AUGURI DI NATALE FIAB TRENTO – FEDERAZIONE ITALIANA AMICI DELLA BICICLETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Dicembre, 2014 @ 9:05 am

Detto altrimenti: pedalare in amicizia, anche per rispettare l’ambiente    (post 1832)

Post 1832, anno 1832: L’Austria interviene a difendere il Papa dall’attacco della … democrazia. La Francia si oppone all’Austria. Silvio Pellico pubblica “Le mie prigioni”. Mazzini attiva La Giovine Italia. Gran Bretagna, Francia e Germania in subbuglio liberal-democratico (in tutto ciò si può leggere una “responsabilità politica” dello Stato Pontificio nel ritardo tutto italiano  della maturazione di una concreta esperienza unitaria nazionale. N.d.r.)

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Il Presidente Guglielmo Duman con l'album fotografico della gita in Normandia e Bretagna (2014)

Il Presidente Guglielmo Duman con l’album fotografico della gita in Normandia e Bretagna (2014)

Natale FIAB, auguri fra amici. FIAB è una Associazione ONLUS, non “sportiva”, bensì culturale, di stile di vita. Le nostre pedalate, urbane ed extraurbane, ci conducono a “vivere lentamente” concedendoci il tempo di guardarci attorno, di rispettare la natura, di ammirare musei ed opere d’arte. Per iscriversi: FIAB – Amici della Bicicletta, Trento – Via Coni Zugna, 9 – I 38122 Trento. Apertura sede: venerdì dalle ore 18,00 -Tel. 328/4691683 – e mail adbtrento@libero.it – sito www.slowbiketrento.xoom.it – sito nazionale www.fiab-onlus.it – – Altre notizie su questo blog, cliccando FIAB nel riquadro sotto il mio curriculum.

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Natale, tempo di auguri. Tempo di riflessioni. D’ogni tipo. Certo che la moderna convulsione ha stravolto questa antica ricorrenza romana, che celebrava il riallungarsi delle giornate: 17-24 dicembre: festa dei Saturnalia (Saturno, Dio dell’agricoltura); 25 dicembre, festa del Sol invictus, Dies natalis Solis invicti; 31 dicembre – 4 gennaio, Festa delle Calende.

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 Fiab-dallapartedichipedalaognigiornoIn quei giorni non si lavorava, si faceva festa, i padroni servivano gli schiavi. In particolare, alle Calende, ci si scambiavano regali. Patrona delle Calende è la Dea Strenia (da cui le “strenne”). Quindi, natale romano come rinascita della vita (ovvero dell’agricoltura) grazie al ritorno del Sole. Roma, con la sua religiosità panteistica e le sue strade imperiali, esporta le proprie feste in tutto l’impero e – con il suo censimento della popolazione – pone le basi storiche dell’ “àmbito Natale” entro il quale nascerà Gesù, la Nuova Vita. Ecco la continuità: dal natale al Natale. Ma in che giorno è nato Gesù? Non vi è certezza storica che sia il 25 dicembre, se non altro perché in inverno i pastori non portano le pecore al pascolo  e non dormono all’addiaccio … ma questo è solo un dettaglio …

La Chiesa “adotta” il Natale per sopprimere il paganesimo, ma deve scendere a compromessi. il popolo è ancora troppo superstizioso e Papa Gregorio, quando nel 540 invia S. Agostino a convertire gli Inglesi, gli raccomanda di permettere a quelle popolazioni di continuare a sacrificare il bestiame, com’era loro tradizione. Incertezza ed ambivalenza della Chiesa, fino al Concilio di Tours del 567 che “sancisce” ufficialmente la data del 25 dicembre. In prosieguo (1600-1700) i protestanti cancellano la festa. Ultima grande svolta (positiva)della festa: l’umanizzazione del Natale di S. Francesco, ovvero del Santo che fa rivivere ed umanizza la ricorrenza ed il Fatto che essa celebra, segnando una svolta nella liturgia della Chiesa.

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thSQNS3TCEOggi si dice: fermiamoci un attimo a riflettere … fermarsi … si, certo, in coda dentro le nostre scatolette motorizzate!  Ecco le fermate che riusciamo a fare, imprecando conto gli “altri” che creano ingorghi al nostro procedere, senza riflettere (ecco il punto) che noi stessi siamo gli “altri” per tutti quei nostri simili “imbottigliati a freddo”! Dice … i soliti discorsi da ambientalista ecologista … e la butta sul “politico”. E invece no. No, perché siamo tutti – tendenzialmente e teoricamente – ambientalisti ed ecologisti: a chi non piace la natura incontaminata? Chi di noi non desidera trovare “spazi” liberi entro i quali muoversi agevolmente? Chi non “aspira a respirare” aria pulita, a mangiare cibi sani, a sentirsi in forma, a non essere stressati dal traffico urbano?

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Un "aiuto elettrico" consente di "salire" in bici a chi pensava di non essere più in grado di "salire"

Un aiuto elettrico consente di “salire” in bici anche  chi pensava di non essere più in grado di fare salite

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Ecco, FIAB Trento affronta questi temi pedalando. La bicicletta come mezzo di locomozione urbano e non, sull’esempio di tante altre città, soprattutto del nord Europa. Bicicletta come “palestra personale” per fare ginnastica stando all’aperto, come strumento di socializzazione e di diffusione della cultura. E che dire della nostra rivista “BC”? Io, da ex alpinista ed iscritto al CAI da oltre 50 anni, il migliore apprezzamento che le posso fare è tenerne sottomano gli ultimi numeri sul comodino della camera da letto, insieme a quelli delle riviste del CAI! Complimenti a chi la dirige e redige: sono pubblicazioni bellissime, il nostro National Geografic a pedali! Meriterebbe di essere distribuita anche nelle edicole anche per chi non  pedala (ancora).

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Tempo di Natale, anche di Natale FIAB, anche di iscrizioni e re-iscrizioni alla FIAB. A Trento siamo già oltre 160 iscritti: e allora … dai! Cosa aspetti? Unisciti a noi!

