VELA: UNA PASSIONE CHE VIENE DA LONTANO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Aprile, 2012 @ 8:44 amDetto altrimenti:Â vela da mare e d’amare
C’era una volta un ragazzo, nato e cresciuto a Genova, collina d’Albaro, vista mare, ad oriente della città , là dove sorge l’Alba …, Albaro appunto, costellata di ville signorili e di ville di contadini (villan, baccan), all’interno di campi poi diventati prede di condominii di lusso.
La viabilità principale, parallela alla costa, prima fra tutte una certa Via Aurelia, tutta a seni e a golfi, per dirla con il Manzoni. Di traverso, le croexe (si ascolti Croexa de ma’, Fabrizio de Andrè), piccole stradicciole centenarie, difficilmente carrabili, strette fra muri a secco, alti, a proteggere lateralmente le ville ma aperte verso sud, a concentrare l’attenzione e lo sguardo sul mare …
Per una di quelle stradicciole ….(e ci risiamo con il Manzoni), ogni giorno, d’estate, a piedi, il ragazzo andava al mare, praticamente sua residenza estiva. Già  a casa aveva indossato il costume da bagno sotto i pantaloncini corti, per non perdere tempo nel cambiarsi, una volta arrivato sulla spiaggia.
In inverno egli osservava il mare dalla finestra di casa, saranno stati 3 km, valutandone la forza dalle pecorelle di schiuma e studiava come la tramontana riuscisse a far “navigare†sul balcone della sua cameretta il praho (veliero) malese, trimarano costruito con gli angoli prismatici delle cassette (allora di legno) della frutta, “armato” con un’unica vela quadra … un fazzoletto.
Fu quindi il turno di una sorta di Star, lft (lunghezza fuori tutto) 70 centimetri, disegno ad occhio delle ordinate, prua scolpita in legno di balsa, carena in listelli di tiglio, chiodini in ottone, stucco francese con colla per calatafare, deriva di piombo fuso fra due rivestimenti in compensato. Fiocco autovirante, boma legato al timone, navigava e virava da sola. Cantiere: oratorio parrocchiale S. Francesco d’Albaro, Genova.
Già in primavera il ragazzo agognava il primo contatto con la spiaggia e con l’acqua. Era un desiderio vissuto assai intensamente, come il ritrovare la persona amata dopo un lungo periodo di separazione. Analogamente, l’ultimo giorno della stagione estiva, talvolta protratta sino a metà ottobre, egli si rotolava nel bagnasciuga, cercando di prolungare il contatto con i sassi e l’acqua per imprimersi la loro sensazione sulla pelle e nella mente sino alla primavera successiva.
Mare di Liguria, spesso poco ventoso in estate, tranne che per sciroccate o libecciate impetuose. Ed allora onde altre tre, quattro metri esplodevano sugli scogli, allagando l’azzurro del cielo con milioni di perle di candida schiuma. E nel bagnasciuga i ragazzi a rotolare, a levigarsi nel corpo e nello spirito, insieme ai sassi. Sassi levigati, lisci, per nulla pericolosi. L’ “arte” consisteva nel non opporsi ai frangenti, ma nell’assecondarli, nel lasciarsi portare, nel diventare parte di quell’energia. E appena planati a terra, via, di nuovo, in piedi, di corsa, a riguadagnare “il largo”, cioè quella decina di metri che avrebbe consentito una nuova planata, scrutando le onde in arrivo e avvisando tutti i compagni con un grido gioioso (“Quella, quella lì, guardate”!)  l’avvistamento dell’onda più alta della altre, con il “ventre” nero, minaccioso per chi stava a terra. Per loro, per i
ragazzi,  un meraviglioso regalo, la prospettiva di una veloce planata. La risacca non era pericolosa: non ti trascinava al largo: ciò era dovuto alla ripida pendenza con la quale la costa si immergeva nel mare, a differenza di certe pericolose risacche di oste meno ripide, le quali, a causa della maggiore gradualità della pendenza del fondale marino, una volta che hanno “afferrato” le tue gambe, ti trascinavno al largo per lungo tratto, pericolosamente.
Con la bonaccia, il nuoto, la pesca subacquea, il canottaggio e la vela.
La vela … già , su due barche “di gruppoâ€: un dinghy ed un gozzo allo stabilimento balneare “Monumento†di Quarto dei Mille.
Ma come facevano a non affondare le altre barche, quelle sottili sottili con una stellina sulla randa? Non entrava acqua a bordo? E come mai non si rovesciavano?
Il ragazzo ed i suoi amici si sentivano più sicuri sui loro praho liguri, più adatti alle loro “regate”. Tutto era permesso, anche remare o lanciarsi secchiate d’acqua. L’ importante era arrivare primi sotto bordo alla portaerei americana di turno (Forrestal, Enterprise, etc.), per scambiare, attraverso sottili cime calate dall’alto dai marinai, fiaschetti di vino con accendisigari zippo originali e berrettini militari bianchi, originali garantiti anch’essi! Ligures, commercianti nati.
Quindi, dopo le vele di Salgari, quelle dei suoi velieri giocattolo, quelle del gozzo, finalmente, alla tenera età di 46 anni, la prima vela vera: quella del Fun Whisper ITA 526, acquistato al Salone Nautico di Genova nel 1990 (e dove, sennò?) e residente insieme a lui in Trentino, Fraglia della Vela, Riva del Garda … and still going strong!
Per tre anni l’ormai ex ragazzo ha portato Whisper in vacanza al mare, d’estate, ed insieme hanno navigato dalla Toscana sino a Palau. Ora vuole portarlo in Liguria almeno per un inverno, e planare al traverso, da Genova a Punta Chiappa, con vento teso di tramontana. Che ne dite … ce la farà oggi l’ormai nonno? Per ora, Whisper abita a Riva del Garda dove veleggia anche in inverno:
Vele rivane
Il cielo è pulito, fa freddo.
Il Vento del nord respinge la nebbia.
Le palme e gli ulivi son scossi e muovon le foglie
qual ali che voglian migrare.
C’è Vento sul Lago da giorni.
Le cime nevose dei monti
dipingono l’aria di candidi sbuffi.
