OGGI, 25 APRILE, HO SCRITTO MOLTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2013 @ 7:19 pm

Detto altrimenti: infatti domani parto, sarò tre giorni in Liguria … a pedalare … così mi sono portato avanti con il lavoro … nel frattempo voi … fate il governo, mi raccomando!

A dopo, quindi!

P.S.: previsione di pioggia e temporali in Liguria, che sfiga! Per me? No, per voi, perchè se sarà così … avrò il tempo di scrivere ancora!

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DELOCALIZZAZIONI, ENRICO LETTA, STATI UNITI D’EUROPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2013 @ 6:51 pm

Detto altrimenti: ricerchiamo il significato degli avvenimenti e facciamo le giuste connessioni …

Dall’Italia molte imprese hanno “delocalizzato” la produzione in paesi nei quali il costo del lavoro è infinitamente minore, come pure i diritti dei lavoratori, le norme sulla sicurezza sul lavoro, i sistemi previdenziali e assistenziali, etc..  Ciò ha comportato maggiori margini per le imprese che hanno delocalizzato, minori posti di lavoro in Italia, e il rischio che in un secondo momento, chi ha imparato da noi il mestiere, ci faccia concorrenza, anzi ci soppianti del tutto. Cito solo un caso poco conosciuto: la SGS Ates di Agrate Brianza(anni fa del Gruppo Stet), primatista mondiale nella produzione di semiconduttori (la base di tutti i computer) delocalizzzò. Oggi non più leader.

Bangladesh, periferia di Dacca. Crolla un edificio nel quale lavoravano tantissime donne (nel tessile). 1.000 morti, molti altri feriti. L’azienda italiana Benetton si affretta a dichiarare: “All’interno di quell’edificio non vi erano nostre aziende”. Ecco, di “quello”, ma …excusatio non petita, vera accusatio, dicevano i latini. Infatti la dichiarazione dei Benetton implicitamente ammette che in “altri” edifici ci possano essere aziende di quel Gruppo. Mi chiedo: quali sono le misure di sicurezza applicate in quegli “altri” edifici? Quali tutele sono garantite alle lavoratrici (già, perché pare che la maggior parte siano donne)? Qual è il livello della loro remunerazione? Quale l’assistenza sanitaria, la tutela previdenziale, etc.? Quale il trattamento delle lavoratrici “in hoffnung” in speranza, dicono i tedeschi, cioè in attesa di prole? Quale il trattamento delle neo madri?

Ho appena visto in streaming la riunione fra il Presidente incaricato Enrico Letta e i rappresentanti del M5S. Letta, fra l’altro, ha affermato di essere un europeista convinto (io ho aderito al MFE – Movimento Federalista Europeo di Altiero Spinelli 35 anni fa) e di aspirare alla elezione diretta del Presidente dell’Unione. Bene, benissimo, anche perché io, nel mio infinitesimalmente piccolo, aspiro agli Stati uniti d’Europa! Anche perché solo un’Europa politicamente unita può concordare con gli USA l’imposizione, a chi vuole trattare con le due confederazioni che si affacciano sui due lati dell’Atlantico, il rispetto dei diritti civili, umani, sociali, del lavoro e la correttezza in materia di banca, finanza, fisco.

Ottimo poi Letta quando afferma di volere negoziare con l’UE la differenziazione fra “indebitamento generico” e “indebitamento per investimenti in ricerca e sviluppo, etc.”

Circa il rapporti con i M5S, ho notato una certa differenza fra la “riunione Bersani” e quella odierna (Letta): mi pare che la maggiore concretezza di Letta, unita anche ad una certa maggiore apertura (maturazione) da parte dei M5S quanto meno a “seguire il ragionamento” , possa costituire un primo passo, non dico verso la concessione della fiducia al governo, ma verso il dialogo con il governo.

Mi scuso se mi permetto di citare una mia esperienza personale. Nel mio passato lavorativo venni chiamato, da altra città, a ricoprire una posizione di livello ma anche molto difficile. Forse giocò a favore quella scelta non solo il mio curriculum (che pur era “pesante”), ma anche il fatto che le contropartite con le quali avrei dovuto negoziare certe difficili soluzioni, non avrebbero mai potuto imputarmi alcuna (eventuale) colpa passata: io venivo da fuori, ero nuovo … Quindi, nel caso in esame, se pur questo nuovo governo (Letta) non possa essere “tecnico”, sit sane politicum, che sia pur politico, ma coinvolga persone innanzi tutto “capaci” e non troppo coinvolte, almeno personalmente, in scelte errate del passato o in omissioni.

