MENO STATO O PIÙ STATO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Dicembre, 2013 @ 7:25 pm

Detto altrimenti: liberismo o comunismo? (Post 1171)

In medio stat virtus. Il comunismo ha dimostrato la sua inadeguatezza economica e sociale. Il liberismo sfrenato idem. Ed allora? Allora qui in Italia meno Stato burocratico, meno Stato nelle grandi aziende, più Stato in favore delle piccole-medie imprese, nel senso di agevolare l’imprenditoria italiana di successo, cioè quella di media e piccola dimensione, sia essa industriale, artigianale, agricola, turistica, etc..

Anche perché di fronte ai due colossi dell’esportazione mondiale, Germania e Cina, non potremmo mai sperare di competere. Ed allora, se siamo campioni di tennis, non accettiamo di essere condotti a gareggiare in una discesa libera di sci! Tanto per fare un esempio e capirci …  O felè fa ‘l to’ mestè, dicono a Milano, pasticcere fa il tuo mestiere, cioè … ognuno faccia il mestiere per il quale è portato, non quello di altri!

Io credo che l’età della “grande potenza industriale” per noi volga al termine, il che non è un male se sapremo riconvertirci verso la produzione nostra tipica: quella dei prodotti della genialità, dell’inventiva, del bello, del “made in Italy” insomma! Se dalla Cina sono venuto a copiarci persino la nostra “vecchia” Vespa, vorrà pur dire qualcosa!

E le nostre banche … che siano motore di questa riconversione! Come si fa a convincerle? Basta imporre a tutte quelle che hanno ricevuto sussidi dall’UE, cioè da noi, di operare in quella direzione, parametrando gli stipendi del top management a livelli umani e non lunari ed inoltre a questi risultati qualitativi, e non più ai pseudo-successi quantitativi, ottenuti investendo al 4% in titoli del debito pubblico statale i  denari ricevuti dall’UE (cioè da noi) all’1%.

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EUROPA SI/NO E IL NOSTRO DEBITO PUBBLICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Dicembre, 2013 @ 8:50 am

Detto altrimenti: i padri fondatori dell’IDEA EUROPA pensavano che di dovesse iniziare con l’Europa Politica (Stati Uniti d’Europa) per poi riempirla di contenuti omogenei (sistema bancario e fiscale, del lavoro, etc.).(Post 1170)

Così non è stato, ed ora, di fronte alla lentezza ed alla difficoltà di “risalire la china” che deve portare agli Stati Uniti d’Europa, insorgono i difensori degli egoismi nazionali, gli antieuropeisti. Anche in casa nostra, ad iniziativa di un partito del nord, molto “lega … to” all’idea del ritorno ad una sorta di Età dei Comuni che a mio sommesso avviso proprio non reggerebbe all’urto dello tzunami di una globalizzazione sfrenata e quindi barbara.

Puoi anche essere bravo, ma se sei solo, sei anche competitivo?

Chiudersi all’Europa, tornare alla lira, tornare ad essere autoreferenziali? Tornare a dire che la nostra lira vale 100, anche se poi sul mercato internazionale varrebbe 50, per cui quando si andasse a pagare il petrolio o l’energia, ci accorgeremmo del reale valore della liretta …
Autoreferenzialità significherebbe mancanza di confronto, come se una barca a vela da regata di una certa “classe standard”, cioè un cosiddetto “monotipo” (io ne ho una, un FUN, di sette metri, l’unica di questo tipo esistente nel medio e alto Lago di Garda, e quindi parlo a ragion veduta!) fosse costretta e/o pretendesse di valutare la propria efficienza continuando a gareggiare contro se stessa, cercando cioè di migliorare via via i tempi conseguiti, ma – e questo è il punto – senza potersi confrontare con altre barche della stessa categoria!

