COMUNICARE NECESSE EST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2014 @ 6:33 am

Detto altrimenti: comunicare è necessario (post 1470)

Originariamente la frase era “Navigare necesse est, vivere non est necesse”  (“Navigare è indispensabile, vivere no”. E’ l’incitazione che, secondo Plutarco (Vita di Pompeo, 50, 2), Pompeo stesso diede ai suoi marinai, i quali opponevano resistenza ad imbarcarsi alla volta di Roma a causa del cattivo tempo.

“Io sono maschio ma non esercito”, firmato Woody Allen. Io, invece, “aderisco ad un partito, ma non faccio politica” nel senso comune del termine, bensì mi occupo della “polis”, cioè della “città”, cioè dell’entità territoriale alla quale appartengo (nell’ordine della mia percezione: Europa, Stato, Comunità Autonoma Trentina) semplicemente esprimendo le mie idee, le mie proposte, le mie motivazioni. Dove? Ma come dove!? Qui, nel blog, diamine!

Nei mesi scorsi sono stato chiamato a contribuire attivamente ad un forum sull’economia. Ho partecipato volentieri, anche perché dopo tre anni di pensionamento, il “rientrare” nella mia materia mi ringiovaniva! Ho rivisto vecchi amici. Ne ho conosciuto di nuovi. In particolare una persona, una giovane mamma di tre figli, molto attiva, impegnata, determinata. La cosa che mi ha colpito in lei era la “disponibilità alla comunicazione”. Ma cosa è la comunicazione, oggi? Ecco, raga, io non sono un esperto in comunicazione, nel senso che non ho seguito scuole, corsi, studi in materia, Altri tuttavia mi dicono che lo sarei … bontà loro … la verità è che io mi sono costruito un mio modello di comunicazione, e ve lo racconto.

Per me comunicazione è communis actio, azione comune, E per agire insieme occorre innanzi tutto “sapere ascoltare” l’altro. E quella giovane mamma (ok raga, direte, ma se ha tre figli così giovane non deve essere. Ebbene, poiché non ve ne dico il nome, ve ne posso svelare l’età: 40 anni molto ben portati e quindi per me, nonno settantenne, giovanissima … la stessa età di mia figlia!) quella giovane mamma, dicevo, “ascoltava” con vero interesse.

Già lo si capiva dal suo Volto. il Volto … mi direte lo scrivi con la lettera maiuscola? Sì, con la maiuscola, perché sono rimasto impressionato dalla filosofia di Emmanuel Levinas, filosofo lituano naturalizzato francese, che ho imparato a conoscere grazie al mio amico Marcello Farina. Levinas, il filosofo del Volto: del Volto che ti guarda, ti osserva, domanda e accetta il tuo contributo, ti interroga, si attende da te una risposta … insomma, dialoga e comunica. E tale era ed è il Volto di quella persona.

 E poi, comunicazione come dialogo bi-direzionale. Non come informazione top down (“vieni che ti dico come si deve fare), né come down-top (“mi hai dato il tuo contributo e adesso vai pure che ghe pensi mi).

 A dire il vero c’è anche un terzo tipo di “non comunicazione”: è la situazione nella quale date il vostro contributo, l’ascoltatore lo reputa prezioso ma fa finta di niente, vi ascolta distrattamente facendo finta di pensare ad altro ma in realtà lo immagazzina proponendosi di farlo suo in un prossimo futuro. In questo caso un segnale d’allarme può essere una domanda che tipicamente vi può essere rivolta: “Hai già parlato con altri di questa idea?”

Ma torniamo a “quella persona”. Ha affrontato e vinto un confronto politico con un collega per la segreteria del partito. Molti la davano perdente in quanto a suo favore ci sarebbero stati i “voti liberi” e non quelli “organizzati dall’apparato”. E invece ha vinto. Per me, il suo successo è dovuto alle sue idee e a come le ha sapute “comunicare”, anzi, rettifico, a come ha saputo comunicare le proprie idee, attraverso un messaggio di entusiasmo e di apertura al contributo di ognuno.

