FANTASCIENZA FINANZIARIA (o servizi segreti?)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2013 @ 7:57 am

Detto altrimenti: a pensar male … talvolta si finisce per agire bene

Cipro. Piccola isola. Grande problema. Come quello del poveraccio marocchino che si diede fuoco e con il suo gesto innescò la primavera araba. In montagna, ci andate? In inverno, poi? Con la neve alta? No, non a sciare in pista, ma fuori pista, a camminare, a fare sci alpinismo … una valanga … può iniziare con un imponente distacco di neve, un grosso seracco, ad esempio, ma talvolta prende l’avvio da una piccola massa di neve, quella smossa dai vostri stessi sci, la quale si ingrossa in modo esponenziale, e in un tempo assai breve diventa inarrestabile. Cipro … dice, ma se poi si replicasse in Italia, in Europa? No, dicono i saggi (europei, non la nostra pattuglia al lavoro al Quirinale, no, non loro!). Eppure, a pensar male … a Cipro, mettendo le mani nelle tasche (conti correnti) dei privati, si “salva” il fallimento del piccolo stato (tuttavia le mani sono state messe male, perché la franchigia di 100.000 euro non ha eliminato lo scandalo della linearità del prelievo, uguale per conti di 101.000 euro e di 10.000.000 di euro).

Ecco, loro le strisce le hanno già … e noi?

Ma veniamo a noi. Gli USA hanno grossi problemi finanziari, il loro debito pubblico viene sempre più sottoscritto dall’oriente (Cina e India in testa), non è escluso che debbano finanziare altri interventi militari (Corea del Nord?). E allora che fare? Ecco che, improvvisamente, qualcuno è stato in grado di violare oltre centomila segreti bancari nei paradisi fiscali, paradisi improvvisamente diventati “inferni”. Qualcuno (molto molto bravo, esperto e attrezzato) è stato in grado di svelare improvvisamente al mondo (e al fisco di ogni paese) dove si trovano i capitali frutto dell’elusione e dell’evasione fiscale mondiale. Ecco, io credo che nulla succeda per caso, o almeno, mi piace pensare che sia così. Non che mi dia fastidio, la cosa, anzi, era ora che si scoperchiasse il pentolone infernale dell’egoismo, della sopraffazione, della violazione delle leggi umane e morali.

Mettiamole anche noi, le strisce!

E adesso che si fa? Io credo che il mondo si dividerà in due: 1) I paesi emergenti, quelli che non rispettando i diritti umani e civili fanno concorrenza sleale a chi li rispetta, che approfitteranno della situazione per attrarre i capitali in fuga entro nuovo paradisi fiscali super protetti. 2) E gli altri. E noi? Noi siamo fra gli altri. E allora, acchiappiamo per la coda quei capitali in fuga, risaniamo i nostri conti, fondiamo gli Stati uniti d’Europa, accordiamoci con gli USA e stabiliamo un ferreo boicottaggio verso tutti i paesi che non adottano le nostre regole morali sociali, bancarie, finanziarie, fiscali, del lavoro, del rispetto dell’ambiente, dei diritti umani e civili, della libertà religiosa, del rispetto della donna, etc..

Ricardu, cosse ti me disci? Che toglierei alla gente la democrazia sostanziale? Nu g’aveivu penseè non ci avevo pensato … e se mai me staieva ben cuscì … e se mai mi starebbe bene così …

Altro che uscire dall’Euro Beppe! E poi, se mai, con un referendum popolare? Ma se il 90% della gente non conosce nemmeno quali sarebbero le conseguenze di una tale uscita! Dai Beppe, con un simile referendum daresti alla gente tanta democrazia formale in più ma la deruberesti di tutta la sua democrazia sostanziale, portandola a votare per decisioni di cui non conosce gli effetti! Via, siamo seri, Beppe … nu schersemmu … non scherziamo (con le cose serie). Te u dighu in seneize, cosse ti ve de ciù? Te lo dico in genovese, cosa vuoi di più?

Comments Closed

CONNESSIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2013 @ 10:59 pm

Detto altrimenti: l’importante è connettere i vari avvenimenti. me lo ha insegnato un mio ex capo, il Senatore trentino Bruno Kessler.