Il nostro debito pubblico è troppo elevato e ci costa troppo, sottraendo finanza agli investimenti e all’occupazione. Stiamo cercando di raggiungere il pareggio e poi il surplus della gestione finanziaria per disporre di risorse da utilizzare alla riduzione del debito. Per fare ciò, si tagliano “costi” che spesso sono anche pensioni e stipendi. facendo così, diminuiscono i consumi e quindi la produzione e quindi etc. etc.. E’ il cane che si morde la coda … Nel complesso, una politica di passi troppo “tardi e lenti” per usare le parole del Petrarca: “Solo e pensoso i più deserti campi/vo’ misurando a passi tardi e lenti/e gli occhi porto per fuggire intenti/ove vestigia uman l’arena stampi”. Ugualmente “soli e pensosi” sarebbero i nostri governanti in un’Italia che non volesse nemmeno vedere le “orme” del cammino politico, economico e sociale degli altri stati.
Ma allora che fare? Propongo alcune azioni da mettere in atto contemporaneamente (della serie “a mali estremi, estremi rimedi”):

1) opera moralizzatrice nel senso della eliminazione di tutti i privilegi di tutte le caste e riduzione drastica dei costi della politica e della burocrazia della pubblica amministrazione. Fatto questo, si ha la necessaria credibilità ed autorevolezza per compiere gli interventi che seguono.
2) Riordino delle priorità di intervento, con sospensione delle grandi spese inutili (TAV, F35 in testa) e vera lotta alla frode-evasione-elusione  fiscale e valutaria.
3) Aggiornamento ed anche sostituzione dell’attuale modello di sviluppo, dalle grandi imprese e grandi opere all’economia diffusa, all’agricoltura, al turismo, ai beni culturali, archeologici e storici, all’energia pulita, alla prevenzione dei danni idrogeologici, etc..
4) Rescheduling del debito pubblico: per qualche anno si pagano solo interessi e non si restituisce il capitale. In parallelo, …
5) Emissioni di titoli del debito pubblico irredimibili, con tassi di rendimento leggermente superiori a quello dei titoli redimibili. Chi poi vuole smobilizzare il proprio investimento, lo fa in borsa.

Che ne dite? Siete d’accordo? Non siete d’accordo? No? Evvabbè … ma almeno datemi atto che io ci sto provando. Dice … ma chi sei tu per pretendere di avere le soluzioni a tutto? Io sono io. Non ho soluzioni, ma proposte di soluzioni. Idee, guai se cessassimo di averne. Confronto, guai se cessassimo di comunicare. Intelligenza, guai se cessassimo di cercare di esercitarla: “Cogito ergo sum”, e quindi se non penso, se non rifletto smetto di esistere come Cittadino. Resto solo un suddito.

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La CORTE (costituzionale)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Dicembre, 2013 @ 7:49 am

Detto altrimenti: tanti anni. Troppi, per una sentenza, chiara ma non abbastanza, sicuramente non tempestiva … e nel frattempo? Nel frattempo “stipendium decurrit”, cioè, loro, i giudici, maturano (ugualmente) il loro (elevatissimo) stipendio. (Post 1169).

Il termine “Corte” richiama alla mente qualcosa di medievale, del basso Medio Evo, di come questo periodo storico, peraltro fucina “anche” di molte conquiste, più spesso richiama tuttavia nella mente della gente soprattutto immagini fortemente negative, quali la disuguaglianza sociale e il sistema dei privilegi.

Internet, LINKIESTA (Lavoce. info, a firma di Roberto Perotti): i costi della Corte (importi in €):

Presidente          ITA 549.407 p.a. lordi        GB …….          Canada 234.000        USA 173.000
Giudici                ITA 457.839 p.a. lordi        GB 217.000    Canada 217.000        USA 166.000
ITA: inoltre + un’auto blu con due autisti a testa, costo giornaliero/giudice €750,00 + telefono portatile e di casa + computer con internet + FS, aerei etc..
Pensione media annua giudici: €200.000 – dipendenti: €68.000
Costo annuo pensioni in essere (giudici e dipendenti): €21.000.000,00 (ventunmilioni di euro)

“Be’, forse, ora, cumulando, ce la faccio a far quadrare il mio bilancio familiare …”

Non sorprende che la Corte abbia bocciato il taglio sia pur minimo alle retribuzioni d’oro. Giuliano Amato si era pubblicamente lamentato che con le sue retribuzioni ammontanti a “soli” €30.000 al mese “non riusciva a far quadrare i conti”. Ora che è stato nominato Giudice della Corte Costituzionale, che fa? Rinuncia a quei “miseri” 30.000 oppure li cumula?

