QUALE POLITICA PREMIA CHI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Marzo, 2020 @ 6:11 am

Detto altrimenti: l’essere al lavoro o l’apparire?       (post 3809)

Le lettere maiuscole e minuscole non sono utilizzate a caso. Alcuni di noi conoscono i pochi Politici competenti che lavorano notte e giorno: fino a poco tempo fa, per la legge di bilancio; in questi giorni per la revisione delle migliaia di emendamenti ai decreti anti-virus. Tutti noi conosciamo i molti politici il cui lavoro consiste in una sorta di campagna elettorale permanente nelle piazze, alla TV, sui giornali. Quale delle due politiche è premiante? Quella della competenza, dell’impegno, del lavoro o quella degli slogan? E poi: premiante per chi? Per il Paese o per il Politico/politico?

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Per inciso: direi che la colpa è di Pericle che nel 411 a. C. introdusse la paga per chi  ricopriva una carica politica.  Ciò permise anche ai cittadini non abbienti di partecipare effettivamente alla via politica ma – diciamola tutta! – consentì a Pericle di contrastare lo strapotere del suo ricco rivale politico Cimone che ricopriva di favori chi apparteneva al suo stesso partito. La motivazione formale di Pericle è fondamentalmente accettabile, ma se il livello della retribuzione (e degli accessori!) è troppo elevato, quella paga diventa essa stessa obiettivo primario se non esclusivo per una gran parte della politica (“p”: le lettere maiuscole e minuscole …. v. sopra).

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Decenni fa lavoravo come responsabile della Finanza Italia della STET- Società Finanziaria Telefonica p.A. Torino-Roma (Gruppo IRI), all’epoca la più grande finanziaria italiana e intrattenevo rapporti di lavoro personali e diretti con i top manager di tutto il sistema bancario e finanziario italiano. Conobbi top manager valenti ed altri semplicemente “di facciata”. Circa questi ultimi, un mio interlocutore “valente”, fondatore di una delle due di gran lunga maggiori società finanziare private di consulenza dell’epoca., O.T., ebbe a dirmi: “Non sanno andare oltre un’affermazione di principio, uno slogan”.

Chi mi sa dire a quali Persone Politiche serie e a quali politici del gruppo slogan io mi stia riferendo?

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PRIMAVERA UE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Marzo, 2020 @ 12:01 am

Detto altrimenti: coraggio Primavera UE, fatti avanti, sconfiggi il virus!      (post 3808)

Primavera a Trento

Ippocastani sulla Fersena

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Il vento / disegna l’acqua già mossa / della Fersena / e pulisce la mente assonnata / dai fumi dei fuochi d’inverno. / Colori più nuovi nel cielo / e profumo di vita / riempiono gli occhi / che bevono luce. / Le mani dell’attesa / protese / a sfiorare una gemma / ultima nata / in un mondo / che ancora una volta / risorgerà / migliore. / Si spera.

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.E’ difficile non scrivere qualcosa. E’ ancor più difficile scrivere cose non banali. Oggi passeggiavo davanti casa (davanti casa, detta così, alla romana!), “solo e pensoso”, mezz’oretta d’aria sul lungo Fersena, cinquanta metri in su, cinquanta in giù con la mia brava autocertificazione in tasca. In mezz’ora sono passate due ambulanze. Mi sono venuti alla mente i carretti della peste manzoniana, solo che queste auto sono condotte da persone più che per bene, angeli custodi, altro che monatti!

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Primavera UE

Panta rei, diceva quel tale, tutto scorre … dai che addà passà a nuttata! E noi nelle case, con il computer, la TV, i telefoni, il coniuge, i figli, gli amici, il nostro medico, le medicine a portata di mano, il frigo pieno … di che ci lamentiamo? Se io scrivo, se voi leggete … di nulla! Piuttosto vi sono persone che hanno sofferto, che soffrono: sono le persone sole; i senzatetto; i malati; le badanti ormai isolate dalle compaesane; i familiari dei defunti; i lavoratori che stanno perdendo il posto di lavoro; i disoccupati; chi raggranellava qualche misero euro in nero; gli imprenditori che vedono compromessi anni di investimenti e di assunzioni di rischi;  gli operatori sanitari in senso lato: medici, infermieri, addetti ai servizi; le forze dell’ordine che ci controllano e aiutano; i sacerdoti che ci sono sempre; etc..

Altiero Spinelli, fondatore nel 1943 del MFE-Movimento Federalista Europeo

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In recenti miei post ho parlato di terza guerra mondiale. Molto probabilmente non farà morti a milioni, tuttavia cambierà moltissimo il mondo, ove per mondo intendo l’insieme delle relazioni umane. E se dopo la seconda guerra abbiamo dovuto ricostruire, dopo questa dovremo riconvertire. Riconvertire innanzi tutto il rapporto fra ciò che pensiamo e facciamo e la durata della nostra vita. Infatti molti comportamenti sembrano assunti da persone che si credono eterne, tali cioè da poter vedere e godere degli effetti delle loro azioni. Ma così non è. Gli egoismi personali, aziendali, statali, continentali … dove portano chi li alimenta? Una persona si arricchisce all’inverosimile, ma il sudario noi ha tasche! Un’azienda ricerca il massimo profitto economico a qualsiasi costo e diventa cinica, distruggendo la dignità di chi ci lavora; una città, non si fa incubatrice di idee più ampie e cade vittima delle decisioni altrui; uno Stato si chiude in se stesso salvo poi accorgersi che il virus ha un passaporto internazionale; un continente ne sfrutta e ne impoverisce un altro, produce sempre di più ed alla fine viene invaso dalle migrazioni.