Avevo provato ad alleggerire i miei post, vedete, con quello precedente … ci stavo provando. Ma poi, poi mi sono detto: questo fatto non si può tacere, devi parlarne, devi scriverne …

La catena dei fatti, dai piccoli – che poi piccoli non sono – ai grandi. O preferite che cominci dai grandi? Dall’enorme tzunami dell’evasione ed elusione fiscale, della speculazione finanziaria a livello mondiale, quindi anche europeo, quindi anche italiano sino ai coniugi di Civitanova Marche, 62 anni lui, Romeo Dionisi, muratore disoccupato senza pensione … come si dice oggi? Ah sì … “esodato”! 68anni lei, Anna Maria Sopranzi, pensionata a 500 euro al mese, che ieri si sono impiccati nella loro cantina, non riuscendo a superare impossibilità di pagare l’affitto, le bollette, di acquistare cibo: di vivere, insomma. E il fratello di lei 72 anni, convivente con la coppia: scoperto il duplice suicidio, si getta sugli scogli e muore anch’egli.

La connessione? Dov’è? Ma è semplice: visto che le prime stime dell’elusione fiscale a livello mondiale, quale è organizzata nei paradisi fiscali grazie alla collaborazione di molte primarie banche, pare sia pari al PIL degli USA e del Giappone messi insieme … ecco la prima industria, quella che batte anche il volume d’affari delle mafie riunite: l’evasione e l’elusione fiscale. E se invece questa ricchezza fosse stata utilizzata per il bene comune, e cioè anche per il bene dei tre suicidi di Civitanova Marche? 

Ma no, rilassiamoci un po’ … alla TV danno un vecchio film, bellissimo: “Il sorpasso” di Dino Risi, quello con Gassman al volante di una Lancia Aurelia Sport B24 …, ma no, che mi dite? Che i diritti di sfruttamento del film li incassa la Lyon Film domiciliata all’isola di Man (paradiso fiscale), sociteà gestita da un fiduciario svizzero? Non posso crederci!

Cui profest? Cui bono? Solo alla Loocked!

Ecco, che qualcuno non mi venga a dire che invece gli F35 sono più importanti, che il TAV ha la priorità su questi drammi. Che me lo venga a dire, sa dove trovarmi, sia al telefono, che a casa: sono sull’elenco telefonico di Trento. No, non sono un “anti TAV”. Solo per me il TAV non è la priorità del momento. Non sono un rivoluzionario “contro tutto e contro tutti”, no. Ho fatto il mio bravo servizio militare; sono sposato in Chiesa; ho avuto ed ho una sola moglie, due figli, una nipotina. Non bevo, non fumo né tabacco né altro. Niente di tutto questo. Ah, dimenticavo: credo in Dio. E allora? Sto solo dicendo che a mi avviso occorre rivedere l’ordine delle priorità di azione (evasione ed elusione fiscale) e di spesa e di investimento, che la vita delle tre persone sopraccennate vale più dell’intera squadriglia di F 35 (almeno funzionassero, e invece sono solo delle costosissime e pericolosissime baracche!).

Non possiamo più indulgere ad atteggiamenti pensierosi, da uomini superiori, quelli che noi sì che siamo ben pensanti, persone di  mondo, mica quegli altri che con sanno come vanno le cose del mondo; quelli che da quando il mondo esiste …; quelli che è tutta invidia, che beati noi che, che poi anche quelli lì ci invidiano e dicono beati loro che possono; quelli che si vabbè sono cose che succedono; quelli che l’interesse complessivo; quelli che c’è ben altro cui pensare; quelli che mica si possono accontentare tutti; quelli che … insomma, c’è tanta gente che soffre ma tiene duro e se la cava, in qualche modo;

Uno a caso … il Presidente INPS: magro, emaciato, sovraccaricato di … emolumenti …

quelli che se uno  gode di pluri mega pensioni o pluri mega stipendi o pluri mega liquidazioni milionarie se le sarà ben guadagnate; quelli che poi 500 euro al mese sono pur sempre una somma; quelli che mica possiamo dare a tutti lo stesso stipendio del Presidente dell’INPS di 1.200.000 euro l’anno oltre gli emolumenti delle altre decine (decine) di incarichi pubblici di cui lo hanno gravato, il poverino! Quelli che se una banca paga a debito del proprio conto economico le tasse sulla liquidazione di un proprio super manager nessuno se ne accorge è il lordo diventa netto; quelli che se il nostro capo della polizia riceve uno stipendio triplo rispetto al suo collega dell’FBI, è perchè ha una grande responsabilità; quelli che poi queste retribuzioni sono lorde tranne quelle dei politici, ma sono poca cosa sul totale …