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PER FARE UN TAVOLO CI VUOLE UN FIORE … (cantava Sergio Endrigo)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2013 @ 1:10 pm

Detto altrimenti: per fare le riforme ci vuole (anche) denaro

Sergio Endrigo

Per fare un tavolo ci vuole il legno
Per fare il legno ci vuole l’albero
Per fare l’albero ci vuole il seme
Per fare il seme ci vuole il frutto
Per fare il frutto ci vuole il fiore
Ci vuole un fiore, ci vuole un fiore …

… per fare un tavolo ci vuole un fiore

Ecco, arriva il nuovo governo, così almeno speriamo in molti, il governo Letta. Enrico Letta è una persona seria e capace. Sa bene ciò che “ci vuole” per il Paese. Ma … mi domando io, dove prenderà le risorse? Alla TV si sente dire un po’ troppo spesso che “L’Italia privata è più ricca della Germania privata”. Spero che ciò non significhi che sono in arrivo nuove tasse, o almeno, nuove tasse “lineari”, che colpiscano tutti, nel mucchio, e cioè soprattutto la massa dei cittadini che NON possiede la maggioranza della ricchezza privata, ma solo una casa, o anche due, una per sé ed una per i propri figli, acquistata dopo due vite di lavoro (padre e madre), con l’aiuto di un mutuo trentennale ora finalmente estinto. Già, perché queste persone “non sono liquide”, cioè, per pagare le tasse, non possono mica usare una o due stanze delle proprie case. “Ecco, signor funzionario dell’Agenzia delle Entrate: queste sono le chiavi di casa mia. Lei può entrare quando vuole … la stanza sua, cioè dell’Agenzia, è la prima a sinistra”.

Il Professor Uckmar, avvocato e professore fiscalista e tributarista dell’Università di Genova, da tempo insiste perché si intervenga sulle migliaia e migliaia di Srl immobiliari che in realtà nascondono al fisco proprietà di privati cittadini e che nulla hanno a che fare con una attività societaria.

E allora, come fare?

Mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori una ipotesi: non “chiedere” ma “ottenere” dall’UE una deroga (già concessa ad altri paesi dell’UE) e procedere alla emissione di una nuova tranche di titoli di stato irredimibili, per far fronte a tutte le urgenze ed avere il tempo di:
a. riscalettare le aliquote irpef;
b. riscrivere l’ordine delle priorità di spesa;
c. moralizzare i furti e i costi del settore pubblico;
d. normalizzare i livelli abnormi di super pensioni, super stipendi, super cumuli, super benefit, super privilegi di tutte le caste;
e. lanciare decine di migliaia di cooperative di lavoro;
f. organizzare una lotta seria alla evasione ed alla elusione fiscale;
g. riorganizzare, cioè, ristrutturare la composizione e le scadenze del debito pubblico, proponendo, fra l’altro, la conversione volontaria di una tranche di esso da titoli redimibili in titoli irredimibili;
h. proporre una commissione UE per formulare il progetto degli Stati Uniti d’Europa;
i. …. cos’altro? Dite un po’ voi … mica posso farmi carico io di tutto!

P.S.: io sono un velista, ma ho preso la patenta nautica anche per imbarcazioni a motore. Ora, se un motoscafo ha la carena “planante” (cioè abbastanza piatta), per portarlo alla velocità di planata occorre un forte impiego di carburante. Tuttavia, quando ha iniziato a planare, cioè quando ha sollevato la carena dall’acqua, per mantenerlo a velocità elevata occorre molto combustibile in meno …. capito mi avete?

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“VOGLIAMO LA GRANDE COALIZIONE” DICE UN PARTITO … “L’ABBIAMO SEMPRE DETTO, DA QUANDO POCO ABBIAMO PERSO LE ELEZIONI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2013 @ 12:25 pm

Detto altrimenti: … “La vogliamo però. Però devono essere accettati tutti i punti della nostra campagna elettorale, ad iniziare dalla Giustizia e dall’IMU”.

