F 104 – F 24 – F 35

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Dicembre, 2014 @ 2:36 pm

F 104 – F 24 – F 35

Detto altrimenti: aerei e modelli fiscali  (quanti nostri F 24 occorrono per acquistare e mantenere un solo F 35?)    (post 1821)

Anno 1821: la rivoluzione napoletana viene soffocata dall’esercito austriaco del Metternich

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F 104, Starfighter, “Cacciatore di stelle”, caccia intercettore, anni ’60. Li acquistammo dagli Usa. Costavano un miliardo di lire cadauno. Durante il volo, erano al limite della deportanza: alla prima anche minima distrazione del pilota molti di loro entravano improvvisamente in picchiata senza lasciargli nemmeno il tempo di lanciarsi con il paracadute. Vennero soprannominati “bare volanti” o “metal bare” bare di metallo.

F 24 – Lo conosciamo tutti … anzi, quasi tutti, purtroppo!

Bello è bello, se non altro ...

Bello è bello, se non altro

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F 35 – La storia è lunga. Ne comperiamo 120 anzi 80 anzi di meno; costano 100 milioni di euro anzi un po’ di più anzi un po’ di meno; basta una fucilata per farli incendiare visto che la benzina è contenuta in una paratia che circonda tutta la carlinga; quelli a decollo verticale mettono a rischio i ponti delle nostre piccole navi portaerei; in fase di atterraggio sulle navi non riescono ad agganciare il cavo franante; richiedono un numero enorme di ore e di euri per l’addestramento e la manutenzione; il pilota ha solo una limitata visibilità diretta (che è indispensabile durante i combattimenti aerei); etc. etc.

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Ma ora il problema si sposta: Corsera 12.12.2014 pag. 17 di “Esteri” a firma di Massimo Gaggi ci informa che la italiana Alenia ha vinto la gara per la gestione logistica e la manutenzione delle carlinghe di tutti gli F 35 europei (la revisione dei motori alla Turchia). Negli anni a venire si afferma che ne deriveranno molti posti di lavoro.

Io sono ex militare, figlio, fratello, nipote e zio di militari: mio babbo era Maresciallo Maggiore CC; mio fratello e mio nipote, Sten di cpl nei CC; mio zio generale a quattro stelle Comandante della FTASE, Forze Terrestri Alleate del Sud Europa (Palazzo Carli, Verona); io stesso sono stato Sten di cpl della Brigata Alpina Tridentina. Tuttavia sono contro questa spesa in quanto:

  • thANTPBNZVnon è spesa prioritaria rispetto ad altri tipo di difesa (difesa idrogeologica del territorio);
  • non mi risultano risolti i gravi problemi tecnici;
  • preferirei che la fosse rafforzata la nostra difesa di terra contro infiltrazioni terroristiche: un forte esercito “terrestre” è l’arma più forte, difensiva e dissuasiva conto la “terza guerra mondiale” in corso;
  • avrei preferito che quei fondi fossero destinati all’acquisto di altri tipi di arei: quelli intercontinentali a lungo percorso che avrebbero salvato Alitalia dalla propria svendita, oppure Canadair antincendio.

Interpreto quindi l’articolo come una mossa di marketing sociale per tranquillizzare l’opinione pubblica distratta. Io non mi sento tranquillizzato.

 

 

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PLURIMAE LEGES CORRUPTISSIMA REPUBLICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Dicembre, 2014 @ 1:22 pm

Detto altrimenti 1): il proliferare esagerato delle leggi corrompe, distrugge la Repubblica

Detto altrimenti 2): una Repubblica corrotta e non funzionante come tale “si nasconde” dietro una enorme produzione di leggi        (post 1820)

Anno 1820: moti carbonari anti restaurazione. Rivoluzione a Palermo soppressa dal Generale Pepe. A Milano sono arrestati Silvio Pellico e Pietro Maroncelli, carcerati nella fortezza dello Spielbeg in Moravia.

Se fossimo di fronte ad un sistema software così complesso e mal funzionante, la scienza del computer ci direbbe: lascialo in funzione, in parallelo realizzane uno più funzionale e funzionante e quando avrai terminato, sostituisci il secondo sistema al primo.

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Se siete mie lettrici e lettori affezionati, avrete visto che qualche post fa (6 dicembre ore 11,51) mi sono dedicato a Thomas More, meglio conosciuto come Tommaso Moro (anzi, dal 1935 “San” Tommaso Moro). Orbene, egli nella sua opera “L’Utopia” ha tracciato le linee della sua “idea” di stato perfetto. Le linee di una Idea, non un programma politico. Al riguardo, io credo che la stragrande maggioranza dei contenuti del suo pensiero sia “positivamente attuale”. Ma non è sui contenuti che oggi mi soffermo, bensì sul metodo.

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Mettiamole le strisce!

