. - Olive Kitteridge di Elizabeth Strout, premio Pulitzer del 2009 . Un’altra struttura narrativa , ma che si può comparare al romanzo precedente per il filo comune  che lega i vari personaggi. Siamo in America.
- La corsa di Tim Krabbè, edito Marcos y Marcos. Suggeritomi da un giovane ciclista come libro cult per chi ama pedalare.Un romanzo che si legge da mille prospettive, capitoli brevi, grandi tensioni, illuminazioni. Competizione.
- L‘ultimo arrivato di Marco Balzano, Sellerio. Non poteva mancare un italiano, l’ultimo vincitore del Campiello. Per chi ama tematiche storico-sociali. Anni Cinquanta: migrazione dal sud al nord Italia in cerca di lavoro.
Angolo delle anteprime: Mirna, prossimo incontro gruppo-lettura si terrà mercoledì 9 dicembre alle ore 17.00 sempre al bar Galileo di via Galilei. Ospite la scrittrice Maria Annita Baffa che ci parlerà del suo romanzo “La sposa della neve” introdotto dapprima da Maria Grazia Bertagnolli.
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Improvvisamente … noi tutti Accademici abbiamo voluto dare a Cristina, con un po’ di anticipo ma ci scuserete, il segno della nostra amicizia e riconoscenza per essere lei una “Musicista di Amiciziaâ€, nel senso che organizza (“scrive”) e esegue e dirige “Concerti di Amicizieâ€: i nostri incontri mensili, nei quali gli strumenti sono i nostri sentimenti. Grazie, Cristina!
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Indi, dopo una ricca pausa enogastronomica, il lavoro di Emanuela Merlo: “Fiori, poesia, musica e…..due vociâ€: splendide diapositive a corredo della lettura delle poesie del Poeta dialettale Marco Pola (la cui biografia ed opera è stata ricordata dalla stessa Emanuela)  da parte di Cristina e Maria Bruna Fait. In sottofondo le variazioni Goldberg di J.S. Bach eseguite da Edoardo Bruni.
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Al commiato, Cristina ha regalato a tutti noi la sua marmellata natalizia. Alla prossima, dunque e Buon Natale a tutte le mie lettrici ed a tutti i miei lettori!
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LA RESPONSABILITA’ STORICA …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Dicembre, 2015 @ 8:20 amDetto altrimenti: … dell’inquinamento, dello sfruttamento delle risorse naturali, delle guerre a pioggia, delle migrazioni, delle dittature diffuse, del dominio delle bande armate, etc..                (post 2001)
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Ri-suggerisco la lettura di un libro: “Il predominio dell’occidente – Tecnologia, ambiente, imperialismo – La storia del colonialismo occidentale di pari passo con l’evoluzione della tecnologia – (battelli a vapore, armi, medicine, etc.) del prof. Daniel R. Headrick (Il Mulino).
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Suggerisco la lettura di un libro: “Esportare la libertà – Il mito che ha fallito†di Luciano Canfora (Mondadori).
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Dopo ne parliamo.
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FURTI PERMANENTI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Dicembre, 2015 @ 7:47 amDetto altrimenti: … fino a quando qualcuno “improvvisamente†se ne accorge …    (post 2000)
Improvvisamente l’estate scorsa … ma no! Anche in ogni altra stagione … improvvisamente si legge che Tizio ha sottratto, nel tempo, tot milioni di euro ad un partito politico, tot al fondo della Confraternita dei Frati minori (qui erano 50 i milioni mancanti! e se fossero stati frati Maggiori?), tot ad un’Abbazia famosa, etc.. E quei “tot†sono milioni e milioni di “euriâ€.
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Mi domando: maccome (maccome) è possibile che nel tempo non vi siano stati controlli sufficienti a controllare e bloccare i flussi del furti permanenti? Io ho lavorato come responsabile finanziario della più grande finanziaria italiana e come capo di una piccola società della mobilità . Entrambe le società gestivano denaro, sia elettronico che contante. In entrambi i casi io – come prima cosa – organizzai i controlli in modo tale che  nemmeno io stesso, caso mai avessi deciso di diventare un delinquente, avrei potuto rubare nemmeno un euro.
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E allora? Allora mi vien da pensare che se la cosa non si fa è perché non la si vuole fare perché di sta partecipando al banchetto oppure  perchè si spera, prima o poi, di sostituire i commensali attuali.
