FERRAGOSTO A VELA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Agosto, 2018 @ 4:30 pmDetto altrimenti: sole al nord … approfittiamone! (Post 3191)
(Non stupitevi se scrivo di cose frivole il day after il crollo di Genova: ne ho trattato il post prima e quello dopo, e ancora continuerò a scriverne)
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La perturbazione si è spostata al centro sud. Mi dispiace per loro. Sul Garda un residuo di fronte freddo ci ha garantito un vento vivace da nord (15-20 nodi, pari a 27- 36 kmh), poi sostituito verso mezzogiorno dalla consueta Ora da sud. La mattina presto quindi, “Via col vento”!
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Con me ci sono tre amici: Gianfranco, Annalisa (entrambi esperti velisti) e Carmen (quest’ultima alla sua prima esperienza a vela!): con un equipaggio quasi al completo possiamo armare lo spinnaker e il mio Fun vola!
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Arriviamo a Capo Reamol e poi su, controvento (di bolina), fino ad incrociare la folla dei surf a Torbole e quindi a Riva del Garda per ormeggiare dove normalmente è vietato: nel Porto Catena, in attesa della processione dell’Assunzione (la Chiesa di Riva è dedicata all’Assunta) e della benedizione del Vescovo Tiso. In quel momento, i marinai di ogni imbarcazione, in segno di saluto e resa degli onori secondo l’usanza della Marina Militare, alzano i remi.
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Davanti alla nostra prua è ormeggiata la barca di amici, un Grand Soleil. Poi se ne affianca una seconda, “Nadir”. Dopo la cerimonia rientriamo in Fraglia Vela Riva a motore: la Polizia di Stato ci vede ma non ci contesta alcuna infrazione: oggi è nel Porto Catena è consentito l’ormeggio e la breve smotorata …
Buon Ferragosto a tutte e a tutti!
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P.S.: Il Fun (Formule un) è una barca francese (Jeanneau), monotipo da regata: lft m7,50; stazza 2,8 tons; dislocamento 1 ton; fiocco (autovirante) 8 mq; genoa 16 mp; randa 16 mq; spinnaker 40 mq; carena planante; deriva mobile a baionetta; sartie volanti; equipaggio in regata: 4 persone; nome di battesimo, Whisper (“bisbiglio, sussurro”); numero velico ITA 526.
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CROLLA IL VIADOTTO MORANDI A GENOVA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Agosto, 2018 @ 1:40 pmaltrimenti: inimmaginabile, eppure …. (post 3290)
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Sono nato a Genova nel 1944 e ci ho abitato fino al 1976. E’ accaduto l’incredibile: la campata centrale – 200 metri – del nostro “Ponte di Brooklin” è crollata oggi poco prima di mezzogiorno. Si tratta del maggiore viadotto autostradale del sistema ligure, quello che collega le due riviere di levante e di ponente. Per passare est-ovest-set occorre inserirsi nella viabilità ordinaria (caos!) o percorrere un anello autostradale di un’ora e mezza (Ovada-Alessandria). Chi proviene da nord, se diretto a ponente, potrà percorrere la Ovada-Voltri. Chi invece, sempre provenendo da Nord, vorrà andare verso Livorno, non sarà interessato dall’interruzione. La peggiore, vera, gravissima e irreparabile interruzione è tuttavia di gran lunga quella della vita e della salute dei morti, dei feriti e dei sopravvissuti.
Ora inizierà la caccia ai responsabilità come se un esito positivo di questa pur doverosa inchiesta possa spostare o risolvere il problema. Il vero problema sta nel ritardo della revisione delle priorità di spesa; nel non attribuire centralità a problemi che la richiederebbero; nel governare solo a valere sulle somme disponibili, perchè quelle impegnate non si toccano. Nel post precedente (Servizio militare obbligatorio), da me pubblicato poche ore fa, ricordavo che la spesa annua destinata alla difesa idrogeologica del territorio di circa 70 milioni di euro l’anno, mentre una uguale somma viene destinata al al giorno alle spese militari. Ora, intendiamoci: non è detto che la causa del crollo sia stata la pioggia o un terremoto, ma di certo la mancanza di una manutenzione ordinaria e straordinaria che avrebbe potuto-dovuto accertare PRIMA la debolezza della struttura.
