VECCHIO OSPEDALE DI TRENTO: CHE FARNE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Settembre, 2012 @ 5:50 am

Detto altrimenti: a Trento manca una “Casa dello Studente”

Il “S. Chiara”. Il vecchio” ospedale. A parte che tutto è relativo. Infatti molte città italiane e moltissime di tanti altri paesi vorrebbero averlo, un ospedale così “vecchio”, soprattutto poi se così rimodernato! Ci si chiede: quando il Nuovo Ospedale sarà terminato, quale nuova destinazione dare a questa imponente, “vecchia” struttura? Io propongo: facciamone una Casa dello Studente. Molte caratteristiche lo indicherebbero adatto allo scopo: la strutturazione in camere; la presenza di cucine e servizi e spazi d’ogni genere; la disponibilità di parcheggi; la vicinanza con la fermata della “metropolitana di superficie”; la dislocazione rispetto alla sede delle facoltà in una zona decentra ma non “lontana”, nel senso che in bici, con il bus o con la metro la si raggiunge in dieci minuti, e poi … camminare un po’ fa bene a tutti, giovani compresi; la vicinanza di un parco pubblico; la possibilità per gli studenti di distrarsi ed immergersi nella natura raggiungendo il Lago di Caldonazzo con la metro “sotto casa”, etc..

E’ di questi giorni la notizia della denuncia di molti studenti per il caro-affitti-in nero cui debbono soggiacere. Ed allora la presenza di una Casa dello Studente svolgerebbe anche il ruolo di calmieratrice del mercato e automatica moralizzatrice degli “usi e costumi fiscali di una parte della Gente Trentina”, senza pretesa di farli entrare a far parte del novero di quelli rappresentati nel Museo di S. Michele all’Adige …

E voi, amici del blog, che ne dite?

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ACHTUNG, WARNING!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Settembre, 2012 @ 7:41 am

Detto altrimenti: attenzione, facciamo più attenzione


Un mio amico sud tirolese aveva una splendida goletta sul Garda, la “Siora Veronica” (non Lario, per carità!)  e la noleggiava alla clientela. Il ponte e gli interni erano in legno pregiato, per cui egli aveva stabilito la regola che gli ospiti non andassero in giro per il ponte o sotto coperta con del cibo in mano, per evitare che potessero sporcare. Una signora gli disse: “Non si preoccupi: le suggerisco io uno smacchiatore formidabile”. Lui rispose: “Signora, lei non ha capito. Il problema non è pulire, ma non sporcare”.

 

 

Il fumo uccide. Lo Stato vende sigarette. Non dobbiamo curare il fumo, dobbiamo non fumare.

 

 

 

 

Il gioco d’azzardo è un vizio, anzi una malattia, anzi una pandemia. Lo Stato è il primo biscazziere. Non dobbiamo curare la malattia. Dobbiamo prevenirla.

 

 

 

 

 

L’evasione fiscale è un reato. I grandi evasori, se scoperti, vengono ammessi al concordato: in luogo di 100 pagano 30 sulla base del principio “meglio pochi, maledetti e subito”. Non dobbiamo agevolare l’evasione consentendo questo “sconto di pena”. Anzi … dobbiamo scoraggiarla, prevenirla, combatterla e punirla.

 

 

 

 

La legge è uguale per tutti (… gli appartenenti a quella categoria, n.d.r.). Tutti in pensione a 68 anni. Vi sono appartenenti ad un settore della Pubblica Amministrazione che stanno andando in pensione a 54 anni con il massimo della retribuzione. Ma lo prevede la legge …

 

 

 

 

 

 

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VIAGGIO IN ITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Settembre, 2012 @ 5:03 pm

Detto altrimenti: no, non è quello di Goethe!

 

Oggi sono andato “in Italia”, a pedali. Partito alle 08,30 da casa, vado in stazione a Trento e faccio il biglietto di ritorno da Domegliara a Trento (€9,30). Indi inizio a pedalare con la mtb alle 09,00. Prima sosta per un caffè al bicigrill di Nomi. Riparto e dopo poco raggiungo il bivio per Riva del Garda, dove usualmente mi reco. Ma questa volta no, supero le mie “Colonne d’Ercole” e via, verso il “folle volo”!

Uno sguardo a nord, prima del confine ...

La ciclabile è bellissima. E poi, come è diverso il paesaggio non-dalla-autostrada! Mi colpisce l’Adige. In un punto è molto largo, un po’ più ripido. L’acqua accenna a formare piccole rapide. Controsole. E’ tutto un luccichio. In alcuni punti il corso delle piccole onde è più veloce. In altri, parte del fiume letteralmente risale la corrente. Mi fermo estasiato. Mi sembra di essere lontano mille miglia dai miei soliti luoghi e invece sono appena dietro l’angolo di casa! Solo, che è cambiato il “punto di vista”. Respiro questa sensazione, mi sembra di essere un’altra persona io stesso, tanto sto provando sensazioni sconosciute: ma sono mie? Quasi non le riconosco: comunque ne faccio tesoro e le archivio fra i ricordi più belli.

A bordo pista un uomo vendemmia. Gli chiedo un grappolo. Me lo offre sorridendo. Seconda emozione.

