POST 868 (a 1000 festeggiamo!) – COSE CHE (PURTROPPO) ACCADONO (e non sono certo da festeggiare!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Giugno, 2013 @ 6:28 am

Detto altrimenti: ma come è possibile che accadano?

Francesco La Motta

L’ex Prefetto della ASI, Azienda per la Sicurezza Interna, tale Francesco La Motta, ex vice capo dei Servizi Segreti, è stato arrestato per peculato e falso ideologico: pare che “in gran segreto” abbia prelevato dal conto ASI 10 milioni di euro a titolo … riservato personale. Pare.

Pare che in una filiale del Montepaschi un dipendente abbia “prelevato 23 (o 28?) milioni di euro per andare a giocarseli nelle varie “case” di giochi d’azzardo. Pare.

Ora, dico io … fra i tanti lavori della mia vita, mi sono trovato – all’inizio della carriera – a lavorare cinque anni in banca (Comit, Direzione Centrale, Milano), e successivamente a gestire io stesso, in prima persona, il top ed il down, cioè la finanza della più grande società finanziaria italiana (Stet- Società Finanziaria telefonica per Azioni, Torino) con decine, centinaia e migliaia di miliardi di lire movimentati ogni giorno/anno e la finanza di una piccola una società comunale della mobilità (APM, Altogarda Parcheggi e Mobilità SpA, Riva del Garda) con un milione di euro in monetine raccolte ogni anno. In entrambi i casi il controllo della movimentazione del denaro era ferreo, inattaccabile. In Comit e in Stet trovai io stesso un sistema già ampiamente collaudato. Nella piccola società fu la prima cosa che realizzai. Al centesimo.

In un altro caso venni chiamato dal Sindaco di una grande città a fare chiarezza sulla finanza di una grande società comunale … e la feci nel giro di pochi mesi: su un volume di affari di 12 miliardi di lire, circa nove “scomparivano” nel nulla …

 Perché racconto tutto questo? Perché … sia chiaro: volendo, si può! E se non si fa, significa solo una cosa: che non lo si vuole fare.

Con un collega, parlavo di un terzo collega che operava nel nostro settore: casa in Costa Azzurra, yacht di 12 metri con due motori per 1500 cavalli, villa in Sardegna. Io ero stupito. Il mio interlocutore, ammirato: “Lui è stato bravo, c’è riuscito”. A far cosa, mi sono chiesto …

 Ecco, l’immoralità era stata sconfitta. Dall’amoralità.

Francesco …  un ben altro Francesco … Papa Francesco

E poi dicono che il primo problema nel nostro paese è il lavoro … No, amici, il primissimo problema è la QM, la Questione … Meridionale? No, la Questione Morale. Risolta quella, tutto il resto si sistema da solo, automaticamente. In altre parole, se tutti noi ricercassimo il “BENE COMUNE”, e non quello che crediamo essere il nostro bene personale (arricchirsi “comunque” e “a prescindere”), avremmo risolto ogni problema. Bene ci insegna il nostro Papa Francesco: ascoltiamolo anche sul piano dei Suoi insegnamenti “laici”. Che poi la religione o è vissuta o è una formula vuota. E viceversa: il non credente che operi per il bene comune è più vicino a Dio del credente che operi come i signori sopra nominati o “innominati”. E se uno proprio non ci crede in Dio? Fa lo stesso: Dio crede in lui “a sua insaputa”.

P.S.: Se uno viene trovato con grosse somme di cui non sa chiarire l’origine, basta che dica di averle vinte al gioco d’azzardo in un casinò. Se uno ruba grosse somme e viene chiamato a dire dove le ha nascoste, basta che dica di averle perse al gioco d’azzardo in un casinò … E noi ci dobbiamo credere? Cornuti e bastonati? Quando mai!

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POST 867 – IL TRENTINO DEI LAGHI – IL LAGO DI GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Giugno, 2013 @ 5:50 pm
Roberto in piedi …

Detto altrimenti: “Anne lacùs tantòs? Te, Lario, maxime teque, fluctibus et fremitù adsurgens Benace marino?”

Così Virgilio (Georgiche, !!, 159-160) inneggiava ai laghi italiani. “Cosa mai dovrei dire dei laghi così belli? Cosa mai di te, Lario, ma soprattutto di te, Benaco, che quando entri in tempesta hai onde e fremiti tipici del mare?”

Il Lago di Garda: così bello perchè bedetto da ben tre Vescovi!  Non ci credete? Leggete Dante, Inferno XX :

Suso in Italia bella giace un laco,
a piè de l’Alpe che serra Lamagna

sovra Tiralli, c’ha nome Benaco.

Per mille fonti, credo, e piú si  bagna,

tra Garda e Val Camonica, Apennino
dell’acqua che nel detto laco  stagna.