Nato a Genova, dicevo, e da trent’anni residente a Trento, dove sono stato per anni Vicepresidente dell’Interporto e azionista e Consigliere di Amministrazione del Geie ATT3 per il traforo del Brennero. Queste mie esperienze lavorative mi consentono di evidenziare un possibile rischio locale e cioè la tenuta dei ponti dell’A22-Autobrennero a nord di Bolzano rispetto alla enorme mole di traffico pesante che stanno sopportando, mole forse non prevedibile e non prevista in fase di progettazione. Al che mi chiedo se non sia il caso di effettuare comunque e d’urgenza una serie di ulteriori controlli e di interventi ordinari e straordinari sull’A22, prima che si possano verificare incidenti di sorta. Inoltre occorre completare l’autostrada Valdastico e potenziare il servizio intermodale a Rovereto e a Trento, per bloccare il traffico pesante eventualmente non smaltito dall’intermodalità veronese e spostarlo dalla gomma alla rotaia.
Resta il problema politico generale (romano e locale) della revisione e dell’aggiornamento delle priorità di spesa e di investimento e del riesame circa il mantenimento o meno di tutte le spose impegnate, ove si registrasse una variazione nell’ordine di dette priorità .
P.S.: Il viadotto crollato aveva 51 anni di età . Il ponte di Brooklin ha 135 anni.
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SERVIZIO MILITARE OBBLIGATORIO?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Agosto, 2018 @ 7:42 amDetto altrimenti: e ci risiamo con gli otto milioni di baionette! (post 3289)
Democrazia a rischio
Non bastava il referendum propositivo senza quorum + l’obbligo di calendarizzazione per il parlamento + il vincolo di mandato per i parlamentari. Non bastava tutto ciò a chi vuole trasformare la democrazia in una oligarchia, quella dei capi della rete. No, adesso la nuova proposta: reintrodurre il servizio militare obbligatorio.
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A suo tempo (1968-1970) io lo feci, ero Sottotenente di complemento nella Brigata Alpina Tridentina. Quando ancora ero allievo ufficiale, il Capitano mi chiese quale fosse secondo me l’utilità del servizio militare: io risposi che l’utilità doveva essere valutata sotto quattro aspetti: rispetto allo Stato, rispetto al singolo, in assoluto e in relazione ad utilità alternative. Oggi dico che la maggiore utilità sarebbe in favore delle gerarchie dell’esercito: più soldati, più ufficiali, più generali. Ecco, questa proposta mi sembra un tentativo di guadagnarsi l’appoggio delle Forze Armate.
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All’atto pratico: quanto ci costa riattivare tutte le caserme ormai dismesse? Quanto arruolare, addestrare e mantenere una massa enorme di soldati di leva, molti dei quali saranno, come per il passato, a ciondolare nei cortili, a girovagare da un capannone all’altro in cerca del migliore imboscamento? (N.B.: non mi riferisco alle Brigate Alpine, corpo altamente specializzato). Oggi spendiamo circa 70 milioni di euro ALL’ANNO per la difesa idrogeologica del suolo, ed una uguale somma AL GIORNO per gli armamenti: di quanto ulteriormente crescerebbe questo S-bilancio? In tutto il mondo ci si sta muovendo verso eserciti di volontari specializzati, motivati e ben retribuiti. Noi no, noi vogliamo gli otto milioni di baionette.
Ma insomma, dopo tutti uniti contro i meridionali!”, “Tutti uniti contro gli immigrati!” adesso “Tutti uniti alle armi: chi ha un ferro l’affili!. Ma i nostri problemi sono ben altri (v. post precedente). Basta con questi appelli alla pancia degli Italiani!