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Infatti a mio sommesso avviso oggi sarebbe cosa buona e giusta che qualche autorevole personaggio (politico, economico, sociale, etc.) tracciasse l ‘ Idea Stato Italia e l’ Idea Stati Uniti d’Europa, senza cercare l’alibi per sottrarsi a questo non facile ma utilissimo esercizio compito con l’affermazione che “tanto non servirebbe, si tratta di un’ utopia, i tempi non sono maturi, chi volete che dia retta a idee teoriche, etc.”

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Ma … e se ciò non accade? E comunque, anche se ciò dovesse accadere, nel frattempo chessifà (chessifà)? Rispondo: si fa … si fa … si fa che non si indebolisce chi comunque sta cercando di dipanare una matassa di fili spinati per di più elettrificati …

La mia idea, tanto per cominciare, potrebbe dar vita a due tesi di laurea,  una per lo Stato Italia ed una per gli Stati Uniti d’Europa. Se qualche studente ci si volesse cimentare, mi offro come suo modestissimo aiutante (gratuito) per accompagnarlo nel rapportarsi al suo Professore vero, cioè a chi sarà il relatore della sua tesi. Lo so che sarebbero iniziative insufficienti, ma servirebbero  a richiamare l’attenzione sul metodo.

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ORCHESTRA HAYDN A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2014 @ 9:42 pm

Detto altrimenti: “I solisti dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento”, ovvero alcuni solisti, nell’ambito della “fuori-programmazione” dell’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda   (post 1819)

Anno 1919: il papa ordina di radere al suolo il paese di Sonnino che aveva dato ospitalità ai rivoluzionari repubblicani. Vengono poste taglie su di essi, e offerti premi per chi li denuncia.

WP_20141213_006Auditorium del Conservatorio Bonporti  di Trento, sezione di Riva del Garda. Presenta il Presidente dell’ Associazione Amici della Musica, Franco Ballardini. Amici “della Musica”, i nostri associati, Amici “nostri” i quattro esecutori: e infatti, se non sono Amici loro, solisti della Haydn, ai cui concerti sono abbonato da anni, chi altri lo sono? Eccoli qui accanto nella foto, da sinistra: Ole Jacobs Frederiksen (violino); Fabio Righetti (oboe e corno inglese); Elisabetta Branca (violoncello); Gabriele Marangoni (viola). Il repertorio: ‘700, ‘800 e ‘900: W. A. Mozart del fine ‘700: F. Schubert del primo ‘800; J. Francaix del secondo novecento.

F. J. Haydn, cui è intitolata l'Orchestra

F. J. Haydn, cui è intitolata l’Orchestra

Concerto da camera, ovviamente, non sinfonico. Ma proprio per questo più intimo, più “vicino” (anche fisicamente) all’uditorio. E poi, la scelta dei brani e dei periodi! Eccezionale! Si è percepito nettamente, anche da parte di un non–musicologo par mio, la caratteristica mozartiana; la vicinanza a Mozart del “primo” Schubert che però già “tradiva” un’attrazione al romanticismo; la  modernità ancora un po’ classica … neoclassica diciamo … di J. Francaix, proprio per questo maggiormente apprezzabile rispetto a certi “stacchi” violenti di una più marcata – forse troppo – modernità difficilmente assimilabile da ascoltatori “classici”. I brani eseguiti? Eccoli:

  •  W. A. Mozart (1756-.1791): Quartetto per oboe e archi in fa maggiore, K370
  • F. Schubert (1797-1828): Trio per archi n. 2 in su bemolle maggiore, D581
  • J. Francaix (1912-1997): Quartetto per corno inglese e archi.
Il bavarese R. Strauss

Il bavarese R. Strauss

Mia osservazione da dilettante della Musica, la cui formazione è lontana e parziale (le arie d’opera, grazie alla passione di mamma … e si risale agli anni ’50!): mi accorgo di essere concentrato sul ‘700 e sull’ 800. Prima era “troppo prima” e dopo, salvo eccezioni … che dire? Sono ancora troppo impegnato a capire a fondo quei due secoli! Tuttavia il mio “ponte” verso il ‘900 è il tardo romantico  del primo novecento Richard Georg Strauss … sarà perchè è nato a Monaco (1864) ed io  ho lavorato anche per la Siemens! O perchè è morto a Garmisch Partenchirken (1949) ed io sono un appassionato sciatore! O perchè ha scritto la famosa Alpensinfonie ed io sono un ex scalatore! … sarà … Pensate: un  giorno mia moglie entra in casa: “Presto, accendi la radio, stanno trasmettendo musica bellissima”. Accendo, ascolto, mi pare di riconoscere lo stile, dico: “E’ Richard Strauss”. Alla fine lo speaker conferma! Be’ per i musicologi sarà normale, ma per me, semplice musicofilo, è stata una grandissima soddisfazione!

