LA FINE DEGLI F35

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Marzo, 2013 @ 6:49 am

“F” come “fine”, “F” come “era ora!”

Pochi giorni fa il Pentagono USA aveva interotto i voli di prova degli F35 a causa della loro inaffidabilità. Ora l’ “Operation Test and Evaluation Directorate” ha inoltrato un rapporto al capo di stato maggiore delle forze armate USA, rapporto pubblicato a stralci da diversi media internazionali, fra cui il Der Spiegel: “L’F35 ha problemi di sicurezza gravissimi fra i quali la insufficiente visibilità da parte del pilota, per cui sarebbe molo facilmente abbattibile in combattimento. Inoltre è stata riscontrata l’estrema difficoltà se non l’impossibilità per il pilota di abbandonare l’aereo una volta colpito”.

 

A quetso punto Vogliamo augurarci:

1) che l’Italia cancelli l’ordine di acquisto dei 90 caccia ordinati. Si parlava di circa €100 milioni cadauno, anche se non si comprende come il prezzo avrebbe potuto rimanere tale di fronte ad un costo di produzione salto ad oltre 250 milioni di dollari USA;

2) che l’Italia eventualmente reclami la restituzione dei circa €2 miliardi già pagati a titolo di “partecipazione al progetto” a causa dei macroscopici ed incredibili errori di progettazione: ad esempio,  l’impossibilità di volare a non meno 35 km da un temporale (!!); l’impossibilità dell’aereo di agganciare il cavo di arresto in fase di atterraggio su di una portaerei, dovuta alla eccessiva vicinanza del gancio al carrello (ruote) di atterraggio, che urtando il cavo lo abbassa rendendolo irraggiungibile dal gancio: per ovviare a questo inconveniente si dovrebbe “allungare l’aereo” (!), il che dimostra un palese, incredibile e inaccettabile  errore concettuale del progetto;

3) che le somme così “recuperate” (fra costo di acquisto e di gestione, calcolate quest’ultime dagli USA doppie rispetto all’acquisto) pari complessivamente a non meno di 30-40 miliardi di euro)  siano immediatamente destinate alla defiscalizzazione del Sistema Italia (famiglie e piccole imprese);

4) che il (prossimo) governo italiano riveda la legge che nel dicembre 2012 ha assegnato al Ministero della Difesa oltre 200 miliardi di euro da investire “a sua discrezione” senza ulteriore preventivo controllo parlamentare. Ciò a causa della dimostrata inaffidabilità di certe decisioni di investimento.

E’ chiedere troppo?  Spes ultima dea …

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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PITTRICI TRENTINE: ANITA ANIBALDI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Marzo, 2013 @ 7:18 am

Detto altrimenti: Anita Anibaldi espone a Trento dall’8 marzo, alla Torre Mirana, Via Belenzani, 3

L'inaugurazione della mostra

Anita è (anche) una “nostra” Accademica, nel senso che appartiene a quel gruppo di amici che da cinque anni ha costituito e anima l’ “Accademia delle Muse”, il circolo culturale e amicale privato di cui al post del 5 marzo scorso. Pertanto questo mio breve post è particolarmente un duplice, piacevole “dovere”. Anita si è cresciuta e si è formata anche artisticamente in ambienti “caldi” di affetti familiari e da lì ha iniziato, a soli dodici anni, a disegnare e dipingere nonni, zie, sorelle, padre e poi figlie. La sua arte è eclettica. Infatti è disegnatrice, realizza incisioni, acqueforti, dipinge a pastello, acquarello, olio. Si tratta di tecniche diverse che hanno richiesto molto studio, passione ed applicazione e nelle quali ormai Anita è bravissima.

 

Maria Grazia, Anita e la blogger Mirna

Prendendo le mosse da questa solida base tecnica, Anita, attraverso una grafica simbolica ed allegorica, ha saputo tradurre  sentimenti e sensazioni le più diverse e ricche di patos. Molto presente nella sua opera è la Donna, sia mitica  (“Venere, 1979) che attuale (“Nascita”, 1980).
Alcune sue realizzazioni richiamano visioni di Salvador Dali (La corrida: “L’ingresso del toro”, “Lo spettacolo”, “Quale vittoria?”, 1991). Altre, i gialli di Van Gogh (“La mia città”, 1983). Altre ancora i post impressionisti francesi (“Lavanda”, 1998; “Villalagarina”, 2002). Poi, improvvisamente, si viene rapiti da “inchiostri metallizzati su carta” (“Donna bambina”, 1999; le quattro composizioni “Donna” rispettivamente “ autunno, estate, primavera, inverno”, 2000), composizioni ricchissime di significati ultra-metaforici.

Pensando alle fiabe per i bambini ...