No. Io credo che dobbiamo mettere la testa sotto il getto d’acqua fresca della coscienza e/o dell’intelligenza, per chiarirci le idee. Della coscienza, chi ne ha una. Dell’intelligenza, chi dovrebbe capire che “est modus in rebus: sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum”, e cioè che c’è un limite in ogni cosa, che vi sono dei confini oltre i quali non può esservi niente di justum, cioè niente secundum jus, secondo la legge … limiti superati i quali gli avvenimenti ci sfuggono di mano. A danno di tutti. Secondo la legge … ma quale legge ? Prima di tutto la Legge Morale!

Chi è la vera vittima? La signorina Ruby o la Signora Italia?

Il triplice suicidio di Civitanova Marche deve fare insorgere la nostra coscienza, dobbiamo indignarci per una democrazia malata di amoralità, la quale va curata, non distrutta (capito, Beppe?). La malattia, infatti, è uno stato patologico che conduce alla guarigione, all’invalidità o alla morte. E noi vogliamo e dobbiamo condurre il malato – la nostra democrazia, la nostra società umana – alla guarigione. Non crediamo nel tanto peggio tanto meglio di certi recenti personaggi che “giocano” al massacro dell’ingovernabilità.

Dobbiamo indignarci, dicevo, come pure lo dobbiamo di fronte al fatto che una ragazzina, arrestata per furto, condotta in questura, spacciata per la nipote di un personaggio politico famoso, liberata a seguito di una telefonata, consegnata “in custodia” ad una consigliera regionale, dalla quale subito dopo “affidata” ad una prostituta brasiliana, si permetta di arringare la folla sulle scale di un Palazzo di giustizia, contro la presunta mala-giustizia! Io sono un cittadino italiano. L’Italia è anche mia, le sue istituzioni sono anche mie, a cominciare dalla Magistratura: non accetto che si consenta svilirle in questo modo indegno. Da parte di chi, poi … con la regìa mediatica di chi, poi … indonvinate un po’ voi …

La goccia che ha fatto traboccare il vaso della sopportazione ai due coniugi di Civitanova Marche?  Una cartella esattoriale di Equitalia che minacciava il sequestro ed il pignoramento della Fiat Panda blu parcheggiata in cortile. Chi è debitore di qualche centinaio di euro si impicca. Chi ne deve 100 milioni, concorda per 30 e ne risparmia 70 (Valentino Rossi).

E’ mezzanotte. Ora pubblico il post e vado a dormire.

1 Comment »

SOTTO I PONTI DI TRENTO FERSENA SCORRE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2013 @ 6:51 pm

Detto altrimenti: “Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna” …

Così inizia una bella poesia di Guillaume Apollinaire.

Oggi piove a Trento. Una primavera che sa un po’ di autunno. Sono uscito a passeggiare lungo “la Fersena”, in lingua italiana “Il Fersina”, torrente quasi fiume, affluente dell’Adige, che scendendo dalla Valle dei Mocheni (Mochen Thal, l’unica valle tedesca del Trentino) e “scorrendo sotto i ponti di Trento”. regala alla città uno splendido viale di ippocastani. Due pescatori. Ieri c’era in azione un loro concorrente: un airone cinerino. A 900 metri dal Duomo della città. La poesia che segue ha qualche anno. Le foto sono di oggi.

Ed ecco il mio “Canto di Trento a la Fersena”