Ha vinto, con uno scarto di 13 voti + il mio che fanno 14. Taluno dice: non è una grande vittoria … Io dico: è una grandissima vittoria. Vittoria della persona e della democrazia. Infatti io temo le vittorie alla bulgara, quelle dei grandi numeri, temo “le unanimità, i bilanci ben assestati, gli eserciti numerosi, se non altro perché nei grandi numeri è assai più facile che si nasconda il male”. No, anche questa non è mia, bensì di Josif Brodskij, premio Nobel per la letteratura (1987), sepolto a Venezia (dalla sua introduzione al proprio libro “Il canto del pendolo”, Adelphi).

Un pugile nella Grecia antica: “Io vinco perchè sono molto, molto più forte di tutti i miei avversari”. Un filosofo gli rispose: “Ma se sei molto, molto più forte dei tuoi avversari, che merito hai nel vincerli?”.

Che altro dire? Nulla se non “Buon lavoro, giovane mamma!”

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PISTE CICLABILI TRENTINE: OTTIME, MA SI PUÃ’ SEMPRE MIGLIORARLE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2014 @ 9:35 am

Detto altrimenti: prime uscite, prime annotazioni …

Ieri, sabato 5 aprile 2014, pedalavo da Trento a Riva del Garda (km. 52)

WP_20140407_011 Superata Rovereto, poco prima della centrale idroelettrica, un cartello giallo, ben vistoso: “Pista ciclabile interrotta, divieto di transito”.

 Non ci voglio credere. Proseguo. Difatti la pista NON è interrotta.

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Poco dopo, un altro cartello giallo indica, a destra, regolarmente e correttamente, la direzione per Riva del Garda.

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Mi domando: vabbè per noi “italiani”, per i quali il divieto era un “quasi divieto”, cioè … non era “veramente” vietato proseguire, ma solo “un poco” vietato … ma per gli stranieri, per i tanti austriaci e tedeschi che percorrono le nostre ciclabili, numerosissimi … che succede? Arrivano al cartello, “ubbidiscono” e … cosa fanno? Tornano indietro, vanno sulle statali?

 Le foto? Domani “risalgo” da Riva a Trento e mi fermerò a scattarle …

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Ripresa, oggi, 7 aprile. Risalgo da Riva verso Trento. Diario di una pedalata (ma prima di cominciare, ho messo le foto qui sopra).

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WP_20140407_002Dal livello del lago … salire … poichè ho solo 200 km nelle gambe scelgo la “Maza” da Bolognano, 4,5 km al 5%, pedalabilissima ma con molti TIR che ti sfiorano. Comunque  … se sono qui a scrivere vuol dire che l’è nada … è andata. Arrivo al passo S. Giovanni dopo uno strappo di 150 metri al 15%, duretto. Mi fermo, controllo le pulsazioni 1 battiti cardiaci: 100 al minuto. Bene. Proseguo e a Nago fotografo l’indicazione “Stazione” di una stazione che non c’è più: peccato, era quella del trenino Rovereto –  Riva del Garda!

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Proseguo: due foto non scattate (mica mi posso fermare ogni momento!): quella di un vecchietto – avrà quasi 90 anni – che ripulisce dagli sterpi il suo campo, quella di un contadino che semina il suo orticello, controllato dal suo barboncino seduto di lato che lo osserva: “Se lavoro bene!” mi dice l’uomo!

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Proseguo. Transito per la “zona interrotta, vietata”, senza alcuna difficoltà. Capisco la situazione: poichè i lavori occorre farli nè si vuole sbarrare la ciclabile, basta “vietarne il transito” e lasciar passare i ciclisti. Così tutti sono accontentati: i ciclisti, che passano; l’Autorità Comunale locale perchè se qualcuno si facesse male la responsabilità sarebbe solo sua. Una trovata italiana. Qui a fianco: case in glicine a Borgo Sacco (Rovereto).

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Proseguo. Ogni tanto mi fermo a scattare qualche foto ai fiori, al panorama. Questo era il lago di Loppio. “Era” perchè la foto andava messa prima di Rovereto!

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Cliccate due volte e ingrandite la foto: “lui” appare al centro, fermo, come una gallinella bianca!

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Arrivo a casa a Trento. 56 km in 4 ore, salite e tante fermate fotografiche  comprese. Ma poco prima di casa, un’ultima, gradita sorpresa: un’ombra sorvola la mia pista. E’ un airone cinerino che plana sulla Fersena e si mette a pescare!