 

 

 

Artista piena, Anita, dunque … anche poetessa e scrittrice (ad esempio, di un bel libro di fiabe per bimbi!), artista che meriterebbe – anche su questo mio semplice blog – una recensione ben più professionale e colta della mia, che proprio critico d’arte non sono, e di ciò l’amica Anita mi vorrà perdonare …

Complimenti, Anita, ad majora!

 

 

 

Fine del post

 

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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8 MARZO: FERMIAMOCI UN PO’ A RIFLETTERE TUTTI INSIEME … le mimose non bastano!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Marzo, 2013 @ 9:08 am

Detto altrimenti: … tutti insieme, donne e uomini

 

Mimose? Bene, purchè non si pretenda di risolverla così …

Se avessi scritto “riflettiamo sulla donna” avrei – anche se inconsciamente – presupposto che un “essere ripensante e riflettente” si attivasse per dedicare la sua attenzione a qualcuno/qualcosa al di fuori di sè. E invece no. La riflessione deve essere di tutta la società su tutta se stessa. Donna e uomo, componenti (teoricamente e moralmente) omogenee di un’unica società. Solo che poi, storicamente, una parte si è allargata troppo, ha assunto un maggiore peso specifico a scapito dell’altra. Di conseguenza oggi dover risalire la china del percorso verso la constatazione di quello che è, ossia non semplicemente la parità, ma in taluni campi anche una naturale superiorità, è sempre più faticoso che non pedalare in pianura, ve lo garantisce un ciclista! 

Ecco: un’unica società, dicevo, un disco che ruota intorno ad un asse verticale (la famiglia, in tutte le sue diverse forme). Solo che, osservando la rotazione del disco, si vede che traballa un po’, ogni tanto si disassa, fino a quando l’asse di rotazione si inclina troppo, il bordo del disco urta la superficie sulla quale insisteva l’asse, e il movimento armonico si arresta di colpo. E una donna è disoccupata, emarginata, violentata, uccisa.

Ecco, noi dobbiamo riomogenizzare la composizione materiale di quel disco. Come fare? Proviamo a pensare in modo diverso, secondo la tecnica (aziendale) dello zero base budget, cioè di una programmazione che riparta da zero, a prescindere da quello che oggi si è già fatto. Ad esempio, istituiamo anche la “festa dell’uomo” e poniamo il problema delle “quote azzurre” (non delle “quote rosa”).

In altre parole: cerchiamo di vedere le cose da un altro punto di vista (cfr. il film “L’attimo fuggente”, nel quale l’insegnante sale in piedi sulla cattedra e invita gli alunni a salire in piedi sui banchi, proprio per insegnare loro ad osservare la realtà anche da angoli visuali diversi).

 

 

Una confessione: quando mia moglie, pensionata come me ma con una giornata pienissima di anziana mamma da accudire, di nipotina da accompagnare qua e là, di cura per la casa, di attenzione per tutti (parenti e amici), mi si rivolge per chiedermi se per favore posso fare qualcosa o se, appena ho fatto quel qualcosa, mi ringrazia molto, ecco … io cerco di dirle : “Non mi chiedere “per favore”, non mi dire “grazie”. Se non altro perché in tal caso io dovrei chiederti se “per favore” puoi fare la spesa, puoi cucinare, puoi attaccarmi un bottone alla camicia, puoi ricordarti dei compleanni dei figli, puoi occuparti dell’anziana mamma, della casa, della nipotina, dei figli (ancorchè “grandicelli” ormai) … e dopo ogni tuo singolo intervento, dovrei ringraziarti, caso per caso, ogni volta. Facciamo così: da 42 anni siamo soci. Ognuno faccia la sua parte, senza chiedere che “per favore” l’altro faccia la sua e senza ringraziarci ogni volta. E’ tutto implicito.

Ma quanto sopra non basta. Maria Teresa è intervenuta e mi dice: “No caro, la parità ci sarebbe se tu, da solo, ti accorgessi e intervenissi d’iniziativa su tutto quello che c’è da fare”.  What I tell you? Che vi stavo dicendo? Eccolo qui, un diverso angolo vusuale

Ma … direte voi, e le “donne nel mondo”? Ad esempio, nell’Afghanistan? Certo quello è il problema di gran lunga maggiore, e non è problema “dell’8 marzo” ma di ogni giorno e di ogni luogo. Ne parlerò a parte, in un post dedicato. In ogni caso, viva le donne!

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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IMPASSE POLITICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Marzo, 2013 @ 5:24 pm

Detto altrimenti: Nel frattempo. Nel frattempo  un blog attira l’altro e tutti e due attirano l’attenzione dei lettori (almeno così mi auguro!)