Luogo è nel mezzo là dove ‘l Trentino
pastore e quel di Brescia e ‘l Veronese
segnar poría, se fesse quel cammino …

per indicare che in mezzo al Lago di Garda vi è il confine fra tre Vescovadi (Trento, Verona, Brescia), tal che ognuno dei tre Vescovi potrebbe “segnare”, cioè “benedire”, avendovi piena giurisdizione.

Ecco, dalle Alpi di ieri alle brezze del Garda di oggi. Se leggete alcuni post fa che m’era successo … una coppia di folaghe aveva nidificato sulla mia barca, ed io, per rispetto della loro missione familiare, mi ero astenuto dall’usare il mio Fun “Whisper” ITA 526. Ma da qualche giorno se ne sono andate. Abbandonato il nido (le folaghe sono “nidifughe”, cioè non hanno un nido fisso), questa mattina ho pulito la barca, sopra e sotto (carena) e sono uscito con un collega di Bici Uisp, Roberto (tradendo entrambi la bici!).

…e qui sdraiato: che fatica, la vela!

Dopo tante giornate di pioggia e freddo, finalmente, ieri e oggi, sole degno del suo mese, di giugno! Quattro ore di vela non ce le ha tolte nessuno! Roberto ex allenatore sportivo, ex sportivo (pallanuoto!), ora è ingaggiato nel mio equipaggio per le prossime regate. Certo che la prima uscita, per non spaventarlo … l’ho lasciato fare, prendere il sole, etc.. Ma alla prossima sono previste alcune decine di virate con me al timone e lui alle manovre. Ecchè? Occorre prepararsi bene per le regate!
Le montagne che si tuffano nel lago, verdissime. In lontananza, verso nord, la Paganella. Più a sinistra, le Dolomiti di Brenta, ancora molto innevate.
This is Trentino too!

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POST 866 – IL TRENTINO DEI CANYON – MASO LIMARO’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Giugno, 2013 @ 3:25 pm

Raggiungibile in bici. Anche in auto, ma per altra strada, of course!

Detto altrimenti: al Maso Limarò, nella Forra del Sarca, ovvero… il vostro blogger preferito cioè io (è vero che è così? Dai, dite la verità …) udite udite! E’ stato invitato insieme ai giornalisti “veri” quale “collega dell’informazione” alla conferenza stampa che preannuncerà l’apertura al pubblico del Maso Limarò. Ovviamente ci andrò, e visto che oggi 11 giugno 2013 sto rientrando a Trento da Roma in treno ed ho il computer con me, inizio a scrivere quello che integrerò e pubblicherò domani, dopo la conferenza.

11 giugno 2013: Quando nella seconda metà del 1800 l’ideatore ed il fondatore della Cooperazione trentina, il “prete” (così amava definirsi) Don Lorenzo Guetti avvertì e per primo manifestò e difese la necessità di una Autonomia Amministrativa per i contadini delle sue terre (le “sue” Giudicarie Esteriori, lui che era natìo di Vigo Lomaso), non si sbagliava di certo. Infatti, percorrendo oggi la nuova pista ciclabile che è in corso di realizzazione lungo quella che era “la” strada, cioè l’unica strada allora percorribile per arrivare dalle sue zone non dico a Trento, ma anche solo al paese di Sarche, ci si può rendere conto di quanto difficile e costoso in termini di tempo e denaro dovesse essere, a quei tempi, per un povero contadino recarsi a Innsbruck per far valere i suoi diritti o più probabilmente per presentare una “supplica”, una “umile richiesta”, visto che parlare di “diritti dei contadini dell’epoca” sarebbe forse un eufemismo.

Duecento metri sotto, il canyon!

E oggi, percorrendo quella ciclabile (ma anche a piedi è bellissimo1), da est verso ovest, cioè “in salita” dopo due km e mezzo, sulla destra, il Maso. La sua collocazione ricorda un po’ quella di certe costruzioni militari poste a guardia dei confini … i confini … ec co … il nome … Limarò, dal latino “limes”, confine, appunto. Confine dell’Arcivescovado di Trento, quasi un rocca collocata in un punto nel quale il confine si può difendere: ieri, da armigeri; oggi dalla perdita della memoria storica.

Ed è questa la prima osservazione che mi sento di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori: il valore sociale del recupero della memoria storica della ri-frequentazione della Forra delle Sarche. Quadro nel quale bene si inserisce la riapertura del Maso Limarò, trasformato oggi in un centro di accoglienza turistico – ricettiva – sportiva ed anche, mi permetto di aggiungere, di “meditazione”.

