POST 978 – GLI SPAGNOLI ALLA CONQUISTA DELLA TELECOM
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Settembre, 2013 @ 8:16 amDetto altrimenti: un post molto tempestivo, a seguito dell’accordo della notte appena trascorsa
STET-SOCIETA’ FINANZIARIA TELEFONICA PER AZIONI, Torino. Finanziaria dell’IRI per l’elettronica e le telecomunicazioni. Io da due anni ero dirigente in un gruppo privato genovese. Risposi ad un annuncio di ricerca personale (PA) e dopo una durissima selezione durata mesi, entrai alla Stet – Torino  all’età di 32 anni (1976) come dirigente responsabile della Finanza Italia. La STET era allora la prima società finanziaria in Italia, più rilevante anche della stessa FIAT.
Il mio “successo” nella selezione fu merito della durissima scuola della Comit, banca presso la quale avevo seguito per cinque anni, in dieci filiali diverse e in Direzione Centrale, tutti i corsi di formazione e di addestramento sul lavoro in tutti i servizi bancari e finanziari. La Stet mi chiese referenze: mostrai quelle dei direttori delle filiali presso le quali aavevo operato.
Le principali società controllate erano: SIP, Italtel, SGS Ates, Selenia, Elsag, Seat, Sirti, Cselt , Ilte, Stream, Stet International e molte altre, di cui molte all’estero. La capogruppo operava da Torino e da Roma. Tutte le sere vi erano due corrieri che partivano in treno da e verso le due città per trasportare la reciproca corrispondenza. Il mio capo a Torino, il – da me e non solo da me –  molto compianto  Dr. Ruggero Cengo Romano, sarebbe diventata la persona alla quale io devo di più, in tutta la mia vita, dopo i miei genitori. Ve ne parlerò in altro post. Nel 1997 la Stet fu fusa in Telecom Italia SpA.
Era il tempo in cui occorreva attendere mesi per avere il telefono. Noi si lavorava per raccogliere fondi dagli istituti di credito, per trasformare le centrali elettromeccaniche in elettroniche, per far decollare la rete a fibre ottiche, per rispondere alla forte domanda di telefono e di altra elettronica. Furono periodi assi duri, come quando – fine anni ’70 – vi fu una feroce stretta valutaria e creditizia ed al contempo tariffe Sip bloccate dal Governo per anni, con il risultato di creare forti problemi sul fronte della finanza di gruppo, ma ce la facemmo: realizzammo la riconversione della rete e la telefonia elettronica. Ed eravamo in forte utile.
Già allora da parte di taluno si parlava delle privatizzazioni. Ricordo motivazioni pro e contro … ma soprattutto ricordo una tesi alla quale – nel mio piccolo ruolo – aderii personalmente: privatizzare si, ma all’inglese e con garanzie per il settore pubblico. Altrimenti se era per privatizzare “male” meglio lasciare le cose come stavavano.
La Germania ha privatizzato “bene” e si è trattenuta la golden share (vedi dopo).
La Francia ha impedito l’acquisto di sue imprese da parte di imprese italiane.
I Cinesi stanno aprendo a Milano una filiale della Bank of China affiancata da una filiale della loro Agenzia di Rating. E noi Europei? Sleeping? Dormiamo forse ? Perchè non fondiamo la ERA – European Rating Agency?
La Bran Bretagna ha vietato la vendita della BP – British Petroleum agli arabi.
E noi Italiani? Italia, sveglia!
E l’Europa? Europa, sveglia!
Europa, va bene la etichettatura dei prodotti alimentari e la loro tracciabilità , ma occupati anche un po’ di M & A, Mergers and Acquisition, Fusioni e Acquisizioni in campo intereuropeo ed extraeuropeo. O no? Stabilisci regole comuni e … sbrighiamoci a creare gli STATI UNITI D’EUROPA!
Privatizzare. Mi spiego: in inglese “privatizzare†si traduce con to go public, cioè andare verso il pubblico. Quindi una SpA privatizzata vede il proprio capitale acquistato dalla moltitudine dei cittadini e non da un singolo azionista. E poi le garanzie: l’azionista originario, pur diventando di minoranza, si può (rectius, si dovrebbe) riservare una golden share, una azione d’oro, cioè una azione la quale abbia incorporato il diritto di veto su certe decisioni (un po’ come il diritto di veto all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’ONU): il diritto, ad esempio, di bloccare il trasferimento all’estero dei centri di ricerca e delle fabbriche.
L’operazione Telecom – Spagna è resa possibile dalla decisione di tre azionisti italiani che detengono il 54% del capitale: la banca BANCA INTESA, la banca MEDIOBANCA e ASSICURAZIONI GENERALI. Pare che l’operazione sia mirata “anche” a far rientrare le banche italiane dalla loro esposizione verso Telecom, che sembra aggirarsi intorno a circa 40 miliardi di euro. Pare …
TELECOM E FRA POCO ALITALIA, FINMECCANICA, etc.? Mi domando: di questi tempi, anzi, da molto, troppo tempo, sentiamo parlare di tutto e di più… di decadenze, di congressi … cioè sempre di tutt’altro. Non vi pare strano? I nostri politici sono in tutt’altre faccende affaccendati … per dirla con il Giusti.
Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur: mentre a Roma si discute (se andare in aiuto della alleata Sagunto, assediata dai Cartaginesi del generale Annibale Barca), la città viene espugnata. E a Roma se discute … ahò … a voglia … e come si non se discute! Certe discussioni … ce stanno de palazzi che sso fatti apposta pe la discussione, pe parlà , tanto che l’hanno chiamati “er parlamento …”
Ecco, per questa mattina termino qui: ma riprenderò presto l’argomento: buon martedì a tutti i miei lettori! (E nel frattempo … scusate … dimenticavo … che succede all’ILVA?)
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POST 977 – IL PO COME IL DANUBIO E LA DRAVA E …. GLI F 35
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Settembre, 2013 @ 10:17 amDetto altrimenti: ma che c’azzeccano questi fiumi con gli F35? C’azzeccano, c’azzeccano …
Il mio amico collega di Bici UISP Trento Edoardo, nel commento al mio post del 17 settembre ore 13,06 sulla “prima neve in Trentinoâ€, segnalava il link http://www.progetto.vento.polimi.it/tracciato.html.
VENTO,VEN-TO, VENETO-TORINO: una pista ciclabile da Torino a Venezia, lungo il corso del Po. Circa 679 km, circa 80 milioni di euro di spesa. Vi sembra tanto? No dai … circa la metà di un solo cacciabombardiere F35! Anzi, un quinto!!
In Germania, in Austria, in Slovenia si realizzano e “vendono†le piste ciclabili lungo il Danubio e la Drava. Decine di migliaia di cicloturisti le percorrono ogni anno generando un forte indotto. E noi? A parte alcune Regioni fra le quali mi permetto di dire che primeggia la nostra, non esiste una politica nazionale delle piste ciclabili, non esiste la comparazione fra quanto (poco) basterebbe per trasformare – sotto questo profilo – il paese e quanto (molto, troppo) si sperpera, ad esempio, per la flotta degli sciaguratissimi cacciabombardieri F35 (ecco, vedete che c’azzeccano?).
F35: ma la lezione del passato, non ci è bastata? Circa sessant’anni anni fa acquistammo gli F104, Starfighter si chiamavano, ma furono soprannominati “bare volanti†per l’improvvisa “deportanza†cui erano soggetti e che li faceva precipitare spesso senza lasciare al pilota nemmeno il tempo per lanciarsi con il paracadute. In allora costavano Lit. 1 miliardo cadauno.
Oggi di afferma che la flotta dei novanta F 35 che abbiamo acquistato (ma non possiamo ripensarci? Poiché non funzionano, potremmo rescindere il contratto) costano circa 12 miliardi di euro, mentre gli USA hanno calcolato che per la loro manutenzione ed esercizio ne occorrono altri 24, totale 36 miliardi di euro, il che porta il costo di ogni macchina volante a circa 400 milioni di euro, pari a circa 800 miliardi di lire.
Pensate un po’ quante piste ciclabili, quanti musei, quanti siti naturalistici, storici ed artistici si possono realizzare, manutenzionare, reclamizzare e vendere, con quella cifra! Quante scuole ed ospedali si potrebbero sistemare, quanti posti di lavoro si potrebbero creare … Non vi pare che sia arrivato il momento di smetterla di litigare per 1 o 2 miliardi di IVA si/no o IMU si/no, mentre si destinano 36 miliardi così, senza discutere seriamente in merito alle possibili destinazioni alternative di tale somma?
POST 976 – GOVERNO TECNICO O POLITICO? GOVERNO MONTI E GOVERNO LETTA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Settembre, 2013 @ 8:43 amDetto altrimenti: le parole sino pietre, diceva Don Milani in “Lettera ad una professoressa†…
 1. Politico: chi opera in un partito o “ a livello di partitoâ€.
2. Governante: chi governa.
3. Governo politico: nominato dal parlamento (cioè dai partiti, visto che di fatto i parlamentari hanno vincolo di mandato).
4. Governo tecnico: idem come al n.3).
Poiché la differenza fra governo tecnico e governo politico non consiste nel diverso modo della loro formazione, bensì nella natura dei nominati e poiché ogni nominato dovrebbe essere in ogni caso un tecnico del settore affidatogli, potremmo anche smette di utilizzare la dizione “governo tecnicoâ€, a meno di ammettere che ai Lavori Pubblici possa essere eletto un medico ed un ingegnere civile alla Sanità .
Nella sostanza, la forza di un governo deriva dalla compattezza e dalla forza della maggioranza che lo sostiene, e – in un sistema politico che non ha più alcuna ideologia e quasi più nessuna idea sul modello di sviluppo da adottare – è soprattutto la diversità di questa forza che distingue un governo da un altro. Se si accetta il ragionamento sin qui svolto, non vi sarebbe grande differenza fra i due governi in esame … Infatti Berlusconi:
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Ha governato a lungo con una maggioranza bulgara;
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si è fatto trovare impreparato di fronte ad una crisi che fino all’ultimo proclamava non esistere;
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è stato rimosso (lui dice: “Ho fatto generosamente un passo indietroâ€;
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ha consentito che la patata bollente passasse ad altri (Monti);
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ha fatto cadere il governo Monti;
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ha all’interno della propria coalizione un partito che ha generato il “Porcellum†rendendo ingovernabile il Paese;
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si è reso formalmente disponibile a “salvare†la nave Italia che lui stesso aveva reso ingovernabile;
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condiziona la attuale gestione della nave Italia (“Si fa così o così, altrimenti io non gioco piùâ€).
