I Lunedì dell’Accademia delle Muse (circolo privato) a Trento

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Aprile, 2013 @ 1:47 pm

 

La Presidente Cristina con una parte dell’uditorio

Detto altrimenti: This is Trento too … Trento è anche questo! Ieri sera, 8 aprile 2013, ad esempio …

Ci ritroviamo il primo lunedì di ogni mese. Per questa volta, siamo “slittati” di una settimana per non impegnare il Lunedì di Pasqua. L’ultimo post relativo a queste “riunioni trentine” era stato il 5 marzo scorso (cfr. ivi). E ieri sera … altra seratona! Eravamo in 45! Come facciamo a contarci? Semplice: i posti a sedere, fra divani, divani, poltrone, poltroncine, sedie fisse e pieghevoli sono quaranta. E ieri era abbiamo dovuto utilizzare altre cinque sedie prendendole dalla cucina e dalle stanze da letto!

Il programma svolto nel corso della serata? Eccolo!

Luisa Bonomi, Accademica

Luisa Bonomi in “Storia della città, della banda musicale e dell’inno di Pergine”. Pergine, raccontata dall’epoca romana, attraversata dalla Via Claudia Augusta, via via fino alla dominazione longobarda, franca, austriaca e ai Principi Vescovi. Fra l’altro abbiamo appreso che i nostri nonni, a Pergine, ricevessero dal Comune appezzamenti di terreno chiamati “palù”: un palù, due o più palù, a secondo le necessità della famiglia. E così si spiegano i nomi attuali di Palù di Giovo, Palù di Sant’Orsola etc. (un po’ come le “regole”, quelle di Malosco, per fare un esempio, in val di Non). E’ poi singolare pensare che quello che noi oggi percorriamo in bicicletta lungo la splendida ciclabile della Valsugana, possa essere stato il tracciato dell’antica via romana o della più recente strada militare asburgica! Appassionante poi il racconto della nascita e della crescita della banda cittadina, soprattutto grazie all’opera del Maestro Giovanni Serra.

… per pianoforte e tre voci

E poi, improvvisamente, tre Accademiche cantanti, Giovanna Laudadio, la stessa Luisa e Letizia Grassi accompagnate al piano dalla Presidente Cristina, hanno eseguito il canto dell’Inno (Musica di Giovanni Serra, testo di Andrea Valdagni). Grande successo. Da segnalare il contributo fattivo della Signora Sandra Roner la quale ha reso possibile l’iniziativa fornendo tutto il materiale storico necessario. E che dire inoltre di Cristina, che a nostro beneficio ha riprodotto con ingrandimenti a colori, gli spartiti originali della musica dell’inno, con le correzioni autografe del maestro Serra?

Abbiamo quindi applaudito il nostro amico collega Accademico Carlo Fierens che ha vinto il secondo premio al Concorso Nazionale di chitarra classica. Rammaricati poi per non essere stati informati della relazione della scrittrice Maria Pia Veladiano presso l’Accademia degli Agiati di Rovereto, abbiamo deciso che la Presidente scriverà una lettera al Presidente di quella istituzione, Professor Rasera, da consegnarsi da parte dell’Accademico Ruggero Polito, per essere inseriti fra i destinatari degli inviti alle loro iniziative.

Manuela Merlo e Bruno Bruni festeggiano loro “primi” 40 anni di matrimonio e i 70 di lui: confetti per tutti! Auguri, sposini! Auguri anche a Franco, in ospedale per un incidente sciistico alle gambe. Coraggio Franco, rimettiti in forma presto! Ti vogliamo di nuovo e “a nuovo” fra di noi!
Non è mancata la citazione della pianista fortepianista Stefania Neonato, la figlia dell’Accademica Mirna, impegnata con successo in una serie di concerti a Roma, all’Oratorio del Gonfalone e presso l’Ambasciata Austriaca della capitale. La capitale? Che dire degli incontri assolutamente casuali – e per questo ancora più belli – degli Accademici Mirna, Maria Grazia e Ruggero Polito a Roma, alle Scuderie del Quirinale per la mostra su Tiziano! Gli Accademici, fruitori e diffusori di amicizia e di cultura!
Ricordiamo agli Accademici di leggere il libro di Carmine Abate “La collina del vento” che formerà oggetto di discussione in giugno.
Riccardo segnala che la violoncellista Barbara Bertoldi ha accettato di essere dei nostri, ma i suoi impegni le consentiranno solo presenze saltuarie.

