STIME, PREVISIONI, PIANI PLURIENNALI, CONSUNTIVI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Agosto, 2014 @ 7:05 am

Detto altrimenti: il linguaggio aziendale trasposto nella realtà del Paese (post 1630)

Una SpA deve e può progredire solo sulla base di un Piano Pluriennale scorrevole, cioè aggiornato di anno in anno. Esso viene redatto sulla base delle indicazioni degli Azionisti, del mercato, dello Statuto della SpA. Le idee che vi stanno alla base si traducono innanzi tutto in “stime”, cioè in una visione del futuro quasi “ a braccio”. Seguono poi vere e proprie “previsioni”; “preconsuntivi”; “consuntivi”. Ciò chiarito, in una SpA l’Amministratore Delegato non potrebbe giustificarsi di fronte agli Azionisti affermando “Era imprevedibile;  non vi erano altre soluzioni; ho fatto del mio meglio; etc.” In caso di insuccesso egli sarebbe rimosso. Infatti gli Azionisti gli direbbero “Noi la paghiamo perché tutto ciò non avvenga, perché Lei pianifichi, preveda, prevenga, risolva, si crei delle alternative, gestisca le tendenze”.

Ora io mi domando: chi era al timone della nave Italia …

Nave sanza nocchiere in gran tempesta ...

Nave sanza nocchiere in gran tempesta …

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… quando non si prevedeva che il nostro indebitamento sarebbe cresciuto all’inverosimile?

Quando si costituivano quasi 7.000 Spa partecipate dal settore pubblico di cui 3.000 con un numero di Consiglieri di Amministrazione superiore al numero dei dipendenti?

Quando si andava accumulando un arretrato del recupero della evasione fiscale pari a 500 miliardi di euro (circa un quarto dell’intero debito pubblico)?

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Il governo delle tendenze … Alcide Degasperi affermava: “Il politico si preoccupa delle prossime elezioni. Lo statista delle prossime generazioni”.

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IL CICLO … DEI SOLDI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Agosto, 2014 @ 2:37 pm

Detto altrimenti: da dove vengono e dove vanno i soldi, (non le biciclette di cui al post precedente)  (post 1629)

La popolazione dello Stato “A” produce beni. Essi sono “rappresentati” dalla moneta di quello Stato. Tuttavia la macchina statale consuma per il proprio sostentamento e per gestioni non economiche e/o penalmente perseguibili una parte troppo elevata del reddito prodotto. Per pareggiare i conti, lo Stato si indebita e aumenta le imposte e le tasse.

Il settore privato per reagire cerca di diminuire (evadere, eludere) le imposte.

th[5]Quanto va in imposte viene destinato dal settore pubblico  in misura prevalente ad alimentare le caste, a  pareggiare le spese di gestione e di mala gestione e solo in parte minore in investimenti. Maggiori imposte, minori investimenti, minore occupazione, minori consumi, minore produzione, minori tasse, minori investimenti, etc.. e tutto si scarica sull’aumento del debito pubblico.

Nel frattempo lo Stato ha adottato la moneta europea. Gli Stati Europei virtuosi NON possono accettare che il debito dello Stato “A” aumenti ulteriormente e che la sua produttività diminuisca, altrimenti – se non altro – lo Stato “A” potrebbe acquistare beni con una moneta che non è più “anche” sua, nel senso che esso non contribuirebbe alla creazione della ricchezza che quella moneta rappresenta. Ma allora, che fare?

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Dice … ora … qui da noi per troppo tempo si è lasciato spazio a caste, corruzioni, privilegi, rendite di posizione. Ora, chi è impegnato a ordire trame (legali o illegali) e/o a conservare privilegi di casta ed esenzioni medievali (tutte “cose”  che gli assicurano masse enormi di denaro e di potere) non usa la sua intelligenza e le sue capacità  nel cercare di risolvere i problemi del pubblico. Ma allora, che fare?

