INIZIATIVA LOMBARDA E ACCOGLIENZA TRENTINA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Giugno, 2012 @ 7:56 amDetto altrimenti: BICI UISP TRENTO insieme ai ragazzi di Suzzara
Da tempo, ben prima del terremoto, le loro Parrocchie avevano programmato di far fare loro una biciclettata su una qualche ciclabile. La loro non è stata una zona particolarmente colpita dal sisma, ma molti di loro, comunque, hanno la casa inagibile. La gita quindi ha assunto un maggiore significato: la volontà e la capacità di continuare a vivere. Richiesti di un consiglio da parte degli organizzatori (Gianpaolo Ilcina e Don Nicola Catarin), li abbiamo guidati per un sopralluogo. Detto, fatto, la zona ed il percorso sono approvati e scelti rispetto ad latri percorsi fuori provincia. Ed ecco che il 19 e 20 giungo si snoda il serpentone dei 45 ragazzi, maschi e femmine dagli otto ai quindici anni. Li aspettiamo alla stazione ferroviaria di Rovereto. Loro arrivano in treno, le bici su di un furgone.
Si parte per Borgo Sacco (Rovereto) e Mori. Colazione nei giardini pubblici. Indi a Torbole, scortati dalla Polizia Locale per l’ultima, ripida discesa della Vecchia Torbole. Indi si costeggia il lago e poi a nord, verso Arco e Dro … anzi, al Ponte Romano di Ceniga … e chi li trattiene questi ragazzi? Tutti in acqua!
La sera, grazie all’ospitalità di Don Stefano, tutti a cena e a dormire presso l’Oratorio di Dro.
La mattina dopo, si ripedala. Da Dro si prende la nuova ciclabile sulle sinistra orografica del fiume, in salita verso Pietramurata, indi si gira a destra, prima su di una strada poderale, poi sulla nuova bretella ciclabile che conduce al Lago di Cavedine. Sosta sul lago, nei prati del nuovo centro velico. Quindi si riparte: le marocche, il discesone che da Drena scende su Dro, le ciclabili sino a Riva del Garda, dove l’armata è ospitata presso la terrazza della Fraglia Vela Riva. Indi tutti alla spiaggia dei Sabbioni per un bel bagno finale, ristoratore.
Un grazie a Don Stefano, alla Polizia Locale di Nago Torbole, a Bici UISP (che fra l’altro ha fornito i giubbottini colorati per tutto il gruppo), alla Fraglia Vela Riva.
Gli accompagnatori trentini sono stati: Monika Giacomozzi, Presidente Bici-UISP del Trentino Alto Adige; Mara Lucian, Edoardo Pellegrini e il sottoscritto (UISP).
Ed ecco alcune foto scattate da Edoardo Pellegrini:
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POLITICI, USATE I MEZZI PUBBLICI!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Giugno, 2012 @ 6:04 pmDetto altrimenti: il primo a farlo, a mia memoria ed esperienza, fu il Sindaco di Genova Vittorio Pertusio (1951-1960; 1961-1965).
Quel sindaco usava il tram, ogni giorno, casa-ufficio e ritorno. L’auto blu c’era. Ferma, in garage. Pertusio abitava nel mio quartiere, Albaro, ad est della piana ove di trova la famosa Piazza della Vittoria e la Stazione Ferroviaria di Genova Brignole, ad est, verso l’alba, Albaro, appunto. Una collina un tempo sede solo delle ville signorili e dei poderi contadini, poi divenuta sempre più anche quartiere residenziale a scapito dei poderi dei contadini, poderi “urbani†che a Genova si chiama(va)no “ville†ed il cui “capoâ€, baccan, padrone (in Toscana direbbero “capocciaâ€).
Io, ragazzino, classe 1944, mi stupivo di quanto mi raccontavano, ammirati, i miei genitori. Erano suoi amici. Mamma, insegnante delle sue figlie. Babbo, Maresciallo dei Carabinieri, si era reso colpevole di un reato non arrestandolo quando Pertusio era ricercato come antifascista.
Pertusio usava il tram ed ascoltata i “mugugni†(termine genovese per “lamenteleâ€) ed i problemi della gente. Quello che dovrebbero fare i nostri politici odierni. Scendere dalle auto blu ( o grigie), uscire da una sorta di isolamento acustico e soprattutto intellettuale, ascoltare, ascoltare, ascoltare … quindi capire ed infine condividere.
