IL PARADOSSO MELONIANO SUL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Maggio, 2025 @ 2:06 pmUtilizzando a piene mani demagogia, retorica e una “particolare” informazione, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni afferma ripetutamente che nessun altro governo ha mai erogato al Servizio Sanitario nazionale tante risorse finanziarie quanto il suo.
Nello stesso tempo però i medici del Servizio Sanitario nazionale si trasferiscono nel settore privato; mancano moltissimi infermieri; le liste di attesa sono lunghissime; il governo cerca di tamponare il Pronto Soccorso anche indebolendo la medicina di base; la spesa dei privati per polizze assicurative e cure private dirette ha quasi eguagliato la spesa pubblica: la privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale di fatto è già arrivata a quasi al 50% del totale, per cui chi ha i mezzi si assicura e si cura, gli altri no.
A questo punto, per coerenza, la Meloni dovrebbe intervenire pesantemente sul ministro competente e via via sulla legge e sulle regioni per far sì che i finanziamenti che lei eroga siano messi a frutto, ma ciò stranamente non avviene: ecco il “PARADOSSO” cioè una contraddizione solo apparente, perché in realtà una coerenza c’è in quanto la Meloni vuole abolire il Servizio Sanitario Nazionale, quindi il suo comportamento è “paradossalmente” coerente.
Lo scenario finale che temo fortemente potrebbe essere configurato da queste manovre potrebbe essere il seguente:
- Medici di base trasformati in dipendenti e utilizzati soprattutto nei Pronto Soccorso;
- Sanità pubblica, per interventi di medicina generale un po’ allargata, senza però superare un certo livello di complessità;
- Sanità privata, per i servizi più complessi, costosi e redditizi per chi li fornisce.
La sensazione è che da parte del governo si aspetti che la percentuale pagata dai privati superi il volume delle erogazioni del Servizio sanitario nazionale per chiudere il cerchio con il populismo, affermando che “è il popolo che vuole che sia così”, trasformando la privatizzazione del servizio, vero effetto della stessa sua politica di disimpegno, nella causa del fenomeno.
Riccardo Lucatti, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista ITALIA VIVA TRENTINO.
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MALAFFARE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Maggio, 2025 @ 7:00 amTanto tuonò che piovve … anche qui in Trentino.
Prima “ingerenze particolari” sul porfido.
Adesso una SpA della Provincia il cui vertice avrebbe avuto rapporti “particolari” in merito alla vendita di un grande hotel: infatti leggiamo sulla stampa (Quotidiano ilT di oggi) notizie e dettagli “pesanti” .
Al che mi permetto di sottoporre all’attenzione di chi legge due sottolineature:
1 – che siano notizie in liberissima e ampia circolazione, le quali forse avrebbero potuto/dovuto mettere in preallarme anche l’azionista (pubblico) di quella SpA;
2 – che la stampa parli di locali messi a disposizione per eventi pubblici e campagne elettorali di candidati, a titolo di contropartite agevolative degli affari.
Chiedo che si chiarisca: quali eventi pubblici? Quali candidati a quali elezioni? #ItaliaViva#italiavivatrentino#italiavivatrento
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CONTRO LE CRIPTOVALUTE IN DIALETTO TRENTINO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Maggio, 2025 @ 6:57 am“Tegnir dala spina e molar dal borom”: chiudere perfettamente il rubinetto di una botte e non curarsi che il vino fuoriesce a fiotti dalla grande apertura utilizzata per entrare nella botte e ripulirla: ci preoccupiamo di limitare l’uso del denaro contante e non mettiamo al bando le criptovalute.
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E DOPO LA CONFERMA ALLE COMUNALI DI TRENRO …. LA VITTORIA NELLA MIA GENOVA!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Maggio, 2025 @ 4:35 amL’è za 45 anni e forse anche de ciù ca sun partiu da la me Zena nel 1976!