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(foto scattate con il telefonino)

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L’INSENSIBILITÀ POLITICA E SOCIALE DI FRONTE AGLI “OMICIDI STRADALI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2014 @ 6:47 am

Detto altrimenti: su questo terreno Olanda batte Italia 5 a zero (post 1468)

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Olanda del dopoguerra. Incremento elevatissimo della ricchezza e conseguentemente del traffico automobilistico. Centinaia di bambini vittime ogni anno di incidenti stradali. la popolazione scende in piazza. La legge viene cambiata. Si riducono strade e le aree di sosta. Si aumentano molto le piste ciclabili. La strage dei bambini cessa (Olanda? Ricerca e rileggi il mio post del 28 febbraio 2012 dal titolo  “Andiamo in bicicletta …”)

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Italia, Trentino, pochi giorni fa. Un ragazzino di 10 anni pedala sul marciapiede. Decide di scendere in strada, utilizzando lo spazio fra due autovetture posteggiate. Scende, si trova a tagliare improvvisamente la strada ad una autovettura che procede incolpevole. Viene travolto. E’ in fin di vita. Cosa succede? Si accerta che l’automobilista investitore non ha alcuna colpa. Fine.

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E invece no. Invece l’episodio dovrebbe far partire una vigorosa campagna di sensibilizzazione e di informazione, dovrebbe far nascere dei comitati cittadini per l’educazione stradale dei ragazzini (e degli automobilisti), dovrebbe rappresentare lo spunto per una analoga azione nelle scuole e nelle parrocchie, soprattutto lo spunto per una diversa politica della (educazione alla) mobilità.

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IN ITALIA, LA GIUSTIZIA È DEMOCRATICA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2014 @ 6:25 am

Detto altrimenti: c’è democrazia nella giustizia italiana? (post 1467)

RAI 3, ieri sera sabato 5 aprile 2014, “Che tempo che fa”. Fabio Fazio ospita Patrizia Moretti Aldrovandi, madre di Federico Aldrovandi, la quale nel libro inchiesta “Una sola stella nel firmamento” scritto con Francesca Avon, ricostruisce la storia di suo figlio, un ragazzo di 18 anni che, la sera del 24 settembre 2005, a Ferrara, esce di casa per non farvi più ritorno, morto a seguito di una violenta colluttazione con quattro (quattro!) agenti della Polizia di Stato. Dopo anni di processi, gli agenti vengono condannati per omicidio colposo (ma sono sempre in servizio) mentre esponenti della questura sono condannati per depistaggio delle indagini.

Ad una domanda del conduttore, l’intervistata afferma:

“No, non c’è democrazia nella giustizia italiana. Infatti quando il privato cittadino si trova di fronte una controparte pubblica la quale non ha problemi di mezzi finanziari, il singolo, per sperare di ottenere giustizia, deve poter disporre di ingenti somme di denaro, cosa che non è da tutti. In altri Stati (del nord Europa, n.d.r.), è lo stesso Stato che si fa carico di provvedere alla difesa del suo cittadino contro … i propri stessi organi.”

Quante volte ci è capitato di sentir dire: “Sai, ho ragione io, ne sono certo, ho le prove … ma, cosa vuoi che ti dica … a me conviene accettare questa piccola ingiustizia piuttosto che farmi carico di un ricorso, di un appello … con i tempi che ci vogliono … con quello che mi costerebbe per avvocati, marche da bollo …”. Quante volte noi stessi abbiamo convenuto con un “Ma sì, dai, va bene così … a te conviene … chi te lo fa fare … alla fine ti costerebbe di più … chiudila lì, vivrai più sereno … tutto sommato … è quello che conta”.

Ecco, questa non è democrazia, cioè non è demo–crazia, cioè non è “potere/forza del popolo”, potere/forza di ciascun cittadino”, perché ogni singolo cittadino, singola parte del popolo (Demos) – di fatto – non ha il “potere”, la “forza” (Kratos) di difendere e far valere le proprie ragioni di fronte al giudice (ordinario o amministrativo).

Guardiamo alla sostanza dei fatti, che poi è quella che conta ma che spesso è paludata, travisata dagli orpelli di una logica distorta.