L'Adige, sinuoso, si apre la strada ...

Arrivo al “confine”: a Borghetto terminava l’Impero d’Austria e termina la ciclabile. Volto a sinistra (verso est) e mi immetto sulla statale veneta. Poco traffico, lievi saliscendi. Per molti minuti sono completamente solo. Bivio per Lessinia, superato. Solo, dicevo, pare di tornare indietro negli anni, come nelle scene di certi film quando auto ne circolavano davvero pochissime. Anche su una statale, in queste condizioni, si stabilisce un bellissimo rapporto con la natura che ti circonda. E’ questa la terza emozione forte della giornata.

Ma ... ci saranno i Sioux?

La quarta la provo al passaggio delle chiuse prima di Domegliara. Pareti a strapiombo sovrastano… che ci siano i pellerossa in cima a tendere agguati? L’Adige si biforca, diviso in due da uno sperone, si fa strada con anse sinuose, verdi come le sponde che lo cingono. Poche auto. Scatto qualche foto con il telefonino: ah, se mi fossi portato la macchina fotografica!

Domegliara. Ma io non sono stanco. Deciso: vado a Verona. Poco dopo Domegliara, un bar. Ho percorso 82 km ed ho fame (la banana, i fruttini e la mela non sono bastati!). Mi “sparo” un mega toast + coca + caffè (€6,00) e riparto. Dei 20 km che restano, i primi 10 sono trafficati. Pedalo sul ciglio della strada, confidando. L’è nada, nessuno mi ha “stretto”. Seguo le indicazioni Verona Borgo Trento, poi, raggiunto l’Adige, costeggio la sponda sinistra orografica sino al ponte delle chiuse. Indi passo sulla destra e via, ciclabile verso sud sino alla stazione FS di Verona dove arrivo alle 14,30. Faccio il biglietto “ a saldo del percorso” Verona – Domegliara (€5,65), parto alle 15,09 ed arrivo a Trento alle 16,30. A casa i km percorsi saranno 106.

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GRATUITO PATROCINIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Settembre, 2012 @ 5:30 am

Detto altrimenti: troppo difficile da ottenere … 

Una storia vera: Tizio è amico di Caio e lo sta aiutando a difendersi da un’azione ingiusta perpetrata da Sempronio a suo danno. Caio non ha risorse finanziarie. Tizio è anche amico mio e mi ha chiesto di essere indirizzato al servizio del Gratuito Patrocinio Legale, previsto per chi non si può permettere di pagarsi l’avvocato. Mi sono informato presso l’Ordine degli Avvocati. Il Gratuito Patrocinio è concesso a chi non supera un imponibile di €10.626 annui, ivi compresi i redditi dell’intero nucleo familiare. Caio ha un lavoro part time che gli rende €900 netti in busta e spende €300 di affitto. Tuttavia il suo imponibile supera il livello massimo stabilito, quindi è “ricco” e non ha diritto di beneficiare del Gratuito Patrocinio. Se vuole difendersi, deve pagarsi l’avvocato.

Forse sarebbe il caso di rivalutare il livello di povertà, al di sotto del quale viene concesso il Gratuito Patrocinio.

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EDIZIONE STRAORDINARIA – “SE MOLTI PAGANO LE TASSE, TANTI SERVIZI PER TUTTI” – NEL FRATTEMPO FIORITO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Settembre, 2012 @ 7:25 am

Detto altrimenti: … se molti? Se tutti! Nel frattempo è fiorito lo scandalo Fiorito

Eh no … questa non me la potevo perdere. Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Da un lato ci si dice che “se molti pagano le tasse …”. Molti? Ma molti le pagano già. Il problema è che quelli che costituiscono la differenza fra “molti” e “tutti”, non le pagano. Ma noi che le paghiamo … vediamo che ci sono dei Signori come Franco Fiorito, ex capogruppo di un partito importante nel Lazio, che usava i soldi pubblici (cioè nostri!) per centinaia di auto bonifici, per pagarsi lussuosi alberghi a Porto Cervo, etc.. Tutte falsità, dichiara l’interessato. Ma vi pare che la magistratura lo indaghi per una serie così numerosa di fatti senza prima avere effettuato alcuna verifica? Si, lo so, l’indagato, l’imputato non è colpevole sino alla sentenza definitiva passata in giudicato. Tuttavia di fronte a fatti così gravi, incontestabili, eclatanti, scandalosi, possiamo-dobbiamo ben iniziare a scandalizzarci – appunto – sin d’ora. O no?

E’ l’ennesimo uso delittuoso dei denari dati a partiti politici in dispregio del referendum che ha abolito tale sovvenzione.

Sull’altro fronte, dicevo, si afferma che “Se molti pagano le tasse, le tasse forniscono servizi a tutti”. Non sono d’accordo su quel “molti”. Che sia un lapsus freudiano, l’emergere di un’accettazione o peggio di una condivisione subliminale di una realtà che si dice di voler contrastare ma che poi, vabbè, si sa, così va il mondo, il meglio è nemico del bene, meglio concordare l’incasso di 30 milioni che avviare le procedure per l’incasso dei 100 dovuti da quel motociclista, chi è senza peccato scagli la prima pietra, qualche trasgressione è il sale della vita e così via?