Qualche “palanca” in tasca ce l’avevo, perchè mi stavo trasferendo da dirigente di una società privata genovese per assumere un importante ruolo in una finanziaria pubblica a Torino, per poi trasferirmi a Milano e infine a Trento che mi ha accolto e dove sono ormai da 40 anni felicemente trentinizzato. Ma Zena a m’è restà in tu me co’.
Faccio fatica a esprimermi nel il mio dialetto d’origine anche perché in casa non si parlava proprio, con mamma professoressa di lettere, nata ad Agrigento e insegnante a Bolzano dove ha conosciuto il futuro marito toscano Doc di Montalcino che poi ha sposato a Genova dove io sono nato (1944), cresciuto, laureato (1968), sposato (1971) e inizialmente lavorato.
Oggi sono felice per il risultato delle “comunali” della mia vecchia Repubblica Marinara la quale nel frattempo ha cambiato volto: si è abbellita, ha valorizzato molti suoi gioielli prima nascosti o ignorati; è diventata una meta d’arte e turistica, una riviera ricca di sole e di storia che merita una vacanza anche da parte mia.
A Genova alle comunali ha vinto il Centro Sinistra e alla grande, e al primo turno. Era ora!
E poi c’è anche Ravenna che fa il paio: Ravenna, il Comune con la maggiore superfice di territorio dopo Roma … città anch’essa da visitare: io l’ho pedalata più volte e mi limito a citare alcuni suoi gioielli: la tomba di Dante, il mausoleo di Galla Placidia, quello di Teodorico, le Chiese di S. Apollinare: tutto a portata di pedale!
Segnali “comunali” che diano la sveglia … anzi, che lancino l’allarme contro i tanti dipiciemme e/o voti di fiducia che stanno azzerando la funzione legislativa di un parlamento esautorato e la libertà di manifestazione (leggi decreto sicurezza); che stanno trasformando la richiesta dei pieni poteri invocata da un tale in costume da bagno a Milano Marittima, in una presa “tout court e di fatto” di quegli stessi pieni poteri da parte di una sua alleata capa politica.
Genova, dove è nato chi scoprì il Nuovo Mondo; da dove può rinascere un Nuovo Mondo Politico, quello del Centro Sinistra, quello del mantenimento della separazione dei poteri e della Democrazia Parlamentare, quello rispettoso della nostra Costituzione antifascista.
Genova-Trentino: mi piace ricordare un fatto. Nella mia città natale, il mio quartiere d’origine, la bella collina di Albaro, è delimitato a nord dal Corso Aldo Gastaldi (e a sud dal Mar Ligure!). Aldo era un militare, giovane capo partigiano (“Bisagno”) che alla fine della guerra civile accompagnava da Genova in Trentino il rientro a casa di un gruppo di alpini che avevano combattuto nella resistenza, per garantire loro di non essere interpretati per ex combattenti repubblichini. Viaggiavano su un camion e giunti a Cisano di Bardolino l’incidente: Aldo scivola dal camion e viene travolto: io sono stato più volte sul luogo di quella tragedia, in bicicletta da Riva del Garda, un centinaio di km a/r ed ogni volta riservo un pensiero a quella Persona, orgoglioso come sono di essere un genovese trentinizzato, regatante altogardesano: d’altra parte i primi abitanti di Riva del Garda furono i Ligures!
(La foto: Genova Nervi, Passeggiata Anita Garibaldi, promontorio di Portofino)
F.to da me, impegnato nella Politica con la P maiuscola di ITALIA VIVA TRENTINO #Italiavivatrentino #italiavivatrento #italiaviva
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GM – GENERAL MANAGER / GM- GENERAL MANAGEMENT
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Maggio, 2025 @ 4:41 am“Manager” significa “direttore”.
“GM-General Manager, significa DG-Direttore Generale .