La conferenza stampa

Già, perché il Maso Limarò ti regala la sensazione di essere isolato dal mondo, benchè la strada provinciale disti solo qualche centinaio di metri. Il raggiungerlo poi in bicicletta rafforza questa sensazione che ci aiuta a fare una pausa per ristorare non solo il fisico ma anche lo spirito. Si sa, mens sana in corpore sano, nulla die sine linea, memoria minuitur nisi exerceas etc.. Chi più ne ha, più ne metta di “latinorum” (come disse Renzo alle obiezioni di Don Abbondio, il quale gli parava davanti la selva aspra e forte degli impedimenti dirimenti ed impedienti al suo matrimonio con Lucia). Esercitarsi … ciò vale anche per il nostro spirito … anche per la nostra sensibilità … dobbiamo esercitarle entrambe queste “opportunità di vita interiore”, magari iniziando con il porre in nostro corpo “far from the madding crowd”, lontano dalla folla vociante …

MASO RURALE “MASO LIMARO’ “

L’acqua? Dal pozzo! Ma c’è anche vino, e buono!

12 giugno 2013. Ecco, sono appena tornato dalla conferenza stampa tenutasi al sole (finalmente!) del Maso Limarò. Si tratta di una proprietà dell’Istituo Diacesano per il Sostentamendo del clero, che è stata riattata (Arch. Fabrizio Capuzzo, info@architettocapuzzo.it) nel rispetto dei materiali originari (pietra, legno), e data in concessione a gestori per farla funzionare come la terza “casa rurale” o “esercizio rurale” nel territorio della Provincia Autonoma di Trento: le altre due sono in val di Rabbi (Maso Fior di Bosco e Mas de la Bolp in frazione san Bernardo) e a Telve Valsugana (Malga Cere).

L’operazione si inserisce in un recupero dei vecchi sentieri (come quello che collegava San Lorenzo in Banale a Sarche, con il ripristino del vecchio ponte), come pure in diversi altri circuiti, in primis quello delle piste ciclabili. Infatti il Maso Limarò occasione di “pausa” come pure singolari soggiorni “stanziali”, punto di partenza di molte escursioni ed attività. Esso, collocato a 200 metri dalla nuova ciclabile – la quale, tagliando fuori le pericolose gallerie stradali, che costeggia la Forra, un abisso profondo 200 metri – offre un validissimo punto d’appoggio e di riferimento ai cicloturisti e ai “camminatori a piedi” che percorrono i vari anelli e percorsi della zona. Eccone alcuni:

Le camere? Legno, pietre, roba semplice, come di sti ani, contententene (accontentiamocene)

1) Trento, Fai della Paganella, Andalo (possibile una risalita in funivia, con bici), Molveno, Terme di Comano, Maso Limarò, Sarche, Riva del Garda.
2) Riva del Garda, Passo del Ballino, Altpiano di Fiavè, Ponte Arche, Terme di Comano, Maso Limarò, Sarche, Riva del Garda.
3 a) Torbole sul Garda (Convenzione del Maso Limarò con la cantina Madonna della Vittoria per la ristorazione), Arco, Centrale Fies, Lago di Cavedine, Pietramurata, Sarche, Maso Limarò, Terme di Comano, etc. (vedi percorso precedente); oppure: Arco, lago di Bagatole, Pietramurata, etc..
3 b) Variante. Prima di raggiungere il Maso Limarò, fra la prima e seconda galleria stradale, prendere a sinistra per Prati di Don Zio – Passo San Giovanni – Arco.
3 c) Variante: Dopo Maso Limarò, alla fine della ciclabile, percorrere 300 metri sulla strada provinciale e quindi salire a sinistra verso il Comune di Poia. Proseguire per Dasindo, Fiavè, etc. (vedi percorso 2) in senso inverso, verso Riva del Garda).
4) Cadine, Lago di Toblino, Sarche, Maso Limarò etc..
5) Maso Limarò – Sarche – Circuito delle ciclabili dell’Alto Garda Trentino

I due gestori

N.B.: Terme di Comano: da questa stagione è istituito servizio di bici bus da Terme a Sarche, con fermata al Maso Limarò.

Il Maso apre il 1 luglio ma la festa per l’inaugurazione è Domenica 8 settembre 2013: tutti sono invitati!

Da ottobre a marzo, la stessa equipe del Maso Limarò organizza bici trekking in Tunisia (i gestori del Maso, Enzo Ferrari e Stafania Libietti, sono titolari dell’Agenzia Viaggi Go Travel Go Tour Operator, Via Caffaro, Calavino TN – Tel. 334 2588275 – www.MASOLIMARO.EU –INFO@MASOLIMARO.EU).