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e poi …………… BICI, PERCHE’?

 

Unsere Garda See! la bici c'è ... anche se non si vede!

Il nostro Lago di Garda: la bici c’è … anche se non si vede!

Perché

in una chiesetta al Ghisallo

riposa sospesa

antica reliquia a pedali.

Perché

insieme a lei

tu scali la vetta

compagno soltanto a te stesso.

Perché

ti ha insegnato

ad alzare più spesso lo sguardo

a scrutare che cielo farà.

Perché

sempre incontri qualcuno

che non ha timore

di aprire la sua vita al vicino.

Forte ... antico forte austriaco e "antico" ciclista! (Qui la bici si vede!)

Antico forte austriaco e antico ciclista italiano (qui la bici si vede!)

Perché

con il vento dei sogni

giocando

ritorni un poco bambino.

Perché

restituisce

ad un uomo affannato

profumi di suoni e colori.

Perché

in salita

ricorda ad ognuno

che volendo e insistendo si può.

E poi, … perché no?

Good bike a tutti! E … ricorda che diventando socio …

… farai parte dell’unica associazione nazionale ciclo ambientalista dei ciclisti urbani e dei ciclo escursionisti la quale opera per creare un ambiente a misura di persona, vivibile, attraente, sicuro, sostenibile e sano attraverso lo sviluppo diffuso della ciclabilità intesa come risorsa per il territorio e per le città.   Ad oggi 143 associazioni in tutta Italia aderiscono alla FIAB.
Diventando socio:
 godrai dell’assicurazione RC per i danni a terzi provocati in bicicletta in tutta Europa (e potrai attivare a costi molto convenienti l’assicurazione infortuni);
 potrai partecipare alle iniziative riservate ai soci promosse dalle associazioni FIAB in tutta Italia;
 potrai approfittare di numerosi sconti ed agevolazioni, come quelli per gli alberghi del servizio Albergabici (www.albergabici.it) o delle agenzie di viaggio specializzate in viaggi in bicicletta..
Iscrizioni ogni venerdì in sede dalle 18,00 alle 19,30 via Coni Zugna, 9 – Trento
 bonifico bancario : della Cassa Rurale Pinetana n.10/004253 (IBAN: IT 12 T 08316 01800 000010004253) intestato a FIAB-Amici della Bicicletta Trento
 Contatti: 328-4691683 FRANCO – 338-3960697 MONIKA – 388-6584786 GUGLIELMO
e-mail: adbtrento@libero.it
Seguici su: www.slowbiketrento.xoom.it

Quote associative 2015

ï‚· Socio sostenitore con rivista 30 euro ed oltre
ï‚· Socio ordinario con rivista 23 euro
ï‚· Socio ordinario senza rivista 20 euro
ï‚· Socio familiare senza rivista 12 euro
ï‚· Socio junior inferiore 14 anni 5 euro

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“SUITE FRANCESE” DI IRENE NÈMIROVSKY – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Dicembre, 2014 @ 9:54 am

Detto altrimenti: segue dal post precedente    (post 1831)

Post 1831, anno 1831: è l’anno delle insurrezioni. Carlo Felice, Carlo Alberto, Vittorio Emanuele II … e l’Austria raggruppa 100.000 uomini a Verona

Suite francese. Seconda ed ultima puntata. Ve ne avevo promesse tante e invece … invece è molto meglio se scoprirete da soli i tesori racchiusi in questo scrigno. Mi permetto solo di darvi un suggerimento, lo stesso che mi sono permesso di darvi qualche post fa quando – relativamente all’opera “L’Utopia” di Tommaso Moro – scrivevo che avreste potuto iniziare la lettura dalla terza parte (la descrizione dello Stato ideale), per proseguire poi con la presentazione dell’opera da parte dello stesso autore, finendo con le prefazioni di terzi. Anche qui, iniziate a leggere la post fazione, poi le lettere allegate al romanzo ed infine il romanzo.

Ne è stato tratto un film (2014)

Ne è stato tratto un film (2014)

Il romanzo … a mio sommesso avviso è quasi sminuente definirlo “solo” tale. Piuttosto una testimonianza di sentimenti “civili” in tempo di guerra. L’autrice, nobili genere nata, lo si capisce da come descrive gli “ambiti della nobiltà”. Tuttavia sta dalla parte della povera gente, ma non con commiserazione, bensì con immedesimazione, condivisione, comunicazione (communis actio, azione e pensiero comune, solidale). Dalla parte dei sentimenti veri, puri, sinceri anche se ostili, come invece non furono  quelli dei soldati tedeschi d’occupazione. Già … anche la “purezza dell’ostilità”, purchè non pervasa dall’ipocrisia (ma se è ipocrita … si tratta ancora di un sentimento? N.d.r.).

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L’ostilità dei “propri concittadini civili” … che si denunciano a vicenda di fronte al nemico, che cercano di mantenere il proprio privilegio di casta, resta impressa nella mente del lettore ben più che quella – per tanti aspetti assente – dei “militari altrui”  che requisiscono cavalli e altri beni per destinarli alla loro guerra. Una umanità che – messa di fronte a situazioni estreme – tira fuori il peggio di se’ … ma anche – in alcuni casi – il meglio. Pessimismo? Ottimismo? No … semplicemente verismo. Anche  un inno alla non-guerra.

Il libro. In parte un romanzo storico vissuto dalla povera gente, in parte un romanzo d’avventura, un giallo, una storia d’amore desiderato e non vissuto, una pausa fra le meraviglie di una natura casalinga ma non per questo minore.

La matita … ve l’avevo detto nel post precedente che avevo preso in mano una matita per segnarmi i passaggi imperdibili … ebbene, adesso no, non voglio richiamarli uno per uno, non voglio cedere alla tentazione di cadere nel “guarda un po’ che bravo il nostro blogger, guarda come ha percepito tutte queste singole sfumature, tutti questi aspetti …”. No. Non è di me, non è della mia (eventuale) sensibilità che si tratta, bensì di quella dell’Autrice e delle persone che riempiono la sua testimonianza romanzata ma non troppo.