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Scendo dall’alto della scogliera sulla quale mi sono collocato per cercare di avere la visione d’insieme del mondo. Scendo verso il mare delle cose per immergermi nelle percezioni sensoriali di ognuna di esse e mi dico: ai politici possiamo e dobbiamo chiedere di essere Politici con la “P” maiuscola. Ovvero, di fare come predicava Alcide De Gasperi: pensare ed agire in funzione delle generazioni future e – mi permetto di aggiungere – all’interno di una “scala politica” adeguata, una Unione Europea seria, che “grazie” alla lezione del coronavirus, inizi con la realizzazione di una Sanità Europea, per poi dare vita, a ruota, al diritto del lavoro; al fisco; all’università; alla ricerca; al sistema bancario e finanziario; etc. europei.

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Le strisce! Regaliamole le strisce!

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Questa dovrebbe essere la prima priorità in una UE che abbia aggiornato l’ordine delle proprie “vecchie” priorità. Chi sono i Politici che innescano questo processo virtuale? Si facciano avanti, ne abbiamo bisogno!  Buona Primavera UE a tutte e a tutti!

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IDEA, PENSIERO E AZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Marzo, 2020 @ 9:43 am

Detto altrimenti: la Politica riguarda ognuno di noi    (post 3807)

Il pensiero

  1. Qualcuno afferma: “Io sono apolitico”. Bocciato.
  2. Altri hanno in testa – anzi in pancia – un’idea politica a prescindere da un ragionamento approfondito. E ce l’hanno perché sono convinti – consciamente o meno – che rientrare nel caso precedente sarebbe giudicato disdicevole. In queste persone l’idea politica è solo un pregiudizio, cioè un’idea alla quale si crede per pigrizia, per ignoranza, per paura o per interesse. Rimandati a settembre.
  3. Atri infine hanno un’ Idea Politica frutto di un ragionamento o almeno di un tentativo di ragionamento serio ed onesto. Promossi.

L’azione

  1. I primi spesso non vanno a votare. Ri-bocciati.
  2. I secondi votano “di pancia”. Rimandati a settembre.
  3. I terzi votano “di testa” e spesso si impegnano nella politica attiva. Promossi.

Dice, ma tu, caro il mio blogger, come ti collochi? Qual è il tuo pensiero e la tua azione? Rispondo: raga, se leggete molti miei post recenti, dovreste avere capito come mi colloco. Comunque ecco il riassunto. Io mi sento

  • difensore strenuo della democrazia vera e nemico della truffa “democrazia diretta”;
  • europeista convintissimo;
  • moderato nel senso non estremista né a destra (globalizzazione e liberismo sfrenati), né a sinistra (scuola facile, paghetta a tutti, etc.);
  • favorevole al compromesso: la mia non é l’etica dei principi (sarei un fondamentalista), né l’etica dei risultati (sarei un cinico).
  • molto sensibile al sociale, alla Giorgio la Pira;
  • attento alle generazioni future, alla Alcide De Garsperi;
  • aziendalista, alla Adriano Olivetti;
  • manager, alla Pier Luigi Celli.

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Inoltre, come vedete, sono attivo qui sul blog; sono presidente dell’Associazione RESTART TRENTINO voluta quattro anni fa dall’allora (solo) dottoressa oggi (anche) Sen. in Italia Viva Donatella Conzatti; sono il “ragazzo di fatica” di un’esponente storica del volontariato sociale, Francesca Ferrari; cerco di alimentarmi culturalmente con la partecipazione e numerose altre associazioni.

“La bici in sala?” “E dove sennò, una bici storica? E poi la sala è pulita!”

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Dice ... ma allora sei sempre relegato fra quattro mura! Rispondo: certo, hai ragione, a parte quando – coronavirus permettendo – scio 40 giorni all’anno e macino 4000 km all’anno in bicicletta.

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Ah … dimenticavo: a parte anche qualche uscita con la mia barca a vela da regata che fino a qualche anno fa faceva la parte del  leone e che ora, dopo 25 anni di regate, ho tradito per un ritorno di fiamma: la mia bicicletta, anzi, “le” mie biciclette.

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Buona Politica a tutte e a tutti!

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VALANGHE E LAVORO IN NERO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Marzo, 2020 @ 7:22 am

Il vostro blogger pubblicava questo post il 20 marzo. Il 28 marzo il governo adotta misure contro queta potenziale valanga sociale

Detto altrimenti: guarda un po’ cosa  si deve inventare un povero blogger!       (post 3806)

Cervinia. Condomìni costruiti in zone dove avrebbe potuto scendere una valanga, ma in “perfetta sicurezza” perché qualcuno ha deliberato che quella “non è zona a rischio valanghe”. Peccato che quella delibera non sia stata inviata nemmeno in c.c. alle valanghe che quindi, qualche anno fa, sono scese “liberamente” bloccando quei condomìni fino al terzo piano. In altra valle, questa volta del Piemonte, che non nomino per ragioni di privacy, vi sono condomini costruiti su pendii ripidi esposti a valanghe. Anche qui una delibera analoga. Per fortuna le valanghe ancora non sono scese: sono ancora troppo occupare a scendere a Cervinia.