Sei vivo.
Mi parli col suono di luce
dei tuoi mille occhi di rivo
splendenti nel verde.
Dapprima
mi sembri annoiato
nel lento rigiro
che sempre conduce
al tuo limitato infinito
eletta dimora
di anatre urbane
ed aironi
in morbide anse di steli
ov’acqua
fra ‘l fiore che odora
con tenue sospiro si perde.
Ma ecco
improvviso
uno slancio
al pari del cervo brunito
che hai visto saltar le tue rive
braccato dal cane
ed hai ristorato
offrendoti invito alla sete
ed alle corse un po’ schive
del giovane re incoronato.
Ancora …
hai negli occhi il ricordo
di una prudente marmotta
del falco
che lento
si libra nel cielo in agguato …
di un movimento …
di vita che lotta …
di tenero nido violato.
Tu nasci ove aria rinfresca.
Poi …
scendi la cima
scoscesa di valle tedesca
qual liquido velo nuziale
che adorni la Sposa Atesina
e rechi in pianura
la figlia del suolo innevato
i fulgidi pesci d’opale
il tenue lenzuolo
che dona ristoro all’arsura
di ninnula cuna
il manto di brezza
che stendi alla luna
ed olezza.
E dolce assopisci il bambino
cantandogli la ninna nanna
che i monti ti hanno affidato.
Tu sei Poesia
il capolavoro scolpito
del grande Pittore Trentino
che ascolto
rapito all’oblìo
insieme alle fronde
degli ippocastani
che sopra le spalle
ti fan capolino ondeggiando
e curioso
protendono il volto
sull’armonioso spartito
del tuo gorgoglio.
Ma ora prosegui il tuo viaggio
e mentre ricevi altre sponde
le mie vecchie mura imperiali
riflesse
ti rendono omaggio
più belle pe’ i grandi regali
che porti di piccole onde.

Comments Closed

POST SUCCESSIVO (a quello precedente, è ovvio) SUI PARADISI FISCALI)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2013 @ 1:15 pm

Detto altrimenti: Sic transit pecunia mundi … così passa (esentasse) il denaro del mondo!

Corsera odierno alle pagine 14 e 15 riporta la notizia della lista dello scandalo dei paradisi fiscali: un hard disk consegnato ad un giornalista australiano, contiene i files di 120.000 società e singoli evasori offshore (in nero). Da una prima stima si calcola che la ricchezza così “salvaguardata” sia compresa fra 21.000 e 32.000 miliardi di dollari USA. Per capirsi, il PIL di tutti i paesi del G8 messi insieme è di 35.000 miliardi di dollari USA.

Che fare? Lasciare che il mondo sia depredato da quei “pochi tanti privati” che lo “utilizzano” per arricchirsi in modo spropositato e comunque ingiustamente, derubando quei “molti tanti altri pubblici e privati”, o semplicemente applicare le leggi fiscali? Applichiamo le leggi, diranno molti. Si, bravo merlo, diranno altri molti, ma come si fa?

Io credo che la strada più immediatamente percorribile sotto il profilo di una soluzione strutturale del problema sia la seguente:

Le stelle le abbiamo già: aggiungiamo le strisce, e di corsa!

1) Creare gli Stati Uniti d’Europa – EUE, USE, EVS, rispettivamente in francese, inglese, tedesco (Etats Unis d’Europe, United States of Europe, Europeischen Vereinigten Staaten);
2) fare un accordo fra USA e EUE per l’eliminazione dei paradisi fiscali interni ai due Stati Federali e per il boicottaggio di qualsiasi relazione con paese esteri che non adottino le nostre comuni leggi fiscali, bancarie, finanziarie, di sicurezza sul lavoro, di rispetto dei diritti civili ed umani, del rispetto ambientale, etc..

Quindi Europa, Stati Uniti d’Europa! Altro che uscire dall’Euro, Beppe, belin, ma t’ei nesciu? Nu ti ghe n’ è atre belinee’ da cuntà? (Per i non Liguri: “Beppe, ca… spita, ma sei stupidino? Non ne hai altre “cose poco sagge” da dire?”).

2 Comments »

PANE AL PANE E VINO AL VINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2013 @ 6:22 am

Detto altrimenti: dialoghiamo, comunichiamo, discutiamo, dibattiamo!

… e anche un po’ di formaggio …

C’era una volta un giornalista che si era creata una rubrichetta tutta sua che aveva intitolata “Pane al pane”. E su quella affermava, criticava, spandeva ad ampi gesti delle braccia (armate di carta e penna) giudizi personali nei campi della disattenta superficialità dei lettori, confidando che così come una volta si diceva “l’hanno detto alla radio”, “l’ha detto la televisione”, oggi si dice anche “lo dice il giornale, e se non c’è smentita, vuol dire che sarà vero”. Peccato che la smentita avrebbe dovuto pubblicarla lo stesso giornalista contro cui essa si sarebbe rivolta. Ecco che io pensai di proporgli di accettare di pubblicare, accanto alla sua, una contro rubrica intitolata “ … e vino al vino”, per dare modo a chi era bersagliato dai suoi strali di contro argomentare o comunque per consentire al lettore di integrare e commentare i suoi pezzi. “Pensai”, ecco, fu solo un pensiero, il mio: infatti non glie lo proposi, preferii ignorarlo, anche perché una diversa corrente di pensiero suggeriva che il “lasciar morire le questioni” senza controbattere, fosse il modo migliore per sgonfiare la bolla disinformativa.