… a cominciare da giustizia e IMU!

A me mi pare (lo so, lo so … che “a me mi” non si dice e non si scrive …) ma lo faccio per attrarre la vostra attenzione! Dunque, si diceva .. ah, ecco, ora ricordo … a me mi pare che una certa affermazione sia una presa in giro. Eccola: “… io sono un grande statista, perché ho invocato ed inneggiato alla Grande Coalizione; ora che si è costretti a farla, dico che è merito mio; ora che si deve concordare e redigere il programma della Coalizione, dico che “ci sto ma”. Cioè voglio che si facciano tutte le “cose” che avevo nel mio programma elettorale, che sono le cose da fare (secondo lui, n.d.r.) per farce uscire il Paese dalla recessione (secondo lui, n.d.r.) nella quale lo ha sprofondato (secondo lui, n.d.r.) la politica di Monti (dimenticando i danni del “secondo ventennio, quello berlusconiano, n.d.r.). Anzi, ho già pronti otto decreti legge”.

Ma allora, dico io, che “coalizione” è? Coalizione, da coalitus, participio passato di coalesco, “cresco insieme”. Insieme significa che ognuno concorre con qualcosa e ognuno rinuncia a qualcosa pur di stare e crescere insieme. Ma se io voglio che sia accettato tutto il mio pensiero, non è coalizione, bensì è una delle tre seguenti “cose”:

1) chiedere tutto per lasciare al Capo l’opportunità di fare il saggio transattore, il grande statista di ottenere molto, oppure …

2) mettere comunque il cappello su ciò che di buono si farà, lasciando ad altri la responsabilità di ciò che eventualmente non si riuscisse a fare, oppure …

3) … spingere verso le elezioni anticipate dandone poi la colpa agli altri: “E’ stato lui, signor maestro, che non mi ha dato tutte le caramelle … ed allora io non gioco più!

Occorre cogliere in pieno il politichese di questo “appoggio” al governo, che si dichiara “pieno” ma che in realtà è un porre condizioni, un volere ipotecare l’azione del governo, un volerlo rendere semplice strumento di una funzione non propria, una sorta di “governo esterno” a quello ufficiale al quale non si lascerebbe il diritto di “esercitare un potere legittimo” bensì solo quello di “assumersi tutte le eventuali responsabilità“. Si cerca cioè di separare il potere dalla responsabilità. Il che non è cosa nè buona nè giusta.

Ancòra: la eventuale accettazione di massima da parte di Letta delle condizioni poste dal PDL, come è interpretata da PDL e da altri? Forse, dal PDL questa accettazione di massima è interpretata non solo come accettazione di “priorità assolute” ma anche di priorità “esclusive”? Sulla esclusività io non sarei d’accordo, perchè a mio avviso la prima questione è la Questione Morale, che potrebbe/dovrebbe essere affrontata e risolta anche in parallelo ad una o ad alcune o a tutte le otto priorità PDL.

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LEI E’ UN ANIMALE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2013 @ 8:13 am

Detto altrimenti: è un’offesa? No! E’ un complimento

Sono a Riva del Garda. Questa mattina presto, dopo avere (doverosamente) “postato” i miei due precedenti post “seri”, mi volevo concedere una veleggiata in solitaria col in mio Fun Whisper, per “liberarmi” la mente nel giorno della Liberazione. Mi vesto, tuta, cerata e con una breve pedalata sono alla barca.

Ecco Whisper!

Mentre da prua libero la randa dal copriranda, sento una vibrata protesta: mi sembra la voce di una … folaga? Si, è proprio una folaga. Ma dov’è? La “voce” arriva da poppa. Mi ci avvicino e la scopro: fra la tavoletta che si utilizza per evitare che cadano in acqua oggetti e il motore fuoribordo, sull’estremo sbalzo di poppa, una mamma folaga ha costruito il nido e sta covando le sue uova. Mi avvicino ancor di più. Penso a quanto grande e minaccioso debba apparire ai suoi occhi questo  “gigante rosso vestito”. Niente: non si spaventa, non abbandona il suo posto di covata e di combattimento, anzi, aumenta la protesta, si erige ed apre le ali a difesa del suo tesoro. Arriva il marito: sì … si mettono in due a fronteggiarmi!