SERVIZI OFFERTI DAL MASO LIMARO’ in lingua italiana, tedesca, francese ed inglese

La stalla … la se ghe vol anca ela za che gh’averem cavai e aseni …

1. bar

2. ristorante (45 coperti)

3. mezza pensione – pensione intera (6 camere di cui due doppie con quattro letti reali cadauna)

4. officina bici per pronto intervento

5 . percorsi tematici, artistici e meditativi

6. laboratori artistici sperimentali

7. attività di Shiatsu, Ayurveda e Vastu

8. guida, istruttore e guida alpina per:

a. cicloturismo
b. climbing (trenta vie di palestra di roccia)
c. tiro con l’arco
d. river trekking (a piedi)
e. trekking a dorso di mulo o cavallo
f. survival fra ponti tibetanio e ferrate
g. orientiring

Cartolina ricordo

Relatori alla conferenza stampa, condotta dalla responsabile dell’ufficio Stampa dell’Ente Proprietario, l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, dr.ssa Silvia Gadotti: il Presidente dell’Ente, Gianni Benedetti insieme al proprio Direttore Vito Sandri; Il Sindaco di Calavino Oreste Pisoni; i gestori Enzo Ferrari e Stafania Libietti.

Presenti esponenti della stampa e TV locale, il Segretario Generale della CCIIAA Mauro Leveghi,  il personale  del Maso e alcuni amici dei gestori Markart Jeritza Michela, David Giaimo, Giovanni Zerbini.

 

 

Da sinistra a destra: pista ciclabile, Maso Limarò, canyon (cartolina)

(foto pubblicate: mie, se non altrimenti indicato. Foto allegate (appena  riuscirò ad allegarle su disco): Foto Agenzia Gianni Zotta)

 

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POST 865 – ERANO 45 GIORNI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Giugno, 2013 @ 11:07 am

Detto altrimenti: … che aspettavo l’evento, a Riva del Garda

Mi sono trovato di fronte un manufatto: migliaia di fili d’erba intrecciati, pagliuzze, ramoscelli, pezzi di cima e di elastici. una vera opera di ingegneria. Erano quarantacinque giorni che quel nido era “abitato” da una folaga che stava covando. Sulla poppa della mia barca. Ero andato al porto per godermi un’uscita a vela: niente da fare, la signora non era d’accordo. E nemmeno suo marito, accorso subito a darle manforte, ad ali aperte, per scacciare l’intruso. Lei no. Non si muoveva dalla sua posizione di mamma “in hoffnung”, in speranza, in attesa della prole. Mi guardava, apriva il becco, ma restava al suo posto. Piuttosto si sarebbe fatta uccidere, ma non avrebbe abbandonato il suo posto di futura mamma. Non ho avuto cuore. Ho rinunciato all’uscita.

Mi informo alla Lipu: l’incubazione? Ventidue giorni. Ritorno alla barca alla scadenza del termine. La situazione è peggiorata: infatti le “vecchie” uova sono fuori del nido a mamma folaga ne sta covando una seconda mandata. Il marito? Stessa levata di scudi. Non ho cuore. Rinuncio all’uscita per la seconda volta. Ieri, dopo il secondo periodo di ulteriori 22 giorni, vado alla barca. C’è solo il nido con le uova. Di papà e mamma nessuna traccia. Si sono stancati. Non è bastato il calore materno: il tempo è stato inclemente, la temperatura troppo bassa, le uova non si sono schiuse. Ed eccomi a “smontare” il nido. E’ veramente incredibile cosa riescano a fare potendo utilizzare solo il becco: intrecci, legature, nodi, il tutto sapientemente modellato. Con amore, lasciatemelo dire. Giovedì porterò la barca al Porto S. Nicolò, per lavarle la carena … così potrò di nuovo regatare!

 Quale la conclusione? Che dire ad un umano “Sei un animale!” significa fargli un grande complimento!

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POST 864 – QUANDO DUE ASSOCIAZIONI SI INCONTRANO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Giugno, 2013 @ 6:34 am

Detto altrimenti: 1+1 può fare anche … 3!

Le due Presidenti: Monika e Cristina

Venerdì scorso, tardo pomeriggio. L’Accademia delle Muse invita ad un concerto con cena gli amici di Bici UISP, “guidati” dalla loro  Presidente (e Accademica) Monika. Già, perchè ormai i nostri gruppi sono “interetnici” nel senso che i due gruppi di lettura, i blogger, Bici Uisp e Accademia sono partecipati da persone che appartengono a più d’uno di questi momenti di cultura, sport e svago e soprattutto di incontro! Partendo da queste considerazioni,  la Presidente dell’Accademia – la pianista  Cristina - ha offerto al gruppo Bici Uisp un concerto, eseguendo  “L’Aria sulla quarta corda” di Bach; la  “Passacaglia” di Haendel;  fantasie dal “Don Giovanni” di Mozart; la danza “Andaluza” di Granados; la fantasia da “Capriccio Spagnolo” di Rimsku-Korsakov, oltre ad una “antologia” (bvera “raccolta di fiori”) di musiche da film, musical, canzoni argentine e napoletane, per finire con i fuochi d’artificio delle Operette!

