AFRICA A TUTTO BIOGAS
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Giugno, 2019 @ 3:28 pmDetto altrimenti: un postaltrui molto very important! (post 3610)

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Care lettrici, cari lettori, il caldo non ferma noi blogger H24! E ogni tanto, fra le nostre idee-post, siamo ben lieti di ospitare un post di un’altra persona, cioè un “postaltrui” . Questo qui è di un mio caro amico, Fabio Pipinato e merita tutta la nostra attenzione. Fabio è esperto in relazioni e cooperazione intrnazionale, è stato per anni Presidente IPSIA Trento ed è Presidente AcliViaggie. Da molto tempo si è dedicato ad azioni di cooperazione internazionale verso l’Africa.
Inizia

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Il Kenya è un paese particolarmente attento all’ambiente. A Nairobi ha sede l’Agenzia delle Nazioni Unite UNEP. Il governo del Kenya tra una miriade di suoi politicanti ha avuto tra le sue fila Wangari Maathai, già viceministro all’ambiente nonché primo premio Nobel donna per la pace. Insomma, il paese è un laboratorio a cielo aperto.
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Ora, grazie alle stufe di biogas finanziate dall’ 8×1000 della Chiesa Valdese costruite in due altipiani (Laikipia e Nyandarwa) nei pressi del Monte Kenya, è possibile creare energia con zero inquinamento. Ogni famiglia di etnia Kikuyu (la maggior etnia del Kenya che esprime anche il presidente Kenyatta) ma non solo ha, in zona rurale, come minimo due vacche in stalla che producono almeno 20 kg di letame al giorno. I contadini lo prelevano e lo miscelano con 20 litri di acqua. Questo composto viene introdotto in una cisterna (detta biodigestore) posta sotto terra (se in cemento) o per terra (se in plastica) entro la quale il liquame fermenta! Si estrae il giorno stesso il gas in grado di servire appieno un’abitazione e quindi la cucina con tanto di fiamma azzurra e la lampada a gas fornendo luce sufficiente per permettere ai giovani di studiare dopo cena o agli adulti di svolgere faccende domestiche mentre le donne cucinano senza più fumo da combustione.

L’impianto può essere di dimensioni maggiori e, quindi, può essere esteso a più case o baracche che forniranno, ognuna in quota parte, il letame delle proprie mucche o capre o …. di produzione umana con un collegamento diretto wc – cisterna. Il letame degassificato è un ottimo concime per l’orto ed ecco realizzata appieno l’economia circolare: letame – gas – fertilizzante – orto – cibo – letame. Lo stato solido si mescola con lo stato liquido dal quale si estrae quello gassoso.

Il progetto è realizzato da Tree is Life, una CBO (Community Based Organization) della Diocesi di Nyahururu. La minuscola organizzazione opera con l’ONG (organizzazione non governativa) delle Acli Trentine denominata Ipsia (Istituto Pace Sviluppo Innovazione Acli) che è presieduta dall’ingegnere ambientale ed esperto in cooperazione internazionale Giuliano Rizzi. Ebbene, Tree is Life e Ipsia avevano vinto in passato diversi premi e riconoscimenti statuali grazie alla forte impronta innovativa per l’ambiente e furono addirittura ricevuti da Papa Francesco.

Sin qui a est del Monte Kenya. A nord, il carcere di Meru s’è spinto ancora più in là sperimentando un biogas industriale dalle feci delle acque nere del penitenziario. La cosa permette l’illuminazione di tutte le aree comuni del penitenziario oltre al funzionamento di una cucina di dimensioni alberghiere (2.000 persone). In città già gira una battuta: “Occhio che il sindaco ti vuole dentro: ha bisogno del tuo intestino per far funzionare il gassificatore!” Quest’ultimo, infatti, battute a parte, funziona proprio come un apparato digerente e nel giro di sole due ore è già in grado di produrre gas. Viene così risparmiata una quantità straordinaria di legname che, a sua volta, assorbe CO2 e libera ossigeno.
Gli stessi impianti sostenuti dalla Chiesa Valdese non funzionano solo con le acque nere ma, da poco tempo, anche con gli scarti di cucina. In particolare: arance, avogado e bucce di banana. Triturando il tutto esce un succo ricco di metano che convogliato in una cisterna di plastica sotto serra, al fine di aumentare riscaldamento e conseguente gassificazione, può dare un’eccellente fiamma per cucinare e illuminare. Così facendo si superano i retaggi culturali, non sempre facili da bypassare, che si associano a gas e a escrementi e la relativa diffidenza che il metano prodotto non vada ad inquinare a sua volta il cibo.

