GUTTA CAVAT LAPIDEM: I TITOLI PUBBLICI IRREDIMIBILI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Febbraio, 2024 @ 5:43 pm

Batti e ribatti … hai visto mai che che io, piccola goccia, non riesca a perforare la roccia dei negazionisti … negazionisti del ricorso all’emissisone di Titoli Pubblici Irredimibili Rendita!

I TITOLI PUBBLICI IRREDIMIBILI Sono Titoli

– rispetto ai quali il Tesoro non è tenuto a rimborsare il capitale, bensì a retribuirli con un rendimento maggiore dei consueti titoli redimibili; chi vuole recuperare il capitale, li vende nella Borsa Valori;
– il cui tasso di rendimento è in parte fisso e in parte variabile, il che ne mantiene il valore a livello non inferiore al 100;
– escludono espressamente il diritto unilaterale del Tesoro al loro riscatto, il che li fa riclassificare titoli non più di debito, bensì di rendita;
– aumentano la liquidità del Tesoro senza aumentare il debito pubblico;
– se emessi in sostituzione volontaria di tranche di titoli di debito in scadenza, diminuiscono il debito pubblico;
– attraggono volontariamente verso il nostro settore pubblico la ricca finanza privata italiana ed estera;
– rappresentano una valida risposta all’ammaliante e micidiale canto delle sirene Criptovalute;
– il maggiore esborso a fronte di maggiori interessi è più che compensato dal cessati rimborsi in linea capitale;
– quando il Tesoro ne vuole diminuirne la massa in circolazione, si presenta come loro libero acquirente nella Borsa Valori.

Nel 2020 una grande banca italiana ha emesso 1,5 miliardi di propri Irredimibili, ricevendo richeste di acquisto per ben 6,0 miliardi! E dire che gli Irredimibili pubblici sono tassati la metà degli Irredimibili privati (bancari).

Ed allora perchè no? Se non ora, quando?

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NEVICATE IN CALO? NO PROBLEM!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Febbraio, 2024 @ 3:05 pm

Ecco copia della mia lettera odierna ad un importante quotidiano di Trento:

Egregio direttore,
mi collego al rapporto “Clisi climatica, neve in calo del 41%” pubblicato a pagina 8 del Suo giornale di oggi, 20 febbraio 2024. Non mi soffermo sulla nota gravità di un fenomeno preoccupante sotto molti aspetti e vengo ad una proposta che potrebbe far fronte ad almeno per uno di essi: quello turistico. Elenco le circostanze alla fine delle quali esporrò la mia proposta:

– L’innevamento è in costante diminuzione.
– La Provincia spinge ad incrementare il turismo nelle stagioni “intermedie” (primavera e autunno) non ancora sature di turisti.
– Il cicloturismo e ciclo escursionismo sono in costante aumento anche grazie alla forte diffusione delle e-bike: si tratta di attività che possono benissimo essere svolte anche in primavera e autunno. La materia è regolabile secondo le indicazioni del CAI Centrale, Quaderni di ciclo turismo e ciclo escursionismo, reperibili in internet.
– L’Austria ha attivato da anni il Tirol Bike Safari (“safari” significa viaggio), mettendo in rete circa 750 km di ciclo discese e attirando masse notevoli di turisti “a pedali”.

La mia proposta.

– Far sì che la nuova cabinovia Trento – Monte Bondione inneschi la realizzazione del nuovo prodotto turistico a livello provinciale, il Trentino Bike Safari, con l’attivazione di un primo anello: Valle dell’Adige- Valle dei Laghi- Altogarda Trentino, nei due sensi di marcia.
– Si tratta infatti di vendere il prodotto turistico “nostri dislivelli” non solo per lo sci e per le gite estive, ma anche nelle altre due stagioni ed anche ad una nuova categoria di turisti.
– Quanto alle probabili perdite di gestione della prima fase di avviamento dell’impianto funiviario, basterebbe farlo realizzare da una SpA comunale multisevice che accorpasse anche SpA in forte utile di bilancio che oggi versano (“inutilmente”) al fisco statale importanti imposte sul tale loro utile di bilancio: così facendo si utilizzerebbe parte di quelle ingenti somme per pareggiare quell’eventuale iniziale sbilancio gestionale della cabinovia.