Quindi; ecco l’angolo delle anteprime inserite nell’aggiornamento del calendario sociale:

Martedì 9 aprile, ore 10,00, Biblioteca di Trento, Maria Lia Guardini e il gruppo di lettura dei classici, Le metamorfosi di Apuleio.
Mercoledì 10 aprile, ore 17,30, presso la libreria bar Controvento di Via Galilei, gruppo di lettura di Mirna Moretti.
Giovedì 11 aprile 2013, ore 20,30, Casa della Cultura di Merano, conferenza dell’Accademico Umberto Sancarlo su La filosofia indiana, i Veda, lo Yoga
Sabato 13 aprile, ore 16,00, Cristina e Gaia (la figlia dell’Accademica Gigliola) in “Concerto di Primavera” presso la casa famiglia di Via Borsieri.
Martedì 16 aprile, ore 16,45, presso la Dante Alighieri di Via Dordi, Alfonso Masi: in “Viaggio all’inferno”, letture di Dante con “intervista” di Alfonso a Dante e Francesca da Rimini (rectius, da Polenta, bellissima chiesetta, salitaccia sopra Forlinpopoli, in biccletta è molto, molto dura, l’ho fatta e lo posso testimoniare: un inferno!). Un’intervista poi anche a Beatrice, su testo di Umberto Eco.
Giovedì 18 aprile 2013, ore 10,00, Biblioteca di Trento, l’Accademica Giovanna Laudadio accompagnerà i presenti alla scoperta della “Trento di carta”, attraverso mappe e documenti antichi (iconografia di Trento).
Giovedì, 18 aprile 2013 ore 17,30, Palazzo Geremia, Sala di Rappresentanza, Via Belenzani, presentazione del libro “Il dialetto informa 2” di Renzo Francescotti, Ed. Curcu & Genovese. Fra i lettori Luca, il figlio dell’Accademica Gigliola, autore de “il vino fra i vigneti”.
Domenica 21 aprile, ore 12,45, ritrovo ciclistico con gli amici di Bici Uisp presso il bar della partenza della funivia di Sardagna, per la pedalatina in bici (tot. km. 30) del brindisi di primavera sino a Zambana Vecchia, con visita guidata alla chiesetta dei SS. Giacomo e Filippo (con il gruppo di volontariato “Mania” di quel paese). Iscrizioni entro il 18 aprile con sms al 3318370070 o con mail a biciuisp.tn@hotmail.it. Quota @5,00 (per piccolo rinfresco e accompagnamento).
25 aprile 2013, ore 18,30, Spazio Espositivo Sass, Piazza Italia, Luca Chistè, segnala la propria rassegna fotografica sulla Cappadocia nell’ambito del Film Festival della Montagna.
26-28 aprile 2013– Gita sociale di tre giorni in Liguria, con pedalata sulla ciclabile S. Stefano a Mare- Sanremo e ritorno, organizzata da Bici Uisp Trento.
Domenica 28 aprile 2013, ore 17,00, Villa Mersi, concerto del chitarrista Carlo Fierens.
Lunedì 6 maggio 2013, ore 20,15, Accademia delle Muse, L’Accademico Ruggero Polito in violino. Gli Accademici Rosetta e Gianfranco: “Colazione Crema Budwig”.
Giovedì 16 maggio 2013, ore 20,30, Casa della Cultura di Merano, conferenza dell’Accademico Umberto Sancarlo su La grande epica indiana, il Mahabharata e la Bhagavadgita
Lunedì 3 giungo 2013, ore 20,15, Accademia delle Muse, L’Accademica Katia Bonadiman e Cristina eseguono a quattro mani la Sinfonia n. 5 di L. Van Beethoven. Segue: Tavola rotonda sul libro di Carmine Abate “La collina del vento”.
… giugno 2013, gita sociale da definire, a cura del vicepresidente Riccardo
Giovedì 19 settembre 2013 ore 20,30, Casa della Cultura di Merano, conferenza dell’Accademico Umberto Sancarlo su Le grandi religioni d’oriente
Giovedì 17 ottobre 2013, ore 20,30, Casa della Cultura di Merano, conferenza dell’Accademico Umberto Sancarlo su Le scuole filosofiche classiche dell’India

Sono state inoltre segnalate le iniziative del Circolo Comunitario di Montevaccino (info: tel. 3453141185 – www.montevaccino.it) e le iniziative delle 4 Circoscrizioni cittadine di Trento per un obiettivo: “Facciamo la differenza – promuovere la parità tra uomo e donna”, Marzo-Aprile 2013 (www.worldsocialagenda.org).

Quindi, intermezzo gastronomico e “liquido!”

Luca Chistè

Così rifocillati, si riprende con la conferenza di Luca Chistè sui temi “Fotografia fine Art”, e “Città di Berlino”. Luca di lavoro fa altro mestiere, ma da oltre trent’anni è appassionatissimo di fotografia. In particolare ci ha intrattenuto sulla Fotografia Fine art, che si caratterizza per 1) durata nel tempo dell’opera realizzata (non si deteriora); 2) perfezione tecnica dell’immagine; 3) autocertificazione dell’autore circa il numero (limitato) di copie in circolazione. ma questi sono “strumenti”.

