(NON) TUTTA LA POLITICA MINUTO PER MINUTO (E IN BREVE)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Marzo, 2013 @ 2:29 pmDetto altrimenti: aggiorniamoci su alcuni temi (Grillini, Altrigrillini, varie ed eventuali)
1) Grilleggio (Grillo + Casaleggio) un merito ce l’hanno avuto : avere dato uno scossone al sistema.
2) Grilleggio e pochi altri grillini sono una cosa. Tutti gli altri grillini (“Altrigrilliniâ€), molto probabilmente, per nostra fortuna, sono cosa diversa (molto migliore!), magari a loro insaputa.
3) Pare (pare, vi daremo conferma) che i parlamentari di Grilleggio abbiano detto che non hanno bisogno delle due “balie comunicanti†loro imposte dai Guru.
4) Possibile che non si sia un certo numero di “Altrigrillini” che non ambiscano a diventare i “veri salvatori della patria†(lo scrivo senza alcuna ironia), rendendosi disponibili ad una Maggioranza Governativa di Cambiamento? Sarebbe loro i veri eroi del nostro tempo!
5) Grillo, partito da Genova con il 25% dei consensi e arrivato a Roma, chiede che sia affidato a lui l’incarico di formare il nuovo governo. Prima di lui, un altro personaggio, a capo di una minoranza parlamentare ben più esigua, partì in vagone letto da Milano e giunse a Roma solo dopo che gli era stato assicurato che gli sarebbe stato affidato quell’incarico. Le differenze far i due casi sono: le % parlamentari; le città di partenza; il tipo di viaggio; la tempistica; l’ottenimento o meno dell’incarico. Dica il lettore quale era il cognome di questo altro personaggio misterioso. Per agevolarlo, diciamo che il suo nome era Benito.
6) Monti afferma: mai con quella coalizione (PD-SEL, perché c’è SEL, n.d.r.). Ma Papa Francesco non ci sta facendo vedere che lui si apre a tutti?
7) Per i Presidenti di Camera e Senato:
• Si rivedano tutte le trasmissioni TV di Report (Milena Gabanelli).
• Hanno iniziato a ridurre alcuni costi della politica. Bene. Ora io propongo loro che, avvalendosi del “cervellone†dell’Agenzia delle entrate, individuino tutte le super retribuzioni, super pensioni, i cumuli di retribuzioni/superretribuzioni e di pensioni/superpensioni. A livello nazionale e locale. Per il “cervellone “ in questione sarebbe un gioco da ragazzi, visto che può registrare quante volte ogni cittadino (e siamo 60.000.000!) va dal parrucchiere ogni anno.
• Non di soli stipendi e pensioni vive la casta, ma anche di benefit. Si faccia un inventario anche di tutti gli incredibili benefit e “accessori†ad iniziare da quelli dei parlamentari e della “burocrazia imperiale†centrale e locale, per finire ai manager pubblici e delle banche pubbliche o sovvenzionate dal pubblico.
• Ci si occupi anche dei casi “tipo Cimoli†e “tipo Presidente INPS†(€1.200.000 l’anno oltre a decine di altri incarichi retribuiti!).
• E’ mancato il Capo della Polizia Manganelli, personaggio importante, definito “Ottimo e fedele servitore dello Statoâ€. Concordo in pieno. Sincere condoglianze ai familiari. Mi permetto solo di osservare che il suo stipendio superava i 600.000 euro l’anno, il triplo del suo corrispondente USA. Pertanto, l’occasione potrebbe essere utilizzata per non pagare altrettanto il suo successore.
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GRILLISMO SENZA COMUNICAZIONE = FINE DELLA DEMOCRAZIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Marzo, 2013 @ 5:27 pmDetto altrimenti: ospito molto volentieri un post “esterno by narcolessico: http://www.narcolessico.wordpress.com/ (le foto e la chiusura dopo il “Finisce” sono inserite da me)
Inizia
“PICCOLI NAZISTI CRESCONO: I GRILLINI E I COMMISSARI PER LA COMUNICAZIONEâ€
(questo post nasce a partire da una conversazione con Francesco Filippi, che ringrazio)
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Senza tanto strepito, la vicenda politica del Movimento Cinque Stelle potrebbe essere entrata nella sua fase 2, inaugurata dall’arrivo dei due “commissari per la comunicazioneâ€, Daniele Martinelli e Claudio Messora, (attenti a quei due! N.d.r.) che parleranno a nome dei parlamentari grillini per evitare, dicono, che i passi falsi dovuti alla loro scarsa esperienza siano strumentalizzati dai media.