Demo-crazia … e poi dicono che lo studio del greco antico non serve!

APPENDICE

Tre post fa contestavo che talune posizioni pubbliche siano molto remunerate in quanto si farebbe loro carico di una elevata responsabilità. Ora mi domando: di fronte ad un fatto quale quello di cui al presente post, quale è stata la “responsabilità” del Capo della Polizia (cioè: quali sono state le conseguenze in capo al Capo della Polizia), personaggio che percepisce uno stipendio elevatissimo, tre volte superiore a  quello del suo collega USA a capo dell’FBI?

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LA (FALSA) LIBERA CONCORRENZA ALL’INTERNO DELLE TRE COMPAGINI: COMPAGNIE DI ASSICURAZIONE, BANCHE, GESTORI TELEFONICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2014 @ 5:13 pm

Detto altrimenti: ma insomma, c’è o non c’è questa benedetta “libera concorrenza” … (post 1466)

In effetti, qualche cosa si è mosso. Qualche cosa … io mi sono accorto di una sola cosa: che le polizze RCA non si rinnovano automaticamente … il che ha portato le Compagnie a farvi la corte … a farsi concorrenza … a misurarsi con le polizze on line. Ecco, qui ho, abbiamo avuto un vantaggio concreto.

Però … le assicurazioni … attenzione: provate un po’ a confrontare le polizze: sul prezzo ci riuscite benissimo. Una costa di più, l’altra di meno. Ma provate un po’ a confrontare e a valorizzare la parte normativa. Mi spiego: il valore dell’esistenza o meno della franchigia, dei rischi compresi ed esclusi, solo per fare esempi banali. ma nei contratti più complessi, il confronto è quasi impossibile. Il risultato? che voi scegliete un po’ a naso, attratti o respinti soprattutto da un fattore: il prezzo. Ora, domandiamoci una cosa. In un periodo di forte crisi, se vi propongono una polizza RCA on line ad €350,00 in sostituzione della vostra attuale che vi costa €700,00, è chiaro che siete portato ad accettare al volo (è il caso mio, lancia Lybra 1900 TD SW). In questo caso il “peso specifico” della riduzione del costo è tale da farvi trascurare ogni altro esame. Ecco che voi non avete scelto “liberamente”, cioè “dopo un attento e completo esame ed una altrettanta consapevole valutazione”, bensì sotto l’effetto della “droga” della riduzione del prezzo.

Con i telefoni, poi … provate a confrontare in modo serio e completo le varie offerte! Una, due al giorno vi pervengono … al telefono, appunto! No, ci vorrebbe un software dedicato per riuscire a valutare cosa a voi conviene realmente. E poi ci sono i “costi di ingresso” e i “costi di uscita” verso e da ciascuna compagnia, i quali tendono a fossilizzare la vostra decisione, pena il pagamento di una somma di circa €100,00 (mal contati) fra penale d’uscita e biglietto di ingresso.

Ma allora? Allora si potrebbe chiedere un intervento dello Stato. Dello Stato? Ma allora tu sei un “comunista” potrebbe dire taluno! No che non lo sono … ma se lo Stato interviene nell’imporre come obbligatorie certe assicurazioni (RCA, RC per dirigenti di SpA pubbliche, etc.), be’, allora lo Stato dovrebbe anche controllare che le offerte che il mercato propone ai singoli “obbligati a contrarre” siano fra loro comparabili e confrontabili in modo serio, ad esempio stabilendo “requisiti minimi obbligatori e comuni”.

Un po’ come è stato fatto per il pane: ogni panetteria deve essere in grado di vendervi il “pane di base” al prezzo calmierato. Se poi non ne ha, poco male: vi dovrà vendere il “pane prezioso” al prezzo del calmierato.

Banche? Uffa, sono stufo di parlare di questo argomento … mi limito a suggerirvi i libri di Mario Bortoletto e l’ultimo libro di Federico Rampini “Banchieri” (Ed. Mondadori). Ve ne dico solo una: una volta si pagava la commissione sul massimo scoperto trimestrale, diciamo ad esempio dello 0,5%, il che vuol dire che pagavate 0,5 x 4 = 2,00% in più sulla somma che rappresentava il “picco” trimestrale del vostro utilizzo del fido. Oggi questa commissione è stata trasformata in Commissione trimestrale sull’affidamento, il che vuol dire che essa si applica sempre sul totale della somma affidata, anche se non avete utilizzato una lira del fido che vi è stato concesso. Insomma, la differenza fra il tasso nominale annuo e il costo effettivo annuo può far salire un tasso dal 3-4 % sino al 10-12% annuo.

