A MITT ROMNEY

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Novembre, 2012 @ 10:00 am

Detto altrimenti: “Come l’Italia? Certo, se non fate i bravi, se non votate per me, diventerete come l’Italia!”

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Eh no, Caro Mitt, se io fossi americano,  waere Ich nicht mit Mitt sein, io non starei con Mitt! Gli Americani. Per carità, vi sono grato perché senza di voi forse la seconda guerra mondiale …. Quindi, per questo, grazie! In ogni caso è innegabile che anche voi avevate il vostro bravo interesse a fermare e vincere la guerra al di fuori del vostro continente. E poi, quei Giapponesi e quei Tedeschi! Se avessero vinto loro la Coca Cola a la bomba atomica l’avrebbero fatta loro …

Caracca oceanica

Mitt, dai … lascia stare l’Italia … Già, perché innanzi tutto la “tua” America te l’abbiamo scoperta noi. Mica ci sei andato tu su una caravella verso l’ignoto, che poi le tre caravelle di Colombo erano una caracca (la Santa Maria) e due sole caravelle, la Pinta e la Nina. Tanto per la precisione, sai, io sono un velista!. E poi tu, dai … che nel tuo Paese la cosa più vecchia che avete sono le pantofole della nonna! Dai, che la Grecia e l’Italia sono state la culla della civiltà mondiale occidentale! Un po’ di rispetto, diamine!

Renato Pozzetto some years ago

Si, è vero, ora l’Europa è un po’ in crisi, “fra i quali” (direbbe Renato Pozzetto, non lo conosci? Male, male …) anche l’Italia. Non lo nego: Abbiamo problemi morali, finanziari ed economici. Quelli morali ognuno si prenda cura dei suoi. Voi i vostri li avete risolti al tempo della strage dei cattivi indiani che assaltavano le diligenze ma che per fortuna “arrivavano i nostri” a sciabolarli e che tutti i ragazzi nei nostri cinema parrocchiali – anni ’50 – saltavano esultanti sulle sedie e che però i nostri  parroci (tutti “repubblicani”) tagliavano la pellicola se due innamorati si baciavano sulla bocca. I vostri problemi morali li avete risolti anche in Vietnam, a Guantanamo etc.. Quindi è inutile che io insista oltre.

Dio ce ne scampi!

Quelli economici quindi finanziari? Mapperlamorddiddio! Sin dai tempi del’  “incidente” (?) nel quale morì Enrico Mattei avete dimostrato la vostra apertura verso di noi quanto alla disponibilità delle risorse energetiche, le uniche in allora, cioè il petrolio. E la finanza, poi, dai … che dire? Con le vostre agenzie di rating fate il bello ed il cattivo tempo, ed il bello lo fate anche se dopo una settimana viene una tempesta (Parmalat e le vostre belle banche cui avete dato AAAAA o forse anche qualche A di più, dai, non facciamo i tirchi … e poi dopo una settimana sono fallite!). Sai come si dice qui da noi? “Cui prodest”…ah già che tu non sai il latino … te la traduco … l’espressione vuol dire “ a chi giova tutto ciò?”. A pensar male … gli Italiani che mi stanno leggendo mi capiscono. A tuo esclusivo vantaggio completo la frase: “A pensar male … si fa peccato ma si indovina”.

Ora però noi in Europa costituiamo la ERA – European Rating Agency (il cui motto sarà “ERA ORA”) con il solo compito di valutare le tue agenzie di rating. E vi ciulliamo, una buona volta! E i vostri mutui sub prime? Qualche tua banca è fallita, eppure tu avevi insegnato loro come si fa a non fallire, ma non tutte ti hanno ascoltato. Avevi detto loro: si fa così, la banca n. 1 manda in giro i suoi scagnozzi a erogare mutui con garanzia ipotecaria anche a chi non ne aveva bisogno e/o non aveva la possibilità di pagare le rate. Raggiunto un bel pacchetto di mutui, la banca n. 1, che ha erogato 1.000, vende il pacchetto alla banca n. 2 per 1005. La banca n. 2 incrementa in pacchetto di 200 ed alla fine ha pagato 1000+5+200 = 1205. Essa vende il tutto alla banca n. 3 per 1215. E così via, l’ultima banca, per non restare con il cerino acceso in mano, “cartolarizza” il pacchettone finale che nel frattempo ha raggiunto quota 5000, cioè lo fraziona in 1000 titoli di credito da 5 cadauno che vende a 1000 piccoli risparmiatori. Poi i debitori originari non pagano le rate, le loro case vengono pignorate e messe all’asta, nessuno se le compera. I debitori originari perdono la casa. I creditori finali perdono i loro risparmi. Le tue banche, quelle brave, quelle che ti hanno dato retta, hanno “guadagnato” (guadagnato?). Mi domando: ma perché tutte le tue banche non ti hanno dato retta?

Giorgio Napolitano

Caro Mitt, è vero, noi abbiamo avuto Silvio, ma consentimi, allora io sull’altro piatto della bilancia io ci metto un Giorgio Napolitano, un Giorgio La Pira, un Alcide Degasperi, un Aldo Moro – scegli tu – e poi vediamo da che parte pende la bilancia!

Come l’Italia. No, non ci diventerete mai! Mai perché i barconi del terzo mondo non riusciranno mai a traversare i due oceani che vi proteggono. Da noi si, ci riescono, e noi li accogliamo. Chi dice bene, chi dice male, ma in tanto noi ci facciamo carico delle conseguenze negative di un imperialismo militare ed economico che è stato anche nostro, solo da ultimo però, in minima parte e che poi nemmeno ci siamo riusciti … mentre la maggiore responsabilità è dei seguenti Paesi, nell’ordine: ……… No. non li elenco per non gettare benzina sul fuoco. Se vuoi ripassare questa parte di storia, ti suggerisco la lettura di un bel libro, scritto da un tuo professore universitario, Daniel R. Headrick, dell’Università di Chicago (USA): “Il predominio dell’occidente – Tecnologia, ambiente, imperialismo” Ed. Il Mulino, €20,00, US$ … non conosco il cambio di oggi.

Il Professor D. R. Headrick

Headrick non è “un comunista”, né un negro, né “un Italiano”. Italiano? Per quanto … anche Cristoforo Colombo, Enrico Fermi, Fiorello la Guardia,  Antonio Meucci (Antonio Santi Giuseppe Meucci Firenze, 13 aprile 1808 – Staten Island, 18 ottobre 1889, “quello che” Bell gli ha rubato il brevetto) erano Italiani, o no?

Luciano Canfora

Un’ultima cosa. Lì da voi i democratici si chiamano così perché sono democratici. E i tuoi “repubblicani” forse anelano ad una “repubblica non democratica”? Fammi capire. Infatti poiché le Repubbliche da che mondo è mondo, dovrebbero essere democratiche (leggiti riguardo “La Grecia di Atene” di Luciano Canfora, un altro italiano, ma insomma…. Dirai tu. Chissà se lo hanno tradotto in inglese .. pardon … in americano) o me lo spieghi o cambiate il nome al partito.

Dai, Eccellenza …

… non mi stare in cagnesco
per questi pochi scherzucci di dozzina,
non mi gabellare per anti USA
perché metto i birboni alla berlina …

Non la conosci la poesia? E’ “Sant’Ambrogio” di Giuseppe Giusti. Un altro Italiano … ! Cheppalle!

Comunque, come si fa qui dalle nostre parti a un pescatore o a un cacciatore che sta per andare a pesca o a caccia, per la tua elezione che dirti  se non “Auguri, Mitt! Auguri!”