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La figura del portavoce non è nuova e non fa scandalo, ma essa non esclude – in generale – che un parlamentare disponga della facoltà di argomentare il proprio pensiero e di rispondere alle domande dei giornalisti, cosa che – anzi – si tende per lo più a dare per scontata e, in fondo, necessaria. La figura del commissario voluta da Grillo e Casaleggio, invece, esclude proprio questo. I parlamentari del M5S, insomma, proprio non ce la fanno. “Sono ingenuiâ€, dice Grillo per salvarli e – al contempo – per giustificare l’epifania di queste due “badanti†che “comunichino†al posto loro.
Ma a loro, a questi poveri parlamentari commissariati, cosa resta? L’attività parlamentare, certo. La Politica con la “P†maiuscola, quella vera. Peccato, mi viene da dire, che non esista politica disgiunta dalla sua comunicazione, peccato – detto altrimenti – che Martinelli e Messora siano lì per definire e decidere il senso dell’attività politica della cui comunicazione si faranno carico, peccato – infine – che lo faranno proprio attraverso questa stessa comunicazione. La faccenda, del resto, non può che sfuggire ai nuovi eletti. Costoro, infatti, fanno parte di un movimento fondato sulla certezza che da una parte vi siano i fatti nudi e crudi (di cui si farebbero carico loro in quanto parlamentari) e dall’altra – chiare e trasparenti – le parole per raccontarli (di cui si farebbero carico i coordinatori dei gruppi di comunicazione, Martinelli e Messora). In questa “luminosa diarchia”, che suddivide il potere fra i custodi della realtà delle cose (i parlamentari grillini) e i garanti delle parole vere (Martinelli e Messora), i ruoli sono meravigliosamente definiti e tutti ne hanno limpida contezza. “Lavorerò per una comunicazione TRASPARENTE e CHIARA – dice infatti lo stesso Martinelli intervistato ieri da La Repubblica – L’obiettivo è la comunicazione DIRETTA: la Rete NON HA FILTRO“. Nessun filtro, dunque, a parte il filtro stesso che ci dà notizia della cosa: Martinelli. Sia chiaro però: si tratta di un filtro sano e buono, pronto a restituirci – immacolata e pura – la … realtà delle cose.
Ora: nemmeno Ludwig Wittgenstein (che non era esattamente l’ultimo degli imbecilli), è riuscito nel suo Trattato Logico-Filosofico ad espellere dalla lingua tutta la costitutiva impurità che la rende inevitabilmente opaca, indissociabile – certamente – dalla retorica che ne costituisce e provvede la messa in forma. E tuttavia, nonostante questo, il buon Daniele arriverà là dove nessuno è arrivato prima. Alla comunicazione trasparente, chiara, diretta, senza filtro. A questo punto …
… mi sono chiesto come sia possibile non vedere in tutto ciò, grossa come una casa o almeno in filigrana, la pretesa nazista di una nuova razza!
Mi è stato obiettato che il pericolo nazista sarebbe in realtà scongiurato da quei medesimi limiti cognitivi che hanno obbligato i grillini a dotarsi di un commissario per la comunicazione. “Sai quanto sforzo concettuale comporta un’ideologizzazione della superiorità ? Mica è roba che si improvvisa!â€, mi ha detto provocatoriamente il mio interlocutore, accusando i grillini – semmai – di portare il bar in politica, di tradurre le discussioni da taverna in Credo Politico, tutt’al più attraverso la generalizzazione del cogito leghista (“negri fora di’ balâ€) nel “vaffanculo†aspecifico di Grillo.
L’osservazione mi ha permesso di chiarire meglio, soprattutto a me stesso, quello che intendevo. Portare il bar in politica, in effetti, è proprio quello che i Grillini vogliono. Hanno eletto il senso comune ad apparato senziente della politica e dunque perseguono il generico e l’aspecifico quale accordo fra loro stessi e il mondo.
 Pensano cose aspecifiche (destra e sinistra …  sono tutti “ugualiâ€) perché sono aspecifici (a noi interessano le idee “buoneâ€). Ma questa è l’esatta condizione cognitiva in cui versa l’intelletto asservito alla causa della razza,
aspecifico perché bisognoso – appena – di pensare l’esistenza di una nonrazza, non ulteriormente discriminata al suo interno, che va espunta in quanto tale. Il nazismo risiede in questo. Certamente è verosimile che i grillini non ne siano coscienti e non lo sappiano ma d’altra parte nemmeno i nazisti veri, nel ’32, avevano idea di quanto avremmo letto e studiato sul loro conto.