Molti. Sembra significare che è sufficiente che siano molti a pagarle queste tasse. Non è necessario che siano tutti. Eh no, cara piccina no, così non va … diceva quella vecchia canzone … nel frattempo parte delle nostre tasse, quelle pagate da chi le paga, sono utilizzate per i capricci ed i lussi dei vari Fiorito. Ma quanti altri Fioriti ci sono nel Paese? Quella che vediamo probabilmente è solo la punta dell’iceberg, ed allora, Governo Monti, forza e coraggio (come diceva il buon Mike Bongiorno), avanti con una bella commissione per la verifica dei conti di tutti i partiti! E nel frattempo, In attesa che la Corte Costituzionale, la quale a seguito del citato referendum ha già dichiarato incostituzionale la legge che ripristinava il finanziamento dei partiti, dichiari incostituzionale anche la legge dei cosiddetti rimborsi elettorali, eroghiamo fondi ai partiti solo ex post a rimborso di spese vere, sostenute effettivamente, pertinenti allo scopo, seriamente e regolarmente documentate.

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CODICE DELLA STRADA … E DELLE PISTE CICLOPEDONALI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Settembre, 2012 @ 6:20 am

 Detto altrimenti: dobbiamo crescere anche in questo settore. Potrebbe essere un buon inizio per allenarci a rispettare anche altre regole.

Vi sono comportamenti “stradali” nostri o altrui ai quali siamo “abituati” al punto che ormai li accettiamo, magari criticandoli, ma senza reagire. E invece dobbiamo imparare a reagire: questa infatti potrebbe essere la nostra “palestra di roccia” che ci prepara ad affrontare e sconfiggere le pareti a strapiombo di certi comportamenti di (mal) costume e di (mal) governo.

Ed allora, veniamo alla nostra palestra di roccia “stradale”

Rispetto dei limiti di velocità. Provate a rispettarli. Dietro di voi si formerà una colonna di auto “impazienti” che vi tallonerà (troppo) dappresso, lampeggiando e suonando. Che fare? Insistete. Fuori città, poi, se la strada tecnicamente lo consente, il limite dei 90 kmh è una chimera. Io percorro spesso la Trento-Vigolo Vattaro (lo stesso dicasi per la tratta Ronzone – Psso della Mendola) e posso testimoniare che le auto – ed ancor più le motociclette – che salgono o scendono, nei rettilinei in fase di sorpasso spesso superano i 100 kmh. Ecco che un rilevatore di velocità ci starebbe bene! Provate a superare anche di solo 6 kmh i limiti di velocità stabiliti sulla strada che da Egna (BZ) sale a Montagna e a Passo San Lugano, e vedrete arrivare a casa – puntualmente – la sanzione! Ma se si può fare, dico io … allora, facciamolo anche noi qui in Trentino! Il costo dell’impianto sarà ben presto più che ammortizzato dagli introiti delle sanzioni e soprattutto si eviteranno molti incidenti.

Tallonare dappresso, troppo dappresso. La violazione del mantenimento della distanza di sicurezza è sicuramente una delle più frequenti e più pericolose contravvenzioni alla legge. L’auto che vi tallona spesso è così vicina che non ne risulta visibile nemmeno la targa anteriore. Io stesso, in autostrada, procedendo a 130 kmh, sono stato lievemente tamponato da un’auto che mi tallonava a 131 kmh a due metri dalla mia “poppa”! Per fortuna sulla sinistra vi era un ampio spazio erboso sul quale mi sono fermato senza ulteriori danni per me e per gli altri. Se poi in autostrada state effettuando un regolare sorpasso di un camion senza superare il limite dei 130 kmh, vi può capitare di vedervi arrivare addosso un bolide a 180 – 200 kmh, il qual si ferma a pochi metri dalla vostra “poppa”, lampeggiando come un diavolo dantesco. Che fare? Anche qui la prevenzione pare che produca pochi effetti. Occorre allora sanzionare, magari facendo circolare sull’autostrada auto civetta che sanzionino pesantemente questi pericolosissimi comportamenti. Una nota per alleggerire il discorso: nell’ambito della navigazione nelle regate veliche vige una regola: a prescindere da chi abbia la precedenza, occorre rispettare comunque l’obbligo di “tenersi discosti”. Che ne dite? Noi velisti siamo governati in modo più saggio di noi automobilisti!

Il sorpasso di un ciclista. Io sono ciclista e automobilista. Quando sono alla guida dell’auto (munita di portabici sul tetto da marzo ad ottobre, tanto per capirsi) e devo superare un ciclista, rallento, aziono la freccia di sinistra e mi sposto visibilmente a sinistra, con una manovra plateale, nella speranza che il comportamento sia colto e imitato dagli automobilisti che seguono. Infatti pare che la vita di un ciclista valga molto meno della vita di un automobilista. Spesso infatti siamo superati da auto con manovre assai pericolose; ci sfiorano, ci stringono contro il bordo della strada, ci aggrediscono anche con armi psicologiche, quali un potente rombo del motore o un colpo di clacson, il che di certo non ci tranquillizza ed aiuta. Anche in questo caso, al problema dovrebbe essere data maggior centralità da parte delle Polizie deputate.