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Domando: l’Italia si può permettere tutto ciò?

Chi sono io? Un disfattista? Un rivoluzionario? Un grillino? Un extraparlamentare di sinistra? Un esponente dell’estrema destra? Un qualunquista? Un egoista che reclama qualcosa solo per sé? No, niente di tutto questo. Io sono solo una persona che cerca di ragionare con “la testa propria” “in casa propria”, cioè “sulla propria casa”, cioè sull’Italia. Sono cioè uno che cerca di continuare ad essere un Cittadino che si scandalizza e che usa solo la penna, cioè la tastiera del computer, per cercare di opporsi a queste mostruosità. Tali infatti sono questi inammissibili privilegi di fronte alla dilagante povertà del Paese. Povertà dovuta a …? Dovuta anche al non-governo di chi si è occupato delle proprie cose (res suae) e non della cosa pubblica (res publica), ed inoltre ha “regalato” al Paese una legge elettorale che lo ha reso ingovernabile. E senza azioni di governo il Paese è andato alla deriva, “nave senza nocchiero in gran tempesta”.

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PAPA FRANCESCO, PADRE GEORG E L’EVASIONE FISCALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Dicembre, 2013 @ 7:08 pm

Detto altrimenti: povero Padre Georg! E’ proprio vero! Ogni giorno gli tocca sopportarne una nuova (p.1168) (dai… lasciatemni scherzare … lo sapete come la penso: castigo ridendo mores …)

Due post fa, il 5 dicembre (post 1161, andare a rileggerlo) riferivo dei dolori del giovane … Georg, il quale , poverino, lamentava che con “questo Papa egli è in continua tensione … che ogni giorno non sa cosa di nuovo aspettarsi …” Insomma, un vero stress, tanto che io gli suggerivo di farsi assegnare un quattro o cinque parrocchie per dedicarsi alla cura delle anime … sapete, in tal modo lui sarebbe molto più tranquillo e quei fedeli avrebbero un finalmente parroco … con la crisi che c’è di vocazioni … è tanto che ne aspettano uno!

“Vecchio spallone quanto tempo è passato …”

Ma veniamo all’oggi. Mancaffarlapposta, cosa è successo? Che qualche indiscreto personaggio,  sapete, le solite male lingue … anzi, male penne (Il fatto quotidiano odierno, pagg. 1 e 2 ) ha fatto in modo che venisse pubblicato su certa stampa da strapazzo  il fatto (scusate la ripetizione!) che migliaia di persone avrebbero movimentato forti somme di denaro in contante dallo Stato Estero Città Del Vaticano verso l’Italia senza denunciare tali movimentazioni alle autorità doganali italiane, come invece previsto dalla legge italiana antiriciclaggio.

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E tutto sarebbe avvenuto all’insaputa di Papa Francesco, il quale ora – ecco l’ulteriore preoccupazione di Padre Georg – potrebbe avere la pretesa di vederci chiaro. Ma insomma, mi ha confidato Padre Georg, ma insomma … che si curi delle anime e lasci a noi queste faccenduole!
Ma come è venuta a galla questa storia? Semplice: dal confronto fra la relazione dell’AIF, Autorità d’Informazione Finanziaria del Vaticano, diretta dal signore svizzero (e ti pareva!) Renè Brulhart (che prima riferiva a tale Cardinale Bertone) e i resoconti delle nostre autorità doganali. I dati? Eccoli:

2011: per il Vaticano sono usciti 1894 pacchi di denaro contante, di cui solo 3 (tre!) denunciati anche alla nostra Dogana;
2012: Per il Vaticano sono usciti 1.782 pacchi di denaro contante, di cui solo 4 (quattro!) denunciati anche alla nostra Dogana.