Nel frattempo. Nel frattempo gli Italiani soffrono. La crisi aumenta. Soprattutto per molti. Infatti come dice Don Ciotti (“La speranza non è in vendita”, Giunti-Edizioni Gruppo Abele), “La crisi non incide ugualmente su tutti, non ugualmente su chi perde o non trova il lavoro (molti, n.d.r.) rispetto a chi (pochi, n.d.r.) nella stessa giornata acquista un’auto da oltre €100.000”.

Senza governo. Nel frattempo. Nel frattempo la sola fabbrica che funziona è quella della disoccupazione

 Nel frattempo. Nel frattempo c’è chi ha deciso di sedersi sulla riva del fiume ad aspettare …  mentre davanti agli occhi gli passano i molti cadaveri di chi non ce la fa più, magari dopo averlo anche votato. Costui aspetta e spera che il peggio arrivi, tanto sarà colpa degli altri … ma … nel frattempo? Quanti altri morti lasceremo per strada, anzi, nel fiume? Grillo, che fai? Il Cunctator? Il temporeggiatore? A quale prezzo? (Pagato dagli altri, s’intende!)

 

Nel frattempo.  Nel frattempo, tu, Beppe, prima eri fuori dal Parlamento, ora sei dentro. Anzi, ci sono i tuoi. Ora ti devi esprimere, devi paretcipare,  non puoi nè “bloccare i lavori” nè “reclamare la guida del governo con la tua minoranza”, sia pure crescente.

 

 

 

Già in passato abbiamo visto uno che con una minoranza ancora minore della tua ha preteso di governare. In allora ci riuscì sulla base dello scontento della popolazione; della disattenzione del governo e delle altre forze politiche; della debolezza di Sua Altezza (“altezza” …?) Reale Vittorio Emanuele III°; e sulla base della mancanza della nostra attuale Costituzione (“Con il Vangelo e con la Costituzione non si può barare”, Don Ciotti, op. cit.). Il parallelo salta agli occhi. Scusa sai, ma te la sei cercata: infatti avere affermato “governo si ma a nostra guida” è stato (per dirla in dialetto trentino) come anar col cul nelle pedate o anar col cul nella brase (brace, n.d.r.), il che è lo stesso.

Nel frattempo. Nel frattempo non mi dilungo oltre. Per chi vuole approfondire la “colpa dell’attesa” rimando all’articolo che ogni lettore potrà trovare sul link  http://narcolessico.wordpress.com sotto il titolo I MORTI DELLA CRISI CHE SCORRE DAVANTI A GRILLO“.

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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SIGNOR GRILLO, DAVVERO VORREBBE IMPORRE IL VINCOLO DI MANDATO AI PARLAMENTARI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Marzo, 2013 @ 7:41 am

Una sparata al giorno leva la democrazia di torno: ieri il referendum per uscire dall’euro (cfr. post). Oggi l’art. 67 della Costituzione. Ma noi, mica ci siamo bevuti il cervello … Signor Grillo!

Detto altrimenti: “Open blog”; rielaboro, sintetizzando, un articolo di narcolessico ( http://narcolessico.wordpress.com) anticipando la conclusione: se per legge si garantisse l’obbedienza del Parlamentare al Partito o al Movimento, perché mai il Partito o il Movimento dovrebbe farsi carico di selezionare (legge elettorale attuale) o far selezionare dagli elettori (legge elettorale auspicata) candidati al Parlamento dotati di particolari doti di onestà, moralità, competenza, spirito di servizio, etc.? Basterebbe redigere un elenco a caso … e che poi quei parlamentari, per votare, potrebbero rilasciare una delega permanente al loro Capogruppo … o meglio … chiedere ed ottenere che il Capogruppo possa votare da casa: dopo tutto abbiamo già l’home banking, il telelavoro, il televoto (per Sanremo funziona!).

Articolo 67. Questione politica o giuridica?

A Ballarò si è discusso dell’articolo 67 della Costituzione sulla natura del mandato del Parlamentare, recentemente messa in discussione dal Signor Grillo.
L’art. 67 stabilisce che è vietato imporre al Parlamentare una condotta che non sia frutto, votazione per votazione, dei suoi liberi intendimenti.
L’art. 67 si è rivelato estremamente prezioso alla luce della prassi parlamentare consolidatasi negli anni, esposta in misura critica all’ingerenza delle segreterie di Partito.

 

"Senza vincolo di mandato? Quando mai!? Te la do io la libertà ..."

 

Facendo balenare il rischio di una “circonvenzione d’elettore”, il Signor Grillo ha invece attaccato la Costituzione, dicendo che essa consentirebbe al Parlamentare di votare diversamente rispetto al programma sulla base del quale è stato eletto.

 

 

 

 

 

Durante la trasmissione sono stati presentati i risultati di un sondaggio. Il campione, interpellato sulla questione, risultava spaccato a metà fra i favorevoli ed i contrari all’introduzione di detto vincolo.