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Sarà, ma la musica rispecchia la società e la sua evoluzione sociale ed anche tecnologica. Riflettete infatti sui mutamenti tecnologici avvenuti fra il ‘700 e l’800 (dal fucile ad avancarica a quello a retrocarica); e su quelli intercorsi fra l’800 ed il ‘900, dalle prime auto a benzina alla conquista della luna. Quale dei due “delta” è stato più rilevante? Che ne dite? Diciamo che da oggi, “in coda” a R. Strauss colloco molto volentieri J. Francaix!

Chi era presente si è goduto un bellissimo concerto. Chi era assente non sa cosa si è perso: un concerto gradevolissimo e molto formativo. Grazie, comunque, Amici della Haydn!

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VASI E PERSONE COMUNICANTI E NON COMUNICANTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2014 @ 9:26 am

Detto altrimenti: dalla fisica alla logica (post 1818)

Anno 1818: Congresso di Aquisgrana: la Santa Alleanza studia come far pagare tutti i costi e di danni di guerra alla Francia

thAE6UCDX6Tutti noi conosciamo la teoria (e la pratica) dei due vasi comunicanti, fra i quali avviene uno scambio del liquido contenuto. Lo stesso dovrebbe avvenire fra due persone soprattutto se la pensano in modo diverso, le quali devono “fare comunicazione” ovvero communis actio, azione comune ovvero parlare, ascoltare, riflettere, motivare, approvare, confutare, etc.. E invece no. Spesso queste persone sono vasi non comunicanti, nel senso che ognuna munisce il canale di collegamento con l’altra di una valvola undirezionale che consente solo l’uscita alle proprie idee e non l’entrata di quelle altrui.

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Un esperto in logica: tale Aristotele

Un esperto in logica: tale Aristotele

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Ma … dice … e la “logica” di cui parlavi nel sottotitolo? Eccomi a voi. Logica da logos, termine con significato diverso nel tempo. Per gli antichi Greci il logos dell’uomo libera l’uomo dal male. Per i Latini era la logica del ragionamento. Per i cristiani il Logos è il salvifico atto divino di grazia. Orbene, che sia fatto divino od umano, il logos dovrebbe dominare il nostro modo di ragionare, che dovrebbe essere – innanzi tutto – rispettoso dell’altrui pensiero nella misura in cui quel pensiero sia espresso nella stessa lingua logica.

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Mi spiego con un esempio: TAV si, TAV no

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200kmh? E se mi tampona un merci che procede a 80 kmh?

Uno dice: “No, perché inquina; no perché alle merci non interessa arrivare prima bensì in orario; no, perchè abbiamo altre priorità di investimento; no, perchè mandare sulla sugli stessi binari treni merci e treni passeggeri con velocità così diverse fra di loro è un omicidio annunciato”. L’altro replica: “Si, perché da quella linea passa il 30% delle merci” (ma si dimentica di dirci quanto valga quel 100%, se quel dato sia in crescita o in diminuzione; in che percentuale sia attualmente utilizzata la linea ferroviaria attuale); si, perché fa parte di una rete europea di Alta Velocità (tuttavia motiva con la necessità di aumentare la “capacità” di trasporto); si perché dire no sarebbe ammettere che una volta varato un progetto lo si porta a termine senza riconsiderare il variare delle condizioni che ne determinarono 20 anni prima il suo lancio (ma questo non lo dice, soprattutto se lui fa il ministro dei trasporti che precetta i ferrovieri anzi no).

Capite che se uno afferma “Sono le cinque del pomeriggio” e l’altro “No, oggi piove”, questa non è comunicazione, ma duplice informazione unidirezionale reciprocamente non rapportabile.

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Le strisce! Mettiamole le strisce!

Dice … ma tu, blogger, che ne pensi? Dico: 1) vorrei vedere riesposto un ordine aggiornato delle priorità di spesa e investimento del Paese; 2) vorrei che non si facesse confusione fra Alta Velocità ed Alta capacità (i treni merci NON possono viaggiare al alta velocità!); 3) Europa? Io mi iscrissi al MFE-Movimento Federalista Europeo di Altiero Spinelli quasi 40 anni fa … figuratevi! Solo che a me va bene una “Europa in tutto” (in primis nelle politiche fiscali, bancarie, del lavoro, della giustizia, della ricerca. della difesa, etc.) e non solo una “Europa per il TAV e poi il resto di vedrà”.

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E’ logico o illogico il mio modo di pesare? Fate voi. Fino a qui io ho fatto “informazione”. Se poi voi, amiche lettrici ed amici lettori, interverrete, insieme faremo “comunicazione”.

P.S.: mi scrive un commento un amico, ma preferisco inserirlo qui nel testo: “Ma tu, Riccardo, cosa pensi del TAV?” Rispondo: 1) TAV Torino-Lione, andava maggiormente pensato. 2) TAV del Brennero: favorevolissimo come segue: linea attuale esterna, rimodernata, solo per treni passeggeri. Linea del tunnel di base, tre canne solo per “treni merci telecomandati”, come del resto proposto da anni dal GEIE privato ATT3 – ALPTRANSFER CONSULTING GEIE/EWIV, Bolzano/Bozen (v. infra, miei post del 10 maggio 2013, 10 gennaio 2014 e altri alla voce ATT3).

