POLITICA: TRENTO – ROMA; ROMA – TRENTO; ROMA – … BOLZANO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2013 @ 6:37 am

Detto altrimenti: in un’ottica locale – una volta tanto, concediamocela! – va bene così …

Enrico Letta Presidente … Lorenzo Dellai Ministro o almeno Sottosegretario, ad esempio alle Regioni: il che vuol anche dire: Bolzano più “attenta” nei nostri confronti. Per far crescere insieme l’Autonomia viribus unitis … con azione e forze congiunte.

Comments Closed

NON FACCIAMO NOMI … ovvero SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA … PRIMAVERA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2013 @ 5:53 am

Detto altrimenti: cercateli voi i nomi … sulla stampa, su internet, è più avvincente! Che questa sia la nostra “Primavera … araba (fenice)” che rinasce dalle proprie ceneri? Ovvero: Forza Letta, liberaci dall’incubo: questo è il mio …

… POST DELLA LIBERAZIONE!

Uno dei tre arrestati. Carneade, chi era costui?

Tre personaggi operanti sui fondi della tesoreria di un partito politico sono stati arrestati. Fra l’altro avrebbero distratto 2,5 milioni di euro utilizzati per l’acquisto di uno yacht destinato al figlio di un noto politico (dicesi yacth grossa imbarcazione da diporto, ovviamente di lusso: infatti non esistono yacht per povera gente, non li fabbrica nessuno e tanto meno nessuno li acquista).

Nel frattempo, qua e là per il Paese, continuano le denunce e gli arresti per Consiglieri Regionali “distratti” nella imputazione “ a loro insaputa” degli scontrini dei loro acquisti privati, i quali, per una svista della loro segretaria, sarebbero stati inseriti nella nota spese di servizio! Ma guarda un po’ … queste segretarie …

Ben vengano quindi quelle che sembrano essere le priorità del Primo Ministro Enrico Letta ove riuscisse a formare il Governo: povertà, lavoro, moralità.

La punizione dei barattieri (Dante, Inferno XXII)

Moralità, appunto. Infatti l’Italia è come un grande yacht, questo sì con moltissimi poveri a bordo, alloggiati non nei ponti alti bensì nelle stive sottocoperta e anche nella sentina, come i nostri connazionali del secolo scorso che emigravano “nelle Americhe”. Yacht che rischia di essere affondato da siluri lanciati da tre sottomarini nemici: il primo, denominato “Barattieri”, comandato da chi utilizza il denaro pubblico a fini propri (collocati da Dante nell’Inferno, Canto XXII); un secondo denominato “Evaelusori” (fiscali, n.d.r.); il terzo che sulla poppa reca il nome di “Caste PA” ove PA sta per Privilegi Acquisiti.

E allora che fare? I passeggeri dei ponti alti sono pronti: hanno già indossato i giubbotti di salvataggio, si sono radunati nei punti di raccolta e sono pronti a salire – insieme alle loro valigiate di denaro – sulle potenti lance di salvataggio denominate “PF 1, 2, 3 etc.” ove PF sta per Paradiso Fiscale.

No, mai più come nel secolo scorso!

Ma, coraggio, non è escluso che lo stesso Comandante Letta con abile manovra eviti i siluri e quindi decida di abbordare i tre sommergibili, inoffensivi in quanto senza più siluri da lanciare e per di più immobili sulla superficie del mare avendo esaurito le scorte di carburante, e decida quindi di passare al setaccio tutti i membri di quei tre equipaggi … tutti, e non uno qua ed uno là, pescato quasi a caso, ma tutti tutti …

Le strisce! Mettiamole le strisce!

Come fare però ad impedire che le lance di salvataggio PF raggiungano indenni i loro porti di destinazione? Bè, se si costituissero gli Stati Uniti d’Europa e se si stipulasse un accordo con i preesistenti USA, le due confederazioni potrebbero vietare qualsiasi tipo di rapporto (finanziario, bancario, economico, etc..) con i Paesi terzi che non avessero adottato le stesse regole nelle materie bancaria, finanziaria, fiscale, del lavoro, dei diritti civili, della libertà religiosa, della parità dei sessi, etc..