Per saperne di più sull'Autrice

Per saperne di più sull’Autrice

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Un libro testimonianza, sui miei scaffali collocato a fianco del Diario di Anna Frank. Un libro scritto, anzi “vissuto” da una Donna per tutte le persone, Donne e uomini. Cito solo un periodo tratto dalle osservazioni ed appunti che l’Autrice annotava nelle pagine di sinistra del suo quadernone (a destra scriveva a penna il romanzo, a mano e a penna! E come in altro modo, sennò?), pochi giorni prima di essere arrestata dalla Gestapo – e sapeva che ciò sarebbe avvenuto! – : “Vogliono farci credere che siamo in un’epoca comunitaria in cui l’individuo deve soccombere affinchè viva la società e non vogliamo vedere che quella che soccombe è la società affinchè vivano i tiranni … è come se nel mondo ci fosse una quantità complessiva di libertà e potere ripartita ora fra milioni di individui, ora fra un singolo e milioni di individui. Prendete i miei avanzi, dicono i dittatori”.

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La dittatura … le dittature … noi europei,  compatti, uniti  (Stati Uniti d’Europa di fatto) per secoli siamo andati per il mondo ad “esportare democrazia civiltà“, ovvero a distruggere quella altrui. Siamo andati a fare due guerre dell’oppio alla Cina “rea” di vietare l’importazione dell’oppio che le stavamo vendendo … ed ora la Cina ci invade con i sui prodotti. Se almeno tutto ciò servisse questa volta a riunirci nel bene, noi Europei, e non “nel male” come in quelle occasioni …

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Al tristemente famoso "Me ne frego", Don Milani rispondeva don "I care", mi prendo cura di ...

Al tristemente famoso “Me ne frego”, Don Milani rispondeva con “I care”, mi prendo cura di …

Termino permettendomi di sottoporre all’attenzione delle mie lettrici e dei miei lettori una sottolineatura circa l’estrema attualità della Némirovsky. Anche oggi viviamo l’orrore dell’intolleranza del fanatismo religioso e anti religioso e delle guerre. Che non sono solo quelle combattute con le armi. Sono anche quelle della moltissima ricchezza nelle mani di pochi contro la povertà di moltissimi. Dice … ma che? Sei un comunista? No, amici, no. Dico solo che dovremmo tutti ricercare il “bene comune”, che non è tale in quanto tutti ricerchino lo “stesso” bene, ma in quanto ognuno si ricerchi e conquisti liberamente e democraticamente il suo specifico bene purchè. Purchè cosa? Purchè nel far ciò ognuno non impedisca agli altri di ricercare i loro personali, molteplici e probabilmente diversi “beni”. Quindi quel “comune” messo vicino alla parola “bene” significa che il “mio” bene è “comune” in quanto coesiste con i tanti “beni” altrui. Altrimenti non è “comune”. Parole, direte voi … si, ma le parole sono pietre, firmato Don Lorenzo Milani.

P.S.: Libertà non è fare ciò che si vuole, ma che gli altri ti lascino la possibilità di scegliere (N.d.r.)

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“SUITE FRANCESE”, DI IRENE NÈMIROVSKY – 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2014 @ 4:55 pm

Detto altrimenti: sono a casa, con l’influenza. Che fare se non leggere e scrivere? Tuttavia vi avverto: a questa prima seguiranno altre puntate, nel senso che voglio riflettere, man mano, su come meglio trasferirvi i sentimenti che suscita in me (e spero anche in voi),  questa lettura. Senza fretta.  I warned you, vi ho avvertito!   (post 1830)

Post 1830, anno 1830: La Francia si scaglia contro la politica coloniale (altrui) ed occupa il Madagascar. A Modena viene giustiziato Ciro Menotti. Mazzini fonda la Giovine Italia. Pietro Maroncelli e Silvio Pellico vengono graziati dopo dieci anni di Spielberg. Il Pellico scrive “Le mie prigioni”.

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Prima puntata – “Suite francese”, Biblioteca Adelphi 482, edizione originaria 2004; italiana, 2005, con la corrispondenza allegata e la postfazione: 415 pagine, €19,00 ottimamente investiti. Opera composta fra il 1941 e il 1942 da Irene Nèmirovsky, di religione ebraica convertitasi poi al cattolicesimo nel 1939, ha vissuto e lavorato in Francia dove si era rifugiata a seguito della rivoluzione russa d’ottobre. Arrestata dai nazisti in quanto ebrea, fu deportata nel luglio del 1942 ad Auschwitz, dove morì un mese più tardi di tifo. Anche il marito, Michel Epstein, che aveva cercato di farla liberare, verrà mandato a morte nelle camere a gas nel novembre dello stesso anno, sempre ad Auschwitz.

Sono orgoglioso. Si tratta di uno di quei libri che avevo scelto “a fiuto”, anni fa, volteggiando con lo sguardo sui ripiani della libreria come un falco in cerca della sua preda, libr … andomi un attimo in stallo, ritornando sui miei … volteggi, calando rapidamente per esaminare più da vicino ogni possibile preda … fino a quando la decisione: è questa! (Preda mica tanto che poi sono andato alla cassa a pagare!).

Mirna Moretti

Mirna Moretti

Un gruppo di amici, l’Accademia delle Muse (siamo un centinaio). Fra i quattro libri proposti dalla nostra GL-Gran Lettrice Mirna Moretti (v. anche suo blog)

  •  “Suite francese” di Irène Némirovsky
  • “Un giorno questo dolore ti sara’ utile” di Peter Cameron
  • “Stoner” di John E. Williams
  • “Uno chalet tutto per me” di Elizabet Von Arnim

a seguito di democratica votazione, è stata scelta “Suite francese”! Scelta …  per cosa? Per discuterne tutti insieme in una nostra prossima riunione. Ed allora, eccomi a rileggere questo splendido “quasi-romanzo-testimonianza storica”.