Quanto agli “oggetti” Luca si è dedicato alla paesaggistica della natura e urbana. da un lato la fotografia “zen” meditata e meditativa, frutto di molto pensiero e riflessione. Dall’altro la foto acting out, scattata con Iphone, su impressioni immediate, poco ragionate, istintive. Luca ci ha mostrato numerosi suoi lavori, fra i quali molte foto scattate a Berlino all’interno di un progetto lanciato dalla Fondazione Bruno Kessler per la commemorazione della caduta del muro. Luca è un “filosofo della fotografia”, alla ricerca (ecco il filosofo, “cercatore di –“) del ritmo calligrafico, perché il raccontare a mezzo foto non è dissimile dal dipingere o dal raccontare scrivendo. E la foto è il racconto di ciò che l’oggetto fotografato ha raccontato a noi stessi.

Inoltre Luca sviluppa e stampa da solo, direttamente, in proprio tutti i suoi lavori (“potendo, vorrei fare io stesso anche le cornici!”). I suoi lavoro devono essere suoi dall’idea alla stampa. La stampa … già, Luca ci avverte di un pericolo: il “non stampare” equivale a non fotografare. Infatti rischiamo un black out temporale – iconografico. E poi, sul PC l’immagine non è trattenibile fra le nostre dita e quel che è più grave, sfugge anche dalle “dita” della nostra mente. Applausi.

Quindo siamo tornati a casa stanchi, ma contenti della bella serata trascorsa …

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MARIA LIA GUARDINI – Gruppo di lettura nella Biblioteca civica di Trento

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Aprile, 2013 @ 12:26 pm

Detto altrimenti: con Apuleio prosegue la lettura e il commento di classici. Prossima riunione sempre su Apuleio, il 23 aprile. Ne seguiranno altre due su Virgilio: Bucoliche e Georgiche.

Amore e Psiche

APULEIO – Le Metamorfosi. Il compito a casa era la lettura della favola di Amore e Psiche, ma noi “alunni” abbiano letto molto di più … Certo che la nostra lettura ci fa comprendere ed apprezzare solo il primo livello dei significati. Per arrivare al secondo livello occorre la spiegazione della Prof, ormai nostra amica (Prof, neologismo, sostantivo maschile o femminile, a seconda dei casi: “il Prof”, “la Prof”. Stesso termine per i due plurali. Si scrive non puntato e normalmente con la lettera minuscola, ma quando la prof è così amica e apprezzata, si preferisce scrivere “Prof”).

Apuleio, il romanzo, all’interno del genere satirico, contiene una estrema varietà di linguaggi, di personaggi, di storie, ma soprattutto di significati. Più complesso del suo predecessore romanzo greco.
In Petronio prevaleva la pars destruens, espressa in modo molto vellutato, quasi nascosto, per superare la censura dell’epoca. In Apuleio prevale la pars costruens, cioè il racconto è finalizzato alla soluzione dei problemi, alla “salvezza” dei personaggi, salvezza che arriva per concessione degli dei (di Dio, diremmo oggi).

La struttura del racconto parrebbe opera di un moderno registra cinematografico o teatrale: una storia si interrompe per contenerne un’altra e così via. realtà e fantasia, umanità, mito dramma (nel senso di azione). Alcuni temi paiono essere stati presi a modello migliaia di anni dopo da altri scrittori, ma invece testimoniano una immanenza naturale della letteratura “a prescindere”, cioè a prescindere dal fatto che gli autori “successivi” abbiano potuto leggere o meno i loro colleghi “anteriori”.

A parte quindi il godersi l’aspetto superficiale, resta l’arricchimento dell’apprendimento, della “palestra di roccia” che siamo condotti a frequentare dietro la nostra prof capocordata, per scalare con successo e in totale sicurezza (di noi stessi) la parete dei significati più profondi di una lettura, di un fatto, di un avvenimento.

Abbiamo fatto un cenno alla necessità di eventualmente aggiornare i criteri di insegnamento ai giovani di queste materie, e come i libri “di carta” non possano (e non dovrebbero n. d. r. e di tutti i partecipanti) essere sostituiti dai libri virtuali via internet. Il libro di carta è come una foto stampata; la osservi, la rigiri fra le mani, ti ci soffermi … il libro web è come un film: scorre via, istante dopo istante, è imprendibile dalle dita della mani e sfugge dalle “dita” della mente.

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PARADISI FISCALI: PER NON PAGARE TASSE O ANCHE PER ALTRO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Aprile, 2013 @ 2:58 pm

Detto altrimenti. a pensar male …

Ieri sera, domenica 7 aprile 2013, RAI 3 ore 20,15 a “Che tempo che fa” Roberto Saviano ha presentato il suo secondo romanzo inchiesta (dopo Gomorra, questa volta per feltrinelli), dal titolo “ZeroZeroZero”, sulla produzione, traffico e consumo di cocaina. Questa ser, alle 21,10, si replica.

Io mi voglio soffermare su un aspetto, quello finanziario. Ecco qui: un kg di cocaina all’origine (centro sud America) costa 1.500 dollari USA. Il prezzo cresce sino ad arrivare a Londra 75.000 dollari USA. Ora, limitiamoci ad un valore più “onesto”, diciamo 60.000 dollari. Vuol dire che il mio investimento iniziale ha reso il 4000% (quattromila %) all’anno.