Ma che succede? Guardo l’orologio … sono le ore 05.53  di mattina … stavo sognando … peccato …. mi sono svegliato …. il sogno era così bello … ma no, dai, che lo stesso padre Dante ci insegna che “presso al mattin del ver si sogna” ! Allora tutto non è perduto! Forza Letta (Enrico, s’intende … ).

Comments Closed

L’ORSA DELLA VIGOLANA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2013 @ 2:47 pm

Detto altrimenti: per i non Trentini … ma anche per i Trentini

… al teleobiettivo!

“Finchè ghe l’Orsa su la Vigolana no te cavar la maglia de lana” … detto trentino. L’orsa, una macchia scura non innevata sulla Vigolana, una delle montagne che incoronano la città di Trento, figura che ovviamente con il disgelo scompare. Questo detto locale mi ha affascinato  sin dai primi giorni nei quali i nuovi amici Trentini avvertirono me, venticinque anni fa, che arrivavo per lavorare e vivere a in questa bella città. Insomma, mi ha ispirato una poesiola. Ora, vi chiederete, nasce prima la poesia o la fotografia? In questo caso, “queste” fotografie sono “nate” solo oggi, 24 aprile 2013, ben dopo quindi la poesia.

(se cliccate sulle foto si ingrandiscono!)

 

L’Orsa della Vigolana

Pascoli bianchi
nutrono fauci protese sui fiocchi di neve
ferma a riposare al sole
prima di scavarsi la strada
verso le vene preziose
del monte.

… senza teleobiettivo!

E vigile
monti di sentinella
all’inverno
che circonda di freddo
la bella città
accovacciata
i tuoi piedi.

E quando
di nuovo
il sentiero
ritorna a calcare il passo dell’uomo
ormai sgombro di neve
tu
schiva
scompari alla vista
e ti ascondi
nel folto di pensieri
che invano
alzato lo sguardo
ti cercano
attenti.

Comments Closed

LA COOPERAZIONE, QUESTA (ANCORA) SCONOSCIUTA (DA PARTE DI ALCUNI)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2013 @ 6:47 am

Detto altrimenti: cooperare, in ogni campo … quello che ci manca oggi

Don Guetti

L’Associazione Culturale Lavisana presieduta dal Dottor Daniele Donati (di concerto con il Comune di Lavis e l’Associazione Lavistaperta), dopo averci illustrato in precedente serata la vita e l’opera cooperativa del Lavisano Don Grazioli, il quale in materia di cooperazione si ricollega all’azione del fondatore della cooperazione, Don Lorenzo Guetti (nato a Vigo Lomaso), organizza una seconda

Lavis, il monumento al concittadino Don Grazioli

Serata sulla Cooperazione Trentina, Giovedì 2 maggio ore 20,30 nell’Auditorium della Biblioteca di Via F. Filzi, 21 – Lavis. Oratori: Luciano Imperadori e Diego Schelfi rispettivamente sui temi “Dalla storia della cooperazione una proposta anticrisi”  e “Qualità e futuro della cooperazione”.

Cooperazione, co-operare, operare insieme per il bene comune, ciò che sembra mancare oggi, ciò alle cui radici potremmo e dovremo (sic, potremmo e dovremo) rifarci per uscire dal tunnel della attuale “società dei Ciclopi”, una “non società” nella quale ognuno vive solitario, pensa solo a se stesso, per ricreare invece la “civiltà dell’isola dei Feaci”, sulla quale approdò Ulisse nel suo peregrinare, trovandovi mura ben erette, leggi rispettate, campi coltivati, convivenza serena ed operosa.

Noi … errabondi come tanti moderni Ulisse, che da troppi anni (ben più degli “anni di Ulisse!”) stiamo navigando verso la nostra Isola, ma che una volta siamo fermati dal canto ammaliante delle improbabili promesse elettorali del “tutto va ben madama la marchesa”; altra volta fermati dalla spinta repulsiva contraria di “venti nuovi”, ribelli, sconosciuti alla “Rosa dei venti” che eravamo addestrati a governare …

… noi non possiamo mancare a questo appuntamento. Una riflessione sull’argomento potrà solo farci del bene.