Una mamma folaga “d’archivio”

Sono troppo teneri, mamma e papà. Non ho il coraggio di distruggere tre vite in fieri. Già, perché le ho intraviste, le uova: sono tre. Retrocedo, Rimetto la posto la randa, la copro con il copriranda e rinuncio alla veleggiata. Anzi, tornerò a portare un po’ di pane a mamma folaga, se lo è meritato. Ecco, capite perché dire ad una persona “Sei un animale” è un complimento! Le folaghe, come tutti gli uccelli, sono monogami, olim sposi semper sposi. Fanno coppia fissa per tutta la loro vita. E come si occupano della loro prole, anche di quella “in fieri”, a costo della loro vita. Impariamo, gente, impariamo! La foto? Si, l’ho scattata, con il telefonino: solo che avrò il cavetto per trasferirla sul computer solo fra qualche giorno, prometto che la pubblicherò, abbiate pazienza:  per ora pubblico una “folaga d’archivio”.

Comunque anche questo post è “in linea” con l’anniversario della Liberazione: liberazione dalla violenza dei “(troppo) forti a difesa del diritto e della libertà dei più deboli e del loro futuro. E non avere il lavoro significa non potere avere figli e quindi non avere un futuro …

Si può leggere anche così … non vi pare? 

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POLITICA: TRENTO – ROMA; ROMA – TRENTO; ROMA – … BOLZANO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2013 @ 6:37 am

Detto altrimenti: in un’ottica locale – una volta tanto, concediamocela! – va bene così …

Enrico Letta Presidente … Lorenzo Dellai Ministro o almeno Sottosegretario, ad esempio alle Regioni: il che vuol anche dire: Bolzano più “attenta” nei nostri confronti. Per far crescere insieme l’Autonomia viribus unitis … con azione e forze congiunte.

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NON FACCIAMO NOMI … ovvero SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA … PRIMAVERA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2013 @ 5:53 am

Detto altrimenti: cercateli voi i nomi … sulla stampa, su internet, è più avvincente! Che questa sia la nostra “Primavera … araba (fenice)” che rinasce dalle proprie ceneri? Ovvero: Forza Letta, liberaci dall’incubo: questo è il mio …

… POST DELLA LIBERAZIONE!

Uno dei tre arrestati. Carneade, chi era costui?

Tre personaggi operanti sui fondi della tesoreria di un partito politico sono stati arrestati. Fra l’altro avrebbero distratto 2,5 milioni di euro utilizzati per l’acquisto di uno yacht destinato al figlio di un noto politico (dicesi yacth grossa imbarcazione da diporto, ovviamente di lusso: infatti non esistono yacht per povera gente, non li fabbrica nessuno e tanto meno nessuno li acquista).

Nel frattempo, qua e là per il Paese, continuano le denunce e gli arresti per Consiglieri Regionali “distratti” nella imputazione “ a loro insaputa” degli scontrini dei loro acquisti privati, i quali, per una svista della loro segretaria, sarebbero stati inseriti nella nota spese di servizio! Ma guarda un po’ … queste segretarie …

Ben vengano quindi quelle che sembrano essere le priorità del Primo Ministro Enrico Letta ove riuscisse a formare il Governo: povertà, lavoro, moralità.

La punizione dei barattieri (Dante, Inferno XXII)

Moralità, appunto. Infatti l’Italia è come un grande yacht, questo sì con moltissimi poveri a bordo, alloggiati non nei ponti alti bensì nelle stive sottocoperta e anche nella sentina, come i nostri connazionali del secolo scorso che emigravano “nelle Americhe”. Yacht che rischia di essere affondato da siluri lanciati da tre sottomarini nemici: il primo, denominato “Barattieri”, comandato da chi utilizza il denaro pubblico a fini propri (collocati da Dante nell’Inferno, Canto XXII); un secondo denominato “Evaelusori” (fiscali, n.d.r.); il terzo che sulla poppa reca il nome di “Caste PA” ove PA sta per Privilegi Acquisiti.