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A SILVIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Novembre, 2012 @ 8:28 am

Detto altrimenti. Ganz kurz … proprio corto, questo post!

Silvio, annata 1994

Silvio, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieto e pensoso, il limitare
d’agon politico salivi?

Silvio (edizione 1994, non 1984, quello era Orwell … però … a pensarci bene …) fra le tante, tantissime promesse, dai, almeno una mantienila: dì al tuo successore che se non riduce a 300 i deputati e a 150 i senatori gli togli la fiducia!

Più corto di così, un post, cosa volete mai?

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MOBILITA’ IN TRENTINO – Prima puntata: la sosta delle auto, magari attivando le Comunità di Valle

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Novembre, 2012 @ 3:45 pm

Prima puntata? Già perché in post separati ed eventualmente anche in modo “raggruppato” tratterò per alcuni singoli aspetti i seguenti diversi tipi di mobilità:

Costruzione di un parcheggio interrato

1. delle auto sul territorio provinciale (prima puntata, cioè questa)
2. pedonale all’interno della città 3..dei lavoratori pendolari
4. autostradale
5. ferroviaria
6. intermodale
7. aerea
8. sciatoria
9. ciclistica
10. velica

Le auto passano il 90% della loro vita ferme, posteggiate …

… quindi, apparentemente in modo paradossale, se vuoi muoverti bene, devi potere disporre di ottimo sistemi di sosta e parcheggio. E’ un po’ come il vecchio si vis pacem para bellum …

… ed allora parliamo dei sistemi della sosta e del parcheggio!

Al riguardo, anche qui il primo problema – nella maggior parte dei casi – non è la costruzione di nuove strutture di parcheggio – peraltro talvolta necessarie – o l’ampliamento indiscriminato delle aree di sosta a pagamento su strada, ma è un corretto sistema di informazione interattiva fra un sistema centralizzato delle infrastrutture esistenti e l’utenza, oltre che l’adozione di una politica tariffaria ragionata.

Il che spesso non avviene, quindi abbiamo spazio per operare, per migliorare. Due esempi? In un Comune il Sindaco “ordina” alla propria società comunale della mobilità di rendere gratuita la prima ora di sosta all’interno di un importante e centrale parcheggio interrato, senza tener conto che i ricavi della società derivano soprattutto dalla prima ora di sosta. Oppure, una società della mobilità impianta lungo le strade di accesso alla città cartelli elettronici per indicare la disponibilità dei posti auto solo nelle “proprie” strutture e non anche in quelle gestite da altri ma ugualmente importanti per l’utenza soprattutto turistica, per di più senza indicare la via di accesso e la distanza delle strutture da ogni cartello indicatore.

Sono stato recentemente in Veneto (5 milioni di abitanti), a Milano (1,7 milioni), a Roma (2,7 milioni) e a Parigi (2,2 milioni)

Parigi: accesso ad una stazione del metro

In Veneto ogni pochi km entri in un Comune diverso, ognuno dei quali ha tariffe della sosta diverse e parcometri diversi. A Milano e a Roma, l’80% dei parcheggi è sulla superficie ed il 20% interrato. A Parigi, il contrario! A Parigi, vi sono 16 linee di metropolitana, molte di bus, una funicolare (Montmartre). Tutto utilizzabile con un unico biglietto o abbonamento (per 3 giorni ho speso solo €21,5!). A Parigi, la massa della popolazione e dei turisti utilizza mezzi pubblici. Sulle strade non ho visto alcun ingorgo (!) il che significa che se vuoi puoi anche utilizzare la tua auto o il taxi senza passare mezza giornata bloccato nel traffico.

E in Trentino? Attivare le Comunità di Valle per servizi comunali della mobilità accorpati in un unico servizio intercomunale?

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Infatti anche qui da noi abbiamo tanti Comuni, tante tariffe, tanti soggetti gestori. A causa della recessione, stiamo assistendo ad un sempre minor utilizzo delle aree blu di sosta di superficie, i cui ricavi sostengono l’equilibrio economico dei sistemi in struttura e potrebbero cofinanziare la realizzazione di nuove strutture interrate. Diminuiscono i ricavi del servizio. Quindi occorre diminuire i costi e nello stesso tempo razionalizzare l’organizzazione del servizio offerto all’utenza residente e turistica, evitando di aumentare i costosi investimenti in nuove strutture. Vengo al dunque. Quanti siamo qui in Trentino? Poco più di 500.000. Circa il doppio nell’intera regione. Orbene, a vantaggio dell’intera popolazione provinciale e a vantaggio dei suoi turisti (ma il discorso può essere automaticamente esteso alla regione) ecco la …

… prima fase del progetto

A livello provinciale/regionale si può organizzare un unico sistema di bigliettazione, nel senso di creare biglietti e tessere utilizzabili da residenti e turisti anche a tarfiffe differenziate, indifferentemente in qualunque area di sosta o struttura di sosta e parcheggio della provincia, assistendo il tutto attraverso un unico Gruppo di Acquisto Centralizzato delle apparecchiature ed un unico sistema centralizzato di telegestione, telecontrollo e assistenza tecnica, il quale gestisca anche l’indirizzamento delle auto verso le più idonee aree di sosta. Tutto ciò lasciando ciascun Comune e ciascuna società privata del settore libera di stabilire le proprie tariffe e garantendo a tutti la massima sicurezza nella trasparenza e legalità (fiscale) nella gestione del denaro contante!

I vantaggi della soluzione proposta

Un centrale di telegestione e telecontrollo

Risparmio nell’acquisto delle apparecchiature; minori costi gestionali; minori investimenti in nuove infrastrutture; maggiore comodità nell’uso del servizio per residenti e turisti; migliore efficacia del servizio; minore traffico indotto dalla ricerca del posteggio; migliore immagine del territorio trasmessa all’esterno; massima garanzia del rispetto delle prescrizioni fiscali.

Già, perché accade anche questo … non qui in Trentino, per carità … Io stesso ho avuto modo di constatare in una grande città di altra regione nemmeno confinante con la nostra, chiamato come fui da quel Sindaco a “fare pulizia”, come molta parte dell’incasso della sosta non fosse registrato, “ a vantaggio” della creazione da parte del gestore di fondi neri.

Seconda fase del progetto

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E dopo che questo nuovo Sistema Pubblico sia stato attivato, magari sotto forma di SpA intercomunale, la SpA stessa – dopo che sia stata legata ai Comuni Azionisti da solidi contratti di gestione – potrebbe essere privatizzata in senso anglosassone del termine e cioè potrebbe essere venduta ai cittadini della provincia/regione e non ad un imprenditore. Infatti “privatizzare” in inglese (e in americano) si traduce con “to go public” cioè, andare verso il pubblico. In tal modo essa, società locale, avvalendosi del collegamento alla rete in fibre ottiche o internet, essendo interamenre privata, potrebbe liberamente operare anche fuori provincia/regione, stipulando contratti di gestione anche con realtà esterne, aumentando in tal modo il proprio fatturato ed utile a vantaggio del proprio territorio e dei propri azionisti d’origine e attuali (ad azionariato diffuso), cioè sempre a vantaggio di soggetti locali.

E le Comunità di Valle, che c’azzeccano?

C’azzeccano … c’azzeccano … magari facendosi pre-coagulatori dei “propri” Comuni … Soprattutto se ora – come sta avvenendo per le provincie nazionali – pare che a gestirle saranno i Sindaci dei Comuni partecipanti.

E quindi, e poi, ed allora …

E quindi, se non ora, quando? E poi, perché no? Ed allora, mi permetto di sollecitare commenti, critiche, opinioni diverse, condivisioni. Grazie.