Io non sono un politico. Tuttavia – sotto altra veste, quella di manager d’azienda – ho sperimentato il passaggio dall’uso quotidiano dell’auto all’uso dei mezzi pubblici. A Torino, garage-auto-garage. Trasferito a Milano andai ad abitare a Monza. Ogni giorno Monza –Milano e ritorno: in totale 36 km alla media di 36 km/all’ora? Magari! In realtà la velocità era di 36Km/3ore! Quindi, spesso, usavo il bus ed il treno. Il treno … a Monza, salendo, trovavo impiegati e impiegate provenienti, ogni giorno, anche da Sondrio! La prima cosa che notai, il rumore, anzi, il suono delle voci. Come quando camminate per le calli veneziane. Già questo fatto vi sorprende, voi che eravate abituati al giornale radio o ai nastri di tedesco, voi che lavoravate alla Siemens e che lo dovevate imparare …
Subito dopo, i contenuti dei loro discorsi. I problemi quotidiani, le difficoltà , le speranze, la lotta per fare quadrare i conti, gli artifici per trovare il tempo per fare tutto, soprattutto le madri … Un mondo di eroi e soprattutto di eroine quotidiane, alle quali nessuno avrebbe mai dato la medaglia, per le quali nessuno mai avrebbe proposto l’erezione di un monumento all’Eroe civile ignoto. Eppure c’erano, anzi, ci sono ancora, tanti … che oggi pagano l’IMU, che fanno il proprio dovere, ognuno a portare la sua goccia di prezioso contributo al Paese, come padri, madri, lavoratori, lavoratrici. Sono loro le persone che i politici devono ascoltare mentre esse, eroi sconosciuti, vivono la propria vita e la propria battaglia quotidiana. E poi confrontare il piano dei loro problemi, quelli delle “vite vereâ€, con il piano – purtroppo non intersecante – dei  problemi (troppo diversi) delle “vite della politicaâ€, vite che accettano di vedersi dimezzati i “rimborsi” elettorali … tanto ne spendevano un quarto …
Perché ho scritto questo post? Perché in questi giorni mi è capitato di percorrere più volte il tragitto Trento- Riva del Garda e ritorno sui bus pubblici …
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Musica a Riva del Garda : ascoltando il M° Corrado Ruzza
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Giugno, 2012 @ 2:05 pmDetto altrimenti: il M° Corrado Ruzza al pianoforte. Questo “post†è stato scritto da me solo provvisoriamente, in attesa che su Trentoblog inizi a pubblicare e scrivere di Musica il nostro caro amico musicologo e chitarrista classico Carlo Fierens (giovane ligure di nonno fiammingo, pluridiplomato, allievo di suo padre a sua volta allievo di Segovia), a ben altro titolo e con ben altra competenza che non la mia! (su Carlo Fierens si veda il post dell’11 gennaio 2012).
Siamo in una casa privata, quella di Ruggero Polito, Dottore, Commendatore, alla tenera età di quasi 80 anni studente del nono anno di conservatorio (violino), pianista, Presidente Emerito del Tribunale di Rovereto e da oltre 50 anni Presidente dell’Associazione (rivana) degli Amici della Musica, ospite, anfitrione, quasi mecenate della Musica!
Un pomeriggio fra amici, una “cerendaâ€, cioè una merenda che diventa una cena … ma prima, una lectio magistralis sulla vita e sull’arte di Franz Liszt, seguita da una splendida esecuzione al pianoforte di nove brani. Il tutto ad opera del M° Corrado Ruzza: una eccezionale anteprima del concerto che egli andrà a tenere il 23 giugno a San Quirico d’Orcia, per i “Concerti dell’Abate Naldi†presso la di lui casa natale, in Via Dante, 24 a S. Quirico. Lo stesso concerto sarà replicato il 13 dicembre a Venezia, Ca’ Rezzonico, all’interno della Stagione “Offerta Musicaleâ€. La prima assoluta, a Riva del Garda, anzi, a casa del Presidente dell’Associazione Amici della Musica! Scusate se è poco! Anzi, come Associazione, stiamo pensando di inserire il concerto nella nostra prossima stagione 2013, presso il locale Conservatorio Bonporti.
Io non avrei dovuto esserci, reduce come sarei stato ( e come poi sono stato)  nello stesso pomeriggio da una due giorni ciclistica di 100 km  per le ciclabili della Val d’Adige e della Busa del Garda (l’Altogarda Trentino), a far volentieri da guida a 45 ragazzini provenienti dalle zone terremotate … tanto per distrarli da quanto è successo a casa loro … ma tant’è, alle 16,00 il tour è terminato e così mi sono precipitato a casa di Ruggero. La lectio magistralis era appena iniziata …
Franz Liszt, “Anni di pellegrinaggio – Primo anno: Svizzeraâ€. Questo il titolo della raccolta che comprende i seguenti brani:
1. Chapelle de Guillaume Tell
2. Au lac de Wallenstadt
3. Pastorale
4. Au bord d’une source
5. Orage
6. Vallée d’Obermann
7. Eglogue
8. Le mal du pays
9. Les cloches de Genève (vedi www.Les cloches de Genève)
Tutto cominciò quando la bella trentenne Marie d’Agoult, nobile, ricca e blasonata ma infelice lasciò figli e marito nobile, ricco, blasonato ma distratto, per fuggire in Svizzera con un ventiduenne che l’aveva incantata, tale Franz Liszt. Donna felice per quattro anni e tre ulteriori figli. Romantica fuga in pieno romanticismo. Roba da ricchi, potrà dire qualcuno … ma oggi tutti noi, ricchi e meno ricchi, godiamo e ci arricchiamo della rappresentazione in Musica dei sentimenti che la ispirarono. Molto spazio è dedicato dall’Autore alla rappresentazione in Musica della natura, particolarmente seducente del paese che ospita la fuga d’amore dei due “peccatoriâ€. In questo richiama alla memoria, se non altro per comunità di tema, l’Alpensinfonie di Richard Strauss.