Io questo libro non l’ho ancora né acquistato né letto, provvederò al più presto. Nel frattempo mi invento e mi racconto una favola. Eccola.

Immaginiamo che io, avendo lavorato sodo nella vita, abbia risparmiato 30 milioni di euro e decida di acquistare una mega villa ai Caraibi. La villa costa 10 milioni. Io ne mando 30, tanto come si fa qui in Italia a controllare la congruità del prezzo E poi, io sono un privato, mica sono una SpA, non sono soggetto a bilancio. Sono soldi miei sui quali io ho pagato le mie imposte e quindi posso disporne come voglio.

Lo sportello “Spiaggia” della mia banca: tanto per essere comodi, fra un tuffo e l’altro …

Vado ai Caraibi, compero la villa e mi avanzano 20 milioni. Che farne? La mia banca locale mi propone un investimento in una loro finanziaria garantita dalla stessa banca, che mi darà un rendimento del 30 % all’anno al netto della loro commissione (di più no, altrimenti il gioco è troppo palese e sporco ed inoltre io potrei diventare troppo esigente). Io accetto. E i miei 20 milioni prendono altre strade. Io sono tranquillo, perché sono garantito dalla mia banca (locale) e poi i miei milioni sono andati in mano ad una sua finanziaria, mica di estranei sconosciuti … sono anni che li conosco … Anzi, il mio 30%, pari a 6.000.000, lo posso anche prelevare in anticipo, mi addebiteranno solo un 5% di interessi ma nel frattempo io maturo un 20%, sicchè se proprio avessi bisogno … Ma io non ne ho bisogno e non prelevo nulla. Fra un anno io riavrò indietro i miei 20 milioni, anzi, i miei 26 milioni, a carico dei quali dovrò pagare il 5% di imposte sull’utile. e cioè 300.000 euro. Pazienza … Cosa posso desiderare di più dalla vita e dalla finanza off shore?

Già perchè sul mio utile lo stato caraibico impone una tassa del 5%. Io adempio, e poi loro hanno deciso che sono contro la doppia imposizione fiscale … quindi non si stupiscono se io non dichiaro questo utile in Italia, ci mancherebbe altro! Doppia imposizione, che ingiustizia sarebbe!

Grazie, oh mia bela Madunina, che te brili de luntan … tuta bela e piscinina, ti te domini Milan

Che utilizzo viene fatto dei miei denari? Non è affar mio. Io sono solo un investitore finanziario, mica un industriale, un immobiliarista o altro. L’è minga ‘l me’ mestè, mi sun de’ Milan: mi lauri, guadagni, investi, pretendi e a Milan disem “ofelè fa el to’ mestè” (non è mica il mio mestiere, io son di Milano: io lavoro, guadagno, investo, pretendo e a Milano diciamo: pasticcere fa il tuo mestiere (cioè che ognuno faccia il mestiere suo, n.d.r.). E mi sun minga ofelè … ed io non sono mica pasticcere …

Fine della favola. Potrei farne un romanzo … o una tragedia … che ne dite?

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ALL’ARMI! ALL’ARMI SIAM GRILLISTI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Aprile, 2013 @ 8:31 am

Ovvero: “Potevo fare di questa aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e …”

Historia magistra vitae?

Detto altrimenti: “Se non si costituiscono le commissioni parlamentari, occuperemo le aule del Parlamento”.

Grillo e i suoi esigono rispetto. Sono un gruppo che ha ricevuto 8 milioni di voti (” … le baionette? Le stiamo fabbricando e saranno distribuite al più presto. Ce ne scusiamo con gli elettori”). Rispetto? Certo, nella misura in cui loro stessi rispettano gli altri e soprattutto fino a quando loro rispettano la Costituzione.

… altrimenti faccio occupare il Parlamento!

Infatti ci sono regole “legittimamente stabilite”, istituzioni che già funzionano (Presidenze della Camera e del Senato) secondo le quali le commissioni parlamentari sono costituite tenendo conto delle maggioranze e delle opposizioni: ora, se non c’è un governo, quali sarebbero le maggioranze e quali le opposizioni? Lo capirebbe anche un bambino!

Ma loro no. Loro semplicemente “vogliono”. Loro non trattano con nessuno, non si confrontano. Vogliono. Vogliono distruggere tutto e tutti. Vogliono il 100% dei consensi. Ma allora, chiamiamo le cose con il loro nome: vogliono la dittatura. Ed io, per quello che vale il mio giudizio, preferisco la peggiore democrazia, anche se malata, alla migliore dittatura. Perché i malati si possono curare e, se ben curati, guariscono!

