La politica è politica
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2015 @ 6:10 pmDetto altrimenti: la politica è Politica             (post 2218)
“Le prove e le conferme che la politica è politica si susseguono sotto i nostri occhi ogni giornoâ€. Così scriveva Benedetto Croce al termine della seconda guerra mondiale, volendo esprimere un giudizio negativo sulla politica.
Anche oggi  – da tempo e da molti - molto comunemente si dice che la politica è in crisi. E quando la politica è in crisi la gente “salta†le istituzioni politiche e si rifà direttamente ad un leader di propria fiducia. Il che non è il massimo della democrazia.
E invece no: talvolta, per fortuna, oggi la politica è anche Politica (la lettera maiuscola non è utilizzata a caso). Infatti ciò avviene ove le assemblee della Politica siano molto frequentate e soprattutto quando ai turni elettorali le percentuali siano elevate.
Inoltre, la politica diventa Politica quando la “politica singolaâ€, che pure è naturale che possa prendere le mosse anche da un’Idea singola, sia trasformata dai continuatori o dagli eredi dell’Idea iniziale in una Politica Comune (comune= costruita con l’apporto di tutti), liberandosi  la libera capacità espressiva dei cittadini.
Ciò si realizza ove la Politica percorra infaticabilmente il territorio per decine di migliaia di km; promuova e gestisca decine e decine di incontri di ascolto della popolazione; si ponga  come catalizzatore della estrinsecazione delle esigenze di politica, sociali ed economiche di ognuno e non come indicatore di aspirazioni obbligatoriamente conformi ad un pensiero unico. Infatti la Politica non può essere espressione di una “unanimità acclamanteâ€, ma di un ascolto e quindi di un confronto pacato e puntuale, rispettoso della voce e dell’idea altrui.
La Politica, è fatta di contenuti ed anche – si sa – di un po’ di sana retorica, la quale è indispensabile per la raccolta del consenso. Tuttavia la retorica non deve prevalere sulla sostanza, non deve impedire il confronto sui singoli punti del programma politico e di governo, sulla valutazione dei risultati concreti già conseguiti.
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L’idea, le idee poi … da taluno è stato detto che  la politica di numeri può nell’immediato prevalere sulla Politica vera, quella delle idee. Ma la politica delle idee senza il sostegno dei numeri resta la politica dell’idea, di una sola idea, il che mal si concilia con una interpretazione popolare del fare Politica.
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Ugualmente la politica non deve essere la politica delle frasi fatte, delle frasi ad effetto, del parlare per immagini, o quanto meno, queste forme espressive non devono prevalere sulla rappresentazione “nuda e cruda†dei risultati ottenuti e dei programmi futuri: in sintesi, non devono affossare la formulazione di un pensiero serio e concreto che si vuole porre sul tavolo di una vera comunicazione, ovvero della communis actio, ovvero dell’azione comune e quindi popolare.
Riferendomi all’azione utilizzo il termine “popolare†e non il termine “democratica†perchè il popolarismo è storicamente (ed anche attualmente) più comprensivo della “democraziaâ€, termine che richiama il demos, ovvero ciò che storicamente era una sola parte dell’intero popolo.
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Una ultima considerazione proprio sulla “coerenza e sulla logicità â€. Infatti sbaglierebbe chi accettasse di aderire a percorsi mentali incoerenti e quindi illogici, come quelli che avrebbero la pretesa di invertire il rapporto logico che intercorre fra una Idea Madre e una sua Idea Figlia.
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INCONTRI: SAM FLOREANI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2015 @ 11:31 amDetto altrimenti: dall’Australia con passione …… (post 2217)
Una vita, una passione, una professione. Sam, un po’ australiano ed un po’ italiano. Inglese perfetto, italiano “velocissimoâ€. Anni 30; altezza 1.85; peso: 85 kg; aspetto: simpatico; stato civile: sposato con 2 bimbi; professione: dottore chiropratico; studio: Via S. Caterina, 94/C – I 38062 Arco TN. Ci siamo incontrati in una delle tante serate dell’Accademia delle Muse a Trento, luogo ove ognuno di noi esprime “l’arte suaâ€, ovvero racconta ciò che sa fare, ciò che ama: letteratura, pittura, sport, hobby, viaggi, musica, canto, arte del navigare a vela, etc.. Sentendolo parlare mi ha innanzi tutto convinto di una cosa: che Papa Francesco sia un Papa chiropratico, ovvero che cerca come prima cosa di prevenire il male, piuttosto che limitarsi a lottare per combatterlo quando il male si è manifestato. Questa considerazione mi ha indotto a chiedere a Sam una intervista. Ha accettato.
Sam, questa intervista è duplice. Infatti riguarda una vita ed un lavoro. Ed allora iniziamo con la vita. Sam, come è successo che tu sei un po’ australiano ed un po’ italiano?
Il mio papà è italiano. E’ nato in Friuli e ho sempre desiderato tornare in Italia per cercare le mie radici. Amo la cultura italiana perché essa ama la vita! “La vita è bella†disse qualcuno! Ma la ragione più vera è che dopo il mio matrimonio, mia moglie ha espresso il desidero di vivere un po’ all’estero ed essere immersi nella vostra fantastica cultura.
Come mai ti sei indirizzato agli studi (e quindi alla professione) della Chiropratica?
Provengo dal cuore dell’Australia, vicino a Ayres Rock (la montagna rocciosa rossa nel centro del Paese) nella quale sono cresciuto con la cultura aborigena che crede profondamente nelle antiche energie che regolano il mondo. Sono cresciuto quindi credendo che noi non siamo solo degli esseri “fisiciâ€, ma al nostro interno vi è un incredibile potere che attraversa la nostra vita, la nostra salute e felicità . La Chiropratica è l’unica professione che mi ha dato la possibilità di esprimere questa spiritualità e vedere nei miei pazienti dei fantastici risultati.
Mi descrivi brevemente la scienza della Chiropratica?