Mi scrive un altro amico: la linea TAV Torino Milano è già pronta. Non entra in funzione per … mancanza della segnaletica internazionale! Dico: chi mi può confermare?

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MAFIA CAPITALE & C.: REPRIMERE O ANCHE PREVENIRE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2014 @ 7:51 pm

Detto altrimenti: reprimere va bene, ma … a monte?   (post 1817)

Anno 1817: iniziano i movimenti liberali clandestini in opposizione alla restaurazione: Filippo Buonarroti, Federico Confalonieri, due nomi importanti

Cesare Beccaria, 1738 - 1794: "Dei delitti e delle pene"

Cesare Beccaria, 1738 – 1794: “Dei delitti e delle pene”

Si inaspriscono le pene per concussione e corruzione. Va bene. Tuttavia mi pare che poca attenzione si dedichi alla riforma dei sistemi di gestione preventiva, ovvero sul come di deve “amministrare” ogni cosa, soprattutto se pubblica, per evitare di dovere poi ricorrere alle sanzioni.

Amministrare non significa solo tenere la contabilità ex post e/o punire chi “sbaglia”. Significa pianificare azioni e investimenti; organizzare la catena dei poteri e delle responsabilità; seguire ogni movimento di denaro, impedire che altri “sbaglino”.

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Dai Tedeschi della Siemens Mailand, ho imparato che ogni affare commerciale va seguito con la vor – mit e nach Kalkulation, ovvero con un rigoroso calcolo economico finanziario preventivo-concomitante-successivo. Mi scuso se faccio questi riferimenti personali, ma se in una delle tante SpA che altri hanno voluto affidarmi nella mia vita lavorativa si fosse verificata anche solo una minima parte dei furti di denaro e degli abusi che leggiamo purtroppo ogni giorno sulla stampa essere perpetrati a danno del sistema pubblico, io – di fronte ai miei azionisti – non me la sarei certo cavata proponendo un inasprimento della sanzioni contro chi fosse stato sorpreso red handed, ovvero con le mani arrossate del bambino che ha appena rubato la marmellata dal frigorifero (con le mani nel sacco, diciamo noi). Infatti mi avrebbero detto. “Noi la paghiamo perché ciò non avvenga. Dov’era lei quando ciò avveniva?” Sarei stato licenziato in tronco con una azione di responsabilità sulle spalle. Non per avere rubato ma per non avere impedito che altri rubassero.

E allora … dai mancati pre-controllori cosa mi aspetto? Che almeno avviino una seria revisione di tutti i sistemi gestionali e di controllo. Alla tedesca.

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GLI STIPENDI PUBBLICI SONO BLOCCABILI E/O RIDUCIBILI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2014 @ 12:48 pm

Detto altrimenti: io dico di si, a certe condizioni … (post 1816)

1816 d.C.: primo anno successivo al Congresso di Vienna post napoleonico. l’Italia e ri-suddivisa in tanti staterelli …

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Sono un pensionato. La mia pensione non è ai minimi ma nemmeno è “dorata”. E’ bloccata da anni. E mi sta bene, purchè i denari che lo Stato risparmia siano destinati a chi non ha alcun reddito. Ad esempio, per l’istituzione di un reddito di cittadinanza o per finanziare altre modalità di sovvenzione.

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Leggo sulla stampa locale (trentina) che la riduzione degli stipendi dei manager pubblici sarà “concordata”. Ecco, “a me mi” (“a me mi” sic!) sta “male” che per certe categorie si concordi e per altre no. Il blocco della mia pensione non è stato concordato. Dice … ma la legge è uguale per tutti! Dico: … salvo le eccezioni di legge!

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Così vi vogliamo vedere ...

Così li vogliamo vedere …

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In ogni caso il risparmio di denaro pubblico su stipendi e pensioni non dovrebbe essere “prelevabile” dai continui, numerosi furti delle pubbliche risorse.

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Ancora, il blocco e/o la riduzione di pensioni e stipendi dovrebbe essere accettabile e accettato ove si attuasse quella disposizione/idea/raccomandazione/invito/auspicio … del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi che nessuno possa essere remunerato più del Capo dello Stato (1) (2).

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th7FD31RXKInfine, occorre gestire in modo differenziato le fasce alte, medie e basse. Infatti, dire che le retribuzioni/pensioni  alte (da 5.000 in su?) sono state tagliate del 10%, non significa nulla: infatti, quale sacrificio farebbe  la persona che incasserebbe 4.500 euro al mese in luogo di 5000? O ancora, chi passerebbe da 20.000 a 18.000? O chi da 60.000 a 54.000 (esistono anche queste!). Invece, aumentare chi è ai livelli minimi (500-1000 euro al mese) del “solo” 10% sarebbe comunque necessario ma non sufficiente.