1 Comment »

GRUPPO DI LETTURA MARIA LIA GUARDINI – BIBLIOTECA DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Aprile, 2013 @ 2:48 pm

Detto altrimenti: cultura, insieme di conoscenze, a Trento …

Oggi, seconda ed ultima lectio magistralis della nostra Prof Maria Lia Guardini, prendendo spunto dalle Metamorfosi di Apuleio.

Prossimi appuntamenti : martedì 7 e 21 maggio 2013, ad ore 10,00, presso la Biblioteca Comunale di Trento, Via Roma, 55, Sala degli Affreschi, primo piano, entrata libera, rispettivamente sulle Bucoliche e sulle Georgiche di Virgilio.

All’interno del romanzo di Apuleio, le favole. In particolare Amore e Psiche che può essere letta come autonoma fiaba di magia. E in questa magìa, una delle prove cui Venere sottopone Psiche, di rimettere in ordine un miscuglio di semi diversi, ci porta all’esigenza (dell’autore? del lettore?) di mettere ordine fra le idee, sue, nostre.

Al che sorge una domanda: come veniva percepita l’opera ai suoi tempi? Ecco il problema (“problema”: dal greco, “masso posto davanti ai propri piedi”): il problema della ricezione nella comunicazione letteraria che si articola in emittente (autore), messaggio (opera), destinatario (lettore). Il problema si pone innanzi tutto per lo stesso autore, destinatario dei suoi stessi messaggi, che talvolta gli giungono inaspettati, imprevedibili. Potremmo parlare di letture non preordinate (per sè e per gli altri) dall’autore.

Corfù, l’isola dei Feaci

Oggi diamo per scontata l’esistenza di “concetti” che invece sono “nati” nel tempo. Ad esempio, la discussione sule varie forme di governo … già nell’Odissea ve ne sono i germi di questa “filosofia”: i Feaci presso la cui isola approda Ulisse, hanno mura cittadine, leggi non scritte ma ben osservate, lavorano i campi, hanno dei e li rispettano, coltivano la pesca e la navigazione, convivono in società. I Ciclopi: tutto il contrario di ciò. Ora, probabilmente Omero non aveva intenzione di scrivere un trattato sulla politica, cioè sull’arte del governo della convivenza. E invece …

Alberto Moravia

In tempi più vicini a noi, Alberto Moravia, dopo avere scritto “Gli indifferenti” ed essersi sentito dire che quel suo lavoro rappresentava l’inizio del neorealismo, in un articolo su Corsera ebbe a dichiarare che non aveva avuto né quella consapevolezza né tanto meno quell’intento.

E Umbero Eco, nelle postille a “Il nome della Rosa”, ebbe a dire che era stato incuriosito dal fatto che il suo lavoro venisse letto in varie ottiche, come opera storica, come gioco di paragrammi (?) o altro.

Noi non possiamo sapere se il Manzoni, inserendo il “romanzo della monaca di Monza” all’interno del romanzo “I promessi Sposi”, avesse avuto presente l’inserimento di “Amore e Psiche” all’interno delle Metamorfosi. Tant’è… we cannot help ourselves noting … non possiamo fare a meno di notare che esiste una “idea di letteratura” che si impone agli autori, in secoli e luoghi assolutamente diversi e quasi sicuramente non comunicanti.

E che dire dell’ultima prova cui Psiche è sottoposta da venere, la discesa agli inferi? Innanzi tutto che essa è una parodia delle discese agli inferi della serie mitologica precedente. E poi, che Dante Alighieri avesse letto Apuleio?

E ancora, della “proibizione di” aprire il vaso di Pandora; di non voltarsi a guardare la Gorgona; di non ascoltare il canto delle sirene; di non aprile la fiala di Venere (Psiche); fino al nostro divieto divino di “non mangiare la mela nel Paradiso Terrestre? Desiderio di conoscenza per le menti più elevate. Per gli altri curiosità.

Ecco la modernità dell’opera di Apuleio.

Livio Andronico

Ma veniamo al latino, alla letteratura latina. Essa nacque tardi, sulla scia della letteratura greca, tant’è vero cha la prima opera in latino fu scritta da un Greco, Livio Andronìco che tradusse l’Odissea di Omero. Infatti i Romani erano “scarponi militari”, se si pensa che nei due secoli antecedenti Augusto, essi furono sempre in guerra, sino alla creazione della maggiore superpotenza militare imperiale mondiale dell’epoca. La letteratura inizia a nascere quindi solo alla fine delle Guerre Puniche.
Nata tardi, cresce in fretta ed in fretta muore, salvo restare appannaggio delle classi elevate, colte (Dante Alighieri, Galileo Galilei) e della Chiesa.