Il manoscritto

Il manoscritto

Scrive Mirna: Le sue due figlie salvarono alcuni documenti, e fino alla loro maggiore età finirono sotto la tutela di Albin Michel e Robert Esmenard (che dirigevano una casa editrice) Denise conservò tali documenti in una valigia, la stessa in cui li aveva trovati e, per anni, non aprì neppure la valigia forse per il rancore che nutriva nei confronti dei genitori che per salvarle le avevano affidate ad un’amica francese, tale Sig.ra Dumas di cui presero il cognome conservando il loro nome francese. Poi un giorno Denise aprì la valigia e vi scoprì un manoscritto della madre. Ne riconobbe la grafia, il colore azzurro dell’inchiostro preferito. Lo lesse, erano i primi due tomi di un’opera in cinque volumi che resterà incompiuta “Suite Francese”. Tempo dopo Denise parteciperà alla presentazione di un romanzo di una scrittrice francese: le si avvicinò con in mano una copia del libro per chiederle un autografo. La scrittrice, come si usa per fare una dedica, le chiese : “Come ti chiami? ” Denise Epstein”. Curioso, hai il nome della più grande scrittrice francese del secolo.” “Era mia madre – disse subito Denise – posseggo anche un manoscritto inedito ” -. Fu chiamato l’editore che decise di pubblicarlo senza neppure leggerlo e così Irène Némirovsky Epstein scrittrice del tutto dimenticata tornò a vivere riguadagnando un posto nella storia della letteratura francese del ‘900.

 

Ho iniziato a rileggere questo libro senza la matita in mano. Poi l’ho presa, per segnare alcuni punti irrinunciabili. Quali? Vedremo quali nella prossima puntata. Per ora vi dico solo che tratta della vita dei Francesi al momento dell’occupazione Tedesca nella seconda guerra modiale. Due giorni prima di essere arrestata, Irene scriveva: “La cosa più interessante è che gli eventi storici sono appena sfiorati, mentre viene investigata la vita quotidiana,  affettiva e soprattutto la commedia che questa mette in scena”.

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IL MARKETING COPIATIVO, QUESTO SCONOSCIUTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2014 @ 1:45 pm

Detto altrimenti: qualche riflessione per i non addetti ai lavori   (post 1829)

Anno 1829: la Grecia si rende indipendente dalla Turchia. Il sacerdote pedagogista Ferrante Aporti fonda il primo asilo infantile italiano.

Market, mercato. Marketing, studiare/migliorare/determinare/sfruttare il mercato. Non “per vendere”  ma “per poi produrre e/o vendere”. Marketing? Ne esistono vari tipi:

1 – Marketing operativo

  • Di prodotto: ho questi prodotti, il mercato chiede questi prodotti, come meglio posso strutturarli, presentarli, farli conoscere?
  • Sulla clientela: conosco l’atteggiamento della clientela verso questi miei prodotti?
  • Sulla concorrenza: come mi rapporto con i concorrenti su questi stessi prodotti o su prodotti alternativi?

2 – Marleting strategico

  • Come si evolveranno prodotti, clienti e concorrenti, secondo le loro libere tendenze e/o scelte future?

3 – Marketing diabolico

  • Come farò per orientare nel futuro prodotti, clienti e concorrenti ben al di là di come loro stessi vorrebbero liberamente e diversamente evolversi e/orientarsi?
Le Dolomiti di Brenta dalla Malga Zambana in Paganella (febbraio 2014)

Le Dolomiti di Brenta dalla Malga Zambana in Paganella,  febbraio 2014 – foto rl

 Nei due post precedenti ho parlato del turismo trentino. Il discorso marketing mi è venuto fuori spontaneamente. L’aspetto che a me sta maggiormente a cuore del complesso delle attività del marketing (turistico trentino, in questo specifica sede) è quello del marketing di prodotto e della informazione sui prodotti. Già mi sono espresso sulla necessità di colmare il gap che spesso si crea fra la legge di regolazione della materia e la sua attuazione. Così come mi sono espresso su come vedo che debba essere impostato il sistema informativo, che poi può diventare anche lo strumento di vendita. Ad esempio, se volete andare in Francia, attraverso il vostro computer (computer? Quando mai!? Ordinnateur, in francese, per carità! Che non se n’abbiano a male!) da casa potrete conoscere l’intera gamma dell’offerta turistica nazionale ed acquistare ogni prodotto relativo (biglietti per il battello sulla Senna, per i musei, etc.).  Dice … ma allora, a che pro scrivi questo terso post? Eccomi, per presentarvi una nuova categoria di marketing. Il

4 – Marketing copiativo

Ovvero: almeno, raga, copiamo da Bolzano, dall’Austria e dalla Francia … mica c’hanno il brevetto loro … mica c’hanno …. Oh, almeno l’ho detta tutta …. finalmente .. l’era ‘n pez ...

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LA RIFORMA DEL TURISMO TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2014 @ 11:28 am

Detto altrimenti: fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza …   (post 1828)

Anno 1828: si pubblica a Genova “L’indicatore genovese” sul quale scrive e commenta un giovane ventitreenne, tale  Mazzini  Giuseppe di Giacomo e Maria Drago in Mazzini, il quale dopo poco viene arrestato ed esiliato. E il giornale chiuso.

Boschi della Paganella, foto rl, febbraio 2014

Boschi della Paganella, febbraio 2014 -Foto rl

Riforma? Quasi. Infatti si mette mano a molti principi di fondo – sia pure importanti – ma forse non si dà ancora abbastanza centralità al collegamento fra il livello “Legge” e il livello ” sua attuazione, nel senso che la legge non può e non deve essere eccessivamente dettagliata, purchè poi “per strada” all’atto pratico gli intendimenti di legge non siano concretamente disattesi. Dice … ma tu, che intendi per “riforma”?  Provo a spiegarmi. Oggi pare che i problemi principali per riformare il turismo siano soprattutto:

  • distinguere i poteri/doveri fra i vari enti e livelli istituzionali e privati che se ne occupano soprattutto per reclamizzare e vendere i prodotti turistici esistenti.
  • affittare spazi pubblicitari.