Queste e non altre, a mio avviso potrebbero essere le “osservazioni” di chi non vuole accettare il blocco e/o la riduzione del proprio emolumento.

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 (1) e invece …vi sono molte retribuzioni multiple dello “stipendio” del Presidente della Repubblica ed anche della retribuzione delle persone che occupano in UE e in USA posizioni omologhe ai nostri super “eroi”! Quo usque tandem? Fino a quando sopporteremo tutto ciò? Dai, Matteo, fai una bella legge che non sia solo valida, ma anche efficace, ovvero sanzionata. Con quale sanzione? Ad esempio con la statuizione che la parte di retribuzione eccedente quel limite venga pagata da chi l’ha deliberata, non dalle casse pubbliche.  E vieta anche che nessuno (nessuno!) possa essere libero di stabilire i propri emolumenti, amministratori e politici in testa! Vorrò vedere …

(2) per non parlare delle banche SpA che sono private quando si concedono buonuscite di decine di milioni di euro e pubbliche quando incassano prestiti agevolati dall’UE cioè dagli Stati cioè da noi contribuenti.

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Insomma, “è ora di finiamola” con due pesi e due misure!

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CARO JUNKER TI SCRIVO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Dicembre, 2014 @ 8:33 pm

Detto altrimenti: eh, no, cari amici, non ce la faccio a stare zitto … (post 1815)

Ma quei soldi ... li portavano in Lussemburgo a mia insaputa, li portavano ...

Ma quei soldi … li portavano in Lussemburgo a mia insaputa, li portavano …

I nostri mali? Corruzione associata ad evasione fiscale associata ai paradisi fiscali associati al Lussemburgo di Junker. E allora, da che pulpito viene la predica? Oggi di fronte al suo ultimatum dato a Francia ed Italia (” Italia, Francia, vi aspetto a marzo: a primavera s’apre la partita …” . Ma, dico io, quando e da chi ho già sentito questo ritornello?), sono emersi elenchi di SpA nostrane che hanno “beneficiato” del “diverso” sistema fiscale lussemburghese … ovvero, beneficiato dell’azione di chi teneva aperto il sacco nel quale taluno stipava i denari sottratti al nostro fisco, e che ora ci fa la predica? Ma via, Junker Zappata … via … te la dico in dialetto toscano: gnamo, tira via, falla finita che ‘sta mattina ‘un è serata! Un  lo vedi c’hai bell’e rotto …. diciamo … le scatole?

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(Mi alzo … interrompo la scrittura … vado in sala: RAI 5 trasmette una lectio magistralis di Riccardo Muti su l’ “Attila” di Verdi, l’Attila nordico, fermato da Papa Leone e dalla visione dei due giganti (di Raffaello), San Pietro e San Paolo: “Questo dei numi è il suol!” Arretra,  arretra anche tu Junker!)

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La parola alla difesa: imputato Junker, si discolpi! Junker: “Obiezione, Vostro Onore: io, che volete … l’avete visto anche voi, queste argomentazioni … le hanno tirate fuori quando mi sono insediato e ora che sto facendo il duro …, sono semplicemente strumentali”.

Il “Vostro Onore”: “Imputato Junker, obiezione respinta: Infatti sarebbe come affermare che l’azione dei Carabinieri che arrestano un ladro è biasimevole perchè è strumentale”.

Evasione fiscale, la grande evasione fiscale perdura … poi facciamo i concordati … invece di 100 dammene 20, della serie “meglio pochi e subito”. E la gente si ribella. … dice … si butta nell’antipolitica …

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Se per antipolitica si intende impedire il normale esercizio dell'azione parlamentare, allora l'antipolitica è un reato

Se l’antipolitica arriva ad  impedire il normale esercizio dell’azione parlamentare, allora l’antipolitica è un reato

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Il Presidente Napolitano denuncia la pericolosità e l’illegalità dell’antipolitica. Concordo con quel Galantuomo, sia chiaro!  Se non altro perché la Politica è sintesi democratica delle idee. Altrimenti così come noi “taliani” siamo 60.000.000 di Commissari Tecnici della Nazionale di calcio, ugualmente ci auto-inquadreremmo  in altrettanti 60.000.000 di gruppi politici formati, ognuno, da una sola persona, della serie “tot capita tot sententiae”.

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Tuttavia oggi mi è capitata una cosa anzi due.