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IÂ nazisti, nel ’32, chiacchieravano nelle birrerie di Monaco, portavano il bar in politica, traducevano le discussione da taverna in Credo Politico. Era questo quello che volevano: il senso comune al Potere.
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![levinas[1]](http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/wp-content/uploads/2013/03/levinas1-150x150.jpg)
Il filosofo Emamnuel Levinas: "Il volto dell'Altro ci guarda, ci interroga, si aspetta da noi, è nostro creditore ..."
Quello che i grillini vogliono, dunque, va in scena sopra quello che i grillini sono e di cui non riescono a essere coscienti. LA VOCAZIONE DI ELIMINARE L’ALTRO, benché li definisca in profondità , non è un loro proposito. Potremmo dire, in qualche modo, che i grillini pensano di essere il Meglio all’interno di una struttura fondata sulla presupposizione del fatto che tutto il resto sia da eliminare. La bontà dei puri come riflesso inconsapevole dell’eliminazione degli impuri, alla maniera – in fondo – dell’oro, che non brilla in tutta la sua luce finché non viene separato col setaccio dalle impurità assieme alle quali viene estratto dalle miniere. L’asserzione è una faccia, la negazione è un’altra: benché siano invisibili una all’altra, benché siano una inconsapevole dell’altra, appartengono alla stessa identica medaglia. I grillini funzionano, mica sanno come.
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Parlano chiaro, senza filtri, per dire come stanno realmente le cose. Sono convinti, anzi, che proprio per questo sia fondamentale dotarsi di un commissario che parli al posto loro. Grazie al commissario si aiuterà il processo a essere più chiaro, con ancora meno filtri, ancora più orientato – se possibile – a dire come stanno realmente le cose.
… non sanno che questo è l’incipit di ogni totalitarismo, la premessa di ogni sterminio, l’aurora di ogni nuova razza…
…  che emerge e si afferma – anzitutto – come Battaglia per La Verità , come negazione del fatto che la verità – soprattutto in politica – si determina localmente come effetto di una sofferta negoziazione fra le parti. E invece, per loro, nessuna negoziazione, nessun accordo. L’accordo, comunque lo si faccia e su qualunque cosa verta, per loro è inciucio.
E loro no, mi spiace ma non possono proprio farlo. Perché? Perché sono puri. “Ingenuiâ€, dice Grillo. “Gente acqua e saponeâ€, dice Martinelli. Un altro modo, in fondo, per dire che in loro si annida, come un piccolo tesoro da proteggere, il nucleo di una razza immacolata, che andrà sostituita a quelle esistenti e che proprio per questo non ha alcun interesse a interagire e comunicare con queste.
Anzi: per non sbagliare, gli stessi Martinelli e Messora hanno pensato bene di chiudersi in silenzio stampa. La comunicazione dev’essere diretta, dicono. Diretta al silenzio. Ecco insomma che l’unica voce del Movimento, delegata quella dei parlamentari a quella dei loro commissari per la comunicazione e ridotta anche quest’ultima al silenzio, rimane quella di Grillo.
La comunicazione dev’essere diretta, dicono. Già . Ma diretta da chi?
Finisce
Comunicazione, quanto abbiamo da imparare da chi la usa e da chi ne abusa …. credevamo di avere visto tutto con Silvio, ed invece … Silvio, questi qui ti bagnano il naso … stai attento … tu e le tue TV …. tu te la prendi con i giudici e con i “comunisti”: questi qui con “tutti”, te compreso!
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RISPEDIRLI IN INDIA O NO?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Marzo, 2013 @ 4:05 pmDetto altrimenti: i due marò. Ospito l’opinione di www.narcolessico.wordpress.com che dice di si, di rispedirli. E voi cosa ne dite?
Inizia
Ma vi pare normale che si debba rischiare, anzi affrontare, una crisi diplomatica con l’India per evitare che due sospetti colpevoli di omicidio vengano processati là dove i fatti loro contestati sono accaduti? Con quale diritto, poi, ci lamentiamo degli Stati Uniti, che fecero in modo di riportare in patria i piloti responsabili della strage del Cermis senza dare alla giustizia italiana l’occasione di processarli?