E allora che fare? I passeggeri dei ponti alti sono pronti: hanno già indossato i giubbotti di salvataggio, si sono radunati nei punti di raccolta e sono pronti a salire – insieme alle loro valigiate di denaro – sulle potenti lance di salvataggio denominate “PF 1, 2, 3 etc.” ove PF sta per Paradiso Fiscale.

No, mai più come nel secolo scorso!

Ma, coraggio, non è escluso che lo stesso Comandante Letta con abile manovra eviti i siluri e quindi decida di abbordare i tre sommergibili, inoffensivi in quanto senza più siluri da lanciare e per di più immobili sulla superficie del mare avendo esaurito le scorte di carburante, e decida quindi di passare al setaccio tutti i membri di quei tre equipaggi … tutti, e non uno qua ed uno là, pescato quasi a caso, ma tutti tutti …

Le strisce! Mettiamole le strisce!

Come fare però ad impedire che le lance di salvataggio PF raggiungano indenni i loro porti di destinazione? Bè, se si costituissero gli Stati Uniti d’Europa e se si stipulasse un accordo con i preesistenti USA, le due confederazioni potrebbero vietare qualsiasi tipo di rapporto (finanziario, bancario, economico, etc..) con i Paesi terzi che non avessero adottato le stesse regole nelle materie bancaria, finanziaria, fiscale, del lavoro, dei diritti civili, della libertà religiosa, della parità dei sessi, etc..

Ma che succede? Guardo l’orologio … sono le ore 05.53  di mattina … stavo sognando … peccato …. mi sono svegliato …. il sogno era così bello … ma no, dai, che lo stesso padre Dante ci insegna che “presso al mattin del ver si sogna” ! Allora tutto non è perduto! Forza Letta (Enrico, s’intende … ).

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L’ORSA DELLA VIGOLANA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2013 @ 2:47 pm

Detto altrimenti: per i non Trentini … ma anche per i Trentini

… al teleobiettivo!

“Finchè ghe l’Orsa su la Vigolana no te cavar la maglia de lana” … detto trentino. L’orsa, una macchia scura non innevata sulla Vigolana, una delle montagne che incoronano la città di Trento, figura che ovviamente con il disgelo scompare. Questo detto locale mi ha affascinato  sin dai primi giorni nei quali i nuovi amici Trentini avvertirono me, venticinque anni fa, che arrivavo per lavorare e vivere a in questa bella città. Insomma, mi ha ispirato una poesiola. Ora, vi chiederete, nasce prima la poesia o la fotografia? In questo caso, “queste” fotografie sono “nate” solo oggi, 24 aprile 2013, ben dopo quindi la poesia.

(se cliccate sulle foto si ingrandiscono!)

 

L’Orsa della Vigolana

Pascoli bianchi
nutrono fauci protese sui fiocchi di neve
ferma a riposare al sole
prima di scavarsi la strada
verso le vene preziose
del monte.

… senza teleobiettivo!

E vigile
monti di sentinella
all’inverno
che circonda di freddo
la bella città
accovacciata
i tuoi piedi.

E quando
di nuovo
il sentiero
ritorna a calcare il passo dell’uomo
ormai sgombro di neve
tu
schiva
scompari alla vista
e ti ascondi
nel folto di pensieri
che invano
alzato lo sguardo
ti cercano
attenti.

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LA COOPERAZIONE, QUESTA (ANCORA) SCONOSCIUTA (DA PARTE DI ALCUNI)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2013 @ 6:47 am

Detto altrimenti: cooperare, in ogni campo … quello che ci manca oggi

Don Guetti

L’Associazione Culturale Lavisana presieduta dal Dottor Daniele Donati (di concerto con il Comune di Lavis e l’Associazione Lavistaperta), dopo averci illustrato in precedente serata la vita e l’opera cooperativa del Lavisano Don Grazioli, il quale in materia di cooperazione si ricollega all’azione del fondatore della cooperazione, Don Lorenzo Guetti (nato a Vigo Lomaso), organizza una seconda

Lavis, il monumento al concittadino Don Grazioli

Serata sulla Cooperazione Trentina, Giovedì 2 maggio ore 20,30 nell’Auditorium della Biblioteca di Via F. Filzi, 21 – Lavis. Oratori: Luciano Imperadori e Diego Schelfi rispettivamente sui temi “Dalla storia della cooperazione una proposta anticrisi”  e “Qualità e futuro della cooperazione”.