Lavoro nero, quello di base, quello pochissimo retribuito, senza contributi e garanzie: da semi schiavi. Per noi esiste: infatti lo combattiamo. Cioè lo combattiamo in quanto ne ammettiamo l’esistenza di fatto: per noi i lavoratori in nero sono VISIBILI. Cerchiamo di modificare questo sistema, di arrestare i caporali etc.  Cioè difendiamo le vittime di questa prassi fino a quando costoro quel lavoro ce l’hanno. Ma quando costoro quel pur miserrimo lavoro lo hanno perso, ad esempio per il coronavirus, allora i lavoratori in nero diventano INVISIBILI, smettiamo di occuparcene, cioè non aiutiamo quei “disoccupati in nero” e diciamo:  “Ecchè, aiutarli ora vorrebbe dire legittimare quella prassi delittuosa”. Insomma, bastonati e cornuti.

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Il fatto è che le valanghe e questo tipo di lavoro nero esistono nonostante le delibere e le leggi. Dobbiamo tenerne conto. Il mettere la testa sotto la sabbia (struzzologia estiva) o sotto la neve (struzzologia invernale) non va bene.

Dice … ma che c’azzeccano le valanghe con queste masse di persone? Dico: c’azzeccano, c’azzeccano e come! Infatti costoro, privati anche di quella misera paga, diventano una molla sociale, un rischio di azioni o reazioni violente: infatti chi ha le spalle al muro, chi non ha nulla da perdere è disposto a tutto. Praticamente sono come una valanga che ancora non si è staccata dalla cima del monte (Monte dell’Indifferenza, a quota ... 2020!) ma che potrebbe scendere violentemente in un qualsiasi momento.

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INCONTRI – RICCARDO LUCATTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Marzo, 2020 @ 8:35 am

Detto altrimenti: con il Presidente dell’Associazione Restart Trentino, Riccardo Lucatti  (post 3805)

(In coda all’intervista, una ricetta da … mariti in coprifuoco!)

Buongiorno Presidente, che effetto le fa intervistare se stesso?
Può sembrare strano, ma in tempo di coronavirus è anche questa una soluzione … e poi che ci posso fare se io ricopro i due ruoli di blogger e di intervistato … comunque, diamoci del tu, dai!

Va bene, grazie. Allora, dimmi, perché ti sei reso disponibile a questa intervista?
L’’occasione è stato il rinnovo del mio mandato triennale quale presidente di Restart e poi per cercare di iniziare a uscire dal tunnel coronavirus, per dare a tutti un piccolo contributo alla ripresa delle attività e del pensiero.

Del pensiero?
Si, vedi, di solito si attivano “azioni”, molto meno “pensieri”

Quali azioni ha già compiuto Restart nel triennio appena trascorso?
Te lo dico subito:

4 febbraio 1917 – inaugurazione Riavviamo il sistema
25 febbraio 1017 -Non ultimi. Parità di genere
4 marzo 10917 – Comunicazione
24 aprile 2017 – I giovani oggi
11 maggio 2017 – Lavoro giovanile  (Albere)
21 ottobre 2017 – Anna che sorride alla pioggia (famiglie con figli con sindrome di Down)
5 dicembre 2017 – E se Mentana avesse ragione?
20 luglio 2918 – Vivere territori di confine
30 novembre 2019 Marangoni, Come Stelle portate dal vento (famiglie con figli con sindrome di Down)

Noto un certo rallentamento negli anni
Vedi, da quando è nata quattro anni fa da un’idea della dr.ssa Donatella Conzatti, Restart fino ad oggi ha fatto pre-politica e Politica con la P maiuscola, non partitica: ma poi i traumi della “politica web e gridata” hanno assorbito la nostra attenzione ee le nostre energie. Ora però si riparte … restarting, del resto!

Prima mi parlavi di riavviare il pensiero
Certo: in genere la % di pensiero è inferiore alla % di azione e invece dobbiamo invertire o valori.

Mi daresti un esempio del tuo pensiero?
Volentieri! Che sin d’ora occorra pensare non solo alla ricostruzione post coronavirus ma anche alla riconversione del sistema UE:  una nuova Costituente Europea che riscriva l’ordine delle priorità; che dia vita innanzi tutto ad una sanità europea; ad un diritto del lavoro, ad una tassazione, ad un sistema bancario finanziario unitario UE e  via di seguito; che la riconversione del sistema debba essere innanzitutto la riconversione delle persone e poi delle aziende e non delle aziende senza le persone; che tutto ciò non si debba finanziare  solo con l’incremento del debito pubblico ma anche con la suddetta revisione delle comuni priorità di investimento; che occorra inasprire e di molto le pene per gli hakers: guai se si inventano un coronavirus che uccida internet!

Non è poco … non saranno utopie, le tue?
Certo che lo sono: infatti le utopie sono obiettivi semplicemente non ancora raggiunti e nella vita guai a non averne! Io comunque do’ il mio contributo.

Ma quanto pesa il tuo contributo?
Una goccia. Ma le gocce formano i rivoli, i ruscelli, i mari, gli oceani.

Quanti siete in Restart?
Eravamo in molti. Poi con il rallentamento delle attività è un po’ rallentato anche il ritmo dei rinnovi e delle nuove iscrizioni. Ma ora la sfida coronavirus ci ha dato un nuovo impulso a reagire ed agire. Dopo aver pensato, naturalmente!