Padre Georg è molto preoccupato anche perchè ora teme che il Papa voglia addirittura che siano pubblicati i nomi degli evasori-elusori fisco-valutari! Ma si può? Forse che sospetta che fra quegli onesti movimentatori di denaro in contante ci possano essere anche dei prelati? Insomma, non se ne può più di questo clima di sospetto, di questa caccia alle streghe, di questo pauperismo francescano d’altri tempi … Povero Padre Georg, come lo comprendo!

Cosa suggerirgli? Che fondi il partito politico”G”  e si allei con  “B”  dando vita alla coalizione “BG”,  Berlusconi-Georg. Suona bene, non vi pare? BG, pare un’importante gruppo rock … Gli ho telefonato: ci ha pensato qualche secondo e poi mi ha detto: “Grazie Riccardo, ottima idea, ma  come faccio? Berlusconi si sta alleando con i Grillini ed è proprio una parlamentare grillina (tale Silvia Chimenti, n.d.r.)  che sta denunciando i fatti di cui si parla …”

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SEGNALAZIONE DI UN ALTRO BLOG!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Dicembre, 2013 @ 5:47 pm

Detto altrimenti: dai … andate a vedere di che si tratta!

E’ un blog  fatto da nonni e nipoti per nonni e nipoti!

 http://www.nonnienipotiraccontano.wordpress.com/

Il Progetto? Eccolo, come lo presenta la sua Autrice Dr.ssa Patrizia Garberi

“In un’epoca in cui la rincorsa tecnologica ci ha abituati alla rapida obsolescenza di ogni cosa, dagli abiti al cellulare al libro di testo, che vengono sostituiti rapidamente dall’ultimo modello appena prodotto, ho voluto proporre uno strumento che possa valorizzare le persone che hanno attraversato questi cambiamenti, insostituibili nella unicità della propria esperienza e memoria, e i loro giovanissimi eredi, attraverso le pagine di un diario in cui far scivolare qualche episodio autobiografico vissuto in un passato lontanissimo, o almeno così sembra a noi, e in un presente contemporaneo osservato da chi, per ora, non ne è il responsabile autore.

Nonni e nipoti creano quindi insieme le pagine di un diario multisensoriale, in cui si incontrano parole e immagini, suoni, sapori e odori e qualità della memoria, stimolati da parole chiave che da sole possono aprire mondi interi di ricordi, e in cui le parole Vecchio e Nuovo perdono il significato di attribuzione di valore, per riacquistare quello di indicatore temporale…

Ricordi che potranno essere brevi e immediati, o complessi e lontani ma tutti ugualmente ricchi di valore autobiografico per chi li ha vissuti in prima persona e quindi degni di essere ammessi tra le pagine di un libro di famiglia, in cui dare dignità e valore anche a chi non è necessariamente “cool”…

In ogni pagina sarà rievocato un tema o un episodio attraverso brevi testi, immagini raffigurate al momento e soprattutto i reperti autobiografici forniti dai partecipanti, evocativi attraverso molte modalità di sensazioni, emozioni e ricordi… Al termine del laboratorio le pagine, nei più svariati materiali, verranno assemblate in modo personalizzato per creare un diario poco tradizionale e che va più nella direzione del libro oggetto come proposto da Marinetti e del libro d’artista, originale nella sua ideazione oltre che nei contenuti e le cui pagine potranno essere tessute, cucite, arrotolate, inchiodate…a seconda del progetto di ciascuna coppia.”

E allora, che ne dite? Frequentiamo questo blog … ne vale la pena!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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La Torre nelle Dolomiti di Brenta

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Dicembre, 2013 @ 2:29 pm

Detto altrimenti: amore per una montagna

Amico Brenta, se me l’avessero detto … se me l’avessero che quando da turista-ragazzo-genovese scalavo le tue cime,  sarei poi venuto ad abitare in Trentino! Se m’avessero detto che dalle finestre della Scuola Media (di Povo) nella quale Maria Teresa sarebbe andata ad insegnare si sarebbe vista la Cima Tosa! La Cima Tosa sulla quale sono salito più volte, così come scalai, fra le tante altre tue montagne, la Torre del Brenta.