IMMIGRATI, UE E TURCHIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Dicembre, 2015 @ 7:30 amDetto altrimenti: qualche riflessione ….   (post 1999)
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L’UE versa miliardi di Euro alla Turchia perché controlli ed organizzi meglio l’accoglienza dei profughi. Al riguardo, mi chiedo come sarà suddiviso questo esborso fra le seguenti voci:
- controlli;
- repressione;
- arresti;
- accoglienza.
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Le organizzazioni umanitarie per l’accoglienza avvertono che provvedimenti simili non fermeranno le ondate dell’esodo, ma semplicemente le renderanno più costose e rischiose per i profughi. Ieri in Turchia 1300 arresti di immigrati.  Nello stesso giorno, altri 9000 immigrati arrivati in Grecia.
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Sicuramente è un segnale positivo che qualcosa si stia muovendo. Tuttavia l’impressione che ne ricavo è (anche) un po’ quella che avverto quando leggo che i rifiuti pericolosi ed inquinanti degli stati industrializzati sono stati trasferiti (venduti) a paesi del terzo mondo, (tanto loro …), ovvero, ok, but not in my garden … va bene, purchè non nel mio giardino. Ovvero, esseri umani trattati “come rifiuti†(sono parole di Papa Francesco).
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ISTRUZIONI PER L’USO DELLA VITA LAVORATIVA DEI GIOVANI CHE HANNO GIÀ UN LAVORO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Novembre, 2015 @ 4:03 pm Per qualche giorno tengo in evidenza in prima pagina e in prima posizione un post del 30.11.15    (in blu, gli aggiornamenti del 1 aprile 2017)
Detto altrimenti: riservato ai giovani!                                         (post 1998)
 Già … post N. 1998 … una cifra abbastanza tonda. Per celebrare questo traguardo intermedio, ho pensato di dedicare questo post ad una categoria particolare …
Infatti, mai come oggi i nostri giovani sono esposti agli aspetti negativi dell’ambiente lavorativo (purtroppo ci sono anche quelli).  Ed allora ecco per loro qualche “pillola di esperienza†che li possa aiutare, offerta da chi, nato nel 1944, ha avuto la doppia fortuna di non vivere la guerra e di trovarsi di fronte ad un mercato del lavoro “quantitativamente†accogliente e qualitativamente “duro ma formante†(tentare di aiutare i tanti giovani che il lavoro lo stanno cercando sarà molto, molto più difficile).
Noi, “saggi”, pretendiamo di educare, insegnare ai giovani? E’ arduo, perché rischia di essere un esperimento compiuto su qualcosa che non si conosce, oppure un livellamento radicale finalizzato a conformare il loro nuovo carattere alle abitudini ed agli usi dominanti. Ma … quando noi stessi abbiamo compiuto una vita di esperienze, allora possiamo definirci “saggi” solo ed in quanto nel senso di “portatori di esperienze” e quindi possiamo essere utili ai giovani non come “educatori” ma come “testimoni di esperienze vissute”. Dopo di che … facciano loro, decidano loro se vale la pena ascoltare o meno … (liberamente tratto da F. Nietzsche).
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Ed allora, ecco comunque Quaranta testimonianze “ruggentiâ€: istruzioni per l’uso della vita (lavorativa) dei giovani (l’espressione “Quaranta ruggentiâ€Â – The Roaring Forties – è stata coniata dagli inglesi all’epoca dei grandi velieri che passavano per il capo Horn, per indicare la forza dei venti in quel tratto di mare. L’espressione fu poi seguita da una seconda, i “Cinquanta ruggenti†-The Roaring fifties- per capirsi, cinquanta nodi di vento equivale ad un vento che soffia a circa 90 kmh. Provate ad averlo sulle vele!
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Napoleone era solito dire: “Mi vanno bene i generali fortunati, purché lo siano sempreâ€. Io vi dico: ricercate la creatività più che la fortuna e siate regolarmente creativi, cioè siate sempre un poeta: infatti il termine “poeta†deriva dal verbo greco “poieo†che significa fare, creare. Tuttavia state attenti ad un particolare: l’italiano in genere è molto creativo, ma rende pubblici i suoi progetti troppo presto, i quali spesso gli vengono rubati da chi li sa realizzare più tempestivamente. In ogni caso la creatività raramente è pagata per quello che vale, e cioè molto. Se avete una buona idea cercate anche di riuscire a “firmarla†come vostra. Infine v’è da dire che le idee vengono a chi è abituato a farsele venire, quindi … allenatevi!