Entrare in una rotonda dando la precedenza. Spesso accade che file di auto, una dietro l’altra, a velocità sostenuta, entrino nelle rotonde come se la precedenza del primo della fila si estendesse automaticamente all’intera colonna. Anche in questo caso sarebbe utile la presenza della Polizia Locale per sanzionare la mancata concessione della precedenza a chi sia entrato nella rotonda ad esempio da destra, dopo aver correttamente dato la precedenza al primo della citata fila, ma avendo invece la precedenza sugli altri “segugi”.

Omicidio stradale. Tempo fa pareva che sarebbe stata introdotta la figura di questo nuovo “reato aggravato”. Io mi auguro che ciò avvenga. Infatti non ha senso sanzionare chi porta una pistola con il porto d’armi scaduto e non sanzionare in modo specifico e aggravato chi può uccidere o uccide per avere manovrato male un’arma ben più pericolosa, quale un’auto guidata in violazione di una legge fondamentale quale è il Codice della Strada.

 

E veniamo alle biciclette ed ai pedoni sulle piste ciclopedonali

Ciclabile della Valsugana (TN)

Piste ciclabili. E qui ce n’è per tutti, pedoni e ciclisti. Infatti più spesso si tratta di piste ciclopedonali ad utilizzo promiscuo da parte di pedoni e ciclisti. Di fruitori di queste piste  ve ne sono di specie diverse. Proviamo ad elencarle, in attesa che il codice della strada tratti più compiutamente la materia, con la redazione di un Titolo apposito del Codice della Strada, considerando il forte sviluppo che questo tipo di mobilità sta avendo:

Comitive di cicloturisti. Se procedono in fila indiana, raggruppati, se quando li state raggiungendo da uno all’altro si avvisano del vostro arrivo, bè, allora sono tedeschi, olandesi o simili. Se tutto ciò non avviene, si tratta di compatrioti … di noi Italiani che dai turisti stranieri abbiamo da imparare. Cosa occorre fare? Semplicemente imitare gli stranieri!

Piccoli gruppi di ciclisti in allenamento. Spesso vestiti in modo uguale, pedalano veloci, in gruppi ravvicinati, uno sulla scia dell’altro, spesso in fila per due, a non meno di 30 kmh, il che non è poco se si considera che sulla stessa pista si incrociano comitive, famigliole, pedoni. Al riguardo, si iniziano a vedere, sia pure raramente, cartelli di limitazione della velocità, i quali però rischiano di restare lettera morta se non sono affiancati da un’azione di controllo da parte delle Polizie Locali.

Ciclisti solitari. Sono i meno pericolosi, a qualunque velocità procedano. Piuttosto sono essi stessi i più esposti a comportamenti inadeguati altrui, quali: – pedoni che incrociando altri pedoni, occupano l’intera carreggiata;
– pedoni che per indicare un monte alla moglie, alzano improvvisamente un braccio, soprattutto se è quello con cui tenevano un bastone;
– pedoni con cagnolino al guinzaglio troppo lungo;
– gruppi di ciclisti che provenendo in senso contrario, non danno loro strada;
– ciclisti o pedoni i quali,  provenendo da una piazzola di sosta, occupano improvvisamente la carreggiata; – pedoni che occupano la carreggiata, fermi a discutere, ti vedono arrivare in bici, conti che si scostino almeno di poco, e invece no …

Olanda!

In attesa dell’auspicata regolamentazione da parte del Codice della Strada, la quale dovrebbe iniziare con l’imporre a tutti i ciclisti l’adozione e l’utilizzo del campanello di segnalazione, sarebbe auspicabile che i Comuni appartenenti allo stesso bacino d’utenza ciclopedonale concordassero la redazione di appositi cartelli riportanti, in più lingue, il regolamento per l’utilizzo della pista ciclopedonale. A dire il vero qualche indicazione del genere comincia ad essere apposta lungo questi percorsi, ma perloppiù si tratta di indicazioni saltuarie, incomplete, non standardizzate, non plurilingue, aventi l’aspetto di un invito piuttosto che di una prescrizione sanzionabile. E se proprio non sapessimo come fare, mandiamo una commissione di tecnici in Olanda per vedere “come si fa”!

 Per favore, lettore, passa parola. Grazie!

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COSTO DEL DENARO, FLUSSI DEL DENARO E DEL POTERE, LIBERALIZZAZIONI TARIFFARIE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Settembre, 2012 @ 12:13 pm

Detto altrimenti: Di tutto “un po’ “, cercando di capirne “un po’ “

Money, money, money...

Le banche raccolgono denaro. Le banche fanno raccolta di denaro “fra di loro”, cioè prestandosi il denaro a vicenda, e qui fanno riferimento al LIBOR, il famigerato e taroccato tasso interbancario londinese. Inoltre, in misura maggiore, fanno raccolta dalla propria clientela, cioè ricevono il denaro che i clienti depositano presso di loro. Chiarito ciò, le banche calcolano il loro costo medio ponderato della raccolta. Quando prestano il denaro, al costo della raccolta sommano il costo della loro gestione e l’utile atteso. Ed alla fine ne esce il costo per chi prende il denaro a prestito dalla banca.