Alla luce di quanto sopra l’elemento che accomuna i due governi citati, Monti e Letta, e cioè il condizionamento da parte di Berlusconi, è elemento che accomuna i due governi molto di più di quanto non li possa distinguere il fatto di essere definito governo tecnico di centro, il primo, e  governo politico di grande coalizione, il secondo.
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POST 975 – BICI UISP TRENTO PEDALA!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Settembre, 2013 @ 6:17 pmDetto altrimenti: Unione Italiana Sport per tutti, Trento (in bicicletta) conclude la stagione con una pedalata verso il Garda.
Guidati dalla nostra Presidente Monika, si parte alle 07,45 dal Parcheggio di Via Monte Baldo a Trento: tutti sulla pista ciclabile. Altri si aggiungono a Mattarello. Breve sosta al Bicigrill di Nomi e poi via col vento … da Nord! Altri si aggiungono al gruppo a Rovereto. A Mori preferiamo lasciare la ciclabile per evitare quella brutta rampa, corta ma ripida, appesantita da quelle sbarre anti – motociclette che però creano qualche problema anche a noi ciclisti per via che stiamo affrontando una salitella al 10-12%. Attraversiamo quindi la parte vecchia del paese di Mori (molto ben tenuta) e ci ripresentiamo sulla ciclabile subito dopo il paese. Poche pedalate e siamo al lago di Loppio, ovvero all’isola S. Andrea “dentro†detto lago. Lì ci attende il collega Guerra, il quale, reduce da una caduta, non può ancora pedalare ma non rinuncia ad arricchire la gita con la sua presenza, del che lo ringraziamo! E poi ecco la nostra guida, l’ottimo Maurizio Battisti, che ci accompagna nella visita dell’intero sito e ce ne illustra reperti e storia.
Sicuramente abitata nell’età del rame, 2.000 anno a. C., di quest’era ci ha lasciato solo alcune selci ben levigate. Più rilevanti i reperti dell’era post romana (quinto-sesto secolo dopo Cristo) e medievale. E qui il nostro “Virgilio†Maurizio ci illustra la storia di quelle “pietre†e delle popolazioni che le hanno “abitateâ€, dal 2000 a.C. sino ai soldati della prima guerra mondiale! Una nota: quando i “nostri” conquistarono l’isolotto, lo battezzarono “Isola Clotilde”, come è testimoniato da una targa apposta all’epoca.  Grazie, Maurizio! Ci viene inoltre distribuito un bellissimo libretto edito a cura della Fondazione del Museo Civico di Rovereto e della provincia Autonoma di Trento dal titolo “Il sito archeologico di Loppio Sant’Andreaâ€. Maggiori dettagli possono trovati al sito www.museocivico.rovereto.tn.it.
Il Lago di Loppio oltre cinquant’anni fa era un vero lago, dal colore azzurro. I ragazzi d’allora, da Rovereto vi venivano a fare i bagni e a “peccare†con le loro morosotte. Lo testimoniano alcuni partecipanti alla nostra biciclettata … e qui consentitemi di non fare nomi, soprattutto per quel riferimento ai peccatucci di gioventù (beata gioventù!). Poi lo scavo della galleria Adige - Garda ha intercettato la vena d’acqua del lago che pertanto si era quasi prosciugato. Da qualche tempo però – evviva evviva! – il lago si sta di nuovo riempendo: ed ecco che gli alberi che nel frattempo erano cresciuti nel suo alveo, paiono sorgere – come sorgono – direttamente dall’acqua!
Uno spettacolo veramente bello! Peccato che noi qui in Trentino, ricchi come siamo di cose belle, non lo abbiamo ancora valorizzato come merita, questo ri-lago! Meriterebbe infatti che si attrezzassero meglio sentieri per la sua circum … navigazione a piedi, che gli hotel e gli operatori turistici della zona “vendessero†la visita a questa meraviglia e che si predisponessero migliori aree di sosta le auto dei visitatori. Chissà … forse anche questo nostro blog potrà servire a “smuovere le acque†(troppo) chete della disattenzione ad un bellissimo sito archeologico-storico – naturalistico.
E qui il vostro blogger ha forato e si sente in dovere di ringraziare i colleghi Francesco, Paolo ed Edoardo ed altri ancora che si sono prodigati nella difficile sostituzione della camera d’aria della sua mountain bike.
Si riparte, si scavalca la rampa al 10% che porta al Passo S. Giovanni e via, in discesa, sino a Nago, per la breve risalita a Castel Penede e al Dosso Terrin. Meravigliosa la visione sul Garda (per le foto occorrerebbe arrivare prima, per via del controluce). Indi il gruppo rientra a Mori per il pranzo tranne due, cioè io ed Edoardo, che scendiamo al Lago di Garda per mangiarci una spaghettata allo scoglio, ben meritata dopo i nostri 53 km di pedalata. Poi Edoardo, instancabile, risale a Trento (1)  e il vostro blogger resta nella busa ove si fermerà un paio di giorni per godere degli ultimi caldi raggi di inizio autunno.
(1) Il resoconto della tratta fino a Trento lo trovate qui sotto, nel primo commento che è stato fatto al post.
Unica nota negativa: sulla passeggiata pedonal ciclabile a lago fra Torbole e Riva sfrecciavano velocissime squadre di bikers iscritti ad una qualche competizione: si, sfrecciavano, fra placidi pedoni, piccoli bambini in triciclo, carrozzelle …ma si può? Dico io? Come si è potuta autorizzare una cosa simile? Noi stessi abbiamo corso il rischio di essere investiti! Videant consules ne quid detrimenti … provveda chi deve ad evitare danni!