Cliccate sulla foto per ingrandirla!

La Torre, la si riconosce benissimo dalla Cima Paganella: la mattina, la parete est in pieno sole e la nord all’ombra. La nord, quella che scalai con una “allieva” al seguito … se ricercate il post che dedicai alla salita potrete leggere ogni dettaglio. Ma oggi, oggi ho ripreso in mano la penna …. ops, scusate, il computer per un saluto speciale alla Torre del Brenta: nella foto a fianco, scattata da Cima Paganella: quasi al centro, la Cima Tosa, piatta di neve. Indi, verso destra,  il sigaro Campanil Basso; il Campanile Alto; la seghettatura degli Sfulmini; la Torre, con  parete est al sole, traversata da due strisce di neve e la parete nord a destra, in ombra.

La via “normale” sulla parete Nord della Torre del Brenta

Infatti la vedo ogni volta che vado a sciare in Paganella ed allora mi sono detto: cerchiamo una foto con la via che hai scalato tu, la “normale” nella parete Nord. L’ho trovata e la pubblico.  Ciao, Torre, sei bellissima! Lo so, lo so … anche la bella Tosa, i Castelletti, il Crozzon, la Sentinella, gli Sfulmini, la Cima Brenta, il Campanil Basso e tutte le sue sorelle, tutti i tuoi fratelli … siete tutti bellissimi, ma l’avventura che vissi nella discesa dalla tua vetta, quel giorno che invece di ripetere la “normale” mi lasciai convincere a scendere lungo alcuni stretti camini, rivelatisi poi svasati, bagnati e soprattutto friabili (bel mona che sono stato!)… bè, ha lasciato in me un sentimento particolare: la gratitudine nei confronti di chi ha perdonato una mia imprudenza. Grazie, Torre!

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IL SENATO ROMANO: IERI ED OGGI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Dicembre, 2013 @ 7:39 am

Detto altrimenti: dai Patres Conscripti ai nostri parlamentari (p 1165)

La dignità di un Pater Conscriptus di fronte ai barbari di ieri che hanno invaso il Senato

Pater conscriptus, Senatore, presso gli antichi Romani. Pater, ovvero “maggiore”, “titolo d’onore”, “ titolo onorifico”. Conscribo, scrivo in una lista, scelgo ed inserisco in una lista … quindi “Patres Conscripti” significava “persone veramente onorate e autorevoli, scelte dai cittadini per governare la Res Publica, la cosa pubblica”. Gli antichi Romani con due sole parole descrivevano tutto ciò. E noi oggi … .

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I barbari di oggi in Senato

… oggi, la maggioranza di nostri attuali parlamentari … che si azzuffano in aula, che gridano, interrompono, alzano cartelli e striscioni … che dire? E poi … “conscripti”? Scelti da noi cittadini? Quando mai? Ma mi faccia il piacere …

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AZZERATO IL PORCELLUM?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Dicembre, 2013 @ 7:13 am

Detto altrimenti: non è stato azzerato ma solo corretto (p.   1164)

Loro, maliziosamente imprecisi. Perché scrivere che il Porcellum è stato azzerato quando è stato solo corretto? E’ una superficiale distrazione o una calcolata malizia?  “Porta a porta” di ieri sera. Non la guardo io quella trasmissione. Ho solo visto la sua presentazione all’interno degli annunci sulla programmazione serale. Lo sfondo della scena era dominato da una scritta “Azzerato il Porcellum”. ragione di più pe no guardare la trasmissione.

Loro, spudoratamente aggressivi. Uno dei principali esponenti del principale partito della coalizione al cui interno si annidiava un partito minore al cui interno si annidiava il personaggio che ha partorito il monstrum (il Porcellum), a seguito della sentenza della corte Costituzionale, che fa? Invece di recitare un “mea culpa”, scusate tanto ci siamo sbagliati, abbiamo provocato per anni una ferita (in latino si dice vulnus) alla democrazia, alla catena della rappresentanza, invece di fare tutto ciò, attacca e critica chi ha subito le regole che il suo gruppo ha imposto! Secondo questo personaggio, economista di una certa “statura”, le sue vittime devono essere anche “mazziate”, non solo rese “cornute”.