- Come reagire di fronte alla mancanza od all’eccesso di creatività , in se stessi e negli altri? Ragazzi, innanzi tutto il malanno più frequente e ben più grave è la mancanza di idee, quindi ben vengano le “troppe†idee! Pensate sempre che senza idee Colombo non avrebbe scoperto l’America, Fleming non avrebbe inventato la penicillina e così via. Dovete solo cercare di distinguere fra intuizioni ed idee maturate dopo attente analisi: suggerisco di dedicarvi molto a entrambi i generi.
Un padre disse al figlio: “Mettiti una scimmietta su di una spalla e vai in un paese dove non conoscono le scimmie. Farai fortuna.†Può essere vero, ma attenzione …una bottiglia è mezza piena e mezza vuota allo stesso tempo! Se volete “fare carriera†dovete anche considerare l’opportunità di eccellere in modo omogeneo all’ambiente che vi ospita: mi spiego, se siete dei bravi manager, ma molto bravi, allora potrete fare carriera in un ambiente moderno e managerialmente organizzato. Ma attenzione a volervi imporre come manager molto professionali in un ambiente un po’ troppo “alla buonaâ€! Lo stesso dicasi per il contrario: se un ambiente è molto bene organizzato, voi non potrete progredire se siete voi ad essere troppo “alla buonaâ€.- Persevera, non ti stancare, non scoraggiarti mai, saresti il primo nemico di te stesso! Abbi invece fiducia nei risultati dell’allenamento e della perseveranza: nello sport, nel lavoro, nella vita.
- Abbi fede in una logica superiore, immanente nelle cose, che funziona “nonostante†l’intervento dell’uomo.
Quanto ai principi, sii fedele ai tuoi, non avere paura di viverli e diffida di chi ti fa lezione pretendendo di farti applicare i suoi: si chiama “teoria del campo da tennis†(v. anche dopo, al n. 25). Ovvero, ognuno giochi come crede la pallina nella sua metà campo e non ascolti i suggerimenti dell’avversario sul come giocarla!- Ricorda che spesso la morale comune condanna chi denuncia le violazioni della morale comune molto di più di chi viola la morale comune. Comunque, su con il morale…
- Sii coerente.
- Sii semplice nella comunicazione verbale e scritta, ed usa il lessico più comprensibile in assoluto: soprattutto ricorda chel’impresenziazione di uno sportello ferroviario vuol dire solo che l’impiegato è momentaneamente assente, non che è veramente mal vestito e con la barba lunga e quindi “non presentabileâ€! Che la conversione dei mezzi operativi significa solo che ci sono autocarri in manovra, non che metà degli operai dell’autostrada si è convertita al cristianesimo. Che la convergenza complanare è solo un incrocio con uno svincolo stradale, non l’incrocio delle rotte di due aeroplani. E state attenti a non obliterare a casa il documento di viaggio, perché in realtà il biglietto del tram dovete timbrarlo sul tram stesso, e non dimenticarlo a casa!
- Abbi carattere anche se poi ti diranno che hai un cattivo carattere.
- Sii estremamente specifico, evita le occasioni di coinvolgimento in situazioni generiche, non chiare: rimetterle sui binari ti attirerebbe l’accusa di essere pedante o di avere un caratteraccio.
- Cerca di porti in grado di produrre risultati, di sapere fare bene il tuo mestiere.
- Cerca di riuscire a firmare il tuo lavoro.
- Non farti escludere, proprio perché sai fare e vuoi firmare quello che hai fatto.
- Attento ai sistemi assistiti: a gestire l’ordinaria amministrazione o a dividere la ricchezza sono capaci tutti. La professionalità serve solo se c’è necessità e volontà di produrre ricchezza.
- Attento ai sistemi eccessivamente politicizzati: per la divisione del potere non serve la professionalità che ti invito comunque a conseguire.
- Diffida delle novità in quanto tali, se non motivate da effettive nuove necessità di miglioramento.
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Ricerca sempre la motivazione che spinge ognuno ad agire (il famoso “cui prodestâ€, “cui bonoâ€, a chi giova). Cioè: troppo spesso la gente cerca di capire le conseguenze di un fatto e dimentica di analizzare le ragioni che lo hanno determinato.