Cooperazione, co-operare, operare insieme per il bene comune, ciò che sembra mancare oggi, ciò alle cui radici potremmo e dovremo (sic, potremmo e dovremo) rifarci per uscire dal tunnel della attuale “società dei Ciclopi”, una “non società” nella quale ognuno vive solitario, pensa solo a se stesso, per ricreare invece la “civiltà dell’isola dei Feaci”, sulla quale approdò Ulisse nel suo peregrinare, trovandovi mura ben erette, leggi rispettate, campi coltivati, convivenza serena ed operosa.

Noi … errabondi come tanti moderni Ulisse, che da troppi anni (ben più degli “anni di Ulisse!”) stiamo navigando verso la nostra Isola, ma che una volta siamo fermati dal canto ammaliante delle improbabili promesse elettorali del “tutto va ben madama la marchesa”; altra volta fermati dalla spinta repulsiva contraria di “venti nuovi”, ribelli, sconosciuti alla “Rosa dei venti” che eravamo addestrati a governare …

… noi non possiamo mancare a questo appuntamento. Una riflessione sull’argomento potrà solo farci del bene.

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GRUPPO DI LETTURA MARIA LIA GUARDINI – BIBLIOTECA DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Aprile, 2013 @ 2:48 pm

Detto altrimenti: cultura, insieme di conoscenze, a Trento …

Oggi, seconda ed ultima lectio magistralis della nostra Prof Maria Lia Guardini, prendendo spunto dalle Metamorfosi di Apuleio.

Prossimi appuntamenti : martedì 7 e 21 maggio 2013, ad ore 10,00, presso la Biblioteca Comunale di Trento, Via Roma, 55, Sala degli Affreschi, primo piano, entrata libera, rispettivamente sulle Bucoliche e sulle Georgiche di Virgilio.

All’interno del romanzo di Apuleio, le favole. In particolare Amore e Psiche che può essere letta come autonoma fiaba di magia. E in questa magìa, una delle prove cui Venere sottopone Psiche, di rimettere in ordine un miscuglio di semi diversi, ci porta all’esigenza (dell’autore? del lettore?) di mettere ordine fra le idee, sue, nostre.

Al che sorge una domanda: come veniva percepita l’opera ai suoi tempi? Ecco il problema (“problema”: dal greco, “masso posto davanti ai propri piedi”): il problema della ricezione nella comunicazione letteraria che si articola in emittente (autore), messaggio (opera), destinatario (lettore). Il problema si pone innanzi tutto per lo stesso autore, destinatario dei suoi stessi messaggi, che talvolta gli giungono inaspettati, imprevedibili. Potremmo parlare di letture non preordinate (per sè e per gli altri) dall’autore.

Corfù, l’isola dei Feaci

Oggi diamo per scontata l’esistenza di “concetti” che invece sono “nati” nel tempo. Ad esempio, la discussione sule varie forme di governo … già nell’Odissea ve ne sono i germi di questa “filosofia”: i Feaci presso la cui isola approda Ulisse, hanno mura cittadine, leggi non scritte ma ben osservate, lavorano i campi, hanno dei e li rispettano, coltivano la pesca e la navigazione, convivono in società. I Ciclopi: tutto il contrario di ciò. Ora, probabilmente Omero non aveva intenzione di scrivere un trattato sulla politica, cioè sull’arte del governo della convivenza. E invece …

Alberto Moravia

In tempi più vicini a noi, Alberto Moravia, dopo avere scritto “Gli indifferenti” ed essersi sentito dire che quel suo lavoro rappresentava l’inizio del neorealismo, in un articolo su Corsera ebbe a dichiarare che non aveva avuto né quella consapevolezza né tanto meno quell’intento.

E Umbero Eco, nelle postille a “Il nome della Rosa”, ebbe a dire che era stato incuriosito dal fatto che il suo lavoro venisse letto in varie ottiche, come opera storica, come gioco di paragrammi (?) o altro.