Dico: che fare? Interveniamo iniziando dall’  “alto.

thB1NH9PQCUn mio amico va poco in bicicletta. Tuttavia alla ruota ha rapporti da giovane atleta allenato. Io gli ho detto: inizia ad intervenire sul maggiore dei rapporti … sostituiscilo e fatti montare un “29” e poi via via, scendi verso il basso, verso ruote dentate sempre più piccole: 28, 27, 26, 25, 24, etc.”. Infatti non serve che tu sostituisca le ruote dentate più piccole, visto che non hai la capacità di misurarti in velocità nelle discese, bensì aspiri solo a riuscire a superare le salite.

Ecco, allora, anche nello Stato “A”

1)      iniziamo dai “rapporti” maggiori; dall’alto; dalle caste; dai detentori di privilegi; dagli “esentati per legge da -” ; dai beneficiati di gestioni separate; dai superstipendiati/superpensionati con multipli dei livelli USA ed UE; etc.

2)      ristabiliamo l’ordine delle priorità, ad esempio non cacciabombardieri F35 ma difesa del suolo da incendi e alluvioni; non TAV in Val di Susa ma raddoppio delle linee ancora ad un solo binario; etc.

3)      aggiorniamo il nostro modello di sviluppo;

4)      finanziamo lo start up di piccole aziende/cooperative per il rilancio del settore agricolo, della PMI, artigianale e della manutenzione dei siti naturalistici, artistici, archeologici e storici e del nostro patrimonio musicale;

5)      rilanciamo il nostro turismo (basta copiare da Francia e Austria);

6)      etc. (indichino le lettrici e i lettori del post le loro priorità)

Dice … ma la priorità sono le “riforme” istituzionali. OK, ma “in parallelo” si deve fare anche quanto sopra elencato, altrimenti quelle riforme sono un falso scopo, un “fare comunque una cosa” solo per distrarre la gente dal fatto che invece non si faccia quanto è immediatamente necessario alla popolazione per vivere.

Dice … ma la disoccupazione?  Dico: fino a quando dei disoccupati si occuperà chi è occupato … cosa ne sanno gli occupati della disperazione del presente e del senso della mancanza di un futuro dei disoccupati? E’ un po’ come se dei problemi delle donne si occupasse un comitato di soli maschi, o come se dei problemi delle famiglie si occupasse chi famiglia non ha.

Dice … ma tu stai criticando il premier Renzi? Dico: no, anzi, per la gran parte di ciò che sta facendo lo ammiro … ci ha messo la faccia … ci sta provando … Io sto solo cercando di dire che non ci è permesso rinunciare ad avere una visione realistica, d’insieme e delle urgenze.

Dice … ma come vedi tu la politica di rigore? Dico: in parte interrompe prassi  disoneste. In parte sacrifica situazioni (economicamente passive ma) oneste. In ogni caso riduce i consumi e quindi … (vedi sopra). Ecco perché occorre riscrivere l’ordine delle priorità e dare precedenza al finanziamento di nuove iniziative produttive (v. sopra).

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BICINMONTAGNA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Agosto, 2014 @ 4:44 am

Detto altrimenti: una risorsa, se bene regolamentata ed organizzata (post 1628)

Già nel 2012 il CAI Centrale aveva edito li “Quaderno di ciclo-escursionismo” (CE) (reperibile in internet). Oggi leggo:  CAI Centrale,  Rivista mensile “Montagne 360”, agosto 2014, pagg. 46-51: “Finalmente in quota … pedalando  - Itinerari in mountain bike in Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto “.

Finalmente in quota ... pedalando

Finalmente in quota … pedalando

Bicinmontagna, non più un tabù. Il CAI si occupa del ciclo-escursionismo CE, ovvero pur sempre di uno sport impegnativo: basta guardare i dislivelli in salita dei percorsi che descrive: dai 1.500 ai 2260 metri, il che non è certo poco né alla portata di tutti. Io mi voglio invece soffermare su un aspetto “minore” della bicinmontagna, quello del ciclo-turismo “assistito” (CTA) dagli impianti di risalita, che se non altro mi pare sdoganato dal suo citato fratello maggiore e da quanto già si sta facendo nella vicina Austria, che ha già messo in rete ben 16 funivie a tale scopo.

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Il CTA – Ciclo Turismo Assistito sta al ciclo-escursionismo come lo sci da discesa sta allo sci alpinismo.