Come ci si iscrive a Restart di questi tempi, che siamo tutti bloccati ai domicliari?
Semplice: un bonifico do €10,00 a suo favore, IBAN IT0V0 8210 20800 000000 144494 dandone notizia a me via mail riccardo.lucatti@hotmail.it

Be’ mi pare che possa bastare: buon restarting di RESTART! Grazie presidente. Mi aspetto la ricetta …
Grazie a te. La ricetta? Eccola:

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Si prendono alcuni peperoni, si puliscono bene …

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… si abbrustoliscono …

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… si spelano delicatamente e si dispongono bene in un piatto …

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… si prende un cognato genovese che ti abbia regalato un vasetto di acciughe sotto sale, si puliscono le acciughe, le si condiscono con aglio, olio e prezzemolo e si compone un appetitoso menù.

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BUON APPETITO!

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COPRIPFUOCO, E DOPO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Marzo, 2020 @ 6:03 am

Detto altrimenti: “Pensiamo alle prossime generazioni” (f.to Alcide De Gasperi)  (post 3804)

OGGI, 19 MARZO, S.GIUSEPPE, FESTA DEL PAPA’: AUGURI A TUTTI I GIUSEPPI E A TUTTI I PAPA’, ANCHE AI NON GIUSEPPI!

Coprifuoco col blog
Ieri hanno letto il post in ricorrenza di Ruggero Polito 83 “navigatori”, per una durata media di ognuna delle 162 letture della stessa pagina di 2 minuti e 17 secondi, equivalenti a quasi 6 ore di lettura! Segnalo il fatto a testimonianza dell’amore, della stima e del ricordo che tanti di noi hanno per questo nostro Amico.

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Anche al tempo dell’ultima guerra: si pensava ai caduti, alle loro famiglie, a difendere i vivi militari e civili, si combattevano le battaglie, si aveva una tattica per il momento ed una strategia per il futuro.

Il governo italiano si sta comportando egregiamente. E’ riuscito a non creare il panico (unica osservazione: male ha fatto a far aprire la borsa valori); sta facendo il possibile e con oculatezza si prepara a distribuire aiuti d’ogni sorta. La tattica del momento: arginare, porre le basi per il mantenimento della fiducia e della ricostruzione e – spero – anche per la riconversione! Solo che si sta finanziando tutto ciò con l’aumento dell’indebitamento pubblico e – anche per questa ragione – lo spread in un mese è balzato da 130 a 280 punti. Fino a quando ciò sarà possibile? Quo usque tandem … fino a qual livello? E domani cosa faremo, quando a riaprire sarà solo una percentuale delle ditte che stanno chiudendo?

Criticati comunque!

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Le opposizioni criticano che si doveva fare di più, che alcune scelte sono sbagliate etc.. Chiacchere. “Chiaccherare ‘un mette fatica” soleva dire il mi’ babbo toscanaccio doc! A Riva del Garda esprimono lo stesso concetto con altre parole: “A ciacere no se sgionfa done”, e non ve la traduco! Conoscete la favoletta del padre, figlio e asinello? Comunque procedessero nel cammino: entrambi a piedi o in sella o uno a piedi e l’altro in sella erano criticati dai passanti. E invece si potrebbe

  1. rivedere a livello statale, regionale, provinciale e comunale l’intero ordine delle priorità di investimento (a che posto collocare il piano shock di investimenti proposto da Italia Viva?) svincolando per legge anche i cosiddetti fondi vincolati da leggi precedenti a disposizione di priorità, se oggi non più tali;
  2. invitare l’UE e gli altri stati a fare altrettanto;
  3. non pensare solo alla tattica del momento o alla strategia della ricostruzione, ma anche alla strategia della riconversione del sistema UE;
  4. proporre la costituzione di una nuova costituente europea che prenda le mosse da una Sanità Europea e progredisca con “tutto” europeo: diritto del lavoro; sistema fiscale, bancario, finanziario, doganale, etc. fino all’esercito, verso la creazione degli SUE-Stati Uniti d’Europa;
  5. inasprire molto le pene per gli hakers, ovvero per gli “untori” dei sistemi SW: infatti, un coronavirus nelle reti mondiali del web sarebbe molto peggio di quello attuale sugli esseri umani.

Due parole sulla “riconversione”. Occorre iniziare dalla scuola: non solo capacità (che permette di fare i lavori esistenti) ma anche conoscenza (che permette di imparare i lavori nuovi del domani). E poi “riconversione” non vuol dire – ad esempio, per una banca – licenziare 5000 impiegati! La riconversione deve riguardare innanzi tuttto ogni singola persona e quindi ogni azienda: non l’azienda senza le persone!

Idee, proposte, ragionamenti, utopie le mie (utopia=obiettivo non ancora raggiunto)? Chissà … gutta cavat lapidem!