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CREDITI DI CASSA E CREDITI DI FIRMA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Novembre, 2012 @ 7:55 am

Detto altrimenti: finanziamento a case da gioco e a partiti politici

Credito di cassa: quando la banca o altro soggetto ti presta denari.
Credito di firma: quando qualcuno appone la sua firma o concede altre forme di garanzia, a garanzia di un prestito di cassa concessoti da altri.

Un banca ... a caso (?)

Corsera 31 ottobre 2012, pag. 26. Si apprende che nel 2010 il governo (Tremonti? Il suo consigliere On. Deputato Avv. Marco Milanese?) stabilì che le concessioni del Ministero delle Finanze ad esercitare il gioco d’azzardo potevano essere date alle banche a garanzia di loro crediti di cassa a favore della stesse case da giuoco. Su queste basi di garanzia, successivamente una banca erogò 145 milioni di euro alla Società Atlantis del Signor Corallo (se ricercate fra i miei post, troverete alcune interessanti notizie su questi bei soggetti). Oggi il presidente di quella banca è indagato ed è agli arresti domiciliari per associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita e alla corruzione privata. Si tratta di tangenti per 5,7 milioni di euro.  A Milanese si chiede poi – fra l’altro – come mai le prenotazioni di auto e hotel a Montecarlo per assistere al Gran Premio di Formula Uno siano state fatte dalla segretaria di Corallo e non a suo nome e per suo conto dall’ufficio viaggi della Camera. Traduciamo: il cittadino lavora e talvolta risparmia denaro. lo versa in banca. La banca lo presta a chi gli “vende” il gioco d’azzardo. E’ un po’ come se noi cittadini con i nostri risparmi finanziassimo i commercianti di droga per i loro approvvigionamenti all’ingrosso in Colombia, per la successiva vendita al minuto della stessa ai nostri figli. Lo so, la mia è un’esagerazione, ci mancherebbe altro! Era solo per cercare di capirsi …

Tranquilla, banca! Eventualmente "ghe pensi mi!"

Il segretario di un primario partito politico ebbe a dire in TV: “Il nostro presidente rilascia fidejussioni alla banche le quali anticipano al partito il denaro necessario” (tanto poi arrivano dallo Stato rimborsi multipli di quanto sia stato necessario, n.d.r.). Al riguardo, mi domando:
• si tratta di un credito (sia pure “di firma”) lecito oppure di un credito al di fuori delle purtroppo pur troppo generose previsioni di legge?
• Chi rilascia le fidejusssioni, percepisce poi una commissione?
• Questa illimitata disponibilità “anticipata” non fomenta poi la spesa facile?
• A quale tasso la banca eroga le sue anticipazioni?

Infatti non vorrei che questa operazione fosse un affare per tutti … tutti loro, s’intende, tranne che per tutti i cittadini contribuenti e per tutti gli altri partiti …

A pensar male …

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PREDAPPIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Novembre, 2012 @ 7:14 am

Detto altrimenti: c’ero anch’io …

C’ero anch’io, due estati fa. Ero in vacanza sulla costa romagnola. Più che per i bagni di mare, c’ero per le pedalate sui sette colli sopra Cesena (con “salitelle” del 15-18%, mica male! Provate a pedalare sulle rampe da Forlimpopoli a Polenta, la Chiesetta di Francesca, la Pieve S. Donato, qui, nella foto, quella dei “Paolo e Francesca” danteschi, poi ne riparliamo) e verso altre mete ciclistiche. Una di queste prevedeva l’attraversamento di Predappio. Infatti mi avevano assicurato che la strada non era molto frequentata dalle auto e quindi buona per i ciclisti. Partito in bicicletta da Forlì, verso Premilcuore, quasi al confine con la Toscana. 90 km fra andata e ritorno. Dopo 10 km di strada abbastanza trafficata (oltre, il traffico effettivamente diminuisce) raggiungo, per la prima volta nella mia vita, Predappio. Non mi fermo, non sento la necessità di una visita, di un “pellegrinaggio”.

Ecco, in questo senso – e solo in questo senso – dico che a Predappio c’ero anch’io. Non certo come chi, in questi giorni, ha ritenuto di celebrare a Predappio l’anniversario della marcia su Roma con sfilate in divisa nera, fez, gagliardetti, saluti romani, magliette X° MAS, etc.. La manifestazione, viste le previsioni di legge, non poteva essere stata autorizzata. La forza pubblica, almeno in TV, non si è vista. Probabilmente si è valutato (molto correttamente, n.d.r.)  che, nonostante la palese violazione della legge, sarebbe stato meglio lasciar “sgonfiare” la manifestazione piuttosto che intervenire per impedirla, anzi, probabilmente, per reprimerla, provocando reazioni a catena nel Paese.  Tuttavia noto un particolare. In questo caso si è deciso (molto intelligentemente, n.d.r.)  di non ricorrere all’applicazione puntuale della lettera della legge, bensì di superarne le rigide prescrizioni sull’altare di un comportamento saggio, prudente, discrezionale, per evitare danni maggiori. Questo comportamento torna a vanto di chi quelle istruzioni le ha impartite, assumendosi il rischio che questa sua decisione potesse essere tacciata di “omissione di atti e di fatti d’ufficio.

Tuttavia … tuttavia noto che in altri casi (Scuola Diaz di Genova), partendo da presupposti comportamentali ben diversi e non contrari ad alcuna prescrizione di legge, si è deciso di impartire alle Forze dell’Ordine ben altre direttive, senza tener conto dei gravi ed ingiustificati danni che si sarebbero arrecati a tanti innocenti ed inoltre senza considerare il detrimento che si sarebbe procurato in capo all’intero corpo di polizia di fronte agli occhi dell’opinione pubblica nazionale ed internazionale. Per non parlare delle prevedibili conseguenze giudiziarie a carico dei responsabili. Alla Diaz si è persa l’occasione di comportarsi secondo la legge (la quale qui, sì che avrebbe dovuto essere rispettata alla lettera!), legge che certo non prescrive di manganellare studenti con le mani alzate o addirittura addormentati. Peccato!

Como. Tentato furto delle monetine in Chiesa. 15 mesi di carcere. Ma allora, proporzionalmente, ad alcuni tesorieri dei partiti politici, dobbiamo dare un paio di ergastoli!

Con l’occasione, mi permetto di sottoporre al giudizio dei miei lettori un’ulteriore sottolineatura, con riferimento a casi di tutt’altro genere, senza alcuna implicazione politica, casi in cui, diversamente dal “caso Predappio” la legge viene applicata con estremo rigore alla lettera. Quando? Quando, ad esempio, si processa un ladruncolo colto in flagrante furto di un oggetto del valore di 10 euro in un supermercato o delle monetine delle elemosine in Chiesa. Non che lo si debba permettere o tollerare, però forse, in questi casi, in luogo di un processo (fra l’altro, quanto costa alla collettività?) potrebbe bastare una “lavata di capo” ed un paio di notti in guardina.

Termino. Voglio lasciare da parte i tre casi specifici che ho citato (Predappio, la Diaz, il ladruncolo) per portare il discorso su di un piano generale. Al riguardo, forse occorre porsi due problemi. Quello della riconoscibilità (esclusivamente e rigorosamente da parte dei suoi superiori e della magistratura) di ciascun agente di polizia che indossi casco e visiera calata, ad esempio attraverso la stampigliatura di un numero sul giubbetto. Il che ne aumenterebbe il senso di autocontrollo e di auto responsabilizzazione; e quello del rapporto fra rigidità della norma, discrezionalità della sua applicazione e discrezionalità nella irrorazione di pene alternative al carcere per i reati assolutamente “minori”.

