IL MESTIERE DELLA ARMI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Febbraio, 2015 @ 8:56 amDetto altrimenti: gli eserciti di terra vincono   (post 1930)
Post 1930, anno 1930 – Mussolini italianizza l’Alto Adige.
Gli eserciti di terra.
Quello dei Vietcong sconfisse l’aviazione USA.- Guerra balcanica. Milosevich aveva messo su  il più forte esercito europeo di guerriglieri. Faceva paura. Gli abbiamo chiesto la restituzione dei crediti concessigli. Lui suddivise l’onere fra i vari stati (Slovenia, Bosnia, Croazia etc.). Da qui il rifiuto e la guerra (che non ha coinvolto la Slovenia per alcuni motivi che potrò illustrare in altra sede) diventata subito guerra inter etnica ed interreligiosa. Quando si valutò che quell’esercito si fera sufficientemente autodistrutto, con aiuti francesi (Legione Straniera) in una settimana i Serbi furono ricacciati a casa loro. Queste sono state le testimonianze che a suo tempo raccolsi durante i miei numerosi viaggi di volontariato nella Repubblica Serba di Bosnia, nell’immediato dopoguerra.
- ISIS? Temo fortemente che occorrerà l’impiego di truppe di terra, tenendo presente che per l’ISIS non vale la Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra.
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Questa tristissima, pericolosa, dannosa, dolorosa e difficile necessità dovrebbe spingere l’UE a diventare USE, United States of Europe oppure, per non fare arrabbiare i Francesi, EUE, Etats Unis d’Europe. Purchè sia.
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CH, INVESTIRE IN DROGA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Febbraio, 2015 @ 7:47 amDetto altrimenti: “Pecunia non oletâ€; “Il denaro non ha il cartellino†e così via  (post 1929)
Post 1929, anno 1929 – 11 febbraio, i Patti Lateranensi.
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L’imperatore Vespasiano faceva installare i vespasiani a pagamento in varie parti di Roma. Gli fecero obiettare che avrebbero maleodorato. Rispose: “Pecunia non oletâ€,  il denaro non puzza. Altri afferma: “Il denaro non ha cartellinoâ€, ovvero non ti porre domande sulla sua provenienza.
Svizzera. Già nel secondo dopoguerra si era prestata allo scambio denaro-fuga di nazisti, solo per citare un caso di Svizzera affair. Oggi emerge un nuovo iceberg, quello della HSBC, Hong Kong and Shangai Banking Corporation, presso la quale si scoprono depositati illegalmente 180 miliardi di dollari USA. Quella banca era implicata in operazioni su merci veramente “stupefacenti” nel senso che facevano guadagnare moltissimo!
Una vecchia canzone: Dove vanno a finire i palloncini? Oggi, una nuova canzone (non presentata a Sanremo, peccato!): “Dove vanno a finire i milioncini” (di euro)? Ovviamente dove sono più remunerati! Facciamo un esempio pratico.
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Premessa: la stessa quantità di cocaina costa 1000 in Bolivia e 70.000 a Londra. Capite bene che lungo questo percorso si possono inserire molte operazioni di finanziamento. Come? Ecco qui, ve lo dico con poche parole.
Io – su somme ben che vada regolarmente denunciate al fisco – effettuo un bonifico all’estero di 10 per acquistare una villa ai Caraibi. Poi ai Caraibi acquisto una casa per 5. Mi avanzano 5 liberi. Una banca locale mi offre un rendimento del 10% anticipato. Accetto. Quella banca poi reinveste in altra banca al 20%, etc. fino ad una finanziaria che investe al 2000% perchè investe in … droga. Fine. Semplice vero? E la mia coscienza è a posto: che ne posso sapere io di quello che avviene “dopoâ€?
CH-Confederation Helvetique? No, CH-Confederation Hypocrisy …
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… ITALIA, DI DOLORE OSTELLO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Febbraio, 2015 @ 6:56 amDetto altrimenti: “Ahi serva Italia, di dolore ostello,/nave sanza nocchiere in gran tempesta,/ non donna di province, ma bordello! …   (post 1928)
Post 1928, anno 1928 – Imperversa il sindacalismo fascista. Attentato a Vittorio Emanuele III – Si perde il dirigibile Italia.