Commenti – Scrive Giovanni S.:Parole e pensieri assolutamente condivisibili ma purtroppo i leader che ci ritroviamo oggi a livello italiano e anche europeo temo non siano capaci di visioni politiche e strategie a lungo termine, quali quelle che occorrerebbero per affrontare i problemi del dopo virus richiamati nel tuo blog. E anche le istituzioni sembrano più condizionate dai problemi posti dall’oggi o addirittura dall’ ieri, che dalle prospettive e dagli scenari del domani e del dopodomani. Comunque sperare non è un reato, anche se spesso si traduce in una ennesima delusione, e quindi … continuiamo a sperare!”Rispondo: Giovanni, grazie dell’intervento. Tuttavia io sono ottimista e “attivo” perchè credo che alla lunga la gutta cavet (è congiuntivo, direbbe il rag. Fantozzi!) lapidem. E la mia gutta è il pensiero e la sua diffusione anche attraverso l’ “esserci” in una Politica attiva, che significa prendere posizione, esporsi, contribuire: io sono solo una gutta, ma siamo noi guttae che formiamo i rivi, i ruscelli, i mari, gli oceani!

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OGGI SEI ANNI FA, UN CARISSIMO AMICO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Marzo, 2020 @ 7:42 am

Detto altrimenti: … è mancato a tutti noi: Ruggero Polito       (post 3803)

Ruggero, classe 1933, S. Mango Piemonte, figlio come me di un Maresciallo dei CC.  Era diventato, anzi, si era meritato di essere il Presidente del Tribunale di Rovereto. Trovate molto su di lui qui nei miei post. Ogni anno ne scrivo, ogni anno lo ricordiamo insieme anche per questa via. Conosciuto per caso prima in Fraglia Vela Riva a Riva del Garda e poi a Nago (Ruggero ci disse subito: “Ma diamoci del tu!”) al matrimonio di un comune amico anch’egli scomparso (in un incidente in montagna), Roberto Melini, è diventato una delle Persone che, dopo i miei genitori, hanno contribuito alla mia crescita.

Un’altra Persona è un altro Ruggero, Ruggero Cengo Romano, il mio capo diretto alla STET. Ma questa è un’altra storia.

Crescita? Dice … ma che, lo hai conosciuto che tu eri un ragazzo? No, amici, io avevo già una quarantacinquina d’anni, ma per imparare e crescere (intellettualmente e soprattutto umanamente) c’è sempre tempo. Umanamente e intellettualmente, dicevo.

Con la moglie Maria Grazia

La vita di Ruggero al di fuori del lavoro? La sua famiglia: la moglie Maria Grazia, le tre figlie Patrizia, Anna Carla, Elisabetta;  i cinque nipoti, i generi in primis. I suoi Familiari, che non me ne vorranno se in questa sede non approfondisco, per un senso di riservatezza, questo loro rapporto con il marito-papà-nonno-suocero. A stretto giro di ruota, la Musica, gli amici, la convivialità, il suo sorriso per tutti.

Ruggero Entusiasmo

La Musica. Ruggero era pianista, violinista (alla tenera età di quasi 80 anni frequentava gli ultimi anni del Conservatorio musicale”!), musicologo, violino nella camerata Musicale di Arco, Presidente per quasi mezzo secolo dell’Associazione Amici della Musica in Riva del Garda,città nella quale era stato pretore e dove abitava, associazione oggi presieduta dal Prof. Franco Ballardini e nella quale mi volle come tesoriere, posizione che ancora ricopro.

Xhoan Shkreli

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Un giorno Ruggero era a pranzo in un ristorante di Trento. Il proprietario: “Presidente, ma lo sa che quel cameriere suona il violino?”. Lui lo chiama subito al tavolo, si informa (Ruggero era anche un curiosologo: attento e curioso di tutto). Il ragazzo, uno straniero, studia al Conservatorio di Bolzano e si mantiene facendo il cameriere a Trento. Solo che gli sta scadendo il prestito di un violino ricevuto in premio pro tempore in una certa occasione e non saprà più come studiare. Ruggero lo invita a casa sua a Riva del Garda e gli presta due violini modello Guarneri. Oggi quel ragazzo è un primo violino alla Fenice di Venezia e ogni anno viene a Riva del Garda a suonare al Concerto che la sua Associazione rivana gli dedica.

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In gita all’Alpe di Rodengo. Con noi, Maura Bruschetti, prima viola dell’Orchestra Haydn

Gli amici. Ne aveva molti e per tutti aveva un dono: l’ascolto. Era attento agli Altri, gli Altri che per lui si scrivevano con la “A” maiuscola. Molti gli amici, ma poi vi era una cerchia più ristretta di Amici e noi fra questi (grazie ancora anche di questo, Ruggero!), con i quali si era instaurato un rapporto di vera fratellanza, anzi, con i quali lui aveva fatto sì che si instaurasse questo rapporto. Fra i nostri comuni Amici più intimi: Gianfranco  e Rosetta Peterlini, Pietro e  Maria Cristina Chiaro. 

Alcuni Amici (non tutti)

La convivialità. La sua era una convivialità musicale. La cerchia degli Amici, le frequenti riunioni a casa sua, la Musica che facevamo tutti insieme, strumenti (lui al pianoforte o al violino), noi le voci. Ma anche fuori casa.

Accademia delle Muse, Trento – Con la Presidente pianista e soprano Cristina Endrizzi

Una volta s’era in gita in Toscana con il gruppo Accademia delle Muse di Trento, un circolo culturale privato del quale è Presidente Cristina Endrizzi, in gita nella Toscana “minore” cioè fuori dai circuiti più noti ma per questo ancora più bella. Capitammo (a bella posta) nel paesino del mio babbo, S. Angelo in Colle, frazione di Montalcino, la sera della festa del paese. Sulla piazza, una pianola. Ruggero la guarda, le gira intorno … vede che nessuno si avanza per suonarla, si informa, si siede e inizia a regalarci la sua Musica, con un sorriso che ricorda quello di un bambino che abbia ricevuto un nuovo, bellissimo giocattolo. Ruggero, la gioia di vivere insieme agli altri.