Loro, ben che vada, ignoranti. E poi, tutti questi “grandi” politici, forse non sono laureati in giurisprudenza, ne “ignorano” le regole (ecco, ignorano, quindi sono “ignoranti”, ovvero sono “coloro che ignorano”) altrimenti avrebbero chiara la distinzione fra dichiarazione di nullità di un atto (che quindi è nullo sin dalla sua origine) e annullamento, che annulla un atto esistente, ma solo da quel momento in avanti. Ma forse, fra i tanti militanti, un laureato in giurisprudenza lo possono anche trovare …

Noi, auspicabilmente ribelli. E noi, noi “poveri” cittadini elettori (con la “c” e la “e” minuscole, mi raccomando!) che fare? Innanzi tutto non beviamoci il cervello (almeno noi no, no, non noi!), mettiamo la testa sotto un getto di acqua fresca, spalanchiamo la finestra della nostra intelligenza, liberiamo la nostra capacità di “analisi logica e analisi critica” ovvero di capire criticamente la logica delle cose e non ci lasciamoci “intortare” … cioè non permettiamo che costoro ci “cucinino” a fuoco lento … anzi, che “continuino” a cucinarea fuoco lento la nostra intelligenza. Non è questione di “partito politico, ma di rispetto della dignità e dell’intelligemnza di ogni uomo come essere ragionante: “Cogito ergo sum”, e se non “ragioniamo”, cessiamo di esistere!

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L’ANNO EUROPEO DELLA BICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2013 @ 5:31 pm

Detto altrimenti: nell’UE, nel 2012 le vendite bici superano le vendite auto! (p.1163)

Vendite UE  2012: venti milioni di bici contro 12 milioni di auto. Il soprasso riguarda tutta l’UE tranne Belgio e Lussemburgo. Su percorsi urbani sono a 5 km la bici è più veloce dell’auto. Boom di furti bici, ma pochi denunciano. Occorre una politica per la bicicletta.

E in Trentino? E il turismo trentino? Già, perchè il nostro problema non è tanto la circolazione all’interno delle nostre “metropoli” (qui semmai il problema è l’accesso e l’uscita dalla città capoluogo). Per noi lo sviluppo della bicicletta è soprattutto sviluppo dei turismo in bicicletta, e quindi:

1) completamento e raccordo delle piste ciclabili;
2) organizzazione dei sistemi di risalita con bici al seguito  (treni, bus, impianti a fune) per valorizzare una risorsa preziosa di cui è ricco il nostro territorio: i “dislivelli” (e non solo per la pratica dello sci! Cfr.   “11° Quaderno – Quaderno del CAI Nazionale di cicloescursionismo”, Commissione Centrale per l’escursionismo – Gruppo cicloescursionismo, 1° edizione 2012″, reperibile in internet);
3) marketing e vendita dei due nuovi prodotti turistici “cicloescursionismo” e “cicloturismo”.

Trentino … Bicintrentino … Trentino Biciland!

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MUTATIS MUTANDIS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2013 @ 4:33 pm

Detto altrimenti: cambiato ciò che doveva essere cambiato … ovvero, mutate le cose che dovevano essere mutate …

Estratto dal verbale di interrogatorio di garanzia – Personaggi ed interpreti:

Il corpo del reato

Roberto Cota, Governatore della Regione Piemonte, Dr. (non lo so se lo è, ma un colpo di “Dr.” oggi non si nega a nessuno, come il cavalierato)
Michela Carossa, nel doppio ruolo di Segretaria del Governatore e figlia del capogruppo della Lega Nord in Consiglio Regionale
GIP- Giudice per le Indagini Preliminari
Un paio di boxer colore padano modello “Chapp-Y-trunk” taglia “L”
Nota spese del Governatore contenente scontrino d’acquisto dei boxer, in data 6 agosto 2011, rimborsato con €40,00
Attestazione bancaria cambio dollaro USA/€ vigente all’epoca dei fatti.