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Una tecnologia, quella del biogas, che ha recentemente vinto (giugno 2019) il “WWF Africa Youth Award”! Una giovane imprenditrice camerunese – Monique Ntumngi – è stata premiata a Mombasa perchè ha fondato un movimento denominato “Ragazze Verdi” formando più di 800 donne di 23 comunità diverse all’installazione e gestione di 3000 impianti di biogas. Una vera e propria centrale “atomica” con azione “a catena” che ha combinato sviluppo sostenibile e empowerment femminile.
Finisce
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Che ne dite, ragazzi? Se non è “aiutiamoli a casa loro questo”! Ma è di più: noi stessi dobbiamo imparare!
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INCONTRI: EMANUELE MASI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Giugno, 2019 @ 9:12 pmDetto altrimenti: la Danza a Bolzano, Trento e … uberall! (post 3609)

Nell’ambito della serie dei miei post INCONTRI non avrei certo potuto farmi scappare Emanuele, che chiamo così perché figlio di carissimi amici e poi con la mia età … dai che ci sta! Lui comunque è anche Maestro, visto che ha due diplomi conseguiti al Bonporti di Trento: in oboe e in strumentazione con il compositore Daniele Carnevali. Dopo alcuni tentativi sono riuscito ad incontrarlo a poche settimane dall’avvio della 35esima edizione del Festival Bolzano Danza che si aprirà il 12 luglio con una produzione del Teatro alla Scala di Milano. Emanuele Masi, 41 anni, due figli di 9 e 11 anni, funzionario della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, dal 2013 è Direttore artistico del Festival Internazionale Bolzano Danza. Molto stimato in ambito nazionale, dal 2018 è anche consulente del Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento, programmando le stagioni di Danza a Trento, Bolzano e Rovereto e per diversi centri della regione per con più di settanta appuntamenti all’anno nella nostra Regione.
Emanuele, nato a Trento trasferito a Bolzano nel 2004. Come hanno influito i trasferimenti sul tuo percorso formativo e professionale?
I cambi di prospettiva sono sempre fondamentali ma – nonostante le differenze culturali e linguistiche che indubbiamente contraddistinguono queste due realtà – mi muovo tra il Trentino e il Sud Tirolo pensando alla nostra regione come ad un’area metropolitana. Se vivessi in una grande città come Milano, i tempi per andare da casa a teatro sarebbero sicuramente maggiori!
Emanuele, figlio d’arte? Possiamo dire così visto che papà Alfonso era insegnante di musica e comunque nel sangue ha anche altra arte, quella letteraria?
Direi di sì e che soprattutto in famiglia mi ha contagiato la passione per il Teatro: a pochi mesi entravo già in scena in un’operetta interpretando il ruolo di una bambina malata!
Quali sono stati mi tuoi primi passi verso il mondo animato dalla Musica?
I miei primissimi ricordi in ambito musicale sono le audiocassette che mi regalava mio padre che insegnava Musica alle Scuole Crispi di Trento. La cosa curiosa è che io mi immaginavo che quelle bellissime canzoni per bambini, cantante e registrate con i suoi studenti, lui le avesse realizzate appositamente per me.

Da artista della Musica a manager della Danza …
Dopo il diploma in conservatorio ho iniziato una timida ma rapida carriera come oboista, ma da sempre la passione per la Musica si alternava con uno spiccato senso organizzativo e una vocazione all’impegno civile. Così, progressivamente, mi sono ritrovato a lavorare in vari ruoli operativi nel Teatro musicale: orchestre giovanili, opera, Danza. In quell’ambito avevo anche l’occasione di mettere nel lavoro un tocco mio, uno sguardo e una cura verso le persone e la comunità a cui erano rivolte le iniziative che organizzavo.
Come si è inserita la Danza nel mondo Haydn?
Nel 2015 la Fondazione Haydn ha assunto la gestione dell’attività d’opera a livello regionale e il Festival Bolzano Danza, una manifestazione di fama internazionale che quest’anno compie 35 anni. Grazie al sostegno del Consiglio di Amministrazione e di tutto il team al mio progetto culturale per il Festival, in questi anni abbiamo raggiunto dei traguardi importanti, tra cui il massimo punteggio artistico che ci ha assegnato il Ministero dei Beni e Attività Culturali.
Inoltre sono riuscito a far combaciare il mio amore per la Musica con quello per la Danza e nell’edizione in arrivo di Bolzano Danza si avrà una straordinaria presenza di spettacoli con la musica suonata dal vivo anche, ma non solo, dall’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.