La Chiropratica è una terapia naturale, delicata, efficace e sicura utile per bilanciare il sistema nervoso e il corpo attraverso specifiche tecniche impiegate sulla colonna vertebrale solo attraverso l’uso delle mani. Quando il corpo è in equilibrio e il sistema nervoso funziona al massimo delle sue potenzialità si raggiunge un alto livello di salute e di benessere. Noi crediamo che assieme all’esercizio fisico, ad una buona alimentazione e a altri tipi di terapie naturali, la Chiropratica possa essere un importante elemento per la riduzione dei sintomi e per vivere una vita ben equilibrata. Che l’interesse di ognuno sia lo sport, la famiglia o il lavoro, il fatto che il Chiropratico possa sintonizzare il sistema nervoso  offrirà alla persona un vantaggio sicuro e naturale per sentirsi al meglio.
Vi è differenza fra come la chiropratica viene interpretata in Italia rispetto a paesi esteri? se si, rispetto a quali?
La Chiropratica non è molto conosciuta in Italia. Basti pensare che qui ci sono solo 290 Chiropratici e 60 milioni di persone e in Australia per esempio 4500 su una popolazione di 19 milioni. Nella maggior parte dei casi i Chiropratici sono visti in modo meccanicistico, come i “dottori del mal di schiena o del torcicolloâ€. Noi invece utilizziamo la colonna vertebrale come strumento per raggiungere un ben più altro obiettivo: la connessione dell’uomo a livello fisico e spirituale. Nel mondo non sono ancora molte le persone che la concepiscono in questo modo, ma il loro numero sta crescendo ogni giorno di più.
Quando conviene concedersi il beneficio di una cura chiropratica?
Sempre… non si è mai troppo giovani o troppo vecchi. Quando si ha un sistema nervoso, vale sempre la pena fare un controllo per sintonizzarlo al meglio e permettere la massima funzionalità del corpo.
Chiropratica nelle scuole: “Bambini, state eretti, su quelle spalle, state diritti ….â€. Un po’, sia pure inconsapevolmente, la chiropratica si pratica da sempre nelle scuole. Vi sono Paesi nei quali la chiropratica è spiegata nelle scuole?
La Chiropratica è spiegata in alcuni Paesi come per esempio in Australia e in America, non solo per una questione di postura, però, ma soprattutto per capire l’importanza della colonna vertebrale nella sua funzione di struttura che deve proteggere il sistema nervoso e il midollo spinale, così delicato e di massima importanza per l’ efficienza di tutte le nostro funzionalità .
Non sarebbe utile proporre alla Provincia Autonoma di Trento brevi corsi di formazione per gli insegnanti?
Sarebbe il mio sogno per la nostra comunità , ci abbiamo provato, ma ad oggi non abbiamo ancora trovato la chiave di volta che ci può permettere di fare questo importante cambiamento.
Sam, ora fatti una domanda tu stesso. Domanda e risposta, ovviamente!
Qual è la lezione di vita più importante che ho imparato finora? Abbiamo tutti sentito l’espressione “Attiriamo ciò che pensiamo.†E questo è vero fino ad un certo punto. Il pensiero ovviamente inizia nel cervello. E il cervello è lo strumento più potente che possediamo, ma è solo uno strumento. Il nostro vero potere proviene dal nostro io, quello che io chiamo “intelligenza innataâ€. Questa “intelligenza innata†è ciò che coordinata qualsiasi cosa ed è il direttore d’orchestra. Imparate ad ascoltare il vostro io. Tutto il resto seguirà .
Ok, Sam,  this’s all, but I cannot help myself saying you’re also a clever  philosopher! Thank you very much indeed!
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LE MATAMORFOSI DELLE CATEGORIE CONCETTUALI E DEI PROCESSI MENTALI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Dicembre, 2015 @ 9:27 amDetto altrimenti: altre metamorfosi, dopo quelle di Apuleio e di Ovidio … la banca cambia, cambia la banca … o no!?     (post 2216)
 Fare banca significa
A)Â raccogliere risparmio e investirlo sulle imprese e sulle famiglie;
B) prima metamorfosi: … raccogliere risparmio e fare investimenti finanziari, ad alto rischio.
 Nel caso A) la banca
C) valuta bene e approva la qualità del debitore e si fa rilasciare garanzie accessorie;
D) seconda metamorfosi: valuta bene e approva anche se la qualità del debitore non è buona (e non si fa rilasciare adeguate garanzie).
 Nei casi  B) e D) le banca
E) nel breve periodo fa utili e paga elevatissimo premi al proprio top management;
F) nel  medio lungo periodo registra forti perdite e non può chiedere la restituzione dei premi pagati al proprio top management.
 Nel caso F) la banca
G) vede ridursi il proprio patrimonio – eroso dalle perdite – al di sotto del limite che permette alla Banca d’Italia di lasciarla continuare a fare la banca;
H) chiede ai suoi azionisti di “ricapitalizzarlaâ€, ovvero di sottoscrivere un aumento del capitale sociale a pagamento che cambi (in aumento) il suo patrimonio netto (terza metamorfosi)
 Nel caso H) la banca
ove gli azionisti non le diano altri denari, fallisce (quarta metamorfosi … anzi no, ora che ci penso … too big/important to fail!). A questo punto a perderci sono gli azionisti e gli obbligazionisti condizionati (“quasi azionistiâ€). E fino a qui mi andrebbe bene. Ma se la banca fallisce, perdono il proprio denaro anche i clienti depositanti, e questo non mi sta bene.
 Conclusioni
- Mi sta bene un intervento in difesa dei clienti depositanti;
- non mi sta bene un intervento in difesa degli investitori azionisti e obbligazionisti condizionati;
- trovo patetica l’espressione del ministro “Il nostro è un aiuto umanitarioâ€: le parole sono pietre – scriveva Don Lorenzo Milani ad una professoressa – e le parole “aiuto umanitario†oggi più che mai devono essere riservate alle centinaia di migliaia di persone che fuggono dalla guerra, che dormono all’addiaccio, che lottano per sopravvivere, che vedono morire di freddo e annegati i propri figlioletti;
- non mi convince il sistema dei controlli della Banca d’Italia;
la Banca d’Italia. Sedi imponenti, di fine ‘800 primo ‘900, molte in stile Liberty, soffitti altissimi, marmi, spazi ampi (quanto ci costano per il riscaldamento?) ovvero HW, “hardwareâ€. E invece io vorrei molto più SW, “softwareâ€, la vedrei meglio molto allocata in uffici moderni, funzionali, non pretestuosi, assai meno costosi, collegati in tempo reale con le banche della zona sulle quali ogni filiale dell’IDE (Istituto di Emissione, altro nome di Bankitalia) da dove controllare il sistema, chiudendo i cancelli prima (ecco il punto) che i buoi siano scappati dalla stalla. Indi, potremmo vendere quelle imponenti sedi e con il ricavato contribuire al salvataggio dei depositanti bancari.