Il sorriso. Il suo viso era radioso, un sorriso illuminante, occhi vivaci, attenti, aperti all’ascolto. Un sorriso che non era venuto meno neanche quando aveva subito ben due incidenti che gli avevano leso una gamba: un investimento frontale da parte di un automobilista “distratto” e uno da parte di un ciclista. Una determinazione a guarire, o quanto meno a superare quel tanto di inevitabile invalidità residua.

Giudicarie Esteriori: con Marcello Farina, nostra guida ai dipinti dei Baschenis

Il secondo incidente: ne avemmo notizia una sera ad un concerto ad Arco, quando, dopo avere notato la sua assenza, fu il Direttore dell’Orchestra, il suo carissimo amico Maestro Giorgio Ulivieri ad informare noi del pubblico circa l’incidente subito da Ruggero. Andai trovarlo all’ospedale di Arco dove era ricoverato. La sua porta chiusa, bussai: mi accolse un “Avanti!” forte, baritonale, deciso, come se fosse al suo posto di lavoro alla presidenza del Tribunale. Entrai: due telefoni, il computer sulle ginocchia, il comodino pieno di carte, un sorriso: era al lavoro!

Pianoforte? Violino? Ruggero!

Pochissimi amici, mia moglie Maria Teresa ed io lo potemmo assistere fino all’ultimo, al fianco dei familiari: da ciò si comprende quanto sia stataa e sia grave anche per noi la sua mancanza.

In casa, con il chitarrista internazionale Carlo Fierens

A ragione, o forse più probabilmente a torto, io credo che esistano nella vita persone insostituibili, persone rispetto alle quali vien da chiedersi: “E ora, come faremo senza?” Mi era capitato quando mancarono i miei genitori; quando mancò quel mio capo Ruggero Cengo Romano che ho citato sopra: “E ora, come farà la Stet e come faremo tutti noi senza il dottor Cengo?” Mi è successo la seconda volta con Ruggero Polito. Credo che mi succederà ancora quando dovesse mancare una persona mia amica, Francesca, 86enne, totalmente dedita ad aiutare gli Altri. Ma evidentemente io ho torto: infatti queste Persone per nostra fortuna sono sostituibili da Altre come loro. Persone diverse, ambiti diversi, ma che, tutte, alimentano la nostra umanità anche quando ci hanno lasciato.

Grazie anche di questo, Ruggero!

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LIBRINCONTRI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Marzo, 2020 @ 7:35 am

Detto altrimenti: gruppo di lettura di Mirna Moretti       (post 3802)

Nella giornata dl 159° anno dell’Unità d’Italia, un libro ci racconta com’era una parte del Paese prima d’allora

Le due “gemelle” rosso-blu (e dire che io sono sampdoriano!)

3800: un post “numero tondo” per Mirna Moretti. Mirna, già co-prof con mia moglie Maria Teresa, nel senso: due colleghe diventate amiche “gemelle” da quante affinità sono legate. Mirna, GL-Grande Lettrice, alimentava un suo spazio letterario: “Un libro al giorno” (scusate se è poco!) poi diventato “Librincontri” in Trentoblog (cfr. ivi): il post sul GDL-Gruppo di Lettura da lei costituito che si riunisce grosso modo ogni quindici giorni, nel quale ognuno di noi parla delle proprie letture. Iscrizione per passa parola. Da qualche anno la nostra “sede” è un’accogliente e funzionale saletta del Bar Città in Piazza Italia a Trento. Anni fa l’editore del blog, l’ormai caro amico ing. Andrea Bianchi, chiede a Mirna di segnalargli chi potesse alimentare una sezione despecializzata del blog. Mirna pensò a me e il 6 dicembre 2011, tremilasettecentonovantanove post fa, Mirna diventò la mia madrina blogger ed io pubblicai il mio primo post. Come “battezzarlo”? Mio figlio Edoardo, GC-Gran Comunicatore in una grande società interregionale di servizi, mi propose: “Babbo, chiamalo “Detto altrimenti”… cioè, non sarai tu ad avere un soprannome, bensì è ciò che racconterai che sarà esposto in maniera diversa dal solito, in modo non conforme rispetto alle solite regole”. Detto fatto, detto altrimenti. Da allora ne sono passati post sotto i ponti! Di questo passo a fine 2020 avrò compiuto nove anni di bloggering e grosso modo avrò pubblicato oltre 4000 post alla media di circa 1,2 post al giorno. Ora possiamo cominciare.

Si avvisano i Signori lettori che a causa del coronavirus le riunioni di Librincontri si terranno via internet o “uozap”. Descrivano i Signori lettori come si sarebbero svolte le riunioni ove non ci fosse stato questo impedimento. Gli incontri al Bar Città di Piazza Italia riprenderanno non appena possibile.

Librincontri (fuori campo ci sono altri maschietti!)

Mirna:“E tu, Riccardo, cosa hai letto?”