Cittadini in attesa di potere entrare in banca per chiedere un prestito

Le banche prestano denaro. Chiarito ciò, non è condivisibile che le banche, per giustificare i tassi (elevati, n.d.r.) ai quali prestano il denaro, facciano riferimento al solo LIBOR (“Sa, il Libor è cresciuto … io le farei meno, ma poi c’è il Libor …”) e non anche al costo della loro raccolta dalla loro stessa clientela, al livello dei loro costi gestionali (che ricomprendono stipendi “e buonuscite “fuori scala” alla loro alta dirigenza) ed al loro atteso utile di bilancio, che vogliono sia il maggiore possibile perché su di esso si calcolano premi di produzione stratosferici.

 

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Le banche “si premiano”. Premi di produzione “immediati” per i risultati “immdiati”, anche se poi le scelte che hanno portato a quei risultati immediati si rivelano, negli anni successivi, disastrose. Ed allora i super manager che fanno? Restituiscono i premi percepiti? Propongo quindi che i premi siano ridotti e comunque corrisposti “salvo buon fine”, cioè dopo tre anni dal fatto gestionale che si pretende di premiare e solo se quel fatto gestionale si è dimostrato positivo nel tempo.

Vuoto per pieno

Banca come Politica. Fra l’altro, l’elevato (eccessivo, n.d.r.) livello delle retribuzioni delle alte gerarchie bancarie è un po’ come l’elevato (eccessivo, n.d.r.) livello dell’impiego in politica: le due posizioni infatti, bancaria e politica, sono tanto (troppo, n.d.r.) remunerate che ormai sono ricercate e ricoperte per proprio tornaconto, non per senso del dovere o di servizio.

Libor (non labor? N.d.r.) omnia vincit!

Libor o prime rate? Inoltre, una volta il riferimento non era al LIBOR bensì al PRIME RATE, cioè al tasso riservato alla clientela primaria. A mio sommesso avviso bisognerebbe tornare a quel sistema di riferimento. Ma chi appartiene alla “clientela primaria”? Chi alla “secondaria”, alla “terziaria” e così via? Ed allora forse servirebbe fare come hanno fatto le Assicurazioni: stabilire cioè “classi di merito”, attribuendo il relativi rating a ciascun cliente. Almeno uno sa di che morte deve morire.

Libera concorrenza e mercato o … qualcos’altro? Si potrebbe obiettare; ma se si standarizza tutto, dove va a finire la concorrenza? Replico: la concorrenza esiste quando il consumatore ha la possibilità di fare scelte ragionate. La concorrenza non esiste in mancanza di tale possibilità e neppure esiste quando le scelte che egli fa sono “ a caso”, cioè prive della possibilità di un raffronto significativo. Mi spiego: provate a confrontare due polizze assicurative di compagnie diverse. Se scegliete solo in base al prezzo, avete fatto una scelta “ a caso”, cioè non ragionata, perché non avete valutato la parte normativa. Ma siete in grado voi di raffrontare la parte normativa di due contratti di assicurazione? Lo stesso dicasi per il costo del denaro. Il tasso nominale, quello che ci viene dichiarato, è solo una parte del costo. Vi è poi l’incidenza del divisore annuo, della commissione di massimo scoperto, di quella dell’assicurato finanziamento, degli oneri di eventuali controgaranzie richiestevi, della liquidazione mensile, trimestrale, semestrale o annuale, e di altri gravami ancora che per brevità evito di citare. E poi, ma se sono le stesse banche a parlare di “condizioni di cartello”. Cartello, vi ricorda niente questo termine?

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Un esempio del costo effettivo annuo del denaro. Ricordo un caso emblematico: seconda Metà degli anni ’70. Ero dirigente responsabile della Finanza Italia della STET, la Finanziaria dell’IRI per l’elettronica e le telecomunicazioni. All’epoca, la più importante Finanziaria del Paese. In un caso, a fronte di un tasso nominale annuo del 12%, calcolammo un costo effettivo annuo del 30%. Mai l’economia reale era stata così strozzata dal costo del denaro e da strette valutarie e creditizie. Mai le banche ebbero bilanci più ricchi.

 

Il Fondo SS, Salva Stati

Dal fondo salva stati alle banche. Ora pare che parte del fondo “salva stati” sia destinato alle banche “in difficoltà”. Bene. Infatti se una banca fallisce, travolge con sé anche tanti innocenti risparmiatori. Ma ciò non deve essere un alibi per non frenare i loro costi, il livello dei loro utili, delle loro super retribuzioni e per non controllare che da banche non diventino finanziarie. La banca deve raccogliere il denaro e prestarlo. Non deve fare la finanziaria, cioè investire in operazioni speculative. E’ di poco tempo fa l’impegno delle banche a livello ABI Associazione Bancaria Italiana a fare le banche e non le finanziarie per cinque anni, ma prima … cosa è successo? E dopo, cosa potrà ancora succedere?