Ed alla fine, la sopresa del nuovo Inno di Bici Uisp Trento! Il tutto seguito da una cena preparata sulla base delle portate predisposte da tutte le socie intervenute. Niente male, direi! 

Sole e gulash!

La mattima successiva, cioè ieri (sabato) un gruppo è partito con la Fiab per una due giorni in bici in Val Pusteria. Un altro per una gita meno impegnativa (in auto) al Rifugio Maranza. Maranza, il rifugio di Trento, 38 km dalla città, raggiungibile in bici (solo se sei allenato): Trento, Villazzano, Povo, Passo del Cimirlo, Maranza.

Il Coro Maranza con flauto

Da qui di può scendere sul versante opposto (un’ora a piedi, dieci minuti in bici) a Vigolo Vattaro.  La nostra non era una uscita a pedali (anche se io sono poi sceso a Trento con la mia mtb). Ci siamo limitati ad una bella passeggiata nei boschi, abbiamo gustato l’ottimo gulash del rifugio e quindi ci siamo ritirati a poche centinaia di metri, vicino ad una cappelletta, per intonare cori di varia estrazione …

Anna e Alessandro: “auto-cuochi”. Due? No, fra poco tre! Auguri alla giovane signora “in hoffnung”, in speranza, come dicono in Germania …

Infatti, a Rifugio Maranza è possibile prenotare il locale annesso per una giornata di auto-cucina con gli amici. Il gestore fornisce tutto: legna per la grigliata, stoviglie, etc.., Tutto, insomma. Ideale per gruppi di amici che vogliono passare una giornata diversa. Ed infatti vi era in bel gruppo di giovani intenti a cucinarsi la loro grigliata. Noi “veciotti” li abbiamo notati per la loro compostezza, per il loro modo di stare insieme, di divertirsi, senza quelle esagerazioni sguaiate che talvolta accompagnano questi raduni. E dire che di birre se ne vedevano … Bravi, raga, complimenti! E poi io, umile blogger, ho conosciuto una loro amica, una giornalista “vera”, Silvia Gadotti! (silvia.gadotti@libero.it). Uao!! Ci siamo presentati e “collaboreremo” con l’incrociarci delle nostre “notizie”!

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POST 863 – LA NUOVA “FUNIBICI” DA TRENTO AL … MONTE BONDONE: SI o NO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Giugno, 2013 @ 6:23 am

Detto altrimenti: … in FUNIVIA da Trento a Trento 2000! Favorevoli o contrari?

Trento ha due montagne “sciistiche” a ridosso: il Bondone e la Paganella, nessuna delle due direttamente collegata con impianti funiviari alla città capoluogo o comunqiue al fondovalle. Anni fa si costruì la direttissima a Cima Paganella, ma poi, per motivi che non è il caso qui di riesumare, la si dismise. Oggi la pratica dello sci rischia di entrare in crisi per due motivi: i capricci del clima, nel senso che sarebbero a rischio “mancanza di  neve” le stazioni sciistiche al di sotto dei 2.000 metri (e quindi sia il Bondone che la Paganella), ed anche per il costo della pratica di questo sport, diventato oneroso in tempi di crisi. Ed allora, riflettiamo su come possiamo continuare a far fruttare al meglio una preziosa risorsa di cui la nostra terra dispone: i “dislivelli”. Non solo in inverno.

La consueta folla di auto e ciclisti alla partenza della Dobbiaco – Lienz

Il “dislivello” viene utilizzato per produrre energia idroelettrica e per la pratica dello sci. Ma vi è una terza potenzialità non ancora organizzata e sfruttata: il ciclo escursionismo (al riguardo in internet si può reperire e scaricare il Quaderno di cicloescursionismo del CAI centrale, 2012). Il cicloturismo e il cicloescursionismo sono in continuo aumento. Comitive sempre più numerose di turisti attraversano “a pedali” il nostro sistema regionale di piste ciclabili. L’Austria ha già “capito tutto” ed ha organizzato l’utilizzazione di questa risorsa. Prendete la ciclabile Dobbiaco-Lienz: ogni stagione, migliaia di ciclisti la percorrono e l’Austria “vende” loro il noleggio bici, le diverse offerte locali presenti lungo il percorso, pranzi e pernottamenti, risalite ferroviarie, la conoscenza della propria offerta turistica complessiva attraverso la distribuzione ai ciclisti di depliant informativi, etc.. A Lienz i treni che riportano a Dobbiaco sono dotati , ognuno, di molti vagoni per il trasporto delle biciclette.