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Il CTA ha quattro funzioni:

  • una “prosaica”, ovvero economica: di contribuire al pareggio dei conti delle società impiantistiche.
  • Una “turistica”, ovvero quella di collegare fra di loro i percorsi di fondo valle, dando vita ad una vera e propria regione Bikeland.
  • Una “ecologica” ovvero quella di canalizzare i flussi dei ciclisti lungo percorsi ben delimitati, vietando ed impedendo il loro scorazzare sregolato per prati e boschi.
  • Una “sociale”, consentendo anche alla parte più “vecchia” della popolazione dei pedalatori (in continuo aumento numerico!) di godere di bellezze non più riservate solo a giovani atleti allenati.
Old man ... blogger

Old man … blogger

Un paio di mesi fa ho fatto sono andato (da Trento, ove risiedo) a Genova (ove sono nato e cresciuto) a ritirare l’aquila d’oro del CAI per i miei 50 anni di appartenenza al CAI Sezione Ligure. In quella circostanza il Presidente della Sezione ha annunciato che il CAI (Centrale e non, n.d.r.) estende la sua attività a discipline nuove, quali l’orientiring, l’arrampicata sportiva  e la corsa in montagna  “per non perdere e mantenere il contatto con i giovani”. Ecco, in questa stessa direzione, sia pure di verso opposto, io vedo lo sviluppo del CTA “per non perdere il contatto con i meno giovani”.

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Il Trentino Alto Adige poi! Terra che può diventare novella Bikeland! Terra , crocevia di sistemi di piste ciclabili, da nord a sud, da est ad ovest, dal Passi Resia al Garda, dalla Valsugana alla Val Rendena! Dalla Val Pusteria alla val Venosta! Piste  ciclabili molte delle quali con “vista sulle Dolomiti” che “se te stendi fora un brazo te ghe tochi le so zime!”

Ora interrompo: devo prepararmi per una pedalata in Val Pusteria e Val Aurina. Riprenderò al mio rientro. Buona domenica a tutti, pedalatori e non!

Vista verso Campo Tures

Vista verso Campo Tures

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Riprendo oggi, 11 agosto 2014. Ieri tutto bene: partiti in auto da Riva del Garda alle 06,50, arrivati a Rio Pusteria alle 08,30. Biglietteria automatica funzionante. Prezzo per 50 km, passeggero e bici, €16,00 (il doppio esatto della tratta Bassano-Levico, km 75). A Dobbiaco alle 10,10, iniziamo a pedalare. Tutto bene fino a Brunico e anche da Brunico a Campo Tures e ritorno (Val Aurina).

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DSCN0703.

La tratta Brunico – Rio Pusteria  viene indicata nelle tabelle altimetriche diligentemente e frequentemente collocate lungo il percorso come interamente in discesa. Invece presenta dei saliscendi con rampe corte ma impegnative che hanno messo in seria difficoltà una famigliola di francesi con biciclette stracariche tipo mi porto tutto con me. In totale, km 87,00. Bici usate, mtb.

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Novacella: particolare

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Sole per tutto il percorso. Al ritorno, sosta in auto a Novacella.

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FRATELLI D’ITALIA, L’ITALIA S’E’ DESTA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Agosto, 2014 @ 3:52 pm

Detto altrimenti: era ora!   (post 1627)

Il Commissario alla spending review Carlo Cottarelli scopre che nel paese vi sono 7726 SpA partecipate dal settore pubblico per un totale di 500.000 dipendenti, di cui 3000 SpA con un numero di Consiglieri di Amministrazione superiore al numero di dipendenti.

Ma come si è arrivati a ciò? Probabilmente perché ognuno, nel suo “piccolo” agiva in autonomia rispetto al sistema …”Tanto una più una meno … tanto chi mai farà il conteggio totale, eppoi, la responsabilità del totale mica è mia. Lo voglio vedere ora quel Cottarelli, a chiuderle queste Spa. In Sicilia poi … ce ne è una che vive in liquidazione dal 1985!”

Ma ora l’Italia s’è desta, ce ne siamo accorti … ed io mi pongo una domanda: chi nei decenni e decenni, NON si è posto il problema nella sua completezza? Chi è oggi chiamato a rendere conto di tutto ciò?