Senza parole

Ma di chi sono quei soldi? Già, perchè il fondo salva stati è alimentato con 190 miliardi di euro dalla Germania, 145 dalla Francia, 125 dall’Italia etc.. E i miliardi “italiani” sono di tutti noi, di ognuno di noi, di persone reali (“reali” non in senso di “monarchici”, sia chiaro!) come siamo reali come è reale l’economia domestica che viviamo giornalmente. Di noi che, di fatto, siamo gli azionisti delle banche, visto che esse sono ricapitalizzate con denaro pubblico, cioè nostro. Quei soldi infatti sono i posti di lavoro che non sono creati, i risparmi che noi non riusciamo più a fare, le tasse che noi paghiamo, l’auto che non cambiamo, le ferie che non facciamo, gli aiuti che non possiamo più dare ai nostri figli: abbiamo quindi a buona ragione il diritto di chiedere ed esigere che siano impiegati con prudenza, non vi pare?

Vasi comunicanti e non, del “liquido” (cioè, anche del denaro). Il fatto è che noi Italiani crediamo di vivere viviamo in un sistema di vasi comunicanti, ma così purtroppo non è. Mi spiego. Il Sistema Italia è costituito da una serie di vasi pieni di liquido, collegati fra di loro da un tubicino alla loro base. Alcuni vasi si stanno svuotando, in quanto forati nel fondo: sono quelli delle risorse per i disoccupati, gli esodati, i sotto pensionati etc.. Nessuna paura, direte voi, i vasi sono comunicanti: il liquido arriverà dagli altri vasi pieni: quelli dei costi della politica, delle spese inutili, delle super retribuzioni, degli evasori fiscali, dalla riduzione degli utili bancari, etc.. Nossignore, perché quei vasi in realtà non sono comunicanti: infatti ad interrompere il flusso del liquido vi sono piccoli rubinetti, siano essi cosiddetti diritti acquisti, prassi consolidate, posizioni di casta, inerzie di legge, gestioni separate, leggi uguali per tutti … gli appartenenti a quella categoria, s’intende, etc..

Vasi comunicanti e non, del potere. In Democrazia il Potere spetta al Popolo. Il Popolo è Sovrano. Il Popolo sta all’interno dio un vaso che lui crede comunicante con altro vaso (quello dove si trovano i parlamentari). Il Popolo, attraverso un referendum, abolisce il finanziamento pubblico ai partiti e si aspetta che la sua decisione, attraverso il tubicino di comunicazione, passi al vaso dove stanno i parlamentari, i quali aboliscano per legge tale finanziamento, niente affatto: i parlamentari chiudono il rubinetto di comunicazione, la decisione referendaria non passa, e loro fanno una legge che consente i “rimborsi delle spese elettorali (anche se non documentate) e comunque in misura multipla delle spese sostenute.

Tariffe, privatizzazioni e liberalizzazioni. Tanti anni fa, a Bologna, durante un convegno sulle privatizzazioni e liberalizzazioni, parlava tale Romano Prodi. Ricordo che disse. “Occorre farle bene, altrimenti è meglio non farle”. Oggi molte sono state fatte. Abbiamo “aperto al mercato, alla sana, libera concorrenza”. Le tariffe sono molto aumentate. Non capisco …

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO O UNIONE DELLE COMUNITA’ AUTONOME TRENTINE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Settembre, 2012 @ 4:37 pm

Detto altrimenti: la nuova Organizzazione Funzionale in Trentino, funziona o no? inoltre, racchiude in se’ un significato ben più che operativo?

 

La bandiera della PAT - Provincia Autonoma di Trento

Trentino, Terra di Comuni. Tanti. Forse troppi. Accorparli? Talvolta (ma solo talvolta) ci si riesce. Più spesso no. Ed allora, nell’organizzazione dei pubblici servizi locali spesso non si raggiunge la necessaria economia di scala. Ed ecco che, nel passato, furono creati i Comprensori. Hanno funzionato? Un po’ si e un po’ no. Oggi si è ritenuto di “novarli”, cioè di creare nuove entità (al loro posto) denominate Comunità di Valle. Qualcuno afferma che si tratta solo di carrozzoni, di nuovi costi. Altri che sarebbe bastato attivare in pieno i Comprensori. Io mi limito ad osservare che quando un sistema informativo (hardware e  oftware) non funziona, cercare di aggiornarlo è molto più costoso che non crearne a fianco uno nuovo, e quando quello nuovo entra in funzione, buttare a mare il vecchio.

Salvador Valandro

Su L’Adige, 6 settembre 2012, pag. 29 ho letto di Salvador Valandro, Presidente della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro, in merito alla (lodevole, n.d.r.) opportunità/necessità di fare rete fra i Comuni della Busa, cioè Riva, Arco e aggiungo, anche Torbole, Tenno e la Val di Ledro, sebbene non citati nell’articolo al quale mi riferisco.

Il "Terme Romane" in costruzione

Preso spunto da qui, ho voluto fare un esempio pratico. Al riguardo, per avere io creato, organizzato e gestito dalla nascita e per otto anni consecutivamente la società a maggioranza del Comune di Riva del Garda APM Altogarda Parcheggi e Mobilità SpA (della quale ideai il nome e il logo) posso affermare che la stessa, da anni, è pronta a svolgere il servizio anche per gli altri Comuni della Comunità di Valle, con evidenti miglioramenti sul piano funzionale e notevoli risparmi di denaro. Infatti, in occasione della realizzazione del Parcheggio Interrato Terme Romane (che a mio avviso andrebbe ribattezzato “Centro Storico, Down Town”: niente come un nome appropriato attira le auto dei turisti!), dotai APM di SCOUT – Sistema di COntrollo Unificato Telematico, una centrale di telegestione e telecontrollo in grado di operare su propria rete wireless, su rete internet e collegabile al sistema delle fibre ottiche, tal che essa può operare indipendentemente dalla dislocazione delle aree e degli impianti da gestire (la stessa centrale – fra l’altro – viene oggi utilizzata anche per la sorveglianza sui moli della Fraglia della Vela Riva).