Ora, perché dobbiamo ridurci a ragionare in questo modo?

Dove sta scritto che l’alternativa sarebbe fra una soluzione nella quale il parlamentare rispetta  il programma e una soluzione nella quale il parlamentare combina un po’ quello che vuole? Chi ha deciso, a nome di tutti, che le questioni devono essere affrontate riducendole alla loro versione intellettualmente più disonesta? Infatti, ognuno di noi si augura che il Parlamentare eletto nella lista votata onori e rispetti il programma sulla base del quale si trova in Parlamento. Ci si potrà dividere, semmai, sugli strumenti da usare affinché questo avvenga.

La domanda, quindi, andrebbe articolata come segue:

• Quali cautele e quali misure volete adottare per garantire che il Parlamentare si impegni per realizzare il proprio programma elettorale?
• Volete che ci sia una disposizione, una legge, un articolo della Costituzione che  impedisca al Parlamentara, a prescindere dai suoi convincimenti, di venire meno a quanto pattuito con i propri elettori o volete piuttosto che spetti al suo Partito l’onere di selezionare e formare un ceto politico la cui qualità renda assolutamente inutile quel vincolo e, anzi, trasformi il libero mandato del Parlamentare in una risorsa?
• Pensate che la questione debba essere risolta per via giuridica, imponendo un vincolo, o per via politica, rilanciando con forza il rinnovamento dei partiti e il tema della formazione del ceto politico?
• Preferite delegare alla legge un compito politico, imponendo un vincolo che garantisca la fedeltà del parlamentare anche se 1) il Parlamentare è un cretino e 2) il suo Partito non è in grado di presentare gente decente o, piuttosto, preferite delegare alla politica un compito normativo, inchiodando i partiti alle loro responsabilità sulla selezione del personale politico e, al contempo, garantendo al Parlamentare quella libertà dalla valutazione del cui esercizio sia possibile capire quanto il suo partito sia stato bravo e intelligente nel selezionarlo?
• Non pensate che un vincolo di mandato, impedendo al Parlamentare di venire meno al suo programma, affranchi il suo Partito dai compiti in cui dovrebbe impegnarsi per portare in Parlamento una classe politica degna di questo nome?
• Se una legge garantisce al Partito (o Movimento) la fedeltà di quella persona, anzi di una qualunque persona, perché mai il Partito/Movimento dovrebbe perdere tempo a selezionarla, a formarla, a coinvolgerla nel mio progetto politico, a farglielo sentire suo, a motivarla, a renderla protagonista e interprete cosciente del proprio messaggio?

De Gregorio, in fondo, non è colpa del libero mandato: è colpa di Di Pietro.

E allora non si risolve la crisi della politica mettendo la politica nel congelatore dei vincoli, impedendole di sbagliare – certo – ma impedendole anche di crescere e di maturare. Non si combatte l’irresponsabilità togliendo le cose di cui occorre essere responsabili. La castità (sessuale e/o intellettuale, n.d.r.) non è un contraccettivo. È la rinuncia alla nostra libertà. È la fine.

E allora, Signor Grillo, che risponde? Lei mi sta chiedendo di preferire scaffali bianchi a quelli color legno per una Enciclopedia che invece io proprio non voglio acquistare …

P.S.: alla TV ho sentito e visto un grillino dire: “Grillo, con la sua circolare n. 57, ha stabilito che …”.       Ah, ho capito …

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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“UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA”, ovvero lettera/riflessione aperta per Matteo Renzi (ma non solo per lui)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Marzo, 2013 @ 4:17 pm

“Un altro giro di giostra” è’ il titolo di un bel libro/testimonianza/biografica di Tiziano Terzani, scritto dopo che gli avevano diagnosticato un tumore. Egli volle fare “un altro giro di giostra”, cioè volle vivere ancora una parte della sua vita. E ci riuscì in pieno, nonostante la malattia. Detto altrimenti? “Sono in partita se c’è un altro giro” (di primarie PD, n.d.r.). Firmato Matteo Renzi, solo che  lui malattie non ne ha, nè glie ne auguriamo certo noi! Anzi …

 

 

Matteo Renzi

Gli storici pre-Erodoto (ma come la prende alla lontana, questo vostro blogger ..) avevano una visione “lineare” del tempo e della storia. Cioè, panta rei, tutto scorre, d’accordo, ma ogni volta tutto cambia/non cambia in modo “non ciclico”. Ma già con Erodoto si cominciò a pensare che la storia si ripete, cioè che ogni fatto storico (o politico, n.d.r.) – inquadrato nelle sue componenti di causa ed effetto – può rappresentare la copia di un “già visto” oppure la rappresentazione di un possibile/probabile scenario futuro. E poi c’è Gianbattista Vico, co’ su’ “corsi e ricorsi della storia” …

Ed ecco che io, di ricorsi ne vedo due, anzi tre.

