POST 1138 – LEGGE VALIDA E LEGGE EFFICACE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2013 @ 9:14 am

Detto altrimenti: alcune riflessioni sulla validità e l’efficacia delle leggi

Un po’ come il rapporto efficienza-efficacia: è efficiente chi rispetta tutte le prescrizioni comportamentali. E’ efficace chi raggiunge i risultati. Se notate che l’illuminazione pubblica della strada sulla quale si affaccia casa è attivata benchè sia giorno pieno e lo fate notare ad un vigilie urbano, potete ricevere due risposte: una efficiente (“Lo comunico subito a chi di dovere”), l’altra efficace (“Otterrò presto che i lampioni vengano spenti”).

Ma che c’azzecca questo esempio con la validità e l’efficacia della legge? C’azzecca, c’azzecca … infatti una legge è valida se è emanata dall’organo legittimamente preposto a quello scopo. Una legge è efficace se viene rispettata, cioè se raggiunge il risultato per il quale è stata emanata.

Solo che “le leggi son ma chi pon mano ad esse?” diceva qualche anno fa il nostro Padre Dante …

Infatti la legge viene rispettata se prevede una sanzione. E la sanzione è efficace se viene applicata tempestivamente (altrimenti, se si tarda, è meglio lasciar perdere … e già qui sorge un problema …).

Ma molte leggi non prevedono una sanzione. Ad esempio, quale sanzione è connessa nei confronti del legislatore ordinario che non emani leggi ordinarie in attuazione del dettato costituzionale?

Per capirsi meglio: dalle leggi ordinarie derivano obblighi (non sempre) sanzionati e diritti (talvolta “acquisiti”). Dalla Costituzione derivano indicazioni che sono vincolanti e sanzionate solo quando un atto formale venga impugnato per incostituzionalità  (e quindi annullato). Ma che succede quando non vengono garantiti a tutti i Cittadini i diritti costituzionali fondamentali, quali il lavoro, l’istruzione, le cure mediche, il diritto a crearsi una famiglia, ad una casa, etc.? Nulla. Non succede nulla. Questi “diritti costituzionali” dei Cittadini non sono considerati “acquisiti” con la stessa forza con la quale sono considerati “acquisiti” i diritti a super pensioni, super stipendi, super buonuscite stabliti dalle leggi ordinarie dello Stato o dalle leggi dei privati (contratti).

Se ne deduce che la nostra Costituzione è una legge valida ma spesso non è efficace.

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POST 1137 – LA POLITICA IMPARI DALLE SPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2013 @ 8:37 am

Detto altrimenti: la cultura delle SpA può fornire modelli utili al governo del Paese

Premessa

Il primo obiettivo di una Spa NON è la massimizzazione del profitto, ma la crescita di chi ci lavora E QUINDI la crescita propria.

 Corpo del testo

 La premessa fa parte integrante e sostanziale del presente ragionamento.

Ing. Adriano Olivetti

A quale “cultura delle SpA” mi riferisco? A quella tipo “Adriano Olivetti”, il quale, rispetto al consueto canone che identificava  i fattori della produzione in “capitale e lavoro”, preferiva identificare quei fattori in “capitale e motivazione dei Lavoratori”.

La motivazione dei Lavoratori e la “motivazione dei Cittadini Lavoratori”, motivati a fare il proprio lavoro onestamente e con impegno, motivati a coltivare l’onestà, la Morale (= ricerca del Bene Comune), ad andare a votare. Motivati dall’esempio dei propri “Amministratori Delegati” dell’ “azienda Stato”, cioè dall’esempio dell politica, delegata dai Cittadini a governare la res publica, la cosa pubblica. Motivati dal riuscire a capire come la propria azione, il proprio sacrificio, le proprie tasse, i propri benefici ricevuti si inquadrino nell’insieme delle azioni dello Stato, dei sacrifici richiesti dallo Stato, dei benefici trasferiti  dallo Stato in capo a ciascun Cittadino.