- Chiarisci a te stesso i tuoi obiettivi e finalizza onestamente ogni tua azione agli stessi.
- Se devi competere e sai nuotare bene, non accettare di misurarti nello sci alpino.
- Se ti accorgi che stanno per far votare una mozione contro la tua idea, chiedi una sospensione, esci dalla stanza, fai la pipì, lavati le mani e, rientrando, sii tu a proporla. Vincerai anche quella volta.
- Se altri realizzano come propria la tua idea e tu cerchi di riappropriartene, allora tu saresti anche un bravo manager, ma hai un tale cattivo carattere …
- Se vuoi difendere al meglio una tua idea, cerca di inquadrarla in un progetto completo ed articolato al fine di fare emergere la sua portata strategica. Se la controparte accetta di misurarsi sullo stesso terreno, allora vuol dire che stai operando in un ambiente moderno e professionale. Se ti dicono “Tutte chiacchere, quello che conta è il particolare di dettaglio del quale stiamo discutendo†… allora , se puoi, cercati altri compagni di viaggio.
- Quando gestisci un piano, ricordati che talvolta le sue fasi sono, nell’ordine: entusiasmo, perplessità , ripresa di contatto con la realtà , ricerca del colpevole, punizione dell’innocente, lode ad estranei.
- Se ti consigliano come agire “nel tuo interesseâ€, applica la mia sopracitata teoria del campo da tennis (v. prima, al n. 6): ringrazia, ma che ognuno torni nella sua metà campo e giochi come crede, lasciando a te la scelta di come battere la palla o di come rispondere alla battuta altrui.
- Non ti fidare di chi, con aria assorta e quasi sognante, magari accarezzandosi il mento e volgendo lo sguardo al cielo, si “lascia scappare†importanti riflessioni o ipotesi di soluzione relative ad un problema che ti riguarda o nel quale sei coinvolto, tipo :â€Sto pensando se non sarebbe meglio…â€. Infatti, se fossero riflessioni vere, se le terrebbe per sé. E invece, il più delle volte quelle riflessioni sono fatte ad arte per indurti a far tue le sue idee. Sono subdoli messaggi pubblicitari, promozionali, al limite della “pubblicità subliminale occultaâ€.
- Guardati anche da chi non parla mai e semplicemente ascolta, per due motivi: o è veramente molto intelligente ed astuto; oppure è stupido e quindi ugualmente “pericolosoâ€. Sappi infatti che nessuno assomiglia di più ad una persona intelligente di uno stupido che tace.
- Cerca di perseguire sempre contemporaneamente più soluzioni per lo stesso problema, ognuna come se fosse l’unica percorribile.
- Quando operi all’interno di una SpA, opera come se tu ne fossi il proprietario: con lo stesso amore e con la stessa attenzione.
- Di ogni tuo intervento, fanne un fatto seriale: cioè che ogni tuo intervento non sia un fatto isolato, ma l’occasione per organizzare la gestione dell’intera gamma di quel tipo di problema.
- Persegui, nell’ordine, l’efficienza (il rispetto delle regole) e l’efficacia (il raggiungimento dei risultati). Dante scriveva: “Scienza non fa, sanza lo ritener aver intesoâ€, non è apprendimento se non ricordi ciò che hai capito, cioè, non è lavoro se le tue azioni non producono risultati.
- Ricordati che i sofisti (non i surfisti, quelli sono un’altra cosa!) dimostravano una tesi ed il suo contrario: non erano in contraddizione con se stessi, ma si esercitavano a porsi dal punto di vista “degli altriâ€. Infatti una bottiglia può essere allo stesso tempo “mezza piena†e “mezza vuotaâ€, e tu, nel constatarlo, non ti devi sentire minimamente disorientato.
- Ricorda che ogni contrapposizione dialettica ha sempre tre soluzioni: la tua, quella del tuo avversario e quella giusta.
- Non rinunciare mai al lato umoristico della vita.
- Se non sai il latino e vuoi usarlo nelle citazioni, attento agli accenti. “Dìvide et ìmpera†non si pronuncia “divìde et impèraâ€! Inoltre ricorda che “sine qua non†non vuol dire “siamo qua noiâ€; cum grano salis, non vuol dire “quando cresce il granoâ€; ed “in medio stat virtus†non equivale a “in Mediaset virusâ€. In ogni caso ti suggerisco il libro di De Mauri, “5000 Proverbi e motti latini†Edizioni Hoepli, Milano.