Chi scrive non è un musicologo, cioè uno che “s’intende di musica†ma semplicemente una persona che la ama. Non potrà quindi farvi una analisi estetica dei brani né sarà capace di esprimere con parole la cultura, la sensibilità e la maestria dell’esecutore. Maestria … già , perché solo se si comprende “da Maestro†il contesto culturale, solo se si ama ciò che si coltiva, solo così si riesce poi a trasmettere agli altri ciò che si prova nel leggere e nell’eseguire brani così splendidi. E Corrado Ruzza fa tutto questo.
Il M° Ruzza. Una Persona con la P maiuscola, regala ai presenti autentici tesori di storia della musica e delle persone che l’hanno vissuta. Il tutto con garbo, spontaneità , naturalezza, quasi che poco o nulla fosse il tanto che invece elargisce. Poi, con un sorriso di commiato, si volta verso la tastiera ed allora comincia il rapimento dell’ascoltatore.
Ma ora lascio spazio ai commenti di chi, dotato di ben altra cultura musicale, era presente insieme a me al concerto.
Buona Musica a tutti!
P.S.: su Marie d’Agould, si veda http://www.associazionelacasarosa.org/pagina.php?c=1
“MOTIVO D’ALLARMEâ€
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Giugno, 2012 @ 5:10 amDetto altrimenti: gioco d’azzardo, se non lo è questo, un motivo d’allarme … non solo per il male che fa ai giocatori (che si rovinano finanziariamente e si ammalano di ludopatia), ma anche a chi giocatore non è, bensì “contribuente”
Il titolo non è mio, bensì del giallista Eric Ambler (leggetelo questo libro, ve lo consiglio vivamente!).
In post precedenti (ad esempio, quello del 3 maggio scorso), parlavo di incredibili sconti di pena (multa) fatti alla società Atlantis, gestore delle macchinette mangia soldi, a fronte di accertate gravi e rilevanti evasioni fiscali.
Ricevo oggi una notizia che mi auguro possa essere smentita da lettori più documentati di me. Lo spero vivamente e me lo auguro, perchè non “deve†essere vera (eppure lo è … purtroppo!). Eccola:
Il comandante del Nucleo Speciale Frodi Telematiche Umberto Rapetto è stato “dimissionatoâ€.
Per cinque anni, Rapetto ha seguito tutti i componenti delle organizzazioni che gestivano il gioco d’azzardo in Italia senza pagare le imposte. La frode è “telematica†perché l’evasione avviene scollegando le macchinette mangiasoldi dai sistemi di controllo della GdF. Finchè un giorno Rapetto ha chiuso il dossier, facendolo arrivare ai carabinieri e facendo arrestare quindici persone. Rapetto si è presentato in giudizio con migliaia di pagine di prove e con conti precisi: le società dei videopoker sotto accusa devono allo Stato di 98 miliardi, 456 milioni, 756 mila euro. Cifra mostruosa, superiore persino alle ultime quattro manovre finanziarie messe assieme. Gli imputati che sono stati tutti condannati penalmente hanno patteggiato, anche se Rapetto era contrario: il colonnello sosteneva che dovevano restituire fino all’ultimo centesimo di euro. Alla fine gli imputati sono stati condannati al pagamento di appena 2,5 miliardi di euro.
Il mondo politico si è detto indignato. Sono già nove le interrogazioni parlamentari legate al suo caso: due di Lannutti (Idv) di Zamparutti (Pd), di Tassone e altri 33 (Udc),di Fluvi (Pd), di Gramazio (Pdl), di Buonfiglio (FareItalia), di Pisicchio (Api) e Caparini (Lega).
I PADRONI DEL MERCATO FINANZIARIO … CHI SONO COSTORO?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Giugno, 2012 @ 5:19 pmDetto altrimenti: Carneade, chi era costui?
Carneade! Chi era costui? Ruminava tra sè don Abbondio seduto sul suo seggiolone, in una stanza del piano superiore, con un libricciolo aperto davanti, quando Perpetua entrò a portargli l’imbasciata. Carneade! Questo nome mi par bene d’averlo letto o sentito; doveva essere un uomo di studio, un letteratone del tempo antico: è un nome di quelli; ma chi diavolo era costui?”. Tanto il pover’uomo era lontano da prevedere che burrasca gli si addensasse sul capo! (A. Manzoni, I Promessi Sposi).
I mercati finanziari sono mossi dai grandi specularori. I piccoli risparmiatori sono come “nave senza nocchiero in gran tempesta†(Dante, Purgatorio, VI, 77)
Quanto segue invece … non è del Manzoni nè di Dante, bensì di Gianluigi De Marchi.