Come si motivano i Lavoratori? Non solo dando loro una retribuzione adeguata, ma anche rispettando la loro persona; facendoli crescere culturalmente e professionalmente; garantendo loro un futuro; ammettendoli ai processi di comunicazione (communis actio) aziendale; riunificando in capo a ciascun Lavoratore la sua “dose” di responsabilità e di potere (e di potere!); e non invece considerando i Lavoratori esclusivamente destinatari di informazioni-ordini da eseguire pedissequamente, con una visione aziendale del “giorno per giorno”.

Come si motivano i Cittadini? Lo si fa mettendo in grado ogni Cittadino di comprendere il peso specifico di ogni singolo atto; di ogni singola decisione; di ogni singolo investimento; di ogni singolo “contributo al Bene Comune”; di ogni singolo “contributo al Male Comune”; di ogni singola decisione dell’Ordine delle Priorità; etc,. insito in ogni atto positivo (ad esempio, uno sgravio fiscale) o negativo (ad esempio, uno scandalo politico-economico).

In altre parole, la frase del Ministro Lupi “Il TAV serve perchè da lì passa il 30% delle merci” non ha significato se non si specifica quanto sia il 100% delle merci citate e come questo dato, da venti anni a questa parte, stia diminuendo/aumentando.

Lo stesso dicasi per i 40 milioni annui che saranno travasati dalle pensioni d’oro a persone disoccupate, se non si specifica che l’ammontare trasferito in un anno corrisponde a metà del costo di un solo cacciabombardiere F35.

Lo stesso vale per la mancata decisione di acquistare aerei commerciali idonei alle rotte intercontinentali (il solo modo per rilanciare Alitalia) con le risorse finanziarie che si renderebbero disponibili ove non si acquistassero i cacciabombardieri F35.

Insomma, il bilancio dello Stato è un documento complesso. Tuttavia, ugualmente complesso è il bilancio della FIAT, dell’IBM, e di tutte le grandi aziende e società, nel mondo. ma se ai livelli (aziendali) inferiori è giusto e necessario dettagliare al centesimo, man mano che i documenti di programmazione e di rendicontazione sono predisposti per i successivi livelli gerarchici superiori, essi dovrebbero essere resi più sintetici, leggibili e immediatamente comprensibili – alla fine della “salita” – anche dagli Azionisti (nel nostro caso, anche da noi Cittadini).

Questa sintesi tuttavia deve rispettare l’esigenza della serietà e della significatività. Mi spiego con un esempio massimamente negativo (ma in qualche caso realmente avvenuto!: il caso di un bilancio che riporti con il massimo dettaglio – ad esempio – 30 voci dettagliatissime, ognuna di poche centinaia di euro, seguite da una voce di molte centinaia di migliaia euro, denominata semplicisticamente “Spese varie”.

Per ulteriori dettagli, telefonare al 335 5487516 (mio cellulare)

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POST 1136 – IL CETO MEDIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2013 @ 6:22 am

Detto altrimenti: natura non facit saltus, non ci sono “strappi” nella continuità dei processi naturali

La "prima"

In un post precedente ricordavo le ferrovie del nostro dopoguerra: prima, seconda, terza classe. Lo stesso accadeva per le classi sociali. Chi era in “terza”, si attivava per migliorare e passare in “seconda” (ferroviaria e sociale) e i passeggeri della “seconda” si impegnavano per passare alla “prima”. Una continuità logica, progressiva, direi “naturale”.

Poi tutto è cambiato. infatti da tempo è stata abolita la terza classe ferroviaria e da qualche anno, di fatto si sta cancellando la seconda classe sociale, il Ceto Medio. Il ceto medio ferroviario si è diviso: pochi sono passati in prima, molti sono retrocessi nella nuova seconda (ed ultima) classe. Che ne è stato del Ceto Medio sociale? Ha fatto la fine di quello ferroviario!

Della “prima” neanche a parlarne. E chi non troverà posto nemmeno nella odierna “seconda”?