Prendo le mosse dall’infatuazione del 1922 (“Primo Ventennio”), che mi pare di aver visto ripetersi nell’infatuazione che ha poi generato il “Secondo Ventennio” (Silvio, rimembri ancora/quel tempo della tua vita mortale/ quando beltà splendea/ negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi/e tu, lieto e pensoso, il limitare/ della politica salivi?). Per carità, non sto dando del “fascista” a nessuno: sto solo riferendomi al “fascino” (non al “fascismo”) che indubbiamente in lui è esistito ed ha attratto, sia pure con finalità assolutamente diverse,  donne (giovani) e uomini (di tutte le età) …. Ecco quindi il primo degli “ulteriori giri di giostra” che mi pare di avere colto.

Ora poi si è annunciato il secondo “ulteriore giro di giostra”, quello grillino, cioè, un possibile (temuto, n.d.r.) Terzo Ventennio. Già, vedete bene che anche in questo caso la storia si ripete: fascino, rabbia e comunicazione:  del fascino s’è disgià detto. Rabbia? rabbia  pre/post mussoliniana, pre/post democristiana, pre/post berlusconiana. Comunicazione? Si, democraticamente via Web. E chi non ha il computer o non lo sa usare? Antidemocratico, via, sciò …!

Le stelle le abbiamo. A quando le strisce?

Ecco, “spezzeremo le reni alla Grecia”; “vi ridurrò le tasse”; “usciamo dall’Euro, sindacati, giornalisti  e partiti non servono”. Frasi ad effetto. A “cattivo” effetto. Infatti la Grecia, purtroppo le reni se le è spezzata da sola con settantacinque anni di ritardo rispetto alla nostra minaccia. Meno tasse per Titti (o per tutti … non ricordo): quando mai!? Infine (riservandomi per un secondo momento la “democratica” abolizione dei partiti, dei sindacati e della libera stampa  … ma chi aveva già fatto cose del genere?  … Mi pare di ricordare un tale, dal 1922 in poi … se mi ricordo chi era ve lo saprò dire nel prossimo post) veniamo alla perla: “usciamo dall’Euro” (magari con un referendum, vedi post di poco fa).

 

"Io vi porto fuori dall'euro!" Fuori dall'euro? No, grazie, Beppe. no!

Oh cche ssò hose da lasciargli dire codeste? Un s’è capito hosa significherebbe ciò? Oh un s’è capito che gli USA un ce la stanno fascendo a far pari dassoli, contro l’aggressione del BRICS (Brasile, Russia, india, Cina, Sud Africa)? Oh cche siamo strulli peddavvero?  Quando invece dovremmo costituire – in tutta furia, lesti lesti – gli Stati Uniti d’Europa, allearci con gli USA e imporre al mondo regole morali, civili, finanziarie, bancarie, ecologiche, etc.. Affrontiamolo su questo!

A questo punto è chiaro che non è questo il  Terzo  Ventennio che mi auguro avvenga. Piuttosto che il PD – visto il rifiuto di Grillo – accetti di lavorare con i “non-Grillo” (non faccio nomi, no, nomi non ne faccio …), oppure che  altri trovino la soluzione. Altre elezioni ravvicinate non ce le possiamo permettere per due motivi: non riusciremmo a generare in tempo un contro-tzunami e poi già ora il 65% delle famiglie  non arriva a fine mese … e se lo spread sale sono ulteriori cavoli acidi …

 

Eppoi e sc’è la soluzione “secondo Matteo”: in quel tempo ...) che disce che “sarebbe in partita solo dopo un secondo sgiro” (e ci risiamo con le giostre!). Ecco, vedi Matteo, guardando le hose ex post … si ..  forse te tu e sc’avevi rasgione a rasgionar in codesta maniera, co’ la tu’ rottamazione interna, ma della scienza del poi … Ma ora, che s’ha dda fare, ora che sta arrivando la rottamazione esterna per tutti? Oh te, e si disceva, un è cheppoi ad aspettare il tu’ secondo sgiro e si farebbe un pochinino troppo tardi? Oh che tu mi disci, Matteo? Oh nini… e ti parlo in toscano perchè ‘l mi’ babbo e gl’era di Montalcino …

Lo so che ” ‘sta mattina un è serata” per tanti discorsi, ma noialtri blogger che si pole fare di diverso se non scrivere?

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TRENTO (E TRENTINO) IN MUSICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Marzo, 2013 @ 8:58 am

Detto altrimenti: da una sera all’altra, da una musica all’altra, da una città trentina all’altra

Abbiamo ancora nella mente le melodie delle cinque soprano che ci hanno deliziato ieri sera a Trento all’Accademia delle Muse (v. post relativo), che eccoci ad una nuova serata, anzi, ad una seratona presso l’Aula Magna del Liceo Rosmini di Trento, Via Malfatti 2, nell’ambito de “I martedì dei Rosmini”: concerto per chitarra e chitarre classiche “Il virtuosismo sulla Chitarra”, nell’ambito delle attività del locale Conservatorio “F. A. Bonporti” .