Soluzione all’ “italiana”

Da noi no. I treni che risalgono la Valsugana trasportano due (2) biciclette ognuno. I treni regionali sulla linea del Brennero, diciotto (18). E gli altri ciclisti? Terra, terra …! Cioè, che restino a terra! A dire il vero nel 2012, per i mesi di luglio e agosto, la provincia Autonoma di Trento aveva organizzato un ottimo servizio bici-bus verso e da Bassano del Grappa. In assenza, se si vuole la “sicurezza del passaggio bici al ritorno”, in piena stagione occorre portare a Bassano la propria auto il giorno prima, e risalire in treno … a meno che (vedi foto a lato) …

Piste ciclabili della nostra Regione, la migliore rete d’Italia, oggi percorse da numerose comitive di cicloturisti (ne ho incrociata una di oltre 1.000 – mille – ciclisti tedeschi con tanto di carro officina e ambulanza di supporto, in viaggio da Resia a Verona) organizzate da società di fuori regione. E’ un po’ come se sulle nostre piste da sci circolassero gratuitamente comitive di sciatori guidati da maestri di sci di fuori regione. Mutatis mutandis, s’intende!

Che fare allora in Trentino (e in Sud Tirolo?). Un accordo interprovinciale per la pianificazione, l’organizzazione, il marketing e la vendita del “prodotto turistico regionale piste ciclabili”. Un accordo che preveda il completamento della rete (soprattutto in materia di collegamento delle tratte già esistenti); la loro manutenzione; la creazione di una immagine unica regionale; la realizzazione dei necessari bicigrill organizzati a sistema non auto concorrenziale (come oggi rischia di diventare la competizione fra i nascenti bicigrill); la regolamentazione del traffico pedonale e ciclistico; la videosorveglianza; un servizio assistenza medica e meccanica; un servizio “guide turistiche”,;le prenotazioni alberghiere; la reclamizzazione delle ulteriori offerte turistiche presenti lungo i percorsi; il marketing e la vendita del tutto.

In questa prospettiva di ottimizzazione del prodotto turistico piste ciclabili, bene si inserisce la realizzazione della nuova funivia Trento-Monte Bondone, che a me piace chiamare “Trento 2000”. Infatti essa sarebbe un ottimo richiamo per folle di ciclo turistici che dai 1.600 metri del Vason potrebbero essere fatti “planare” verso Trento, la Valle dei Laghi, il lago di Garda, Rovereto, etc.. Il richiamo turistico sarebbe fortissimo, trattandosi di un “unicum” a livello europeo!

In assenza di una simile auspicata pianificazione, potrebbe avere ragione un mio amico che proprio ieri mi ha detto. “Sai, sono diverse le località trentine che reclamano una funivia … e tutte farebbero un bagno di sangue quanto a redditività, compresa la tua auspicata Trento-Bondone”.

Alla sua attenzione, e a quella di tutti gli altri “ragionieri della finanza”, oltre all’argomento sopra esposto, ne sottopongo un altro: l’Ente Pubblico realizza una strada – se necessaria – anche se sa benissimo che non le assicurerà un reddito ma solo ulteriori costi. E la realizzerà perché necessaria alla popolazione ed in quanto essa contribuirà al completamento del Sistema Trentino, a vantaggio dei residenti e dei turisti.

Ancora: quale ex amministratore di una importantissima Fiera (di Genova) posso testimoniare che la maggior parte delle manifestazione erano – singolarmente considerate – in perdita, il Salone Nautico in pareggio e la Fiera dei Fiori (Euroflora) in attivo. Tuttavia in fortissimo attivo era ed è – da sempre – il bilancio complessivo dell’indotto turistico a favore della Città e della Regione.

No … il mio amico insiste: “E’ antieconomica!” Ah, rispondo io, insisti … vai giù duro? E allora eccoti servito: OK, posso darti ragione, ma ad una condizione, e cioè che anche in tutti gli altri settori di intervento della provincia tu sia così “rigorosamente economico”. Un esempio? Che ne dici del fatto che in luogo di numerose società di gestione della sosta e del traffico, potremmo invece averne una sola con un unico centro di telecontrollo ed un’unica tessera per la sosta ed il parcheiio per tutta la provincia e regione? Risparmieremmo molti “euri” che potrebbero essere investiti nella funivia … In breve: “criterio economico”? Ok, purchè lo si adotti sempre , in ogni settore! (Bolzano sta lanciando una gara per la fornitura di parcometri compatibili con un’unica tessera parcheggio provinciale!)