  • th[6]Mio figlio, a Bologna, alla guida della mia auto, ha preso una multa – pagata entro 5 gg. solo €71,94 – perché lui (residente a Bologna) è entrato in una ZTL alle 19,58 quando l’accesso alle auto dei non residenti (la mia) sarebbe stato consentito dalle ore 20,00. Capirete che considerando che non tutti hanno orologi Rolex sintonizzati via radio sull’ora ufficiale della PLB-Polizia Locale Bolognese, il sistema di rilevamento tramite fotocamere e fotocellule avrebbe potuto essere tarato in modo da consentire una certa tolleranza, chessò, di cinque minuti. Ma a parte l’aspetto tecnico osservo come siamo bravi a perseguire in tempo reale e al minuto secondo queste “grandi” infrazioni, ma poi ci scappano i milioni di Mafia Roma, del Mose, dell’Expo etc. . Evvabbè … potremmo sempre chiedere aiuto ai vigili urbani di Bologna … non vi pare?
  • thBJ632CPHOggi ho visitato tre santuari: la mia Banca, la sede Acli mia “commercialista”, l’Agenzia delle Entrate: infatti in banca risultata non pagata la penultima rata (circa 90 euro)  di un piano di pagamenti di una imposta a mio carico. Allarme rosso! Come mai la banca aveva pagata la terzultima e l’ultima rata e non la penultima? Ecchè, mica voglio vedermi arrivare e casa una “cartella” di valore doppio! Alla fine il mistero è stato svelato in pochi secondi dalla stessa Agenzia delle Entrate (sportello 3,  impiegato pugliese, gentile ed efficace, che ringrazio) (1) : la banca aveva pagato due volte una rata precedente, quindi in totale io avevo già pagato tutte le sei rate anche se avevo saltato la penultima.

Ora mi domando: così come si “amministrano” con precisione e rigore le due fattispecie sopra elencate, perché non si “amministra” con altrettanta precisione la gestione di milioni e milioni di denaro pubblico e invece si cerca di chiudere le stalle quando i buoi sono già scappati? Una proposta: istituiamo l’Agenzia delle Uscite e facciamola organizzare e gestire dallo stesso sistema computerizzato che regola quella delle Entrate! Gli impiegati? Intanto assumiamo quello che mi ha risolto il problema ‘sta mattina. Poi vedremo …

th8F18STTVAltrimenti vien da chiedersi : cui prodest? Cui bono? A chi giova? A vantaggio di chi? Dicevano gli antichi Romani! A vantaggio nostro, dicono alcuni Romani moderni (solo alcuni, per carità, non generalizziamo!) che dico? Moderni?  Moderni no …. attuali … anzi no, nemmeno attuali  … diciamo “di oggi” … ecco, sì, Romani di oggi, così va meglio (infatti i termini “moderni” e “attuali” hanno una naturale connotazione troppo positiva e ‘sti “signori” di positivo propio nun c’hanno nulla!).

Et e hoc satis, per oggi.

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(1) l’impiegato aveva un accento toscano ma è pugliese. Allora gli ho suggerito di ascoltare la canzone di Arbore “Se tu sei con me” …. sui Pugliesi, reperibile anche in internet.

 

 

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EDIPO RE, QUELLO DI SENECA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2014 @ 4:02 pm

Detto altrimenti: la stessa tragedia due autori, due diverse visioni   (post 1814)

Biblioteca Comunale di Trento. Gruppo di lettura dei classici “di” Maria Lia Guardini, la nostra Prof. Il 25 novembre scorso  avevamo visto quello di Sofocle (cfr. ivi).

Edipo si crede figlio di un re e di una regina (Corinto) . L’oracolo gli predice che avrebbe ucciso il padre e sposato la madre,. lui va in altra città (Tebe) , uccide un tizio (re) per una questione di precedenza stradale (sic) e ne sposa la vedova (che risulterà essere sua madre che lo aveva affidato infante a certe persone, per liberarsene), diventa re Gli dei mandano la pestilenza su Tebe. L’oracolo dice che per fermare la pestilenza occorre punire chi uccise il vecchio re. Viene fuori tutta la verità. Edipo per punirsi si acceca. la madre-moglie si uccide.

Qualcuno potrebbe dire: si tratta di un post “erudito, riservato a pochi”. E invece no. No se facciamo un duplice sforzo: quello di immergerci del periodo storico (per conoscere meglio la Storia (e poichè historia magistra vitae … hai visto mai che prima o poi noi alunni s’impari qualcosa di buono!) e quello di vedere se non sia possibile attualizzate quelle situazioni, ovviamente “mutatis mutandis”.

L’angolazione dell’approccio può essere molteplice: storica, psicologica (le più rilevanti); letteraria, teatrale, morale, religiosa, per citarne alcune delle altre.

Dice .. la Storia? Ma è una tragedia, un parto della fantasia! Dico, si, è vero, ma chi l’ha scritta è un personaggio storio che è vissuto un periodo storico. E Seneca sotto sotto ha la pretesa di educare nientepopodimeno che … Nerone! Infatti nel periodo dell’età imperiale (Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone) veniva avvertito molto forte il problema della libertà e il ruolo di governo del “principe ideale” in contrapposizione al “principe tiranno”.  Ed Edipo, tiranno un po’ lo è, quando ad esempio ordina a taluno di parlare “o vuoi che ti ci costringa con la tortura?” E a chi gli risponde che il “diritto a tacere” è la richiesta minima che si possa fare ad un re, replica “Per un re e per un regno spesso la libertà di tacere è più pericolosa della parola, quindi parla!”.