Riccardo: “Amici, vi sorprenderò: un romanzo! Già, dopo la coinvolgente serie gialla del commissario Wallander di Henning Mankell, da tempo mi sono dedicato alla saggistica. Tuttavia, grazie ad un regalo di mia figlia Valentina, mi sto concedendo un periodo di riposo con un romanzo: “I leoni di Sicilia- La saga dei Florio” di Stefania Auci, EditriceNord. Una storia della nascita di un mito meridionale, lla famiglia Florio. La bellezza del romanzo è arricchita da quattro aspetti, trattati e svolti in parallelo. Il primo consiste nell’ambientazione storica della vicenda, in una Sicilia napoleonica, post napoleonica e garibaldina. Il secondo aspetto, nella descrizione dello svilupparsi di un sistema economico tendente al moderno in una Sicilia ancora molto gattopardesca ( i capitoli del romanzo sono intitolati ognuno con il sempre nuovo ed ulteriore settore di attività della famiglia Florio: spezie, seta, pizzo, zolfo, vino, tonno, sabbia, etc.). In evidenza la spoliazione prima borbonica e poi piemontese; le ingerenze commerciali francesi e inglesi.

Il terzo aspetto: la tristissima e ingiusta condizione della donna nell’ ‘800.

Il quarto aspetto, la tavolozza degli inserti dialettali: una miniera di pennellate di colore locale che affascina chi di quell’isola subisce un certo fascino per quanto di bello (e di meno bello, purtroppo) sa esprimere anche oggi, di un’isola erede della cultura greca e in ispecie della filosofia greca che – chi scrive – continua a coltivare in un  altro gruppo di lettura, quello dei Classici, tenuto dalla prof senza puntino (con il puntino sarebbe prof.) Maria Lia Guardini nella sala Multilingue a piano terra della Biblioteca Comunale di Trento, il martedì mattina ad ore 10, con cadenza quindicinale. Iscrizione per passa parola. Entrata ed uscita libera. Ma veniamo al dialetto siculo. Molti i proverbi citati. Ve ne trascrivo alcuni.

L’Autrice Stefania Auci

Cu nesci, arrinesci. Chi esce, riesce ovvero chi si dà da fare, ha successo.
Cu manìa un pinìa. Chi si dà da fare non patisce.
‘U putiàru soccu ave abbània. Il negoziante decanta ciò che ha.
U pisu di l’anni è lu pisu cchiù granni. Il peso degli anni è il più gravoso.
Unn’è u’ pisu và a balanza. Dove c’è il peso, va la bilancia.
Addisiari e ‘un aviri è pena di muriri. Desiderare e non avere è una pena mortale.
Calati junco ca passa la china. Abbassati giungo, tieni un  profilo basso che poi la piena passerà.
Nuddu si lassa e nuddu si pigghia si ‘un s’assumigghia. Non ci si lascia e non ci si sceglie se non ci si assomiglia.
Nuddu miscatu ( o ammiscatu) cun nenti. Nessuno mescolato con niente (dicesi di una persona di nessun valore o per niente considerata)
Cent’anni d’amuri, un minutu di sdignu. Cent’anni d’amore, un minuto di collera (augurio siciliano).
Di ccà c’è ‘a morti, di ddà c’è a sorti. Da una parte c’è la morte, dall’altra il destino”.

I dialetti, vere opere d’arte, vere meraviglie! Io, purtroppo, di madre agrigentina; babbo montalcinese; nato, cresciuto, studiato e sposato a Genova; vissuto e/o lavorato a Genova, Torino, Reggio Emilia, Pisa, Carrara, Monza, Roma, Milano, Trento; io, dicevo, ne parlo male molti e bene nessuno! Evvabbè …

Arriva la cameriera del bar:Allora se ho ben capito: un caffè in tazza grande; un caffè normale; un decaffeinato in tazza grande/piccola; un macchiato caldo; un macchiato freddo; un caffè in vetro; un caffè lungo; un caffè corto; etc. …” No, raga, scialla, calma: questo mio è solo un gioco, solo per invitare chi ne sa di calcolo matematico fattoriale a calcolare quanti siano i tipi di caffè possibili, ovvero quante sono le combinazioni senza ripetizione di n variabili su k, tipo “Cercasi barista laureato in matematica”!

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LA TERZA GUERRA MONDIALE – 3

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Marzo, 2020 @ 2:27 pm

Detto altrimenti: cercherò di essere sempre più chiaro e specifico       (post 3801)

Coronavirus: una guerra che fa migliaia di morti e danneggia fortemente l’economia mondiale.  In Italia stiamo ottenendo dall’UE l’autorizzazione allo sforamento del rapporto Deficit-Pil prefissato, il che ci consente di emettere ulteriori titoli di debito pubblico per 20-30 mildi per finanziare gli INTERVENTI DEL MOMENTO (fase tattica).

  1. Primo problema: ciò sta già facendo salire il livello del tasso di interesse che dovremo pagare ai sottoscrittori di questi titoli.
  2. Secondo problema: fino a quando troveremo questi finanziamenti e a quale costo?
  3. Terzo problema: quando sarà finito lo stato di emergenza, come faremo a ripianare il maggior debito e a finanziare gli INTERVENTI DI PERIODO (fase strategica) necessari per la gestione del processo della necessaria riconversione nostra e del sistema UE e la sua messa a regime?