Chitarristi: Federico Spina, che ha eseguito brani di Nuccio D’Angelo e Joaquin Turina; Carlo Fierens, che ha eseguito brani di Fernando Sor, Giulio Regondi, e il Capriccio n. 24 op. 1 di Niccolò Niccolò Paganini. In duo, i musicisti hanno poi eseguito musiche di Napoleon Coste e l’Overture da la Gazza Ladra di Rossini (adattata alla chitarra da M. Giuliani).

Carlo Fierens e Federico Spina

Federico sta finendo gli studi accademici con Norma Lutzemberger e si è già affermato nelle categorie giovanili di numerosi concorsi e festival. Carlo è diplomato in Italia e perfezionato in USA. Ha vinto numerosi concorsi anche internazionali e si è esibito in numerosi festival anche esteri. E’ Membro Onorario della National Academy of Music (USA), dove è stato anche Perfoming Assistant presso l’International Bowdoin Music Festival. Carlo è anche musicologo (facoltà di Musicologia, Cremona e Basilea). A Trento continua a perfezionarsi nella chitarra ed è iscritto alla Facoltà di Filosofia. Dimenticavo: Carlo, nonno fiammigo, alunno del padre a sua volta alunno di Segovia.  Lui però  è ligure … come me …

 

La sala era piena. Ho scattato foto, ma quelle con la macchina fotografica – a causa di un problema del computer – non posso “alleggerirle” fino a renderle pubblicabile nel post, quindi vi dovete accontentare di quella scattata con il telefonino.

La musica, splendida. L’esecuzione? Impagabile, da brivido e pelle d’oca, soprattutto con Paganini (trascritto per chitarra dallo stesso Carlo!) e Rossini! Senza nulla togliere a Federico … Carlo è stupendo! Padronanza assoluta dello strumento, sensibilità e amore per ciò che fa … sembrava quasi che eseguisse musica propria! Dice … peccato … averlo saputo prima … certo, dico io! Sarebbe bastato seguire giornalmente il mio blog … Comunque, in una certa misura, potrete recuperare: infatti ecco i prossimi appuntamenti, stesso luogo, stessa ora (20,30).


Martedì 12 marzo 2013 – Four & Four for Music, Ottetto dell’Ort (violini, viole e violoncelli: le prime parti dell’Orchestra Regionale della Toscana)
Martedì 9 aprile 2013 – Duo in Trio, Trio Hermann (violino, violoncello, pianoforte, Accademia Internazionale di Imola)
Martedì 7 maggio 2013 – Tra mondi diversi, Moonlight Ensemble (Voce narrante, violini, viola, violoncello. Un ponte fra il mondo della musica e le riflessioni letterarie di un teatro di rievocazione e di evocazione).

P.S.: sabato prossimo, 9 marzo 2013,  ad ore 17,00 nella sala  dell’Auditorium del Conservatorio, a Riva del Garda: “Ecco un dio più forte di me …”. Vita, amori ed opere negli “Anni di Pellegrinaggio” di Franz Liszt – Primo anno: Svizzera. M° Corrado Ruzza, pianista e relatore. Evento facente parte del programma annuale dell’Associazione Amici della Musica, Riva del Garda, presieduta da Ruggero Polito, Presidente Emerito del Tribunale di Rovereto.

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MARIA LIA GUARDINI, GRUPPI DI LETTURA PRESSO LA BIBLIOTECA DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Marzo, 2013 @ 2:33 pm

Detto altrimenti: prosegue la serie della lettura dei classici

Siamo partiti dalla lettura di due “novelle” di Erodoto: quella in cui il re vuole che un servo si renda conto – non visto – della bellezza della regina nuda, la quale invece si accorge di essere spiata, fa finta di nulla e poi dice al servo: “O uccidi il re e diventi tu re o io faccio uccidere te”. La seconda di quel re che fa costruire una stanza corazzata per costruirvi i suoi tesori, ma è tradito dal costruttore che si riserva un accesso segreto, che poi svela ai figli, che poi si arricchiscono ed alla fine riescono addirittura a farsi perdonare dal re, grazie ad una serie di astuzie, furbuzie e stratagemmi.

Ed ecco cosa ho imparato oggi.