Se hai messo a fuoco un problema e ne proponi la soluzione e i tuoi interlocutori la approvano ufficialmente, allora hai fatto carriera. Se la discutono e la bocciano, sei sulla buona strada. Se la ignorano o ti dicono che non hanno avuto il tempo di leggerla, vuol dire che stai per diventare un loro pericoloso concorrente. In questo caso, c’è chi dice che per far carriera devi far finta di non accorgerti di nulla. Altri, fra i quali io stesso, ti dicono: insisti cortesemente ma con fermezza perché la tua proposta sia verbalizzata con estrema precisione e discussa.- Temi, evita e combatti la trasversalità . Talvolta infatti ti potrà capitare di notare che alcuni potenti non siano contenti nemmeno se tu dai loro ragione. La verità è che spesso le motivazioni vere che li spingono ad agire sono diverse da quelle ufficiali. Ciò può accadere perché purtroppo esiste un sistema a rete nascosta, trasversale appunto, che prescinde dagli schieramenti ufficiali dei partiti, delle correnti di pensiero, della concezione della morale comune, delle strategie aziendali ed è invece fondato soprattutto su di un sistema di interessi e di potere, ed in parte minore anche su di un sistema di comodi equilibri (quaeta non movère). Come e cosa fare in questi casi? Non è facile a dirsi. Occorre comunque darsi una calmata, smettere di agitarsi, di proporre e di proporsi, di assumere posizioni ferme, non perché si voglia o debba rinunciare a se stessi, ma perché prima occorre capire quali sono i reali intendimenti e le singole vere ed intime motivazioni di ciascun interessato, al fine di valutarne le possibili reazioni.
- “Guardati dalle masse osannanti, dalle unanimità , dalle idee uniche  totalizzanti, se non altro perchè entro i grandi numeri più facilmente può nascondersi il male” (firmato: Premio Nobel Josif Broskij, “Il canto del pendolo”, Adelphi).
- Chiedere aiuto e ricevere consigli? No buono….
- Se contraddici pubblicamente un potente ed hai torto, ti può perdonare. Se hai ragione no.
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 Fine (per oggi).
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CULTURA E GIORNALISMO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Novembre, 2015 @ 11:08 amDetto altrimenti: cultura, ovvero  “insieme delle conoscenze†– E giornalismo? Vediamo dopo … (post 2197)
Dice … quello sì che ha una gran cultura! Di solito si dice di un letterato, di uno studioso, di un filosofo, di uno scrittore. E invece anche il ciabattino, il muratore, l’operaio “non qualificatoâ€, etc. tutti hanno la loro cultura, tutti sono uomini di cultura. Ognuno con il suo “insieme di conoscenzeâ€.
Dice … e del giornalismo, cosa ci dici? Ezio Mauro … è di questi giorni l’annuncio che lascerà la direzione di Repubblica.  Gli hanno chiesto: “Preferisce fare il direttore di un giornale o scrivere?†Risposta: “Scrivereâ€. E poi: “Cosa ci vuole per diventare un buon giornalista?†Riposta “Studiare molto ed essere intellettualmente curiosiâ€. Studiare molto. Ecco perché in questo post ho accomunato “cultura†e giornalismo. In questo caso però mi riferisco al significato più comunemente accolto di “cultura†ovvero a quell’insieme di conoscenze che deriva soprattutto dallo studio dei libri. Già , ma di quali libri? Io mi permetto di dire: i classici, la storia, la filosofia. Dice … ma a che serve conoscere i classici latini e greci? E qui lasciate che io mi rivolga soprattutto ai giovani. Ragazzi … quei libri … è un po’ come concimare bene il terreno della vostra mente. Magari non avrete sùbito frutti, ma un domani, un domani quando allo studio ed alle letture si sommeranno le vostre esperienze di vita, quasi improvvisamente sbocceranno i germogli della vostra comprensione, della vostra capacità di analisi critica, della vostra creatività , della vostra curiosità . Credetemi.
E poi … last but not least: voi … certe cose le saprete. Le altre .. le altre saprete dove andare a cercarle. E’ cultura anche questa.
E la curiosità ? Be’ raga, quella o ce l’avete o no … oppure ve la fate venire!
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