Se non che in una società con pochi “viaggiatori” comodi in una prima classe pulita, riscaldata, spaziosa e veloce e moltissimi in una “terza” sporca. sovraffollata, fredda e lenta … prima poi può scoppiare lo sciopero della massa dei viaggiatori scontenti, i quali, consci di non riuscire a fare il gran salto sino alla prima classe, sentendosi condannati per sempre a non migliorare, possono arrivare ad occupare i binari, possono interrompere il servizio anche ai treni di prima classe, a quelli superveloci …

Come se ne esce? Occorre ripristinare le tre classi, ferroviarie e sociali. Il Ceto Medio infatti rappresenta la necessaria continuità del processo di crescita di un insieme sociale armonico. Esso rappresenta la Scuola Media Inferiore e Superiore, che consente, a chi si impegni nel frequentarla, di iniziare con le Scuole Elementari e di terminare con l’Università.

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POST 1135 – LE TERRE ALTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2013 @ 7:24 pm

Detto altrimenti: “Il punto di ascolto perfetto”

Me me ha regalato una copia. Un mio amico. Improvvisamente, almeno per me. Improvvisamente ha scritto un racconto. Ricordate “Fantasia” di Walt Disney? Un film che ti faceva “vedere” la musica e “sentire” le immagini. Ecco, questo racconto mi ha ricordato quell’esperienza. Infatti le Parole del racconto si immedesimano, anzi, si trasfigurano in sentimenti, in raggi di luce, in suoni, in aria pura che si respira, sempre più leggera, man mano che si sale, nel leggere, verso le Terre Alte. Un misticismo estetico, sacro e profano, interiore ed esteriore allo stesso tempo. Quando inizi a leggere non sai che ti troverai a salire in alto, insieme alla prima persona che racconta, seguendo il suo passo cadenzato, facendo le sue stesse soste, guardando i  suoi stessi panorami e valutando quanta strada ancora devi percorrere per arrivare in vetta. La conquista della vetta ,,, il gnozi autòn, conoscere se stessi. E non principalmente fisicamente.

Non occorre arrivare a 8.810 metri. Ogni conquista, anche piccola, se è nostra è una Grande Conquista

Non credo che l’Autore sia un alpinista. Ma ama la montagna e la capisce, questo è certo, E poi, disse un tale, non è alpinista solo chi scala letteralmente le vette, ma anche chi le sa guardare dal basso, chi sa far salire i suoi sentimenti verso la cima, chi sa ascoltare il silenzio che si è conquistato passo dopo passo per il sentiero “normale”. Ecco, il punto d’ascolto perfetto, quello in cui a parlare è il Silenzio. Un Silenzio che parla a chi finalmente non si limita a sentire, bensì ascolta. Mistico, naturalistico, alpinistico? Ognuno potrà cogliere uno o più di questi aspetti, a secondo della propria sensibilità.

Andrea Bianchi, Trento, “Il punto d’ascolto perfetto” – Primo premio nella sezione Inediti della 9° Edizione del Concorso Letterario “LEGGIMONTAGNA 2011” (foto Francesca Gregori)

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POST 1134 – SUPER RETRIBUZIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2013 @ 9:27 am

Detto altrimenti: ma che … pensate che io voglia che tutti siano retribuiti nella stessa misura? No! Leggete qui sotto (premetto che per “retribuzioni” intendo stipendi, pensioni, buonuscite, buonentrate (ci sono anche queste!), benefit vari. Tutto, insomma …

La differenziazione delle retribuzioni è un fatto necessario allo sviluppo della società prima ancora che della economia.

Chi si impegna maggiormente nello studio, nel lavoro, chi si assume maggiori responsabilità, chi raggiunge migliori risultati … è ben giusto che sia premiato da remunerazioni maggiori.

A chi darei io le maggiori retribuzioni? A chi innova, a chi inventa, a chi crea: in economia, nel sociale, nella cultura, nella sanità, nell’ecologia, nella difesa del territorio, nella scelta del giusto modello di sviluppo, nel riordino delle priorità. Non a chi gestisce l’esistente.

Ma … maggiori di quanto? Il quantum dovrebbe tener conto di alcune considerazioni:

Una retribuzione di un top manager che sia fuori scala, ad esempio pari a 500 volte la paga di un suo operaio, lo disincentiva dal “fare meglio”, tanto più di così cosa vuole sperare, a cosa vuole aspirare?

Retribuzioni fuori scala innescano squilibri e disuguaglianze sociali pericolose e non si giustificano in ui Paese afflitto da una generalizzata e forte crisi economica.