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POST 862 – CHI SENTE LA CRISI E CHI NO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Giugno, 2013 @ 9:46 pm

Detto altrimenti: tre testimonianze

Luglio 1944

1) Prima metà degli anni ’70. Sono saltati gli accordi di Bretton Woods. L‘oro non è più agganciato al dollaro (e viceversa): il “35 US$ l’oncia” non vale più. Stretta valutaria feroce. Ogni importatore doveva inoltre versare a Bankitalia una somma vincolata per sei mesi e infruttifera pari alla metà del valore delle merci importate. Giovane ragazzo bancario “in missione”  a capo di un reparto estero merci della filiale di una grande banca, distaccato dalla Direzione Centrale. La crisi c’era. Lui non l’avvertiva sulla sua pelle: stipendio, indennità di missione, un lavoro sicuro e di soddisfazione.

2) Seconda metà degli anni ’70. Quel ragazzo è dirigente in una SpA finanziaria “mista” (cioè di partecipazioni e operativa),  al tempo la più grande del Paese. E’ responsabile del settore operativo Italia. Crisi: stretta creditizia, stretta valutaria. Denaro al 25% (tasso nominale) e al 35-40% (costo effettivo annuo). Rapimento di Aldo Moro. La marcia dei 40.000 a Torino. Crisi. Lui non la sentiva sulla sua pelle. Ottimo stipendio, un lavoro sicuro e di soddisfazione.

 3) 2013. Quel ragazzo è in pensione. Crisi. Questa volta la crisi la sente, e pesantemente, sulla sua pelle.

Ecco, credo che occorra tener conto del diverso “peso specifico” delle manovre anticrisi a seconda che vadano a gravare su chi nemmeno  le avverte o su chi invece le patisce.

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POST 861 – MANGANELLATE AL SINDACO DI TERNI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Giugno, 2013 @ 8:05 pm

Detto altrimenti: credevo che i tempi del “santo manganello” fossero finiti …

Maresciallo CC Dario Lucatti – Classe 1912

Chiariamo subito: non sono “contro” le Forze dell’ordine. Io provengo da una famiglia di Carabinieri. Ho 69 anni e ancora oggi, quando incontro per strada un Maresciallo dei CC, in lui vedo mio babbo (toscano), mi sento il ragazzo di allora che ne era – e che ne è anche oggi -  orgoglioso. Talvolta ho fermato quel Maresciallo, mi sono presentato, gli ho stretto la mano …

Ciò premesso, sono certo di non essere frainteso se affermo che sarebbe bene contraddistinguere ogni poliziotto ed ogni carabiniere impegnato in operazioni di pubblica sicurezza, con un numero stampigliato sul casco e sul giubbotto, come avviene in tanti paesi del mondo. La identificabilità poliziotto/carabiniere dovrebbe essere riservata ai suoi superiori ed alla magistratura. Non certo al pubblico.

Il Sindaco di Terni

Rivedendo le immagini del G8 di Genova, la mia città, ho riconosciuto ogni strada: in particolare ricordo poliziotti – irriconoscibili a causa del casco con la visiera calata – che passeggiavano lentamente fra gruppi di ragazzi pacificamente seduti sul marciapiede (del Lungomare Corso Italia), distribuendo a caso e soprattutto immotivatamente qualche manganellata, qua e là …

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POST 860 – LA CULTURA SI EVOLVE (O SI INVOLVE?)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Giugno, 2013 @ 2:17 pm

Detto altrimenti: da “Lascia o raddoppia” a “Fatti tuoi”

Ci siamo evoluti? Almeno con “Lascia o raddoppia” occorreva conoscere qualcosa: i confini del Siam; la capitale del Nicaragua; lo scopritore della penicillina; la squadra vincitrice del campionato di calcio neozelandese nel 1932; etc. Una cultura nozionistica, di memoria, niente di più, ma nemmeno niente di meno. Se indovinavi, venivi applaudito e vincevi. Ma almeno un sforzo di memoria l’avevi fatto”. Oggi è diverso. Ci siamo evoluti, anzi … involuti: “Fatti tuoi”, i “pacchi”. Indichi un numero in luogo di un altro. Indifferentemente. Apri un pacco dopo l’altro. Tutto qui. Se la fortuna ti aiuta, hai vinto. E tutti ti applaudono.

Ti si richiede di dire “si” o “no”. Anche in politica. Volete uscire dall’euro? Rispondi si o no. Il tuo partito ha un capo (c’è chi dice “proprietario”, ma basta anche un “capo”). Lui pensa, parla, decide. E tu? E’ sufficiente che tu dica “si”. Sempre. In tal caso ricevi il “premio fedeltà” e sei promosso presidente di qualcosa.

Cosa? Vuoi riflettere, pensare, capire? Non ti è richiesto, anzi, depone male … Infatti, basta che tu sia fedele alle idee, alle mie idee, che tu dica “si” alle mie idee. Al resto ghe pensi mi. Ed anche a te … ci penso io. Agli altri? No, agli altri  no.