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QUELLI CHE ….. cercano di analizzare i contenuti nascosti “dentro le notizie”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Ottobre, 2012 @ 8:00 am

Detto altrimenti: pensieri in libertà, che taluno magari vorrebbe … ai “domiciliari”

Pagare o non pagare (le tasse)? Questo è il dilemma …

Tanti, tanti anni fa. A Teheran. Stavo cercando di operare attraverso una SpA di mia costituzione a maggioranza azionaria italiana (cioè mia) e minoranza iraniana. L’ambasciatore Cottafavi mi aveva fatto i complimenti: infatti era la prima SpA nella quale gli Iraniani avevano accettato questo rapporto di forze (azionarie). Chiesi ad un primario avvocato tributarista del luogo come ci si dovesse comportare per assolvere ai doveri fiscali. Mi rispose: “Il problema non è come pagare le tasse, ma come non pagarle”. La frase mi sorprese e mi sconvolse tanto che mi è rimasta impressa sino ad oggi. Ed allora ecco, …

… come non pagare le tasse

Chi percepisce un reddito fisso è avvantaggiato, in quanto per lui il problema non si pone nemmeno! Che fortuna! Quanti pensieri in meno! Una vecchia canzone trasmessa alla radio negli anni ’50 recitava: “La vita è bella, te la devi goder. Se non hai nulla, non hai pure i pensier. Al chiar di luna è bello sognar e se amaro è il destino un bicchiere di vino fa tutto scordar”. Ma torniamo al tema. Per non pagare le tasse ci sono quattro diversi modi: legali, apparentemente legali, illegali, illegalissimi. Eccoli:
1) Utilizzare legittimamente al meglio le leggi esistenti. Questa non è evasione né elusione fiscale. Ci fu un tempo in cui la legge italiana, in caso di fusioni fra due diverse SpA, autorizzava l’utilizzo delle molte perdite di una società per compensare gli utili dell’altra, con il risultato che non emergendo utili non maturavano imposte in capo alla società che risultava dalla fusione delle due SpA citate. Questo è l’unico modo legale.
2) Costituire una SpA a S. Marino (o in altri luoghi similari), sulla quale fare transitare le fatture di acquisto della propria SpA italiana, e, variando opportunamente i prezzi delle merci, fare in modo che l’utile si formi in capo alla SpA sanmarinese, dove esso è tassato molto meno che in Italia. Questo sistema è apparentemente legale.
3) Fare in modo che l’utile  sia distribuito frazionatamente su più persone, magari anche sui propri figli: invece di maturare in capo ad una unica persona fisica,: in tal modo si applicano aliquote inferiori e si “eludono” la tasse corrispondenti alle aliquote superiori. Anche questo sistema “appare” legale.
4) Falsificare i bilanci, tanto non è più un reato … al fine di lasciare nella SpA maggiori disponibilità finanziarie per effettuare maggiori investimenti nella stessa SpA. Questo sistema è illegale, ma almeno …
5) Eludere o evadere il fisco in qualunque modo, ma per di più dirottando in conti “neri” le disponibilità finanziarie “risparmiate”. Questo sistema è “illegalissimo” perché con le “disponibilità in nero” si può sviare il normale corso delle cose (stavo per scrivere “della democrazia”). Questo è il particolare che si trascura quando da parte di taluno si afferma che (trasmissione RAI 3 “Ballarò” di ieri sera) “quella sentenza è assurda: infatti, come si può pensare che una persona che paga 300 milioni all’anno di tasse si sia data da fare per eludere la misera somma di 2 milioni”. Ma io  mi permetto di osservare:  occorre esaminare cosa si fa poi di quei 2 milioni … Questo sistema è illegalissimo.

Le parole sono macigni (Don Milani, “Lettera ad una professoressa”). E anche i milioni di euro erogati con leggerezza, mi permetto di aggiungere …

Un nostro ministro dice : “I giovani in cerca di lavoro non devono essere ciusi”. Ciusi, forse dall’inglese to choose, scegliere, cioè non devono pretendere di fare troppi distinguo, di avere troppe possibilità di scelta, ma devono accettare di buon grado qualsiasi lavoro.

Un altro ministro ha un figlio, il quale di parole non ne ha dette, non è stato ciuso. In silenzio ha intascato 3,6 milioni di euro quale buonuscita per essere stato direttore generale di una primaria compagnia di assicurazioni per solo poco più di un anno. Si dice: ma così stabiliva il contratto, è una accordo fra privati, quindi per quanto riguarda i loro rapporti è legge.

Si, dico io, ma questi costi si scaricano sui premi assicurativi che tutti noi paghiamo ed allora è inutile che lo Stato cerchi di calmierare le tariffe anche rispetto ai costi delle compagnie se poi i costi galoppano incontrollati a briglia sciolta. E poi, oggi, è anche una questione morale …

 

Grecia

Ne ho scritto nel mio post di ieri. Già tanti anni fa (35, ricordo perfettamente) in Grecia occorreva dimostrare al fisco come avevi potuto permetterti di acquistare un’auto. Cioè, già da molti anni v’era attenzione a che non si operasse con fondi neri. Ed oggi? Oggi in Grecia si arresta chi denuncia la violazione delle leggi e costituisce fondi in Svizzera, piuttosto che chi quelle leggi le ha violate. Oh tempora, oh mores!

 

Tremitalia (sic, Tremitalia)

CLICCARE SULLA FOTO!

Nei post del 16 maggi e del 5 giugno, cercando molto umilmente di imitare tale D’Annunzio, assai più esperto creatore di neologismi più di qualunque altro al mondo,  creai questo nuovo termine “Tremitalia”, con riferimento al “tremore” (ovviamente la mia era una voluta esagerazione) che ci assale di fronte a irrisolte e contraddittorie soluzioni tariffarie e del servizio in genere, nel senso che ci sarebbe stato da “tremare” ove ci si fosse voluti districare fra gli orari e le tariffe della citata società. Oggi il tremore è interno a quella società, infatti, “pare” che gli agenti della Squadra mobile di Firenze e del compartimento Polfer della Toscana abbiano eseguito 27 misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di imprenditori e funzionari di Trenitalia, ritenuti responsabili di aver inquinato e truccato il sistema di appalti di Trenitalia Spa. Tra i reati contestati, corruzione, abuso d’ufficio e accesso abusivo alle banche dati riservate di Trenitalia. Le misure sono state eseguire in 13 province, tra le quali Milano, Torino, Pordenone, Prato, Firenze, Verona, Genova, Napoli e Bari. Nord, Centro e Sud: par condicio rispettata! Comunque l’intervento lo stavamo aspettando, sin dai tempi delle “lenzuola d’oro”, ricordate?

Sicilia

Riduzione della spesa pubblica. Una frase del nuovo Presidente Crocetta (Trasmissione RAI “Ballarò” citata): “Non può essere che un Consigliere regionale guadagni meno di un Direttore Generale”. A parte che “chi lo ha detto?”, l’affermazione non è condivisibile. Infatti il primo è un amministratore pubblico eletto, operante non a tempo pieno, il quale può avere o non avere deleghe. Il secondo è un dipendente a tempo pieno con deleghe e precisi, complessi doveri operativi e gravi responsabilità previste anche dal Codice Civile. Pertanto l’affermazione del neo Presidente della Regione Sicilia è fuorviante. Si tratta infatti di un messaggio quasi subliminale, di una affermazione fatta “per inciso” (che purtroppo nessuno ha ribattuto in corso di trasmissione) e che – consciamente o inconsciamente – tende a sviare la mente dell’ascoltatore e di ogni cittadino dall’esame di cosa ci sia “dentro di essa”. Ecco il punto. Andiamo “dentro le cose”, andiamo a scoprire il significato più reale delle affermazioni e delle decisioni altrui. Ed anche delle nostre, ci mancherebbe altro.