Una volta ho risolto un grosso problema in una finanziaria il cui presidente mi aveva promesso un premio se ci fossi riuscito. Quando andai per cercare di ricevere il promesso, mi disse: “Ma si rende conto lei che il suoi successo è la testimonianza dei miei precedenti insuccessi”? E niente premio.  Ora, anche in questo caso, mi domando: se il Signor Carlo Cottarelli risolvesse il problema, chi dovremmo “ringraziare” per averlo creato?

Spesso, nella mia vita di lavoro di manager responsabile di Spa, ho avuto come Azionisti personaggi ed Enti Pubblici. Costoro, nei miei personali confronti di manager assunto dall’esterno, sono sempre stati assolutamente rigorosi, manageriali, esigenti al punto giusto ed anche oltre: esattamente come i tanti altri azionisti privati le cui SpA ho avuto modo di dirigere. Ma verso loro stessi … no, il metro di (auto) valutazione da loro adottato deve  essere stato diverso se i risultati sono quelli che noi oggi vediamo …

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GOVERNO: MAGGIORANZA, OPPOSIZIONE, OSTRUZIONISMO, VOTO SEGRETO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Agosto, 2014 @ 8:13 am

Detto altrimenti: cerchiamo di fissare alcuni paletti. Poi potremmo anche spostarli, modificarli, criticarli … ma almeno, riflettiamoci un po’ di più … (post 1626)

Ci si riunisce, si vota, nascono maggioranza ed opposizione. La maggioranza governa. L’opposizione può e deve controllare, proporre, votare contro. Non può e non deve letteralmente “impedire” l’azione della maggioranza con l’ostruzionismo degli emendamenti burla. Fino a qui l’  opposizione “esterna”.

thLWWXHNOOEsiste poi anche l’ opposizione “interna”, cioè quella che si forma all’interno di una maggioranza. Questo fenomeno di sposa con l’altro, quello del “voto segreto”. Ora, io la penso così: occorre sempre procedere attraverso una maggioranza, altrimenti avremmo non solo 60.000.000 di commissari tecnici della nazionale di calcio, ma anche 60.000.000 di capi partito, di premier, etc. e non andremmo da nessuna parte. E la minoranza “interna” che dovrebbe fare, a parer mio? Essa dovrebbe sostenere comunque la decisione che sia stata assunta a maggioranza, oppure dare le dimissioni ed uscire da quel contesto. La cosa che non reputo accettabile è che la minoranza resti in quel contesto e “segretamente” poi voti contro. Ecco uno dei tanti motivi per i quali io sono assolutamente contrario al voto segreto, perché tende a vanificare la democratica applicazione di un principio democratico: quello del governo della maggioranza.

(P.S.: voto segreto + assenza del vincolo di mandato = pericolosa irresponsabilità)

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TRENTINO: COMUNITA’ DI VALLE O FUSIONE DI COMUNI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Agosto, 2014 @ 7:23 am

Detto altrimenti: stimolato dall’articolo di Lorenzo Dellai su l’Adige  8 agosto 014, pagg. 1 e 51 a difesa delle CDV- Comunità di Valle   (post 1625)

thFKNDV881Si può discutere se le gli organi delle CDV debbano essere eletti direttamente o meno o essere espressione diretta di sindaci. Al contrario non mi sento di condividere la posizione di chi condanna le CDV contrapponendovi la fusione fra Comuni, soprattutto se propone che devono fondersi fra di loro i Comuni con meno di tot abitanti (3.000? E perché non 3.500 o altro numero?). Ecco, la semplicistica individuazione di un “criterio matematico” del criterio ai miei occhi rappresenta una sorta di giudizio salomonico; una elusione del problema; un sistema per nascondersi dietro un  “dato di fatto obiettivo” (un numero); un sistema per non pensare, per non esercitare uno sforzo di intelligenza, per non assumersi la responsabilità di scelte  ragionate; la statuizione di una lex summa che come tale porterebbe una summa iniuria, cioè he creerebbe più danni che benefici.