Virgilio

Prendiamo l’inizio dell’Eneide di Virgilio: “arma virumque cano”, canto le guerre (Iliade) e l’uomo (Odissea): prima il viaggio di Enea da Troia al Lazio e poi le sue guerre nel Lazio. Imitazione ma non solo: anche emulazione, cioè “cerco di fare del mio meglio, se posso anche meglio di te”.

Bucoliche, una raccolta di ecloghe, singoli componimenti “scelti” dal greco echlego, scelgo (da cui il nostro eclettico). Componimenti scelti dallo stesso autore fra tanti altri sui scritti, una sorta di antologia anzos – lego, raccolta di fiori (letterari). A imitazione di Teocrito, argomenti che riguardano i pastori: bukoloi, pastori, appunto, in greco. Quelli di Teocrito vivono ambienti mediterranei: sole, aria limpida. Quelli di Virgilio sono “padani”, ma hanno la schiena diritta, non “puzzano”, sono colti, sensibili. Perché? Qui sorge il problema del rapporto fra il potere e la letteratura. Infatti a Virgilio talvolta è stato attribuito il ruolo di poeta vate, nel senso di essere il cantore della politica agricola di Augusto, il quale, dopo la battaglia di Azio, aveva espropriato i latifondisti per creare una ampia classe media agreste di piccoli proprietari terrieri.

Dieci minuti filati … senza pausa pranzo! In Toscana direbbero: “Te sì che se’ n’omo, miha la tu’ sorella”

Soprattutto in tal senso operò il Minculpop dell’epoca, retto dal ministro Mecenate. del resto, qualche anno dopo, la cosa si ripetè, con l’invio dei nostri contadini in Libia e soprattutto con Benito Mussolini a mietere il grano a dorso nudo..

Ma Virgilio crede in quello che scrive. Celebra il mito di Roma più che la sua storia. Non è servile.

Le Bucoliche hanno una loro geometria simmetrica. Sono dieci. Quelle pari, scene e dialoghi. Le dispari, narrative. La decima è di commiato. La quinta, centrale, è la “Dafni”, poeta e cantore bucolico. La prima e la nona, autobiografiche. La seconda e l’ottava, lamenti d’amore. La terza e la settima, gare poetiche. La quarta e la sesta sono anomale rispetto al canone della poesia bucolica, la quarta soprattutto,  quella del “puer” , del bambinello che deve nascere … ci fa pensare alla profezia della nascita di Gesù.

Comments Closed

FRA IMBECILLI CHE VOGLIONO CAMBIARE TUTTO E MASCALZONI CHE NON VOGLIONO CAMBIARE NULLA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Aprile, 2013 @ 7:59 am

Detto altrimenti: una frase … non è mia, l’ho sentita alla radio … però … mica male … ecco, vedete, ci sono cascato anch’io … in questo momento mi sento un po’ Padre Zapata, il quale …. (completate voi la frase!)

Infatti sto riflettendo: sono frasi ad effetto che attirano l’attenzione, il che è un buon inizio; fanno sorridere, il che è cosa buona; fanno riflettere, il che è cosa ottima. Tuttavia mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e di lettori una riflessione: forse è giunto il momento di smettere …

1. di usare frasi e termini ad effetto del tipo: inciucio, golpettino, siete assediati, meno male che Tizio c’è, etc.;
2. di assumere comportamenti ad effetto, quali ammiccamenti, atteggiamenti di supponenza, di superiorità, paternalismi, etc.;
3. di rispondere ad una domanda con una domanda, come dicono facessero i Gesuiti (domanda ad un Gesuita: “Padre, è vero che i Gesuiti ad una domanda rispondono con un’altra domanda?” Risposta: “Chi te lo ha detto”?)
4. di non rispondere con precisione a domande precise.