Ma loro, come cercano di arrivare a quel 100%? Con il “tanto peggio tanto meglio”. E quindi, no a dare la fiducia ad un governo che governi, ma sì alla tanta urgenza ad attivare le commissioni parlamentari per “indagare” (perché tutta questa fretta, Beppe? Cos’è … hai paura che qualcuno “faccia sparire” carte compromettenti?) indagare, dicevo, sui governi passati in funzione strumentale di elezioni che loro si augurano prossime, sicuri di avvicinarsi a quel 100% tanto agognato.

Già, perché quel 25% (degli elettori, non degli Italiani) che hanno raggiunto non è né carne né pesce. Infatti, se fosse stato un 35% avrebbero ricevuto l’incarico di formare il governo. Se fossero rimasti al 15%, nessuno li avrebbe cercati e sarebbero stati opposizione pura (pura, si fa per dire …). E invece non possono aspirare all’incarico della formazione del governo e non possono sottrarsi alla responsabilità che hanno per avere negato il loro contributo alla formazione di un governo “altrui”.

Beppe, proponi un nuovo istituto: la “autocancellazione dei consensi elettorali”, riduciti al 15% e fai (solo) opposizione. Non come stai cercando di fare adesso, Giano bifronte, con un comportamento ermafroditico, contemporaneamente da maggioranza e da opposizione. Sai cosa mi fa venire in mente questo tuo comportamento? Una frase di Woody Allen: “Io sono un conservatore di sinistra: non condivido alcune delle mie idee”. Ah, già che sei stato a Roma ben due volte in pochi giorni (una dal Presidente Napolitano ed una a Fiumicino con i tuoi), ti regalo una poesiola di un poeta romano, un certo Trilussa, che l’aveva scritta nel 1944. Sai, mi ha fatto impressione perché ha la mia stessa età … 1944 … classe di ferro!

Trilussa

NUMMERI
– Conterò poco, è vero:
– diceva l’Uno ar Zero
ma tu che vali? Gnente: propio gnente
Sia ne l’azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
lo, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so’ li zeri che je vanno appresso.

A quali zeri mi riferisco? Non a chi ti ha votato, ci mancherebbe altro! Ma a chi, dopo averti votato, di fronte ai tuoi dictat ha deciso, in completa autonomia di pensiero, (di “pensiero”? Mah …) di “azzerarsi da solo” e di continuare ad andarti “appresso”, cioè “dietro” di te, al Tuo (Tuo!) sèguito. Sèguito, appunto …

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IL PRESIDENTE NAPOLITANO CONCEDE LA GRAZIA AL COLONNELLO USA J.L. ROMANO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2013 @ 6:42 pm

Detto altrimenti: …. il colonnello USA J. L. Romano III, quello che si era reso responsabile del rapimento, sul suolo italiano, dell’iman egiziano Abu Omar.

Ecco il comunicato stampa del Quirinale:

Abu Omar

“Ai sensi dell’articolo 87, comma 11, della Costituzione, ha oggi concesso la grazia al colonnello Joseph L. Romano III, in relazione alla condanna alla pena della reclusione e alle pene accessorie inflitta con sentenza della Corte d’Appello di Milano del 15 dicembre 2010, divenuta irrevocabile il 19 settembre 2012. La decisione è stata assunta dopo aver acquisito la documentazione relativa alla domanda avanzata dal difensore avvocato Cesare Graziano Bulgheroni, le osservazioni contrarie del Procuratore generale di Milano e il parere non ostativo del Ministro della Giustizia”. 

Riportiamoli a casa!

Il mio commento? Che gli USA ci siano riconoscenti e intervengano presso l’India in favore del rilascio dei nostri due marò.

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SE NON ORA, QUANDO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2013 @ 6:28 pm

Detto altrimenti: cosa stiamo aspettando? Il fallimento dello stato? La rivoluzione?

La disoccupazione e la pressione fiscale sono alle stelle (52%). Le imprese chiudono. I consumi crollano. I giovani emigrano. Gli anziani si suicidano.

Cosa stiamo aspettando? Cosa stiamo aspettando …

• a incidere sui cosiddetti “diritti acquisiti” delle fasce di reddito più elevate, “diritti” che in realtà sono insopportabili privilegi? Sui grandi patrimoni? Sull’evasione e sull’elusione fiscale?
• a riscrivere l’ordine delle priorità, a cominciare da 1) questione morale; 2) non acquistare gli F35; 3) rimandare il TAV a tempi migliori; 4) interventi segnalati da report (Milena Gabanelli docet!); 5) etc. etc..?

ILVA-TARANTO: a Taranto non si possono più seppellire i morti perché non si possono scavare le fosse, in quanto la terra è troppo intrisa di sostanze inquinanti. Taranto città che vuole lavorare e non essere avvelenata, città che non deve essere messa di fronte alla scelta fra due mali: la disoccupazione e l’avvelenamento. E allora, che fare? Io la mia l’ho scritta più volte:

Occorre espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo può essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa. Ma vedrete, ci toccherebbe emettere sì un prestito, ma non per pagare il saldo ai Riva, bensì per integrare il finanziamento del ripristino ambientale ed il risarcimento dei danni! Praticamente si tratterebbe per lo Stato di un subentro nella posizione di un debitore (debitore verso la collettività), ma almeno poi l’acciaieria è dello Stato, non più dei Riva.