Alla domanda “chi controlla la Banca d’Italia†tutti rispondono in senso soggettivo: la Banca d’Italia (soggetto) controlla le altre banche (oggetto del controllo). E invece io mi pongo questa domanda in senso oggettivo: chi (soggetto) opera i necessari controlli sulla Banca d’Italia (oggetto dei controlli). Il problema della catena dei controlli si pose già oltre 2000 anni fa quando quel tale Giovenale, in una sua satira, faceva dire ad un suo personaggio al quale veniva proposto di far controllare la fedeltà della moglie da alcuni controllori: “Quis custodiet custodes ipsos?†ovvero, “Già , ma poi  chi controllerà i custodi?”
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L’INGANNO DELLA DEMOCRAZIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2015 @ 9:20 pmDetto altrimenti: in senso soggettivo o in senso oggettivo?         (post 2215)
- In senso soggettivo: la democrazia (soggetto) inganna qualcuno (complemento oggetto)
- In senso oggettivo: qualcuno (soggetto) inganna la democrazia (complemento oggetto)
In miei recenti articoli mi sono cimentato con la “Democraziaâ€. Oggi vedo di concludere il discorso. La Democrazia si fonda – fra l’altro – sull’esistenza e sull’azione di una pluralità di partiti politici i quali trasformano una pluralità di singole istanze individuali (altrimenti non gestibili) in alcuni programmi di governo (realizzabili).
Orbene, se la politica fallisce, i “generatori†delle tante, innumerevoli istanze individuali – ovvero i cittadini – si sentono traditi e quindi, consapevoli di essere stati ingannati dalla Democrazia, saltano la mediazione del ceto politico e puntano ad un nuovo “tiranno†(leader, guru, capo padrone di un partito, etc.) di loro fiducia.
Ciò accadde nell’antica Grecia di Atene, quando i cittadini – in pieno sistema democratico – offrirono i pieni poteri ad Alcibiade, quale – a loro avviso – unico potenziale artefice della rinascita della potenza imperiale ateniese. E Alcibiade, non volendoli deludere, come prima cosa investì sugli F35 e i carriarmati di allora: 100 nuove triremi e 500 nuovi opliti (i soldati della testuggine, per intendersi). Ma questa è un’altra storia.
Ma come e quando la democrazia tradisce i cittadini? Ad esempio quando di fronte a proclami e programmi spesso utopistici (grandi alleanze politiche, imponenti opere pubbliche, etc.) i cittadini si accorgono che nel frattempo loro impoveriscono; oppure quando i cittadini si accorgono che le decisioni importanti non vengono prese nelle sedi deputate ma ben prima, in circoli molto  più ristretti: infatti è tipico di molti (per fortuna non tutti!) gruppi politici di ogni tempo essere organizzati per cerchi concentrici nei quali quanto più importanti sono le decisioni tanto più esse vengono assunte nei cerchi centrali, interni, nella massima segretezza. Così nelle “eterie†greche (le “eterie†erano associazioni di oligarchi – oggi potremmo dire lobbies – che da luoghi di comune lamentazione diventarono i luoghi di aggregazione per l’azione contro il governo democratico.  Seneca descrive questa prassi come segue: “alios in secretum recipere, alios cum pluribus, alios universosâ€).
E oggi?
- Forse che anche oggi non vi è la Politica alla luce del sole e la politica nel chiuso delle segrete stanze?
- E noi … noi quale Democrazia  vogliamo? La Democrazia  che ci rappresenta o la democrazia che ci inganna?
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IL SAGGIO GRILLO PARLANTE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2015 @ 2:27 pmDetto altrimenti: oggi vi voglio raccontare una favola …   (post 2214)
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C’era una volta un Grillo parlante, un vecchio Grillo molto saggio, che viaggiava, saltando, di paese in paese,  di strada in strada, di casa in casa per ascoltare i problemi della gente e dare loro un buon consiglio.
Quando la notizia si sparse una certa provincia, dotata di molta autonomia talchè tutti erano soliti chiamarla Provincia Autonoma, vi furono molti ad invocare il suo aiuto. Al che egli non si negò di certo … anzi, con lunghi ed energici salti, in pochi giorni raggiunse la casa di uno di quelli che lo avevano chiamato.
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“Ciao, disse, eccomi qui. Qual è il problema?†Questo fu il suo saluto.
“Grazie Grillo saggio di essere venuto al nostro richiamo. Il problema, rispose l’interessato, è che qui da noi la politica è diventata una guerra: non c’è più dialogo, confronto civile … ma non basta: in qualche caso si tratta di una guerra “totale†la quale non è mirata solo a superare la controparte, ma addirittura a distruggerla (politicamente, s’intende!). Capirai che, così facendo, quei partiti sono diventati solo degli acchiappavoti anziché degli “acchiappideeâ€. Ed inoltre, chiunque sia il vincitore, egli avrà mutilato la democrazia perché di fatto avrà  rinunciato all’apporto di una parte della popolazione politica. Come possiamo fare? Aiutaci tu, Grillo saggio!â€
E il Grillo rispose: “Occorre far capire alla gente che chi fa politica nel modo che tu mi hai appena descritto, non “fa†bensì “disfa†politica, ovvero allontana la gente dalla politica e soprattutto dall’andare a votare. Ora, dimmi tu: che senso ha un bel libro se nessuno lo legge? E che senso ha la politica se poi la gente non va a votare?â€
L’interessato rispose: “Grazie Grillo saggio, ma come si fa a convincere le persone?â€
Al che il Grillo: “Caro mio, con l’esempio: girando per i villaggi, ascoltando la gente, rispettando le idee di tutti, rispettando concretamente e non solo  a parole la democrazia. Ma ora … scusami, devo andare, ho ricevuto una chiamata urgente da uno che  … mi sembra proprio sia uno di quelli ai quali tu ti stavi riferendo: vedrò di farlo ragionare …”
E con un gran salto il Grillo saggio lasciò quella casa per la nuova destinazione.