Riccardo Lucatti – Italia Viva Trentino

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LIBRI: DA TRENTO A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2024 @ 7:37 pm

Ieri pomeriggio, un libro a Trento (v. post).
Oggi a Riva del Garda la “mia”Associazione Amici della Musica (“mia” in quanto partecipo al suo consiglio direttivo da 15 anni), per iniziativa della neo presidente Federica Fanizza, ha organizzato la presentazione del libro “L’OPERA DELLE PRIME DONNE” da parte dell’autrice, cantante e regista lirica STEFANIA BONFADELLI.

  • “Opera” nel doppio senso di evento musicale teatrale e anche nel senso di iniziativa intrapresa, lavoro svolto, risultato ottenuto.
  • – “Prime” nel doppio significato 1) di avere inaugurato l’accesso delle Donne al ruolo di cantanti liriche al posto di “evirati cantori”, in un mondo nel quale la parola “donna” si scriveva con la “d” minuscola; 2) di essere le principali protagoniste della scena.
  • Mi ha colpito che la prima delle “prime donne” sia stata nel 1650 tale Anna RENZI. Ovviamente il cognome RENZI mi ha immediatamente colpito e ho intertretato la coincidenza come un ottimo buon auspicio per l’avvio di una nuova “opera”: l’ UE POLITICA alle prossime elezioni europee!
  • E’ seguita la nostra Assemblea di bilancio nella quale si è approvato il bilancio consuntivo 2023 e si è delineato il piano dei concerti per il 2024, che comprende per giugno un concerto di STEFANIA NEONATO su fortepiano.

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PRESENTAZIONE DEL VOLUME “I VOLTI DELLA FEDE”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2024 @ 1:28 am

A cura di Rocco Cerone (testi) , Giancarlo Rudari e Matteo Festi (foto).

Ieri pomeriggio presso i locali della Parrocchia S. Carlo Borromeo, una delle numerose presentazione del libro, alla presenza di due degli autori dei testi-tstimonianza ivi contenuti: il parroco Don Lino Zatelli e Don Marcello Farina.
La pubblicazione – approvata dallo stesso Papa Francesco – è stata realizzata grazie al contributo volontario dei tre curatori. Il ricavato dalla vendita del libro sarà devoluto a Padre Francesco Patton per i cristiani  in Terra Santa.
Preziosi per l’uditorio gli interventi di Rocco Cerone, Don Lino Zatelli, Don Marcello Farina.
In una sala stracolma di persone, un invito ad una Chiesa-Ecclesìa-Adunanza, Unione, Dialogo, Ascolto, Apertura, Comunicazione; ad una Fede Ricerca; ad una Religiosità Laica, ovvero aperta ad ogni altra forma, che si vuole realizzare già nel “mondo”, cioè nelle “relazioni umane”.
Una “perfezione di umanità” da realizzare nell’unico ambiente che ci è concesso quindi già nella nostra vita, nel rapporto con l’Altro.
E’ stata sottolineata la necessità di adeguare il linguaggio ai tempi: le “parole” sono importanti e devono essere adeguate al Volto del loro destinatario.

In particolare Marcello, per evidenziare l’importanza di conoscere l’altro e di utilizzare le parole giuste in ogni occasione, ha raccontato che per celebrare il recente funerale di una scrittrice, persona conosciuta ed amica, si è preparato per alcuni giorni, rileggendone le opere che lui stesso aveva presentato, per evitare di utilizzare vuote formule. Ciò, per farla  “vivere” nel ricordo proprio e dei partecipanti alle esequie.

Considerazione personale: i due amici sacerdoti sono grandi Comunicatori di Fede e Attrattori di attenzione: lo dimostrava ieri la grande partecipazione di fedeli alle Messe di Marcello Farina a Trento (riempivano il Duomo!) e lo dimostra oggi la grande partecipazione a quelle di Don Lino nella sua parrocchia (oltre 1000 fedeli alle Messe domenicali!) , come pure le “trasferte” di chi oggi parte da Trento per assistere alla Messa domenicale di Marcello, ritiratosi in pensione a Balbido (90 km a/r).

P.S.: Marcello Farina è stato nominato Monsignore ma lui non vuole che si dica.