Alla consolle della Centrale SCOUT

All’epoca, mi preoccupai anche di formare il personale a tale scopo, personale che assunsi a livello assolutamente di base e che formai con una impostazione manageriale mirata alla interscambiabilità dei ruoli ed alla crescita delle persone e della società presso la quale lavoravano.

APM potrebbe fare ciò, da subito, con investimenti minimi. Infatti si tratta solo di collegare gli impianti alla rete internet o di attivare con semplici antenne una rete wireless già ampiamente e positivamente sperimentata. I cittadini ed i turisti dei Comuni della Comunità di Valle trarrebbero notevole vantaggio, sia dalla riduzione dei loro costi (grazie alle economie di scala che si realizzerebbero), sia dalla maggiore semplicità e praticità nell’utilizzo delle aree e degli impianti, uniformi in tutti i Comuni interessati, i quali continuerebbero a gestire il flusso del proprio denaro incassato. Sui tenga presente che APM ha già sperimentato con successo e per anni la gestione “di gruppo” essendo da tempo la capofila del cosiddetto Circuito Gestopark il quale prevede una gestione unificata delle tessere di utilizzo della sosta in numerosi Comuni fra i quali Rovereto.

Quanto sopra potrebbe ben essere un obiettivo per la Comunità di Valle, visto che i singoli Comuni non sembra abbiano avviato un processo del genere (e dire che hanno già riunificato le Polizie Locali, quindi il passo da compiere sarebbe molto breve anche dal punto di vista concettuale).

Con l’occasione mi permetto di segnalare quanto segue: ho visto con piacere i nuovi pannelli che indicano il numero di posti auto disponibili nei vari parcheggi gestiti da APM. Tuttavia questa informazione è incompleta per due ragioni: non indica la dislocazione o la distanza dei singoli parcheggi e non ricomprende tutti i parcheggi (ad esempio Monte Oro), il che non aiuta certo il turista. Infine, questo auspicabile coordinamento dovrebbe essere accompagnato dalla uniformità dei sistemi di gestione della sosta su strada adottati (parcometri, casse e sbarre), evitandosi una proliferazione dei diversi impianti, il che ingenera maggiori costi di acquisto, di magazzino delle parti di ricambio, del servizio di assistenza tecnica, di manutenzione e, last but not least, crea disorientamento nell’utenza.

Le Comunità di valle del Trentino

E poi, quanto meglio rappresenta la Realtà Trentina il termine “Comunità” che non il termine “Provincia”. E se prima o poi invece di Provinvia Autonoma di Trento ci chiamassimo Unione delle Comunità Autonome Trentine? Infatti da secoli e per secoli, anche indipendentemente dai vari reggni, impeeri, principati che hanno dominato questa terra, il Trentino si è sempre autogovernato e per molti anni (diciamo sino al Concilio di Trento) è stato anche il cntro della politica europea.  Si legga, al riguardo, il bel volume di Francesco Prezzi “Trento nelle guerre d’Europa e d’Italia nella seconda metà del XV secolo” di cui al mio post del 7 settembre scorso.

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RASSEGNA STAMPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Settembre, 2012 @ 7:31 am

Detto altrimenti: sarò brevissimo!

L’Adige, 9 settembre 2012, pag. 3

S & P .... Senza Preoccuparsi delle conseguenze ...

 

1) “S&P, il rating sui titoli di stato dell’Eurozona , nonostante il “piano anti spread” non cambierà”. Commento: l’Europa costituisca l’ERA – European Rating Agency, per valutare le agenzie di rating USA (si vedano miei post precedenti).

 

 

 

 

M & M, Monti bis

2) “Tutti vogliono il Monti bis (tranne lui). Napolitano e le imprese chiedono la continuità.” Commento: concordo, ma non solo per la continuità dell’azione, ma anche e soprattutto per la continuità della responsabilità. Infatti le azioni di un governo hanno effetti soprattutto nel medio periodo, ed il potere deve sempre essere unito alla responsabilità dei risultati. Altrimenti succede come in quell’operazione chirurgica: il primario afferma di avere operato benissimo, e tutti concordano. Ma poi, se il paziente muore … bè, questo è un altro problema, o meglio, un problema di altri. Ora, Monti dice che non vuole (ma è logico: se dicesse che vuole, lo impallinerebbero a – priori!). Il PD dice che non lo vuole il Monti bis (per forza: erano all’opposizione, aspiravano a governare, come potrebbero ora dire cosa diversa?). Il PDL non pare opporsi (e intanto le castagne dal fuoco le leva Monti, castagne che erano state gettate a bruciarsi su di un fuoco acceso da loro stessi!).
 