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ASTENSIONISMO SICILIANO E TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Ottobre, 2012 @ 7:35 am

Detto altrimenti: elezioni siciliane e quelle per la Presidenza delle Comunità di Valle Trentine (CDV) e successivo referendum.

La forte percentuale di astensionismo riscontrata nelle recenti elezioni regionali sicule mi ha riportato alla memoria quella, analoga, che si riscontrò in occasione dell’elezione dei presidenti delle Comunità di Valle Trentine. Qui da noi (da noi, uso questa espressione perchè sto scrivendo all’interno di “Trento” blog) oggi molti criticano l’istituzione Comunità di Valle, in quanto ente non in grado di svolgere concretamente il ruolo di “capofila” delle mansioni intercomunali che la Provincia Autonoma sta delegando e “riunioni di Comuni, coordinati dalla rispettiva Comunità di Valle”.

Io mi permetto di sottoporre all’attenzione del lettore alcune sottolineature

A) A favore delle CDV:

1. Il loro nome. Piuttosto che “Provincia Autonoma di Trento” mi piace pensare di vivere all’interno della “Unione delle Comunità Autonome delle Valli Trentine”.
2. I “vecchi” Comprensori non si sono attivati abbastanza? Da sempre, e in ogni campo, se un sistema non funziona, è meglio creare un nuovo sistema e sostituirlo al vecchio, piuttosto che cercare di correggere il vecchio.
3. Nelle CDV sarà trasferito personale provinciale.
4. La creazione delle CDV può indurre molti Comuni a fondersi.
5. Il referendum abrogativo/confermativo delle CDV ha confermato le CDV. Quindi … “Deus vult, Dio lo vuole!”

B) Nel senso che forse si sarebbe potuto operare meglio:

1. Forse, prima di istituire le CDV si sarebbe potuta allargare la politica provinciale di finanziamento e di incentivazione di operazioni di accorpamento di funzioni comunali, come è stato per le Polizie Locali, alcune delle quali, fondendosi, sono diventate Polizia Locale Intercomunale. L’incentivo avrebbe potuto essere esteso con gli stessi meccanismi anche in favore della riunificazione delle società comunali della mobilità e della sosta, tanto per fare un esempio.
2. Forse, si sarebbe potuto predefinire meglio le competenze e la dotazione finanziaria delle CDV.
3. Non si vede  trasferimento di personale dalla provincia alle CDV.
4. Forse alla guida delle CDV non avrebbero dovuto essere ammessi “anche” i Sindaci dei Comuni interessati, ma “solo” i Sindaci.
5. Referendum abrogativo? Fallito solo per il meccanismo del “quorum”, ma la stragrande maggioranza dei votanti (100.000 su 110.000 …ricordo bene?) si espressa contro le CDV. Quindi … “Deus non vult, Dio non lo vuole!”

Riflessioni finali

Forse … forse se si fosse attuato quanto sub lettera “B” numeri 2, 3 e 4, l’assenteismo alle votazioni per l’elezione dei presidenti delle CDV e al successivo referendum abrogativo/confermativo sarebbe stato minore e quindi la situazione che ne sarebbe scaturita avrebbe avuto una maggiore valenza politica.

Nelle fasi di crescita, si decentra. In quelle di recessione, si accentra. Questa è una regola universalmente sperimentata e accettata. Noi stiamo vivendo una fase di recessione. Orbene, la CDV rappresenta sicuramente un tentativo di accentramento rispetto a ciascun singolo Comune. Rispetto alla provincia, è un accentramento o un decentramento?

P.s.: sono uscito di casa. Ho comperato il giornale (l’Adige). Leggo “Rivolta dei Comuni. La Provincia: Occorre dare più spazio ai Sindaci in merito alle gestioni associate”. In tal senso iniziavo ad esprimermi dal mio post del 21 dicembre 2011 (cfr. ivi )

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FORZA GRECIA, DAI CHE CE LA FAI … MA NON COSI’, PERO’ !

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Ottobre, 2012 @ 7:00 am

Detto altrimenti: però anche la Svizzera …

La notizia

Costas Vaxevanis

Atene, 29 ottobre 2012 – Il giornalista greco Costas Vaxevanis ha pubblicato sulla rivista “Hot doc” i nomi di 2059 correntisti greci della banca Hsbc che hanno conti correnti in Svizzera, nomi peraltro già trasmessi al governo greco dall’ex ministro delle Finanze francese Lagarde. Fra i nomi ci sarebbero due ex ministri greci. Le autorità greche sostengono tuttavia di non poter perseguire eventuali evasori sulla base di “informazioni ottenute in modo illegale”. Nonostante questa loro affermazione, esse hanno tuttavia proceduto ad un primo arresto: quello del giornalista, accusato di avere violato la privacy.

Il mio commento

Eh, no … così non va. Cara Grecia, non puoi “giocare” in questo modo con i miei soldi! Già, perché – se non altro – i soldi sottratti al tuo fisco sono miei. Miei, perché io pago le tasse qui in Italia. L’Italia contribuisce al fondo europeo salva stati, l’Europa ti elargisce sovvenzioni e tu consenti che questi denari, i miei, vengano sottratti al tuo fisco e portati in Svizzera. Come vedi io sono titolare di un “interesse legittimo” a protestare! O addirittura di un vero e proprio “diritto soggettivo” (domanderò al mio amico filosofo del diritto Hans Kelsen). Sai, questa estate sono andato a fare una pedalata in Svizzera. Ho avuto necessità di un po’ di contante. Ho prelevato 200 euro da un bancomat e sai cosa mi è capitato? Di riconoscere, fra  le banconote erogatemi dalla macchina, un biglietto da 100 euro che faceva parte della somma da me pagata al mio fisco a fronte del mio F24! Come avrà mai fatto quella banconota a finire in una banca svizzera? Te pudeat, Helvetia!

 La mia proposta

Se la si vuole riempire, prima di versare acqua (aiuti europei) in una vasca (la Grecia) occorre chiudere il foro di uscita sul suo fondo. Quindi, che l’Europa subordini l’erogazione dei propri aiuti alla Grecia (e a qualunque altro Paese) alla chiusura dei “fori” attraverso i quali questi aiuti si sottraggono alla loro destinazione istituzionale.

 La Svizzera: il fatto

Ammantata di perbenismo; di orologi precisissimi; di tanta buona cioccolata; di treni in orario; di una rete meravigliosa di piccoli coloratissimi trenini locali; di automobilisti che rispettano i ciclisti; di tanta attenzione ai problemi del rispetto della natura e dei limiti di velocità stradali; delle molte automobili in car sharing perchè è inutile riempire il paese di tante scatole di latta ferme lungo le strade; dei condomini dotati di locale lavanderia condominiale così l’appartamento può essere più piccolo e si risparmia; di un esercito permanente con richiami dei soldati ogni due anni, tanto per tenerli addestrati; dei militari che custodiscono legittimamente le armi in casa propria; ma soprattutto ammantata di tante banche e finanziarie compiacenti, … troppo compiacenti. Quo usque tandem, Helvetia, abuteris patientia nostra?