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IMMIGRATI E COLONIZZATORI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Agosto, 2018 @ 6:39 amDetto altrimenti: problemi veri e falsi problemi      (post 3288)
Noi Italiani stiamo subendo una pesante colonizzazione e non è certo quella degli arrivi degli immigrati. A me pare che la priorità da governare dovrebbe essere un’altra, quella che sta subendo il territorio UE e quindi anche italiano e molte nostre imprese italiane. Vediamo di che si tratta.
- Solo 150 anni fa noi Europei abbiano fatto ben due guerre alla Cina, “rea†di vietare l’importazione dell’oppio fatto coltivare dalla GB nella sua colonia india dagli schiavi (coolies) locali. La Cina, sconfitta, dovette accettare umilianti contratti commerciali e la cessione alla GB dell’isola di Hong Kong. Iniziò così l’imperialismo europeo in Cina.
- Per risanare le proprie finanze, la Grecia ha dovuto vendere il porto del Pireo (azienda in attivo) alla Cina. L’imprenditore cinese acquirente dopo avere incrementato volumi di affari e utili dal 70 al 90%, sta ora dimezzando gli stipendi ai lavoratori greci e sta colonizzando altre aree del paese.
- La Cina sta investendo molto su altri canali di penetrazione commerciale in Europa (ad esempio a Genova). Il fatto può essere descritto e presentato in due modi dal significato opposto: 1) successo dell’attrattività italiana verso investimenti esteri; 2) colonizzazione del nostro Paese.
- La Cina, e non solo lei. Molti marchi famosi del nostro made in Italy sono ormai di proprietà estera. Ciò viene descritto e presentato in due modi dal significato opposto: 1) “Ci siamo internazionalizzatiâ€; 2) colonizzazione del nostro Paese. Anche alcuni nostri “piccoli†imprenditori. Conosco personalmente casi in cui, dopo avere sviluppato prodotti e mercati, nostri piccoli imprenditori hanno venduto la loro azienda a stranieri (nei casi che conosco: USA e Arabi) incassando un prezzo molto elevato e ottenendo per di più un ricco contratto di dirigente o di consulente. Altri hanno portato la loro holding all’estero.
- Gli USAÂ non vogliono un’Europa forte: Trump sta facendo di tutto per indebolirla, anche “attraverso” la Turchia.
- Molti, troppi giovani cervelli italiani migrano all’estero e – fra l’altro – possono diventare strumento di questa colonizzazione di ritorno.
A maggior ragione quindi servirebbero gli Stati Uniti d’Europa, se non altro per governare questa ondata di ritorno ed evitare che da ex colonizzatori ci si trasformi in colonizzati. Altro che “liberiamoci dai vincoli dell’UE, riprendiamoci la nostra sovranità !†Una simile visione politica pensa solo alle prossime elezioni (si veda l’andamento positivo dei sondaggi) e non alle prossime nostre generazioni. Il successo della politica attuale è basata sulla “percezione sensoriale†che induce nell’elettore ma che gli impedisce di avere una visione d’insieme dei fenomeni: invece di stare su di una alta scogliera ed avere la visione d’insieme del mare, siamo stati condotti a nuotare in questo mare, per cui del mare dei problemi abbiamo il massimo della percezione sensoriale (il salino sulle labbra: “Via i neri dal mio quartiere!”) ma nessuna visione d’insieme dei fenomeni di medio periodo.
Alcuni amici mi scrivono: “Riccardo, hai ragione, ma i tuoi ragionamenti sono indirizzati al cervello mentre la massa ragiona con la pancia”. Be’ raga, io so fare questo, e ci metto il cuore: poi ognuno cammini con le sue gambe finchè ha fiato (e così il quadro anatomico è completo!). Il fatto è che dobbiamo classificare i problemi secondo ascisse e ordinate: in ascissa l’urgenza, in ordinata il peso specifico. Nel far ciò, dobbiamo riuscire a convincere la gente a non farsi ammaliare dal canto delle Sirene Politiche della  terza dimensione, quella della “panciosità ” dei problemi.