Psicologicamente. I personaggi di Seneca sono tutti caratterizzati psicologicamente, un vero campionario. Essi passano dall’inconscio al conscio. In Sofocle passavano dallo sconosciuto al conosciuto.

Letterariamente. Forme e vocaboli ricercati, frasi brevi, conclusioni sintetiche ad effetto. destinato alla lettura per un pubblico dotto. Poco rappresentabile a teatro. Quanto alla descrizione della peste, sembra quella manzoniana (ovvero: viceversa!). Viene poi in mente Lucrezio, là dove si descrive la natura. E infine Shakespeare, to be or not to be … vivere o morire, resistere o farla finita ….

Teatro. In Seneca il coro ha una funzione quasi lirica, è una voce molto erudita, fuori capo per “far passare” elementi filosofici e morali sui quali meditare: Si differenzia dal coro di Sofocle che è “drammatico”, ovvero partecipa all’azione e agisce sulla base del comune sentire. Il prologo poi anticipa il tema dominante dell’ “angoscia”, diversamente dal prologo greco che invece prepara la vicenda. In scena: Edipo esce di scena quasi sempre da solo. Nella “sceneggiatura” vi è alcune volte quasi gusto dell’orrido (Seneca, Dario Argento ante litteram) nella descrizione di sacrifici mal riuscii; dell’auto accecamento; del karakiri della regina. La sceneggiatura è divisa in cinque parti, come sarà fino alla commedia dell’arte.

Morale. Tragedia ethocentrica, concentrata sugli aspetti morali, sintesi dell’etica stoica: vivi, resisti combatti ma se proprio vedi che non ce la fai, puoi sempre suicidarti.

Religione. Dio è il logos. Per i latini è la logica. Per i Greci il logos dell’uomo libera l’uomo dal male. Per i cristiani il logos è il salvifico atto divino di grazia.

Ma la ciliegina sulla torta la nostra Prof l’ha messa fine, quando chi ha spiegato come il Signor Bertolt Brecht vede la differenza fra Seneca ed Euripide, ovvero fra la dorma “drammatica” e la forma “epica” del teatro. Prima di elencare le differenze, mi permetto di esporre una mia personale breve considerazione: proviamo a porre noi stessi di fronte agli avvenimenti della nostra vita: li viviamo in forma drammatica o in forma epica? La differenza non è da poco. Infatti la “narrazione” che gli altri o noi stessi facciamo ad altri o a noi stessi dei fatti della vita può articolarsi diversamente:

Forma drammatica del teatro (e della vita)

(Seneca)

Forma epica del teatro (e della vita) (Euripide, Sofocle)

Azione Riflessione
Si è coinvolti nell’azione scenica e si esaurisce la propria azione Si è spettatori stimolati
Emergono sentimenti Emergono decisioni
Emergono emozioni Emergono nozioni
Si è immessi in un’azione Si è posti di fronte ad un’azione
Emergono suggestioni Emergono argomenti
Si conservano le sensazioni Le sensazioni diventano consapevolezza
L’uomo è noto, conosciuto L’uomo è oggetto d’indagine
L’uomo è immutabile L’uomo si cambia e modifica la realtà esterna
Tensione riguardo all’esito finale Tensione riguardo all’andamento
Le scene sono interconnesse Ogni scena è autonoma
Corso lineare degli accadimenti Contra
Natura non facit saltus Contra
Il mondo com’è Il mondo come diviene
Ciò che l’uomo deve fare Ciò che l’uomo non può non fare
Gli impulsi dell’uomo I motivi dell’uomo
Il pensiero determina l’esistenza Contra

 

E ognuno di noi, dove si colloca?

Prossimo appuntamento: 13 gennaio 2015, Edipo a Colono. Seguirà: dalla Medea di Euripide alla Medea di Seneca.

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RODODACTILOS EOS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2014 @ 7:59 am

Detto altrimenti: l’Aurora dalle dita rosa   (post 1813)

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Spesso i miei articoli sono lunghi. Forse troppo. E allora, eccone un molto breve per abbassare la media: questa mattina dalla finestra del mio studiolo, a Trento, una foto.

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CONCERTO DELL’IMMACOLATA AD ARCO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Dicembre, 2014 @ 11:27 pm

Detto altrimenti: la Camerata Musicale di Arco, il Maestro Direttore Giorgio Ulivieri … (post 1812)

Arco di Trento … Chiesa Collegiata … l’8 dicembre di ogni anno … subito dopo la S. Messa … il concerto dell’Immacolata inaugura la stagione.