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CULTURA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Febbraio, 2024 @ 2:19 pm

L’attuale calo demografico porta sempre più ad accentrare un’attenzione esagerata ed esagitata sul bambino, al quale servirebbe, parafrasando al contrario don Milani, più un sano “chi se ne frega” che un continuo “I care” da parte dei genitori/parenti/condomini/ comunità tutta: da parte di una terza/quarta età che si aggrappa alla prima per ritrovare un po’ di vita e di senso. Questa iper attenzione si riverbera nei whatsapp dei genitori contro i docenti “rei di: un ottimo Sorrentino auspica l’intervento di Dio a riguardo. Non sugli allievi ma sui genitori degli allievi. Attenzione ansiogena che è aumentata esponenzialmente nel post Covid e che rimette in discussione i Decreti Delegati e la corresponsabilità genitoriale.

E quanto sopra sarebbe il minimo se invece non si accompagnasse anche alla supponenza del sapere. Sono sempre più, infatti, i laureati onniscienti sui social che spiegano non lasciando spazio alcuno a coloro, come ai docenti, che un minimo di competenza sulla materia specifica avevano maturato. Quest’ultimi sanno di non sapere e di arrancare nell’interdisciplinare ma al contrario, nel sapere, ove si cimentano da una vita, avrebbero pur qualcosa da dire. E invece si trovano in una sorta di afonia disarmante nei confronti dell’incompetente tuttologo strabordante di certezze che “spiega tutto”: altro che “dubbio sistematico” di Ivan Illich.

Poi c’è l’“orgoglio dell’ignoranza” come marchio distintivo. Nella recente storia italiana abbiamo visto, con una certa incredulità, un comico decidere le sorti del paese pur ammettendo, a posteriori ed a danni ormai fatti, di aver sbagliato tutto. Al sottoscritto son cadute letteralmente le braccia quando ha sentito dallo stesso di avere caricato del  pane sulla sua auto per portarlo ad Atene durante la crisi: un miscuglio di caritatismo, ignoranza, e vuoto indecifrabile. Non è un caso che il re degli ignoranti, tale  Adriano Celentano, abbia fatto un endorsement per il M5S e Grillo. Lo seguirono Mannoia, Mina e molte altre persone abituate a tenere il microfono in mano nel mondo dello spettacolo, microfono che  nella vita non insegna, non studia, non si confronta, non ha mai abitato la contraddizione e la fatica della politica…. ma canta che ti passa.

Ed è stato proprio l’orgoglio del “non studio”, di non essere tra i saccenti, dell’uno vale uno, che portarono molti amministratori a cancellare gli esami di riparazione nelle province autonome, ad allungare i ponti e le vacanze, ad abolire i compiti per casa. Insomma, un liberi tutti che va nella direzione opposta alla filosofia del don Milani citato che faceva studiare i propri allievi anche a Natale.

Il recente attacco a Renzo Piano da parte di Forza Italia, reo di essere un’archistar riconosciuta da tutto il mondo, fotografa benissimo il Bel Paese. Una certa classe politica vorrebbe la fila di geometri di second’ordine che chiedono, cappello in mano, appuntamento all’assessore che, in cambio di una promessa di voto, lascerà aprire una velux (già peraltro prevista da regolamento comunale appositamente incomprensibile). Che se ne fa questo maledetto paese fondato sul voto di scambio di un neo Michelangelo riconosciuto in tutto il mondo?

Anche il binomio simpatia/competenza la fa da padrone in una società invidiosa e culturalmente deficitaria. Due senatori che hanno subìto recenti attacchi rei di essere riconosciuti all’estero (nemo propheta in patria) avevano elaborato “Italia Sicura” contro il rischio idrogeologico caratterizzato da frane ed esondazioni. Gli italiani preferirono sostituirli con incompetenti patentati che hanno tolto risorse ad Italia Sicura per destinarle al reddito di cittadinanza. L’esatto contrario di ciò che avrebbe fatto John Maynard Keynes che con le opere pubbliche ricreò lavoro, dignità e seguente tassazione pro welfare. Insomma, all’italiano medio sembra preferire il chirurgo piacione ed incapace anziché quello forse scorbutico ma bravo. Ed ecco la solidarietà nazional popolare a Conte che denuncia meno di un operaio part-time e l’attacco a Renzi reo di pagare più di un milione di tasse all’anno grazie alle sue conferenze in diversi continenti. Quanto odio suscita da parte dei mediocri il primo della classe? Basta vedere una trasmissione della Gruber (otto e mezzo) per vedere quanto i giornalisti mediocri non riescono a tener testa ad uno statista e scivolano di continuo sul futile e il banale senza una sola proposta politica.