BICI UISP TRENTO, PRESIDENTE MONIKA GIACOMOZZI – BICI UISP, Unione Italiana Bici Pertutti (si, Pertutti, così quadra con l’acronimo!), è un’associazione che vuole diffondere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto, di svago, di turismo lento, salutare e culturale, alla scoperta della nostra Regione (Trentino Alto Adige), del Paese intero e dell’Europa. Usualmente percorriamo piste ciclabili o strade a basso traffico, dormiamo in ostelli ed abbiamo sempre con noi accompagnatori esperti, tutti volontari. Le nostre gite sono preparate sotto ogni profilo: tecnico, paesaggistico, storico-culturale, gastronomico. A BICI UISP ci si iscrive via mail scrivendo a biciuisp.tn@hotmail.it oppure presentandosi in sede, Largo Nazario Sauro, 11, tel. 0461 231128. Il costo della tessera annuale è di €10,00 (con copertura assicurativa €33,00). E’ possibile iscriversi anche “on …pedali†e cioè in occasione della partecipazione alla prima uscita! Per l’iscrizione occorre esibire un certificato medico attestante l’idoneità allo sport non agonistico. Per scaricare i moduli di iscrizione e per ulteriori informazioni visitate il sito http://slowbiketrento.xoom.it Volete altre notizie, foto etc.? Cliccate nell’apposito riquadro del mio blog, un po’ sotto la mia foto, la parola “uisp†o “bici uisp†o “bici†o “bicicletta†e troverete molti miei post con molte foto!
POST 974 – TEGNIR DALLA SPINA E MOLAR DAL COCON (o dal boron)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Settembre, 2013 @ 9:14 amDetto altrimenti: occuparsi di piccole cose e perdere di vista le grandi
Trentino. Un contadino chiude bene il piccolo rubinetto della sua grande botte di vino e non si accorge che il vino sta disperdendosi in gran quantità  dal “cocon†(o “boronâ€) che poi è l’apertura che viene utilizzata per fare entrare nella botte l’operaio addetto alla sua manutenzione.
Accendo la TV, leggo i giornali: la maggior parte dello spazio è riservata a “decadenza si/no; IMU si/no; IVA si/no; congresso si/no; tal nuovo partito si/no”. Molto meno spazio è riservato all’ILVA e a tutti i casi analoghi (in termini di perdita di posti di lavoro) e nessuno spazio alla VERIFICA DELL’ADEGUATEZZA DELL’ATTUALE MODELLO DI SVILUPPO.
Un mio amico carpentiere, visto il calare delle sue commesse tradizionali, ha cambiato il proprio modello di sviluppo e si è messo a motorizzare elettricamente biciclette. Il suo fatturato sta crescendo.
Un altro mio amico fabbrica e vende apparecchiature elettroniche per il controllo dei sistemi di allevamento del bestiame. In Italia non si vende più? Ha cambiato il proprio modello di sviluppo: ha aumentato le vendite all’estero. Il suo fatturato sta crescendo.
Mi domando: ma chi ha governato nel “Ventennio†precedente (non uso a caso questo termine: vi sono indotto dall’osanna plebiscitario di certe piazze sbandieranti bandiere, striscioni, cappellini, magliette tutte omogenee: chi è che le ordina? Chi le fabbrica? Ma soprattutto, chi le paga? Forse si pagano con i denari dei “rimborsi elettorali?), nel Ventennio precedente – dicevo – non ha previsto anche questo tipo di evoluzione (più correttamente, “involuzioneâ€) dell’economia? Non ha cioè previsto un adeguamento del modello di sviluppo.
Devo rispondermi di no, perché fino all’ultimo affermava che le barche a vela che passavano davanti ad una tal villa in Sardegna erano tantissime; che tutti hanno il telefonino; che i ristoranti sono strapieni; etc..
E oggi? Chi ha trascinato la politica ad occuparsi principalmente dei temi sopra accennati, trascurando le enormi energie che si stanno disperdendo dal “cocon†(o “boronâ€)?
Chi sta mettendo a rischio il governo al quale partecipa perché non si attua ciò che esso stesso afferma che sarebbe stato concordato, anche se le risorse non ci sono? Ad impossibilia nemo tenetur, nessuno può essere costretto a realizzare obiettivi impossibili. Ah sii??!! E allora io te li pongo questo obiettivi, non ti indico le fonti di copertura finanziaria, tu non li raggiungi, io dico che sei venuto meno ai patti (più correttamente: alle mie indicazioni), mi ritiro dal governo e dico che la colpa è tua. Già , dico io, ma se il governo cade, chi decide sull’ILVA, la maggiore acciaieria d’Europa, ai suoi 1.400 dipendenti e al suo notevole indotto, di chi è la colpa?
Dice … ma è una crisi planetaria … Ah si?! E allora come mai moltissime piccole imprese italiane stanno facendo aumentare il nostro export? Crisi mondiale si, però vi è ancora tanta gente che dall’estero reclama ed acquista certi nostri prodotti. Come la mettiamo allora?