Nel porto un’orchestra.
Ascolta
tintinna di magico timpano
sartia d’acciaio
e insieme a folate impetuose
dà fiato ad un oboe solenne.
E l’onda, smorzata dal molo, applaude il concerto
lambendo gli scafi seduti in poltrona
nel proprio teatro di luci e di suoni.
In alto un gabbiano galleggia nel fiume sospeso.
Sull’acqua reali due cigni attendono il tempo.
Dal seno materno del porto si stacca una prora:
s’avanza invelata e scruta l’invito del vento.
Dapprima procede più lenta
poi prende vigore sull’onda che s’apre e l’accoglie
nell’umido abbraccio d’amante in attesa.
Carena sussulta si slancia
respira lo stesso respiro del cielo
e all’acqua regala la forma.
Le creste dell’onde s’uniscono all’aere in spume rapite.
Lo scafo ormai vola: e mentre ti portan sue ali
Lo senti vibrare, gioire e chiederti: “Ancòra!â€.
Ma devi tornare
e volti la rotta in faccia alla furia che avverti più vera.
Non lotta con l’onda la prora che s’alza:l’affronta, ricerca un’intesa, la trova, procede:
la senti che parla di te con l’acqua e col vento.
Buon vento  a te, vela da mare e d’amare!
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ITALIA – GRECIA, “MIA†FACCIA, “MIA†RAZZA: VERO O FALSO?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Aprile, 2012 @ 8:10 pmDetto altrimenti, in lingua italiana: Italia, Grecia, una stessa faccia, una stessa razza. Vero o falso?
Eis, mia, en … uno, una, una cosa … un’unica, una stessa, un’uguale cosa, tanto per capirsi … “mia faccia, mia razzaâ€, queste parole mi rivolgeva un amico greco, Kostas Vannos (si scrive Bannos),  per significare la vicinanza dei due popoli (non delle “razze†dico io, perché di razza ne esiste una sola, quella umana).
Nel recente passato qualcuno ha detto: nonostante il â€mia faccia, mia razzaâ€, noi non siamo come i Greci: infatti i nostri ristoranti sono pieni … Forse costui voleva dire che gli Italiani si concedono molti lussi più dei Greci e quindi vi è molto di più da tagliare e più da tassare. Forse. Ma allora in questo caso il “miaÂ
faccia, mia razza†non varrebbe … Voi cosa ne dite?
Altri più recentemente, hanno detto: è vero, niente “mia faccia, mia razza”, non siamo uguali! Infatti loro, i Greci, hanno un numero di suicidi dieci volte superiore al nostro! Ma si può, dico io, si può anche solo appellarsi a questa macabra contabilità ?
 Sperperi, corruzione: Grecia-Italia, “mia faccia, mia razza”?  Si, eravamo sulla stessa strada, solo che noi – forse – ce ne stiamo accorgendo un po’ prima. E allora, “mia faccia, mia razza”? Quasi. Non proprio la stessa. Per nostra fortuna!
“Mia faccia, mia razzaâ€? Ma si che è vero! Sentite un po’: dei Danai (Greci) taluno disse: Timeo Danaos et dona ferentes (Virgilio, Enide, II, 49), cioè “temo i Greci anche quando mi offrono regali”. Infatti, andate un po’ a fidarvi dei regali dei Greci dopo lo scherzetto del cavallo di legno “regalato†ai Troiani! … Ma anche ecco che anche noi Italiani siamo da temere, quando portiamo doni! Infatti sembra che i partiti ci stiano regalando “altri partitiâ€.
Osserva Massimo Gramellini: i Francesi mantengono il nome dei loro partiti e cambiano gli uomini. Noi cambiamo il nome ai partiti e manteniamo sempre gli stessi uomni. Ecco che con i Francesi il “mia faccia, mia razza” non varrebbe! Osservo io: Francia? Se siete emigrato in Francia, se vivete e lavorate in Francia, se pagate le tasse in Francia, poichè le tasse in Francia sono inferiori a quelle italiane, il fisco italiano vi obbliga a pagare in Italia la differenza! Ma si può?
No, la foto è sbagliata, questa volta si tratta di un predellino mediatico! (Io comunqe, per dispetto, lo ammetto, la inserisco " a sinistra" del testo)
Ma torniamo alla “partita” Italia-Grecia. Un partito, qui da noi, ci annuncia un nuovo partito. Un altro, con un annuncio da un predellino mediatico,  sta per regalarci un “non-partitoâ€, cioè un movimento o una nuova “Cosa”. E’ un caso? Non credo. A pensar male … Infatti ora che si sta per ri-ragionare e ri-votare per il (secondo) non finanziamento dei partiti (se non altro è già cominciata la raccolta firme per una legge di iniziativa popolare), ecco che quella persona, quello dei ristoranti per intendersi, si appresta a far nascere un non-partito (pubblico), cioè si appresta a far nascere un movimento (privato) o “cosa” analoga, che quindi egli (che può) potrà liberamente super finanziare in barba all’imminente prossimo (secondo) divieto di finanziamento dei partiti. La cosa assomiglia ai “rimborsi delle spese elettorali dei partiti†che hanno superato e vanificato il (primo) divieto del “finanziamento pubblico dei partitiâ€. A pensar male … dicevo prima … e voi, cosa ne dite? Vale o no il â€mia faccia, mia razzaâ€? Sempre di “regali” si tratta, ma pericolosi come il cavallo di Troia.
Sto leggendo “Il mondo di Atene†di Luciano Canfora (Laterza) e ve lo consiglio caldamente. Storia della storiografia. E qui il “mia faccia, mia razza†ritorna ancora un volta, con prepotenza, se non altro perché nelle commedie greche del periodo cosiddetto democratico (Atene, Presidente del Consiglio tale Pericle), l’autore (tale Aristofane) in un sua commedia (dal titolo “Vespe”, niente a che vedere con la Piaggio nè con tale Bruno Vespa! Che poi di quello lì ce ne basta uno!), castigat ridendo mores, cioè con acuta ironia condanna i costumi degli Ateniesi, accusandoli di supponenza nel ritenere di avere il diritto acquisito di essere mantenuti dai tributi imposti ai contribuenti e dagli alleati ormai ridotti in sudditanza. Ecco che ritorna il “mia faccia, mia razzaâ€, come vi avevo detto. Infatti anche qui da noi, oggi, vi sono “Ateniesi†(le diverse caste) che presumono di avere lo stesso diritto acquisito: quello di farsi mantenere “a carne di lepre†(così scrive Aristofane) a spese dei sudditi, cioè a spese nostre, di noi tutti.