Inizia
“In questi ultimi anni si è spesso parlato di grandi speculatori, i grandi gruppi finanziari che dominano i mercati internazionali, grandi operatori che fanno il bello ed il cattivo tempo nelle borse, rovinando i piccoli risparmiatori. Ma nessuno ne ha mai rivelato nomi e dimensioni, lasciando così il dubbio che questi “mostri della finanza†esistano davvero. Vogliamo alzare il velo sui loro nomi e volti, per dare a tutti i lettori indicazioni precise ed un suggerimento finale.
Tutto è nato con la famosa “globalizzazioneâ€, in base alla quale si è creduto che solo crescendo di dimensioni si potesse dare al mondo un modo migliore di crescere. Idea teoricamente giusta, che però è stata rovinata (come tante altre idee giuste) dall’avidità . I manager delle grandi istituzioni hanno pensato bene, con l’enorme potere che avevano, di lavorare più per se stessi che per il mondo, avviando operazioni di speculazione forsennata per ottenere utili e profitti subito da potersi spartire (i famosi bonus, i superstipendi d’oro, le incentivazioni da decine di milioni di euro l’anno, pagate anche negli anni di crisi!).
Esistono nel mondo dieci “superbancheâ€, che hanno ognuna almeno 1.000 miliardi di dollari di attivo patrimoniale. Insieme arrivano a 20 mila miliardi di dollari! E insieme hanno messo in giro oltre 310 mila miliardi di dollari di derivati, questi mostruosi OGM finanziari che hanno rovinato l’economia. Sono BNP Paribas, HSBC, Deutsche bank, JP Morgan, Bank of America, Barclays, Royal bank of Scotland, Citigroup, Goldman Sachs e Morgan Stanley.
Queste superbanche hanno creato società di gestione, dei superfondi che maneggiano decine di miliardi di dollari dei loro clienti: sono Black Rock, Vanguard, Fidelity, PIMCO.. Le stesse superbanche poi sono dietro le agenzie di rating che spadroneggiano dando le loro “pagelle†a Sati e società e determinandone le sorti: si tratta di Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, i cui giudizi possono provocare sfracelli nelle borse (e negli ultimi anni lo si è visto con chiarezza).
Consiglio per i lettori: state alla larga da questi gruppi che non pensano certo ai vostri interessi ma solo ai loro, destinate i vostri capitali ad operazioni tranquille senza cercare avventure, scegliete banche che facciano solo la banca e non i filibustieri della finanza”.
Finisce
Seguono due mie brevi annotazioni:
1)La Bank of America nasce dalla Bank of Italy, fondata a San Francisco da ligure Amadeo Giannini nel 1904. In occasione del terremoto di San Francisco del 1906 Giannini riuscì a salvare il denaro depositato dal crollo dell’edificio in cui la banca era ospitata e dagli incendi. Contrariamente a molte altre banche, fu quindi in grado di prestare denaro a coloro che erano stati colpiti dal disastro. Questa fu la base per la sua forte crescita. Come è cambiata, rispetto alle sue origini!
2) In miei post precedenti auspicavo la nascita di ERA, European Rating Agency, per valutare dall’Europa  i valutatori USA.
SECOND “ONE DAY BYKE”
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Giugno, 2012 @ 6:53 pmDetto altrimenti: anche per non ciclisti!
Un circolo culturale privato, l’Accademia delle Muse, ha organizzato una pedalata sociale per non ciclisti, da Brunico a Campo Tures e ritorno. Lo so, i ciclisti “abituali†diranno: pochi km, poca salita … ma la gioia di non-ciclisti- abituali nel ritrovarsi “scopritori” di spettacoli normalmente riservati ai ciclisti abituali, dove la mettete?
Eravamo in dieci, su tre auto. A Brunico Stazione FS, ampio posteggio auto e noleggio bici, €16,00 al giorno (per chi non se la era portata appresso). Piccolo bar. I WC sono “in fondo a destraâ€, seguendo il marciapiede ferroviario verso nord est, direzione Dobbiaco, ci sono, credete a me, anche se li vedete solo all’ultimo momento!). Indi con le bici si prende l’ascensore in stazione (che lusso!) che ci porta in bassio, al piano strada e via, a destra, verso la Valle Aurina!
Si pedala in leggerissima salita inferiore all’1%. La seconda metà del percorso è stupenda: la valle è ampia, piena di sole, si pedala fra prati verdissimi e sullo sfondo le montagne bianche di neve!
Arrivati a Camitata, circa 1,5 km prima di campo Tures, si conferma la nostra presenza al bar ristorante Brugghof (Biker Gasthof- Pub- Raftingcenter tel. 3482611612) per il pranzo per le 12,30. Menù con poca scelta, ma più che sufficiente: insalate miste a gogo, due primi, carne, contorni, (ma non ce la fate a mangiare primi + secondi!), dolce etc.