Chiunque – e non solo un Governo o un Governatore – potrebbe partorire un numero: 2.000, 3.000, 4.000 – Ma qui non stiamo giocando al lotto …

P.S.: ero consigliere di amministrazione all’interno del CDA di una importante SpA. Durante una riunione, il presidente – mostrando soddisfazione e condivisione – ci disse che il direttore generale aveva previsto un incremento del volume di affari del 12,3%. Io feci finta di fare dei calcoli tutti miei e mi mostrai molto assorto in essi mentre al contempo alzavo la mano per prendere la parola. Appena essa mi fu data, io dissi “Io prevedo un incremento del 13,5%”. Il Presidente, un po’ sorpreso ed un po’ incuriosito, mi chiese come lo avessi calcolato. Io risposi “Prima ditemi come avete calcolato quel 12,3%”.

 

 

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INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO E OSTRUZIONISMO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Agosto, 2014 @ 6:59 am

Detto altrimenti: ostruzionismo, detto altrimenti “interruzione di una fondamentale funzione pubblica”   (post 1624)

Siete un lavoratore delle ferrovie. Per protestare contro il mancato rinnovo del contratto di lavoro scioperate. Rischiate di essere imputato del reato di cui all’art. 340 del C.P. (interruzione di pubblico servizio). La stessa ipotesi può configurarsi nei confronti di chi blocca 14.000 valigie all’aeroporto di Fiumicino. Interruzioni deprecabili, condannabili, condannande.

Siete in parlamentare. Proponete migliaia di emendamenti burla interrompendo l’esercizio della Funzione Legislativa e di Governo. Non potete essere imputati di alcun  reato perché questa fattispecie di reato –  che a mio avviso dovrebbe essere punita assai più di quanto prevede il citato art. 340 del Codice Penale – non è prevista come tale.

Un’utopia, la mia? Utopia, una aspirazione impossibile? No, un aspirazione non ancora possibile …

P.S.: ma l’Italia, soprattutto di questi tempi, si può permettere questi sprechi di tempo? Non ci prendiamo per i fondelli, dai … che non ce lo possiamo permettere …. siamo seri una buona volta!

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SERVIZIO BICI BUS BASSANO-TRENTO? UNA LOTTERIA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Agosto, 2014 @ 8:39 pm

Detto altrimenti: agosto, servizio bicibus non ti conosco, ovvero una farsa tutta italiana (post 1623)

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Ciclabile della Valsugana: semplicemente fa-vo-lo-sa!

Oggi, 6 agosto 2014, splendida giornata estiva fra tante semi autunnali. Si parte in bici da Levico, 48 km di ciclabile splendida, “luminosa”, asfalto da biliardo, colori “da cartolina”. Mio nipote, genovese di 29 anni, in visita allo zio ormai trentinizzato da 25 anni: “Sembra di vivere una favola!” (sic!). Da Cornale a Bassano 24 km di strada poco frequentata. Una foto sul Ponte degli Alpini e via, alla stazione FS. E qui comincia il bello (bello … si fa per dire!).

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Ore 13,35.

Noi: Per favore, tre biglietti per Trento, con bici.

Addetto alla biglietteria ferroviaria (di malavoglia): Io i biglietti ve li faccio, ma i treni (portabici, n.d.r.) sono temporaneamente sostituiti da un servizio bus. Sta alla discrezione  (?!) dell’autista caricare o meno le bici.

Noi: Dove troviamo il bus e a che ora parte?

Lui: Qui di fronte, ma quello delle 14,30 è stato soppresso, dovete attendere quello delle ore 15,30

Usciamo, cerchiamo il bus e il relativo autista.

Noi: Scusi, lei ci carica le bici?

Primo autista (con accento toscano, anzi, fiorentino): No, sapete, le bici no. Mi darebbero una multa di €700,00. Andate dal mio collega, dietro l’angolo, una corsa uguale alla mia, chiedete a lui …

Chiediamo al secondo  autista (un signore di Vigolo Vattaro).