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I SOCI FIAB RACCONTANO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Agosto, 2018 @ 3:46 pmDetto altrimenti: Riva del Garda – Campi  (post 3287)
Da 73 a 672 metri in 11 km. Da Riva del Garda prendete la strada che sale al Passo del Ballino “via†il paese di Pranzo (l’altra passa dal paese di Tenno). Dopo Pranzo (anche se è mattina: intendo superato il paese di Pranzo!) bivio a sinistra per Campi. E’ già una discreta salita. Ora altro bivio: diritti in salita ripida verso Malga Grassi (1056 m) o prendere a sinistra esplorando un nuovo percorso, la Via della Pinza. Me ne hanno parlato alcuni amici: “E’ un po’ ripida ma si passa …â€. Vada per la Pinza. Ho una e-mtb, sono abbastanza allenato, pneumatici scolpiti, è discesa … che problema ci potrà mai essere? Pertanto a quel bivio prendo a sinistra, una strada asfaltata in pianura che, superata una chiesetta si restringe (v. foto a lato), diventa più ripida ed infine non è più asfaltata.
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La prima metà del percorso è sterrata, molti i sassi, moltissimi i ciottoli, alcuni “strappi†ripidissimi. In alcuni punti, i più ripidi, la pista è cementata. Talvolta smonto e proseguo a piedi: infatti sono solo e un incidente potrebbe essere pericoloso. Si pedala in mezzo al bosco. Ogni tanto si respira nel senso che il sentiero spiana. Procedo lentamente, con molta cautela. A metà percorso i resti di una chiesetta del 1270: “San Giovanni alla Pinzaâ€. Da qui la pista è tutta cementata, pendenza circa il 40% e oltre.
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Sotto di me, Riva del Garda: se cadessi sfonderei il tetto di una qualche casa, Â penso fra me e me! I freni tengono, io anche. La consiglio solo a ciclisti di mtb esperti. Se poi la volete fare in salita, occorrono anche due ottime, ottime gambe!
Good e-bike everybody!
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IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Agosto, 2018 @ 3:11 pmDetto altrimenti: una mia lettera ad un quotidiano locale      (post 3286)
Egregio Direttore, questo è veramente il governo del cambiamento. Solo che mi pare che si stia cambiando in peggio: infatti, dopo che è stato promesso tutto a tutti (un novello Paese dei Balocchi), i novelli Mangiafuoco ci stanno trasformando tutti in asinelli, perché alle parole stanno seguendo i (mis)fatti. Ne elenco alcuni.
Si rimprovera alla Fornero di avere sbagliato i conti degli esodati, ma ora questo governo i conti non li si fa per nulla: a farli è rimasto solo il Presidente dell’INPS Boeri, ma il governo dice che i suoi sono “numeriniâ€.
Sui vaccini arriva l’obbligo facoltativo: torniamo indietro di secoli.
I nostri giovani (eccellenti) laureati emigrano all’estero? E il governo si occupa degli immigrati.
La politica del governo fa crescere lo spread? Basta invertire causa ed effetto e dichiarare (Giorgetti) che “ci si attende un attacco della speculazione finanziariaâ€. Italia come Turchia: loro hanno Allah, noi forse potremmo provare con San Gennaro. Ma no, cosa dico? Un altro sponente di quel gruppo – vicepremier – dice che non è vero: nessun attacco all’orizzonte …
Il servizio militare è volontario? E il governo lo rivuole obbligatorio. Ma quanto ci costerà ?
Europa: il governo dice: rispetteremo i vincoli UE ma prima gli Italiani, cioè quei vincoli possono essere superati.
Il nostro premier si incontra con Trump che gli dice “Dovete esportare di meno negli USA e importare di più i nostri prodotti; dovete investire di più in armamenti Natoâ€. Trump a muso duro e il nostro premier sorride.