Ed oggi che in qualche modo il “giornalista” sono io (“blogger” … si lo so, non giornalista, ma quel termine l’ho scritto fra virgolette, via …) voglio a maggior ragione mantener fede ai miei principi e invitare voi Lettori a commentare, discutere, eventualmente integrare, correggere o anche contestare i miei post. Prometto che pubblicherò ogni vostro intervento.

… e se mi facessi un mio partito politico? Guadagnerei ancora di più …

1) PANE AL PANE: Finanziamento pubblico dei partiti. Dopo il referendum abrogativo, si è trovato un modo tutto italiano per eludere la legge. Questione di metodo, come quella di inventarsi un convegno formativo per farsi rimborsare un viaggio che altrimenti avrebbe dovuto essere a carico dei singoli. Nella sostanza, chi non lo vuole abolire motiva che in tal caso sarebbero avvantaggiati i “partiti azienda”, in proprietà di un proprietario ricco (io ne conosco due: PDL e M5S). Nel frattempo i partiti hanno utilizzato le Fondazioni per essere più “liberi” nella gestione del denaro. In ulteriore frattempo, l’IDV in liquidazione, ha un saldo attivo di 16 milioni di euro (prima cosa grave!). Che ne farà? ( … quali sono i saldi attivi di tutti gli altri partiti?) L’IDV sta discutendo cosa fare di questi denari: ecco la seconda cosa grave, anzi gravissima: infatti pare che i partiti siano liberi di decidere come impiegare questi denari! Liberi? Ma non vi dovrebbero essere regole precise per la gestione del denaro pubblico? VINO AL VINO? La penna ai lettori

2) PANE AL PANE: Papa Francesco tesse un elogio della donna e delle donne. A mio sommesso avviso sarebbe ora che la Chiesa si aprisse al matrimonio dei sacerdoti ed ai sacerdoti donna. VINO AL VINO? ……………..

Paradisi fiscali: castelli di sabbia? Speriamo!

3) PANE AL PANE: Banche. Fino ad oggi ci siamo lamentati che invece di “fare banca” abbiano fatto molta, troppa finanza. Oggi, grazie ad una segnalazione fatta in Australia, scopriamo (quello che si immaginava da tempo) che banche che vanno per la maggiore (senza fare nomi, UBS, Credit Suisse, Deutsche Bank, etc.) sono responsabili di avere consentito reati fiscali e valutari a migliaia di evasori fiscali che per la sola Europa. varrebbero 1.000 (mille) miliardi di euro l’anno. Sanzioniamo, moralizziamo, regolamentiamo e – al limite – nazionalizziamo le banche. Da una prima stima pare che a livello mondiale possa emergere una ricchezza pari al PIL USA + PIL Giappone (vedi mio post successivo). Altrimenti non se ne esce. VINO AL VINO? …….

Ma veramente credevo che fosse sua nipote, figuriamoci se dico bugie, io …

4) PANE AL PANE: in paesi esteri il politico che ha raccontato una bugia, ad esempio nel senso  di avere affermato di non avere 600.000 euro depositati all’estero e viene scoperto (averlo quel deposito!) si dimette dagli incarichi istituzionali e viene espulso dal partito. Qui da noi i politici che raccontano bugie sono in corsa per una carriera istituzionale e sono osannati quali capo partito. VINO AL VINO? ……………

Mi sono domandato: in quale categoria classificare questo post? Ho deciso: “attualità” (purtroppo!).

Comments Closed

INDEBITE PRESSIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Aprile, 2013 @ 6:27 am

Detto altrimenti: fisiche, verbali, psicologiche

Negli anni 1920- 1921 le “indebite pressioni” (fisiche) su chi non la pensava come quei 60.000 iscritti al fascismo, erano quelle, concentrate e violente, provocate sul corpo degli interessati da pallottole e manganelli. Oggi abbiamo il web.
La senatrice M5S Giovanna Mangili ha rassegnato le dimissioni, per “motivi personali”. Il marito parla di pressioni su di lei. Il senatore Crini invita a non tenere conto del “dibattito” (o “pressione”? N. d. r.) web sul suo conto. Il Senato respinge le dimissioni.