“GM-General management”, modo di lavorare di una persona pluripreparata (despecializzata) posta dal funzionigramma a capo di un progetto complesso sulla base delle sue pluri-capacità e il quale coordina anche chi è più elevato di lui in organigramma.
“Director” significa membro del Consiglio di Amministrazione.
“Deputy Director” è l’AD-Amministratore Delegato.
P- President, è il Presidente di una Spa.
VP-Vice President, nel mondo anglosassone ve ne sono molti, non sono i numeri due effettivi, sono cariche “di rappresentanza”.
Ma veniamo ai due tipi di GM. Non sempre il GM-DG Direttore Generale, organo della SpA individuato in organigramma al vertice della piramide dei “poteri” aziendali, è la persona più adatta a gestire un progetto complesso. Costui infatti deve eventualmente sapere agire per funzionigramma e porre a capo di un progetto complesso la persona più adatta, quella che conosce il general management, persona plurispecializzata quindi despecializzata, conferendogli potere e responsabilità, persona Capo Progetto, alla quale tutti, Direttore Generale compreso, devono rispondere.
Quanto sopra per ogni progetto complesso, in ambito privato e pubblico.
io parlo anzi scrivo per esperienza di vita e alla mia tenera età di anni 18 “alla reversa”, cioè di 81 anni, non mi sto candidando a nessuna posizione.
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CRIPTOVALUTE? NO, GRAZIE!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Maggio, 2025 @ 8:48 pmMia lettera odierna al quotidiano locale ilT
Egregio Direttore,
mi riferisco alle dichiarazioni del Presidente Consob Paolo Savona a dialogo con la Prof.ssa Marina Brogi di cui a pagina 16 di ilT di sabato 17 scorso, in occasione del Festival dell’Economia. Ho molto apprezzato l’attenzione che il Suo giornale ha riservato al tema, ma le citazioni dei personaggi coinvolti sono minimaliste, generiche e insufficienti.
Intatti Paolo Savona definisce “rischio fatale” la legittimazione di queste “valute” e la sua interlocutrice avverte che le criptovalute sono un rischio per i mercati monetari!?
Ora – a me e non solo a me – sembra che queste dichiarazioni non dipingano la situazione per quello che è: perché rappresentano un rischio enorme per la finanza mondiale e – a cascata – per l’economia e per la politica del pianeta.
Non to esagerando. Infatti, la continua emissione di nuove criptovalute (le ultime sono quelle emesse da Trump e consorte!) attirano numeri crescenti di acquirenti che “fanno la mosca” come si dice in gergo borsistico: acquistano per rivendere a prezzo maggiore, fino quando qualcuno resterà con il cerino acceso in mano: risparmio Lei e i lettori l’elenco delle “centrali criptofinanziarie” improvvisamente scomparse dalla scena insieme ai miliardi di valute cripto e non-cripto loro affidate.
Nel frattempo si sottrae liquidità ai depositi bancari, sugli investimenti reali e produttivi, alla sottoscrizione di titoli di debito pubblico e – sul fronte opposto – allo stesso tempo si concentrano enormi volumi di valute cripto (di nuova emissione!) e non cripto nella disponibilità dei “minatori”, cioè di coloro che “estraggono” attraverso l’utilizzo di complessi sistemi software molto energivori e le vendono sui mercati: somme enormi delle quali si perde la tracciabilità e la cui movimentazione può incidere, modificare e determinare la finanza, l’economia, le guerre e l’intera politica del pianeta.
Per chi non le conoscesse, le cosiddette criptovalute sono solo “entità del web”, “cose” che hanno un prezzo e non un valore: per intendersi, al contrario dell’aria che ha un gran valore ma non ha (ancora) un prezzo.
Ci preoccupiamo di limitare l’uso del denaro contante e non vietiamo la circolazione delle criptovalute: in dialetto trentino si dice “tegnir dala spina molar dal borom”. La loro diffusione sta generando una nuova micidiale pandemia: la criptovalutemia.