 GIP:
Governatore, questa spesa non era da rimborsare. Si tratta di peculato.
Governatore:
Signor Giudice, c’è un equivoco, la colpa è della mia segretaria che ha erroneamente inserito lo scontrino nella nota spese ufficiale.
GIP:
Ma è lei che fornisce alla segretaria i giustificativi di spesa …
Governatore:
Ma cosa vuole, Signor Giudice, con tutto quello che ho da fare … mi sono svuotato le tasche sulla scrivania … sono stato interrotto, ho dovuto presiedere una riunione … e la mia segretaria ha inteso il mio gesto come invito a richieder il rimborso di tutto … però … sinceramente … non ricordo di avere mai avuto in mano quello scontrino …
 GIP:
Ma lei ha fatto l’acquisto in USA … quello scontrino ha varcato l’oceano … lei avrebbe avuto tutto il tempo per stracciarlo, per evitare equivoci …
Governatore:
Si … in Usa … ma se le dico che io non l’ho mai visto prima, quello scontrino … anche se comprendo che il colore verde della mutanda potrebbe indurre a pensare che sia stata una mia scelta per evidenziare la mia appartenenza al mio gruppo anche quando, chinandomi, si intravede la parte superiore della mutanda, sa, con questi pantaloni taglia di vita bassa, moderni …
GIP:
Non divaghiamo, l’esibizione del suo fondo schiena non è fra i capi d’imputazione, almeno, non ancora. Piuttosto, signorina segretaria, mi dica, come sono andate le cose secondo lei, e giuri di dire la verità, quasi tutta, almeno …
Segretaria Michela Carossa:
Lo giuro. Vede, Signor Giudice, il mio papà (che come lei sa è il Capogruppo della Lega in Consiglio Regionale) mi aveva fortemente raccomandato … No, cosa ha capito? Non raccomandata per farmi assumere, no … raccomandato di essere attenta alle esigenze del Governatore anche al di là di sue espresse richieste … insomma, avrei dovuto anticipare sempre ogni sua eventuale richiesta. Ecco, vede, in partenza per gli USA, il Governatore mi consegnò la bozza del suo discorso su più pagine. Alla fine della prima pagina c’erano due parole in corsivo …
GIP: quali, di preciso?
Signorina:
“Mutatis mutandis”
GIP:
Ma che c’entra ciò con la nostra inchiesta?
Signorina:
Ecco, vede Signor Giudice, io non ho studiato il latino e perciò ho consultato il vocabolario. Mutare, cambiare: mutandis, cose mutande, da cambiare. Ed allora ho pensato che a quel punto del discorso il Governatore avrebbe voluto cambiarsi le mutande (sa, non sta a me entrare nel merito delle sue scelte, il Governatore può cambiarsi le mutande quando vuole senza dovermi dare spiegazioni, ci mancherebbe altro!). Allora, diligentemente, ho controllato subito il suo bagaglio e – orrore! – ho riscontrato che si era dimenticato di portarsi la biancheria intima di ricambio. Che fare? Sono corsa nella Quinta Strada (eravamo a New York) e ne ho acquistato un paio. Il colore verde poi, be’ lo ammetto, è stato un mio sfizio, volevo fargli una sorpresa, una cosa gradita … infatti mi ero accorta che quando si chinava in avanti, da dietro si vedevano spuntare le mutande … sa, questi pantaloni moderni taglio vita basso … e cosi .. il verde faceva pandan con la cravatta. Capirà perciò che quando il Governatore mi ha dato i giustificativi delle spese ufficiali, io ho ritenuto di inserirci anche quello delle mutande verdi. Come vede ogni colpa, se mai colpa c’è, è esclusivamente mia. Sono io che ho commesso pe-“culato”, che poi … mi scusi sa, ma usare questi termini … pe- “culato” … in mia presenza, una signorina (arrossisce) ma le pare corretto nei miei confronti?
 GIP:
Alla luce della testimonianza, aggiorno la seduta in attesa dei risultati dei Servizi Segreti, perché quella particolare marca delle mutande, “Ciapp – e - trunc” non mi convince, non vorrei che nascondesse un messaggio in codice …

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