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Dante Alighieri sicuramente si rivolterà nella sua tomba ravennate nel vedere lo spettacolo dei nostri parlamentari (la lettera minuscola è il massimo che meritano) che hanno trasformato il Parlamento in un ring di lotta libera.
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E io pago … mi è venuto da pensare … io, tutti noi contribuenti paghiamo con il nostro carico fiscale, paghiamo questi signori ( la lettera minuscola …). Saltando qua e là con il telecomando, ho sfiorato (solo sfiorato) il festival di Sanremo: “panem et circenses†… ecco cosa ho pensato … 10 milioni di telespettatori per la canzone italiana … e quanti per lo scempio del nostro Parlamento? Sarei curioso di conoscere questo dato.
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Fino a quando i parlamentari si stabiliranno da loro stessi i propri emolumenti (per legge, ci mancherebbe altro), fino a quando non sarà previsto a loro carico la precettazione (sic) per evitare l’interruzione di un pubblico servizio …. già , perché noi precettiamo chi si astiene dal guidare un treno e non chi si astiene dal guidare il Paese … fino a quando tutto ciò non cambierà , “non ci resta che piangere”.
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CIRCOLAZIONE STRADALE A TRENTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Febbraio, 2015 @ 8:46 amDetto altrimenti. evitiamo incidenti!    (post 1927)
Post 1927, anno 1927 – Inizia l’attività dell’OVRA, Organizzazione di Vigilanza e Repressione dell’Antifascismo. Evviva la libertà e la democrazia!!
Friends, Romans, countrymen, lend me your ears …  amici, cittadini di Trento, abitanti delle Valli, prestatemi ascolto: impariamo a non farci del male quando siamo alla guida delle nostre auto!
 ROTATORIE
- Purtroppo molto spesso accade che auto provenienti in colonna serrata e a velocità sostenuta (violando quindi già due norme del Codice della Strada!), impegnino le rotatorie senza dare la dovuta precedenza alle auto che le hanno impegnate ben prima di loro e per di più provenienti da destra! (Terza violazione, da ritiro della patente!)
- Inoltre, chi impegna una rotatoria provenendo da strada che aveva il diritto di precedenza prima della realizzazione della stessa, purtroppo assai spesso NON concede la dovuta precedenza alle auto che provengono da destra e che hanno impegnato la rotatoria prima di loro!
- Infine, occorrerebbe deviare in un poco l’innesto in rotatoria di quelle strade che vi si innestano “tangenzialmenteâ€, perchè, in questo caso, le auto che vi si innestano purtroppo sono portate a ignorare l’esistenza della rotatoria e NON danno la dovuta precedenza.
E allora? Allora oltre all’hardware (le rotatorie), costruiamo anche il software (il modo di utilizzarle)!
 SEMAFORI
Se un semaforo vi concede il via libera, ciò non significa che avete la precedenza per tutti (tutti) i successivi incroci o innesti, bensì solo su quello regolato da detto semaforo. Due esempi:
Piazza Venezia. Auto provenienti da nord, in direzione Viale S. Francesco. Rotatoria. Semaforo pedonale subito prima della rotatoria. Quando scatta il rosso per i pedoni e si spegne il rosso per le auto (per loro non scatta il verde, bensì lampeggio giallo!) i pedoni devono cessare di attraversare, ma le auto NON hanno automaticamente la precedenza anche sulle altre auto che hanno già impegnato la rotatoria e che provengono da sinistra (Via Grazioli) o da destra (via Calepina). La stessa (dovuta) precdenza NON viene data da auto che procedono in colonna da Viale S. Francesco dirette a nord, soprattutto in favore di chi proviene da destra (Via Grazioli) ed ha già impegnato la rotatoria.