Retribuzioni fuori scala non si giustificano comunque, perché i “grandi risultati” il più delle volte sono ottenuti solo perché il manager (pubblico o privato che sia) è inserito in una “grande società“, non perché sia un  “grande uomo” lui stesso.

Retribuzioni fuori scala non si giustificano per le “grandi resposansabilità” di una persona, a meno che essa non sia in grado di ripagare con denari prpri eventuali danni mkiliardari procurati a SpA pubbliche o private. Altrimenti, che “grande responsabilità” sarebbe mai?

Retribuzioni fuori scala incrementano la ricchezza di pochi e diminuiscono quella di molti, e comprimono i consumi: infatti, un super ricco più di tanto non può consumare …

Retribuzioni fuori scala non si giustificano sulla base di risultati di breve termine, perché spesso poi essi determinano perdite di medio termine, quando il manager, incassate le sue ricchissime retribuzioni, ha cambiato società e a restituire il ricevuto manco a parlarne.

Ma. cosa vuol dire “fuori scala”?  Ecco, ad esempio la liquidazione dell’AD Unicredit Profumo che nel lasciare la banca alla quale aveva fatto acquistare una banca kazaka per 2,4 miliardi dollari USA per poi rivenderla un anno dopa a “-200” milioni (sic, a meno duecento! Leggete il post n. 1121 del 25 novembre scorso), se ne è andato al Montepaschi Siena con una liquidazione di 40 milioni di euro, quasi ottanta miliardi delle vecchie lire.

Lo stesso vale per i milioni regalati a tale Giancarlo Cimoli da FS (1996-2004) ad Alitalia (2005-2008) = “risultati” ottenuti? Sotto gli occhi di tutti. Reribuzione? Negli anni citati, complessivamente di €14.755. Al … giorno! Si, al giorno, avete capito bene.

E Cesare Geronzi? 347 giorni alla guida delle Assicurazioni Generaki, liquidazione di 16,6 milioni. No, non di lire, di Euro!

Ma, banche, Ferrovie, Alitalia, Assicurazioni … da dove prendono quei soldi se non dai clienti, dall’utenza, cioè se non da noi cittadini?

E poi … pensioni “retributive” da 20-30 sino a 90.000 euro al mese!  Retributive! Ma via!

La Svizzera ci sta provando. magari non ci riuscirà ma almeno ci sta provando a fissare il tetto della retribuzione massima di un top manager a 15 volte la paga del suo operaio.

Dice, ma dei politici non te ne occupi? Eccomi, arrivo:

USA:    300.000.000 di abitanti; 100 senatori; 435 deputati

ITALIA: 60.000.000 di abitanti; 315 senatori; 600 deputati

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POST 1133 – FALSO IN BILANCIO, VARIE ED EVENTUALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2013 @ 9:00 am

Detto altrimenti: ora speriamo che torni ad essere un reato. Infatti …


Berlusconi ha messo in essere una frode fiscale.
La frode fiscale è un reato.
Il falso in bilancio froda il fisco.
Oggi il falso in bilancio non è un reato.
Io spero che torni ad esserlo!

Un celebre motocilista doveva al fisco 100.000.000.
Ha concordato per 30.000.000.
Io dovevo al fisco 45. Io ho pagato al fisco 45″. La legge è uguale oper tutti, tutti coloro che devono al fisco 100.000.000 ed anche per tutti coloro che devono al fisco 45.

I gestori delle macchinette mangiasoldi dovevano al fisco miliardi di euro.
Hanno concordato per pagare il 20% di pochi miliardi, anzi di milioni.
la Corte dei Conti ha detto: no, dovete pagare il 30%.
E il resto? Il resto … mancia! Dopo tutto si tratta di … monetine metalliche …a tonnellate, vabbè, ma sempre di monetine si tratta. A proposito, chi le cambia in banconote, non si pone qualnche domanda? Già, a pensarci bene … chi è che le cambia? La Banca Popolare di Milano, forse?.

C’è evasione ed evasione fiscale: entrambe le forme sottraggono denari al fisco, ma
1) la prima, meno grave, trasforma quelle risorse in maggiori dividendi (tassati) per gli azionisti della SpA che evade;
2) la seconda, più grave, trasforma quelle risorse in denaro nero, spesso collocato all’estero.