Musica classica e classica-moderna, Danza classica e classica-moderna: quale evoluzione?
Penso che le categorie “classico” e “contemporaneo“ siano effimere e spesso rischiano di creare pregiudizi che nuocciono a chi si vuole avvicinare a un concerto o a uno spettacolo. La stessa denominazione di “Musica contemporanea” può portare a fraintendimenti quando – per esempio – si riferisce a quella scritta nel secolo scorso da compositori ormai scomparsi. Chiameremo “contemporanea” la Musica di Luigi Nono anche tra un secolo? E allora come dobbiamo chiamare quella scritta oggi da giovani compositori e compositrici? Un altro stereotipo è quello che ritiene i linguaggi “classici” più comprensibili e in definitiva rassicuranti, ma non è sempre così. Prendiamo la letteratura: oggi non è più “facile” leggere un romanzo di Michela Murgia che l’Iliade di Monti senza parafrasi? Siamo sicuri che chiunque riesca a godersi appieno tre ore di balletto classico e che non si trovi piuttosto più a suo agio con una coreografia contemporanea, magari accompagnata dalle stesse musiche romantiche? Si usa dire che la Musica non vada divisa per generi, ma tra “Musica bella” e “Musica bella”. Io invece preferisco dire che la Musica, la Danza o, in una parola, l’arte vada divisa tra quella che ci emoziona e quella che non ci emoziona: e in questo ragionamento giocano alla pari sia l’opera artistica in sé sia la nostra attitudine, i nostri gusti, la nostra preparazione e il nostro umore in quel preciso istante.
I giovani e la Danza, ieri, oggi e domani
In tutti i campi cerco di spingere i giovani, in primis i miei figli, a essere curiosi, a non avere pregiudizi, a osare, perché anche sbagliare è un modo per crescere.
I tuoi lavori più recenti ed i prossimi
Sono immerso nella Danza e nella musica 365 giorni l’anno e ormai non so nemmeno se considerarlo un lavoro o una parte della mia vita. E allora, se vogliamo vederla in questi termini, potrei tranquillamente dire che l’attività più prossima e che mi appassiona maggiormente è quella di accompagnare i miei figli nella loro vita che si apre sempre di più al mondo.
Emanuele, grazie per avere accettato l’intervista, ma soprattutto grazie per le indicazioni di impegno e di ottimismo che scaturiscono dal tuo esempio per tanti giovani ed anche per tanti papà: accompagnare i giovani figli verso un futuro di coraggio e di apertura al mondo. E nel frattempo il mio piccolo contributo alla tua azione è quello di … avere scritto le parole Musica, Danza e Teatro con la iniziale maiuscola!
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LA GEOGRAFIA DEI MIEI LETTORI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Giugno, 2019 @ 5:50 amDetto altrimenti: chi siete e da dove mi leggete, cari lettori? (post 3608)
Oggi è il giorno più lungo dell’anno e quindi buongiornopiùlungo a tutte le mie lettrici e a tutti i miei lettori! Ma … a chi mi sto rivolgendo? Dovete sapere che la procedura dell’editor individua il vostro sesso, la vostra età, i vostri principali interessi e da dove mi leggete. Da questi dati risulta che, negli ultimi mesi, il 55% di voi è di sesso maschile; il 35% del totale (maschi e femmine) è interessato soprattutto a viaggi, sport e computer; le fascie di età maggiormente più interessate ai miei articoli sono comprese fra i 18 ed i 44 anni.

Ma il dato che maggiormente mi ha incuriosito è conoscere dove siete quando leggete i miei post. Ora, su un totale di circa 3150 lettori, ecco come siete “distribuiti”:

1 Bolivia – 1 Argentina – 1 Uruguay – 9 Brasile – 17 USA – 2 Canada – 7 Spagna – 31 Francia – 12 GB – 55 Germania – 3031 Italia – 3 Austria – 1 Tunisia – 3 Polonia –– 1 Bosnia Erzegovina – 1 Slovenia – 1 Croazia – 1 Ukraina – 5 Romania – 3 Grecia – 1 Russia – 1 Giappone – 1 Emirati Arabi Uniti.
In Italia le maggiori concentrazioni di lettori sono a Milano e a Roma. Il lettore più settentrionale è a Bolzano, quello più meridionale a Siracusa.
Insomma, una bella diffusione non c’è che dire, soprattutto se considerate che io (volutamente) non sono collegato a nessun social network. Certo che sarei molto curioso di sapere chi è quell’unico che mi legge dagli Emirati Arabi! I grandi assenti? Cina e India, vedremo di provvedere: mi basterà imparare a scrivere in quelle lingue! Oppure mi metto a scrivere in inglese, chissà …
Buonagiornatapiùlungadell’anno a tutte e a tutti dal vostro blogger (blogger … preferito, vero?).
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BORGHETTO ALL’ADIGE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Giugno, 2019 @ 5:09 pmDetto altrimenti: finalmente si pedala! (post 3607)

25 marzo scorso mio “volo” con gli sci, spalla fratturata. Dopo mesi si ricomincia a … pedalare! Uao! Prima uscita “seria”: Trento-Borghetto all’Adige per 55 km. Borghetto, piccolo, accogliente Borgo sede di una fantastica Pro-loco presieduta dall’infaticabile Adelio Amadori. Una telefonata: possiamo arrivare per pranzo? Si? Detto fatto. Siamo in quattro “fiabbini”: oltre a me, Franco e Rosa Eccel e Claudio Colbacchini, quattro soci di Fiab Trento.

Trento branch
Appuntamento al bicigrill di Trento alle 08,30. Mentre sto per raggiungerli, un podista che corre sulla destra della pista ciclabile (errore!) decide improvvisamente di fare inversione di marcia e mi taglia la strada: mi urta il gomito destro, per fortuna riesco a non cadere, lui mi grida “Scusa … scusa …”. Proseguo. Arrivo all’appuntamento con un livido ed un taglio sul braccio: disinfezione e via, si parte”! Podisti: per favore, correte stando sulla sinistra della pista come è prescritto dal codice della strada, sulla sinistra!

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Claudio e Rosa hanno la bici a pedalata assistita, Franco una bici normale. Io la bici da corsa. Prima sosta dopo 17,5 km al bicigrill di Nomi. Seconda sosta al km 36,00 in prossimità di una fontanella. Indi superiamo il bicigrill Ruotalibera senza fermarci e alle 12,00 dopo 55 km raggiungiamo Borghetto.
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Ci sediamo al tavolo all’aperto della “nostra” Pro Loco (siamo regolarmente tesserati!) acconti dall’amicizia dei nostri consueti ospiti. Oltre a noi, “programmati e prenotati”, passa qualche paesano, telefona a casa “Cara, non vengo a pranzo” e si unisce a noi. Antipasto misto, spaghetti alle sarde, vino e caffè. Per frutta un amico ha portato un cesto pieno di ciliegie.