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Corso Tre Novembre – Incrocio con Via Vittorio Veneto. Le auto che scendono da Via Milano e svoltano a sinistra in Corso Tre Novembre e le auto che percorrono Corso tre Novembre in direzione nord-sud NON hanno la precedenza sulle auto che risalendo Via Vittorio Veneto svoltano a destra in detto Corso, in quanto queste ultime “provengono da destraâ€!
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 Concludo
Non sarebbe male una maggiore presenza della Polizia Locale in detti luoghi per educare e sanzionare  i non informati, i distratti, i maleducati e i prepotenti.
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DON MARCELLO FARINA E DIETRICH BONHOEFFER (DB)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Febbraio, 2015 @ 5:58 pmDetto altrimenti: Conferenza presso il Gruppo Cultura Associazione Circolo Sant’Antonio – dialogo.dicomunita@gnmail.com   (post 1926)
Post 1926, anno 1926 – Il fascismo dilaga.
Ieri, 10 febbraio, in giornata ero con gli sci a 2.800 metri. In serata mi sono elevato molto, molto più “in alto”, a Trento, ad ascoltare Don Marcello Farina. In programma riflessioni su Dietrich Bonhoeffer dal tema “Il Dio che siede accanto nella sofferenzaâ€, programma poi cambiato in “Riflessioni sullo stesso autore: la fede in un mondo diventato adultoâ€.
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Dietrich Bonhoeffer … DB per semplicità di questo bolgger settantunenne dattilografo da strapazzo, dicevo, DB è uno delle personalità riferite nell’ultimo libro di Marcello “Da tutti si può imparareâ€. Tuttavia sono altri i libri che su DB Marcello ha citato (v. foto). Già , non sarebbe stato da lui “citarsiâ€: lo faccio io, riportando il titolo del capitolo che riguarda quel filosofo teologo: “Essere cristiani non significa essere religiosi, ma significa essere uominiâ€.
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Non è stato facile per me seguire tutta l’esposizione (molto profonda!) di Marcello introdotta da Paolo Munaretto del Gruppo Cultura, per cui, dietro mia richiesta, egli mi ha poi dato copia originale del suo intervento. Tuttavia prima di cercare di estrarne alcuni contenuti, provo a scrivere a memoria quel poco che credo di avere capito. Quanto segue è quindi frutto della mia capacità (soprattutto incapacità !) di comprensione, e pertanto qualsiasi eventuale travisamento della dottrina di DB o della “lettura interpretativa†di Marcello è da imputarsi esclusivamente ad questo ignorantone di un blogger.
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La Fede è un dono che viene dall’alto. La religione è un fatto umano che “parte†dal basso. Religione che è soprattutto “vita umana, il vivere umanoâ€, sull’esempio di un Uomo, il Cristo. Anzi di un uomo. Di un Dio non più Dio ma fattosi uomo, appunto, uomo per gli altri uomini, uomo esempio per tutti gli altri uomini, uomo d’amore per tutti gli altri uomini. In questo senso Cristo è tale per tutta l’umanità , il suo “cristianesimoâ€, il nostro “cristianesimo” è attuale e vivibile per tutta l’umanità . Anche per chi si dichiara non cristiano. Cristo da Vero Dio a vero uomo (le maiuscole e le minuscolo non sono da me utilizzate a caso). Quando DB parla della “fedeltà alla terra†vuole significare che già su questa terra noi dobbiamo realizzare qualcosa, qualcosa che alcuni definiscono ciò che ci condurrà al Paradiso, comunque “qualcosa†che rappresenta la pienezza della realizzazione della creazione, del creato. Il Cristo noi lo realizziamo – talvolta – anche a nostra insaputa, sostanzialmente, quando siamo sensibili verso l’altro, verso il creato. La “fedeltà alla terra†per DB è realizzata dai comportamenti esaltati nelle Beatitudini. Più chiaro di così non si può. “E il Dio che ricerchiamo non può essere sempre solo il Dio “tappa buchi” ovvero quello che invochiamo quando siamo annebbiati dall’ignoranza o travolti da mali d’ogni genere”.