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(Come andò a finire? Ve lo racconto la prossima volta: continuate a leggere i miei post …)
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DEMOCRAZIA: ALTRE RIFLESSIONI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Dicembre, 2015 @ 4:40 pmDetto altrimenti: sicuramente “altreâ€. Che poi siano anche “alte†sarebbe pretendere troppo … comunque io cercherò di fare del mio meglio        (post 2211)
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Paolo Mieli con i suoi profondi e puntualmente “storici†libri, ad ogni sua nuova edizione  mi conduce per mano  a riesumare la cultura classica che è sopravvissuta a 50 anni di oblio da parte mia, ovvero da quando finii il liceo classico. E questa mia riesumazione (chiariamo subito: “fatta da†me, non “di†me!) è straordinaria, perché aprendo il sarcofago della memoria mi accorgo che l’inumato di allora era ed è ancora vivo!
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Da qualche tempo è stato ed è il turno della “Democraziaâ€.
 1 – Democrazia. E subito mi viene alla mente quella per antonomasia, ovvero la democrazia ateniese di Pericle. Nella sua concezione Pericle accentuava il lato tolleranza a garanzia dei diritti individuali e presentava la Città (che poi era Città Stato) come una entità pacificata: “Tutti hanno uguali diritto di provare ad arrivare al governo, vinca il migliore, che poi i ricchi – si sa – sono i miglioriâ€. Quindi pacificata solo apparentemente, dico io, perché il mix pericleo di democrazia e individualismo dei ceti alti si fondava su di un criterio semplicemente micidiale: la meritocrazia tout court, il che – di fatto – escludeva a priori gran parte della popolazione da ogni prospettiva di carriera politica.
Primo riscontro con l’attualità : meritocrazia tout court. Qualche anno più tardi bene sottolineava questo micidiale rischio tale Don Lorenzo Milani in “Lettera ad una professoressaâ€.
Secondo riscontro con l’attualità : l’idea periclea condusse alla formazione di un ceto politico professionale, di estrazione sociale alta, diviso in gruppi, inamovibile e corrotto. Questi riscontri li registriamo nella prima fase della nostra Unità d’Italia, ultimo periodo Sabaudo: si veda, uno fra/per/di tutti: lo scandalo della Banca Romana (1893).
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2 – E mentre ad Atene si discute, a Siracusa … ovvero nella Magna Grecia e in Sicilia cosa avviene? Avviene che si esalta il carattere preventivo e pre-repressivo contro i potenziali nemici della democrazia, all’interno quindi di una cultura del pre-sospetto a sua volta all’interno di una città sempre in tensione, nella quale il popolo è incitato a pre-reagire contro una potenziale imminente tirannide o nemico esterno. Questo ambiente politico può ben essere definito “democrazia totalitaria†e sfocia in una sorta di “tirannide di fatto†repressiva innanzi tutto verso i ceti alti (ecco la principale differenza rispetto ad Atene) e repressiva anche verso la società del popolo (in questo in analogia con ciò che di fatto stava succedendo in Atene). E questa compenetrazione fra democrazia e tirannide è alla base della lunga durata di tali regimi.
Terzo riscontro con la (quasi) attualità : compenetrazione fra democrazia e tirannide, le folle oceaniche sotto quel famoso balcone …
Quarto riscontro con una qualche attualità . Un clima di perenne guerra (politica); i toni elevati, violenti, esaltati ed esaltanti aprono la strada al governo di un padre-padrone-politico dispensatore (top down) di una politica calata dall’alto, il quale non vuole (e quindi reprime) i ceti (mentalmente) alti, per non parlare di come di fatto reprime anche i ceti  “bassi†per i quali vale sì la politica dell’ascolto, ma solo nel senso che loro devono ascoltare (e fare) ciò che dice il capo. Un clima del genere, secondo voi, esiste o no anche oggi? Ai miei lettori (“lettori†… non “e-lettori†che non ne ho né vorrò mai averne!) l’ardua sentenza!
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I MOLTI VOLTI DELLA DEMOCRAZIA, AMICI E NEMICI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Dicembre, 2015 @ 8:07 amDetto altrimenti: riflessioni mattutine                 (post 2210)
Historia magistra vitae, la Storia è maestra di vita, o almeno “potrebbe†e quindi “dovrebbe†esserla E invece … invece noi siamo allievi distratti, guardiamo fuori dalla finestra mentre lei fa lezione … il volare delle rondini, il cader della neve … in primavera, in inverno …  insomma ogni stagione della nostra vita è buona per essere distratti.
Molti volti? Almeno due. Ce lo insegna la storia dell’antica Grecia: il primo volto è quello di una Democrazia tendenzialmente della tolleranza e della garanzia dei diritti individuali; il secondo quello di una democrazia tendenzialmente tesa a prevenire e a reprimere i suoi potenziali nemici esterni ed interni, della serie “occorre colpire i nemici della democrazia non per quello che fanno contro di essa, ma per i piani che concepisconoâ€: una condanna alle intenzioni senza processo.
“Se ho un po’ di denaro, mi compero dei libri; se ne avanza, del cibo”
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Paolo Mieli, “L’arma della memoria – Contro la reinvenzione del passato – Ed. Hoepli. Concettualmente fa il paio anzi la terna con “Tempo di seconda mano – La vita in Russia dopo il crollo del comunismo†della premio Nobel Svetlana Aleksievich, Ed. Bompiani; e con “Esportare la libertà – Il mito che ha fallito†di Luciano Canfora, Ed. Mondadori.