Non mi sfugge, in qualche modo, l’orizzonte nel quale si colloca la decisione di trattenere in Italia i due Marò, evitando loro il processo indiano. Le iniziative di forza (armata o diplomatica che sia), che in politica interna sono per lo più scongiurate in favore di una tendenziale prevalenza del Diritto, possono acquistare – nell’ambito delle relazioni internazionali – una qualche legittimità e legalità . Ce lo ha insegnato, un po’ tristemente, il realismo politico di Raymond Aron (e, all’origine, di Clausewtiz), rilevando come a differenza di uno Stato, “la società internazionale sia caratterizzata dall’assenza di un’istanza che detenga il monopolio della violenza legittima”. Con questo gesto, l’Italia dovrebbe quindi affermare la propria potenza a diretto detrimento del Diritto invocato sul proprio suolo da un Paese sovrano. Un messaggio indirizzato all’India, ma anche all’opinione pubblica italiana – rincuorata, forse – da tanta italica fermezza. Un messaggio, soprattutto, confezionato a uso e consumo di chi si trovasse, nel Mondo, a dover interagire con noi.
A queste considerazioni se ne possono però opporre almeno altre due, una di profilo più ideale e una – per così dire – di ordine più tattico e pragmatico.
Da un punto di vista ideale, la prospettiva realista classica (i cui riferimenti culturali, oltre ad Aron, comprendono Edward Carr, Hans Morgenthau e Henry Kissinger) pregiudica la possibilità di una teoria generale delle Relazioni Internazionali (che Aron infatti riteneva impossibile): viene meno, cioè, la possibilità di un livello terzo in ordine al quale gestire i negoziati fra i Paesi e si riduce tutto ai loro rapporti di forza, con effetti di medio e lungo periodo potenzialmente devastanti.
Da un punto di vista tattico, bisogna chiedersi se il gioco valga la candela. Ha senso inimicarsi un Paese emergente come l’India per difendere due soldati che potrebbero essere addirittura colpevoli? Non rischiamo, soprattutto, di creare un precedente capace di gettare discredito sulla parola di tutte le nostre ambasciate e, più in generale, sull’attendibilità degli accordi presi con l’Italia?
Quando vengono meno le ragioni della propria credibilità interna, la politica può essere tentata di rivolgersi alle relazioni internazionali come all’ambito nel quale dare mostra di quell’unità d’intenti e di quella fermezza che in patria non riesce più ad esibire. Questa logica non manca di una sua contingente opportunità . Trattandosi, però, di un’opzione che non può essere ripetuta sistematicamente, occorre scegliere con molta attenzione il caso in cui procedere alla sua adozione. Deve trattarsi di un caso esemplare, suscettibile di esprimere e accreditare – al di là del caso in oggetto e della sua natura pretestuale – la cifra peculiare della politica estera del proprio Paese.
Proprio per questo, ad esempio, Craxi gestì benissimo la crisi di Sigonella del 1985: operò in aperto contrasto con gli intendimenti dell’amministrazione americana, attivò i canali giusti per trattare con i sequestratori e qualificò così l’Italia come soggetto capace di esprimere una leadership autonoma e influente sull’area mediterranea.
Sottrarre due soldati all’accertamento delle loro responsabilità , invece, è solo una mossa di basso profilo. Rispediteli in India!
Finisce
E voi, lettori, cosa pensate al riguardo? La discussione è aperta
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TRENTO LEGGE I CLASSICI: MARIA LIA GUARDINI, LA NOSTRA PROF
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Marzo, 2013 @ 3:50 pmDetto altrimenti: nella Biblioteca Comunale di Trento proseguono le letture dei classici (oggi, ore 10,00), “guidate” e commentate dalla nostra prof
Oggi è la volta del Satyricum di Petronio. Petronio visse alla corte di Nerone, e fu molto apprezzato per la sua competenza e le sue “raffinatezze†positive e negative. Alla fine fu convinto a suicidarsi (così ci testimonia Tacito). Petronio, autore di “romanziâ€, l’ultima espressione letteraria del mondo classico. La prima era stata il Poema Epico.
Satyra, termine etimologicamente conteso da diverse origini: “legge complessivaâ€, quasi una “finanziariaâ€odierna; “piatto sul quale si porgevano offerte agli dei”; termine di origine greca … Il termine comunque indica “un po’ di tutto pur di far ridere il lettoreâ€. Riso tuttavia inteso come strumento di critica delle idee preconcette della realtà storica, contemporanea e della realtà letteraria. Della serie: “Ma dai, prendiamoli un po’ in giro … !â€
I suoi romanzi-racconti si differenziano dal romanzo greco (il primo fu l’Odissea di Omero), tutto imperniato su amore e avventura, laddove Petronio trasforma tutto in una presa in giro. Quello di Petronio è realismo parziale e superiore. Parziale perché fotografa solo una parte della società . Superiore perché … “supera†il male e “alla fine vissero tutti felici e contentiâ€. Petronio è il novelliere-romanziere degli strati sociali più infimi, autore di una sorta di “Odissea dei pitocchiâ€, riprendendo in chiave satirica i grandi temi del poema epico.