Questo clima anti-intellettuale ha precedenti gravi in Europa. Durante la guerra civile spagnola (1936-1939) e la seguente dittatura (1939-1975) del caudillo Francisco Franco, la repressione reazionaria del terrore bianco (1936-1945) fu particolarmente anti-intellettuale, con 200.000 civili uccisi tra cui l’intellighenzia spagnola, gli insegnanti e gli accademici politicamente attivi, gli artisti e gli scrittori della seconda repubblica spagnola. Lo slogan del generale José Millán-Astray fu “Morte all’intelligenza! Viva la morte!”

Nell’Europa di oggi Orbán non è da meno. Approfittò della pandemia per chiudere tutte le biblioteche. Già dal 2017 non ammise Atenei non ungheresi ed il suo controllo su quelli ungheresi fa ricordare gli anni più bui del comunismo. I centri di ricerca dell’Accademia Ungherese delle Scienze sono passati sotto il suo controllo. L’istituto, che godeva di riconoscimento internazionale, è ora gestito da un direttivo composto esclusivamente da personalità scelte dal Orbán. Simile è anche la vicenda che ha coinvolto l’Università del Teatro e delle Arti Cinematografiche. Insomma, una sorta di Istituto Luce nell’ Europa politica di oggi.

Ai confini con l’Europa, in Turchia per Erdogan ogni docente è automaticamente considerato sospetto. E dunque è da investigare. I numeri parlano da soli: a parte le decine di migliaia di soldati, ufficiali e generali arrestati o sotto inchiesta, lo stato d’emergenza che si sta prolungando negli anni e la guerra contro giornalisti (ad almeno 34 è stato revocato l’accredito stampa), giudici, dipendenti statali e professori. Soprattutto questi ultimi: 15.000 funzionari del ministero dell’Educazione sono sospesi, 21.000 maestri e docenti di ogni ordine e grado hanno il mandato revocato sino a nuovo ordine, 1.577 rettori risultano dimissionati.

Ma l’attacco alla cultura è il fondamento di ogni guerra. Dove finisce la parola (scritta e orale) v’è devastazione. La Biblioteca di Sarajevo o la Casa della cultura a Lozova in Ucraina ove i nuovi ismi (comunismi/fascismi) bruciano i vecchi libri. Cos’era poi il fascismo se non un attacco frontale alla complessità, una sorta di ascensore sociale per il popolo ignorante capace di comprendere e codificare pochi dogmi elementari che lasciava ieri come oggi “senza parole” che avrebbe avuto qualche capacità per aiutare il paese?

Fabio Pipinato
Presidente ITALIA VIVA PROVINCIA DI TRENTO

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TRIESTE – 4

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Febbraio, 2024 @ 2:16 pm

Viale Trieste, a Trento: spring is coming, la primavera sta arrivando!

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TRIESTE – 3

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Febbraio, 2024 @ 1:41 pm

LA MIA BARCOLANA

– E come avrei fatto a non ricordare la “mia” (unica) regata Barcolana, quella alla quale partecipai nel 1996 a 52 anni d’età, con il mio piccolo Fun “Whisper”, una barca da regata di soli 7 metri?

Alla partenza, assenza di vento: mi accorsi che grossi yacht – violando le regole di regata – si mantenevano in posizione ottimale di partenza utilizzando motori entrobordo molto silenziosi. ù

Al che mi sono detto “Io il motore entro bordo ce l’ho, nel senso che il mio piccolo motore fuoribordo da 4CV è stivato sottocoperta: che fare? Semplice, con un dito, dietro la schiena, mi tenni attaccato alla boa di partenza (prima violazione alle regole).