Ma la ciliegina è il progetto della “Democrazia direttaâ€. Alcuni di loro lo stanno ripetendo con insistenza: “Italiani, vi daremo la democrazia diretta, il Parlamento non servirà piùâ€. Ora, quel “diretta†è il participio passato del verbo dirigere, transitivo (cioè che richiede un complemento oggetto) e come tale ha sempre significato passivo: “diretta da …â€. Da chi, appunto? E’ presto fatto: si introduce 1) il referendum propositivo (oggi esiste solo quello per l’abrogazione di una legge, abrogativo): 2) si elimina l’esigenza che i proponenti siano un certo numero consistente (si elimina l’esigenza del quorum); 3) si stabilisce per il Parlamento l’obbligo di calendarizzare la proposta referendaria entro tempo brevi; 4) si introduce il vincolo di mandato per i parlamentari, ed il gioco è fatto: a legiferare sarà l’oligarchia che ha il controllo della rete attraverso la quale sono stati eletti i parlamentari, ridotti ad una schiera di soldatini ubbidienti. Chi sta organizzando tutto ciò ha capito che così come gli è riuscito il successo elettorale, con lo stesso sistema gli riuscirebbe un nuovo successo: quello della riunificazione del potere esecutivo con quello legislativo. Resterebbe poi da gestire il potere giudiziario, ma … ogni cosa a suo tempo, un passo alla volta!
“Democrazia” nei millenni ha assunto successivamente tre significati: potere sul popolo (democrator era il tiranno); strapotere del popolo; potere del popolo. Oggi mi pare che noi si sia avviati a passare dal terzo significato – quello odierno, il potere del popolo – al secondo: lo strapotere del popolo (della rete), per poi regredire al primo: il potere del gestore della rete sul popolo.
Ma … nel frattempo cosa succede? Il debito pubblico cresce, la produttività diminuisce, vien meno la fiducia degli investitori esteri: la soluzione? Usciamo dall’euro e diciamo che la nostra lira vale tanto, di più, molto di più! Peccato solo che l’Italia sia un Paese importatore di materie prime e di energia, peccato che quando la vorremo spendere all’estero, la nostra lira varrebbe poco, di meno, molto di meno.
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Ma loro vogliono cambiare, ignorando – o non avendo per nulla – l’esperienza di governo, di cultura e di vita che sarebbe necessaria. Vogliono cambiare la rotta alla nave Italia imprimendo alla barra del timone un movimento troppo brusco, con il rischio di spezzare l’asse del timone oppure – nel migliore dei casi – mandandone la pala in “cavitazioneâ€, con il solo effetto di rallentare molto la navigazione senza incidere minimamente sulla rotta.
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E dire che gli Italiani erano un popolo di navigatori …
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IMPOVVISAMENTE IL MARZO SCORSO …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Agosto, 2018 @ 7:17 amDetto altrimenti: dal marzo nazionale all’ottobre trentino … e non solo    (post 3285)
E’ anche vero che se ti abitui ad un quadro storto, ad un tappeto sfilacciato, alla fine non “vedi†più queste anomalie della tua abitazione. In questi casi l’osservazione di un tuo amico serve a far sì che tu rimedi a questo stato di cose. Ed ecco quindi l’aspetto positivo del “cambiamentoâ€, sempre che si cambi “in meglioâ€. Ma non è sempre così, purtroppo.
Io sono un velista e so che se alla barra del timone della mia barca (un Fun da regata, sette metri da corsa) imprimo un “cambiamento†troppo violento senza tener conto della regolazione delle vele, posso romperne l’asse o – nel migliore dei casi – la pala del timone entra in cavitazione e non sortisce altro effetto se non quello di rallentare l’andatura della barca senza che la sua direzione ne sia modificata. In altre parole, per modificare la rotta occorre tener conto della velocità e della condotta complessiva che la barca stava già avendo. Occorre cioè far tesoro di ciò che già si sta facendo ed operare correzioni graduali, progressive, globalmente coordinate.