Io invece mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature, nel senso che forse converrebbe concentrarci “anche” su alcuni aspetti concreti, magari “anche” a livello legislativo, quali il

  1. come migliorare tutti i prodotti esistenti, magari semplicemente copiando quanto di meglio eventualmente facciano i nostri vicini (Bolzano) e quasi vicini (Austria) in ciascun settore considerato;
  2. definire meglio “chi fa cosa, con quali fondi; poteri + responsabilità“ nel settore del marketing e della vendita dei prodotti turistici,
  3. ampliare la gamma dei prodotti offerti, mettendo in rete singoli prodotti parziali, magari in collaborazione con enti privati. Alcuni esempi: organizzare a lanciare i seguenti “prodotti rete”:
    • circuito degli affreschi dei Baschenis e dei castelli trentini (in collaborazione con il FAI);
    • circuito dei canjon trentini (in collaborazione con la SAT);
    • circuito delle piste ciclabili della Regione (in collaborazione con FIAB);
    • circuito dei prodotti turistici “dislivelli” anche in estate (v. post precedente), (in collaborazione con FIAB, UISP; SAT  Società impiantistiche);
    • circuito dei concerti (in collaborazione con il Conservatorio Bonporti);
    • circuito delle presentazioni letterarie (in collaborazione con la rete delle Biblioteche Civiche);
    • circuito delle rappresentazioni teatrali (in collaborazione con il Coordinamento Teatrale Trentino);
    • circuito dei masi trentini (in collaborazione con l’associazione degli agricoltori);
    • circuito degli avvenimenti e delle manifestazioni sportive (in collaborazione con CONI, FISI, SAT, UISP, etc.);
    • etc.
  4. Istituire una piattaforma web informativa unica, alimentabile dai soggetti a ciò abilitati a seguito di normale iscrizione e consultabile da chiunque, per mezzo di qualsiasi apparato edp (computer, telefonino, ipad, etc.), secondo la chiave di estrazione preferita. Ad esempio: quali concerti si tengono oggi a Trento? Oppure, cosa offre oggi Riva del Garda? Oppure, cosa offre il Trentino nella giornata odierna? Ovvero, secondo criteri di genere, tempo e luogo utilizzati singolarmente o secondo i loro possibili mix.
  5. creare una carta mobilità unica per tutte le aree di sosta della Regione (in collaborazione con Trentino Mobilità);
  6. istituire un sistema di prenotazione e guida agli spazi di sosta per camper e pullman (in collaborazione con Trentino Mobilità);

Al solito … dice, ma la tua è un’utopia! Ed io, al solito, rispondo: l’utopia è un obiettivo semplicemente non “ancora” raggiunto … e poi, guai a vivere senza un’utopia cui tendere! Sai che piattume, che squallore …

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ASPETTANDO LA NEVE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2014 @ 10:31 am

Detto altrimenti: “The north wind does blow and we shall have the snow …”  (post 1827)

Anno 1827: Alessandro Manzoni pubblica “I promessi sposi”; Giacomo Leopardi le “Operette morali”. Lo Stato pontificio è il più crudele repressore dei movimenti liberali, ghigliottina pubblica inclusa.

Il vento del nord soffia e ci porterà la neve … recita una vecchia poesia inglese. Ma qui da noi il vento del nord scarica neve sul versante nord delle Alpi e a noi porta il vento “foen”, senza neve. Quello che ci serve invece è una robusta precipitazione da sud ovest, dal golfo di Genova, per intendersi, ma se la neve per noi vuol dire alluvione per Genova, allora alla neve ci rinunciamo.

18 aprile 2014, da Cima Paganella vrso i laghi di Cavedine e di Garda

18 aprile 2014, da Cima Paganella verso la Valle dei Laghi (Cavedine e  Garda)

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Negli ultimi cinque anni ho iniziato a sciare una volta a fine novembre, tre ai primi di dicembre, una a fine dicembre. E quest’anno? Quest’anno – per capirsi – a marzo la stagione sciistica è stata raggiunta dalla stagione ciclistica, ultima sciata il 18 aprile e la bici ha poi trionfato, almeno per quanto mi riguarda, da marzo fino all’8 dicembre.

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8 dicembre 2014: dalla Valle dei Laghi verso Cima Paganella

Ma quest’anno … la neve? La aspettiamo con ansia. Innanzi tutto per la nostra industria turistica invernale. Poi per le necessità idriche dei boschi e del sottosuolo. Infine per noi stessi, singoli sciatori. L’industria turistica invernale … già, si basa soprattutto sulla vendita di un prodotto composto: “neve+dislivelli”. I dislivelli, ovvero la vendita della risalita meccaniche: funivie, seggiovie (sklift non ce ne sono quasi più … uno sul ghiaccia della Presena, un paio in val Senales ..).

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th93P2Z2CHEcco, i “dislivelli” sono un prodotto turistico da vendere. Anche in estate, più di quanto non si stia già facendo adesso. Mi spiego: l’età media della popolazione è in aumento. Il numero dei ciclo-turisti e dei ciclo-escursionisti è in fortissimo aumento. Non tutti costoro sono in grado di effettuare le salite montane. Oggi chi è in grado di affrontarle, scende (troppo) liberamente per sentieri e non, interferendo con l’uso della montagna “pedibus calcantibus”. Due anni fa il CAI centrale ha pubblicato il Quaderno di ciclo escursionismo (Quaderno n. 11), reperibile in internet.