Ma via, le favole ce le raccontavamo da ragazzini, anzi, da bambini … ora siamo grandicelli, non possiamo “babbiareâ€, per dirla con il Commissario Moltalbano …
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POST 973 – ILVA: QUIS CUSTODIET CUSTODES IPSOS?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Settembre, 2013 @ 4:06 pmDetto altrimenti: ma i custodi, chi li custodisce? Chi li controlla? E alla fine, se fanno sono danni, chi paga? (temo, alla fine, “Pantaloneâ€)
La Commissione Europea sta valutando se aprire nella seduta di giovedì prossimo una procedura d’infrazione contro l’Italia per il mancato controllo di emissioni tossiche dall’Ilva di Taranto negli anni scorsi.
Anni, non giorni, durante i quali alti funzionari pubblici e politici molto ben pagati avrebbero dovuto fare ciò che ora pare che la Commissione Europea possa loro contestare. Dice … sono ben pagati, anzi, “stra pagati†perché la loro responsabilità è elevata, i compiti loro affidati ardui … E allora mi domando: se per malaugurata ipotesi la Commissione dovesse comminare all’Italia una multa milionaria, l’Italia si rivarrebbe sui suoi funzionari/politici negligenti? E se si, cosa se ne ricaverebbe? Sono forse costoro milionari (in euro)?
Ma costoro … potrebbero avere stipulato una polizza assicurativa …
Mi chiedo: anche per loro è prevista la stipula obbligatoria a proprie spese di una copertura assicurativa che copra la loro responsabilità anche per colpa grave? La stessa polizza è obbligatoria per ogni dirigente anche privato che operi all’interno di una SpA pubblica o mista pubblico privata.
E qui sorge un altro problema. Se Tizio è amministratore di una SpA pubblica e si assicura per tutto il periodo del suo mandato, non basta, perché la Corte dei Conti può contestare il suo operato sino a dieci anni dopo la cessazione del mandato. Se la denuncia della Corte dei Conti arriva ad esempio un anno dopo la cessazione del suo mandato, Tizio invoca la copertura assicurativa in quanto l’operato contestato è avvenuto all’interno del periodo per il quale egli ha pagato il premio all’assicurazione. Nossignore, gli risponde l’Assicurazione, noi ti assicuriamo “la denuncia del fatto†(che è venuta ben dopo la cessazione del tuo mandato), non “la perpetrazione del fattoâ€, quindi non sei coperto dalla nostra garanzia: avresti dovuto stipulare una seconda polizza, la cosiddetta “postuma†che noi ti rilasciamo per un periodo massimo di cinque anniâ€.
Tizio replica all’Assicurazione: â€Ma allora vi siete ingiustamente arricchiti, poiché vi siete presi i miei soldi e non mi avete dato alcuna contropartita!â€.
Comunque, spinto dalla necessità , in occasione di un secondo diverso mandato di amministratore, Tizio si assicura anche con la “postuma†per il massimo consentitogli dall’Assicurazione: cinque anni. Ma la Corte dei Conti ha dieci anni di tempo per intervenire … e allora?
E allora lo Stato che impone all’amministratore di assicurarsi, dovrebbe imporre alle Compagnie di Assicurazione di assicurarlo, oppure ridurre i tempi dell’intervento della Corte dei Conti da dieci a cinque anni. Non vi pare? Eh si, perchè altrimenti alla fine, se non esiste un soggetto sul quale lo Stato possa rivalersi con la certezza di portare a casa il risarcimento dovutogli, alla fine a pagare sarà lo Stato, cioè Pantalone, cioè tutti noi … e avremo fatto un altro regalo alle Compagnie di Assicurazione!
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POST 972 – IL TRENTINO E LE RAGIONI DEL MODERNO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Settembre, 2013 @ 9:18 pmDetto altrimenti: Die Moderne und ihre Begrundungen – Come ha affrontato ieri la modernizzazione e come affronta oggi la crisi il Trentino? “Ragioni del moderno” o “crisi delle ragioni del moderno?”
Oggi, a Trento, Via S. Croce, 77, presso la FBK- Fondazione Bruno Kessler/ISIG Istituto Storico Germanico, il giornalista Franco de Battaglia (quotidiano “L’Adigeâ€) modera gli interventi di Giorgio Casagranda (Presidente Centro Servizi Volontariato della Provincia Autonoma), di Don Marcello Farina e di Flavio Zuelli (Università di Trento); di Maurizio Cau (FBK-ISIG).
Oggi, per il vostro blogger, è stata una giornata di rinuncia. Rinuncia ad una bella pedalata in bicicletta: sole pieno, non troppo caldo, non troppo freddo, una di quelle pedalate da 100 km almeno. Ma che volete, la Barbara del post precedente è una cara amica e Don Marcello Farina … che dire? Definirlo amico sarebbe riduttivo. Infatti per moltissimi di noi Marcello è di più, assai di più: è un aiuto ed un invito alla riflessione; un arricchimento della coscienza e della sensibilità di ognuno. E allora ecco che per oggi le mie biciclette hanno ben potuto aspettare. E poi, Giorgio Casagranda, amico, ottimamente ex politico (ottimamente non perché “exâ€, ma perché era un bravo politico!). E del bravo De Battaglia, che dire? Non me ne voglia se non lo conosco … il giovane Professore Cau, io vecchietto quasi settantenne … ci può stare … ci può stare …
Il convegno è durato dalle 18,00 alle 19,45. Non ve lo riassumo. Solo alcuni concetti, senza dirvi chi li ha espressi. Indovinatelo voi!
Una modernità che non aiuta la società umana, ma la vuole dominare.
In Cina si stanno costruendo 10 città da 100 milioni di abitanti ognuna, perché la gente che sta in città consuma di più.