E invece mi pare che ciò non stia accadendo né in Italia né nel mondo. Molti, troppi “timonieri†– in Europa, negli USA, in Turchia, in Italia imprimono colpi di timone violenti che ritengono “giustiâ€. Ma cos’è “giustoâ€? Per i Latini era giusto ciò che era secundum jus, cioè rispettoso della legge. Ma anche i nazisti rispettavamo la loro legge, eppure l’olocausto non è “giustoâ€. Oggi si tende (giustamente, n.d.r.) a trasformare il concetto di giustizia in quello di Pace: è giusto un comportamento che porta la Pace (in famiglia, nella società , nello stato, in Europa, nel mondo). In tal senso l’UE è giusta perché se non altro ci ha garantito 70 anni di Pace.
E la Pace è quella condizione che accontenta e scontenta un po’ tutti: è il frutto di un compromesso, non di una sopraffazione che Pace appunto non è. Il compromesso … ho già scritto su questo modo di agire che spesso – purtroppo – viene classificato come fatto negativo. E invece esso è il frutto positivo e salvifico dell’esperienza, della cultura storica, dell’esperienza di vita: il contrario dell’improvvisazione, dell’unilateralismo violento, del “prima noi†e gli altri si arrangino.
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Ecco … vedete … io sono favorevole ai giovani d’età e/o di governo, purchè non si alimentino solo di retorica, di slogan, di frasi ad effetto (effetto su chi, poi ..), di sorrisi stereotipati, purchè facciano tesoro degli insegnamenti della Storia antica e recente; purchè accettino di imparare dalla esperienza di vita altrui (visto che ancora non ne hanno di propria ). E invece c’è chi raddoppia i dazi; chi sostituisce i finanziamenti degli investitori esteri con le invocazioni al suo dio e chiede al popolo di versare allo Stato le sue riserve d’oro e di valuta pregiata (ma non s’era già vista questa operazione, qui da noi, nel ventennio …?); chi promette tutto e il suo contrario; chi “non scende a compromessiâ€; chi trasforma la posizione del premierato in un triunvirato …
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Sarò anche classista, lo ammetto … dai che alla mia tenera età di giovane nonno 74enne ci può stare … ma credo fermamente che la Storia sia Maestra di Vita (le lettere maiuscole non sono utilizzate a caso!) e credo che gli alunni della storia, cioè tutti noi, si debba ascoltare con attenzione le sue lezioni, con l’umiltà che si conviene ad ogni giovane allievo. Certo però che se vogliamo laurearci senza avere frequentato alcun percorso scolastico e di vita … be’ allora la vedo dura: la tesi di laurea che scriveremo sarà un miscuglio di improvvisazione, di ignoranza, di arroganza, di retorica, di violenza: sarà tutto tranne che “giustaâ€, ovvero sarà portatrice di tutto tranne che di Pace (le lettere maiuscole …). E se con una siffatta tesi di laurea taluno vuole governare da autocrate il centro e dal centro le periferie, allora occorre che le periferie reagiscano reclamando sempre di più la loro Autonomia: soprattutto quella di Pensiero.
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FOTO DEL GIORNO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Agosto, 2018 @ 6:46 pmDetto altrimenti: colta al volo      (post 3284)
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Ceniga (TN), conosciuta per il ponte romano che poi romano non è ma tant’è … Poco prima del pluri-fotografato ponte, per chi viene da nord, una fontana: oggi con gli attrezzi per fare la salsa di pomodoro alla vecchia maniera, con il passa-pomodori a mano. Sposto un poco la pentola, riempio la mia borraccia e apprezzo il “sentire e sentirsi†di quelle persone: la “cosa pubblica†è anche loro e giustamente la vivono.
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VIAGGIO IN ITALIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Agosto, 2018 @ 8:15 amDetto altrimenti: di Stefania Neonato      (post 3283)
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Si, vabbè, anch’io stavo viaggiando in Italia, dallo Stati Pontifico, al Granducato di Toscana, alla Repubblica Marinara di Genova (v . post precedente e oggi che sto scrivendo rientrerò nel Principato Vescovile di Trento) ma per Stefania quell’ “in†è stato l’equivalente del “to†inglese e del “nach†tedesco: verso l’Italia. Già , perché la pianista-fortepianista (Stefania è collezionista di fortepiani!). Stefania è insegnante all’Hoche Schule di Stoccarda (Quando si parla di fuga di cervelli …).