Prima di Erodoto gli autori avevano una percezione lineare del tempo, aciclica. Il riferimento al passato è un “accesso lineare”, non la possibilità che il passato potesse ripetersi ciclicamente (come in effetti sta avvenendo in questi giorni, n.d.r.). Erodoto? Uno storico, dirette tutti voi. In parte si. Ma anche cronista, novelliere, fantasista, scrittore. Storico, storia, dal greco istorìa, cioè “ricerca”. Il termine greco ha la radice “id” di oida , vedo, conosco. E la storia è sì la percezione lineare del tempo, purchè questa percezione sia unita all’inquadramento temporale e logico con ciò che precede e ciò che ha seguito una certa data storica, un certo avvenimento.

Ecco che la Storia anche oggi, dovrebbe aiutarci a capire cosa sta succedendo nel nostro Paese, il significato, il valore o il disvalore di certe primavere arabe all’interno del continente europeo, tanto per restare nel vago (n.d.r.).

Erodoto ci racconta ciò che ha visto di persona, e cerca di inquadrarlo in un “divenire”. Egli è a metà strada fra la visione lineare e la visione ciclica della storia. Il suo procede a tutto campo, a campo allargato, senza stringere l’obiettivo su di un singolo aspetto o su di un singolo momento, lo rende meno “scientifico” di Tucidide, ma assai più umano, credibile (e preveggente, n.d.r.).

Nella prima “novella” vediamo un uomo che vuole che la propria fortuna (di possedere una sposa bellissima) sia accertata, certificata, conosciuta dagli altri. Gode dell’apprezzamento (o dell’invidia?) altrui. E’ un uomo che ricerca l’òlbos, la felicità completa: gioventù (reale o inseguita artificialmente …), belle donne, potere, ricchezza, salute fisica (reale o artificiale).

Non vi ricorda nessun “potente” attuale questa descrizione? (N.d.r.)

Solo che l’òlbos porta alla noia, e la noia all’ubris, alla tracotanza, all’esercizio dello strapotere, il che a sua volta porta alla vendetta. E vendetta è: il servo accetta la proposta, uccide il re e si sposa la regina. Quasi Shakespeare. La donna ne esce bene: mi hai strumentalizzato? Eccoti pan per focaccia. L’uomo no, non ne esce bene (già che fra poco siamo all’8 marzo, festa della Donna …).

Nella seconda “novella” rileggiamo Walt Disney, Boccaccio e Dante. Walt Disney, il suo Paperon de Paperoni seduto sulla montagna d’oro, ignaro, intento a spolverare le sue montagne di “liquido”, mentre da sotto la Banda Bassotti succhia monete su monete. Boccaccio, nella esaltazione dell’intelligenza, della furbizia, dell’inganno, “premiato” dall’arricchimento (e dalle soddisfazioni sessuali, n.d.r.) alla faccia dei principi morali). Dante, il quale, come ci ha riletto Benigni alcune sere fa a RAI 2, nella dura condanna che infligge nel suo Inferno ai truffatori. Alla fine però in Erodoto tutti si accordano, derubati (il Tesoro del re, il nostro Ministero del Tesoro, n.d.r.) e i ladri … attuali? Quali? Fate voi …

No, ecco qui Erodoto è solo lineare: ha raccontato ciò che ha visto, non ciò che si sarebbe potuto ripetere millenni dopo … quando mai? (N.d.r.)

Prossimo appuntamento: martedì 19 marzo 2013, ore 10,00 presso la consueta Sala a fianco della Sala degli Affreschi della Biblioteca di Trento, al primo piano. Parleremo del Satyricon di Petronio. Nel frattempo siamo invitati a leggere anche “Amore e Psciche” di Apuleio, per la successiva riunione del 2 aprile.

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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LA PERMANENZA NELL’EURO NON DEVE ESSERE DECISA CON UN REFERENDUM

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Marzo, 2013 @ 1:43 pm

 Detto altrimenti: by narcolessico … (http://narcolessico.wordpress.com/) ed io  approfitto dell’open blog per riposarmi un po’ …

Euro sì o Euro no? La domanda comincia ad essere posta, da più parti, con una frequenza sempre più marcata. A molti, incoraggiati dall’esito delle ultime elezioni politiche, pare che la strada più opportuna da intraprendere sarebbe quella di un referendum. Il mio invito è molto semplice: non facciamo cazzate.

L’istituto del Referendum, come riteneva il vecchio socialista Arturo Labriola, è uno strumento pericoloso, che volge l’espressione della volontà popolare verso una forma plebiscitaria, rendendola soggetta a un rischio di manipolazione che tende a privarla di potere sostanziale nella stesso momento, e nella stessa misura, in cui la dotadi potere formale.

Come tale, il referendum deve essere limitato – nel suo esercizio – alle materie rispetto alle quali sia possibile formulare un quesito non soltanto “secco” ma, per così dire, “limitato a se stesso”, capace cioè di esaurire gli effetti della risposta nel solo e precipuo ambito tracciato dalla domanda.