La storia si ripete, Atene, Stato (sia pure “città ” Stato) di 2.500 anni fa, come l’Italia di oggi: “mia faccia, mia razza”. Alcuni (William Mitford, 1784-1810, “History of Greece”), hanno letto la democrazia ateniese come basata sul despotismo della classe povera: e anche oggi qui da noi v’è chi la pensa che potrebbe essere così. Ed ecco lo spauracchio agitato da destra. Altri (Benjamin Constant, “Sulla libertà degli antichi comparata con quella dei moderni”, 1819) hanno ritenuto che l’antica libertà fosse limitativa, se non liberticida, dei diritti individuali, nel senso che “nello scontro fra governo e ricchezza, vince la ricchezza” . Ed ecco lo spauracchio agitato da sinistra. E allora? Forse …
… in medio stat virtus!
Non finanziare la politica? Ma, dirà taluno, se proprio Efialte, intorno al 460 a.C., volendo che la classe povera andasse a potere, propose di trasfomare le cariche pubbliche da “onorifiche” (cioè non retribuite) in retribuite, per consentire anche a poveri di essere eletti … via … Cosa rispondo io? Sono d’accordo sul fatto che cariche effettivamente ricoperte (non cariche che oggi spesso sono delle sine cura) siano retribuite, ma “retribuzione” non vuol dire esagerazione, abusi, non vuol dire benefit incredibili, non vuol dire compensi fuori scala e fuori del tempo, fuori del nostro tempo, fuori del tempo europeo … non vuol dire furti!
 “Est modus in rebus: sunt certi denique fines / quos ultra citraque nequit consistere rectum”
Orazio, poeta latino (65 – 8 c. C.) ci insegna che vi è un limite nelle azioni umane, un limite in tutte le cose, cioè che vi sono confini oltre i quali non vi può essere nulla di corretto, di giusto. E allora, o Monti sorgente dall’acque … della palude di prima, cosa aspetti? Apri il fondo di rotazione di cui al mio post del 15 aprile, ore 06,35! (cfr. ivi).
Ma torniamo alla storiografia greca. Altri (Volney, 1757-1820) hanno rincarato la dose: “Senza gli schiavi in senso lato ( cioè schiavi in senso proprio + cittadini contribuenti + cittadini nullatenenti – in allora era “nullatenente” non chi non aveva mezzi di sussistenza, ma chi non potesse pagare a proprie spese l’armamento personale per andare in guerra –  + cittadini delle città “alleate” ma in realtà “sottomesse” ) ventimila Ateniesi non avrebbero potuto deliberare tutti i giorni sulla pubblica piazza”.
Che ve ne pare? Non è molto attuale la cosa? Provate a sostituire ai ventimila Ateniesi gli appartenenti alle attuali caste; alla pubblica piazza, le sedi dei partiti, del governo e delle due camere; alla massa dei soggetti rimanenti sopra individuati la massa degli odierni contribuenti effettivi, cioè dei non evasori  e la massa dei disoccupati ed ecco che vale ancora una volta l’assioma “mia faccia, mia razza”.
Kalinitta, buona notte, amici del blog! Ma da domattina, tutti svegli, mi raccomando! Svegli e … sveglia!
P.S.: amici del blog, lo so che excusatio non petita, vera accusatio … ma questa mia non è “antipolitica”, bensì è “anti” certi uomini, certi partiti che non stanno indicando una nuova via, una nuova vita, una speranza, un obiettivo, un’utopia se volete, ma anche se fosse solo un’utopia … l’uomo da  sempre ha bisogno di credere, sperare, tendere ad un’utopia! Quale utopia? Io ne ho una multipla: equita’, equilibrio, onestà , corresponsabilità , rigore, sobrietà , coscienza delle proprie potenzialità  , creatività , ottimismo, condivisione, comunicazione, communis actio, azione comune. E’ chiedere o sperare troppo?
DACAU, MATHAUSEN E ALTRI DUE LAGER “MINORIâ€: L’EX INTERNATO MARIO LIMENTANI RACCONTA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Aprile, 2012 @ 6:57 pmDetto altrimenti: per non dimenticare, perché non si ripeta
Trento, 20 aprile 2012. Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Incontro con un reduce dai lager nazisti. Non è il primo reduce cui sento raccontare questa tragedia. Gli ho stretto la mano, come ho fatto all’alpino reduce dalla Russia, ad Arco di Trento. Mentre parlava, Mario,  classe 1925, pensavo che al momento del suo arresto insieme ad altri Ebrei romani, io, classe (3 febbraio) 1944, ero appena nato e nonostante le difficoltà del momento, venivo nutrito curato, amato. Questo il mio primo pensiero. Poi un altro: al mio babbo, carabiniere, toscano, che dopo l’8 settembre disse no ai tedeschi e si fece due anni di campo di prigionia in Germania. Quindi ho pensato alla strage degli Armeni e a tutte le altre stragi dell’epoca moderna, moderna si fa per dire, ma in realtà … niente di moderno e di nuovo sotto il sole.
Infatti la mia riflessione mi ha portato al 1400, secolo nel quale sono cominciate le stragi imperialistiche, condotte dalle nazioni “civili†(nell’ordine di tempo: Portogallo, Spagna, Olanda, Inghilterra, Francia, Italia) per assoggettare le “razze inferiori di incivili e barbari†(sic). L’odio e la violenza razziale nascono quindi ben prima del nazismo, ed ancora oggi non è del tutto finita, a livello di nazioni violente e di singoli individui violenti. Non li cito, ma ognuno sa chi sono. E’ inutile che mi dilunghi. Ma uno spazio sul mio blog volevo, dovevo riservarlo a questa occasione, a questa Persona.