Ma gli amici e i nemici della democrazia … quale volto hanno e dietro quale volto si nascondono? Potenzialmente ogni volto e dietro ogni volto, ma ciò che importa è che comunque essi si occupano delle stesse “coseâ€: rispettivamente della difesa – gli amici –  e della trasformazione – i nemici – delle categorie. E allora vediamo alcuni esempi di “trasformismoâ€:
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- la categoria delle “leggi uguali per tuttiâ€, che viene trasformata nella categoria delle “leggi uguali per tutti tranne le eccezioni di leggeâ€;
- la categoria delle priorità più urgenti, leggi che sono trasformate in priorità meno urgenti in quanto vengono subordinate alle disponibilità finanziarie che residuano solo dopo la spesa delle somme già impegnate, anche se per progetti non più così urgenti;
- la categoria dell’equa distribuzione delle risorse finanziarie, che viene fatta diventare  iniqua attraverso la creazione delle “gestioni separate†del denaro e dei metri di misura;
- la categoria delle connessioni da proprietà transitiva (“Se A è la causa B e B è la causa di C, allora A è la causa di C), la quale, a causa dell’enorme proliferazione di ulteriori passaggi intermedi (logici e illogici che siano), non riesce più a “transitare†alcunchè, per cui spesso non si sa chi è il responsabile di cosa;
- la categoria della catena della rappresentanza popolare, che si interrompe a causa delle interruzioni provocate dalle decisioni dei partiti di nominare i parlamentari, dei voti segreti, dei cambi di casacca, dei premi di maggioranza, dei quorum necessari, etc.;
- la categoria delle leggi non numerose e comprensibili che viene trasformata in quella delle leggi numerosissime e incomprensibili della serie “plurimae leges corruptissima Republicaâ€;
- la categoria del libero pensiero individuale che viene sostituita dal pensiero di un unico leader;
- la categoria della “sostanza†che viene travolta da quella della “retoricaâ€;
- la categoria della Politica intesa come servizio ai cittadini, che viene sostituita da quella della politica come mestiere che garantisce a chi lo pratica potere, super-stipendio, super-pensione;
- la categoria della politica dell’ascolto che viene sostituita da quella “vieni qui che ti dico cosa mi devi direâ€;
- la categoria che “nessuno si può stabilire da se stesso il proprio stipendio†da quella che “per i parlamentari questa regola non valeâ€;
- la categoria che nessuno è alieno da un controllo, che viene sostituita da quella che “i controlli si fanno solo eventualmente e solo dopo che i buoi sono scappati dalla stallaâ€;
- la categoria che le opposizioni politiche controllano la maggioranza, che viene sostituita da quella “ si vabbè, ma io non esagero così se domani tocca a me governare anche tu non esageriâ€;
- la categoria del Bene Comune (Bene “realizzato, costruito†in comune da tutti) che viene sostituita da quelle del bene collettivo, pubblico (bene semplicemente “goduto†da tutti);
Etc.
Propongo: potremmo fondare una nuova associazione: “Associazione Amici della Democrazia”. Che ne dite?
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NEVE DOVE SEI?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Dicembre, 2015 @ 7:42 pmPRIMO POST DEL MIO QUINTO ANNO DI BLOGGER, VISTO CHE HO INIZIATO IL 6 DICEMBRE 2011
Detto altrimenti: a qualcuno va bene così …    (post 2009)
Poesia:
La neve non c’è …
Dicembre.
Piccola ape
intenta sui fiori di casa
la Rosa Natale ti nutre
un Nokia vicino ferma il tuo sguardo:
“La neve non c’è?
Di che ti lamentiâ€
par ch’ella mi dica
“Non vedi? Lavoro
– fabbrico miele
– trasporto i semi del fiore
– inietto la vita nel mondo
per ore
e tu ti lamenti?
La neve?
Verrà …
Ma intanto
tu …  fatti più in lÃ
e lasciami fare
lo sai che devo rientrare
e un poco riposiÂ
ben prima che ‘l sole tramonti
su Trento indifesa
 dagli alti suoi monti
sì ombrosi …”.
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POESIE DI NATALE AL SALONE PEDRON
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2015 @ 6:56 amULTIMO POST DEL QUARTO ANNO DI VITA DEL MIO BLOG
 INIZIATO IL 6 DICEMBRE 2011
Detto altrimenti: poesie al Salone-Parrucchiere-Culturale- PEDRON, Via dietro Le Mura B, n. 4Â Â Â Â (post 2208)
Chi lo avrebbe mai pensato? Un salone di parrucchiere uomo-donna-bambino, una seconda saletta per le mostre: di iniziative, di quadri, di foto, di poesie. E – perdonate l’autocitazione – nel mese di dicembre sono esposte dieci mie poesiole sul Natale.
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Il Salone Pedron, già salone Marco Patton, il “mio†salone da vecchia data. In bici, dietro le Mura B (mi raccomando quel “Bâ€!). Si parla anche di bici. Talvolta con il mio “collega” ciclista Gilberto Simoni … “collega†fra virgolette, s’intende!
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Poesia dal Parrucchiere
Dipinti e foto … / Ma anche poesie? / Domando/ Si, certo / E mie / ne vorreste? / Ma sì, con piacere! / Ed allora non resta / che andarle a stampare!
I titoli:  Natale a Trento – Vele rivane – L’Orsa della Vigolana – Natale sul Fersina – Natale surreale – Natale di guerra purtroppo – Natale di neve – La casa di vetro – La leggenda del Garda – Natale rivano
P.S: nel mese di aprile p.v. sarà allestita una mostra fotografica di FotoFiab – Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Trento.
GIAN PAOLO MARGONARI, 1700 KM A PIEDI IN 49 GIORNI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2015 @ 6:19 amDetto altrimenti: un via-andante ed un pellegrino a zonzo sui caminos de Santiago  (post 2207)
Amiche lettrici ed amici lettori, sapete ben che questo mio è un open post, ovvero aperto ai “postaltrui†(dicesi “postaltrui†un articolo non scritto da me) e che inoltre può contenere interviste sotto forma di “Incontriâ€. Be’ … in questo caso ho unito le due forme edito-letterarie: un postaltrui ed un incontro. Inizio con il presentarvi il soggetto.
Gian Paolo Margonari nascente a San Lorenzo in Banale (provincia di Trento). Già insegnante, poi operante nel settore bancario, attualmente VIP, vecchio In Pensione, risiedente  e lavorante a Trento. Frequentante l’ambiente montano di cui apprezza in egual misura sia gli aspetti antropico-culturali sia quelli naturalistico-botanici.I scritto alla Società Alpinisti Tridentini (SAT), accompagnatore titolato di escursionismo del Club Alpino Italiano (CAI), spesso viene coinvolto quale docente nei corsi di formazione di tali figure di volontariato professionale. Iscritto all’Albo delle Guide Alpine come Accompagnatore di Territorio del Trentino, ama trasmettere la gioia del viaggiare a piedi. Dal maggio 2006 al maggio 2009 Consigliere Centrale del CAI per conto dalla SAT. Gli piacciono, tra molto altro, i viaggi (soprattutto a piedi), i libri (quasi tutti) ed è probabilmente a causa di queste passioncelle che si possono “godere“ le sue colpe letterarie, frutto di alcune esperienze di viandante.