Passa una famigliola di turisti tedeschi, sulla via del rientro in Germania dopo due settimane di vacanza. Vorrebbero un caffè ma il Bar Ristorante è chiuso. Nessun problema; ci pensa Adelio. Poi, offriamo loro le ciliegie anche per il viaggio, così, per cercare di sollevare il morale dei due figli un po’ tristi nel dover lasciare l’Italia.

(riccardo.lucatti@hotmail.it)
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Borghetto all’Adige, la locale Pro Loco, Adelio Amadori: qui Fiab Trento è di casa, ormai! Grazie Adelio, grazie amici!
Und für deutsche Freunde, drei meine kleine Gedichte uber den unsere Nord Gardasee
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Riva del Garda

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Maedchen du ruhst / auf luftigem Lager / und schmuckst / am Morgen / mit tausend Farben / die Erinnerung / an Licht / an Wohlgeruch / an Blumen. / Kaum erwacht / haelst du den Atem an / und blickst / gebannt fuer ein Weilchen / zum hellblauen / immel. / Doch schon treibt zum Sturm / dein Gefuhl: / du unhullst dich mit einem Schleier / mir dem See, der schon geziert / mit tausend silbernen Halmen / im beginnenden Tanz / mit den feinen Blaettern der Olive / die dich umfliegen … / … es ist die Ora zu lieben!
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Mignon (Torbole sul Garda)

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Lichtgeschmeide / gedaempft / vom gleisenden Nebel / umarmst du / das kleine Segel / schon von der Sonne geblaeth / eines Fun. / Aus diesem Fenster / hat dich schon Goethe geschaut / als er die goldene Suedfrucht besang / womit du die Ufer befruchtest / und die der Fall des genius / zu eis erstarrt / fuer immer vernichtet. / Und du / kennst du das Land / das einstmals Zitronen verschenkte?
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ARCO

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Das Reich / at seinen Bogen gespannt / um Blitze aus Stein / zu schleudern / in die nassen Flanken / der Sarca. / Ghibellinisch / die Burg / beherrscht de Geschichte. / Felsueberhaengende Kraefte / zeichen den Himmel / den du siehst / von fernen See / und vermaehlen sich / in der Kathedrale aus Stein / mit den tanzenden afrikanischen Palmen.
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UN ALBERO (NON) CRESCE (PIU’) A CALDONAZZO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Giugno, 2019 @ 3:16 pmDetto altrimenti: lo so, è solo un albero … ma perché? (post 3606)

Il titolo di questo post? Semplice: riordinando i miei libri me ne è capitato fra le mani uno …

2012 – Ero sulla spiaggia-prato del Lago di Caldonazzo. Alcuni operai (presumibilmente del Comune) stavano predisponendo una piazzola in cemento per la collocazione delle campane della raccolta differenziata dei rifiuti.

Durante lo scavo “incontrano” una grossa radice di un grande albero che si trova ad un metro dal loro scavo: prendono una sega e la tagliano. Io li avverto che stanno uccidendo la pianta. Mi rispondono male: “La privacy, come ti permetti … etc.”.

2019 – Ripasso da quel prato oggi, 14 giugno: la piazzola è in funzione. L’albero no, è stato segato via alla base. Dice: “Ma tu blogger, sei un “verde”, uno del WWF o altro?” No, amici, io sono solo una persona che cerca di essere attenta a che le cose belle e preziose non vengano distrutte. Ed un albero, anche un solo albero, è un essere bello e prezioso. Non credete? Si vede che per me è “il momento degli alberi” cioè della loro difesa: pochi post fa ho scritto sullo scempio in corso al Lago di Cavedine.

Dai che presto mi passerà e ricomincerò a scrivere della mia bicicletta: Quale? Diciamo della mia “Numero Uno” quella 35 years old and still going strong, alla quale ho dedicato questo sonetto: “Tanto sottile e tanto lesta appare / la bici mia se bene è mantenuta / ch’ogne altra deven tremando muta / e contra non ardisce pedalare. / Ella s’en va sentendosi laudare / anticamente di tubolar vestuta / e par che sia una bici venuta / sino in Trentin a miracol mostrare. / Mostrasi sì lucente a chi la mira / che dà per li occhi una dolcezza al core / che ‘ntender non la può chi no la prova: / e par che dalla sua rota si mova / uno spirto soave e di vigore / che va dicendo in lo salir: “Su, tira!”
Cosa? L’ho copiata da quel tale Dante? Ma se non era nemmeno un ciclista!
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HENNING MANKELL E ALTRI LIBRI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Giugno, 2019 @ 5:18 amDetto altrimenti: MANKELL, ben più che uno scrittore … (post 3605)

Mankel: libri, teatro, televisione, films … ma soprattutto un uomo che ha vissuto. Nato nel 1948, muore nel 2015 ed ha venduto mille libri per ogni giorno della sua vita. Fate voi il calcolo. L’ho conosciuto grazie alla mia prof senza puntino Maria Lia Guardini la quale, oltre che a guidarci attraverso la lettura ed il commento dei classici (latini e greci), è una sua appassionata fun. Ed io … io che dagli studi scolastici ed ancor più da quanto stiamo rinvangando oggi, io che sono sempre più dell’idea che per capire l’opera di un Autore bisogna conoscere e capire l’Autore, mi sono procurato un libro (anzi, “il” libro) su Mankell. “Mankell (su) Mankell”, scritto dalla giornalista danese Kirsten Jacobsen.