Mario, una sua frase. “Ho sofferto molto per ciò che ho subito, ma ancora di più per ciò che ho visto infliggere agli altri”
Mario, grazie della tua testimonianza.
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LE PARTITE CONTABILI DI DENARO PUBBLICO NON SI COMPENSANO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Aprile, 2012 @ 7:19 amDetto altrimenti: non confondiamo le acque …
Un personaggio politico di primo piano si difende dall’accusa di avere personalmente beneficiato di denari pubblici, quelli del suo partito, frutto (si fa per dire, frutto) di “rimborsi di spese elettoraliâ€, in quanto il partito avrebbe pagato il costoso affitto mensile (€2.300) del suo appartamento romano. Si difende affermando: ma io versavo al partito, mensilmente, quale contributo, una somma maggiore (€3.000)…
Eh no, non concordo. I denari del partito sono fondi pubblici erogati per legge (da rivedere, n.d.r.) ad un ente, il partito, previsto dalla Costituzione, con una destinazione ben precisa: il rimborso delle spese elettorali (per inciso: “rimborsoâ€? Quindi di una “cosaâ€, le spese elettorali, che dovrebbero quindi essere già avvenute, altrimenti questi fondi sono un finanziamento, ma non avevamo votato per referendum di abolirli questi finanziamenti?).
E i denari pubblici “con destinazione†cioè iscritti in un capitolo di spesa, non possono essere distratti verso altre diverse finalità né compensati con altre voci di spesa, ancorchè tutte lecite. Figuriamoci con partite “illecite”! E’ un principio della contabilità pubblica. In questo caso, periodicamente violato.
E poi: se tu ammetti di “avere rimborsato queste elargizioni in tuo favore” (sic), a maggior ragione vuol dire anche che:
1) tu non versi al tuo partito quel contributo finanziario quota parte di tuoi introiti quale uomo politico, che sicuramente il tuo stesso partito ha previsto che tu debba dare. Quindi commetti una mancanza nei confronti del tuo partito. Ma se va bene a loro …
2) Quel che è più grave è che dal tuo “rimborso†emerge che sia tu che il tuo partito eravate consapevoli che il pagamento del tuo affitto da parte del tuo partito non era una cosa lecita né dovuta.  E allora, perché ripeterla per mesi e mesi? Errare humanum est, perseverare diabolicum.
Insomma, caro amico politico, la tua giustificazione non regge: l’è pezo ‘l tacon del bus. Devo tradurre per i non Trentini, o si capisce? Fatemelo sapere, grazie. Provvederei subito alla traduzione. Â
Fine dell’articolo.
Ma … cosa succede? Il mio articolo continua, dopo che ci eravamo salutati? Si. Infatti ero uscito di casa, ho letto i giornali (Corsera, prima pagina e pagina 17)  e allora devo continuare. Calderoli ( e facciamoli questi nomi) dice: “Era il mio ufficio romano”. Ma allora ti smentisci: se erra tale, non avresti dovuto rimborsare nulla. E Bossi dice: “Erano soldi nostri, potevamo fare quello che volevamo, anche gettarli dalla finestra” (di male in peggio, n.d.r.). Eh no, caro Bossi, non erano soldi tuoi, ma nostri, cioè anche MIEI, pensionato che sta compilando il 730 alle Acli.
Ecco che all’immoralità si è sostituita l’amoralità : “non sto violando una regola, il fatto che io affermo che la regola non esiste. Io ho la giustificazione”. Come la regina Semiramide, la quale, per non essere accusata di essere lussuriosa, ” libido fe’ licita in sua legge”.
E qui sorge un altro problema: stiamo bene attenti a che l’attenzione non si sposti dal fatto (il “particolare” uso del denaro pubblico) alla giustificazione del fatto. Cioè che si smetta di ragionare se il fatto sia stato corretto o meno e si inizi ragionare se la giustificazione sia accettabile o meno.
Ultima annotazione. Ma il nostro referendum sul non finanziamento dei partiti? E non si dica che in tal caso solo i partiti che hanno uno Zio Paperone …, perchè bsasterebbe fissare un massimo per ogni donazione unitaria. E poi, se tanto mi dà tanto, se queste fossero le punte di icebergs ben più grandi? E dei denari del passato, cosa ne è stato? Sono sunk funds? Soldi affondati, da dimenticare, per dirla in inglese? Certo, come il Titanic contro il suo iceberg, affondato. Già … deve essere così … infatti siamo nel centenario di quell’affondamento … ecco … comincio a capire … mi pareva … che dovessimo celebrarlo in qualche modo quell’ “affondamento”. Basta che questi “signori” (si fa per dire)  non affondino un’altra nave, la Nave Italia!
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AUTONOMIA : LA SUA COMUNICAZIONE “VERSO” ROMA E IL PAESE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Aprile, 2012 @ 6:33 amDetto altrimenti: “versoâ€, cioè “nei confronti diâ€. Non “versusâ€, cioè “controâ€
150 anni dell’unità d’Italia. A parte che ricordo a Torino, Italia ’61 …  per cinque anni ho abitato a Torino, quasi di fronte alla famosa monorotaia celebrativa. E poi anche per avere letto l’ultimo libro di Enrico Deaglio: si intitola “Zita†(Il Saggiatore). Enrico Deaglio, fratello di Mario, giornalista economista, il marito della Ministro Fornero.
Unità d’Italia fatta di una liberazione e tre conquiste: liberazione dell’italiano Trentino (anche se molti nostri nonni erano Kaiserjaeger). Conquista del Sud Tirolo, dello Stato Pontificio e del Regno delle due Sicilie.
Libri. Sul Sud Tirolo, consiglio il quasi recente “Eva Dorme†di Francesca Melandri (Mondadori). Sulla questione meridionale, i quasi recenti “Terroni†e “Giù al Sud†di Pino Aprile (Piemme). Sullo Stato Città del Vaticano, “Oltre le mura del tempio. Cristiani tra obbedienza e profezia†di Padre Bartolomeo Sorge (Edizioni Paoline). Quest’ultimo almeno per due aspetti, quello della guida politica dello Stato Pontificio e quello dei suoi rapporti con la politica italiana. Dice … ma io di libri sull’argomento ne ho letto ben altri! Si, ma Eva Dorme e i due di Pino Aprile sono quasi recenti. Il terzo è recentissimo!