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Il concerto … nel Cortile Maggiore del palazzo Ducale, prestigiosa sede che si affaccia sulla centralissima Piazza de Ferrari, il cuore pulsante della città , per le 22,00, ma alle 21,30 tutti i 300 posti a sedere erano occupati. Le altre circa 100 persone si sono accomodate per terra, contro le colonne …
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“I notturni en plein airâ€, quarta edizione. E’ la seconda a che Stefania suona in questa rassegna e ogni volta è il pienone!
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Le previsioni del tempo davano “temporalone†alle 23,00 … e noi tutti ogni tanto ad inseguire con lo sguardo le note che salivano in altro, verso quelle nuvole … e invece no: il vento dell’armonia ha richiamato un altro vento, quello da nord ovest, che ha spinto il temporale verso il mare salvando il concerto. Qui a fianco, la bandiera sulla torre del palazzo che io – da velista qual sono – studiavo per capire come girasse il vento.
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Genova … come è cambiata da quando io l’ho vissuta, dal 1944 al 1976, quando la lasciai per Torino, Milano, Roma, Trento … per motivi di lavoro. La metropolitana, il centro storico da luogo della malavita (contrabbando, prostituzione, droga) a luogo della movida cittadina, il traffico (aumentato, ovviamente) … angoli prima dimenticati ora rivalutati … insomma: Genova, sei più bella: ora sei una bellissima città turistica. Noi stessi, cinque amici, prima del concerto, una focacciata al formaggio alla Tortuga, subito dietro la Porta Soprana, subito dietro la casa di Cristoforo (Colombo, of course!).
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Ma veniamo al concerto: preceduto da una chiara illustrazione di Stefania (“… Chopin non ha mai avuto un pubblico così numeroso!â€): 3 Mazurkas op. 50 – Scherzo in mi maggiore op. 54 – 2 Nockturnes op. 62 – 3 Ecossaises op. 72 – Grande valse brillante in mi bemolle maggiore op. 18 – Andante spianato et Grande polonaise brillante op. 22. Vicino a me, due file dietro, un tale – evidentemente musicista anch’egli – anticipava a voce le battute e alla fina applaudiva a squarciagola. Mi dispiace non essere un musicologo bensì un semplice musicofilo, perché in tal caso meglio saprei esprimere ciò che musicalmente significava la pelle d’oca mi assaliva … Si, è vero, devo confessarlo, Stefania è innanzi tutto una carissima amica, come pure sua madre Mirna Moretti, la mia “madrina†blogger, la persona che mi ha indotto a diventare un blogger … ma ciò nulla toglie all’elogio che tributo ad entrambe, figlia e madre, figlia musicista, madre grande lettrice, poetessa, artista dei sentimenti.
Viaggio in Italia, dunque, per tutti i presenti e anche per voi, care lettrici e cari lettori, che avete avuto la compiacenza di leggere queste mie semplici sudate carte elettroniche!
Trento, dove Stefania vive quando è in Italia, il 3 dicembre prossimo, insieme al soprano Maria Letizia Grosselli, sarà in concerto presso la nostra Associazione privata Accademia delle Muse: un privilegio raro! Grazie anche per questo, Stefania! E grazie a te, Maria Letizia!
P.S.: qui sul blog e ovviamente in internet troverete molto su Stefania e Maria Letizia … ed anche sulla nostra Accademia.
Altro P.S.: una mia vecchia poesiola …
Chopin
 Linee tenui di colori
innocui pastelli domestici
riscaldano il volo leggero
di uno scherzo di Chopin.     Â
Cascata di raggi di sole
le note
incalzano nella selva dei sentimenti.