Concorso per i lettori: indicare almeno tre uomini politici “capi” e/o “proprietari” del loro partito. Fra tutti coloro che avranno fornito una risposta esatta, sarà sotrteggiato un posto in un consiglio di amministrazi0ne di una SpA pubblica.

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POST 859 – QUESTA MATTINA, MI SONO ALZATO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Giugno, 2013 @ 6:18 am

Detto altrimenti: … e ho provato a ragionar …

Un sindacato ha calcolato che ci vorranno 70 anni per tornare ai livelli occupazionali di 7 anni fa.

La politica, polis, città, antica Città Stato. Politica: occuparsi del Bene Comune. E invece, oggi, politica, troppo spesso è “occupare”, “rubare” il bene comune, cioè accumulare per sè potere e ricchezze. Anche in modo illegale. Politica, governare il presente, governare il futuro. Ma, … dice …., il futuro? Ma la crisi dove la mettiamo? La colpa non è nostra … chi mai se lo sarebbe potuto aspettare …

Eh no, cari miei! Io non sono un politico, sono (stato) un manager. Per tutta la vita mi sono occupato  del bene comune  degli Azionisti delle SpA presso le quali lavoravo e delle persone a me affidate in gstione. Una risposta così i miei tanti Azionisti non l’avrebbero accettata. “Noi la paghiamo perchè lei preveda e provveda. La problematica esiste per conto suo: lei deve darci la soluzionatica, per l’oggi e per il domani. Quella è la porta: torni con la soluzione”.

Nella mia vita ho lavorato anche in SpA pubbliche. Alcune molto rigorose (COMIT, Banca Commerciale Italiana, Milano; STET – Società Finanziaria Telefonica per Azioni, Torino). Molte altre no. In quelle “no” mi sono trovato di fronte “politici” bifronte, a due facce: nei miei confronti, rigorosissimi, intransigenti, concreti; nei confronti di loro stessi, fumosi, ondivaghi, possibilisti, indulgenti. Ma allora, mi dissi, o siete incapaci o siete  in malafede. Tertium non datur.

Nel frattempo il nostro Sistema, il Sistema Italia, è regolato da Leggi la cui applicazione interpretativa estensiva consente che vi siano legislatori che facciano leggi che consentano a taluno di consentire ad altri di rubare impunemente. Mi spiego: furto del denaro pubblico assegnato ai partiti. Il referendum popolare aveva detto “basta!”. La legge successiva ha “inventato” i rimborsi di somme non spese. I partiti (entità di diritto privato) costituiscono le Fondazioni (anch’esse di diritto privato), ricevono denaro pubblico e lo gestiscono in forma privata, consentendo che venga rubato. La Corte dei Conti non può intervenire ….

Italia – Grecia, “mia” faccia, “mia” razza. Così dicono i Greci parlando con noi Italiani. Italiani e Greci, stessa faccia, stessa razza (lingua greca: eis, mia, en: uno, una – una stessa, un’unica, una sola - , una cosa).  Ma c’è una differenza: come (ex) grande paese industriale, abitato da 60 milioni di abitanti (molti di più della popolazione greca), abbiamo un substrato di “ricchezza privata residua” – sia pure molto mal distribuita – la quale è molto maggiore di quella greca, e che “suo malgrado” talvolta viene fatta emergere con una manovra di “emersione rapida” per far fronte alle diseconomie del presente. Cosa che i Greci non possono fare per mancanza del conquibus. Tutto qui. Mi spiego:

  • Ricchezza privata = dei singoli privati, non dello Stato
  • Ricchezza residua a) = ricchezza che è rimasta in Italia al netto di quella esportata (clandestinamente o meno) all’estero
  • Ricchezza residua b) = i risparmi dei lavoratori di ieri, oggi pensionati
    Ricchezza mal distribuita = attribuita in misura esagerata a chi appartiene ad una delle tante caste
    Emersione rapida della ricchezza a) = genitori pensionati che utilizzano i propri risparmi per aiutare i figli disoccupati o sotto occupati
  • Emersione rapida della ricchezza b) = esportatori clandestini di capitali che li fanno rientrare “scudati”.

Ecco, è solo grazie a questa “maggiore riserva di ossigeno” (di cui però moltissimi non dispongono!) che ci differenziamo dalla Grecia, i cui malanni sono stati generati dal mal governo, arrivato a falsificare il bilancio pubblico.

Nel frattempo abbiamo bloccato l’adeguamento delle pensioni, senza considerare che togliere un 3% ad una pensione “minima o anche normale” (500 – 1000 – 2000 – 3000 euro al mese) è molto più iniquo (e doloroso per l’interessato) che non togliere il 30% ad una pensione di casta (10.000 – 20.000 – ….50.000 – ed oltre “euri”  al mese!)

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