Nel frattempo la BCE ha versato 250 miliardi di euro alle nostre banche ad un tasso agevolato, somme che le banche hanno subito investito in titoli di stato al doppio-triplo di rendimento. ed alle SpA ed alle famiglie? Niente. E l’economia in Italia non riparte anche per questo motivo … Ma questa è un’altra storia …

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EUROPA SI/NO – LE RAGIONI DEL DOVER DIVENTARE EUROPEI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2014 @ 2:55 pm

Detto altrimenti: innanzi tutto il problema, anzi i due problemi: “Diventare” ed “Europei” ovvero “multa paucis”, cioè, cerchiamo di dire cose molto importanti con poche parole   (post 1465)

1 – “Diventare” perché ancora oggi non lo siamo del tutto. Quindi andare avanti e completare l’opera o retrocedere?

 2 – “Europei”. Non Italiani, tedeschi, Francesi etc., bensì Europei.

Dice … ma quello l’euro è la nostra rovina …. Uei, raga, ma siamo mica matti!? Ecchè, ci vogliamo chiudere in noi stessi, dirci da soli quanto siamo bravi, che la nostra lira vale molto, etc.. Sapete, raga … fino a quando dicessino che un nostro cane vale un miliardo e riuscissimo a venderlo contro due gatti da mezzo miliardo l’uno, la cosa potrebbe anche andare … ma poi, se provassimo ad acquistare con le nostre lirette petrolio, gas, altre materie prime … be’ … allora ci accorgeremmo del reale (scarsissimo) interesse (valore) attribuito alla nostra liretta dalle altre economie …

Dice … ma l’euro ha fatto danni. Replico: sit sane verum … cioè, ammettiamo pure che ciò sia vero (ma non ci credo): certo che se stiamo costruendo un tavolo e ci fermiamo alla prima gamba, poi non ci possiamo poi lamentare se il tavolo non sta in piedi.

Ma, dice, perché la nostra liretta non dovrebbe avere valore? Rispondo: perché sarebbe l’immagine di una economia con poco valore.

Dice, ma perché la nostra economia dovrebbe avere poco valore? Rispondo: perchè sarebbe auto referenziale, non avrebbe accettato di misurarsi e soprattutto di confrontarsi con le altre )migliori) economie europee.

Sapete, io a Riva del Garda ho una barca a vela da regata, un FUN di sette metri, un “monotipo”, cioè una barca costruita rigorosamente in esemplari identici, al fine di prestabilire condizioni uguali per tutti i regatanti di quella classe di barche. Ecco, il mio FUN – quando “scende nel basso lago per regatare contro altri suoi “fratelli” – non è mai stato competitivo (ho vinto solo un campionato di 12 regate, nel 1994). Perché? Perchè qui nell’Altogarda Trentino dove il mio Whisper “risiede”, non esistono latri FUN con i quali egli (egli, lo tratto da essere vivente il mio Whisper, dopo 25 anni di con ..navigazione!) possa confrontarsi per migliorarsi nella regolazioni e nella sua conduzione.

Eppoi (eppoi) c’è un altro motivo per volere e dovere diventare Europei, ed è un motivo sociologico e geopolitico. Sociologicamente se noi tutti ci sentissimo veramente Cittadini Europei, riusciremmo a costruire una Politica Europea degna di questo nome nello scacchiere mondiale. Fino a qual momento, invece, le singole politica tedesca, francese, italiana etc. non hanno e non avranno un peso specifico significativo nella Politica del Mondo.

Dice … ma ti non lo avverti l’orgoglio nazionale? Si che lo avverto, ed è proprio quello che mi porta a volere la creazione di un ambito geopolitico, gli Stati uniti d’Europa, entro il quale le nostre migliori menti possano conquistarsi una posizione e quindi avere direttamente una “influenza europea” come espressione di una mente “europea” e non soltanto “italiana”.