Gocce di rugiada in autunno
stillano attraverso le fronde
di verdi speranze in attesa.

Stefania è anche studiosa e collezionista di fortepiani, il “ponte” fra il clavicembalo e il pianoforte
 L’ansia s’acqueta
adagiata nella poltrona dei sensi
e libera la fantasia
dalla silente prigione
dell’indifferenza.
 La mente corre
in un cielo limpido
cavalcando l’armonia
degli spazi dei suoni.
 Poeta di carta
invidio il Poeta dell’aria
e vivo
respirandone il dono.
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AI CONFINI…
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Agosto, 2018 @ 6:54 amDetto altrimenti: … DI ALTRI TEMPIÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â (post 3282).
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Granducato di Toscana, quello che ricevette l’Autonomia amministrativa ben prima del Trentino, quando Maria Teresa d’Austria lo diede al Duca di Lorena, per compensarlo del fatto che aveva ceduto alla Francia il suo Ducato (Alsazia-Lorena). E Leopoldo che fece? Fra le altre cose eliminò la tassa sulla carne, ampliò il porto di Livorno e bonificò la Maremma Grossetana: scusate se è poco!
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A sud il Granducato confina con lo Stato Pontificio, attualmente retto da Papa Francesco: il confine è segnato dal torrente Chiarone, poco a sud della più nota Capalbio. Al confine … a volte ti trovi di qua, a volte al di là , dipende dai punti di vista e dall’andamento tortuoso delle stradine che attraversano il territorio. I buoi, tuttavia, non fanno differenza: sono “Maremmani†e basta, grandi, dalle ampie corna, regali.
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La spiaggia … quelli del Granducato ne hanno attrezzata una, l’ultima nel loro territorio e l’hanno chiamata l’Ultima Spiaggia. E’ frequentata da molti politici romani … che però, recentemente, hanno iniziato a porsi il problema se sia il caso di continuare a frequentarla, visto che quel nome può essere politicamente frainteso … In ogni caso hanno fatto sì che ne fosse attrezzata una ulteriore, ancora più a sud, sempre entro i confini del Granducato che attualmente si chiama La Dogana: ora vorrebbero che i due stabilimenti balneari si scambiassero il nome, così loro potrebbero essere â€sdoganati†e quella per loro non sarebbe più l’ultima spiaggia …
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Il cibo, i sapori toscani si uniscono a quelli laziali. La gente toscana prende un po’ dai vicini e viceversa. Una sera al ristorante … una trattoria in Località Vulci (Comune di Montalto di castro, VT) casaledellosteria@gmail.com … Il capo cameriere-gestore di Buonconvento (SI), militare fatto a Trento: e ti pareva! Lì vicino, fra le tracce etrusche, un concerto di Fiorella Mannoia: per raggiungere in auto la trattoria abbiamo dovuto pre-fornire il numero di targa delle auto … Al tavolo a fianco del nostro, un compleanno: “Dai che ve la scatto io una foto, così del vostro gruppo non manca nessunoâ€. Detto fatto.
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All’uscita altri commensali impegnati in una digestiva partita a bocce nel piazzale delle auto. Il cielo si è rasserenato di una serenata di stelle in preparazione della notte di S, Lorenzo. I lampi minacciosi che avevano impensierito la Mannoia e la sua organizzazione si sono allontanati. Rientriamo nel Granducato, questa sera nella Serenissima Repubblica Marinara di Genova al concerto di Stefania Neonato nel cortile maggiore del Palazzo Ducale, domani nel Principato Vescovile di Trento.
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Ai confini … appunto!
Qui a fianco, uno degli ospiti dell’agriturismo sorpreso durante la siesta mattutina.
Finito di stampare nell’ottimo Agriturismo Corte degli Struzzi, in territorio papalino, Loc. Pescia Romana, Strada Tavolaro, 17 – tel. e fax 0766 830305 – cell. 338 5679220 - Noleggio biciclette, €10,00 al giorno – Addì 9 agosto 2018.
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