Noi non possiamo sapere se il Manzoni, inserendo il “romanzo della monaca di Monza” all’interno del romanzo “I promessi Sposi”, avesse avuto presente l’inserimento di “Amore e Psiche” all’interno delle Metamorfosi. Tant’è… we cannot help ourselves noting … non possiamo fare a meno di notare che esiste una “idea di letteratura” che si impone agli autori, in secoli e luoghi assolutamente diversi e quasi sicuramente non comunicanti.

E che dire dell’ultima prova cui Psiche è sottoposta da venere, la discesa agli inferi? Innanzi tutto che essa è una parodia delle discese agli inferi della serie mitologica precedente. E poi, che Dante Alighieri avesse letto Apuleio?

E ancora, della “proibizione di” aprire il vaso di Pandora; di non voltarsi a guardare la Gorgona; di non ascoltare il canto delle sirene; di non aprile la fiala di Venere (Psiche); fino al nostro divieto divino di “non mangiare la mela nel Paradiso Terrestre? Desiderio di conoscenza per le menti più elevate. Per gli altri curiosità.

Ecco la modernità dell’opera di Apuleio.

Livio Andronico

Ma veniamo al latino, alla letteratura latina. Essa nacque tardi, sulla scia della letteratura greca, tant’è vero cha la prima opera in latino fu scritta da un Greco, Livio Andronìco che tradusse l’Odissea di Omero. Infatti i Romani erano “scarponi militari”, se si pensa che nei due secoli antecedenti Augusto, essi furono sempre in guerra, sino alla creazione della maggiore superpotenza militare imperiale mondiale dell’epoca. La letteratura inizia a nascere quindi solo alla fine delle Guerre Puniche.
Nata tardi, cresce in fretta ed in fretta muore, salvo restare appannaggio delle classi elevate, colte (Dante Alighieri, Galileo Galilei) e della Chiesa.

Virgilio

Prendiamo l’inizio dell’Eneide di Virgilio: “arma virumque cano”, canto le guerre (Iliade) e l’uomo (Odissea): prima il viaggio di Enea da Troia al Lazio e poi le sue guerre nel Lazio. Imitazione ma non solo: anche emulazione, cioè “cerco di fare del mio meglio, se posso anche meglio di te”.

Bucoliche, una raccolta di ecloghe, singoli componimenti “scelti” dal greco echlego, scelgo (da cui il nostro eclettico). Componimenti scelti dallo stesso autore fra tanti altri sui scritti, una sorta di antologia anzos – lego, raccolta di fiori (letterari). A imitazione di Teocrito, argomenti che riguardano i pastori: bukoloi, pastori, appunto, in greco. Quelli di Teocrito vivono ambienti mediterranei: sole, aria limpida. Quelli di Virgilio sono “padani”, ma hanno la schiena diritta, non “puzzano”, sono colti, sensibili. Perché? Qui sorge il problema del rapporto fra il potere e la letteratura. Infatti a Virgilio talvolta è stato attribuito il ruolo di poeta vate, nel senso di essere il cantore della politica agricola di Augusto, il quale, dopo la battaglia di Azio, aveva espropriato i latifondisti per creare una ampia classe media agreste di piccoli proprietari terrieri.

Dieci minuti filati … senza pausa pranzo! In Toscana direbbero: “Te sì che se’ n’omo, miha la tu’ sorella”

Soprattutto in tal senso operò il Minculpop dell’epoca, retto dal ministro Mecenate. del resto, qualche anno dopo, la cosa si ripetè, con l’invio dei nostri contadini in Libia e soprattutto con Benito Mussolini a mietere il grano a dorso nudo..

Ma Virgilio crede in quello che scrive. Celebra il mito di Roma più che la sua storia. Non è servile.

Le Bucoliche hanno una loro geometria simmetrica. Sono dieci. Quelle pari, scene e dialoghi. Le dispari, narrative. La decima è di commiato. La quinta, centrale, è la “Dafni”, poeta e cantore bucolico. La prima e la nona, autobiografiche. La seconda e l’ottava, lamenti d’amore. La terza e la settima, gare poetiche. La quarta e la sesta sono anomale rispetto al canone della poesia bucolica, la quarta soprattutto,  quella del “puer” , del bambinello che deve nascere … ci fa pensare alla profezia della nascita di Gesù.

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