Riccardo Lucatti – Italia Viva Trentino
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Il PESO SPECIFICO E LA PERMANENZA AD OGNI LIVELLO DI GOVERNO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Maggio, 2025 @ 5:33 amLa “pressione” che grava su chi è preposto ad uno dei singoli livelli dei sistemi di governo è tanto maggiore quanto più intense e dirette sono le relazioni umane coinvolte fra l’amministratore pubblico e i suoi amministrati. Essa è tanto maggiore quanto più immediata è la relazione fra la sua azione/omissione di governo ed i risultati attesi/ottenuti/mancati e via via diminuisce quando si passi dall’Ente Originario Comune, agli Enti Successivi Provincia/Regione; Stato; UE.
Si raggiunge questa consapevolezza ove si percorra una “carriera politica” formativa composta da un numero equo di mandati a livelli crescenti, la quale iniziando dal Comune, conduca a gestire i successivi livelli di governo con identica sensibilità.
Occorre però una cautela. Infatti, il Comune, anzi, i Comuni rappresentarono un periodo fondamentale nella storia dell’Italia medievale, in particolare quelli dell’Italia settentrionale, erano inizialmente repubbliche autonome, governate da un Podestà eletto dai cittadini. Tuttavia, con il crescere delle tensioni interne ed esterne e con l’ascesa di personaggi “potenti”, questi comuni si trasformarono in Signorie, dove il potere veniva concentrato nelle mani di un’unica persona, il Signore. Questo anche oggi è un rischio da evitare, e cioè che ad ogni livello il governante diventi “Signore” dell’Ente governato.
Si ottiene ciò intervenendo sul numero massimo dei suoi mandati, il quale, considerata la complessità dei problemi e i tempi della macchina burocratica, può e deve attestarsi a due e non oltre. Ove si superi questo limite, si rischia che a fianco e talvolta anche di fatto al di sopra del governo ufficiale si crei una rete di relazioni umane, un “mondo” di potere esercitato attraverso trasversalità occulte che possono condizionare le decisioni ufficiali e formali del governo eletto.
La Storia ci insegna che le signorie “storiche” hanno reso il sistema Italia preda di imperi stranieri. Oggi, eventuali moderne signorie – soprattutto se statali – condurrebbero nuovamente alla sconfitta della democrazia da parte di un sovranismo più o meno locale e – ostacolando la formazione degli STATI UNITI D’EUROPA – renderebbero il Sistema Italia preda delle evo-rivoluzioni intercontinentali.
F.to da me, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista ITALIA VIVA TRENTINO #ItaliaViva#italiavivatrento#italiavivatrentino
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L’AUTONOMIA “DIFFERENZIATA” IN TRENTINO – 3
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Maggio, 2025 @ 12:25 pm(Continuazione da due post precedenti)
Pier Luigi Celli: top manager, imprenditore, scrittore, nel suo prezioso libro qui sotto testimonia a afferma che
– nelle SpA occorre dare spazio e prestare attenzione alle “periferie” aziendali, perchè sono quelle che hanno i contatti con il mondo reale;
– è necessario e utile operare per funzionigrammi e non per rigidi organigrammi.
Ora, i Comuni della nostra Provincia sono le sue “periferie” e non intendo in senso geografico, ma quanto a rapporto diretto con le persone e con i loro problemi quotidiani. Infatti, amministrare (dalla base) un Comune – per di più Capoluogo – è molto più complesso, difficile e impegnativo che amministrare (dall’alto) una Provincia “finanziaria”.
Il Comune ,”polis per eccellenza”, non è una “città stato” bensì – se è Comune Capoluogo – deve innescare la Seconda ETA’ DEI COMUNI, quella dei COMUNI CAPOLUOGO appunto, sulla scia di quanto concettualmente e materialmente si è fatto per le “città metropolitane”.