E’ vero che sul comodino avevo ed ho ben altri tre libri “in lavorazione” (cioè in corso di lettura. Essi sono (in ordine di apparizione): “Il Gruppo Buscaglia” di Martino Aichner (Mursia), un regalo dell’amico Alessandro figlio dell’autore; “Congo” di David Van Reybrouck (Feltrinelli), una scoperta prestatami da mio cognato Franco; “Il Regno unito d’Italia” dell’amico Gianluigi De Marchi e di Francesco Femia (Guida Ed.). Ma che volete, questo qui lo avevo ordinato da due settimane in libreria, è arrivato, mi attrae. E poi ho una gran quantità di segnalibri, vorrà dire che alternerò le letture.

Oggi pomeriggio il tempo è brutto. Brutto nel senso che siccome non veniamo certo da un periodo di siccità (aprile e maggio ha piovuto molto!) un cielo molto nuvoloso può a buona ragione essere definito tale, altrimenti sarebbe “bel tempo, ovvero: finalmente piove!”

E con questo tempo uno che fa? Pulisce la sua bicicletta, cura i suoi fiori e … legge!

Qualche parola su questi libri, nell’ordine. “Il gruppo Buscaglia – Aerosiluranti italiani nella seconda guerra mondiale -. Il pilota Martino l’anno scorso avrebbe compiuto 100 anni! Il figlio, l’amico Alessandro, verrà a intrattenerci una serata al circolo UNUCI Trento sul contributo del padre a quella fase della nostra storia. “Congo”, la storia della sua (tragica) colonizzazione (rectius: sfruttamento coloniale imperialistico) e del suo sviluppo politico sino ai nostri giorni: un libro che dovrebbero leggere tutti coloro che oggi respingono i migranti africani. “Il Regno unito d’Italia”, la prima parte è la storia del sud Italia fino alla battaglia del Volturno, che nel libro si immagina persa e non vinta da Garibaldi. La seconda parte – di fantasia – ci narra di una diversa Unità d’Italia che parte dal sud vincitore verso un nord conquistato. Ma veniamo a Mankell.
Ho appena iniziato a leggere questa sorta di biografia, ed ho avvertito il bisogno di trascrivervi alcuni passaggi. Il primo: “Lo sviluppo del mondo procede in maniera enormemente rapida, ma noi oggi scriviamo poesie d’amore migliori di quanto faceva Petrarca? No! L’uomo è nato per la lentezza. La forza della democrazia è proprio il fatto che è lenta. La lentezza ci si addice di più. Eppure nel nostro mondo un leader efficiente è uno che prende decisioni in modo rapido. Gli Africani, invece, definiscono stupido un uomo che decide troppo velocemente” (Firmato Mankell, op. citata pag. 21).
Che ve ne pare? Che dire di quota 100 senza avere predisposto un piano di assunzioni per la sostituzione della massa dei neo pensionati? O del reddito di cittadinanza senza avere predisposto le strutture di collocamento al lavoro dei beneficiati?
Secondo pensiero di Mankell (op. citata pagg. 22-23): “ … la maggioranza delle persone non si considera parte del panorama politico. Negano di esserlo e questa è una delle più gravi minacce per la democrazia, il fatto che sempre più persone dicano di non sentirsi parte della democrazia”.
Che ve ne pare? Oggi è andato a votare il 50% degli aventi diritto al voto. Chi ha raccolto il 34% di quei voti ha il 17 % rispetto agli aventi diritto e governa con questa “maggioranza”.
Terzo pensiero di Mankell (op, cit. pag. 23): “ … quando ci fu un grande accorpamento dei Comuni … d’un colpo le decisioni venivano allontanate di un centinaio di km dalla zona in cui e per cui esse dovevano essere attuate ..”
Che ve ne pare? Autonomista svedese, non c’è che dire! Evviva Mankell, evviva la nostra Autonomia Amministrativa e … loss von Rom, lasciatemelo dire!
Il resto alla prossima puntata.
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MINIBOT
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Giugno, 2019 @ 3:26 pmDetto altrimenti: mini … che però faranno un gran bott …! (post 3604)