Non rispondere alle domande … non ci avevo mai pensato … ma una volta, quale responsabile di una sua Spa, stavo riferendo ad un Consiglio Comunale, forte del fatto mio, del mio operato e dei miei risultati. Mi fecero una serie di domande. Una di queste, che formalmente avrebbe potuto apparire una critica al mio operato, mi avrebbe portato invece a far emergere l’inefficienza dell’azionista (cioè della maggioranza al governo del Comune). Un assessore seduto al mio fianco mi sussurrò: “A questa domanda non rispondere”. Io restai “basito”, risposi a tutte le domande tranne che a quella. Mi stavo aspettando una protesta da parte dell’interpellante. E invece non accadde nulla.

Don Lorenzo Milani

Ecco … e invece occorre formulare domande precise, esigere risposte precise, riformulare, se del caso, domande successive a fronte di risposte successive. Con precisione, specificità, chiamando le cose con il loro nome (le parole sono pietre, firmato Don Milani). Senza divagare, senza distrarsi, senza accontentarsi, senza pasticci logici (del tipo: “Il bilancio è da approvare! No, oggi piove, quindi è da bocciare!”)

Chiamare le cose con il loro nome: ad esempio: gli sprechi di denaro delle tesorerie di partiti sono furti di denaro pubblico; le fondazioni create ed utitilizzate dalle citate segreterie sono strumento di “sottrazione ad ogni controllo” del denaro pubblico; i benefit dei parlamentari sono inaccettabili e insostenibili privilegi medievali; il non aver fatto le riforme pur avendo la maggioranza è malafede; i diversi calcoli del numero di esodati e cassintegrati sono errori imperdonabili; la maggioranza è tale rispetto a quale base? Degli Italiani? Dei votanti? Degli iscritti ad un partito, ad un MoVimento? Dei partecipanti ad una consultazione web?

E non accettiamo che il contenuto di una risposta sia trasformato in un “contenuto di atteggiamento”.

Precisione, serietà, onestà intelletuale. Proviamoci un po’ … hai visto mai … dicheno a Roma …

Comments Closed

IL DISCORSO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Aprile, 2013 @ 6:29 pm
GRAZIE PRESIDENTE!

Detto altrimenti: grazie, Presidente! Era tanto che non ero orgoglioso di essere Italiano! Grazie! Il testo e i commenti? Domani sulla stampa nazionale ed estera.

Io mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori solo una sottolineatura: in parlamento, nei partiti, nei movimenti, nessuno si può sottrarre alle sue responsabilità, nessuno può sentirsi escluso dalle severe, concrete, precise reprimenda del Presidente.
1. Non chi, padre della legge elettorale della ingovernabilità, dopo avere negato l’insorgere della crisi e dopo “non aver vinto” anche “grazie” alla sua stessa legge, da qualche mese si vanta di avere proposto le “larghe intese” quale cura alla malattia che lui stesso ha procurato.
2. Non chi, avendo ampia maggioranza,  avrebbe potuto e dovuto fare le riforme ma non le ha fatte.
3. Non chi applaude alla critica del Presidente contro l’immoralità dilagante (anche contro l’amoralità, n.d.r.) e ne è responsabile o corresponsabile.
4. Non chi ha detto: “Mai con quella coalizione”.
5. Non chi ha detto. “Mai con quel partito, occorre un cambiamento”.
6. Non chi dice: “Mai con chiunque altro”, confonde la piazza con il Parlamento e non ha applaudito il Presidente.

I nomi di tutti questi “chi”? Metteteli voi, lettrici e lettori del blog! Io ripeto solo: grazie, Presidente Napolitano, grazie!

E la pars costruens? Eccola! Dice il Presidente: io non sono qui per prendere atto della ingovernabilità, ma per far sì che si governi  E state attenti che non sto scherzando (non uso il virgolettato perchè sto citando a memoria).

Ma… Grillo dice che la Repubblica è morta. Grillo …. Grillo chi?

3 Comments »

UN POST D’INTERVALLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Aprile, 2013 @ 9:08 am

Detto altrimenti:  dai ridiamoci sopra … saremo più lucidi, più sereni …

 

E’ stato messa a punto il nuovo modello FIAT, progettato da Marchionne per sconfiggere la concorrenza asiatica e tedesca. Il nostro inviato, camuffandosi da giardiniere di passaggio, nascondendo la macchina fotografica dentro una caciotta di formaggio, è riuscito a carpire questa preziosa, inedita immagine. Nulla ancora si sa sulla carrozzeria che verrà scelta: decapottata, cioè proprio senza capote o “senzavolume” nel senso che sarà tutta piena di spazi vuoti, con seduta esterna all’auto stessa, anzi in piedi.