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Sue pubblicazioni:
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El Camino de Santiago de Compostela – Breviario/Diario di un trekking tutto speciale. Editore Curcu & Genovese – Trento, giugno 2005
- Un uomo a zonzo sulla Via Francigena – Diario & Amene divagazioni di un viaggiatore a piedi. Editore Curcu & Genovese – Trento, giugno 2007
- La Guida. Col du Grand Saint-Bernard > Canterbury. Editore Curcu & Genovese – Trento, dicembre 2011
- Un viaggio a piedi tra due Culture – Andreas Hofer Weg/Via Andreas Hofer. Editore Curcu & Genovese – Trento, febbraio 2010
- (Coautore con Franco de Battaglia) Il Sentiero di San Vili – un cammino di storie e Storia. Editore SAT – Trento, dicembre 2013
- (con altri) Venticinque anni in montagna con il Circolo Sociale della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, raccolta sistematica di 300 escursioni nel Trentino-Sudtirolo. Editore Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto – Trento, 2005.
Ed ora inizia il “postaltruiâ€
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L’idea. Un amico mi ha proposto: “Se vieni anche tu voglio andare a Santiago de Compostelaâ€. Risposta: “Sai che il Camino si dovrebbe fare in compagnia di se stessi, in breve da soli, ma fammici pensareâ€. Il problema comunque mi era entrato dentro. Qualche giorno dopo ha reiterato la richiesta ed io: “Sì vengo, però percorriamo El Camino del Norte nell’andata fino a Santiago de Compostela e El Camino Francés nel ritorno; o così, o…â€. Decidemmo, in breve, il programma di andata e di ritorno (ida y vuelta) sui due Caminos.
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I Soggetti. Siamo due VIP (acronimo per Vecchietti In Pensione). La somma delle nostre età è di 137 anni, di gran lunga superiore all’età canonica, età minima di 40 anni, stabilita dal Concilio di Trento perchè a servizio degli ecclesiastici potessero essere ammesse le donne (anche allora assai astuti, peraltro!). Non siamo atleti, ma buoni camminatori. Siamo due “ammalati saniâ€, come dice il nostro buon medico. Una dozzina di pillole è la dotazione quotidiana. Uno ha la fama di essere buono; l’altro gode fama di orkiklasta: uno fa finta di comandare, l’altro fa finta di obbedire. Sostanzialmente andiamo d’accordo e il ritmo sia fisico sia mentale è sincrono. Amici? Amici sì, ma distinti e distanti per il modo di ragionare.
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In buona sostanza c’è un Pellegrino, cattolico praticante e un Viandante, laico “illuminista†con una spiritualità extra-religiosa. Il diario del nostro viaggio avrà come punto di riferimento il contrasto antropologico-religioso di questi due termini.
Pellegrino. La Storia ci ricorda che solamente chi raggiungeva la tomba di San Giacomo (=Santiago, in lingua gallega) a Compostela era il Pellegrino propriamente detto perché peregrinus vuol dire lontano, straniero e, la mèta (Santiago de Compostela), nel Medioevo, era la più peregrina cioè la più lontana, non solo in senso geografico, ma perché poco frequentata. Il termine “pellegrino†successivamente si estese a tutti coloro che si recavano devotionis causa ad un luogo sacro.
Viandante. E’ chi ama camminare instaurando un dialogo con se medesimo, con i compagni, con le persone che incontra, quindi un dialogo con il Territorio nella sua doppia accezione: ambiente e cultura. Viaggiare è “copulazione†tra il viandante e il Territorio.
Festina lente. Affrettati lentamente! Questo è il mio motto. Ogni viag. Non abbiamo record da conseguire, né voti da sciogliere. L’obiettivo è giungere a Santiago, ma è il percorso che vogliamo godere, vogliamo divertirci vedendo a bassa velocità la Spagna del Nord, la verde Spagna e il mar Oceano.
Il viaggio, piccolo o grande, è sempre Odissea. Ho vissuto un viaggio in cui non è successo nulla, ma questo “nulla†mi riempirà tutta la vita. Viaggiare è fatica e gioia: il viandante dimentica la fatica e ricorda la gioia. (MarGOnauta)
La mission. La nostra mission (senza essere missionari!) è completare l’itinerario di andata e ritorno in autonomia individuale, gestendo il percorso in base al nostro ritmo fisico e mentale giornaliero. Non sarà una gara, ma dobbiamo guadagnarci la giornata! Partenza non dopo le sette del mattino; sobrietà nel bere e nel mangiare, perché… il Pellegrino è una buona forchetta e il Viandante un buon bicchiere. Augurio: che la nostra convivenza sia come un fidanzamento, che non scada nel matrimonio.
Il percorso. Ce la faremo sotto, ma ce la faremo! questo è il viatico del nostro viaggio, già usato dal viandante nei trekking di alpinismo giovanile organizzati con la SAT
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Abbiamo iniziato il Camino del Norte il 6 giugno (il nostro D-Day), partendo da Irun, prima cittadina spagnola nel Golfo de Vizcaya dopo Biarritz. Il viaggio si è messo in moto: abbiamo percorso i primi 10 metri del milione e oltre di passi che mancano per Santiago. Il primo metro percorso è premessa indispensabile per qualsiasi viaggio: se non c’è il primo passo non c’è il resto. Siamo quindi a buon punto, penso tra me e me.