Le mie proposte: cara Svizzera ti scrivo …

…no, non ti vogliamo fare la guerra … ma capirai tu stessa che se tu continuassi a “fare da sponda” a chi con la sua evasione fiscale sta rovinando i nostri Paesi, dovremmo deliberare pesanti sanzioni a tuo carico per indurti a non essere più una collaboratrice “esterna” di questo tipo di delinquenza sociale e finanziaria. Uomo avvisato … In via subordinata, che noi quanto meno si abbia il coraggio e l’onestà di dire pane al pane e vino al vino e chiamare gli aiuti alla Grecia con il loro vero nome: aiuti alla Svizzera, visto che tu, Svizzera, lucri, guadagni e vivi sulla gestione dei fondi depositati presso le tue banche.

Et de hoc satis

E speriamo che di questo scandaloso arresto (scandaloso pe chi lo ha effettuato, non certo per chi lo ha subito) si tenga conto quando il nostro Parlamento dovrà esaminare la Legge bavaglio … per evitare che si debba dire anche al nostro Parlameno (… Parla-meno?  … no, volevo scrivere Parlamento, ma va bene lo stesso … ormai l’ho scritto): “Vos qoque, Patres Conscripti, vos pudeat!”

P.S.: Castigat ridendo mores! E non traduco a bella posta le frasi latine. Così qualcuno imparerà che deve smetterla una buona volta di affermare che lo studio del latino (e del greco) non serve a nulla! Eppopi eppoi, come diceva quella vecchia bella canzone di Toto Cotugno?

Lasciatemi sfogare
con la mia penna in mano
lasciatemi sfogare
scrivendo  piano piano.
Lasciatemi sfogare
perche’ ne sono fiero
sono un Italiano
un Italiano vero

 

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UN MIO CAPO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Ottobre, 2012 @ 7:15 am

Detto altrimenti: il mio terzo genitore,  nel decimo anniversario della morte di una Persona alla quale devo molto: Ruggero Cengo Romano

Scrisse un libro, “Cengo e Sogno di Ternengo” (Ternengo, il loro paese d’origine, vicino a Biella). La vita delle famiglie dei suoi genitori, Tilde Sogno e Attilio Cengo. Rimasto orfano, fu cresciuto dalla zia, sposata Romano. Da qui il suo nome Ruggero Cengo Romano. Il libro fu pubblicato postumo. Chiesi di potere scrivere poche righe di prefazione. Mi fu concesso. Eccole:


Ho conosciuto Ruggero Cengo Romano quando ormai, da tempo, egli ricopriva a Torino un’importante carica (Direttore Centrale) alla Stet, la Finanziaria dell’IRI per l’elettronica e le telecomunicazioni, nella quale io ero stato assunto come dirigente.

Ho trascorso con lui cinque anni della mia vita lavorativa, anzi, cinque anni della mia vita. Infatti, dopo i miei genitori, è stata la Persona dalla quale ho maggiormente imparato ed alla quale maggiormente devo, sotto ogni profilo.
Più lungo che magro, capelli a spazzola, abiti molto tradizionali, automobile anch’essa tradizionale (perchè mai hanno smesso di produrre la 1100?), leggermente curvo in avanti, un po’ per l’abitudine al lavoro d’ufficio, molto più per la sua premura di assecondare linterlocutore.

Al centro di una scrivania ad anfiteatro stracarica di carte, come pure stracariche erano quasi tutte le sedie del suo studio e parte del pavimento, annotava via via su di un taccuino (che egli chiamava il panonto) ogni contatto telefonico e personale della giornata, salvo poi rielaborare, approfondire ed inquadrare ogni argomento. Di computer, neanche a parlarne. Una calcolatrice a mano di oltre quarant’anni andava benissimo. Matita nel taschino della giacca, gomma e temperamatite sulla scrivania.
Sempre molto serio in tutte le circostanze che richiedevano serietàò , sapeva anche cogliere ed apprezzare i lati umoristici della vita. Parco nei consumi, nel vitto e nelle bevande: riso ben cotto e acqua con una fetta di limone.

Tutti lo cercavano, tutti sentivano il bisogno del suo apporto professionale. Egli dava udienza a tutti, salvo occuparsi dei problemi in ordine inverso, trattenendo quindi presso di sè, in attesa, i primi interlocutori, quasi per paura di perderli senza aver dato loro la risposta che si aspettavano.

Era credente e viveva la sua Fede in modo discreto, non badando a sedersi in Chiesa in ordine gerarchico (con il che spiazzava il 90% dei colleghi intervenuti al Precetto Pasquale). La sua Fede era visibile attraverso l’attenzione che dedicava agli Altri, con la A maiuscola, ai loro problemi di lavoro e personali. Se gli chiedevi qualcosa, non ti dava un consiglio, ti dava un aiuto. E non demordeva sino a quando questo suo impegno non avesse portato a risultati concreti.

Altra sua caratteristica era non strumentalizzare le persone, comunicare loro la propria esperienza ed il proprio sapere, farle crescere professionalmente.
Comprendeva, anche se non approvava, la malvagità. Non sopportava l’incoerenza.

Aveva sofferto molto: padre morto combattendo in Africa, madre uccisa dalla guerra in Italia. Da allora era vissuto con gli zii e poi con la sola zia, che chiamava mamma. Comprendeva e condivideva la sofferenza altrui.

Taluno non lo sopportava completamente, per quel suo carattere all’apparenza scontroso, burbero, rigido. Tuttavia forse la ragione di tali riserve era un’altra: Ruggero, come uomo di principi, come professionista, come uomo di cultura e soprattutto come Uomo, era inarrivabile.

Fra i tanti episodi, uno. A pochi mesi dalla mia assunzione, mi trovai ad assistere ad un colloquio fra Ruggero, alcuni suoi colleghi di Torino e nostri superiori di Roma. Non ricordo chi mi chiese come mi trovassi con un simile capo. Io risposi d’istinto, semplicemente con la verità:  con un tale maestro, non potevo che ritenermi fortunato. Ma il fatto che voglio segnalare è tuttavia un altro e cioè la reazione di Ruggero a queste mie parole: gli si illuminarono gli occhi di felicità. Io, che non avrei mai creduto di poter essere già così tanto considerato da lui, io che ero un dirigentino neo assunto, gli fui grato per l’apprezzamento che aveva mostrato di riservare al mio giudizio.

Mia figlia Valentina si sposata. Gli abbiamo mandato la partecipazione, Ruggero ha subito telefonato. Io ero fuori casa. Mia moglie Maria Teresa gli ha detto che lo avrei richiamato. L’ho fatto. Troppo tardi. E’  come se avessi mancato l’ultimo saluto ad un genitore.

Ruggero ha lasciato una ricca eredità : al Comune ed alla Parrocchia di Ternengo tutti i sui risparmi. Inoltre, al Comune, che gli ha intitolato una piazza, tutti i suoi libri, che sono andati a costituire una nuova, ricca, preziosa biblioteca comunale. A me, la ricchezza del suo insegnamento, del suo ricordo e il dolore di averlo perso quando aveva solo 68 anni, l’età  che ho io oggi.

Trento, 29 ottobre 2012

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PADAM, PADAM …. (Parigi, Parigi …)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Ottobre, 2012 @ 10:12 am

Detto altrimenti: Padam … è così che i Parigini chiamano la loro  bella  citta’. Ed io …  come la chiamo?  “Museo a cielo aperto”, ecco come la chiamo!

(Attenzione: poiché le foto inserite sono molte, la dimensione scelta per la pubblicazione di alcune di esse è la “mini”. Tuttavia basta cliccare sulla foto per ingrandirla).