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Ma veniamo al testo della relazione di Marcello,  E qui per me iniziano le dolenti note … ovvero la grande difficoltà a “tradurre†un testo per cultori di filosofia e teologia in un testo (per scrittore e) per lettori di un blog. Ecco …  e poiché la cosa non è immediata, questa traduzione ve la scrivo nel prossimo post. Nel frattempo, qui a fianco, il depliant del programma degli eventi.
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Anzi, ci ho ripensato: sul DB troverete biografia etc. in internet. E’ quindi inutile che io qui ne copi un estratto. Il concetto di fondo è il seguente. Negli ultimi decenni si è passati dalla modernità alla post modernità (pansate solo al progresso scientifico e della tecnica). In materia religiosa, cresce l’ateismo e in parallelo cresce il bisogno del sacro, cresce il confronto inter religioso. Gli atei, e coloro per i quali “Dio è non utile” (i suoi compagni di prigionia). I religiosi, che cercano Dio come un deus ex machina, quando serve, per capire ciò che non si può altrimenti capire e quando si devono sopportare e affrontare mali estremi. Ma, dice DB, come si può arrivare al un Dio anche “fuori dalla religione”, ovvero ad un  Cristo anche per i non cristiani? Rifacendosi ad un Uomo, il Cristo diventato “uomo per gli altri uomini, per tutti gli altri uomini, cristiani e non”. E  vivendo la vita su due piedi: egli scrive che chi osa stare sulla terra con un piede solo,  starà anche in  Paradiso con un  piede solo. Ovvero occorre vivere la vita nella sua pienezza, senza risentimenti e rinunce dei confronti dell’esistenza.
In tale senso – e qui esprimo quello che io credo di avere capito –  vivere la vita come “dono completo” che un Dio fatto Uomo e quindi un uomo ci ha dato, e quindi, innanzi tutto, una vita “per gli altri”. E quello che ha fatto quell’uomo, possiamo farlo anche noi, o almeno cercare di imitarlo, vivendo per gli altri. Chiudo con una ulteriore riflessione: io sono un credente, alla continua ricerca di un Qualcosa che so esistere, e che riesco a capire nella misura in cui Lui consente che io Lo capisca. Affermare il contrario sarebbe come ammettere l’esistenza della categoria dell’ “infinito” e poi affermare che lo si può conoscere: ma se è infinito, dietro tutto quello che hai conosciuto e capito, c’è ancora dell’ “altro infinito”, etc. etc. E allora, come te la caveresti se non negando tale categoria (il che è abbastanza difficile, non ti pare …?).
Per me, per quello che credo di avere capito, la Fede dell’uomo adulto e non più bambino, non è una Fede che si sostituisce a quella che “insegna” la religione, ma una Fede che si “somma” o si “affianca” a quella e che perciò, intesa come modello di vita innanzi tutto umana, vale anche “all’insaputa” dei non cristiani: in altre parole, mi piace cogliere un aspetto di universalità nel messaggio del Cristo anche al di là di ogni forma esteriore di religiosità . In definitiva, “cristianesino” come esempio di vita di un uomo, il Cristo, Figlio di Dio, che ha voluto “farsi” (ecco il punto, ” farsi”, diventare”) uomo e nascere, vivere e morire come tale.
Ma io, amici, non sono nè un filosofo nè tanto meno un teologo. Cerco solo di ascoltare, imparare, ragionare, o almeno … ci provo!. Quindi, eventualmente,  abbiate pazienza … e siate comprensivi nei miei confronnti, ve ne ringrazio.
P.S.: nel frattempo mi sto perdendo tutte le serate di Sanremo … evvabbè, pazienza!
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MOBILITA’ A TRENTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Febbraio, 2015 @ 5:50 pmDetto altrimenti: open post, questa volta del mio amico Alessio Zanghellini, il quale, sapendomi ciclista impegnato, mi invia quanto segue: Â Â (post 1925)
Inizia
Il modo di spostarsi all’interno delle città è profondamente cambiato nell’ultimo decennio e questo ha portato ad un cambio di abitudini di pendolari e cittadini.