E allora? Allora, Forza Europa, nella memoria i Altiero Spinelli e del suo MFE-Movimento Federalista Europeo!

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RETRIBUZIONI ELEVATE A FRONTE DI RESPONSABILITÀ ELEVATE? MA MI FACCIA IL PIACERE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2014 @ 2:23 pm

Detto altrimenti: ricordate Totò, con il suo “Ma mi faccia il piacere!”? (post 1464)

Dice: retribuzione altissime perché altissima è la responsabilità. Ma … qua’ responsabilità? Prendiamo un caso a caso: Moretti delle FS. €850.000,00 all’anno. Il servizio ferroviario per i milioni di lavoratori pendolari è una tragedia. Quale è la sua responsabilità? Quale la “sanzione”? Quale il risarcimento che gli viene chiesto?

Grazie se qualcuno mi spiega contenuti della parola “responsabilità” tali da poter fare da “contrappeso” a certe elevatissime retribuzioni.

E poi, prendiamo un altro caso a caso: il nostro Capo della Polizia riceve il triplo del Capo dell’FBI?

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CONCERTO SOSAT DEDICATO A RUGGERO POLITO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2014 @ 7:53 am

Detto altrimenti: da parte di più Associazioni … (post 1463)

Tino e Cristina

Tino e Cristina

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L’iniziativa è stata della SOSAT, cioè del suo associato, l’amico  Tino Sangiorgi (e Signora) … l’iniziativa di mettere a disposizione la bellissima “Sala della Musica” della Sede della SOSAT di Trento. Ed allora diverse Associazioni si sono attivate per organizzare il concerto pianistico offerto dalla Professoressa Cristina Endrizzi: l’Accademia delle Muse di Trento (di cui Cristina è Presidente); l’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda (di cui Ruggero è stato Presidente per cinquant’anni, sino al 18 marzo scorso, data della sua scomparsa); la FIAB Trento, con il suo Presidente Guglielmo Duman.

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L’idea, l’ambientazione, la disponibilità della gente (soprattutto della pianista), la partecipazione di molti, la musica, il ricordo.

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Ruggero Polito, Presidente Emerito del Tribunale di Rovereto

Il ricordo, la dedica del concerto a Ruggero che ho fatto su richiesta di Cristina. Commossa, breve: infatti non potrei parlare se non molto brevemente di Ruggero, per via di quel nodo alla gola che mi prende ogni volta … Ruggero per me – come per tanti di noi, direi per tutti quelli che lo hanno conosciuto e frequentato – è stato un padre, un fratello maggiore, una “fonte di umanità”, un Amico vero: cioè una Persona che ti ascolta, ti capisce, ti aiuta con le parole, le azioni, l’esempio. Se gli occhi sono lo specchio dell’anima e così il Volto, il Volto di Ruggero era un dono,  una fonte di vera “comunicazione”, di invito a comunicare, ad aprirsi, a confrontarsi. Il Volto, quella parte di noi sulla quale il filosofo Emmanuel Levinas ha costruito la sua filosofia: il Volto che ti interroga, che dialoga con te, che ti chiede e dà risposte. Ecco, questo era Ruggero e questo resterà sempre per noi.

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Alla fine del concerto la stessa Cristina ha ricordato il “Ruggero musicista, musicologo e musicofilo”, la persona che all’età di ottant’anni è arrivato al penultimo anno di Conservatorio (violino), che suonava il pianoforte a memoria ed anche leggendo la musica a prima vista, che spaziava dalla musica classica alle canzoni napoletane, che “dategli un pianoforte o un violino e sentirete …”

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Alla fine del concerto Tino ci ha brevemente riassunto la storia della SOSAT ed ha auspicato il ripetersi di iniziative analoghe. Che dire? Grazie, SOSAT! Grazie, Tino! Grazie, Cristina!

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E poi … la bellezza dello stare insieme. Con chi non c’è più ma è sempre con noi. Con tanti amici, vecchi e nuovi, riuniti dal piacere della condivisione delle cose belle. Dell’ Umanità, innanzi tutto; dell’ Amicizia; della Musica; della Convivialità. Già, perché alla fine del concerto, poiché non di sola musica vivono la donna e l’uomo, un ricco aperitivo enogastronomico organizzato dalla SOSAT con il contributo della FIAB.