O no?

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POST 1132 – AUTOSTRADE A CONDIZIONE DI RECIPROCITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2013 @ 7:39 am

Detto altrimenti: da noi le barriere; in Austria l’adesivo; in Germania la targa dell’auto!

Bezalen Sie nur, bitte … Pagare prego

L’UE garantisce la libera circolazione delle persone (e delle merci). Libera ma non “gratuita”, ed ecco che la Germania mette a pagamento le sue autostrade. Solo per gli stranieri, però. E noi? Noi copiamola, cribbio! Dice … ma le nostre autostrade sono già a pagamento! Ma lo sono veramente per tutti? Controlliamo! E poi, mettiamo a pagamento le nostre piste ciclabili per i turisti tedeschi, cribbio!

Parliamo seriamente. Questo “distinguo” tedesco è molto pericoloso. E’ una miccia nazionalistica in un’Europa che ha bisogno dell’esatto contrario. Noi Europei infatti abbiamo bisogno degli Stati Uniti d’Europa, di uno Stato Europeo Federale, di una Federazione simile agli USA. Gli Stati Uniti d’Europa, una realtà al cui interno si facciano prevalere le componenti migliori di ogni singolo stato nazionale, si azzerino le peggiori, si ristabilisca, in accordo con gli USA, il pieno rispetto dei Diritti Umani, dei Principi Morali (= ricerca del bene Comuna), delle corrette regole finanziarie e si imponga tutto ciò al resto del mondo, Cina e India in testa.

Utopia? Forse. Ma nella vita occorre avere una Utopia, un Modello Ideale nel quale “credere”, “sperare” e per il quale “lavorare” (noterete: dopo il verbo “credere”, ho usato verbi ben diversi da “obbedire” e “combattere”).

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POST 1131 – THE DAY AFTER … GOTTERDAEMMERUNG

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2013 @ 7:14 am

Detto altrimenti: il giorno dopo la caduta degli dei … anzi … del dio

Che differenza! Germania: la composta, dignitosa firma delle 180 pagine di “contratto” alla base delle Larghe Intese (salario minimo, aumento delle pensioni, etc.). Italia: le grida scomposte dei nostri parlamentari, le piazze incitate a ribellarsi alle sentenze …

Dice: non c’è stata frode fiscale. Lo dico io, lo affermo io, lo dimostro io. Questa è la mia verità. Anzi questa è la Verità Vera. Ma, amico, per tutti, da sempre, in Italia, esistono due verità: la verità del singolo e la verità accertata nei tribunali. Spesso coincidono. Comunque uno Stato di Diritto è costretto a basarsi sulla verità accertata nei tribunali. Non c’è altra scelta. E negare questo principio significa negare lo Stato di Diritto.

Che poi la Giustizia vada riformata, concordo con te. Infatti non è ammissibile che in uno Stato il quale attraverso potenti computer è in grado di rilevare se io mi compero un Rolex (il che sarebbe fuori dal mio standard di spesa, e quindi potrebbe segnalare una mia evasione fiscale), consenta che la giustizia non sia automatata; che i tempi dei processi siano biblici; che chiedi di essere interrogato dal PM, lui ti riceve, tu parli per un’ora, lui non verbalizza e non ti fa alcuna domanda … Concordo con te che occorra intervenire anche sula separazione delle carriere dei PM rispetto ai Giudici giudicanti. Ma non che i PM siano posti sotto il governo; non che venga meno l’obbligatorietà dell’azione penale. Quanto alla responsabilità civile dei giudici, se ne può discutere.

E poi, la Giustizia Amministrativa: per carità … tu, privato cittadino chiamato a dirigere una SpA pubblica, lanci un bando di gara d’appalto e assegni i lavori a Tizio. Caio fa ricorso e al TAR e lo perde. Caio si appella al Consiglio di Stato e vince. La società gli deve pagare una forte somma a titolo di risarcimento danni. La Corte dei Conti viene a verificare il tuo operato e lo trova ineccepibile. Insomma. organi dello Stato affermano verità opposte, contrarie: ma è possibile tutto ciò? E se poi la Pubblica Amministrazione ti fa causa per 1.000 e poi ti assolvono o ti condannano pro forma per 1 … la PA non è chiamata a rispondere di nulla?