Al “via”, facemmo rollare la barca così che la deriva a baionetta funzionò da remo (seconda violazione alle regola). Detto fatto: pur in assenza di vento uscimmo primi dal muro di barche ben più grandi e veloci di noi e restammo tali per la prima mezz’ora: appena s’alzò il vento, fummo raggiunti da mostri a vela, velocissimi, imprendibili! Tuttavia giungemmo quarti di categoria su un totale di oltre 1000 partecipanti: niente male, direi.Per la mia Barcolana quell’anno scrissi una poesia scopiazzando da una poesia vera. Trovate tutto nelle foto qui sotto (la foto del FUN al traverso è di repertorio, scattata sul Garda).P.S.: (rif. post precedente). A destra della cina dell’albero della barca mia prima inseguitrice, si vede, sul monte, il Tempio Marian)

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TRIESTE – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Febbraio, 2024 @ 1:35 pm

Avere scritto di Trieste mi ha fatto ricordare una canzoncina in ironica in dialetto Triestino che va cantata sull’aria del Ragazzo della Via Gluk, un po’ iririverente rispetto al Tempio Mariano che si erge sul Monte Grisa, ben visibile da noi regatanti della famosa regata Barcolana, alla quale anni fa partecipai con il mio piccolo FUN “Whisper” di 7 metri (v. post successivo):

MONTE GRISA

No s’è pu ‘l tempo
che a monte Grisa
andar te podevi
mutande e camisa:
te se sentavi
soto al fogliame
dopio de nero
panini e salame
portar te podevi
una bela muleta
per sbrazzolarla
nasando l’ erbeta.

Là dove gera l’erba ora gh’è Tempio Marian
quel bruto brusco che rovina nostro altipian …

(il Tempio Marian si vede nella foto del post successivo, a destra della cima d’albero della barca mia prima inseguitrice)

No s’è pu pace
Tre l’erba dei prati
S’è tuto un casoto
de monaghe e frati
preti che ziga
campane che sona
boyscout che canta
marciando in colona …
vescovi, monzoli, vecie zitele
che vendi Cristi, Madone e candelel

Là dove gera l’erba ora gh’è Tempio Marian
Quel brutto brusco che rovina nostro altipian …

Non so perchè
continuano a costruire le cese
e non lasciano l’erba
non lasciano l’erba …

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TRIESTE – 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Febbraio, 2024 @ 1:33 pm

PIF- Pseudonimo di Pierfrancesco Diliberto (Palermo, 4 giugno 1972), conduttore televisivo, autore televisivo, sceneggiatore, scrittore, regista.

– Due sere fa ospite di Marco Damilano nella trasmissione “Il cavallo e la torre”, PIF l’aveva preannunciato.

– Ieri sera ci ha mostrato l’intero suo report su come sono mal-trattati e dis-accolti gli immigrati a Trieste, lasciati vivere e dormire sui cartoni o al massimo in minuscole tendine in strutture prive di pareti, al freddo, in mezzo a fango, sporcizia, topi.

– Le sue parole (cito a memoria): “Noi appendiamo crocifissi in tutti i locali pubblici e privati, ci dichiariamo cristiani, ma Cristo è qui, questi sono Cristo: sono stranieri e non non li accogliamo, esattamente il contrario di quello che dice il Vangelo”.

TRIESTE HA UN SINDACO? HA UN VESCOVO?

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IL DEPUTATO ITALIA VIVA LUIGI MARATTINI a radio 24

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Febbraio, 2024 @ 11:27 am

Colgo lo spunto dalla sua risposta all’interno di una intervista sul presidente argentino Milei ed evidenzio le sue (di Luigi) prese di posizione, sulla quali concordo pienamente:

– piena condanna alle “favole” narrate da alcuni partiti in campagna elettorale, restate favole al 90% quando sono saliti al governo;
– non si può valutare un personaggio politico sulla base della simpatia personale, bensì sulla base dei suoi risultati e delle sue idee;
– le SpA partecipate da Enti Pubblici del nostro paese sono troppe (migliaia!) . Non si riesce a “razionalizzarle” perché “si vuole mantenere il posto nei Consigli di Amministrazione a tanti politici o loro amici;
– sarebbe il caso anche da noi non dire più che un servizio pubblico (ad esempio la sanità, n.d.r.) è gratuito quando è prestato dal pubblico: ogni servizio pubblico ha un costo per tutta la collettività;
– Il presidente argentino MILEI si è schierato contro la Brexit e vuole che il suo paese appartenga ai sistemi liberali e di mercato.

IL CANDIDATO PRESIDENTE USA TRUMP

“Inviterei Putin ad aggredite gli Stati NATO che non stanno versando la loro quota alla NATO”.

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