Nel caso di Trento non bisogna valutare questa prospettiva avendo riguardo all’entità della sua popolazione, bensì al fatto che a causa dei lavoratori pendolari che quotidianamente entrano e lavorano in città, di giorno la sua popolazione si raddoppia e passa da 125.000 a 250.000 presenze, pari a circa il 50% dell’intera popolazione provinciale. Infatti, in questo territorio comunale si concentra la stragrande maggioranza delle funzioni amministrative, sociali, economiche, associative, culturali etc. dell’intera provincia.
La NUOVA ETA’ DEI COMUNI (CAPOLUOGO) deve prendere l’avvio dalla RIFORMA DEL RAPPORTO DI AUTONOMIA fra il principale Ente Primario (Trento) e il primo ente successivo (la Provincia Autonoma).
F.to da me, responsabile del Tavolo di lavoro Finanza ed Economia mista ITALIA VIVA TRENTINO #ItaliaViva #italiavivatrento #italiavivatrentino
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L’AUTONOMIA “DIFFERENZIATA” IN TRENTINO – 2
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Maggio, 2025 @ 7:36 am(Continuazione dal post precedente)
Io credo che occorra RIFORMARE IL RAPPORTO DI AUTONOMIA fra la Provincia di Trento e la Città Capoluogo.
Provo a spiegarmi con un ragionamento “parallelo” che mi deriva dalla esperienza di una vita passata a capo e/o nei rapporti fra SpA Holding capogruppo e SpA “partecipate” con quote azionarie di minoranza o “possedute” con quote di maggioranza. In particolare penso alla mia esperienza come Capo della Finanza Italia della STET-Società Finanziaria Telefonica per azioni SpA, Torino/Roma, società del Gruppo IRI, all’epoca (anni ’70) la maggiore finanziaria italiana, società holding di circa 20 SpA operative nel campo della comunicazione dell’elettronica civile e militare, fra le quali cito: SIP, ITALTEL, ELSAG, SELENIA, SIEMENS DATA, SGS ATES, SEAT, ILTE, CSELT, etc.
La STET era una società finanziaria “mista”, ovvero oltre che detenere i pacchetti azionari di SpA operative, era anche più o meno operativa lei stessa a secondo della dimensione della società posseduta. In particolare, la SIP era la SpA più grande quanto a investimenti necessari, fatturato e personale impiegato. Nei suoi confronti il nostro ruolo di holding capogruppo era soprattutto finanziario: la SIP (all’epoca – anni ’70 – ne era P-AD-DG l’Ing. Perrone) programmava il proprio sviluppo di mercato e tecnologico e noi della holding le procuravamo i finanziamenti necessari, ovvero funzionavamo da holding “pura” (semplice azionista) e solo parzialmente “operativa” nel senso che le procuravamo i finanziamenti necessari.
Ecco, io credo che la Provincia Autonoma di Trento dovrebbe concordare un rapporto simile con la Città Capoluogo di fatto quasi città metropolitana: lasciare che il Comune gestisca al meglio tutto ciò che si trova e/o si svolge all’interno del suo territorio: grandi lavori pubblici; aree ex militari dismesse; trasporto pubblico locale; immigrazione … solo per citare alcuni settori e limitarsi a trasferirgli le risorse necessarie: in altre parole, far sì che potere (finanziario, oggi in capo alla Provincia) e responsabilità (dei risultati, spesso ingiustamente imputata al Comune) facessero capo ad un unico soggetto.
A seguito di questa riforma, la Provincia potrebbe dedicarsi ad ambiti di iniziativa e intervento che sino ad oggi sono stati gestiti marginalmente e solo occasionalmente, quale, ad esempio, il raggiungimento di reti e dimensioni bi-provinciali, regionali e interregionali in ambito economico, turistico, agricolo, culturale; l’ottenimento di risultati concreti dai ministeri romani ad esempio, il rinnovo della concessione della gestione dell’A22 in capo al nostro attuale gestore Autobrennero SpA, per poi illustrare alla popolazione i passaggi che hanno consentito di raggiungere quei risultati e non l’elenco dei motivi che hanno impedito quei successi.