Il tema della “lirica amorosaâ€, ad esempio, esiste in Petronio, ma in chiave “rovesciataâ€.
Di Petronio taluno parla come di un “amoraleâ€. Infatti egli non si pone mai il problema morale, non emette giudizi di valore o morali, come invece fa il Poeta Vate Virgilio (no, non D’Annunzio! D’Annunzio che invece è molto vicino a Petronio, quanto ad amoralità …).
Petronio, dovevano pagarlo bene e/o il suo lavoro doveva piacergli veramente, perchè scrisse moltissimo (13 libri). A noi sono rimasti solo frammenti. Peccato! In particolare abbiamo la descrizione del banchetto pantagruelico, cafonesco, esagerato tipo Grande Abbuffata, banchetto che ha ispirato Fellini nel suo film Satyricon, banchetto offerto da Trimellione, liberto arricchito, un “arricchito†in senso deteriore del termine, che insieme ad altri liberti iniziava ad interferire nella vita sociale e politica del tempo. Il banchetto è il blocco centrale dell’opera giunta a noi e comprende tre brevi racconti: la fiala di vetro, il licantropo e le streghe. Abbiamo poi altri due racconti, la storia della matrona di Efeso e l’efebo.
Racconti brevi, che in una certa misura ci riportano a Fedro e forse anche alle satire di Giovenale, mirati a criticare i costumi della società neroniana.
Nel corso della lectio magistralis della nostra prof è emersa una osservazione: esiste una sorta di “continuità letteraria†che si perpetua – omogenea e continua – attraverso i secoli e in luoghi assai distanti, il che ci fa “credere†in una caratteristica comune ad ogni mente (letteraria) umana. Un testimone di ciò fu Vladimir Prop che riconobbe in fiabe di epoche e territori assai diversi e lontani fra loro, circa 70 funzioni ricorrenti, mescolate in ciascuna fiaba secondo regole uniformi. Non ci credete? Provate a leggere Apuleio e ditemi un po’ se non vi pare di leggere il Pinocchio dell’epoca! Eppure Collodi non lo aveva letto, Apuleio!
Altra costante storicamente emersa: la struttura antropologica dei racconti. Un giovane (A) che si oppone al vecchio (B) per la conquista di potere, denaro, una donna (C).
In chiusura della mattinata da una collega alunna ci viene suggerito di leggere il libro “L’altra madre†di Carol Schaefer, TEA e dalla prof di leggere la fiaba di Amore e Psiche (Apuleio) che sarà discussa nelle due prossime riunioni del 9 e 23 aprile 2013, stesso, luogo ed ora.
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IERI A TRENTO HA NEVICATO – OGGI C’E’ IL SOLE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Marzo, 2013 @ 3:03 pmDetto altrimenti: Monte Bondone, 80 cm. – Paganella, cm. 50. – In città , 5; etc. etc.. Faremo una bella Pasqua sugli sci.
Non nevica più come una volta, come di ‘sti ani, in dialetto … e quando viene, è uno spettacolo! Lo so, crea problemi, vi sono incidenti stradali, ma … che volete, già che c’è, tanto vale coglierne anche i molti aspetti positivi. Ne cito alcuni:
L’aria si ripulisce.
La nostra mente è rapita dallo spettacolo della danza dei fiocchi.
Si creano importanti riserve d’acqua che vengono rilasciate dalla neve lentamente, man mano che si fonde.
I boschi si inzuppano e in estate avremo molti funghi.
Le stazioni sciistiche, gli sciatori, i lavoratori precari assunti dal Comune per spalare i marciapiedi, i bambini gioiscono.
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I fotografi ne approfittano per eseguire scatti da vendere alle aziende del turismo.
La polizia, seguendo le orme lasciate sulla neve, arresta alcuni ladri che si erano nascosti in un fienile (è successo, lo giuro!).
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Ma … attenzione: Lawinengefahr, pericolo di valanghe!