Secondo autista (risulterà essere un ciclista. n.d.r.): Si, io le bici ve le carico, al massimo tre o quattro, di più non ce ne stanno. Andate in stazione a fare i biglietti per i passeggeri e siate pronti sul marciapiede …

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Il doppione, vuoto, che non accetta le bici

Aspettiamo le 15,30. Andiamo, obliteriamo, carichiamo, partiamo. Il bus del primo autista ci precede. Fa la stessa linea, le stesse fermate. E’ semivuoto, come il nostro, del resto. Arriviamo a Cismon. I due bus sono fermi alla fermata, uno dietro all’altro, vediamo che una famigliola di tre persone con bici riceve dal bus precedente lo stesso rifiuto e viene indirizzata al nostro bus.

Famigliola: Ci può caricare le bici?

Nostro autista: Spiacente, non ho spazio.

Loro: Ma allora, se aspetta un minuto, leghiamo le bici e saliamo senza, andiamo a Caldonazzo a prendere la nostra auto.

Nostro autista: Certo, fate pure, vi aspetto.

A questo punto mi/Vi domando:

1)    se il bus è “sostitutivo di un treno che porta le bici”, non deve forse portare anche le bici.

2)    Gli autisti dei bus possono rifiutarsi di caricare bici nel bagagliaio?

3)    Quale dei due autisti approvereste e quale biasimereste?

4)    Che senso ha prevedere due corse uguali stessa ora, stesso percorso?

5)    Già che le due corse uguali ci sono, perché almeno non caricare le bici anche sul primo bus?

6)    Che senso ha realizzare una pista ciclabile meravigliosa come quella della Valsugana, farla manutenzionare in modo assolutamente eccellente, se poi la si svilisce con simili disservizi?

7)    Chi è responsabile di questa bella trovata? Chi controlla? Come si intende rimediare al disservizio?

P.S.: Ho segnalato quanto sopra anche alla Provincia Autonoma di Trento e al sito Piste Ciclabili, sul cui Forum in risposta è arrivato, tout court, il seguente link, che altro non è che l’orario dei bus (siglato: Provincia Autonoma di Trento + Trenitalia)  che segnala che le bici da Bassano a Trento sono previste solo alle 11,00 ed alle 17,00. Ciò, a mio avviso, non cambia nulla rispetto a quanto da me segnalato, soprattutto nei confronti di turisti stranieri! Nulla rispetto all’imprecisione dell’informazione ricevuta a Bassano; nulla rispetto alle contrastanti opposte risposte dei due autisti; nulla rispetto allo spreco di denaro di due bus che viaggiano, semivuoti, di conserva, uno dietro l’altro; nulla rispetto allo sconcerto della famigliola. La risposta che ho ricevuto da chi mi ha mandato l’orario è “Io ti mando l’orario, io sono efficiente. se poi manca l’efficacia, cioè il risultato, non è affar mio. Sei tu che – comunque – ti devi adeguare all’orario, non l’orario che deve essere stilato in relazione alle esigenze dell’utenza”. E poi, “bus sostitutivi”? No, almeno scrivete “Bus solo parzialmente sostitutivi”

http://www.piste-ciclabili.com/forum/viewtopic.php?f=10&t=352&p=28237&e=28237

Mi scrive la Provincia Autonoma di Trento: …” mi pare che si possa cogliere positivamente quanto propone: imporre a Trenitalia di prescrivere al contraente dalla stessa individuato (Consorzio Trentino Autonoleggiatori) che i bus dotati di bagagliera, quando sostano al capolinea – quindi anche l’unico agente a bordo può verificare le operazioni senza perditempo -  accolgano le bici a bordo entro i limiti di capienza. Provvederemo in tal senso”

BENE, GRAZIE! Tuttavia … quando il sevizio bici è svolto dai treni, non ci si pone il problema di “perdere tempo a caricarle”: si caricano prendendosi il tempo che ci vuole … (anche perché in quei bus l’autista risparmia” già del tempo: non fa né controlla i biglietti). Comunque grazie, molto meglio che niente.

 

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UN’ALTRA FAVOLA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Agosto, 2014 @ 1:33 pm

Detto altrimenti: stavo andando con il mio velocipede da Trento a Domegliara, allorquando … (post 1622)

C’era una volta, e c’è ancora, un paesello adagiato sulla sponda destra del fiume Adige. Esso era ed è attraversato dalla pista per velocipedi che ricalca il tracciato della antica via romana Claudia Augusta. In quel punto un robusto muro (non si sa mai!) separa a sinistra, quasi a scoraggiare le acque, il paesello dall’argine del fiume. Sull’ombra e sul sole di quel muro si affacciano, da destra per chi procede verso meridione, le casette antiche, a dimensione umana, umane esse stesse.