Liberi, quasi senza vincolo di mandato

Mutatis mutandis …. nei due anni citati gli attacchi di una “minoranza molto bene organizzata, aggressiva e violenta” erano indirizzati contro tutte le altre minoranze ed anche contro le maggioranze di 2.150.000 iscritti ai sindacati socialisti e di 1.200.000 iscritti ai sindacati dei popolari …
Dice … ma i M5S hanno ricevuto l’approvazione del 25% del popolo. No, precisiamo, del 25% dei votanti! E poi, quanti sono i “manovratori attivisti” dell’intero movimento? Due. Più minoranza di così. Però molto bene organizzata, non c’è che dire.

Pressioni fisiche, verbali, psicologiche … sempre aggressioni sono.

Comments Closed

UN GIORNO DEVI ANDARE ovvero “Dal Trentino all’Amazzonia”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Aprile, 2013 @ 3:49 pm

Detto altrimenti: un film (di Giorgio Diritti), ma un giorno (ci) devi andare … a Trento, in Trentino e dal Trentino in Amazzonia!

Film. Trento. Diverse Inquadrature. Piazza del Duomo, Via Mazzini … il bellissimo centro storico. E poi una nevicata sulla città, la Funivia di Sardagna, i nostri lindi ospedali cittadini e – last but not least – lo splendido Santuario di San Romedio in Val di Non. Già questo giustifica il biglietto Ma poi c’è la protagonista la quale – “alla ricerca di se stessa” – “per riflettere su se stessa” – si sposta in Amazzonia. E qui comincia il bello, anzi i molti aspetti “belli”. Infatti, a mio avviso … il film è diversi film in uno. Quello introspettivo della protagonista; quello naturalistico, dei fiumi e delle foreste amazzoniche; quello umano. Soprattutto quest’ultimo.

Il film “umano”. Innanzi tutto i “nostri” nelle scene con il “locali” parlano come loro: in portoghese (sottotitolato in italiano). Ma questo è solo un aspetto esteriore. L’interiorità la si coglie dal raffronto fra personaggi ed attori “nostrani” e personaggi (forse solo tali, non veri attori) locali, sia indios della foresta che “cittadini” delle favelas di Manaus. Nel modo di recitare (i nostri) e di essere (loro).
Gli indios della foresta rifiutano di lasciare il loro povero villaggio (dove sono amorevolmente seguiti da una suora (Missionaria di tipo “A”) per trasferirsi a lavorare, “pagati, alloggiati, mangiati e curati”, in un nuovo cantiere nella foresta, dove – con l’approvazione del missionario locale (missionario di tipo “B”) – si costruisce una Chiesa finanziata da imprenditori italiani che – guarda caso – bontà loro vi annettono anche una residence/resort con piscina. E che poi te li fanno anche lavorare extra … gli indios: chi conosce le danza locali potrà danzare per i turisti … retribuito, s’intende! E se no che le conserviamo a fare ‘ste tradizioni locali?

I “cittadini” della favela che cercano di non farsi “deportare” in agglomerati di casermette anonime, allineate, tristi come quelle dei campi di concentramento nazisti, dove il governo della città li vuole traslocare come fossero oggetti per “far posto alla “civiltà che avanza” (supermercati, grattacieli, etc.). Povera gente che, quando va bene, lavora di notte a ripulire le super lussuose palestre dove i “già civilizzati” vanno di giorno a smaltire l’eccesso di calorie ingurgitate; e quando va male si prendono l’aids o vedono i loro figlioletti rapiti o venduti a turpi trafficanti di moderni, piccoli schiavi. Povera gente che si affida ad un rudimentale sistema di altoparlanti per invitare se stessa a restare unita, a non disperdere la “comunità”. Grandissima lezione di civiltà per tutti noi, moderni incivilizzati.

Dolcissima la preghiera funebre dei brasiliani, recitata imponendo le mani sulle varie parti del corpo del defunto, per ringraziarle di quanto di buono ognuna di esse ha fatto nella vita in favore dei suoi congiunti.