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“E tu Austria, che sei la più forte …”

L’Austria ha iniziato a normalizzare questa pratica ciclistica, mettendo in rete e collegando i percorsi di discesa di ben 16 funivie già esistenti (www.tirolo.com/bikesafari). Il tutto con partenza da Nauders, attraversando tutto il Titolo fino a Walchsee, 660 km il percorso totale (in auto sarebbero solo 220); 25.000 metri di dislivello in salita di cui 12.000 in funivia. A richiesta vengono forniti gps, cartine, profili altimetrici, eventuali accompagnatori, prenotazioni alberghiere, assistenza meccanica e medica, etc.  (notizia “BC-La rivista della FIAB”, anno 4, numero 2, pagina 42.)

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th6PT4DQ1FE noi, in Trentino, cosa possiamo/dobbiamo fare? Dobbiamo dare centralità al problema e riconoscere e/o tracciare percorsi in discesa per ciclo escursionisti che usufruiscano di mezzi meccanici di risalita collegati, alla loro stazione di partenza, al sistema delle piste ciclabili di fondo valle e che dalla stazione di arrivo, in quota, riconducano i ciclo escursionisti a valle, ricollegandoli al sistema delle piste di fondovalle. Quindi possiamo prevedere tessere di risalita giornaliere o pluri-giornaliere (in Austria 3 o sei giorni).

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Il risultato? Il Trentino “Bikeland delle Alpi” (molto meglio “Trentino-Sud Tirolo, Bikeland delle Alpi”) e miglior risultato economico delle società impiantistiche. Oltre l’intero l’indotto. Vi pare poco?

E allora, warum nicht? Perché no?

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VISIONE D’INSIEME E PERCEZIONE SENSORIALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Dicembre, 2014 @ 9:45 pm

Detto altrimenti: coraggio, ragazzi, cerchiamo di capire il nostro futuro   (post 1826)

Anno 1826 : sul Lago Maggiore compare il primo battello a vapore.  I battelli a vapore consentirono ad altri la colonizzazione (schiavizzazione) del centro Africa.

Siedo in cima ad una alto scoglio: ho la massima visione d’insieme del mare e nessuna percezione sensoriale. Man mano che scendo le percezioni si invertono. Se poi mi tuffo nelle onde, ho la massima percezione sensoriale e nessuna visione d’insieme.

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“Avete visto come si fa?”

Papa Francesco ha la massima visione d’insieme. Grazie a lui dopo 52 anni si ristabilisce la pax politica fra USA e Cuba. Lo cito volentieri, così almeno sono sicuro e essere riuscito a  farmi capire.

Qualcuno dice: usciamo dall’euro! Vuol dire che nel primissimo breve termine stamperemo più moneta, la svaluteremo e saremo a posto. Questa è una percezione sensoriale. Infatti nell’immediato successivo breve termine una corretta visione d’insieme ci farà capire che ogni nostra importazione ci costerà il doppio.

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th[10]Dispiace che la Fiat si sia trasformata e sia “andata all’estero”. A me per primo. Tuttavia questa è una percezione sensoriale. Una visione d’insieme ci direbbe che l’Italia non può più essere il Paese delle grandi industrie.

Siamo favorevoli o contrari agli F35 e/o al TAV franco piemontese. Si tratta di due percezioni sensoriali. Una corretta visione d’insieme ci porterebbe ad allineare tutte le priorità, non solo alcune.

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"Intanto comincio con il 15% ..."

“Intanto comincio con il 15% …”

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Il Presidente Napolitano riduce del 15% gli stipendi dei neo assunti nel quirinale. Ne ricaviamo un’ottima percezione sensoriale. La visione d’insieme la avremmo se conoscessimo l’organico del Quirinale e quel 100% sul quale si applica la riduzione del 15%.

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th[5].

Nella classifica europea del grado di istruzione, siamo quasi il fanalino di coda. Inseriamo la meritocrazia nelle retribuzioni dei professori, anzi poi togliamola subito! Due percezioni sensoriali. Una visione d’insieme ci porterebbe a chiederci come mai il figlio di un meccanico di bicilette rifiuta di “farsi un mazzo tanto” per guadagnare quattro soldi, quando entrando in politica …

La giustizia è lenta. Colpa delle troppe leggi e del poco organico. Percezioni sensoriali. Una visione d’insieme ci porterebbe a chiederci come mai non si è investito nell’automazione della giustizia ma solo in quella dell’Agenzia delle Entrate (e non anche in quella delle Uscite) e nelle varie società telefoniche.

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Alitalia è andata male. Colpa sua, tua …: solita percezione sensoriale. Una visione d’insieme ci porterebbe a chiederci perchè la nostra industria turistica e così mal organizzata e perché non si è provveduto per tempo ad organizzarla come si deve, ivi compreso l’utilizzo della compagnia di bandiera per trasportare i turisti da tutto il mondo (che comunque non potremmo mai trasportare con gli F 35, i quali non servono nemmeno per spegnere gli incendi).

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Devono diventare banconote per il gioco del Monopoli

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La corruzione dilaga. Aumentiamo le pene ed i controlli. Percezione sensoriale. Una visione d’insieme ci porterebbe a migliorare la gestione: infatti se in una SpA le differenze di magazzino merci sono elevate, non bisogna limitarsi a rilevarle correttamente con un rigoroso inventario, bensì occorre intervenire a monte, sulla gestione delle merci.

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Qualcuno dice: forza con i concordati fiscali per i grandi evasori,  meglio pochi e subito che … Altra percezione sensoriale. Infatti la visione d’insieme ci dovrebbe mostrare che l’evasione equivale a circa 150 miliardi l’anno, circa la metà delle tasse che noi che ogni anno versiamo allo Stato. Senza evasione, noi ne pagheremmo la metà.

Lotta all’evasione fiscale: va bene. Lotta alla corruzione: va bene. Sono due percezioni sensoriali del problema. Una sua visione d’insieme imporrebbe di combatterle con un’azione bi-partisan, Come? Ad esempio limitando a 50 euro l’uso del contante in tutta Europa (dice, vabbè, ma poi c’è chi va in Argentina …).