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Guglielmo e Cristina

Guglielmo e Cristina

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Si, vabbè … ma del Concerto, direte voi, non ci dici nulla? ? Eccolo: musiche di Haendel, Mozart, Schubert, Chopin, Sinding, Monti + il bis con le arie delle operette più note. Ogni brano anticipato da una breve e significativa introduzione da parte di Cistina. La sala? Splendida e … piena di gente! E tanti fiori per Cristina: grazie, Cristina!

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(Le foto? Mie, con la macchina fotografica di Tino)

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ANCORA SULLE RETRIBUZIONI D’ORO DEI NOSTRI POLITICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Aprile, 2014 @ 7:01 am

Detto altrimenti: gutta cavat lapidem … (post 1462)

La goccia fora la roccia … almeno speriamo che a forza di denunciali questi privilegi medievali … hai visto mai …

Inizia

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“Riposo fra i fiori” (la foto non è pertinente, lo so … è solo per alleggerire l’articolo!)

Signori politici super liquidati, state offendendo il nostro portafoglio ma almeno non offendete la nostra intelligenza! Infatti, a fronte dello scandalo delle super liquidazioni, ho letto alcune vostre “giustificazioni” che offendono l’intelligenza delle persone alle quali sono dirette. Quali? eccone alcune:

1 – “Lo prevede la legge”. Replico: ma chi l’ha fatta quella legge? E’ mai possibile continuare ad accettare che esista una categoria che si stabilisce da sola e direttamente il proprio emolumento?

2 – “Se le somme sono troppo elevate, ciò dipende da un errore dei tecnici che le hanno calcolate, non da noi politici” (“che le riceviamo”, n.d.r.). Replico: ma come potete pensare che noi si creda che un dirigente pubblico possa arbitrariamente decidere la durata della vostra previsione di vita ed il livello del tasso di attualizzazione? E anche ammesso e non concesso ciò, all’atto di incassare somme così elevate, non vi è passato per la testa di controllare quanto vi fosse realmente dovuto e se la vostra dirigenza avesse lavorato bene? Infine, in ogni caso resta una Vostra responsabilità oggettiva di (mancato) controllo, oltre a quella politica e morale..

3 – “Io restituisco i soldi se lo fanno anche gli altri”, Replico: gli altri? Quanti altri? Tutti gli altri? “Si, tutti gli altri”. Ma allora dico io… mai! La frase va quindi tradotta dal politichese all’italiano come segue: “Io non restituisco nulla”. Se non altro perché un/una politico/a ha detto …

4 – … “Questi soldi me li sono guadagnati!” (Ma no? davvero? Non ce ne eravamo accorti! N.d.r.).

5 – Un caso (leggermente) diverso: le elargizioni gratuite e non documentate fatte dai vertici provinciali in favore “di chi ne aveva tanto bisogno”. Negli anni superano il milione di euro. Ci dicono: “Ma facevano tutti così … da sempre”. Replico. mi viene in mente Craxi, quando accusato di finanziamento illecito del partito, in tribunale faceva la stessa dichiarazione: “Così fan tutte” (le tesorerie dei partiti, n.d.r.). Sarà l’amore per Mozart … all’epoca a Milano. Oggi soprattutto a Bolzano!

Finisce

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POST PROGRAMMATICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Aprile, 2014 @ 6:40 am

Detto altrimenti: quali saranno i miei prossimi post? Ve lo anticipo. (post 1461)

1) Ancora sulle retribuzioni d’oro dei politici nostrani.

2) Concerto

3) Retribuzioni elevate a fronte di responsabilità elevate? Ma mi faccia il piacere!

4) Europa si/no – Le ragioni del dover diventare europei.

5) La (falsa) libera concorrenza all’interno delle tre compagini: compagnie di assicurazione, banche, gestori telefonici.

6) La democrazia nella giustizia.

7) L’insensibilità politica di fronte agli “omicidi stradali”.

Vi stupite di questo strano post? Sto copiando dalla TV, quando vi preannuncia i titoli dell’imminente telegiornale … così … per mantenere viva la vostra attenzione e non farvi cambiare canale. Ed io … io faccio lo stesso: restate con me, non cambiare canale … anzi, ops …. non cambiate blog!

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