F.to da me, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista ITALIA VIVA TRENTINO #ItaliaViva #italiavivatrento #italiavivatrentino
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L’AUTONOMIA “DIFFERENZIATA” IN TRENTINO – 1 (Terzo mandato? Anche no, grazie!)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Maggio, 2025 @ 5:01 amNon mi riferisco al progetto romano di diluizione delle attuali Autonomie Speciali Amministrative esistenti, bensì a “differenziazioni” che di fatto già sono attuate al loro interno e che – nel caso del Trentino – richiedono una RIFORMA DEL RAPPORTO DI AUTONOMIA fra l’Ente Originario (Trento Comune Capoluogo, città di fatto già metropolitana) e il suo Ente immediatamente successivo, la Provincia Autonoma di Trento.
Elenco alcuni “(mis)fatti provinciali” che mi inducono a questa riflessione:
– concentrazione su Trento di tutti gli immigrati arrivati nella provincia e prima distribuiti in decine di paesi nelle valli, con concentrazione sulla Città Capoluogo del rischio di episodi di insicurezza pubblica, lasciando che l’opinione pubblica attribuisca la responsabilità della sicurezza cittadina al questo Comune;
– restituzione a Roma delle somme già ricevute per pagare gli stipendi a docenti trentini che insegnassero l’italiano agli immigrati;
– non mettere in relazione la carenza di nuovi lavoratori (solo per il settore industriale trentino Confindustria valuta una necessità di +1.200 nuovo lavoratori l’anno, oltre le necessità dell’agricoltura e del turismo!) con la necessità/opportunità di accogliere, formare e integrare gli immigrati;
– chiudere il bilancio con un elevatissimo avanzo finanziario, ma avere azzerato il contributo di 12 milioni alla cooperazione internazionale, alla quale lavora in Italia e all’estero anche personale trentino, laico e religioso;
– chiedere ai medici di base di operare anche come medici di pronto soccorso rischiando di deteriorare un servizio senza risolverne un altro: su 150 posti messi a bando, avere ricevuto solo una candidatura;
– non predisporre un piano per il reclutamento dei circa 400 infermieri mancanti all’organico provinciale;
– preoccuparsi di gestire solo il progetto del nuovo ospedale di Trento senza dedicare uguale attenzione al problema dell’esodo del personale medico e infermieristico;
– non affrontare il problema che i migliori medici della nostra Sanità Pubblica si specializzano presso nostre ottime strutture e poi lasciano il territorio;
– non affrontare il problema che i migliori laureati delle nostre ottime facoltà universitarie lasciano il territorio;
– non anticipare una legittima richiesta del Comune Capoluogo: avere la delega per i lavori del passante ferroviario;
– non intervenire per anni sulla attivazione di ampie aree comunali dismesse (aree ex militari) senza proporre che competenze e risorse siano attribuite al Comune Capoluogo;
– utilizzare – con forti perdite economiche – ampie aree del territorio comunale sottratte all’agricoltura, per organizzare concertoni alla panem et circenses;
– non essersi la Provincia attivata in tempo utile per ottenere dal Ministero dei Trasporti il bando di gara Project Financing deliberato dal parlamento per il rilascio della concessione dell’autostrada del Brennero A22 alla nostra attuale società, il gestore regionale Autobrennero SpA;
– non ritenersi coinvolto nelle gestioni “particolari” da parte di società patrimmobiliari della provincia;
– di fronte e nonostante quanto sopra, l’attuale presidente Fugatti sta cercando di ottenere il via libera al suo terzo mandato. Io non concordo, comunque, se mi sto sbagliando mi corigerete.
(continua)
F.to da me, responsabile del Tavolo di lavoro Finanza ed Economia mista ITALIA VIVA TRENTINO #ItaliaViva#italiavivatrento#italiavivatrentino
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