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Fra un po’ forse saremo “il Bel paese ove il bot suona!” Ma cosa sono questi minibot che rischiano di far fare un gran botto alla finanza pubblica? Semplice: sono emissioni di BOT a tagli unitari non molto elevati, con i quali pagare i fornitori creditori degli Enti Pubblici. Dice … ma sono un ulteriore aumento del debito pubblico!. A chi solleva questa eccezione si risponde: “Stiamo cercando di porre rimedio ai malanni dei governi precedenti: se non volete i minibot, diteci voi come fare, se siete capaci”.
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Ecco, oggi è la Domenica della Pentecoste, il cinquantesimo giorno dalla Resurrezione di Cristo. Scende su tutti lo Spirito Santo e fa sì che tutti comprendano la lingua altrui. Ma si vede che lo Spirito Santo era distratto, oppure non mi ha trovato in casa visto che io ero finalmente tornato a pedalare con la mia amata bicicletta (dopo la rottura sciistica della spalla del 25 marzo scorso): fatto sta che io il linguaggio del minibot people proprio non lo capisco.
Insomma, possiamo scegliere: o così o così. Be’ … allora se manca la possibilità di scelta non mi sento libero: e dire che il Primo Messaggio dello Spirito Santo era ed è un Messaggio di Libertà: “Capite me, capite voi stessi, capite gli Altri e poi scegliete”. Ma nel nostro caso le scelte sono già state fatte: si chiama “ordine delle priorità da soddisfare a prescindere” (flat tax, pensione quota 100 e paghetta a tutti).
Ma … mi chiedo, la priorità più prioritaria non era la riduzione del debito pubblico e il rilancio degli investimenti? Anche perché fra il promettere (tutto a tutti) e il realizzare c’è di mezzo il mare, anzi, un mare di guai. Guai che si chiamano aumento dello spread, sanzioni dell’UE, riduzione delle pensioni, del welfare, dell’istruzione, della ricerca etc..
Ma sia pur vero che i minibot siano cosa buona e giusta … vediamo un po’, io, imprenditore, ricevo minibot per €200.000,00 a saldo del mio (ormai vecchio!) credito nei confronti dello Stato. Che ne faccio? Vado in banca e me li faccio scontare, pro soluto, s’intende! Sono “garantiti dallo Stato” ecchè, ci mancherebbe altro che le banche non si dovessero fidare! Ed allora ecco un altro inghippo: dopo avere generato un incremento del debito pubblico, i minibot hanno riempito il portafoglio delle banche di (ulteriori) titoli di credito di quello stesso debito. Cioè, lo Stato è debitore verso le banche e se poi non ce la fa più a rimborsarle … be’ vuol dire che le banche se ne faranno una ragione in attesa che si deliberi un (ulteriore) intervento finanziario pubblico in loro favore a ripianamento di quei bad risks, cattivi rischi di cui si sono riempita la pancia.
Minibot, qualcuno ha parlato di “soldi del Monopoli”. A me mi (a me mi) pare invece che siano i soldi del Paese dei Balocchi, quello ove il dolce minibot suona.
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BRAVA, SEN. CONZATTI!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Giugno, 2019 @ 4:46 am
Detto
altrimenti: cosa vuol dire studiare le carte … (post
3602)

La mia non è propaganda politica, ma propaganda a favore di un modo di lavorare onesto, impegnato. Roma, il Parlamento, le Commissioni: avete visto alla TV le montagne di fascicoli sui tavoli dei Commissari? Mi sono sempre chiesto: ma loro, i Commissari, le leggono tutte quelle carte? La maggior parte di loro no, ma qualcuno si. E questo qualcuno ‘sta volta è una qualcuna, la senatrice Donatella Conzatti che ha “scoperto” che all’interno del decreto sblocca cantieri c’era una riga piccola piccola secondo la quale il tesoretto dell’A22 di ben 720 milioni sarebbe passato allo Stato. Semplice, vero? Il fattaccio me ne ricorda un altro, quello dell’inserimento del condono edilizio dell’Isola d’Ischia all’interno del decreto ponte Morandi! Ma si può, dico io, inserire una simile “modifica” con una semplice riga arial 12 all’interno di un decreto così articolato? E allora ben venga il modo di operare della Sen. Conzatti, modo che può e deve essere definito “di lavorare seriamente”, ben diverso dal ruolo di chi si limita ad alzare la manina al momento giusto: a qualunque partito politico appartenga quella manina.
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LO SCEMPIO DEL LAGO DI CAVEDINE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Giugno, 2019 @ 5:56 pmInserisco qui, in data 20 ottobre 2019, il mio intervento all’ Assemblea Italia Nostra 19 ottobre 2019 “I laghi artificiali”, a completamento del post del 7 giugno che trovate in coda a questa stessa aggiunta: una sorta di prefazione scritta dopo, cioè una postfazione!
“Buongiorno a tutti gli intervenuti. sono Riccardo Lucatti di Fiab Trento – Amici della Bicicletta, federata con altre 120 associazioni italiane nella FIAB-FEDERAZIONE ITALIANA AMBIENTE E BICICLETTA. Vi ringrazio per avermi ospitato nella vostra assemblea e vi porto i saluti del mio presidente Guglielmo Duman.

Non mi soffermo su considerazioni di carattere generale di politica e di scempio del territorio, aspetti sui quali sono intervenuto da tempo e più volte anche sul mio blog trentoblog.it/riccardolucatti, blog che vi ringrazio se vorrete leggere, e mi soffermo su 6 aspetti specifici.