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VELE A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2013 @ 11:49 am

Oggi sono a Riva del Garda. Son in Fraglia (Fraglia Vela Riva). Piove. Poco vento. Forse non si regata. Guardo la mia barca, un FUN di nome “Whisper”. Guardo il cielo pieno di nuvole. Riprendo una mia vecchia poesia …

FUN FRA LE NUVOLE

Nuvole di bel tempo

Nuvole amiche del ciel vagabonde

che non restate mai ferme un momento

onde d’un lago ch’è privo di sponde

madrine dell’Ora e figlie del Vento;

 

nuvole dolci se il sole v’irrora

voi sempre riuscite ad essere nuove

calde la tramonto più fredde all’aurora

liete col bello e un po’ tristi se piove;

 

Nuvole temporalesche

nuvole diafane ai raggi solari

che v’arricchite di porpora e d’oro

e nel chiaror di regate lunari

fate del cielo un cangiante traforo;

 

nuvole buone che ‘l Garda ombreggiate

e che lenite l’arsura de’ campi

del Nastro Azzurro oppur corrucciate

dell’Intervela fra fulmini e lampi;

 

nuvole alte dai bianchi contorni

diademi regali a cime rivane

nuvole sparse in cui volano storni

nido incantato di cigni e poiane;

 

Whisper in regata al giro di boa!

di tutte voi dal meriggio allorquando

io nacqui sul lago mi innamorai

da molti anni ormai sto veleggiando

senza potere raggiungervi mai!

 

E la mia randa io sempre l’ho indosso

la tuga consumo al sole ed al gelo,

ma in Fraglia Vela star fermo non posso:

non voglio aver altro ormeggio che il cielo!

 

Rotte fra i monti io vo’ percorrendo

e in questo un poco ci assomigliamo:

nulla vi chiedo io nulla pretendo

se non poter dire quanto vi amo.

 

Eterna meta di tutta la vita

è il vostro porto che mai ho raggiunto,

è questa dura bolina infinita

che mi sospinge pur sempre a quel punto.

 

… dall’alto del Monte Brione …

Quando dall’alto del monte Brione

la vela mia bordeggiar non vedrete

ed intonar questa alata canzone

voce planante di Fun non udrete,

 

 

 

 

 

amiche nuvole non lacrimate

poiché veliero del ciel diverrò

fra Dolomiti di neve imbiancate

prora di nuvole e cielo sarò.

 

 

 

 

Whisper

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SANITA’ CONVENZIONATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2013 @ 10:50 am

Detto altrimenti: convenzioni da rivedere

Tizio si sottopone ad una visita ortopedica in una clinica privata: 200 euro. Emerge che occorre una operazione al “crociato”. “Quando è possibile operarsi?”, domanda Tizio. “Qui da noi, a pagamento (operazione completa, 12.000 euro), la settimana prossima. In regime di servizio pubblico convenzionato, sempre qui da noi, fra sette mesi”.

Poco tempo fa, in autostrada, ebbi a richiedere il soccorso stradale. Arrivò un carro attrezzi di una ditta privata (diversa dall’ACI, che pur sempre associazione privata è) che mi chiese di certificare il tempo intercorso fra la mia chiamata di soccorso e il loro arrivo sul posto. “Sa, mi disse, per convenzione abbiamo l’obbligo di arrivare entro tot minuti dalla chiamata, altrimenti ci revocano la concessione”.

Oggi ho collegato i due fatti e mi sono detto: si potrebbe fare altrettanto nella sanità, e cioè, ad esempio, imporre alle cliniche private convenzionate di esporre i tempi di attesa “privati” e di intervenire “a regime pubblico” ad esempio entro un multiplo ragionevole del “tempo di attesa privato”, stabilendo, ad esempio, che il tempo di attesa “pubblico” non può superare di n volte il tempo di attesa “privato”, a costo di fare aspettare un po’ di più qualche “privato” a vantaggio di un riequilibrio dei tempi “pubblici” e “privati”.

Le precedenze dovrebbero essere riservate ai casi urgenti, ricchi o poveri che siano.

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LA VICINANZA DELLO STATO E DELLE ISTITUZIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2013 @ 12:20 pm

Detto altrimenti: ma concretamente, poi …. cosa resta?