Ecco, queste vicende mi hanno colpito ben più della storia della nostra protagonista, che pure ha una evoluzione, un senso, una morale. Ma questo genere di sensazioni e percezioni sono lussi che la gente delle favelas e della foresta amazzonica non si può permettere.

Comments Closed

3 APRILE, S. RICCARDO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Aprile, 2013 @ 3:07 pm

Detto altrimenti: ebbene sì, è il mio onomastico! ed io mi sono fatto un regalo … una sciata in Paganella!

Eh, cari, quando la se ghe vol la se ghe vol, quando ci vuole ci vuole! D’altra parte i tedeschi dicono “die Welt ist schlecht, Jeder denkt an Sich, nur Ich denke an Mich, che tradotto suona così: il mondo è cattivo, ognuno pensa a se stesso, solo io penso a me. No, non è egoismo, l’egoismo sarebbe Ich denke nur an Mich, io penso solo a me. Invece, il senso della frase è “se non ci penso io a me, chi ci dovrebbe mai pensare?”E io ci ho pensato a me e sono andato a sciare in Paganella.

Verso sud, il Lago di Garda sotto il Mare di Nuvole

Da casa (Trento) alla funivia di Andalo, 40 km, 40 minuti. Prima risalita, 08,25. Sole in alto; nebbioline, foschia e nubi in basso, nelle valli. In particolare nella “busa” dell’ Altogarda Trentino, tutta sotto le nuvole (v.foto). A metà mattina una breve sosta per un caffè alla Malga Zambana e si riparte.

Ecco… va bene così: piste non troppo affollate!

Neve ottima. Piste ben battute e per fortuna “non troppo poco affollate” (v. foto). Che altro dire? a casa alle 14,00 a fare onore ad un profumato risotto! Ah … dimenticavo, il mio abbonamento agli impianti di risalita, letto sul web, dice che quest’inverno sulle piste da sci ho percorso 1.450 km per un dislivello complessivo di 250 km.

2 Comments »

SPENDING REVIEW … OK, MA INNANZI TUTTO DA PARTE DELLA MAGISTRATURA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Aprile, 2013 @ 3:07 pm

Detto altrimenti: spesa facile, troppo facile, anzi …. peculato


Ecco, uno scandalo al giorno leva quello precedente di torno. Di torno … o di turno? Ora è il turno dei Consiglieri della Regione Calabria (due di centrosinistra; otto di centrodestra). indagati per peculato. Nella loro nota spese rimborsata con denaro pubblico, di tutto e di più: un caffè al bar, viaggi all’estero, cene faraoniche, sapone, detersivi, gratta e vinci, computer, telefonini, Ipad, Iphone,  pagamenti delle proprie tasse per i rifiuti solidi urbani, etc.

Alla luce dell’ennesimo episodio di malaffare, auspico:

1. che la magistratura, con azione contemporanea ed immediata, vagli le note spese di tutti coloro che se le fanno rimborsare con soldi pubblici, in tutta Italia. E ovviamente, controlli i conti di tutte le tesorerie dei partiti;
2. che il parlamento vari una legge che renda trasparenti ed accessibili i bilanci di tutte le Fondazioni e che la magistratura controlli anche questi “enti”;
3. che la “buonuscita” ai parlamentari non rieletti, corrisposta “per il loro reinserimento nel mondo del lavoro” sia valutata caso per caso: infatti vi sono parlamentari che non si sono mai “disinseriti” dal loro precedente lavoro, ed altri che il “precedente lavoro” non lo avevano. Quindi … poiché “le parole sono pietre” (Don Milani), o facciamo quanto meno un doveroso distinguo fra i cosiddetti “aventi diritto al privilegio acquisito”  e non, oppure quelle erogazioni le chiamiamo “regali”.

Perché “me la prendo” con quanti sopra coinvolti? Perché sto per ricevere l’aggravio di altre tasse, se non altro per coprire il fabbisogno finanziario derivante dai pagamenti alle imprese di quanto loro dovuto dalle pubbliche amministrazioni. E vi confesso: inizio ad essere un po’ stufo …

A proposito: come trovare i fondi per pagare i fornitori dello Stato? Dagli F35, dalla TAV,  dal bilancio del Ministero della Difesa, etc..