Aborto e Divorzio, in questo senso, mi sembrano rispondere positivamente a questi criteri.

Quesiti come quelli formulati sull’acqua, sul nucleare e sul finanziamento pubblico ai partiti – solo per citarne alcuni – tendono invece a sollecitare risposte i cui effetti “esplodono” al di là del perimetro individuato dalla scelta di valore (ad esempio, acqua pubblica vs acqua privata) e richiedono interventi legislativi di supporto per stabilizzare il quadro riconfigurato dalla consultazione referendaria.

Come faranno, ad esempio, le aziende operanti nel settore idrico a fare fronte alla mancata remunerazione del capitale investito? Un problema del genere esula dal solo e precipuo ambito tracciato dal quesito referendario e tuttavia è dischiuso, o provocato, dalla risposta che viene data al quesito stesso. Pertanto, un referendum come quello sull’acqua – in ragione degli effetti “esplosi” dalla risposta – mi sembra quantomeno improprio o, se vogliamo, non congruo.

In questa prospettiva, il quesito referendario più improbabile, inopportuno e, forse, addirittura illegittimo che si possa immaginare è quello che alcuni – purtroppo molti – vorrebbero porre sull’uscita dalla moneta unica europea, l’Euro. I temi coinvolti dagli effetti di una risposta a questo quesito sarebbero tanti e tali da suggerire che a farsi carico della faccenda sia, eventualmente, l’assemblea elettiva – vale a dire il Parlamento – il quale dispone di strumenti legislativi più articolati e capaci, per questo, di rendere conto della natura sfaccettata e articolata dell’argomento.

Non c’è iconoclastia, in fondo, che non produca un’opposta ed equivalente iconocrazia. Cerchiamo piuttosto di fare a meno di tutte le icone, di tutti i totem, di tutti gli idoli, delle abrasioni cognitive prodotte nel discorso dalle spinte rabbiose e fideistiche con cui ci illudiamo – soprattutto in tempi di crisi – di uscire dall’Europa, dalla Costituzione, da noi stessi. Da dove, in fondo, non possiamo non essere. Facciamo funzionare questa democrazia, che la nostra Costituzione articola in una forma mirabile, invidiata da mezzo mondo. Chiediamole di discutere di tutto, magari anche di se stessa. Ma chiediamole anche di farlo nelle sedi in cui ha senso che questo accada. Non al cesso.

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

 

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L’INSUFFICIENZA DEL GRILLINO A SE STESSO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Marzo, 2013 @ 1:29 pm

Detto altrimenti: open blog continua, by narcolessico (http://narcolessico.wordpress.com/)

Ieri il grande pubblico ha cominciato a conoscere Roberta Lombardo, che per i primi tre mesi di legislatura sarà Capogruppo alla Camera per il Movimento Cinque Stelle. L’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sembra rapita dalle sue dichiarazioni sul Fascismo – rilasciate il 21 gennaio ma tornate comprensibilmente d’attualità dopo la sua nomina alla testa della truppa di deputati grillini. Credo però che quelle dichiarazioni siano assolutamente coerenti e omogenee al quadro clinico del grillino modello, un soggetto alla perenne ricerca di una figura paterna, più o meno totemica, cui rimettere la propria insufficienza: Grillo, Mussolini, il Barbapapà, scegliete voi. Anzi, scelgano loro.

Mi sembra più interessante, semmai, concentrarci sulle forme in cui questa insufficienza del Grillino a se stesso si manifesta, talora cercando di dissimularsi in qualcos’altro. Ad esempio, durante il discorso di presentazione all’Hotel Universo – albergo il cui nome rivela, forse, l’intrepido raggio dell’ambizione grillina – la Lombardo ha dichiarato che “ogni cittadino è leader di se stesso”, formulando così un pensiero che sembra appartenere alla politica solo per un fortuito accidente e che pare invece interessare in misura ben più significativa l’ambito della terapia psichiatrica. Diventare grillini significa, in qualche modo, intraprendere un percorso di autocoscienza che conduca a farsi carico di se stessi. Impresa – sia chiaro – senz’altro meritoria, che tuttavia saluteremmo con maggiore simpatia se avesse il buon cuore di non voler utilizzare il Parlamento e le istituzioni della Repubblica italiana come luogo e strumento di cura.

D’altra parte, se dovessimo davvero leggere in termini politici una dichiarazione di questo tipo (ripetuta come un mantra da tutti gli attivisti del Movimento), saremmo costretti a rilevare una precisa strategia che intende limitare la sfera e il potere d’influenza di ogni attivista grillino, elettore o eletto poco importa, alla sua propria e sola persona, in modo tale da farne un piccolo e ramingo borgo di cellule umane agevolmente presidiabile dal Capo.
E ovviamente no, non può trattarsi di questo.
Molto meglio la terapia.”

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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