Già altre volte il viaggiatore a pedali era passato di lì. Già altre volte aveva notato un cartello, anzi due. Ma la rincorsa, l’inerzia del suo velocipede avevano fatto sì che egli proseguisse la corsa, per poi fermarsi, qualche decine di metri dopo, a ristorarsi all’ospedaletto … ops, scusate, al velocipede-grill di recente apertura.

DSCN0639.

Ma quella volta no. Infatti egli aveva avvisato il suo compagno di viaggio, che poi era un suo nipote, che forse avrebbero trovato un cartello, quel cartello, anzi due. Lo aveva avvisato, quel suo compagno, sperando in tal modo di ottenere anche un altro risultato: che rallentasse un po’ la pedalata, diamine, lui che aveva ben 43 anni in meno! … Rallenta rallenta … ed infatti, su una delle ultime casette, ecco i ricordati segnali!

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DSCN0640.

I nostri due eroi scesero di sella (sella: vale per i cavalli come per i velocipedi) e furono accolti dalla castellana, cioè dalla signora che apparve subito come l’ideatrice firmataria dei messaggi esposti al pubblico. Il più anziano dei due cercò di intrattenerla per capire il contenuto che si voleva fosse raccolto dai viandanti. Gli fu spiegato che …  ma no, qui la favola finisce. Chi volesse conoscere il seguito, inforchi un velocipede e si rechi a trovare quella castellana …

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LE CONDIZIONI DI PUNIBILITA’ – PRIORITA’ SICILIANE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Agosto, 2014 @ 7:04 am

Detto altrimenti: … due post in uno  (post 1621)

1) La punibilità dei magistrati si, quella dei parlamentari no.  2) Sicilia: prima si pagano i parlamentari regionali. Poi, se restano soldi, tutti gli altri.

1) Responsabilità civile dei magistrati, irresponsabilità dei parlamentari (immunità). Il magistrato commette un errore grave? Incorre in responsabilità civile (concordo!) (1). Il parlamentare/ministro commette un reato comune (furto, peculato, etc.)? Arrestabile o no? Il Parlamento – sostituendosi illegalmente al giudice naturale – emette un giudizio di merito (sul fatto) e non – come dovrebbe – sulla considerazione se l’accusa sia stata mossa solo per impedire l’esercizio politico della sua funzione (non concordo!).

2)  Immunità prepagata. Gestioni separate? Privilegi medievali! Eccone un esempio: il parlamento siciliano ha partorito! La Regione è in crisi di liquidità? Nessun problema: “Prima noi parlamentari e governanti regionali ci paghiamo i nostri elevatissimi stipendi, poi – se restano soldi – si pagano i fornitori e tutti gli altri … che si arrangino, perché  al mondo c’è chi pole e chi non pole, ed io pole!” (non concordo!)

(Postato nelle categorie: morale, civiltà, giustizia, politica)

(1) Un mio amico ha subito un processo per “eccesso di cariche” perchè altri (gli Azionisti di una SpA mista a maggioranza pubblica), al fine di risparmiare stipendi e compensi per più persone, lo avevano nominato Presidente (remunerazione “A”),  Amministratore Delegato (remunerazione “B” di euro zero), di fatto Direttore Generale (remunerazione “C” di euro zero) e consulente (remunerazione “D”). Egli fu imputato  perché  il suo emolumento “D” si sarebbe sommato al mio emolumento “B”: peccato che “B” fosse  uguale a zero!  Gli furono reclamati circa €300.000. Dopo due anni di processo, fu condannato a pagare €10.000, tanto per non disgustare l’azionista pubblico. Ma, aggiungo io, se un privato chiama in causa un altro privato reclamando quella somma e ricevendo solo una sentenza favorevole per un importo 30 volte minore, si espone a sua volta ad una azione della controparte per  l’eccesso temerario della sua richiesta iniziale.

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