La Presidente della Camera, Laura Boldrini, si recherà a Civitanova Marche per “testimoniare il proprio cordoglio” ai familiari delle vittime del triplice suicidio. Gesto dovuto e ammirevole. Ma non basta. Quante altre situazioni simili o potenzialmente simili ci sono? Quante altre persone/famiglie sono sull’orlo della “crisi di vita” per l’impossibilità di far fronte alla vita stessa? Già, perché di questo si tratta. Far fronte alla vita. Infatti il “diritto alla vita” ormai è diventato un privilegio. Anche perché se deve intendersi analfabeta chi sa capire solo la pagina sportiva di un giornale (Don Milani), altrettanto deve intendersi già “morto” alla vita chi non ha futuro, chi non sa come arrivare a fine settimana (il fine mese è ormai un sogno per “ricchi”).

Ma dove prendere i soldi per far fronte a tante esigenze? Dai mille piccoli ricoli e dai fiumi di sperperi, di “privilegi acquisiti”, di priorità non più tali, quali gli F35, il TAV, la missione militare in Afghanistan, i sussidi alla scuola privata, i super stipendi-retribuzioni-liquidazioni, gli sprechi segnalati da Report (vedrei Milena Gabanelli Ministro alla Moralizzazione Economica, ce ne sarebbe proprio bisogno!)

Dice … ma anche ridurre della metà lo stipendio del Presidente dell’INPS (1.200.000 euro all’anno) non risolverebbe la situazione … Eh no, cari, con 600.000 euro l’anno sapete quante situazioni risolviamo? A 20.000 euro ciascuna l’anno, almeno trenta famiglie “salvate” dalla catastrofe sociale e fisica. E scommetto che il Presidente INPS, con 600.000 euro lordi l’anno, il che grosso modo significa circa 25.000 euro netti al mese, campa lo stesso. L’eccezione che con singoli interventi non si risolvono tutti i casi non regge. Con singoli interventi si risolvono alcuni casi, e l’operazione comunque s’ha da fare. Altro che emolumenti miliardari ai vari Cimoli per “ringraziarli” di avere condotto allo sfacelo aerei e treni!

Coraggio, diamoci da fare, tutti insieme, chi nel piccolo e chi nel grande, tutti insieme ce la possiamo fare, tutti insieme staremo tutti meglio, tutti insieme per il “bene comune”, quindi per il bene e non per il male, e per il bene comune, cioè non certo per il bene di pochi ed il male di molti. Solo che nel piccolo, con il blocco di stipendi e pensioni e con tassazione troppo lineare, emu sa detu (dialetto ligure), abbiamo già dato. Ora occorre intervenire nel “grande” (anzi, andava fatto prima!). Che io sia diventato “comunista”? No, solo ricordo che “vecchio” capo Fiat, tale Vittorio Valletta (genovese come me!), percepiva uno stipendio pari a venti volte la paga di un suo operaio. Oggi sarebbero circa 25.000 euro al mese. Ma l’attuale AD Fiat ne percepisce circa 500.000. Al mese. No, non ce l’ho con lui, ma con il metro di misura che permette ciò nell’industria, nelle banche, nella casta dei boiardi di Stato. Mentre la gente si impicca in cantina o si getta a sfracellarsi sugli scogli.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso della sopportazione ai due coniugi di Civitanova Marche e al loro parente convivente? Una cartella esattoriale di Equitalia che minacciava il sequestro ed il pignoramento della Fiat Panda blu parcheggiata in cortile.

O mùzos delòi, la favola (che poi è una tragedia) insegna che:

  • chi è debitore verso il fisco di qualche centinaio di euro si impicca;
  • chi ne deve un centinaio di milioni, concorda per 30 e ne risparmia 70 (un famoso motociclista, le cui iniziali sono V. R.);
  • chi di milioni ne deve alcune centinaia, concorda per meno di uno (società di gestione delle macchinette per il gioco di azzardo).

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RENZI ROTTAMATORE / CHE LISCIA IL PELO / ALL’ITALIA PEGGIORE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2013 @ 11:19 am

Detto altrimenti: questo post non è mio, è di www.narcolessico.wordpress.com. Se io ne condivido il contenuto? Il giudizio che un popolo ha il governo che si merita, sì. Il fatto che il grillismo non esprima una maturazione del popolo, sì.

Tutti i commenti critici su Matteo Renzi cominciano sempre con qualche elogio, più o meno di circostanza, che possa garantire l’obiettività di chi parla.
Spesso viene riconosciuto al Sindaco di Firenze il merito di dare corpo e sostanza a un’esperienza politicamente salutare, che il PD – altrimenti – non avrebbe modo di di vivere. Dopodiché, ringraziato il giovine per la sferzata che tonifica il dibattito del Partito – alla stregua, quasi, di un overdose di Badedas – si passa ai vari “però”.

Insomma: va bene parlare chiaro, va bene affrancarsi dal politichese, va bene uscire dai vecchi schemi, va bene smettere di celebrarsi fra le mura delle Case del Popolo, va bene tutto per carità, ma poi c’è la politica, quella vera, quella tosta, e lì – sul buon Renzi – sono ancora parecchi quelli che arricciano il nasino. E se facesse molto rumore per nulla? E se fosse più demagogico di quello che sembra? E se fosse il Berlusconi della sinistra? E se non sapesse davvero di cosa sta parlando?
Fatti loro, direi. E fatti di Renzi, senza dubbio.
Fatti e discorsi, in ogni caso, piuttosto ridicoli, ipocriti e soprattutto già sentiti, nei quali si mandano baci per accreditare bastonate e bastonate per accreditare baci. Mi torna in mente, in fondo, il “ma anche” di Veltroni. Quest’ultima cosa, però, fate conto che l’abbia solo pensata. D’altra parte la storia non si ripete. No, figuriamoci.