Parigi brucia? Parigi val bene una Messa? La ville lumière? Sotto i ponti di Parigi? Parigi o cara? “Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna, e il nostro amor …” scrive il poeta. Fra chi ne indovina il nome sarà estratto …. no, non un viaggio a Parigi, ma una foto di quella città!

C’ero stato altre volte. Per lavoro. Taxi. Hotel a tante stelle. Giacca e cravatta. Valigetta 24 ore. Ordinateur (computer). La testa altrove. Le sole cose che ero riuscito a rubare alla cravatta: un pranzo con tante ostriche e una visita al Museo d’Orsay. Troppo poco.

Prova di ballo

Tornarci con Maria Teresa (un regalo dei nostri “quattro” figli per i 42 anni de marriage), giubbotto Slam, Timberland ai piedi, blue jeans e macchina fotografica a tracolla è stata tutta un’altra cosa! Tre giorni pieni. Cosa abbiamo visto? Nell’ordine: Montmartre, Pigalle, Moulin Rouge, Sainte Chapelle, Notre Dame, lle de la Citè, Boulevard Saint Germain, Chiesa di S. Germain, Chiesa di S. Sulpicio, Tour Eiffel, la Senna dal battello, il Bois de Boulogne, il quartiere Trocadero, l’Arco di Trionfo, gli Champs Elysées, Place de la Concorde, il Louvre, Place des Vosges, l’Ile S. Louis (con i suoi deliziosi negozietti), la Gare d’Orsay. Mai preso un taxi o un bus. Metro e pedibus scarpantibus, per km e km.. Paris la nuit? La prochaine fois!

Tutte “cose” che molti di voi conoscono già. Ma la Parigi che io vi voglio raccontare è un’altra, quella delle sensazioni e dei piccoli grandi incontri ed episodi.

Gli aiuti spontanei ricevuti

State attenti ai borseggiatori, ci viene detto da molti manifesti e da una persona. Ok, staremo attenti, rassicuriamo e ringraziamo chi ci ha avvisato. Non gli diciamo che ci siamo abituati, qui in Italia, soprattttutto in certe città del centro sud che non nomino per non offendere nessuno … Tuttavia a  me è capitato di sventare tentativi a Genova e a Milano.

Giuliana e Maria Teresa

Sei un po’ in difficoltà con la tua mappa della città? In occasioni diverse ben tre persone si sono fermate spontaneamente ad aiutarci. Una l’ho anche fotografata, Giuliana, così gentile! Eravamo nel quartiere Trocadero che però i Parigini chiamano Passy, reduci da una bellissima passeggiata con spuntino al sole del Bois de Boulogne, alla ricerca della fermata della metropolitana. Ci vede un po’ imbranatelli, si ferma spontaneamente, ci indica la soluzione, sorridendo. E’ italiana e vive a Parigi da dieci anni. Abita in zona. Facciamo amicizia (o forse amicizia è un parola troppo impegnativa? Ma mi è venuta così, di getto! Io le cose me le sento … e se me le sento, mi lascio andare. Fino ad oggi mi è andata sempre bene e sono sicuro che sarà così anche questa volta). Le offro di fotografarla insieme a Maria Teresa per poi inserire la foto sul blog. Accetta. Ecco, detto, fatto. Grazie Giuliana! Fatti viva con un tuo commento qui sotto al post! L’avevi promesso! Fra l’altro ti ho lasciato un mio biglietto da visita di blogger …

La metropolitana (o il metrò?)

Le scarpe
Scarpe che lavorano e scarpe in pensione e in vacanza. A voi individuare le due categorie!
La rete
Bruce Marshall nel sul bel libro “Candele gialle per Parigi”, edito nel 1946 ma ambientato fra le due guerre, periodo durante il quale l’Autore abitava in quella città, testimonia come già all’epoca del racconto Parigi fosse dotata di una buona rete di metropolitane. Con carrozze di prima e di seconda classe. Oggi la rete è ottima.

La classe è unica. La rete ti conduce ovunque, ti senti libero di girare, sicuro di non perderti e di tornare a casa rapidamente da ogni punto della città. I costi? Una corsa €1,70, quindi cara per percorsi singoli e brevi, ma se devi attraversare la città utilizzando tre linee diverse, il costo dell’unico biglietto diventa accettabile. L’abbonamento tri giornaliero poi costa solo 23 euro. Complimenti, Parigi, anzi, complimenti, Padam!

I visi
Alcuni di persone di colore sono statuari. Peccato non poterli fotografare. Altri sono visi dormienti, di persone che stanche dal lavoro, cercano di recuperare anche in metro. Molte le cuffie alle orecchie. Tutti i visi svegli, comunque, guardano lontano, distaccati dall’ambiente in cui si trovano. Quasi estraniati. Il mio no. E’ lì apposta per indagare e conoscere la città anche attraverso i visi di chi la abita. Dimenticavo: un viso con i fiori, in autunno, in metro …
Come non pagare il biglietto
Ai cancelletti di entrata, saltare letteralmente immediatamente alle spalle di un passeggero pagante. Le sbarre e le ante che chiudono il passaggio sono sufficientemente lente e consentono a giovani atletici di sfruttare quell’attimo. Per le persone anziane si consigliano i cancelletti alle uscite, contando sulla comprensione di un passeggero in uscita. Ma voi non fatelo, come ovviamente non l’abbiamo fatto noi!

Risciò a pedali a Place de La Concorde

Una prima nota negativa
Il metro non è idoneo ad essere utilizzato dai portatori di handicap motorio. Infatti la maggior parte dei dislivelli fra le varie linee non sono servite da scale mobili.
Seconda nota negativa
Le stazioni del centro sono molto più manutenzionate di quelle in periferia. Oppure, se volte, le stazioni periferiche sono poco manutenzionate rispetto all’ottimo stato di manutenzione delle stazioni centrali.
Terza ed ultima nota negativa
Ben quattro giovani, in occasioni successive mi hanno ceduto il loro posto a sedere. Una era una bella ragazza. Che io sia diventato così vecchio?

Orientarsi a Parigi

Raffrontate la mappa stradale con quella del metrò ed il gioco è fatto. Una sola volta – ci trovavamo all’aperto – non riuscivamo ad orientare la cartina. Stavamo procedendo verso nord o verso sud? Da buon velista me la sono cavata con un’occhiata alla luce del sole che stava tramontando … quello è l’ovest, etc.

I ponti sulla Senna

Lucchettati.

Le code

Ordinate, non stressanti, diverse dalle nostre che invece ricalcano strategie militari o calcistiche di attacchi lungo le ali per aggredire l’avversario lungo i fianchi del suo schieramento!

I caffè, WC pubblici

Pochi WC pubblici, molti caffè. Se avete un’esigenza “idraulica”, mettete in conto di entrare in un caffè, per berne uno, appunto. Nel frattempo potrete utilizzate la toilette. Da seduti. No, cosa avete capito? Il “da seduti” riguarda la degustazione del caffè. Non necessariamente l’utilizzo del WC!

The pretty, little, strong american climber!

La scalata della torre con foto

Torri. Io ero molto più esperto delle torri dolomitiche, della Torre del Brenta ad esempio, che scalai da giovane. Qui si tratta di una torre ben diversa ma ugualmente emozionante, la Torre Eiffel. Ed ecco una giovane scalatrice americana. Alla mamma, un mio biglietto da visita di blogger accanito.