Ma … dite voi … che c’azzeccano i libri? Bè … intanto volevo animare un po’ questo mio articoletto, arricchirlo, incuriosirvi, così, tanto per alleggerire il discorso. E poi … vediamo un po’ … Trentino (non il Sud Tirolo), terra di confine fra il mondo tedesco e quello italiano, fra l’Italia ed una sua conquista territoriale. Trentino, capace di tradurre verso nord e verso sud le opposte istanze. E se abbiamo letto i libri citati, le conosceremo meglio, queste istanze … Noi si,  però gli  altri?
Ma … insistete voi … che c’azzecca la nostra Autonomia? Eccomi, arrivo. Il problema secondo me, oggi più che mai, non è tanto di come la nostra Autonomia noi stessi (e non altri, ecco il punto!) la leggiamo sui libri, di come la interpretiamo, viviamo e comprendiamo dall’interno, bensì di come la nostra Autonomia è vista dall’esterno, da Roma, dal Paese. Il problema è quindi anche cosa noi facciamo perché essa sia vista nel modo corretto. Cioè: come la COMUNICHIAMO all’esterno, la nostra Autonomia.
Già , perché oggi dall’esterno la nostra Autonomia è vista superficialemente (“Voi si … che da voi funziona tutto, mica come da noi! Ma voi, siete una o due regioni? Trento, si, vicino a Trieste. Trento; ma lì parlate tutti tedescoâ€. Solo per citare alcune perle). Oppure è vista negativamente: “Voi siete dei privilegiati. Perché a voi tanti soldi e alle regioni ordinarie molti di menoâ€? Lo so, questi sono luoghi comuni, ma purtroppo il mondo vive di luoghi comuni, che poi sono quelli che “passano†maggiormente. Ed allora … sfatiamoli!
E allora, usciamo dal guscio, organizziamo una politica per la crescita che possa essere un messaggio â€verso†Roma e verso il Paese, per essere “vista†correttamente da Roma e dal Paese. E diamo centralità ed autonomia (appunto!) originaria al problema della COMUNICAZIONE ALL’ESTERNO DELLA NOSTRA AUTONOMIA! Mostriamo, senza falsa modestia, i frutti della Cooperazione, del nostro Turismo, della nostra Agricoltura, della nostra Università , della nostra Sanità , della nostra Protezione Civile, della nostra Accoglienza, della nostra capacità di “con-vivenzaâ€, della nostra Politica.
E che la politica, la nostra Politica, sia maggiormente politica territoriale non nel senso di chiudersi sul territorio, ma nel senso di avere presente soprattutto i problemi del Territorio, al di fuori della schematizzazione nazionale, e di proiettare il Territorio al di fuori del territorio (non ho usato a caso le “t†minuscole e le “T†maiuscole). E la territorialità autonomistica della nostra politica deve manifestarsi, affermarsi e parlare con Roma su di un piano di PARITETICITÀ, piano che ci siamo guadagnati per come abbiamo realizzato, insieme al Sud Tirolo, il migliore esempio di con-vivenza di diverse culture d’origine. Culture che la storia ha un po’ forzosamente unite, sia prima che dopo la prima guerra mondiale. A quest’ultimo riguardo riflettiamo un po’ sulla differenza di trattamento delle minoranze di lingua italiana sotto l’Austria e delle minoranze di lingua tedesca sotto l’Italia. Poi ne riparliamo. Nel frattempo Roma e tutto il Paese devono guardare a noi non come ad una terra cui ridurre le risorse finanziarie, ma come un esempio da imitare.
Ecco perché il nostro contributo al Paese, il contributo della nostra Autonomia verso il Paese, soprattutto in questa fase di recessione non solo economica ma anche dei valori della politica, è e deve essere sempre di più soprattutto Politico, attraverso la COMUNICAZIONE DEL NOSTRO ESSERE.
E se Dante afferma che non è scienza “sanza lo ritener aver inteso†(Paradiso, V, 41-42), noi possiamo dire che non è Autonomia “sanza comunicar l’aver compiutoâ€
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UN MIO AMICO, PERSONA ASSAI COLTA, AFFERMA CHE È MOLTO PIÙ DIFFICILE FORMULARE DOMANDE CHE DARE RISPOSTE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Aprile, 2012 @ 12:52 pmDetto altrimenti: non sapevo di essere così bravo!!
Domanda n. 1 . I nostri parlamentari in base alla Costituzione non hanno vincolo di mandato,  il che vuol dire che sono liberi di formarsi un’opinione attraverso il dibattito parlamentare. Ora accade che quasi sempre la TV ci mostra che molti parlamentari sono assenti alle sedute del Parlamento e che molti dei presenti tutt’altro fanno che seguire la discussione. Allora domando: o costoro decidono a caso, oppure c’è qualcuno che ha già deciso per loro. O no?
Domanda n. 2. Pare che ora, per “smettere di regalare†le frequenze TV, si debba pagare un indennizzo a chi sta per subire il “danno†di non ricevere più regali. O no?
Domanda n. 3. Un Comune ha stabilito che i consiglieri comunali abbiano diritto al gettone di presenza solo se partecipano almeno a metà seduta. Mi viene in mente quell’allievo che dichiarava di “studiare da sei†… Via … qui non siamo più alle elementari … per capire, contribuire, lavorare, governare occorre essere presenti all’intera riunione, anzi, all’intera serie delle riunioni e per di più andarci dopo essersi preparati. O no?
Domanda n. 4. Macchinette mangiasoldi del gioco d’azzardo: la prima concessionaria gestore di queste macchinette infernali è la società Atlantis. la cui proprietà , all’estero, è ben lungi dall’avere la certificazione antimafia (!). Atlantis è già stata multata per evasione fiscale avendo gestito milioni di euro con macchinette scollegate dal Ministero delle Finanze, come invece è previsto. Domando: chi e come controlla l’enorme circolazione (in nero) di contante sotto forma di monetine? Chi cambia le monetine in banconote?