Una modernità basata sulla cancellazione del concetto di popolo in favore del concetto di aggregati di persone.
Autonomia è avere un proprio progetto di vita.
Modernità è ricomporre il popolo su di un valore: il bene comune, dando centralità a lavoro, scuola, equità .
In Trentino ci sono 5.000 associazioni di volontariato. In veneto 2.500.
Per la destinazione in beneficienza, oggi si recuperano ben 5.000 kg di alimentari al giorno da quelli che i supermercati butterebbero nei cassonetti. Nel 2012 si è recuperato cibo per un controvalore di 1,5 milioni di euro.
Trentino moderno è Trentino solidale. Viene citato Bruno Masè, pilastro del volontariato sociale.
Modernità in Trentino: Cooperazione, Autonomia, Università , Concilio (Concilio che dalla sua primavera deve vivere l’estate, non l’autunno o peggio l’inverno!)
Modernità : concetto statico (positivo o negativo). Modernizzazione, concetto dinamico.
La modernizzazione attuale ha invece contenuti anche negativi: cinismo, autoreferenzialità , culto dell’apatìa, Incapacità a “farsi piccoliâ€. C’è moralismo, manca la moralità “ma†c’è attaccamento alle rendite di posizione.
Trentino oggi: decadenza felice, del tipo della “Finis Austriae†di fine ‘900.
Oggi abbiamo tutto (relativamente tutto) ma manca il respiro. Aria inquinata da un paternalismo diffuso, ossequiente, egocentrico, quasi razzista.
Le maggiori beghe politiche sono circa la allocazione dei super centri commerciali, che poi sono dei non-luoghi.
Il rapporto con il territorio, una volta forte, è stato banalizzato sia dalle alte sfere che dal popolo di base.
La comunicazione da reale è diventata virtuale.
Giuseppe Dossetti: “Siamo quasi immobili di fronte ai grandi cambiamenti!”
La Cooperazione di Don Lorenzo Guetti, quella delle origini, si basava su tre parole: solidarietà , bene comune, autonomia (tre parole modernissime, rivoluzionarie: ecco la vera modernità !)  ove per autonomia si intendeva l’educazione del popolo alla partecipazione alla vita pubblica. Le tre parole sono rimaste le stesse, ma non il loro significato: Cooperazione oggi? Oggi nella cooperazione gli azionisti sono diventati semplici clienti. Occorre tornare alle origini. Bene comune oggi? E’ diventato bene pubblico, il che è altra cosa. Autonomia oggi? Quasi un Trentino bancomat.
La Chiesa “moderna”? Vinicio Albanesi, nel suo libro “I tre peccati della Chiesa†afferma che essi siano il verbalismo, l’estetismo formalistico e il moralismo. Bodlaire afferma che modernità non è il gas, il vapore o il tavolino che parla, ma “la dimenticanza del peccato originaleâ€.
Un po’ sbrigativo, il mio resoconto? Concordo, ma sono le 22,15 e volevo “uscire†cioè “postare†cioè “pubblicare†questa sera stessa. Quanto al convegno … insomma, direte voi, “mala tempora curruntâ€? In parte si, ma ce la possiamo fare. Almeno sappiamo dove dirigerci: verso un moderno ritorno ai valori fondanti dell’Autonomia (ecco la modernità di ieri e di domani, non certo quella di oggi! Oggi possiamo solo cercare di modernizzare, cioè di muoverci dalla attuale falsa modernità  verso la vera modernità , quella di Don Guetti, per intendersi. E in questo molto ci aiuta Papa Francesco: da non perdere la sua lunga recentissima intervista sul quotidiano dei Gesuiti “Civiltà Cattolica†concessa al Direttore della rivista, Antonio Spadaro (n.d.r.). Papa Francesco ci aiuta a percorrere nuove vie, nuove autostrade di ASSOLUTA UMANITA’, che ci conducono al raggiungimento del BENE COMUNE, il quale non consiste nel possedere ognuno la nostra “quantità ” di proprietà privata, ma nel fatto che si gioisca - contemporaneamente – del bene proprio e di quello altrui.Â
N.d.r.: Un mio personale riferimento a telecamere spente. Papa Francesco ai suoi: “Non fate alberghi a pagamento ma ospizi per i poveri”. Cardinale Scola: “La Chiesa si occupi del primo momento del bisogno. Poi l’aiuto ai poveri è compito dello Stato”.  Ed io: “Elezione di Papa Francesco? Scampato pericolo!”
POST 971 – IN SUONO VERITAS
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Settembre, 2013 @ 2:01 pm Detto altrimenti: a cura dell’Associazione Lucilla May – Trento
Trento. Oggi. Piazza del Duomo. Spalle al Palazzo Vescovile, verso l’angolo a sinistra della piazza, prima di uscirne del tutto per ritrovarsi sulla sinistra l’entrata principale della cattedrale, di fronte a voi si apre un vicoletto parallelo alla Via Verdi, Vicolo dei Birri. Dieci metri avanti e a destra trovate la sede dell’ Associazione “Hortus Artieriâ€. Quattro locali storici, a livello strada o poco meno, con le pareti, gli architravi e le finestre che sanno d’antico. Piccoli grandi gioielli di una città storica: non è un ristorante né un bar. E’ un “Luogo di Storia e di Culturaâ€.