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Abbiamo attraversato, con vista sull’Oceano Atlantico, le sue rias, le sue spiagge lunghe e larghe, le sue forti maree, la regione spagnola dell’Euskadi (Paìs Vasco) con le città di Donostia (San Sebastian), Gernika, Bilbao, la regione Cantabrica con Castro Urdiales, Santona, Santander, Santilliana del Mar, San Vicente de la Barquera, l’ Asturias con Llanes, Villaviciosa, Gijòn, Avilés, infine la Galicia con Santiago de Compostela. Il respiro dell’Oceano Atlantico sulla nostra destra mi allargava l’animo e la mente e sulla nostra sinistra campagna, verde e ventilata, pascoli con belle mucche di svariati colori; mancava solo il color della “Milkaâ€; l’immancabile eucalipto che sta sostituendo il pino e il cui legno viene utilizzato per la cellulosa. Paesaggi spettacolari, fascinosi anche se un po’ difficoltosi per l’alternarsi di alti e bassi che tagliano le gambe. Ho perso 4 kg di peso: l’unica perdita…, tutto il resto è stato guadagno. Dopo 26 giorni siamo arrivati a Santiago de Compostela percorrendo 860 km.
Giunti nella Praza de Obraidoro, il Pellegrino ha seguito il rito liturgico del pellegrino: cattedrale, S. Messa, botafumeiro. Il Viandante non è entrato nella cattedrale; si è inginocchiato nella Praza e ha pensato alla moglie in primis; indi ai figli; indi a chi c’è e a chi non c’è più; ai nipoti, ai parenti, agli amici. Si è alzato con gli occhi lucidi e, dopo il suo personale rito, è entrato nel bar, ha ordinato un vaso de vino Albarino e ha brindato ai suoi genitori: Vi ringrazio di avermi fatto così, uomo con tanti difetti e qualche virtù. Forse potevate farmi meglio, ma io mi accontento e vi ringrazio di cuore.
Dedico questa esperienza alle mie due donne: a mia figlia che non c’è più e a mia moglie che mi sopporta quando sono a casa e mi desidera quando sono in viaggio (misteri dell’amore coniugale!)
Il ritorno sul Camino Francés  l’abbiamo completato in 23 tappe percorrendo circa 790 km. Questa autostrada di pellegrinaggio cattolico – noi in senso contrario al flusso – è stata caratterizzata da migliaia di !Hola! e !Buen Camino!, parole che, come le frecce gialle, identificano i Caminos spagnoli.
Ho dialogato con centinaia di persone di 25 nazionalità diverse, ho scherzato con un centinaio di hospitaleros, ho parlato di vino e di cibo con centinaia di camerieri e baristi, ho rispolverato la mia limitata conoscenza di quattro lingue.
Avventura, piacevole, vivificante e indimenticabile: contenti di averla fatta e contenti di averla finita, Pellegrino e Viandante, ospiti del forte e generoso popolo spagnolo.
Del Camino Francés ho scritto una guida nel 2005. Chi è interessato può chiedermela scrivendo a margonauta@interfree.it.
Due Caminos fascinosi entrambi, ma quello del Norte (a mio parere) vale tre volte il tradizionale.
Obiettivo raggiunto quindi! Siamo arrivati a Santiago, siamo ritornati, ci siamo sopportati e supportati, il Camino non ci cambia la vita ma ce la ravviva.
Giunti a St. Jean Pied du Port, donne e champagne! Per le donne lasciamo perdere, ma una bottiglia di champagne ce la siamo fatta.
La sintesi con due citazioni, una anonima di origine veneziana: Viagiar descanta, ma chi parte mona torna mona! E una spagnola: El Camino te limpia.
La logistica. Primum vivere, dehinde philosophari. Dimenticarsi la colazione; la partenza è verso le 7, i bar in Spagna aprono raramente prima delle 10. Pranzo solitamente con due pomodori, una banana, albicocche secche e datteri; qualche volta una ensalada mixta. Cena abbondante con una bottiglia di vino tinto>che – ce lo diciamo al primo sorso – ottunde il senso di stanchezza e facilita il sonno.
La cena è momento di sintesi della giornata e breefing per la tappa di domani. Gli spiriti sono allegri, l’ottimismo spadroneggia.
Il dormire. In albergues municipali o privati con camerate a letti a castello come nei nostri rifugi alpini o come nelle camerate di vecchie caserme… alcuni ben tenuti altri un po’ meno… A tale proposito propongo un commento sulla dura convivenza notturna:
 Sinfonia notturna
Prima del sonno / stridori / insolita prova d’orchestra / russare-ronfare-sfiatare / rumori di fori intasati / grida smorzate / risate / isterismi di incubi sogni / tendini stanchi / vesciche nei piedi / tossi-starnuti / sfrigola plastica odiata / lamenta la rete di ferro / danzante su letto a castello / ziiippp degli straaappp delle velcro / la porta che sbatte / cigola il cardine anziano / campane battono i quarti / e l’ora due volte / si dorme / ma sùbita all’alba / la sveglia offende la mente / il colpo di grazia / sonorità mattiniere/ orchestra ancor senza maestro / il pubblico invoca /  anch’esso a gran voce  / al canto del gallo / il suo bis.
MarGOnauta
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Antologia. Il bucato quotidiano è attività non tipica del Viandante. Il Pellegrino lo prende per i fondelli, al che il Viandante risponde: “Non voglio mica essere eletto la più brava lavandaia del Caminoâ€!
Una prominente signora ungherese, complice qualche birra di troppo, abbraccia il Pellegrino segnando con le dita il proprio anello nuziale. Il Pellegrino pensa di assomigliare al marito, probabilmente defunto, della gloriosa Ungherese. L’hospitalera, pur essa allegra, grida: Desea casarme con tigo!
Il Pellegrino beve acqua, in quantità industriale, solo all’arrivo. Il Viandante gli dice: “Sei come un cammello†e il Pellegrino: “Tu sei come un mulo della naja. Quando senti l’arrivo acquisti forza e corri per arrivare a stallaâ€.
Un hospitalero dice che i cinque euro che raccoglie per il sonno sono troppo pochi per uno che viene dall’Italia dove c’è il Papa e lì il dormire costa molto di più. “Dio sta in tutti i posti, ma a Roma tiene il suo ufficio†risponde il Viandante.
Oggi è giorno di mezza guerriglia tra il Pellegrino e il Viandante. L’occasione del contrasto è la chiesa (costruzione): momento architettonico per il viandante, segno e momento religioso per il pellegrino. La guerriglia di parole meditate, altre ideologiche, è il contrasto tra la religione/istituzione (cristianesimo/cattolicesimo, ebraismo, buddismo, islamismo e altre mille religioni) e il sentimento religioso che c’è o non c’è individualmente, ma che esiste comunque come spiritualità laica.