Il debito pubblico è troppo elevato e cresce continuamente, non lasciando spazio alle risorse per gli investimenti? E noi aumento le tasse! Percezione sensoriale. Infatti in tal modo diminuiscono i consumi e quindi la produzione e quindi i posti di lavoro. Solita percezione sensoriale. Una visione d’insieme ci porterebbe a decidere l’emissione di una prima tranche di 500 miliardi di “nuovi” titoli di stato irredimibili, da acquistarsi per conversione volontaria dai redimibili ed aventi un rendimento appena superiore ai “vecchi”. Libereremmo 500 miliardi per gli investimenti.

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Mettiamole le strisce!

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L’Europa lo vuole! Ad esempio, il TAV Torino – Lione. E noi ci adeguiamo (percezione sensoriale). Una corretta visione d’insieme ci porterebbe invece a dire: lo facciamo insieme alle altre necessità europee, ad esempio la normalizzazione bancaria e fiscale, Lussemburgo in testa!

Dobbiamo investire nell’industria, no nella scuola, no nel turismo etc.. Una serie di percezioni sensoriali. La visione d’insieme? Quale è il modello aggiornato del nostro futuro? (dico “futuro”, non “crescita”): per me, gli Stati Uniti d’Europa!

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Quel comandamento era “non commettere adulterio” Chiarito questo molti si adegueranno (percezione sensoriale). Una corretta visione d’insieme ci porterebbe ai sacerdoti donna ed al matrimonio dei sacerdoti.

.th[10]

L’India – Paese nel quale ogni giorno molta gente muore di fame e le donne vengono stuprate a decine … ma ha la bomba atomica … (ah vabbè … allora …) non ci restituisce un nostro marò e reclama l’altro che si trova in Italia. L’Italia non lo restituisce e richiama l’ambasciatore. Questa è finalmente una visione d’insieme.

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QUANTE VOLTE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Dicembre, 2014 @ 2:13 pm

Detto altrimenti: da solo o in compagnia?   (post 1825)

Anno 1825 – Un muratore di Portland inventa il “cemento”.  Non morirà ricco.

thOG6K23ILIl 13 novembre scorso (cfr. ivi) mi permettevo di affermare che 200.000 euro a comandamento, forse, al pur ottimo Benigni erano troppi soprattutto in tempo di spending reveiw. Ma oggi non è di questo che voglio parlare ma di un altro argomento anzi due.

1) Il comandamento originario non era “non commettere atti impuri” bensì “non commettere adulterio”. Sono cose ben diverse    (però … ad averci riflettuto prima …).

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th[5]

Quel Benigni … mah?

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2) Ho letto che il teologo Vito Mancuso critica il lavoro di Benigni. A mio avviso fa male, perché un dentista esperto in ponti odontoiatrici non è in grado di valutare il lavoro del progettista di un ponte stradale e viceversa. Si tratta di ponti diversi. E Benigni castigat ridendo mores …

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MAFIA CAPITALE (… adelante Pedro, con juicio …)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Dicembre, 2014 @ 9:41 am

Detto altrimenti: stiamo attenti a non fare di tutt’erba un fascio. anche sulla vicenda Mafia Capitale    (post 1824)

Anno 1824: Mendelsshon, diciassettenne, compone il suo capolavoro: “Sogno di mezz’estate”

Amiche lettrici e amici lettori, come sapete questo “mio” (“mio” perché in realtà è dell’editore!)  è anche un “open blog” aperto cioè – su mia iniziativa – anche  a interventi originari di terzi.

Mafia Capitale. Sono venuto in possesso di una lettera (firmata) inviata da … al Corsera. Non essendone richiesto e senza averne io stesso richiesto autorizzazione all’autore, la pubblico qui di seguito perché, come diceva il Manzoni, “la ragione e il torto non si dividono mai con un taglio netto tal che l’una resti interamente da una parte e l’altro dall’altra” . Resta un fatto: ciò che colpisce è la notizia. La successiva smentita e/o la riabilitazione ben poco vale a risarcire chi sia stato danneggiato dalla prima ondata.

th[4].

Ricordate il film dl 1972 (D. Damiani) interpretato dal grande Nino Manfredi? “Girolimoni, il mostro di Roma”? Rievoca un fatto realmente accaduto sotto il fascismo. Il fotografo giornalista Gino Girolimoni venne arrestato con gran clamore sotto l’accusa di avere violentato e ucciso alcune bambine. Risultato poi innocente, venne scarcerato nel più assoluto silenzio stampa. La sua onorabilità fu in tal modo distrutta fino alla morte avvenuta nel 1967.

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E allora, ecco la lettera

Inizia

Roma, 17 dicembre 2014

Mi chiamo …. sono un dirigente di aziende pubbliche, conosco per motivi di lavoro l’ing. Giovanni Fiscon, direttore generale di AMA ammanettato sul lavoro e tuttora incarcerato (a Campobasso) nell’ambito dell’inchiesta “mafia capitale”.

La notizia dell’arresto mi ha lasciato incredulo. Invano ho cercato notizie sulle accuse che vengono rivolte all’ing. Fiscon, sui fatti che gli vengono addebitati. Ma mi sono reso conto che la descrizione dei fatti che motivano gli arresti, anche dei principali imputati, è quasi del tutto assente dai reportage giornalistici. Il 90 per cento delle notizie riguardano le amicizie, le frequentazioni, i precedenti. Sono riportate con dovizia di particolari le conversazioni, le telefonate, le frasi ormai celebri. Sia chiaro: ritengo che ciò sia giusto e corretto, è giusto, è bene che ai cittadini sia presentato questo quadro raccapricciante, sia descritta questa sottocultura criminale con i suoi modi di agire, di esprimersi, di vivere. Ma è difficilissimo trovare notizie più dettagliate sui fatti: quali sono stati gli appalti manipolati? Chi sono, in quella azienda, in quell’appalto, in quell’affare, il corruttore e il corrotto? Quanto valgono gli appalti che sono stati “governati” dalla banda Carminati?