A me Renzi non convince, e non anteporrò a questo pensiero nessun elogio di circostanza. Non mi convince per diversi motivi. Ce n’è uno, però, che trovo più attuale degli altri. Mi riferisco alla significativa frequenza con la quale Renzi, nel tentativo di smarcarsi da un certo sentimento di superiorità intellettuale che effettivamente vige nell’establishment del suo partito, afferma:

“Non sono gli italiani che non ci capiscono; siamo noi che non capiamo loro. Come se gli Italiani fossero meno capaci di noi di intendere o di volere…” (intervista di Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, giovedì 4 aprile 2013).

Cassandra … non ci resta che piangere!

Non nego che tanta vecchia guardia del PD creda, in cuor suo, di soffrire della sfiga di Cassandra, la sacerdotessa che conosceva tutte le disgrazie in arrivo e stava sulle scatole alla gente perché non portava mai buone notizie. La faccia torva di Bersani riassume questa intima consapevolezza e tradisce, senza dubbio, il sentimento di una superiorità intellettuale politicamente devastante, che possiamo far risalire all’utopia – certamente comunista – che vede nel direttorio di Partito l’avanguardia illuminata che si fa carico di guidare il popolo anche a discapito del (falso) sentire, del (poco) comprendere e al limite perfino del fastidio di quest’ultimo.

In questo Renzi è, per la sinistra, effettivamente innovativo. Questo però non diventa un suo merito perché il sindaco di Firenze lo traduce in un difetto di segno opposto: là dove la “vecchia scuola” del PD sembra pensare che la gente alla fine non capisca un tubo, Renzi sembra invece voler far passare l’idea che la gente, in qualche modo, abbia già capito tutto e che sia enormemente migliore della classe politica che la rappresenta.

Questo, però, non è solo il Paese delle tante e meritorie imprese che resistono nonostante i mancati pagamenti della pubblica amministrazione, e non è solo il Paese delle famiglie che eroicamente continuano a credere nel futuro anche se lo Stato sembra progressivamente disfarsi dell’onere (del dovere, n.d.r.) di aiutarle.

Questo è anche, e forse soprattutto, un Paese di cialtroni, di soggetti culturalmente mafiosi o, nella migliore delle ipotesi, mentalmente pigri e poco inclini al cambiamento, ai quali tutto occorre fuorché sentirsi dire che hanno già capito tutto, che va bene così come sono.

A fare questo – per altro – ci hanno già pensato i vari Fiorito, di destra e di sinistra. Personaggi pubblici e politici di infimo livello, cioè, che campeggiano davanti al cittadino come figura della sua assoluzione: se nei posti di potere c’è gente così, il cittadino sicuramente sente che vada bene così com’è.

Perché peggio, in effetti, non può essere e perché, qualunque sia la situazione da cambiare, questo stesso cittadino sarà portato a credere che la responsabilità del mancato cambiamento possa ricadere, all’infinito, su chi è peggio di lui, cioè – nella fattispecie – su chi sta al potere.

E invece no. Basta. Finiamola di fornire alibi a una popolazione che deve ancora scoprire le ragioni e i principi della propria cittadinanza attiva.

Io far crescere la capacità di analisi e di critica dei miei elettori? Tiè!

Cominciamo a dire che nei luoghi di potere servono persone capaci e oneste non soltanto perché “è giusto che sia così” ma anche perché non possiamo più permetterci di fornire a noi stessi, che stiamo fuori dal Palazzo, un alibi grazie al quale non sentirci responsabili della situazione in cui ci troviamo.

Se gli italiani hanno capito qualcosa, come dice Renzi, hanno per lo più capito – secondo me – che reiterando una classe politica indecorosa (rispetto alla quale il grillismo non segna alcuna discontinuità) è possibile reiterare, all’infinito, il proprio alibi, è possibile cioè sottrarsi all’infinito a quell’esame di coscienza che dovrebbe portarci a guardare negli occhi l’immagine che vediamo nello specchio per chiederle: “Ok, l’Italia sta colando a picco. Ma tu cosa stai facendo?”

Renzi è deleterio proprio sotto questo punto di vista.

Perché, anziché favorire questi processi di maturazione dell’elettorato (nella stessa intervista lo dice a chiare lettere: “Voglio cambiare l’Italia, non gli Italiani”), continua a lisciare il pelo a una mentalità che, invece, avrebbe bisogno di essere presa, almeno per un po’ di tempo, a calci nel sedere.

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