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MEMORIA CORTA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Marzo, 2013 @ 9:11 amDetto altrimenti: memoria corta, post breve
Domanda: perché la destra (il centro è un’altra cosa, non è alleato con loro, equindi non potrebbe parlarsi di centro destra) si autodefinisce “moderataâ€? E allora gli altri, che sarebbero? Smoderati? Certo che se la moderazione si vede dal (loro) capo … E se loro sono moderati, la destra non esiste più? Ma se non esiste la destra, loro non dovrebbero chiamare “sinistra†chi non è con loro e chi non è al centro. Insomma, le parole sono pietre, diceva Don Milani …
Ma … si diceva, memoria corta. Che ne abbiamo fatto dei nostri ricordi del “secondo ventennioâ€? Berlusconi afferma di avere realizzato la maggior parte degli impegni assunti con il famoso “contratto†con gli Italiani e che ciò sarebbe certificato da una università . Quella di Siena ha certificato che il 75% di quegli impegni sono stati “discussi†in parlamento, non che i relativi problemi sono stati “risoltiâ€. Le parole sono pietre, si diceva …
E farci passare per “eseguita†una questione solo “esaminata†è un insulto alla nostra intelligenza. E Don Milani diceva: “Perdonare le offese è da cristiani. Dimenticarle è da bischeriâ€. Le parole sono pietre, si diceva …
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19 MARZO, SAN GIUSEPPE, SAN BEPPE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Marzo, 2013 @ 8:12 amDetto altrimenti: quindi auguri a tutti, anche ai Beppe ..
Caro Beppe, auguri. Sai, al di là del fatto che non ti ho votato, ti faccio i miei auguri più sinceri per una vita serena. Vita serena anche sul piano della politica. Io non ti ho votato ma ti capisco. Capisco la tua angoscia di questi giorni. Infatti, dopo tanto viaggiare, urlare, “webbareâ€, dopo tanti soldi fatti investire dai tuoi, oggi c’è solo da sperare che quella sparuta pattuglia di “traditori†non si renda conto che di colpo, quasi a sua insaputa, non si renda conto, dicevo, di essersi venuta a trovare in una “posizione scilipoticaâ€, cioè di essere l’ago della bilancia. E se lo capissero loro, potrebbero capirlo anche altri, che, stando sotto la tua cappella sono numeri, ma che, passando sotto altra cappella, sarebbero venerati come “salvatori della patriaâ€.
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Certo che è triste, molto triste per te, anche perché tu non li potresti accusare di scilipotismo, perché la loro iniziale mossa controvento (di bolina, contro la tua irruente mistralata) non è stata frutto di un calcolo scilipotico, ma di un guizzo di dignità , di orgoglio, di coscienza, di “cogito ergo sumâ€. Caro Beppe, teniamo per noi due queste riflessioni, mi raccomando. Se la cosa dovesse entrare in circolo sul web, potrebbe far nascere qualche idea balzana in capo a qualche “traditore†della prima o della seconda ora … per carità , stiamo bene attenti …
E poi, c’è un altro motivo di preoccupazione, ed anche per questo desidero augurarti ogni bene nel giorno del tuo onomastico. Si tratta di un motivo molto prosaico, terra terra, vile direi, e riguarda le palanche, i dineè, i soldi. Infatti la tua rigorosa e morale parsimonia che impone ai tuoi boys una rigorosa riduzione degli emolumenti, si scontra contro il canto delle sirene degli altri gruppi che tale riduzione non l’hanno ancora applicata. E quindi, hai visto mai che qualcuno dei tuoi faccia un’ulteriore riflessione? Quale? Eccola. “Il Movimento mi ha scaricato. Ma io non mi scarico (dimetto) da senatore, mica sono matto, io! Tengo famiglia … e chi me lo fa fare di rinunciare a paga e pensione? Di ‘sti tempi … poi … Fa presto a parlare Beppe, coi suoi milioni di euro l’anno che guadagna, le sue ville, che poi il camper ce lo ha fatto pagare a noi … mica come me … che ero disoccupato …â€.
Quindi Beppe, bene hai fatto a passare dalla “condanna espulsiva” al “misericordioso perdono di trattenimento“, perchè l’espulsione sarebbe stata dal Movimento, non dal senato. Questo  è l’anello debole della catena e il passaggio delicato della tua ira funesta. Infatti all’inizio avevi detto: “Traggano loro le conseguenze” cioè si dimettano loro da senatori, ma siccome loro non lo stavano facendo, tu li hai “perdonati”, che se li espellevi tu loro per ripicca restavano al senato e li avevi contro (belan che furbo che sei!). Anche per smorzare la pericolosa reazione democratica a catena già avviata e per non fare tu stesso uno sbianco). D’altra parte il nostro Papa Francesco ci ha appena ricordato che la nostra prima virtù deve essere la misericordia. La misericordia che rientra sempre negli insegnamenti dei profeti, anche in quelli del profeta tuo collega che non mi permetto di nominare, il quale nel suo saluto recita: “La pace sia con te, e la misericordia di Dio, e le sue benedizioni†(salam aleikum, va rahmal liali, va barakatuâ€).