Una conferenza stampa. Ospiti della Gentilissima Proprietaria Signora Alda Failoni, la quale accoglie la Direttrice Artistica dell’Associazione Lucilla May, la violoncellista Barbara Bertoldi (v. post del 20 aprile 2013) e la violinista Andrea Marmolejo per la presentazione del loro progetto “In Suono Veritasâ€, loro settima rassegna annuale. Sono presenti anche gli altri componenti il loro “Quartetto degli Affetti†e cioè il violinista Sergio La Vaccara, Giordano Pegoraro (violoncello) e Adriano Dallapè (clavicembalo e organo).
In Suono Veritas: due concerti, anzi tre
Il primo, Domenica 22 settembre 2013 ad ore 18,30 in Trento, presso il Castello del Buon Consiglio, Stefano Veggetti, prestigioso violoncellista studioso della musica barocca, a Trento per la prima volta, eseguirà musiche di Domenico Gabrielli (1659-1690), “Ricercare VII e VI†rispettivamente in re minore e in do maggiore per violoncello solo, del 1689. Indi seguirà Johann Sebastian Bach (1685-1750): Suite in re minore BWV 1009 e Suite n. 1 in sol maggiore BWV 1007. Ingresso a offerta libera, posti limitati.
 Il secondo, “doppioâ€: Borgo Valsugana, Chiesa S. Anna, 20 ottobre 2013 ore 17,30 e Muse, Trento, 21 ottobre 2013 ore 20,30, da parte dell’Ensemble Cordia e dell’Ensamble degli Affetti, Primo violino Andrea Rognoni, Maestro di Concerto Stefano Veggetti saranno eseguite musiche di Arcangelo Corelli (1653 -1713), del veneziano Giovanni Benedetto Platti (1697-1763). Corelli e Platti, trecentesimo e duecentocinquantesimo anniversario della loro morte, vengono celebrati a Trento in modo assolutamente degno della loro bravura. Borgo: offerta libera –  Muse: €10,00 per un biglietto valido anche per il Muse nel periodo successivo al concerto.
Che dire? This is Trento too! Trento è anche tutto questo: musica!
POST 970 – 1) RADIO TRE, “PRIMA PAGINA” DEL 18 SETTEMBRE 2013 – 2) VARIE ED EVENTUALI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Settembre, 2013 @ 8:52 amPost del Millennium: sono già arrivati tre contributi da Giovanni, Andrea e Cristina. Dai, mandatemi i vostri,  saranno pubblicati quale contenuto del post n. 1000. Via aspetto!
Detto altrimenti: ecco, proviamo a dire altrimenti quelle stesse cose …
Avrete notato che molti miei post sono scritti e pubblicati la mattina presto: la notte porta consiglio, si dice … ma questa notte ho dormito molto profondamente, non ho sognato e proprio non avrei saputo cosa scrivervi, cari lettori dl blog (meno male, direte voi … e invece … ). Infatti, io la mattina ascolto volentieri Prima Pagina di Radio 3 . Oggi ho addirittura interrotto la consueta rasatura per udire meglio, tanto mi interessavano gli argomenti trattati. Ve ne riporto alcuni, arricchiti (o impoveriti, a secondo del punto di vista) delle mie chiose.
Inizia
970/1 – Si parla della PARABOLA DEL FIGLIOL PRODIGO (Vangelo di Luca). Molti si dichiarano sostenitori del figlio laborioso ed ubbidiente e condannano il padre che ha perdonato e riabilitato il figliol prodigo, troppo prodigo del suo (suus & eius = suus, suo di lui, del figlio; eius, di lui,  del padre che glie lo aveva dato quel denaro. Ah, la lingua latina … che ammirazione nutro per essa!) denaro verso osti e prostitute. Io parteggio per il padre e per l’insegnamento di Gesù che è di amore, accoglienza e perdono infinito. E gli altri? Vogliono cambiare il Vangelo o correggere Gesù? Non è più semplice che si scelgano un’altra religione?
970/2 – Su Repubblica. Apprendiamo che taluno mette in dubbio l’Amore Universale predicato da PAPA FRANCESCO. Valgono le conclusioni di cui al punto precedente.
970/3 – Scola. Il CARDINALE SCOLA: “La Chiesa aiuti i bisognosi per il primo intervento (per il primo miglio, n.d.r.),: poi ci deve pensare lo Statoâ€. Ovvero, dico io, la carità “a metroâ€. E bravo Scola! E’ così che rispondi all’invito del tuo Capo Francesco che vi invita a non aprire e gestire alberghi a pagamento ma ospizi gratuiti per i poveri? Ma che … Scola, vuoi fare il paio con il tuo collega Bertone? (vedi sotto, alla voce “Bertoneâ€).
970/4 – Il pensionato benestante Dr. GIULIANO AMATO è stato promosso alla Corte Costituzionale: bene, anche perché aveva detto che quanto “guadagnavaâ€, 30.000 euro al mese, non gli bastava per tirare avanti … vabbè, allorta, se le cose stanno così … a saverle le robe …
970/5 – CIR di De Benedetti batte Fininvest di Berlusconi: mezzo miliardo di euro a zero. Chi palude, chi contesta. Io dico: in ogni caso, ci volevano 20 anni? Ma siamo matti? E poi, contestare questa sentenza dopo che un avvocato (della società condannata)  è già stato condannato per avere corrotto un giudice – condannato anch’egli – che aveva dato ragione alla Fininvest? E che dire del mandante, riconosciuto colpevole, ma che ha beneficiato della prescrizione e che ora è il primo a protestare? Ma ci siamo bevuti il cervello?