Ma veniamo alla frode fiscale. Frode, peggio della semplice evasione a sua volta peggio della semplice elusione. Ma il risultato è lo stesso. Lo stesso di quelle migliaia di cittadini privati che, possedendo tre o quattro appartamenti, li intestano ad una Srl appositamente creata e “risparmiano” molte tasse. Lo stesso del negoziante che importa magliette dalla Cina attraverso una sua società “basata” (dall’inglese based, con sede in) a San Marino, la quale acquista dalla Cina a 10, rivende al nostro eroe a 30 che a sua volta vende al pubblico a 35, con un piccolissimo utile e quindi con una piccolissima tassazione. Lo stesso di chi consente “concordati fiscali” miliardari a campioni della motocicletta o a gestori delle macchinette mangiasoldi, questi ultimi scovati dall’ottimo ex colonnello della Finanza Umberto Rapetto, “ex” perché lo hanno costretto alle dimissioni. Lo stesso delle multinazionali con sede in Irlanda ma operanti qui da noi. Lo stesso di chi spalma le azioni della propria società su tutta la sua compagine familiare, frazionando l’utile e “scalando” verso il basso le aliquote fiscali applicate; etc. etc..

Però non è vero che tutto funziona così. Infatti io pochi giorni fa ho regolarmente ricevuto un regolare avviso di “ripresa fiscale” per la somma di €45,00 dovuti al fiso a seguito di un errore mio o del mio commercialista. Ed ho pagato. Vedete che le cose funzionano!

Ma veniamo alla Gotterdaemmerung. Si dice: ma lo hanno votato milioni di elettori! Replico: che c’entra? E’ come rispondere “No, non è vero, oggi piove, guarda tu stesso … piove!” ad uno che afferma “Sono le 17,30”. E poi, una volta ci si dimetteva solo per avere ricevuto un avviso di garanzia … via … E poi essere imputati in una molteplicità di processi deve tornare ad essere una aggravante non una esimente! Ma ci siamo bevuti il cervello o ce lo volete far bere!?

La Germania e l’Italia. Ma è possibile che noi non si riesca a “copiarla” almeno in ciò che la Germania sta dimostrando di saper fare meglio di noi?

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POST 1130 – OPEN BLOG: ESSERE LIBERALI O ESSERE SELVAGGI – Il RAPPORTO SILVIO-STATO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2013 @ 7:56 am

Detti altrimenti: trascrivo (copio) da www.narcolessico.wordpress.com di Edoardo Lucatti.

Di mio c’è solo la paternità di Edoardo, il grassettato e questa considerazione:  il  post mi è parso particolarmente attuale, oggi, giorno della “decadenza”, del “decadentismo”, della verifica del rapporto S-S, cioè Silvio-Stato. Al riguardo, mi ha colpito la chiusura del post, che condivido in pieno: “Se pensi di far sparire lo Stato, non sei liberale. Sei solo un selvaggio”.

 Inizia:

LIBERALE RADICALE STRUTTURALISTA

 “Non intendo rispettare il parere di tutti. Non si è veramente liberali senza essere disposti a riconoscere fino in fondo la sintassi liberale e la sua morfologia.

Essere radicalmente liberali non significa stabilire che la priorità spetta all’individuo. Significa assumere che la priorità spetti a tutto quello che, a prescindere dalla sua natura personale o collettiva, riesce a costituirsi come “individuo”.

Fatto questo, ci si deve chiedere se il rispetto della libertà è garantito per tutti gli individui così colti o solo per alcuni. Si noterà allora che lo Stato, sotto certe condizioni capace di costituirsi come “individuo”, rappresenta un soggetto deputato a garantire la libertà di tutti gli individui senza che nessuno garantisca, a monte, della sua.

Essere radicalmente liberali significa ridare anche allo Stato, così come a tutti gli altri individui, la libertà che gli spetta per diritto conseguito sul campo, visto che, ripeto, è individuo solo quello che riesce a costituirsi come tale, secondo una logica che impone a tutti, anche alle singole persone, di non dare per scontato il proprio “essere un individuo” e anzi di lavorare perché quella condizione possa essere raggiunta.