E poi, come fare a non lodarti per quell’altra furbata: moltissimi candidati parlamentari scelti quasi a caso, 50 preferenze raccattate al bar ed ecco una verniciata di democrazia (formale) in faccia a tutti. Persone semplici, così le manovri meglio. Invece, per i portaborse, belin se l’hai fatta la cernita! Avremo dei plurilaureati (magari alla Bocconi, mi vien da ridere!) che si sforzeranno di far capire ai loro capi (parlamentari) i concetti dell’economia, della finanza, etc.. così almento nelle commissioni parlamentari i tuoi  non faranno la figura dei “nesci” (uso il dialetto genovese cusci ne capimmu solu niatri, in segretu, e i iatri nu ne capiscian un belin de ninte!)
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Poi bene hai fatto, Beppe,  ad inserire due tutori a tutela dei due (… minorenni?)  capi gruppo di camera e senato. E che? Che pretendevano? Di esporre a terzi ciò che avevano vissuto di persona? No, molto meglio far comunicare all’esterno da parte di due non parlamentari che non hanno vissuto di persona gli eventi che poi comunicano all’esterno, nella versione del Quinto Vangelo: il Vangelo secondo Beppe. Bravo Beppe, una gran furbata, t’ei miga nesciu tie … Una furbata in linea con quella di non parlare con la stampa italiana, di non far contattare i tuoi da nessuno, insomma, come le tre scimmiette: non devono vedere, sentire, parlare. Guai, perchè potrebbero convincersi che “la ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto che ogni parte abbia soltanto dell’uno e dell’altra” (firmato A. Manzoni).
Buon onomastico, Beppe!
Dice … ma tu, blogger dei miei stivali, devi rispettare gli elettori! Certo, rispondo, ma hanno cominciato loro … a dire che noi che vogliamo una evoluzione morale e democratica del sistema e non una rivoluzione al buio che puzza di autoritarismo , siamo dei “morti viventi” … hanno cominciato loro … non sono stato io, non sono stato … nu sun stetu mi, pe ninte … (belan, ti se che nu me ricordu ciù u seneise?)
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DAGLI OTTO MILIONI DI BAIONETTE AI NOVE MILIONI DI FORCONI (VIRTUALI)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Marzo, 2013 @ 6:56 amDetto altrimenti: no, non tutti gli elettori del M5S ne sono convinti, ma tant’è, hanno voluto provare …
Da www.dituttounblog.com, “L’Italia prigioniera del dopo voto†di Francesco Giananneschi
Inizia
… omissis … Il maggiore elemento di novità , ossia lo sconvolgente successo del Movimento 5 Stelle, è anche il maggiore elemento di instabilità politica. Il Movimento infatti vuole e deve conservarsi incontaminato e per questo non ha intenzione di votare alcuna fiducia, condannando così l’Italia a una drammatica stagione di fragilità .
Questa nuova forza politica si proclama antisistema e le sue parole d’ordine sono semplici e magnetiche, ma anche cariche di odio e di minaccia. Convinti da un leader visibile e da uno occulto, nove milioni di Italiani hanno scelto il Movimento credendo in buona fede di poter finalmente imprimere una svolta che consegnasse al passato l’indegno spettacolo di un regime decadente e corrotto.Â
La storia insegna che nei momenti di difficoltà il vento gonfia le vele dei populismi , che offrono soluzioni radicali e semplicistiche ai problemi, seducono le persone con promesse allettanti e poi svaniscono lasciando alle spalle rovine fumanti. Davanti alla rabbia dei cittadini diventa insignificante che il leader visibile rifiuti di avere contatti normali con la stampa e preferisca i monologhi urlanti, che il programma faccia acqua da tutte le parti e non sia minimamente credibile, che ci sia un leader occulto che costituisce con il primo una sorta di nebulosa diarchia, che la minaccia, l’insulto e la similitudine cadaverica siano all’ordine del giorno, che ci sia una sconcertante incomprensione del fatto che la nascita del nuovo governo e la posizione dei gruppi parlamentari in merito non sono una roba da casta ma uno snodo delicatissimo e fondamentale per il Paese.