Qualità ottima e portate giganti. Prezzi accettabilissimi (€17,5 a testa, vini e caffè compresi!). Indi liberi tutti! Chi si spaparanza al sole, chi va in centro a Campo Tures, chi cerca di raggiungere le cascate di Riva, salvo scoprire che dopo la pedalatina aggiuntiva, sarebbe stato necessario camminare per 45 minuti: sarà per un’altra volta.
Quindi si riparte. Visita al centro di Brunico e poi, tutti a Novacella. Sempre splendida!
Alle 20,00 eravamo a Trento, “stanchi ma contenti della bella giornata trascorsaâ€.
Tutti, a Novacella ( e qui ci sono anch’io …Â nella foto … il terzo da sinistra … che figo!)
Si attendono i commenti dei partecipanti!
CAUSE ED EFFETTI, problemi e “provvedi … Monti” relativi
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Giugno, 2012 @ 6:00 amDetto altrimenti. siamo molto concentrati sugli effetti, sui “provvedi… Monti†del momento e trascuriamo o ci dimentichiamo le cause che li hanno resi necessari
Non che prima tutto andasse per il meglio. Cioè, prima del “secondo ventennio†italiano, intendo, ma illo tempore eravamo aiutati da tre congiunture favorevoli:
• la possibilità di incrementare il debito pubblico;
• il processo di industrializzazione del Paese;
• l’assenza della globalizzazione (il computer sul quale sto scrivendo è “made in Chinaâ€!
Ci siamo lasciati andare. Sotto il profilo della progettualità , del rigore e della moralità . Nel ventennio appena trascorso siamo stati tutti molto più attenti e preparati a difendere o attaccare leggi ad personam che non ad invocare una seria politica in previsione di ciò che sarebbe accaduto.
Ma è una crisi di portata mondiale, si dice. Ebbene, chi ha insistito per occupare certe posizioni nella politica, nel governo e nel parlamento, avrebbe dovuto prevedere anche questa possibilità . Un Piano di Emergenza prima del suo verificarsi, che poi …in quanto prevedibile e prevista non sarebbe stata più un’emergenza. E non solo contro le calamità naturali, ma anche contro le calamità “umane†quali la mancata progettualità , appunto.
Oggi, che fare? Copiamo dai migliori, in economia ed organizzazione, ad esempio, dalla Germania. Perché no? Se io posseggo una spa e non la so amministrare, mi prendo un bravo amministratore, senza guardare se è italiano tedesco o altro. Altro … altro che dire che “per colpa dell’Europa l’Italia rischia di perdere pezzi della propria sovranità !â€.
Ma ci vuole tempo per scardinare la cattive abitudini …E nel frattempo “sa fenteâ€? Per dirla in dialetto trentino, cosa facciamo? Non ve lo dico … non lo so. A me basta avere impostato il problema. Come faceva Socrate. Provate a dirlo voi, pazienti lettori dei miei post, cosa fare …
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PIANO DEL PRESIDENTE MONTI PER LA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI – E IN TRENTINO? PROVIAMO A FARE UN ESEMPIO CON UNA SPA DELLA MOBILITA’ … ovvero, privatizzazioni sul modello anglosassone e non “all’italianaâ€.
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Giugno, 2012 @ 9:10 amDetto altrimenti: Corsera, 14 giugno 2012 pag. 1 e sgg.: Il Presidente Monti, fra le altre iniziative, prevede la costituzione di un Fondo Mobiliare denominato Fondo Strategico Italiano, il quale servirà per 1) l’acquisizione, 2) la valorizzazione 3) la dismissione di aziende municipalizzate e di SpA comunali che si occupano di Servizi Pubblici Locali.
Traduciamo per i non addetti ai lavori
Si tratta di acquisire, da parte di un nuovo Fondo di Investimento Mobiliare di nuova creazione, la proprietà di molte Aziende Municipalizzate e SpA Comunali. Indi valorizzarle (con interventi di gestione o altro, questo è il punto! Cioè, renderle appetibili ai risparmiatori); quindi si tratta di emettere quote del fondo (rappresentative della somma dei cespiti posseduti) da vendere ai risparmiatori, i quali diventano “azionisti†del Fondo, cioè delle municipalizzate e delle SpA che il Fondo contiene.
Il plusvalore dei cespiti (Aziende e SpA) sarebbe assicurato nella fase 2), cioè nella fase della loro “valorizzazione†ad esempio attraverso il loro eventuale pre accorpamento all’interno di aree funzionali omogenee, con miglioramenti di efficienza ed efficacia del servizio ed economici. Questa “valorizzazione†è indispensabile affinchè all’operazione sia data una portata di reale incremento funzionale ed economico delle Aziende e delle SpA considerate. In caso contrario l’intera operazione consisterebbe solo nel cercare di “spalmare†sui risparmiatori anche eventuali inefficienze dell’attuale sistema dei servizi pubblici locali.
Si tratta di una privatizzazione “cumulativa†attraverso la cessione dal settore pubblico a quello dei singoli privati, di quote del fondo rappresentative del mix di azioni o quote della Aziende e Spa possedute prima dal settore pubblico, dopo dal Fondo ed infine dalla moltitudine stessa (ovviamente pro quota) dei sottoscrittori privati di quote del Fondo.