Esiste un personale non individuale dal quale dobbiamo progredire verso l’individuale, personale o collettivo che sia. Riconosciuto come individuo, lo Stato deve poter partecipare a tutto quello cui partecipano gli altri individui e deve perciò essere libero di diventare un attore economico decisivo e, nella misura in cui lo ritenga opportuno e ne sia al pari degli altri legittimato, proprietario del sistema economico.

Essere radicalmente liberali non significa mettere i privati al sicuro dallo Stato. Significa interrogare il Privato dello Stato per farlo uscire allo scoperto consentendogli di costituirsi in rapporto al Privato degli altri individui, che al tempo stesso include e con il quale deve però interloquire, in quello che rappresenta a tutti gli effetti il monologo interiore della civiltà democratica.

La questione è strutturale: non si dà “individuo di natura” ma solo “posizione individuale”. L’individuo è cioè la nozione neutra e la casella vuota di una matrice strutturale e il punto, semmai, è capire chi e come possa “fungere da individuo”, rimuovendo gli ostacoli che impediscono a persone, gruppi, società, ceti, categorie, professionalità, movimenti, ordini, istituzioni, comunità, nazioni e Stati di attestarsi come individui. Radicalmente liberale è consentire al tuo pensiero di essere reversibile. Altrimenti stai solo raccontando la fiaba dell’eroe. Se invece pensi di far sparire lo Stato, non sei liberale. Sei solo un selvaggio.”

Finisce

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POST 1129 – AUTO TRAINANTE RIMORCHIO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2013 @ 7:16 am

Detto altrimenti: automobilisti che rimorchiate (rimorchi, non belle ragazze!) attenzione!

D. Lgs. 18 aprile 1011 n.59 art.116:  Dal 19 gennaio 2013 la regolamentazione musica è cambiata ma  si avvertono alcune incertezze. Cerchiamo di fare chiarezza.

Problema: con la mia auto voglio rimorchiare un caravan, una barca. Come mi devo comportare?

Risposta: devi soddisfare contemporaneamente a tutti i seguenti requisiti:

1) il gancio di traino dell’auto deve essere omologato per il peso massimo complessivo che si vuole rimorchiare (valore indicato sul telaio del rimorchio/caravan e sul loro libretto di circolazione);
2) una volta pronto a partire, il peso complessivo del rimorchio deve rispettare il rapporto 1:1 rispetto al peso dell’auto. Se l’auto è una 4×4, il rimorchio può arrivare a pesare 1,5 volte il peso dell’auto.
3) Devi possedere una patente adeguata. E qui sorgono le incertezze. Infatti:

Prima del 19 gennaio 2013 (fermo restando quanto ai nn. 1 e 2):

 I. patente B: peso complessivo massimo a pieno carico (auto+rimorchio) non deve superare 3500 kg.
II. patente BE: peso complessivo massimo a pieno carico (auto+rimorchio) può superare 3500 kg.

Dal 19 gennaio 2013 (fermo restando quanto ai nn. 1 e 2)

 a) patente B: peso complessivo massimo a pieno carico (auto+rimorchio) non deve superare 3500 kg (invariato)
b) patente B +  prova di capacità e comportamento: peso complessivo massimo a pieno carico (auto+rimorchio) fino a 4250 kg (migliorativo rispetto alla norma precedente)
c) patente B + E: peso complessivo massimo a pieno carico (auto+rimorchio) non deve superare 3500 kg
d) patente BE: peso complessivo massimo a pieno carico (auto+rimorchio) superiore a 4250 kg.

Le incertezze da chiarire

Possedendo da molti anni la patente B, ho conseguito con apposito corso di scuola guida ed esame, la patente BE. Domando:

1)  in cosa consiste e come si effettua la prova di capacità e comportamento?

2) qual è le differenza fra una patente BE ed una B+E?

3) la patente B+E è quella che si ottine dopo la prova di capacità e comportamento?

4) la mia patente BE continua ad essere una BE oppure è diventata una B+E? Ovvero, è stata “retrocessa”?

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