Domanda n. 5. La TV ha mostrato che il Ministero della Pubblica Istruzione, a Roma, opera in un palazzo nel quale ogni impiegato ha a disposizione, in media, una superficie esagerata: 150 metri quadrati di ufficio! Chi ha venduto o chi affitta al Ministero quell’immobile? Chi ha deciso di acquistarlo o di prenderlo in affitto? A che prezzo?
Chiedo ai lettori di aiutare tutti noi a dare una risposta a quanto sopra. Grazie. Dice … ma il tuo è “Trentoblog”, Trento … si, dico io, vabbè … ma tutto ciò che va male nel Paese poi si traduce in richiesta di sacrifici anche a chi male non opera … e allora? Non dite più nulla, eh?
GIRO DEL TRENTINO (IN BICICLETTA) … E … SORPRESA!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Aprile, 2012 @ 7:08 pmDetto altrimenti: ero lì, per caso …
Oggi ero lì, alla Fraglia Vela Riva, a ritirare certi moduli.
Giornata di sole.
Sui monti, la neve.
Mi sono trovato in mezzo alla partenza del Giro del Trentino.
Prima tappa, corsa a squadre a cronometro.
Diciassette squadre, una ogni tre minuti.
Circa 15 km di percorso nella “Busa†dell’Alto Garda Trentino.
Velocità massima: 59 km/h ; media, 54. Non male.
Arrivo ad Arco.
Ho scattato qualche foto.
“Ora†ovviamente da sud, a circa 17 nodi, quasi 32 km all’ora.
Partenza verso nord, “vento in poppaâ€.
Chi ha vinto? Non lo so. Vedremo domani i giornali.
Questa non è una cronaca sportiva.
E’ solo un corto, una pausa fra tanta economia e politica …

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SORPRESA? Si, questo post ha una sorpresa dentro, come un uovo di Pasqua. Sapete, ogni tanto bisogna lasciarsi prendere dalle  “cose” che accadono, lasciarsi andare … fuori dagli schemi.
Ed ecco qui, allora, il Concerto che Cristina, ieri sera, ha regalato a chi era presente presso l’Istituto Comprensivo “Comenius” di Cognola, Trento, a conclusione del suo secondo anno di concerti in quella scuola.
Cristina ha voluto regalarci una varietà di brani veramente “arricchente”, diversificata, divertente: dalla spiritualità di Bach/Busoni, alla musicalità degli intermezzi delle nostre opere romantiche, al brio di Piazzolla & C., alla nostalgia delle colonne sonore dei nostri vecchi ed amati film, attraverso la “pelle d’oca” di Memory,  sino alle evoluzioni delle danze slave e russe, fra le “onde” dell’Oceano di Cacciapaglia, per finire con la “musica di Hitchkock” (la marcia di Gounod) e quindi il nostro battimani al tempo di Radetzky. Grazie, Cristina!Â
P.S.: fuori programma, con le voci del pubblico, “Reginella” e “Core ‘ngrato” !
ANTIPOLITICA O NON CONDIVISIONE DI DI UNA PARTE DI “QUESTA†POLITICA NAZIONALE?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Aprile, 2012 @ 1:52 pmDetto altrimenti: non si può delegittimare la reazione ad una parte di  questa politica
Politica? La buona politica deve tornare ad essere il confronto delle idee e l’espressione della volontà dei cittadini, nell’interesse del collettività . Tuttavia ciò non sarà possibile fino a quando, semplificano molto (ma non sto certo banalizzando):
1) i partiti potranno, fra l’altro:
   a) gestire milioni di euro senza obbligo di rendiconto;
   b) inserire propri uomini, ancorchè senza i requisiti, ai vertici strapagati delle società pubbliche e degli enti statali;
2) in parlamento e nei consigli regionali siederanno:
    a) troppe persone;
    b) semplici “ratificatori†delle decisioni dei partiti o del governo;
    c) persone non scelte dai cittadini ma dai partiti, persone troppo pagate, riempite di benefit , con ricche pensioni garantite dopo pochi anni di attività mentre alla popolazione si allungano i tempi del pensionamento.
Corsa privata all’oro? Si, di questo si tratta, di una corsa all’oro. E allora? Poniamo fine a questa corsa. Nella politica occorre più serietà , anzi occorre serietà e sobrietà , cioè remunerazioni molto, molto inferiori. La politica non deve esere attraente per come viene “remunerata monetariamente”, bensì deve essere animata da un vero spirito di servizio, un vero senso della collettività , un vero spirito di sacrificio. Oggi purtroppo non è così. Infatti, il primo obiettivo di una parte consistente della politica sembrerebbe il mantenimento del potere, dei privilegi, della tessera di casta, prima che di partito. E per avere ciò è necessario il consenso e per avere consenso sono stati adottati provvedimenti troppo specifici, populisti e/o di difesa di casta, soprattutto a breve termine e non provvedimenti generali, con valenza strategica erga omnes e finalmente “equi”. Questi comportamenti, particolarmente nell’ultimo ventennio, hanno prodotto gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti noi.
Antipolitica? Si, nel senso di opposizione a “questo tipo di politica nazionaleâ€. Quindi con significato positivo, non negativo. Infatti non si può delegittimare chi vuole che l’immoralità non sia superata dall’amoralità . Non si può dare un significato negativo antipolitico all’azione di chi vorrebbe una diversa scala delle priorità ; di chi vorrebbe che un importante capo azienda guadagnasse come Valletta, il cui stipendio era 20 volte superiore a quello di un suo operaio e non 500 volte come accade oggi. Non si può gabellare per antipolitico chi vorrebbe che chi sta alla guida dell’Enel per quattro mesi non riceva circa un milione di euro. Di fronte a situazioni del genere viene meno la credibilità di chi ha attuato questi comportamenti, non certo di chi li critica.
Condivisione. Anni fa, in un convegno sui Colli Euganei sulle qualità della Politica, ho sentito Padre Sorge affermare che la prima qualità del politico (cattolico, ma anche degli altri, n.d.r.) è la condivisione. Oggi, nei fatti, questa qualità mi pare troppo spesso assente in chi dovrebbe invece praticarla.