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Nove milioni di persone hanno visto positività . Speriamo che gli eletti si meritino questi fiducia e risparmino all’Italia di diventare ostaggio di una politica irresponsabile.â€
Finisce
PAPA FRANCESCO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Marzo, 2013 @ 8:20 pmDetto altrimenti: era un commento ad un mio post, questo del dr. Fausto Lammoglia (Uni-Ge). Ma ho voluto pubblicarlo anche come post …Â lo meritava!
Inizia
Nella semplicità di Sua Santità Papa Francesco I, sembra di vedersi concretizzare quella triplice missione della Chiesa delineata da Paolo VI nella lettera enciclica Ecclesiam Suam: la Coscienza, il Rinnovamento, il Dialogo.
Il Santo Padre ha dimostrato in poche ore come queste tre direttrici siano forti in lui e quindi – si spera – nella Chiesa di domani.
La Coscienza. Già nella scelta del nome, il Papa ha voluto fare una promessa a Dio e a tutti i fedeli: cercare nel Vangelo i fondamenti della cattedra di Pietro. Per lui, come per ogni fedele, il più saldo fondamento è quello della Carità : le Sue scelte sobrie e umili sembrano dirigersi verso questo punto cardinale della cristianità .
Il Rinnovamento. Paolo VI, intendeva con rinnovamento una restaurazione, il ritorno alle radici della Chiesa, comunità unità che vive la povertà evangelica, testimoniandola nei fatti come nelle parole. Questo rinnovamento, possibile solo dopo la fase della Coscienza, è quello che ogni fedele, ma credo ogni uomo, si aspetta dal Santo Padre come capo della Chiesa; questa attesa penso sia la fonte del crescente entusiasmo rivolto al Santo Padre.
Il Dialogo. Se per Paolo VI il dialogo era caratterizzato per essere formativo per entrambi gli interlocutori, ed era diretto in primo luogo verso coloro che non erano fedeli, credo che Francesco abbia invertito la rotta: già dal primo messaggio, rinsaldando questa relazione nel suo primo Angelus, il Papa ha voluto instaurare un dialogo formativo verso tutta la Comunità dei fedeli. Un dialogo formativo che, per ora, assume maggior credibilità e forza grazie alla capacità trainante dell’esempio, dei fatti.
Concludo: credo che il Papa abbia fatto una scelta forte e, rispetto ai suoi predecessori, parzialmente controcorrente; chi ha bisogno oggi non sono gli “infedeli†ma coloro che vivono nella Chiesa. Per questo i primi gesti forti (la cacciata di un Cardinale ne è un esempio) sono rivolti verso l’interno. Prima si compie una riflessione su se stessi, dopodichè si cercherà come migliorarsi e dunque rinnovarsi. Solo alla fine di questo processo la Chiesa sarà nuovamente pronta per aprirsi fecondamente al mondo. E questo è quello che ci auguriamo e ci aspettiamo, o perlomeno io mi auguro e mi aspetto, dal nuovo pontefice.
Finisce. La discussione è aperta
DEROGA UE AL PATTO DI STABILITA’ PER CONSENTIRE ALLO STATO DI PAGARE I SUOI FORNITORI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Marzo, 2013 @ 5:44 pmDetto altrimenti: pare che l’UE ci autorizzi ad aumentare il debito pubblico dello Stato verso gli investitori in titoli di stato (debito “Aâ€) , per saldare il debito pubblico degli enti pubblici verso i fornitori (debito “Bâ€) che non sia estinguibile con fondi propri: si tratta di 70-100 miliardi di euro
Ma se aumenta il debito pubblico (A) cioè quello di ciascuno di noi … si tratta di un trasferimento di ricchezza da tutti i cittadini verso gli imprenditori, per saldare un debito “altruiâ€, quello delle pubbliche amministrazioni, le quali hanno avuto il “potere di spendere†lasciando a noi cittadini la “responsabilità †di saldare il conto.
Alternative? Si tratta di recuperare da 70 a 100 miliardi. Iniziamo a disdire l’acquisto degli F35 e rimandiamo il TAV. Forse già così arriviamo a circa 70 miliardi. Questione di merce scadente e costosissima (F35) e di un progetto rimandabile a tempi migliori.
Di positivo? Si fa chiarezza. Infatti il debito pubblico non è “solo†di 2.023 miliardi (“A”), ma va aumentato di questi ulteriori 70-100 miliardi  (“B”). Poi andrebbe ulteriormente aumentato del debito delle spa pubbliche verso le loro banche (debito “Câ€).
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