4 Comments »

LA STORIA D’ITALIA – 7) DAL FASCINO AL FASCISMO AL FASCINO: “ALLARME DEMOCRAZIA”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Aprile, 2013 @ 12:46 pm

Detto altrimenti: puntata precedente? Il 25 marzo, cfr. ivi

1920-1921, scioperi, reazione, fascismo. Tutti contro tutti: nazionalisti contro popolari e socialisti, socialisti massimalisti contro socialisti moderati e popolari, anarchici contro tutti, etc.. La prima metà del 1920 fu segnata da numerosissimi scioperi. Anche qui, ad ogni tipo di sciopero si contrapponeva ad almeno altri due: infatti vi erano quelli “politici”, quelli “economici” , quelli “agricoli” e quelli degli “impiegati pubblici”. A non scioperare solo i Reali Carabinieri.

1920: i popolari fanno dimettere Nitti. Subentra Giolitti. Ancona; primo ammutinamento delle truppe in partenza per L’Albania. Trieste, 13 luglio, nazionalisti e fascisti incendiano la Narodni Dom, la sede di tutte le attività politiche, economiche, sociali, culturali degli slavi cittadini, al fine di fare fallire la trattativa fra il ministro Sforza e Belgrado.

Il governo proseguiva con la produzione bellica (ora inutile) a scopo occupazionale, e aumentava la cartamoneta in circolazione. I prezzi aumentavano.

Datori di lavoro agricoli e industriali davano la colpa dell’inflazione agli scioperi. Si volle verificare la fedeltà delle forze armate. Nell’estate del 1920, il colonnello A.R. fu incaricato dell’indagine, a seguito della quale dichiarò che “la truppa proveniva dal popolo e ne condivideva le idee, per cui occorreva costituire una nuova milizia di idealisti, esperti, valorosi, forti e aggressivi, per contrastare la possibile rivoluzione che avrebbe potuto nascere dagli scioperi”.


Boris Pahor, poeta, scrittore, patriota, deportato sloveno in Trieste, “Il rogo nel porto” Ed. Nicolodi, 2001

Gli operai occuparono le fabbriche. I padroni resistettero. L’occupazione fu unitile, Giolitti aveva semplicemente atteso che tutti si stancassero. Ci furono 300 morti “inutili” e Mussolini che stava a guardare, accusando Giolitti di non essere intervenuto. L’occupazione delle fabbriche dimostrò che la vera occupazione non era quella dei capannoni, ma sarebbe stata quella delle direzioni aziendali tecnica, organizzativa, commerciale, di produzione, etc..

Elezioni di fine 1920: socialisti, 24,3% – Popolari, 19,4% – blocchi patriottici e antibolscevici, 56,3%. Il governo avrebbe potuto ricominciare a far rispettare la legge da parte di tutti. Invece Giolitti fece accordi con i fascisti che, ad esempio, il 14 ottobre incendiarono la sede del quotidiano “Il Lavoratore” a Trieste, occasione nella quale la polizia si distinse per la sua assenza. Lo stesso a Bologna, corteo socialista con strage di partecipanti. Lo stesso accadde a Ferrara, ad opera di fascisti “regolarmente” armati, che operavano su indicazioni della polizia circa le persone da aggredire.

Questi fatti contribuirono a fare sgonfiare il problema Fiume. Resistere o morire, aveva detto il Vate D’Annunzio, ma quando si accorse che sarebbe morto, disse che non valeva la pena di gettare la vita in servizio di un popolo che non si cura di distogliere neppure per un attimo la sua ingordigia dalle gozzoviglie natalizie e abbandonò la scena.

Congresso socialista di Livorno, gennaio 1921. Si forma il PCI.

Mussolini aveva attaccato da sinistra i socialisti in quanto “rivoluzionari inconcludenti”. Adesso cambia tattica e li accusa da destra, in quanto responsabili di scioperi e disordini. Su questa base ideologica Mussolini “arruola” arditi, ex combattenti, ufficiali smobilitati, datori di lavoro, impiegati statali, capitalisti, industriali, militari di professione.

1920- 1921: le squadre fasciste bastonano, incendiano, uccidono socialisti e popolari, di ogni livello, anche politico. A cavallo fra i due anni, il fascismo dilagò anche nelle campagne e da movimento “antibolscevico” diventò movimento economico-politico contro le classi operaie.

(continua)

Comments Closed