L’auto privata non è più il solo mezzo di trasporto efficiente e sicuro per spostarsi all’interno della città ma è stato affiancato dal trasporto pubblico, dall’uso della bicicletta e da una riscoperta degli spostamenti a piedi
Ultimo atto di questo cambiamento è stata l’approvazione, da parte del consiglio comunale, del PUM che ha ribadito la necessità di un’equa ripartizione degli spazi pubblici, destinati alla mobilità , tra i vari mezzi di trasporto.
Oggi siamo di fronte ad un bivio, dare compimento a questa idea di mobilità urbana o arrenderci alle oggettive difficoltà che questa visione porta con se.
Se come cittadini crediamo che questa sia la strada giusta per migliorare la qualità della vita dell’ambito urbano dovremmo rimboccarci le maniche per portare a compimento le idee ed i progetti lasciati in sospeso.
Mi riferisco ad una diffusione capillare dei parcheggi pertinenziali per liberare vie e piazze dalle auto, dei parcheggi di attestamento vicini ai punti di interesse e ben collegati con essi per evitare lunghe code ai varchi della città , di creazione di corsie preferenziali per i mezzi pubblici in modo da rendere competitivo il trasporto pubblico, della pedonalizzazione di strade/rioni per aumentare l’offerta turistico/commerciale della città , della creazione di piste ciclabili inserite nelle previsioni urbanistiche evitando forzature che portano a contrasti tra i diversi utenti della strada (pedoni, ciclisti, automobilisti ) all’interno della città consolidata.
Tutto questo richiede coraggio e perseveranza tenendo ben presente che il percorso da fare è di crescita e condivisione con la cittadinanza.
Solo una cittadinanza consapevole infatti potrà infatti sostenere e rilanciare questo percorso”
Finisce
Aggiungo: mi permetto di condividere un concetto, e cioè che forse il miglior modo per affrontare e risolvere il problema della mobilità urbana è proprio quello di affrontare come sistema unico tutti i suoi aspetti, contemporaneamente. Bravo Alessio!
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CASTA PILOTI … UNO SCANDALO?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Febbraio, 2015 @ 9:59 pmDetto altrimenti: uno scandalo? No, due!              (post 1924)
Post 1924, anno 1924 – 30 maggio, Giacomo Matteotti denuncia il fascismo. Pochi giorni dopo scompare.
Molto autisti italiani di bus volanti (piloti di aerei civili di linea) sono in cassa integrazione, da anni. Nel frattempo lavoravano all’estero. Truffa all’INPS per 7,5 milioni di euro. Scandalo. Lo scandalo maggiore tuttavia è un altro, anzi, altri due: 1) che siano riusciti a fare ciò per anni; 2) che la legge preveda che per loro la cassa integrazione duri sette anni (per gli altri lavoratori due!),  senza alcun tetto massimo per cui percepivano una indennità mensile da €7.000,00 al mese in su (per gli altri lavoratori massimo €1.200,00). A questo punto mi domando: se tanto mi dà tanto, quante e quali altre “gestioni separate Inps” esistono? Quella dei telefonici, per esempio, e poi … quali altre?
La legge è uguale per tutti? Certo, tranne le eccezioni di legge!Â
DEL PATTO DEL NAZARENO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Febbraio, 2015 @ 9:17 amDetto altrimenti: caro Silvio ti scrivo …  (post 1923)
Post 1923, anno 1923 – Ascesa di Hitler. I cattolici si dividono in Popolari (Don Sturzo) e Nazionali (con Musolini).