Io non ho certo né le conoscenze necessarie né una bacchetta magica. Tuttavia provo a ragionare nella speranza di fornire comunque un contributo al pensiero altrui. Io direi che:

  1. in parallelo, occorre anche – da subito – RISCRIVERE L’ORDINE DELLE PRIORITA’ di spesa e di investimento a livello UE, Stati, Regioni, Provincie, Comuni. E ciò al fine di poter dare la precedenza alle nuove priorità rispetto alle vecchie ormai non più prioritarie e tuttavia ancora assistite da finanziamenti pluriennali assicurati loro per legge;
  2. RISCRIVERE L’UE, nel senso di far capire alla popolazione di ogni Stato che l’UE siamo noi, ciascuno di noi, e che se aumentiamo la sua politica “di centro” rispetto a qualsiasi estremismo e se aumentiamo la sua sovranità, è il nostro stesso equilibrio e la nostra stessa sovranità di Cittadini dell’UE che aumentano. Di cittadini di una UE che dovrà avere un sistema sanitario ed una politica sanitaria europea; un esercito europeo; una giustizia europea; un diritto del lavoro europeo; un sistema bancario-finanziario-fiscale europeo, etc. etc.
Le strisce! Regaliamole le strisce!

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E questo processo può essere innescato da uno qualsiasi della scaletta dei soggetti istituzionali sopra elencati, anche da un Comune, i cui cittadini sono “finalmente” (per dirla con il Manzoni) i destinatari “finali” degli effetti di tutte le politiche ad ogni livello.

E se mi sbaglio, mi corigerete!

Firmato: Riccardo Lucatti, Presidente Associazione Restart Trentino

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LA TERZA GUERRA MONDIALE – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Marzo, 2020 @ 9:36 am

Detto altrimenti: il coronavirus e l’UE       (post 3800)

Terza guerra mondiale? “Ma dai, non esagerare!” mi dice taluno. E invece io insisto. Il coronavirus non sta uccisdendo solo persone. Ha demolito tutto: l’economia globalizzata; la nostra presunzione di invincibilità; la nostra fede in una crescita continua; il sistema delle disuguaglianze. E invece un piccolo virus molto democratico ha distrutto tutti questi nostri falsi miti.

Scendendo ai piani inferiori dell’edificio “Ragionamento”, prendiamo un argomento a caso: la mancanza di democrazia e di fondi nella ricerca e nella carriera universitaria ha determinato la fuga dei nostri migliori cervelli “medici”. Oggi siamo costretti ad abilitare alla professione anche i medici non ancora abilitati e richiamiamo in servizio i pensionati. I fondi per l’università sono insufficienti? E’ bastato stabilire il numero chiuso per la facoltà di medicina e i conti (oggi non) sono tornati, rectius il danno è fatto!

La sospensione del turismo, delle industrie, dell’artigianato e di tutte le altre attività produttive e dei servizi sta generando un danno enorme. Rimediamo con aiuti di Stato: molto corretto ma però. Ma però noi sovvenzioniamo il tutto solo con aumento del nostro indebitamento pubblico e quindi spostiamo in avanti il problema. Propongo: non sarebbe il caso di RIVEDERE L’ORDINE DELLE PRIORITA’ DI SPESA E DI INVESTIENTO ed intervenire anche con/sui fondi già stanziati a favore di programmi oggi non più prioritari?

Tranquilli! Ho fatto comunicare al coronavirus che siamo fuori deall’UE!

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L’UE si sta muovendo … a scatti: In Francia si va a votare per le “comunali”, qualcun’altro è rimasto fermo (GB,  ma che c’importa? Tanto non fa più parte dell’UE)! E invece l’UE avrebbe dovuto muoversi come un sol uomo, anzi, come un solo stato. Dice … insisto: ma la GB? Rispondo: dov’è il problema? Il virus sarà ben informato che non fa più parte dell’UE!

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Veliero molto veloce ma non adatto alle grandi tempeste

Dice … dovremo ricostruire i nostri sistemi economici. Io preferisco dire: no, dobbiamo riconvertirli. Approfittiamo di questa tempesta che ha sconquassato le giunture della  carena della Nave Europa: portiamola in cantiere per una revisione completa che organizzi non la sua riparazione ma la sua riconversione: se prima era un veliero dal ponte e dal  bordo basso, il dritto di prua e poppa verticale, la carena larga e planante, l’albero altissimo e sottile, molto veloce quindi su acque non molto agitate, oggi dobbiamo dotarlo di una profonda chiglia zavorrata, trasformare la sua carena da planante in dislocante,  rialzare e rinforzare le murate, ridurre la superficie velica: avremo un veliero più lento ma molto più sicuro, più adatto a navigare nelle tempeste oceaniche. Un veliero nel quale ogni membro dell’equipaggio indistintamente dovrà fare il suo dovere, rispettare tutte le regole imposte dalla tecnica e dal CINPE- Codice Internazionale della Navigazione Politica Europea.

Le strisce! Mettiamole le strisce!

Ma in pratica, cosa mi auguro? Che alla fine di questa guerra ci si dia una mossa per organizzare una Sanità Europea (brevettiamola e vendiamo il brevetto a Trump!)  e quindi a ruota un Esercito Europeo, un sistema bancario, finanziario e fiscale europeo, un diritto del lavoro europeo etc. In altre parole. Si arrivi alla creazione di un Sistema Europeo in tutto, salvo poi accorgersi che mancherebbe solo di aggiungere le strisce alla nostra bandiera: avremo infatti dato vita – finalmente – agli Stati Uniti d’Europa, salvo poi litigare se chiamarli all’italiana SUE o alla spagnola/francese  EUE.  A chiamarla USE- United States of Europe manco a parlarne, perlamoddidddio!

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