L’ Adige 10 settembre 2012, prima pagina

3) Val di Sole (TN). Un cacciatore ammazza un cervo di 150 kg. Per recuperarlo fa intevenire un elicottero. Leggete il post di qualche giorno fa su DDC – Diana Contessa Cacciatrice, … lei che “uccide per amore” (sic).

4) Negli ultimi 4 anni dal Trentino e dall’Alto Adige sono stati “esportati” circa 1,7 miliardi di Euro verso paesi “meno rigidi fiscalmente”. In un anno, dall’Italia, il movimento è stato di molte decine di miliardi.

E voi, cosa ne dite?

 

 

 

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TRASPORTO BICI IN VALSUGANA. GRAZIE, PAT! (PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Settembre, 2012 @ 2:58 pm

Il Lago di Caldonazzo

Il Trentino, la Valsugana, la sua bella pista ciclabile. Ancora molto da fare, come il collegamento con Trento ed il completamento intorno al Lago di Caldonazzo con il collegamento più diretto alla ciclabile all’altezza di Levico. Ma già così come si sta e giace, è bellissima. Niente da invidiare alla S. Candido – Lienz …anzi!  Resta il problema della “risalita” da Bassano a Trento. Infatti Trenitalia prevede normalmente il carico di 2 (due) bici per ogni treno! La PAT sta concordando ed attuando l’acquisizione della gestione della ferrovia in questione. Nel frattempo, nei mesi di luglio ed agosto, sono istituiti da Trenitalia servizi di bus. E in settembre?

La "testa della corsa"

Nei week end di settembre la PAT ha istituito un servizio di linea bici bus con due corse giornaliere da Trento e due ritorni da Bassano con bus dotati di carrello per un minimo di 35 biciclette. Informazioni su internet, alla voce “Provincia Autonoma di Trento Servizio Trasporti” con possibilità di prenotazione ad €6,00 al giorno a persona, bici compresa.  Ieri insieme ad alcuni amici ne abbiamo approfittato. A Trento (via Dogana) ci ha accolto l’autista, il bravo e gentilissimo Alessio. Stante il limitato allenamento di alcuni di essi siamo andati in bus da Trento a Borgo Valsugana. Giornata di sole splendido. Azzurro e verde il percorso, accompagnato dalla sinfonia del gorgogliare delle acque del Brenta.

L'acqua della Bigonda

 

Pedalando da Borgo V., in località Bigonda (Grigno), sosta per ammirare la valletta seminascosta, sulla destra scendendo. Forse una propaggine della Grotta della Bigonda, lunga oltre 30 km (info: internet, Comune di Grigno, TN). Si prosegue. Costeggiamo il Brenta, disturbiamo con la nostra presenza un airone cinerino il quale se ne stava immobile con la testa sott’acqua a mangiare chi sa cosa, e poi, sollevato il capo dell’acqua, ci scorge e si leva in volo radente, a c’orca mezzo metro d’altezza, risalendo la corrente. Emozionante. Altri 9 km ci portano al bicigrill di Tezze.

 

Pranzo al bicigrill di Tezze

 

Foto di (piccolo) gruppo al cippo di confine

Primolano … all’altezza di una curva a gomito a sinistra della ciclabile, in prossimità del ”gomito”, diritto davanti a noi, a venti metri, a destra un depuratore e a sinistra il cippo di confine fra li Regno d’Italia e l’Impero d’Austria… La “N” del Regno d’Italia ha il trattino obliquo inclinato da sinistra in basso verso destra in alto (!) .. non ci facciamo conoscere!

Proseguiamo ancora qualche km, sino alla “passerella” di metallo che consente alle biciclette di superare il fianco di una ripida parete. Capolinea. Torniamo a Primolano dove alle 17,39 ci aspetta Alessio con il suo bici bus.

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A Primolano ci concediamo un po’ di ristoro presso una vecchia trattoria, “di quelle che non ce ne sono più”. Pavimenti e mobilio in legno “antico”, di quello vero, arredo semplice e spontaneo come la cortesia dei due ragazzi che la gestiscono: “Locanda Italia” si chiama (Piazza Leone 1, Primolano – Cismon del Grappa (VI), www.locandaoitalia.org, tel. 342 3946600). Come biglietto da visita ci offrono dei segnalibri, sui quali reclamizzano il loro piccolo locale e sui quali sono raffigurati quadri famosi (Michelangelo, Raffaello, Botticelli): già questo la dice lunga …

Alessio al lavoro: ottimo autista, ottima Persona!

Insomma, si risale sul bus e si collabora con Alessio, alle varie fermate, per scaricare e ricaricare le biciclette che intralciano lo scarico di quelle di chi deve scendere a ciascuna fermata.  Alle 19,30 arriviamo a Trento, per niente stanchi e soprattutto contenti della bella giornata trascorsa. Grazie, PAT, grazie Alessio! Torneremo, questa volta senza biciclette, per visitare la Grotta della Bigonda (Grigno, TN) e le Grotte di Oliero (Oliero, VI), queste ultime 10 km circa prima di Bassano. Vi telefoneremo, raga di Primolano, per prenotare un pasto “all’antica”.

Quanti Km? Solo 38, ma tanto sole , tante belle soste e tante foto!

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