Cario Silvio ti scrivo … Accendo la radio e ti sento dire: “Non è questo il Patto del Nazareno che volevamoâ€. Ecco, caro ex cavaliere (1), delle due l’una:
- o sei impreciso e intendevi dire “ il patto che avevamo concordato†e allora, poiché le parole sono pietre (v. Don Lorenzo Milani, Lettera ad una professoressa), avresti dovuto essere più specifico e preciso;;
- oppure si è trattato di un lupus lingua (alias lapsus linguae) freudiano, nel senso che avresti voluto che “la volontà del patto†fosse semplicemente “la tua volontà †dimenticando quanto insegna la dottrina dei contratti, patti, accordi, negozi etc. ovvero:
-  Io voglio (ecco la mia volontà ) vendere una bicicletta a 1000 euro (3)
- Tizio la vuole (ecco la sua volontà ) acquistarla a 500.
- Alla fine contrattiamo per 750 (ecco la volontà , quella del patto, diversa dalle prime due!).
(1) E poi “ex cavaliereâ€? Perché mai tutti continuano a chiamarti facendo riferimenti ad una tua ex-qualifica? Vi sono tue qualificazioni più aggiornate, odierne, attualissime … per esempio una relativa all’esito di tuoi coinvolgimenti giudiziari, per cui tu oggi sei un attuale pre … valutato … no, non è proprio così … come si dice … non mi viene la parola … uno che è stato giudicato colpevole …. vabbè, mi verrà in mente prima o poi il termine corretto …
(2) Via del Gianbellino, Via del Campo, Via Gluck, via San Vittore … chissà se scriveranno una canzone anche per questa via …
(3) scialla raga, calma … non sto mettendo in vendita una delle mie amatissime biciclette, non iniziate a telefonarmi le vostre offerte …. è solo per fare un esempio!
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VIEW POINTS (vincolo di mandato si/no)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Febbraio, 2015 @ 8:54 amDetto altrimenti: punti di vista                              (post 1922)
Post 1922, anno 1922 – All’armi … son fascisti! (Quelli che stanno arrivando … si, quelli laggiù … sono fascisti, allarmi!)
Dice: parlamentari vincolo di mandato si/no? Ecco, ragazzi, volete la mia risposta?
Una volta venne a casa mia un ragazzo venditore porta a porta che voleva vendermi un’enciclopedia. Dopo qualche parola passò a parlare del colore del legno degli scaffali che mi avrebbe venduto insieme ai libri: “Li vuole in mogano, in ebano, bianca etc.â€. Stava cercando di spostare la mia attenzione dal vero problema: l’acquisto dell’enciclopedia. Io gli risposi: “No, grazie, è proprio l’enciclopedia che non mi serveâ€.
Ecco raga, personalmente io non accetto che mi si conduca a decidere su di un falso problema, oppure su un “problema che viene dopoâ€. Infatti a mio sommesso avviso prima del si/no al vincolo di mandato, sarebbe necessario risolvere altre tre problemi:
- eliminare il “mestiere sovra-stipendiato della politicaâ€, non nel senso di non remunerare i politici, ma di remunerarli in una misura “umana”, ad esempio in linea con la loro precedente remunerazione nell’ambito civile (oltre ad un completo e rigoroso rimborso delle spese di servizio), in modo da non far sì che alla politica siano attratti solo o principalmente i desiderosi di assicurarsi un futuro “ricco†a prescindere;
- aumentare al massimo l’elezione diretta dei parlamentari da parte dei cittadini;
- eliminare il voto segreto.
Quanto al “trasformismoâ€, a quel punto esso diventerebbe un fatto positivo, perchè solo lo stupido non cambia mai idea.