- Frequento da anni in bici il lago di Cavedine. Sono rimasto esterrefatto nel vedere la trasformazione di un progetto da discarica temporanea a stazione balneare con devastazione della fascia lago demaniale, dietro il pagamento di una ammenda minima (qui sono intervenuto a braccia: “Mi sono sentito derubato di un qualcosa che era anche mio, essendo la fascia lago un’area naturalistica – bene pubblico!).
- Sul progetto stazione balneare comunque mi sono chiesto: come saranno smaltite le acque della piscina che conterranno cloro? In una vasca a dispersione? Ma se è ciò che è massimamente vietato dalla legge!
- La fascia lago, definita dalla provincia “stato ecologico elevato” è’ stata violentata. Mi chiedo: chi ha seguito e sanzionato la trasformazione del progetto da deposito temporaneo a stazione balneare, nulla ha ritenuto di rilevare circa lo scempio che si stava operando su quella fascia? Siamo sicuramente in ambito penale, e nel nostro ordinamento giuridico l’obbligatorietà dell’azione penale.
- Ora pare che dopo avere trasformato quella zona da bosco naturalistico in un’accozzaglia di alberi abbattuti, si stia per operare una seconda trasformazione: si ripulisce il sottobosco livellando il terreno intorno agli alberi risparmiati dalle ruspe, sino a creare un bel “paesaggio”: in realtà si sta sostituendo arbitrariamente e illegalmente un’area naturalistica con un’area “paesaggistica”, cioè con un’opera dell’uomo (n.d.r.: qui ho spiegato a braccia che utilizzo il termine “paesaggio” con riferimento all’etimologia del termine, il paese, cioè a qualcosa costruito dall’uomo).
- Quali gravi rischi correremo noi ciclisti con il maggior traffico sull’unica strada di accesso, già oggi molto pericolosa?
- L’amico Claudio Bassetti si chiede “che mondo vogliamo?” Io mi pongo un’altra domanda: “quale legge vogliamo? Una legge solo legittimamente emanata oppure una legge anche sostanzialmente rispettata, cioè sostanzialmente efficace?”


Vi ringrazio per l’attenzione e vi aspetto tutti già’ oggi pomeriggio al nostro stand FIAB all’interno della fiera Fa’ la cosa giusta, così’ come mi permetto di invitarvi a visitare il sito di FIAB Trento.

Aggiungo: in parallelo, sul lato opposto del lago, la Forestale sta realizzando una strada larga fino a 4-5 metri in sostituzione dell’attuale sentiero (largo 30 cm!), perchè così “se il bosco prende fuoco, possiamo passare con i mezzi antincendio!” Ma gli incendi sono al 90 % dolosi o colposi e più gente attrai dentro il bosco, più aumenta il rischio di incendio.
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Inoltre … nell’intenzione incoffessata di taluno questa strada dovrà essere una pista ciclabile per evitare la futura protesta dei ciclisti che rischieranno di essere investiti dal grande traffico generato dallo strabilimento balneare sull’altra sponda: solo che i violatori del bosco non lo possono dire. Tuttavia, poichè poi le spese di gestione delle ciclebili ricadono sui Comuni, il Comune di Drò (Sindaco Sen. Fravezzi) ha messo le mani avanti ed ha scritto che non si farà carico dei costi di una nuova ciclabile (sic!) realizzata a fianco di una già esistente. E allora …?
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Detto altrimenti: uno scempio che ha dell’incredibile! (post 3603, pubblicato il 7 giugno 2019)

Il Lago di Cavedine, un luogo “della natura”, piccole strutture rispettose dell’ambiente: un bar centro velico; a monte della strada un piccolo ristorante. Da anni ci passo più volte in bicicletta nel mio giro della Busa (Riva del Garda, Arco, Dro, Lago di cavedine, Sarche, Riva: 50 km). Ogni volta mi fermo per un caffè, a respirare la natura sul prato del centro velico. Talvolta entro a piedi nudi nell’acqua, mi siedo a fianco della mia bicicletta e godo di questo “bagno” di paradiso, di acque trasparenti e di bosco.

Il bosco: emerge dall’acqua o dalla terra, a secondo del mutare del livello del lago. Sul prato i turisti sono silenziosi, ognuno ha molto spazio a disposizione; molti sono “fuggiti” dal Garda, pur splendido, ma super affollato, per trovare qui se stessi e la quiete.

Quest’anno la mia stagione ciclistica è in ritardo, causa volo con sci del 25 marzo e frattura della testa dell’omero e del trochite sinistro. Ecco perchè solo oggi, per la prima volta nel 2019, sono passato dal Lago.

Sono rimasto senza parole: a nord del centro velico, subito confinante con questa mini struttura, un enorme cantiere-sbancamento con tanto di cartello “Deposito temporaneo materiale di scavo”.

Maccome? Un simile deposito sulla riva di un biotopo o quasi biotopo? Osservo meglio: per “depositare” il materiale di scavo, lo hanno prima scavato in loco! Ovvero, hanno scavato le sponde, le radici degli alberi, hanno divelto la vegetazione … uno scempio del lago, delle sue sponde, della sua flora e quindi anche della sua fauna.

Perché, mi domando. Guardo meglio. Scorgo un altro tabellone che spiega l’arcano: su quello sbancamento dovrebbe essere realizzato uno stabilimento balneare con piscina, ristorante, parcheggi etc..
Chiedo, mi informo … Mi dicono che la Guardia Forestale ad un certo momento era intervenuta sequestrando il cantiere (ma molto scempio era già stato perpetrato). Ora … qualcuno teme che ci possa essere un dissequestro: già, perché così è uno scempio, tanto vale sistemare tutto con piscina, parcheggi etc..