La mia non è semplice curiosità. Mi piacerebbe sapere quanta parte dell’economia del mio Paese e della mia città elettiva è controllata o influenzata dal malaffare. Credo che questi dati si trovino negli atti dell’inchiesta, di cui i giornalisti sicuramente dispongono. Perché non si trovano sui giornali?

Vengo a Fiscon: quale è il ruolo che gli viene attribuito? Di quali fatti concreti è accusato? Leggo Il Corriere della Sera da quando ho imparato a leggere, quindi da più di 60 anni, vedo la TV, ascolto la radio. Nulla. Ho provato a chiedere a comuni conoscenti e ho raccolto qualche voce. Sembra che una delle cooperative facenti capo a Buzzi abbia vinto almeno una gara di AMA. In quanto direttore generale, Fiscon ha avuto di certo un qualche ruolo nelle gare di AMA, ma non risulterebbe né corruttore né corrotto; però, avendo avuto un qualche ruolo nell’assegnazione di un appalto sarebbe automaticamente complice, farebbe parte dell’associazione a delinquere, della “banda”.

Dunque, si può sapere di che cosa lo si accusa? Un dirigente, specie se di elevato livello, ha certamente responsabilità “di posizione”. Può avere agito in prima persona per fini illeciti, può non essere stato abbastanza diligente e professionale nel vigilare sui suoi collaboratori, ma può anche avere a sua volta subito una condotta delittuosa di altri, può essere la prima vittima dei delinquenti che hanno agito ai danni della sua società.

Nella mia esperienza professionale ho visto molti casi in cui dirigenti accusati e arrestati sono infine stati prosciolti con formula piena. Qualche caso celebre è stato celebrato sui media. Ma molti, moltissimi sono i casi in cui il responso della Magistratura giudicante non è mai arrivato e non arriverà mai. La prescrizione aiuta i delinquenti e lascia l’ombra del dubbio sugli innocenti. La lentezza della giustizia italiana completa un quadro desolante.

Torno alla mia incredulità e a Giovanni Fiscon. Una cosa certa è che la sua vicenda giudiziaria durerà anni, prima che la sua posizione sia chiarita. E forse non lo sarà mai. Per quel che vale la mia opinione, non riesco a credere che sia un bandito di Mafia Capitale: gli auguro perciò di avere la forza d’animo per resistere.

E voi giornalisti, per favore, dateci notizie, non solo pezzi di colore criminal-romanesco.

Grazie.

(Lettera firmata)

Finisce

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Così v’imparate a sta’ zitti …!

La Magistratura, guai ci venisse a mancare anche quella! Saremmo preda di ogni (ulteriore) violenza possibile e immaginabile! La libertà di stampa, la stampa: guai se mi venisse a mancare! Mi sembrerebbe che a mancare fosse l’aria che respiro. Io stesso infatti due post fa (15 dicembre, “Turchia liberticida”) ho denunciato la violenza del governo turco che ha arrestato “preventivamente” 27 giornalisti “rei” di poter avere l’intenzione di rivangare uno scandalo per corruzione che aveva coinvolto l’allora primo ministro – ora presidente – Erdogan.

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Tuttavia non posso esimermi dall’evidenziare una tendenza opposta, quella della “magistratura tutti dentro poi vediamo”, della spettacolarizzazione aprioristica che fa di tutt’erba un fascio, dell’azione e dell’informazione parziale, comportamenti strumentali all’incremento della popolazione carceraria e della tiratura dei giornali e non all’accertamento ed all’informazione su di una “verità del momento, completa anche se non definitiva” che rispetti la persona fino alla condanna passata in giudicato. In entrambi i casi, romano e turco, si dovrebbe evitare di cadere nell’applicazione dell’inversione dell’onere della prova, come in materia fiscale: “sei colpevole a meno che tu non dimostri il contrario”.

(A mio avviso, sempre salva – s’intende – l’opportunità dell’auto sopensione da parte delle persone fortemente indiziate, ove si tratti di politici)

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SPECIE A RISCHIO DI ESTINZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Dicembre, 2014 @ 5:09 pm

Detto altrimenti: no, non specie vegetali, bensì artigianali, pmi …   (post 1823)

Anno 1823 : Commutata la condanna a morte del Conte Confalonieri. Gli USA ottengono dall’Europa il non intervento nella loro “conquista del West”.  Dice Monroe: “L’America agli Americani”. Ma non a quelli veri, bensì a quelli arrivati dall’Europa.  La strage degli indigeni continua. Beethoven compone la Nona Sinfonia.

WP_20141215_001Il Trentino ha molte piccole aziende familiari o quasi, sicuramente artigianali, a rischio di estinzione per … mancanza di successori. Infatti, non tutti I titolari  hanno figli, nè tutti i figli sono disponibili a “sobbarcarsi” la responsabilità e l’impegno del duro lavoro dell’artigiano. Io conosco alcune di questa splendide realtà, in campi diversi. Nella Busa del Garda ne spicca una, un’officina meccanica. Qui a Trento oggi mi è capitato di visitare una piccola “Euroflora”, ovvero una serra, “piccola” solo se paragonata all’Euroflora di Genova, ma altrimenti grande, nel senso di “big” e di “great”. Infatti è bellissima, merita una visita anche solo per “vederla e guardarla”: il (buon) gusto, l’ordine e la pulizia  … appena entrato ho detto a mia moglie: “Qui c’è tanto amore, tanta passione, tanto lavoro”. Infatti.

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La proprietaria … scopriamo che è nostra amica, nel senso che frequentiamo certi nostri comuni ambienti culturali. Conferma le mie impressioni. Lei e il marito sperano che qualcuno si proponga per la “successione”. Credo che un fenomeno del genere potrebbe diventare un obiettivo della politica provinciale: uno studio, un censimento, un progetto completo ed unitario che abbia la sua doverosa centralità. Chi può suggerirlo al Governo della Provincia?

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