Liberté, Egalité, Fraternité

Sul frontone del Palazzo di giustizia. Leggere queste parole mi ha fatto venire i brividi, come quando si ascolta una musica che ti prende. Che sogno! Siamo nel paese delle meraviglie, e lo scrivo senza alcuna ironia, sia chiaro. D’altra parte qualche post fa (3 ottobre 2012) ho elogiato i provvedimenti del Presidente Hollande. Tuttavia, non è tutto oro quel che riluce, che riluce come le statue dei ponti della Senna o delle statue sopra l’Opera. Infatti ho incrociato molte persone “senza tetto” che dormivano sui sedili el metro o che per strada faticosamente trascinavano tutti i loro miseri averi ammucchiati su di un carrello “preso in prestito” da qualche supermercato. Non li ho ritratti per rispetto della loro condizione.

Prefettura Francese e (una sola, per fortuna!) Prefettura Italiana

Confrontate quanto da me scritto nel post precedente con il significato della foto qui accanto, della Prefettura di Parigi.

La chiesa più bella e quella più vecchia

La più bella, la Sainte Chapelle. La più vecchia: una parte della chiesa di Saint Germain, che risale al 500, si .. al 500 non al 1500. Nel passare lungo l’abside, dietro l’altare maggiore, osservando queste “rovine” (meglio sarebbe dire “reliquie storiche”) mi sono venuti i brividi, più intensi che altrove, non me ne voglia la Sainte Chapelle. Qui tuttavia mi è venuto da pensare quanto sia “giovane “ Parigi rispetto alla “vecchia” Roma.

Evviva le biciclette!

Quelle che potete prendere a noleggio sulla strada, con un sistema elettronico di self servicee …,

… quelle che la stessa polizia utilizza …

… i risciò a pedali!

I Parigini non patiscono il freddo

Quanti ne abbiamo visti/e di Parigini/e in maglietta con le maniche corte, senza calze! Io indossavo una giacca imbottita! Ma non hanno freddo? La temperatura? Dai 10 ai 17 gradi. Fate voi.

Le auto elettriche e il traffico

Molte, per strada, presso le colonnine per la ricarica. Abbiamo notato che in tre giorni non abbiamo mai visto un ingorgo del traffico del tipo “romano”.

I recipienti per la spazzatura

Molti. Un semplice sacchetto di plastica. Alla sommità una piastrina di metallo sulla quale spegnere le sigarette, prima di buttare la cicca, ben spenta, nel sacco (e non per terra!) senza danneggiarlo. Non abbiamo visto nemmeno un sacco bruciato. Il fatto che la cosa mi abbia colpito avrà pure un significato!

Il cibo  ed il suo costo

Si mangia bene. Se volete spender molto, nessun problema. Ma è possibile mangiare assai decentemente a costi contenuti: un buon piatto con contorno ed una bevanda si trova con estrema facilità a 15 euro. Un esempio? Il piccolo ristorante Le Petit Plateau al n. 1 del Quai aux Fleurs, poco distante da Notre Dame. Lungo la Senna. I tavolini sono ricavati da vecchie macchine da cucire Singer. Volete acqua minerale non gassata? Chiedete acqua naturale, pas mineral, altrimenti vi danno quella del rubinetto al prezzo della minerale non gassata. Del resto anche a Venezia l’acqua “del rubinetto” è la stessa di una nota marca di acque minerali gassate e non gassate, lo so per certo!

Il senso della grandezza

Moi, Ã la Place des Volsges

Parigi è “grande”. Non intendendo “big”, ma “great”. La sua è una grandezza “moderna”. L’osservazione mi è sorta spontanea rispetto a Roma, che è “grande” di una grandezza “antica”. I corsi e i ricorsi della storia di Gianbattista Vico esistono anche in architettura ed urbanistica. Rispetto a Roma, inoltre, gli spazi, sono assai maggiori (big, bigger). D’altra parte la pubblicità di una grande monovolume francese, la Espace, recita “E se il vero lusso fosse lo spazio?”.
Grandezza di oggi e grandezza di ieri, … grandezza della Sainte Chapelle, eretta nel 1100: pensate quale significato la sua magnificenza poteva avere in allora se ancora oggi ci lascia stupefatti …

Vittorio Ugo abitava a la Place des Volsges

I prezzi delle case a Place des Vosges

La piazza è veramente bella. Vicina alla Senna che conta. I prezzi? “Appartamento da 20 metri quadri, ottimo come primo acquisto, solo €290.000”. Poi, se si sale a 50. 70, 100 metri quadrati, i prezzi vanno da 900.000 a 2.000.000 di euro. Fate vobis!

Raffaello, Leonardo, Michel Angel, Giulio Verne e Vittorio Ugo

I nomi dei “nostri” sono stati tradotti in francese, forse per “vendicarsi” di quanto noi abbiamo fatto con Giulio Verne. Tuttavia i conti non tornano. Siamo in svantaggio. Ed allora traduciamo la targa della casa di VITTORIO UGO a Place des Vosges!

Controlli agli accessi

Molto più severi quelli per l’accesso al Palazzo di Giustizia – Sainte Chapelle che non al Louvre.

Quadri da brivido

No, per me non tanto davanti a Monna Lisa (per quanto …), quanto davanti alla notte stellata, alla camera di Arles di Van Gogh, davanti al campo di papaveri in Olanda, a La pie, alla figura di donna al sole di Monet o ai paesaggi innevati di Sisley.

25 ottobre 2012: colazione al Bois de Boulogne, al sole, a 20 gradi!

Ostriche a volontà

Ristorante “La Poisonniere” all’incrocio fra Rue Tourrenne e Rue S. Antoine. In alcuni giorni della settimana, venerdì compreso, ostriche a volontà al prezzo fisso di €35,00.

Le truffe

All’uscita del Louvre. Ragazzine finte sordomute. Vi fanno scrivere nome, nazionalità e codice postale su di un foglio per il sostegno della categoria, e fino a qui … Poi vi chiedono un’offerta. E anche fino a qui …Ma se accettate di dare loro qualcosa, specificano “minimo 20 euro”. I giochi son fatti … capite che non può essere vero …

L'oro dell'Opera

Una persona fa finta di raccogliere davanti ai vostri piedi un anello di (presunto) oro, affermando che voi l’avete appena perso, che vi era appena caduto. Se voi volete “fare i furbi”, se accennate a prendervi l’anello e dire “Grazie!”, la persona vi chiede la ricompensa per avervi evitato la perdita del gioiello. Noi abbiamo detto no grazie non è nostro se lo tenga, quell’oro ….

Le chevalier

Alla radio, accesa per caso, apprendiamo che le chevalier è stato condannato a quattro anni di carcere ma tre  sono cancellati dall’ultimo indulto.

... tener bravi quattro figli, per tre ore, all'areoporto ...

Bambini all’aeroporto Charles De Gaulle

Una mamma italiana. Quattro figli (uno non è “entrato” nella foto). Tanta pazienza, tanta vitalità, tanta inventiva. Fotografo e lascio alla mamma  il mio terzo ed ultimo biglietto da visita di blogger impenitente.

In attesa dell’imbarco, ritardato di tre ore

Leggo Carmine Abate, “La collina del vento”: la Ninabella del romanzo espone quadri a Parigi. Sarà una coincidenza?

L’ignoranza, l’arricchimento, la comprensione …

L'Arco di Trionfo, il trionfo di un viaggio!

Più viaggi più ti accorgi della tua ignoranza. Più viaggi, più ti arricchisci. Più viaggi, più comprendi gli altri, più apprezzi la diversità, più la diversità ti si rivela per quello che è: una ricchezza, una risorsa. Più viaggi, più hai la possibilità di migliorare te stesso ed il paese nel quale vivi. Ma è vero anche che più viaggi, più riesci a scoprire gli aspetti migliori del Paese nel quale vivi. Ci sono anche quelli. Non solo i peggiori.

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