 

 

 

 

L’ingegnere collaudatore: “Via da lì davanti, non ho i freni …”

Si tratta ancora di un prototipo sul quale i tecnici stanno ancora apportando qualche ultima modifica: in particolare si deve intervenire sui freni, che ancora lasciano a desiderare. Colpisce la meccanica semplice, retrò (meno c’è meno si guasta) e la rivalutazione di marchi e modelli del passato. La manutenzione è stata ridotta al minimo: basta una tettoia di canne intrecciate (meglio se di plastica o di lamiera) per proteggere il prototipo dalla pioggia.

 

 

 

 

 

Siamo riusciti anche ad avere una visione dei inaccessibili laboratori Fiat nei quali è nata ed è stata sviluppata l’auto del futuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

5 Comments »

LA MUSICA GRATIS A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Aprile, 2013 @ 7:34 am

Detto altrimenti: perché mai?

“Scaricare” musica dalla rete è un furto, un reato, ed è punito dalla legge. Mi sta bene. Però mi chiedo: come mai invece si permette che vengano eseguiti da singoli musicisti o da ensemble moltissimi concerti assolutamente a titolo gratuito?

Intendiamoci, non mi riferisco certo ai concerti per beneficenza, o a quelli tenuti nelle case degli anziani o nei circoli dei pensionati, ma a quelli che si svolgono, ad esempio, all’interno di sale, di chiese, di auditori, alla fine dei quali tutti noi, contenti, gratificati, allietati da quelle esecuzioni (per noi gratuite!) applaudiamo, ci congratuliamo con i musicisti, li ringraziamo. Sì, vabbè … appaludiamo, ma se è vero che litterae non dant panem, anche la musica, almeno questo tipo di sua esecuzione, non è da meno.

L’atteggiamento della Siae, della costosissima organizzazione Siae – solo recentemente in parte moralizzata con riduzione di emolumenti e numero di alti dirigenti – mi ricorda per certi aspetti ciò che succede nel mondo del lavoro, là dove ci si preoccupa di difendere i diritti dei lavoratori occupati (e cioè, nel caso in esame, dei musicisti retribuiti) e si trascura il problema di chi il lavoro non lo ha (cioè, dei musicisti che suonano gratis).

4 Comments »

DEMOCRAZIA INCEPPATA, MALATA (MA PU0′ ESSERE CURATA E GUARIRE, DIAMINE!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Aprile, 2013 @ 6:20 am

Detto altrimenti: un tentativo di analisi cruda, quasi impietosa …sicuramente amara

Demos – crazia, il potere al popolo, del popolo. Ma siccome tot capita tot sententiae, cioè ognuno vuol dire la sua (ed è diversa da quella del vicino), ecco il meccanismo della maggioranza.

Ma come si forma la maggioranza? Anzi, come “me” la formo la maggioranza?

“Spero, prometto e giuro” tre verbi che qualche professore di latino di insegnava che “volevano” l’infinito futuro (cioè, che nella traduzione latina avrebbero dovuto essere seguiti dall’infinito futuro). Faceva anche rima: “Spero, promitto, iuro con l’infinito futuro!” Così ce la saremmo ricordata meglio, la regoletta: spero che voi mi da oggi in poi mi darete la vostra fiducia; prometto che manterrò le promesse elettorali; giuro che sarò onesto.

E invece no … di quei tre verbi, due possono anche essere seguiti da un infinito passato: spero di essere riuscito ad essere creduto, di avere realizzato le mie promesse; giuro di essere stato onesto.

Ecco, una volta ero in Germania, per studio della lingua, era il 1982 se non ricordo male … vincemmo i mondiali di calcio contro quel paese (tre a uno) appunto … In quegli stessi giorni in Germania cambiò il governo: io chiesi agli amici tedeschi cosa ne pensassero. Mi risposero: “Aspettiamo di vedere i risultati, prima di giudicare”. Ricordo che la risposta mi colpì: infatti noi Italiani eravamo abituati a valutare i governi non dai risultati ma dalle loro promesse. D’altra parte, con un governo all’anno per 50 anni, non ci sarebbe nemmeno stato il tempo per i nostri governanti di conseguire risultati significativi.