Il Viandante: “Quando si parla di Dio, bisogna credere, non ragionare. Se ragioni, Dio scompare come una voluta di fumoâ€.
Il Pellegrino afferma che anche lo sforzo del camminare è preghiera. Il Viandante è, stranamente, d’accordo.
Il Viandante, spesso per ingraziarsi le bariste, afferma in perfetto spagnolo che la miglior invenzione della Spagna è los Caminos, le tapas, i pinchos y la paella.
Sua battuta colorita: “El Camino de Santiago se hace por e-tapasâ€!
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Due giovani signore ci chiedono dove andiamo. “In cerca di donneâ€; “ Perché allora non vi fermate qui?†Entusiasti… ma la mission è il pellegrinaggio. “Siamo troppo vecchi e…â€. “Buon cammino e auguriâ€.
Il Pellegrino realizza che “L’ultimo kilometro in Spagna è più lungo che in Italiaâ€.
Il Viandante, per non contrastarlo, è pienamente d’accordo.
Il Viandante cura le public relations e qualche volta, alla sera si formano gruppi di pellegrini di diverse lingue: “Io porto due zaini†inizia sconcertando gli ascoltatori. “Uno sulle spalle, zaino assai leggero, e l’altro assai pesante… la mia età â€.
“Io credo nell’Uomo, solo il Pellegrino crede in un Dio. Io l’uomo lo vedo e credo in lui, di Dio e in suo nome ne parlano i diversi sacerdoti delle diversissime religioni e sono mentitoriâ€.
“Parlo tutte le lingue, ma non quelle straniereâ€.
Alla fine il Viandante veniva definito “filosofoâ€.
Due apprezzamenti raccolti: Valente! da una spagnola e Mitici! da una ragazza di Rimini
Fine del “postaltruiâ€.
 INCONTRI -INTERVISTA AL VIA-ANDANTE
GP, perché spesso viaggi sulle antiche strade d’Europa?
Perché mi piace camminare e può essere già una risposta definitiva, ma voglio argomentare. Perché il camminare è uno sport economico ed ecologico, perché il camminare fa bene alla salute fisica e mentale. Una camminata al giorno toglie il medico di torno. Perché non faccio del male a nessuno. Mi considero un apprendista-viandante che ha molte cose da imparare e qualcuna da insegnare. Cominciai a viaggiare, prima imparando a viaggiare, poi viaggiando per imparare.
Cartesio (filosofo e matematico francese) affermava “cogito ergo sumâ€.  Parafrasandolo: “Cammino perciò sono vivo†Camminare fa bene, ma viaggiare a piedi è meglio: io viaggio quindi sono “vitaleâ€. La differenza tra il camminare e il viaggiare a piedi consiste nel fatto che il camminare, cosa buona e giusta, è solo l’aspetto fisico-meccanico della mobilità umana, mentre viaggiare a piedi è il Camminare più la Cultura, più il Dialogo con se stessi, con gli altri compagni di viaggio e gente che incontriamo, dialogo con il Territorio, con la sua cultura soprattutto del fare, con la botanica, con gli usi, con il folclore, con la sua storia, ecc.
Già 10/12 mila anni fa l’Uomo (pioniere, esploratore, colonizzatore, avventuriero, mercante, prete, pellegrino, conquistatore, etc.) ha sfidato i propri limiti geografici e mentali e si è mosso su tracce, su sentieri, su strade che sono il primo monumento della civiltà umana.
Per quanto riguarda le strade d’Europa confermo che le Vie – dalle preromane alle successive – mi entusiasmano, perché sono autentici monumenti dell’Umanità e all’Umanità , più delle stupende chiese, più di altre architetture civili.
I Caminos spagnoli, la Via Francigena, la Via Romea, la Via di San Michele, il cammino di San Francesco, la Via Appia, la Via della Seta sono una rete (una specie d’internet ante litteram) che ha trasferito i popoli, la cultura, la guerra.
Vorrei incitarvi a mollare gli ormeggi e andare, perché camminare (viaggiare a piedi) rischiara la mente, conforta il cuore e cura il corpo.
Esistono motivi religiosi nel tuo peregrinare?
No, nessun motivo religioso. Sono di cultura e di tradizione cristiana come ogni europeo; sono stato battezzato. A volte frequento la chiesa ma per motivi di tradizione più che per convinzione.
Non credo né al Paradiso, né all’Inferno intesi in senso religioso; ritengo che l’Inferno e il Paradiso rappresentino un mix della nostra vita quotidiana. Volendo tradurre: fortuna e sfortuna, morte e amore, dolore e felicità . Siccome non voglio convertire nessuno, mi astengo dal continuare.
Per essere chiaro non mi considero un pellegrino che compie i viaggi devotionis causa, ma un viandante, un viaggiatore a piedi per diletto, per cultura.
Quali i tuoi programmi futuri?
Bisogna sempre avere un sogno in tasca ed io ne tengo qualcuno.
Per esempio, l’Appalachian Trail negli USA lungo circa 3.500 km, una parte della Muraglia cinese, tratti della Via della Seta. In Regione il Sentiero di San Vili e la Via Andreas Hofer, l’Alta Via N. 2 delle Dolomiti, che vorrei percorrere e vivere con i miei nipoti.
Infine, poiché ho un nipote di nome Adriano, desidero percorrere il Vallo di Adriano con lui, ma vorrei che fosse lui a chiedermelo
Quali i tuoi programmi “letterari’?
Parola grossa! Non sono un letterato, ma come ben sai programmo e organizzo viaggi che hanno una relazione con la storia e le tradizioni locali. Ho preparato una revisione della mia guida “La Via Andreas Hofer – un viaggio a piedi tra due Culture† tradotta in tedesco, completata con l’aspetto logistico e con l’aspetto topografico.
Sto preparando una guida dal titolo provvisorio “La via dei Segantini o Via degli emigranti stagionali†da Malé a Riva del Garda. Voglio illustrare il percorso verosimile che i numerosi migranti trentini, dal 1500 al 1900, seguivano per arrivare in Italia a lavorare da novembre ad aprile e il loro ritorno alle famiglie.
 FINIS-TERRAE (per ora …! )
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