La gente non va a votare? Mia mamma, classe 1904, insegnante (fra l’altro a Bolzano, del compianto On.le Berloffa) , molto severa, si preaoccupava che molti suoi alunni fossero promossi. Io, ragazzino, mio stupivo e le dicevo: ma tu fai il tuo dovere, insegni bene, con il giusto rigore e serietà , non ti risparmi. Sei a posto. Il resto sono problemi loro, degli alunni. No, rispondeva mia mamma, è il risultato che conta: voglio che molti alunni siamo promossi e non perchè io faccio loro “grazia”, ma perchè se lo meritano. Allora mi chiedo: di chi è la colpa se molti cittadini non si recano a votare? A chi è da imputarsi questo “risultato”?
Credibilità ? Lavoravo a Torino. Ero responsabile della Finanza Italia della Stet, la finanziaria dell’IRI per l’elettronica. Seconda metà degli anni 70. Stretta creditizia e valutaria. Blocco delle tariffe. Dovevamo indebitarci. Un giorno chiesi ad una banca un ulteriore fido di 50 miliardi di lire. Il mio interlocutore mi disse: sta bene, ma prima mi dica, se il mio Consiglio di Amministrazione mi impone improvvisamente di chiederle il rientro, lei è in grado di rassicurarmi in tale senso? Lo ero, e risposi di si. Ricevetti i 50 miliardi. Anni dopo il mio amico Giancarlo Gloder, uno dei più grandi finanzieri privati sulla piazza di Milano e non solo, mi disse: vede, dottore, nel nostro lavoro la prima cosa è la credibilità . Aveva ragione. Io aggiungo: anche nella politica.
La difesa di falsi diritti acquisiti? Vi sono situazioni inique che si sono purtroppo radicate, quale, ad esempio, l’eccessiva flessibilità in entrata nel mondo del lavoro (in primis, le false partite IVA). Oggi il governo cerca di eliminare queste inique distorsioni. La controparte si difende con un accanimento e una convinzione pari a quella di chi si batte per la difesa di un diritto acquisito. Ma un diritto prima di essere acquisito deve essere un diritto, non una sopraffazione, una distorsione … e tale infatti è la partita IVA accesa in capo a chi non è altro che un dipendente. Innanzi tutto quindi, a mio avviso, si richiederebbe innnzi tutto un intervento del Fisco, a cancellazione di partite IVA accese in capo a non aventi diritto.
Idee per lo sviluppo? Il Ministro Passera alla trasmissione della Annunziata del 15 aprile, ha dichiarato: se io avessi un’idea grande, forte … una bacchetta magica … non saremmo qui “. ma un’idea grande e forte bisogna averla. Altrimenti bisogna lasciare il posto a chi le idee le ha. Io non mi sto certo candidando a sostituire il Ministro, ci mancherebbe altro! Ma un’idea di un diverso modello di crescita l’avrei, e come! Basta leggere tutti miei post precedenti in materia di crescita e sviluppo. Un piccolo estratto? Alle grandi imprese, invece della Grandi Opere affidiamo la realizzazione di 15.000 micro centrali idroelettriche e gli interventi nelle altre tecnologie ed impianti per l’energia alternativa. Ai giovani affidiamo migliaia di cooperative per la difesa, gestione e promozione dei siti naturalistici, storici e archeologici.. etc. Non è questo il modello di sviluppo che volete? Ok, sentiamo quali sono le vostre proposte. A me basta avere impostato il metodo.
Coraggio, lettori del Blog, fatevi sotto! Questa è democrazia, questa è una “assemblea popolare universale†(ovviamente virtuale) del tipo di quella ateniese dei tempi di Pericle , anzi … quasi come quella … infatti … a dire il vero … perchè anche Pericle, a ben guardare …  comunque, il meglio è nemico del bene e questa è in ogni caso tutt’altro che “antipoliticaâ€!
“DELLO MODO E DELLO TEMPO PER LI QUALI” TROVARE SUBITO I FONDI PER GLI ESODATI, ETC. A VALERE SU RISPARMI E RIORDINO DELLE PRIORITA’: CREIAMO UN FONDO DI ROTAZIONE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2012 @ 6:35 pmDetto altrimenti: spostiamo risorse dai cosiddetti “rimborsi†ai partiti agli esodati e ai cassintegrati
Il Ministro Passera, oggi, alla trasmissione della Annunziata, ha specificato: †Spending revew: certe spese vanno ridotte o anche eliminate, certe altre aumentateâ€. E fra quelle da aumentare ha elencato alcuni investimenti. Ora, una cosa sono le spese, i costi, altra gli investimenti. Ciò chiarito, concordiamo che tutte le voci siano da rivedere, e con urgenza. Le spese (e gli sprechi) sicuramente tutte da ridurre o eliminare. Gli investimenti, da effettuare, magari rivedendo le priorità .
Priorità ? Ve ne sono alcune al primissimo posto, cioè quelle de cittadini che non si possono permettere di aspettare, ad esempio gli esodati e i cassintegrati in scadenza. Ed allora, innoviamo, facciamoci venire qualche idea nuova. Loro ne hanno bisogno. Eccone una.
Non attendiamo che si sia costituito interamente il fondo necessario a sostenere tutti gli esodati e tutti i cassaintegrati in scadenza. Creiamo subito un Fondo di Rotazione (cioè alimentato ripetutamente e ripetutamente utilizzato) nel quale fare affluire subito i vari risparmi di volta in volta realizzati dalla riduzione dei costi e dalla soppressione degli sprechi. Ad esempio un primo accredito al fondo potrebbe essere effettuato con l’utilizzo dell’ultima tranche di €100 milioni prevista per i cosiddetti rimborsi delle spese elettorali dei partiti. Suddividiamo questi €100.000.000 in quote da €50.000 euro: avremo 2.000 quote da attribuire, per sorteggio, a 2.000 esodati.
Infatti probabilmente si tratta di utilizzare una somma che “rimborso†in realtà , con ogni probabilità , non è, e quindi si tratterebbe di un somma “liberaâ€.