Ma poi anche noi avemmo un governo abbastanza stabile, quasi un ventennio, con una maggioranza “bulgara”. E i risultati non vennero. Quel leader si squalificò, lo si convinse a dimettersi. Il resto è storia recente.

Eppure quello stesso leader, in qualche mese, riprese il controllo della situazione e “rischiò” di rivincere le elezioni. Come si spiega ciò, anzi, questo primo “ciò”? (definiamo questo caso come “Caso 1”).

Prometto: in quattro mosse risolvo la situazione!

E un altro leader (“Caso 2”), partito da zero, via web, in un anno al 25 %? Come si spiega anche questo secondo “ciò”? Per entrambi i casi, il perché sta nel fatto che la gente – anche inconsapevolmente – ha imparato e adottato quella regoletta latina, sbagliata; che rimanda tutto la futuro. Cioè, un leader è bravo se promette cose buone, anzi, se promette. E poi, sempre nei due casi, perché i due leader hanno trasformato la comunicazione in sostanza. Entrambi nelle piazze, e poi, nel Caso 1 anche in TV e nel Caso 2 anche sul web.

E nel “Caso 3”? Bè … questo leader non ha comunicato. Ha insistito sui “valori”, sulla “coerenza” ed è stato messo in difficoltà dall’esterno ed anche dalla sua stessa maggioranza interna.

La maggioranza interna … ma come si fa a tenerla coesa?

1) Innanzi tutto con la promessa di reinserire i propri supporters nella lista dei candidati eleggibili (potere derivante al capo dal porcellum, guai a chi lo tocca!).

2) E poi, per il Caso 1, firmando fidejussioni che garantiscono a quel partito – e non agli altri – mezzi finanziari ben prima dei cosiddetti rimborsi (eccessivi) elettorali, dando quindi al quel partito un vantaggio competitivo rispetto agli altri partiti.

3) Nel Caso 2, scegliendo persone anche valide ma sconosciute, “prelevate” dalla base, le quali non avrebbero avuto nella loro vita alcun modo per “emergere politicamente” e che quindi tutto devono al loro leader, il quale, diciamola tutta, in un periodo di crisi occupazionale “nerissima” è anche il loro preziosissimo datore di lavoro con pensione ricca e presto maturata.

Ma se poi uno cambia idea, strada facendo? Possono succedere diverse cose.

1) Un cambio di campo “individuale” (cosiddetta “scilipotata”) per rendersi prezioso ago della bilancia in una situazione di quasi equilibrio, e quindi acculumare punti di “merito” (merito? Ma mio faccia il piacere …) agli occhi del leader “aiutato” che poi, di fatto, lo ricandida (è successo!).

2) Ancora, possiamo assistere alla nascita di piccoli partiti “a latere”, cioè non proprio di campo opposto, ma teoricamente autonomi, per dare a quelle stesse persone che prima appartenevano al partitone d’origine più potere di quanto non ne avessero all’interno della compagine originaria.

3) Infine, può capitare che all’interno di una grande compagine tutti dicano sì ma poi molti votino no. E la compagine esplode.

Questa è grosso modo la situazione italiana. Come reagire? Semplice (si fa per dire):

  • Usando con assoluta precisione le parole (ad esempio, la parola “golpe”), perchè “le parole sono pietre”, firmato Don Milani;
  • non usando le parolacce (e se uno, uno a caso, conosce solo quelle, stia zitto);
  • cambiando la legge elettorale;
  • regolando meglio il finanziamento pubblico e privato dei partiti (fidejussioni comprese);
  • introducendo la sfiducia costruttiva al governo, ammessa cioè solo in caso di esistenza di una maggioranza alternativa.

Tutto qui? No di certo, questi interventi sono solo alcuni fra quelli possibili … anzi necessari. Il primo sarebbe quello di risolvere la Questione Morale, la Rinascita delle Coscienze, ma questa è un’altra storia …

Comments Closed