Si tratta di una privatizzazione secondo un modello che in lingua e prassi anglosassone (GB e USA) è definito “going public, to go public†che non vuol dire cedere una SpA all’Ente Pubblico, ma al contrario, dall’Ente Pubblico al pubblico dei cittadini.
E in Trentino? Proviamo a veder cosa si potrebbe fare, senza aspettare il presidente Monti. ..
… con un esempio.
 Supponiamo che all’interno di una certa area funzionale che comprende il territorio di alcuni Comuni confinanti interessati a realizzare sinergie intercomunali, un Comune abbia realizzato una sua SpA mista pubblico-privata per la mobilità e la sosta, dotando tale sua società di una centrale di telegestione e telecontrollo. Detta centrale, operando su propria rete wireless o allacciandosi a internet o al circuito delle fibre ottiche, potrebbe operare senza limitazioni territoriali. Ora, i Comuni della zona si accordano nel senso di utilizzare tutti la stessa Società , al fine di razionalizzare il servizio e ridurre i costi. La natura di Società mista pubblico privata tuttavia, a termini di legge, blocca sia l’accesso al capitale sociale societario da parte degli altri Comuni, sia la possibilità della SpA di operare su un territorio diverso da quello d’origine.
Una soluzione potrebbe essere quella di fare uscire i soci privati dal capitale sociale della SpA, ma ciò potrebbe contrastare sia contro la loro stessa volontà , sia contro la legge nazionale che va verso la privatizzazione di tali Spa, non nella direzione contraria. E allora, che fare?
Privatizzazione sul modello anglosassone e non “all’italianaâ€
1 – Valenza funzionale locale del progetto
 Ed allora, il Comune azionista di maggioranza della SpA potrebbe stipulare con la sua SpA un nuovo Contratto di Servizio che garantisse a tutti i Comuni confinanti dell’area in esame, per il futuro, la migliore qualità del servizio a costi progressivamente decrescenti. Quindi il Comune potrebbe offrire in vendita le proprie azioni ai cittadini di tutti i Comuni confinanti appartenenti all’area funzionale in questione. In parallelo il Comune potrebbe costituire con i Comuni confinanti un Consorzio di Comuni per il lancio di una gara intercomunale mirata alla assegnazione del servizio della mobilità sull’intera area funzionale intercomunale. La Società in questione, interamente a capitale privato, potrebbe partecipare alla gara e molto probabilmente vincerebbe, essendo già presente sul territorio ed essendo quindi in grado di fare un’offerta che prevedesse la realizzazione della gestione complessiva in tempi assolutamente “immediatiâ€, cosa impossibile da realizzare da qualsiasi altro concorrente.
2 – Valenza economica del progetto
La Società , così privatizzata “per amore†cioè prima di esservi costretta “per forza†dalla legge, e privatizzata in senso anglosassone, essendo cioè diventata proprietà del pubblico dei cittadini e non più dell’Ente Pubblico né tanto meno “privatizzata all’italiana”, cioè passata in proprietà del singolo imprenditore privato di turno, potrebbe poi operare liberamente anche sul mercato esterno, pubblico (con gara) e privato, e produrrebbe posti di lavoro, utili e ritorni fiscali locali, essendo in grado di applicare condizioni sempre più favorevoli ai Comuni d’origine.
3 – Valenza sociale del progetto
Il progetto descritto, inoltre, sarebbe appetibile anche in quanto avrebbe una valenza sociale positiva oltre che economica-funzionale, in quanto esso coinvolgerebbe la popolazione, diventata azionista della società , nella corresponsabilizzazione delle decisioni gestionali, trasformando gli utenti da clienti del servizio in cittadini consapevoli e co-gestori dello stesso, rafforzandosi in tal modo il loro senso di appartenenza alle proprie rispettive città .
Cosa dice la legge
Ora, se pensate che la legge attuale prevede che i Comuni con meno di 30.000 abitanti devono cedere le loro partecipazioni in SpA entro il 31 dicembre 2013, concorderete con me come anche e soprattutto qui in Trentino, nel quale, tolte le Città di Trento e Rovereto, tutte le altre, a Cominciare da Riva del Garda, Arco, Pergine, Borgo Valsugana etc. sono sotto tale quota, l’ipotesi sopra accennata non sia poi tanto peregrina.
IL TRAFORO DEL BRENNERO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Giugno, 2012 @ 5:49 amDetto altrimenti: una o tre gallerie?  Ovvero, spinto da una mia personale “nostalgia†riprendo un discorso per me ormai “storicoâ€. Anche perché non di solo TAV piemontese vive l’uomo …
1998. l’Architetto Karl Trojer di Terlano (Bolzano) fu uno dei promotori di ATT3 – ALPTRANSFER – CONSULTING-GEIE/EWIG, con sede a Bolzano, Via Frischin, 3, cioè di un Gruppo Economico di Interesse Europeo per la progettazione del tunnel del Brennero. Ad esso partecipavano alcune società e molti ingegneri, architetti ed economisti austriaci, altoatesini, trentini ed italiani. Io ne ero “coazionista†e consigliere.