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INCONTRI: NADIA IORIATTI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Febbraio, 2015 @ 4:36 pmDetto altrimenti: da un libro ad una Persona
Nadia Ioriatti. Scrittrice. Per incontrarla salgo a Villazzano, sulla collina di Trento. Pochi minuti d’auto, c’è chi la fa a piedi. Mi riceve la sua aiutante filippina Connie: al terzo piano. Ok. E quindi “La signora arriva subito”. Prego … Nell’attesa mi guardo intorno. La sala non è grande, ma quanto basta. Da un lato, fiori e piante ben curate ad incorniciare una grande finestra. Giù in basso Trento, circondata dalle sua montagne. A destra scaffali: libri. Mi colpisce la lunga serie Einaudi. Li scorro, molti li ho anch’io. Altri editori fra cui Adelphi: stesso ritrovarsi con vecchi amici, libri anch’essi. E’ il primo approccio a tu per tu con Nadia e a mio avviso inizia benissimo. Ancora grazie ai libri. Già, perchè ho conosciuto Nadiagrazie al suo libro “Io tinta di aria” (Curcu e Genovese), libro che l’Autrice ha accettato di presentare anche a Librincontri al Cafède la Paix, nelle riunioni organizzate e gestite dalla mia collega blogger Gran Lettrice Mirna Moretti. E da cosa nasce cosa. Infatti non è per parlare del libro che ho chiesto a Nadia di ricevermi, libro peraltro che trovate ottimamente recensito da Mirna nel suo blog, ma per incontrare la Persona.
Comunque del suo lavoro letterario qualcosa voglio dirla anch’io, anzi, voglio riportarla anch’io, dalla recensione di Carlo Dogheria comparsa su Questo Trentino n. 1 gennaio 2014, pagg. 46, 47: Dogheria cita dalla prefazione di Piergiorgio Cattani: alla fine del libro si vorrebbe continuare a leggere qualcosa. Per saperne di più. E poi egli stesso continua: romanzo confessione di un personaggio complesso, brutalmente sincero, sfaccettato, assolutamente credibile. Una antologia (n.d.r.) di infanzia (un po’ repressa, n.d.r.) e malattia, infanzia che cessa di colpo a vent’anni. Sposata all’improvviso, un bimbo in arrivo, un inizio difficile. Il lavoro, poi, rovvisa, la malattia: “Sono uscita da quell’ambulatorio con mille anni addosso, passando impietrita fra i pazienti divenuti compagni di battaglia”. Anche il sarcasmo: “Se vado in strada i miei occhi sono all’altezza del sedere delle persone e mi sento a disagio, come stessi spiando l”intimità degli altr”. In conclusione: un racconto duro, avvincente, profondamente introspettivo, realistico (e coraggioso, educativo, n.d.r.).
Sono in casa sua. Si schiude la porta e entra Nadia, sulla carrozzina. Già, perchè Nadia è affetta dalla sclerosi multipla che le impedisce di camminare ma non di vivere una vita intellettuale ricchissima. Abbiamo parlato a lungo, io prendevo appunti e inizialmente pensavo di trasformare il tutto in una intervista, ma ora che sono alla tastiera, le parole escono da sole dalla penna (tastiera) e non mi va di interrompere questo flusso naturale, per essere schiavo del virgolettato, dei due punti, del corsivo.
Nadia è in pensione da anni, prima del previsto a causa della malattia. Lavorava in Provincia, da ultimo all’Ufficio Collaudi e Patenti del Servizio Impianti a Fune. Fino a quale anno? Fino al 2006. Allora, dico io, sei tu che hai collaudato, tanti anni fa, gli impianti sciistici del Tonale! Ma ma solo per la parte amministrativa, aggiunge. Ed io ero Presidente di quelle società: la Sirt, Grandi Funivie Passo Paradiso e da ultimo la Carosello Tonale che ho addirittura “inventato” io, società e nome! Come è piccolo il mondo!
La famiglia: due figli, separata dal marito: Gli amici? Tanti, vecchi e nuovi (io? Nuovissimo, aggiungo, e grazie per essere inserito in questo contesto!). Altri non più. Perchà? Me lo spiega: E’ molto difficile stare a contatto con la malattia, specie se è lunga e debilitante come la sclerosi. Se hai amici appassionati di montagna, funghi o ballo … sono gli stessi interessi a dividere. Devi fare un passo indietro, capire e cercare altre passioni come cinema e teatro.
Nadia scrive per QT-Questotrentino: ha una pagina tutta sua, argomento libero. Inoltre ha scritto molti racconti, in gran parte autobiografici, alcuni dei quali raggruppati nel suo primo libro “Io tinta di ariaâ” che poi è l’anagramma del suo nome. Una raccolta che è stata definita come un romanzo a sua insaputa. Molti altri racconti sono stati pubblicati su QT, perchè ha capito che piacciono molto quelli autobiografici. Solo che è stato ed è difficile concentrarli in 4000-5000 battute. Come ti capisco, Nadia!