Finisce – Ed ora ve ne dovete sorbire altre cinque tutte mie
970/6 – Colonialismo di ieri: colonialismo “internazionaleâ€, ovvero pochi paesi si arricchivano impoverendo molti patri paesi. COLONIALISMO DI OGGI, colonialismo “nazionale, stataleâ€. poche persone si arricchiscono a danno di molte altre persone che si impoveriscono. Quo usque tandem … fino a quando  …. riflettiamo, gente, riflettiamo …
970/7 – Bertone. Il CARDINALE BERTONE si spende energicamente in favore della vita e della famiglia, dal concepimento, alla nascita, al battesimo, alla cresima la domenica a messa tutti insieme, al matrimonio, al fine vita. Bene. Ma la stessa energia la vorrei vedere profusa in favore del “lavoro†della famiglia dei senza lavoro, della dignità sottratta ai disoccupati e ai giovani senza futuro, ai vecchi senza risorse o con pensioni al minimo. O no? Ma che … Bertone, vuoi fare il paio con il tuo collega Scola? (vedi sopra, alla voce Scola).
970/8 – Bilancio dello stato, legge di stabilità , interventi con … il bilancino, ecco … “BILANCINO DELLO STATOâ€, tolgo qua, aggiungo là . Robin Hood alla rovescia: aumento la benzina e tolgo ai piccoli progetti (dell’individuo, della famiglia: faccio studiare i figli, mi sposo, mi nutro, vado in vacanza una settimana) per dare ai grandi progetti (TAV, F35, privilegi di casta, soldi ai partiti, etc.).
970/9 – Con riferimento al punto precedente: ma non si potrebbe riflettere se l’attuale MODELLO DI SVILUPPO è ancora attuale o se non sia il caso di guardarsi intorno per vedere se il “mercato dei modelli di sviluppo†non ci offra qualcosa di più aggiornato ai tempi?
970/10 –  La CONCORDIA è stata raddrizzata. Il capo delle operazioni è uno straniero. E per raddrizzare l’Italia, dobbiamo per forza escludere “raddrizzatori†stranieri? Io sono favorevolissimo agli STATI UNITI D’EUROPA, e che a governare noi del Texas mediterraneo sia pure uno del Nord Dakota europeo. Why not?
Dieci punti su cui discutere. Basta là … per dirla in piemontese … per ancoi va bin parei, per oggi va bene così. Ciao, a dopo … e scrivete, commentate: la carne al fuoco è tanta!
POST 969 – LA PRIMA NEVE IN TRENTINO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Settembre, 2013 @ 1:06 pmDetto altrimenti: … vista dalla bicicletta!
Trento. Per pedalare in Valsugana sino a Bassano del Grappa ero sempre partito da casa (100 km) o da Levico (75 km). Questa volta ho voluto fare un sopralluogo sul percorso che inizia alla stazione ferroviaria di Pergine, che ho raggiunto in auto, bici sul tetto. In questa stazione i parcheggi sono limitatissimi: ci sarebbe un’area (della ferrovia) libera ma è “Vietata ai non autorizzatiâ€. Io ho parcheggiato in centro ad €0,70 l’ora. Sulla piazzetta della stazione, negozio della San Patrignano di affitto bici: per i residenti a Pergine, 3 euro al giorno. per gli altri 10 l’intera giornata e 4 la mezza. Bar, ok (caffè e brioche, 2 euro). WC (della stazione): al bar hanno rubato la chiave, rivolgersi al tabaccaio. Mi ci rivolgo, finalmente faccio la pipì e quindi salgo a cavallo della mia “Camilotto 1985”.
La strada inizialmente è quella delle auto. Solo qualche tratto riservato alle bici. Poi, in concomitanza della località Valcanover (albergo, ristorante, parcheggio, Associazione Velica Trentina), inizia la parte più bella della ciclabile vera e propria, splendida, a costeggiare il lago di Caldonazzo (foto sopra) sino alla zona attrezzata a spiaggia per la balneazione. Poco dopo la ciclabile è ricavata su di un ex marciapiede, non molto agevole ai pneumatici delle due ruote. Infine termina del tutto e sei sulla strada che ti porta alla ciclabile vera, quella che inizia al distributore di benzina che si trova grosso modo ai piedi della salitella che ti conduce al paese di Levico. Morale: a mio sommesso avviso non vale la pena partire da Pergine, bensì da Levico.
Io sono rientrato da Levico  a Pergine lungo la “vecchia Levicoâ€, una strada “cornice†che sale dolcemente lasciandosi a sinistra, in basso, il lago di Levico, sino ad arrivare allo scollinamento, oltre il quale, prima di calare su Levico, trovate a destra il castello di Pergine e a sinistra una deliziosa chiesetta in pietra. In tutto 26 km. Bici usata: da corsa.
Peccato che per rientrare a Trento in bici ci solo la salitaccia dura (8 %)  di 4 km dal Lago di Caldonazzo a Vigolo Vattaro: peccato! Così come, per raggiungere queste zone da Trento -sempre in bici – uno si debba sorbire i 10 Km di salita al 6% da Trento a Vigolo Vattaro: peccato!
E … sui monti? Sui monti, dai  2000 metri in su,  la prima timida spruzzatina di neve! Che sia di buon augurio per la nostra imminente stagione invernale!



























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