Il Gruppo Europeo di Interesse Economico (GEIE) è una figura creata nell’ordinamento europeo con il regolamento comunitario n. 2137 del 25 luglio 1985, Si tratta di una figura giuridica proposta dall’Unione Europea avendo come riferimento il francese GIE (Group d’Interet Economique) con lo scopo di unire le conoscenze e le risorse di attori economici di almeno due paesi appartenenti all’Unione. Nelle intenzioni dei legislatori europei, questo dovrebbe permettere a piccole e medie imprese di poter partecipare a progetti più grandi di quanto le loro dimensioni permetterebbero. Tuttavia il fine del GEIE non è quello di ottenere un profitto, per quanto questo non sia vietato, quanto piuttosto fornire un ausilio alle attività delle imprese europee che lo costituiscono. Caratteristica principale di un GEIE è che deve essere costituito da aziende di almeno due paesi appartenenti all’Unione Europea mentre non è permesso ad aziende di paesi terzi di partecipare; inoltre, al momento della costituzione, si può decidere se dare o meno una scadenza predeterminata al GEIE. Il legislatore europeo al riguardo lascia notevoli spazi di autonomia in cui operare. Ciò perché i singoli Stati avrebbero dovuto uniformare questo nuovo tipo di soggetto a quelli già esistenti nelle varie legislazioni interne. In ogni caso, un GEIE è sottoposto alla giurisprudenza dello Stato in cui è situata la sede che, per questo motivo, deve essere dichiarata nell’atto costitutivo pena l’invalidità della costituzione stessa. In Italia il regolamento 2137/85 è stato assorbito ed integrato dal decreto legislativo n. 240 del 23 luglio 1981.
All’epoca il nostro obiettivo era quello di fare accettare dall’ente pubblico, cioè da quello costituito fra gli Enti ferroviari tedesco, austriaco ed italiano, il nostro progetto, alternativo al loro il quale prevedeva invece la realizzazione di una sola galleria a doppio senso di marcia, unica per treni passeggeri e treni merci. La soluzione da noi proposta invece prevedeva la costruzione di tre gallerie (canne, parallele, una per ogni senso di marcia ed una di servizio) da utilizzarsi solo per treni merci teleguidati. I passeggeri sarebbero stati trasportati sulla linea attuale, rimodernata
I vantaggi della nostra proposta erano i seguenti:
1. si evitava il rischio insito nel far transitare sugli stessi binari treni merci e passeggeri aventi velocità molto diverse;
2. in caso di incidente (è di questi giorni il deragliamento di un treno merci nella stazione di Bressanone! Cosa succederebbe se un treno merci deragliasse nella galleria di base del Brennero?):
a. si agevolava l’intervento dei soccorsi;
b. si evitava il blocco dell’intera linea. Infatti in caso di blocco di una “cannaâ€, ne sarebbero restate due pienamente funzionanti;
3. si evitava ai passeggeri lo stress di percorre oltre 50 km sottoterra;
4. si accorciavano i tempi di esecuzione dell’opera (la montagna sarebbe stata aggredita contemporaneamente in più opunti) e si sarebebro ridotti i costi di costruzione (una canna di 6 m. di diametro è “autoreggente†e non necessita di opere di sostegno interno) e i costi di gestione (fra l’altro si evitava la installazione di costosi sistemi di areazione, perché il treno merci era privo di conducente e comunque, procedendosi in una canna sempre nella stessa direzione, il treno stesso funzionava da stantuffo per il rinnovamento dell’aria);
5. si aumentava il volume delle merci trasportate.
All’epoca non riuscimmo ad avere udienza presso le competenti autorità , e dopo molti tentativi a vuoto, il nostro GEIE si sciolse.
Recentemente sulla stampa locale (L’Adige, 15 aprile 2012, pag. 63, all’interno della lettera “Traffico merci e Tir, Tunnel del Brennero, la soluzione miglioreâ€, a firma di Paolo Valente) leggo una frase: “Una galleria tripla, con due canali di scorrimento e un tunnel esplorativo che avrà , a suo tempo, molteplici funzioniâ€.
Capirete la soddisfazione. Mi domando: come e quando, finalmente, sarebbe stata adottata la nostra “vecchia†proposta, di noi che volevamo “farci tre canne� Chi, fra i lettori, mi può aggiornare?
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E TU AUSTRIA CHE SEI LA PIU’ FORTE …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Giugno, 2012 @ 3:41 pmDetto altrimenti: e continuava “…fatti avanti se hai del coraggio, che se la buffa ti lascia il passaggio, noialtri alpini fermarti saprem†(La “buffa†sarebbe la fanteria, l’arma di pianura).