14 marzo 2012. (4)

Ruggero Polito

La camerata Musicale di Arco, fondata nel 1992-1993 dal M.° Giorgio Ulivieri, pensionato dopo ben 30 anni di “violino alla Haydn” raduna musicisti di provate capacità, oltre ad ospitare musicisti famosi. Noi, da Riva del Garda, ci andiamo sempre, perché Giorgio, il M° Giorgio Ulivieri è un caro amico ed anche perché nella Camerata suonava il nostro amatissimo e compianto Ruggero Polito che per quasi 50 anni aveva presieduto l’ Associazione Amici della Musica (chiamandomi a fargli da tesoriere): oggi è stato il primo “8 dicembre” dopo la sua scomparsa (18 marzo 2014), e il Presidente della Camerata, l’amico Michele Liboni, lo ha voluto ricordare. Presente fra il pubblico la moglie signora Maria Grazia.

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WP_20141208_012Ma veniamo al concerto, anzi, al concertone! Infatti l’organico dei musicisti è stato molto ricco. Violini: Renzo Michelini, Rossana Caldini, Stefano Bonora, Paolo Segatta, Chiara Morstabilini, Joerg Schwalm, Astrid S. Harland, Stefano Faustini, Michael I. Girardi, Marco Tanesini, Giulio Robol – Viole:  Paolo Turri, Chizuro Deguchi, Luca Giordani – Violoncelli:  Silvano Zanoni, Giovanna Trentini – Contrabbasso: Rodolfo Merizzi, – Oboe, Daria Morandi – Organo,  Giuseppina Parisi …

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Morandi, Molinari, Pichler

… i quali tutti non me ne vorranno se cito a parte i solisti: alla tromba Omar Morandi; voce soprano Elisa Pichler, voce contralto Cecilia Molinari.

Inoltre, il Coro Polifonico “Laboratorio Musicale” di Ravina, guidato dal direttore Maurizio Postai.

Questo ricco ensemble ha eseguito, sotto la magistrale direzione di Giorgio Ulivieri, arie e brani di J. S. Bach (“Aria sulla quarta corda” e brani dalla “Passione secondo Matteo”); di G. P. Telemann (Sonata da concerto in Re magg. per tromba e orchestra d’archi) e di A. Vivaldi (“Gloria”). La Chiesa era piena. L’esecuzione ottima, seguita da un bis dal Gloria di Vivaldi.

Da Riva del Garda molte persone,  amici che spesso vedo anche ai “nostri” concerti della citata Associazione, presieduta ora dal prof. Franco Ballardini. Personalmente ho molto apprezzato il primo violino, il rivano Renzo Michelini, violino nella Haydn, amico (e velista gardesano come me) ed i solisti: la tromba di Omar Morandi e le splendide voci delle due cantanti Cecilia Molinari ed Elisa Pichler.

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Un rarissimo ensemble: Ulivieri, Polito

Un rarissimo ensemble: Ulivieri, Liboni, Polito

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Questo mio post non vuole né può essere di critica musicale, giacchè io non sono un musicologo ma solo un musicofilo. Lo scrivo per  altri motivi: per sottolineare quanto si riesca a “creare” (Bravo, M° Ulivieri!) e quanto di bello ci sia offerto nella “Busa” del Garda, “anche” sotto il profilo dell’offerta musicale. Inoltre, questo  è il modo migliore  ( ed anche l’unico!) che ho per dire “grazie” al Maestro Direttore Ulivieri, al Direttore Postai e a  tutti i musicisti, sottolineando la loro prestazione alle migliaia delle mie lettrici e dei miei lettori.

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Arco poi … mostra sempre una sensibilità particolare a questo genere di iniziative … noi stessi della citata Associazione rivana portiamo qui alcuni nostri concerti: l’ultimo è stato a novembre, a Palazzo Panni, con la violinista russa Elizaveta Ivanova, vincitrice del concorso internazionale di Verona di due anni fa, la quale l’anno scorso  aveva suonato a Riva del Garda.

Mi congedo da questo “post arcense” riproponendo a tutti una … anzi, “la” mia poesia scritta per questa bella città:

Arco

Das Reich

hat seinen Bogen gespannt

um Blitze aus Stein

zu schleudern

in die nassen Flanken

der Sarca.

Rocca arcoGhibellinisch

die Burg

beherrscht die Geschichte.

Felsueberhaengende Kraefte

zeichen den Himmel

den die siehst

von fernen See

und vermaehlen sich

in der Kathedrale aus Stein

mit den tanzenden afrikanischen Palmen.

Ovvero ….

L’impero

ha teso il suo arco

a scagliare

saette di pietra

nei fianchi bagnati

del Sarca.

Ghibellino

il castello

troneggia la storia.

Strapiombi di forze

modellano il cielo

che vedi

dal lago lontano

e sposano

in duomo di pietra

le palme africane danzanti.

E … i Rivani non se ne abbiano a male: ho scritto in tedesco (in tedesco? Io speriamo che me la cavo …) una poesia anche per Riva del Garda (ed una per Torbole). Ma questa è un’altra storia.

Buona Musica a tutti!

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