Perché “liberaâ€? Perché se si tratta di “rimborsiâ€, allora vuol dire che le spese ci sono già state ed allora i casi sono tre, in alternativa:
1) le spese sono già state coperte con i residui attivi di tranche precedenti, ed allora non servono ulteriori accrediti ai partiti;
2) qualcuno è stato così generoso da anticiparne la copertura ed ora, finalmente, ne ottiene il rimborso;
3) le cosiddette spese elettorali siano state pagate con uno scoperto bancario: infatti vi è un partito che ha dichiarato di avvalersi delle fidejussioni bancarie del suo leader, evidentemente rilasciate … “tanto poi ci sono i rimborsi …†(in tal caso occorrerebbe vedere come gli interessi e le commissioni abbiano giocato e a favore di chi. Occorrerebbe poi verificare anche se non sia stata violata la legge che regola il finanziamento dei partiti da parte di privati, con il rilascio di fidejussioni subito utilizzate a garanzia di scoperti bancari che altri partiti, privi di tali fidejussioni, non potrebbero ottenere). Se ciò fosse vero, cadrebbe in gran parte l’obiezione che “non si potrebbero abolire i rimborsi/finanziamenti ai partiti perché in tal caso si potrebbe finanziare solo il partito che avesse un leader “Paperoneâ€, perchè ciò in gran parte già starebbe avvenendo (15.4.2012: in GB si sta pensando di limitare a 5.000 strline il contributo che ogni privato può dare ad un partito). In questo caso, comunque, ben si potrebbe capire l’insistenza di quel partito a che non si elimini la tranche del rimborso … ma questa è un’altra storia.
In ogni caso occorrerà ovviamente chiedere sempre a ciascun partito, in tutte le ipotesi, la produzione delle cosiddette “pezze d’appoggioâ€, cioè i giustificativi di spesa, le fatture, per essere chiari. Oppure i partiti si sono serviti di fornitori che non hanno fatturato, cioè che hanno operato “in neroâ€? E’ un’ipotesi da escludere, non sarebbe nemmeno immaginabile, da parte di un organismo addirittura previsto dalla nostra Carta Costituzionale, via …
Fatta questa indagine, probabilmente risulterebbe che le spese elettorali invece sono già state abbondantemente coperte, ed ecco €100.000.000 liberi a disposizione di 2.000 esodati!
A questo punto sorge una seconda opportunità di alimentazione del fondo: facendo un esame a ritroso anche sulle tranche precedenti, nei vari anni, forse potrebbero emergere addirittura dei residui non utilizzati (almeno non nella loro finalità istituzionale), risorse magari investite in Fondazioni o altro. Ed ecco che anche queste somme potrebbero alimentare il nostro Fondo di Rotazione, a vantaggio di ulteriori tranche di esodati/cassintegati oggi senza copertura finanziaria.
Con questo meccanismo si conciliano i tempi lunghi della raccolta dei fondi con i tempi strettissimi del loro impiego.
Lo Stato è purtroppo un biscazziere biasimevole: con le sue lotterie incassa molto e arricchisce troppo pochi vincitori. In questo caso diventerebbe invece un biscazziere lodevole e moralmente apprezzato, a vantaggio di tanti vincitori di somme eque e comunque loro necessarie, indispensabili e anche dovute in quanto a loro danno furono loro cambiate le regole in corso di partita.
Qualcuno dei miei lettori conosce il Presidente Monti? Per favore, gli potrebbe riferire questa idea? Grazie.
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DIAZ
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2012 @ 8:07 amDetto altrimenti: non dimentichiamo, anzi, interveniamo, affinchè ciò non si ripeta
1. Sono figlio di un Maresciallo Maggiore dei Carabinieri, di un padre che a suo tempo, dopo l’8 settembre, disse “no†ai Tedeschi e si fece due anni di campo di concentramento in Germania. Di un padre della cui memoria sono orgoglioso. Da lui e da mia madre sono stato educato, con l’esempio, al rispetto delle Istituzioni e della Legge.2. Sono nato e cresciuto a Genova, in Via Rodi, a un paio di km dalla Diaz.
3. Da ragazzo andavo a sciare partendo da Genova alle 5 di mattina con pullman auto prenotato, insieme a tanti amici. Fra questi c’era Gabrio Barone, un anno più di me. Entrambi ci siamo laureati in giurisprudenza. Poi lui è diventato magistrato ed ha assolto, in primo grado, chi poi è stato condannato in appello per i fatti della Diaz. Io ho lavorato nelle SpA e non mi sento di “assolvere†quelle persone.
4. Gabrio, l’avevo perso di vista. L’ho rivisto in TV, a spiegare il perché della sua decisione.
5. Ieri sera, durante la trasmissione “Che tempo che faâ€, ho assistito alla presentazione del film “Diazâ€.
Ecco, la somma di queste coincidenze, mi ha indotto a scrivere una breve nota su quei fatti.
Prima proposta. A mio avviso le prime e più gravi responsabilità vanno ricercate a livello politico e poi giù giù,  a scendere. Voglio dire che tutta l’attenzione (pure dovuta) che è stata dedicata alla rappresentazione ed alla censura dell’operato dei poliziotti (operato assolutamente condannabile) dovrebbe essere prioritariamente indirizzata verso chi ha autorizzato e permesso questa inaudita violazione dei diritti civili.
Seconda proposta. Ogni poliziotto dovrebbe riportare sul casco e sul giubbotto un numero di riconoscimento che possa ricondurre alla sua individuazione, la quale, per evitare ingiuste eventuali ritorsioni contro di lui da parte di malintenzionati, dovrebbe essere possibile solo da parte della sua struttura interna e della magistratura. La possibilità di questa identificazione responsabilizzerebbe ogni singolo poliziotto, scoraggiando gli abusi. Cito un episodio: essendo genovese, alla TV riconoscevo con estrema facilità i luoghi della manifestazione. In particolare mi colpì una scena: passeggiata di Corso Italia, al sole, tanti ragazzi seduti pacificamene per terra, sul marciapiede. Alcuni poliziotti camminavano fra di loro, lentamente, distribuendo manganellate a caso, con violenza, senza alcuna necessità o motivazione.























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