Così recitava una canzone degli Alpini nella prima guerra mondiale. Ora, è pur vero che l’Austria, insieme all’Olanda ed alla Germania, oggi è “più forte†nel senso che è un paese in cui l’occupazione ed il PIL crescono, ma via … i suoi ministri … anzi, una sua ministra … andare a dire che “presto sarà l’Italia a chiedere aiuti all’UE†… via, anche se fosse vero … avrebbe ben potuto farne a meno … se la poteva risparmiare, non vi pare? A meno che non sia una pre-mossa per … annettersi l’Alto Adige-Sud Tirol!
Sarà un caso, ma è di questi giorni l’uscita del Giovernatore del Sud Tirolo Luis Durnwalder, il quale vuole cancellare l’Ente Regione “Trentino Alto Adige”. Risiamo al “loss von Trient”?
L’Austria, è qui, vicino a noi (a noi che abitiamo in Trentino), la conosciamo bene, l’ammiriamo per molti aspetti: ad esempio, in tempo di crisi, in Austria diminuiscono e non crescono le tasse universitarie, almeno per gli studenti che studiano, non per altri. In Austria è molto incentivato l’avvio di nuove iniziative agricole. In Austria l’occupazione ed il PIL stanno crescendo. Tanto per fare tre esempi. Ma le situazioni austriaca ed italiana sono ben diverse. Se non altro l’Austria ha perso il suo impero che oggi, probabilmente, sarebbe stato la sua palla al piede. L’Austria, per dimensioni e popolazione, si potrebbe confrontare con il nostro Lombardo Veneto, tanto per mettere i puntini, ed allora vedremmo chi canterebbe vittoria. Noi invece di impero abbiamo conquistato il nostro, cioè il nostro meridione e invece di valorizzarlo (come avremmo dovuto!) lo abbiamo depredato sino a ridurlo ad essere un problema (ma non il nostro unico problema!). Ma questa è un’altra storia. Torniamo ai giorni nostri. La ministra parla e sparla e lo spread sale. Chiediamole i danni! La “speculazione†vende i nostri titoli pubblici in quanto giudicati più rischiosi e l’ondata delle vendite fa aumentare le pretese dei compratori: si, te li compero ma voglio rendimenti maggiori.
E qui io non capisco, per cui aspetto che qualcuno me lo spieghi. Se si trattasse di emissioni dirette dello Stato, capirei che i compratori gli dicessero: te li compero i tuoi tioli, ma li devi emettere con incorporati rendimenti maggiori. Ma trattandosi di compravendite fra speculatori ed altri soggetti … il titolo ha già in sé incorporato un certo rendimento, come fa il venditore (ad esempio il fondo pensioni x) a garantire all’acquirente (ad esempio al fondo pensioni Y) un rendimento maggiore di quello indicato sul titolo stesso? Sono ignorante, lo ammetto, e ringrazio sin d’ora chi mi spiegherà la cosa.
Nel frattempo in Spagna un parlamentare costa ad ogni spagnolo €4,00 all’anno e in Italia €27,00 all’’anno. La benzina in Spagna costa €1,4 al litro e noi siamo quasi ad €2,00. Sono solo due esempi, per carità , ma a questo punto, nel mio post successivo, elencherò i “benefit†dei nostri parlamentari!
Nel frattempo il nostro debito pubblico e la disoccupazione aumentano ed il PIL diminuisce. Orbene, credo che sia tornato il momento delle “decisioni irrevocabili†quali una seria e decisiva legge anticorruzione; il ripristino del reato penale del falso in bilancio; una lotta efficace contro l’elusione fiscale e non solo contro l’evasione; far pagare ai grossi evasori le multe comminate e non patteggiare per somme decisamente minori; non acquistare i cacciabombardieri F35; lasciar perdere le megaopere quali la TAV; avviare molte mini opere a difesa del territorio; abolire molte (o tutte le) provincie; verificare l’operato dei tesorieri di tutti i partiti (la somma assegnata ed inutilizzata da un solo partito è superiore all’intero stanziamento a salvaguardia di tutti i beni culturali del paese!!!); ricondurre l’autorizzazione a procedere contro i parlamentari alla sua funzione e cioè alla valutazione se l’accusa sia strumentale in funzione politica, senza invece sostituirsi al giudizio della magistratura, come invece sta avvenendo; ridurre i costi della politica, in modo serio, e non limitandosi a “dimezzare i furti†cioè i rimborsi elettorali; rispettare le decisioni popolari referendarie, etc.. Cioè occorre abbandonare scelte che non ci possono più appartenere e indirizzarci verso nuove e più serie priorità .
Debito pubblico? Che fare? Nel mio post del 30 aprile scorso riportavo una proposta non mia, ma che ho condiviso in pieno: che lo Stato lanci un prestito irredimibile al 5%, ad esempio per una prima tranche di 500 miliardi di Euro, cioè per un quarto dell’intero debito. Cosa significa? Quali sarebbero i vantaggi? Navigate, andate a rileggere il post citato. E’ inutile che io qui faccia un “copia-incollaâ€.
(Continua)
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