Scatto alcune foto, mi offre un tè, no grazie, sto bene così. In realtà non voglio distrarmi dal nostro interloquire. Mi parla della sua famiglia, io le parlo della mia. Sembriamo vecchi amici che si siano incontrati dopo tanti anni, vecchi compagni di scuola. L’aggettivo vecchi – sia chiaro!- è solo riferito allo status di amici, studenti, non ad altro. Infatti Nadia è giovane e giovanile, nonostante il peso di cui la sorte le ha fatto carico. Giovanile quanto ad interessi, vivacità di pensiero, le tante cose che fa. Giovanile anche se non sorride. Comprensibilissimo..
Sai, mi dice, vorrei vedere se riesco a traferirmi in città, sarei più vicina a tanti amici. Vedremo se potrò esserti utile. Io o qualche amico (amici, farsi vivi con me, per favore! N.d.r.)

Mirna Moretti, in rosso, di spalle, gestisce la presentazione-discussione di “Io tinta di aria” a Librinciontri-Cafè de la Paix, gennaio 2015
Che studi hai fatto, Nadia? Purtroppo non il classico, il mio rammarico. Quello che ho imparato lo devo ai libri che ho letto. E ti pare poco, aggiungo! Nadia, devi metterti maggiormente in contatto con Mirna Moretti la mia collega blogger Gran Lettrice! Anche perchè, come tu mi dici, ami i libri al femminile ovvero scritti da donne o per la sensibilità delle donne. Come Mirna. Nadia mi cita alcune sue autrici: Marguerite Yourcenar (Memorie di Adriano; Come l’acqua che scorre; Pellegrina e straniera); Natalia Ginzburg (Lessico familiare); Elena Ferrante; Lalla Romano; Alice Munro; Crista Wolf; Maria Messina (Gente che passa, Piccoli gorghi Sellerio, 1940, Maria Messina malata della mia stessa malattia, ed io non lo sapevo. Mi parla dello splendido libro che sta leggendo di Magda Saba (La Porta) e di uno nuovo Storia di Iomeneo e altre metamorfosi di Santo Cerfeda, che poi è un amico che frequenta Librincontri: lo leggerò, grazie a te.
Nadia, mi permetto di suggerirti Suite francese di Irene Nemirowski, anzi, non lo comperare: voglio essere io a regalartelo, perchè poi verrai con noi alla riunione dell’ Accademia delle Muse per una discussione collegiale su questo bellissimo romanzo storico quasi autobiografico. D’accordo. Infatti ho già parlato in tal senso a Cristina, la Presidente dell’Accademia e padrona di casa della sede, visto cha la sede è casa sua. E già che ci sono ti inserisco nell’indirizzario e-mail degli Accademici.
Altri interessi, Nadia? Si, il teatro, il cinema, l’impegno sociale, la musica. La musica? Ma sai che la figlia di Mirna, Stefania Neonato è professoressa di pianoforte e di fortepiano? Fortepiano, mi chiede, me ne parli, Riccardo? Si, certo. Ecco. mi sono detto, ora farai una gran bella figura, “forte” tu stesso di quanto hai imparato da Stefania: costruzione in legno, la diversa sonorità rispetto al pianoforte, il diverso andamento del suono che precipita immediatamente per poi sfumare solo nella sua parte finale, la diversa (minore) corsa del tasto, la diversa (minore) forza di percussione. Nadia, devo fare in modo che tu ti incontri con Stefania, che comunque sul fortepiano potrebbe dirti qualcosa di più già qui con un suo commento al post!
Sono passate due ore e mezza e non ce ne siamo accorti. Vorrà pur dire qualcosa! Nadia, verrò presto a ri-trovarti e ti porterò Suite francese.




























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