Senza parole, letteralmente, ragazzi, sono rimasto in silenzio, incapace di proferire verbo, quasi stordito, incredulo … Un grande stabilimento balneare!? Fra l’altro un’osservazione marginale: la strada di accesso sia da nord che da sud è molto stretta, due auto si incrociano a fatica. Piuttosto è rilevante il passaggio delle biciclette.

Che succederà se continueranno a transitare i mezzi pesanti del cantiere-scempio? Cosa succederà quando si creerà il traffico della nuova utenza? Qualcuno salterà su a dire che occorre allargare la strada, mica si può continuare così, mica si può …! E la pista ciclabile che sale da Drò-Centrale Fies e che si innesta 2 km a nord dello scempio? … Nessun problema: i ciclisti potranno pedalare fra un camion e l’altro e/o facendosi sfiorare dalle colonne di auto dirette ai nuovi parcheggi! Eppoi … cheppalle ‘sti ciclisti!


Una mia riflessione del giorno dopo. I tre cartelli … IL PRIMO CARTELLO, per la relizzazione di un “deposito temporaneo di materiale di scavo” da parte di chi ne approfitta per devastare l’ambiente. IL SECONDO CARTELLO, che palesemente fa capo ad un’impresa privata la quale decide di investire in uno stabilimento balneare: “Si, d’accordo caro il mio blogger, non sarà “nature” come prima, ma visto lo sconquasso che era stato fatto, il mio stabilimento sarà sicuramente meglio che lasciare quel disastro a cielo aperto” (PROSSIMO CARTELLO !!).
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GRUPPO DI LETTURA LIBRINCONTRI DI MIRNA MORETTI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Giugno, 2019 @ 6:30 amDetto altrimenti: cena di “fine corso” al Maso Tratta (post 3601)
(Scrivo questo post su espressa delega della ”titolare” dell’avvenimento, Mirna Moretti)

Maso Tratta: qui iniziava la “tratta” di strada a pagamento, tanti, tanti anni fa. L’idea del pedaggio è rimasta nel nome. Poco sopra Lavis c’è Pressano e poco sopra Pressano, il Maso. Di fronte, i bastioni del Monte di Mezzocorona, della Paganella e del Bondone. Questo posto inizia ad essere anche un po’ “nostro”: ci portiamo le nipotine ai corsi di nuoto in piscina; ci abbiamo fatto un pranzo FIAB con tanto di lotteria per i soci; ci veniamo privatamente.
Ieri sera la cena di fine corso (“fine” solo per quest’anno, s’intende!) del Gruppo di Lettura Librincontri di Mirna Moretti. Mirna … la trovate qui sul blog, lei e i suoi post-libri, lei che per anni ha recensito un libro al giorno! Mirna, che ha saputo creare un gruppo affiatato nel quale convergono persone da altri gruppi: una rimescolata delle carte umane per formare un mazzo nuovo, diversificato, di persone mosse tutte dallo stesso interesse: la lettura.

Il Maso. Ci sediamo fuori a goderci gli ultimi refoli dell’Ora del Garda, immersi fra i filari d’uva a respirarne il verde, a “illuminarci d’immenso” cioè dello spazio fra noi e i mondi-monti di fronte. Siamo in dodici, grosso modo metà dell’organico: che volete, ormai molti sono già ai monti o al mare … Dodici persone, per fortuna non dieci, dice uno di noi, altrimenti avremmo rievocato gli ospiti del famoso giallo di Agata Christie! Dodici, mancafarlapposta sei uomini e sei Donne! Altro equilibrio rispettato, non vi pare? Un particolare pensiero alla cara Nadia che purtroppo non è riuscita ad essere dei nostri.

Dopo questo “aperitivo di tramonto”, ci siamo accomodati all’interno in una saletta riservata, seduti attorno ad una tavola rotonda che poi era rettangolare, il che ha favorito il fatto che tutti ci si potesse guardare in faccia e non come accade quando ci si siede su tavolate lunghe lunghe nelle quali chi sta “in testa” non può avere alcun rapporto con chi sta “in coda” (altro pregio del Maso Tratta!). Non abbiamo parlato di libri ma ognuno di se stesso e degli Altri: cioè … ci siamo conosciuti sempre un po’ di più. Uno ha detto: “Mirna, tu hai seminato l’occasione, dalla quale nasce sempre più la reciproca conoscenza”, attraverso la quale – mi permetto di dire io – si rafforza la comunicazione, communis actio: conoscenza e azione comune. Infatti, molte sono le regioni d’origine d’ognuno di noi (Trentino in testa, ovviamente); molte le associazioni (non di lettura) di provenienza, per cui ognuno è portatore di una diversità di cultura e di interessi, il che è la nostra Nuova Ricchezza, il nostro Bene Comune che è tale in quanto realizzato sin dall’inizio con l’apporto di ognuno, nessuno escluso.

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Ci siamo lasciati con l’impegno di autoassegnarci i “compiti per le vacanze”, cioè di leggere qualche libro sul quale poi riferire alla ripresa dei lavori nella nostra saletta del Caffè Città in Piazza Italia a Trento. Buona Estate e buoni libri a tutte e a tutti, dunque!
“Liber” in latino significa “libro” e “libero”. Sarà un caso?
Ah … dimenticavo: la cena? Ottima come sempre: grazie, Maso Tratta, per l’accoglienza enogastronomia e soprattutto umana, visto il rapporto che ormai si è instaurato …
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