LA QUESTIONE MORALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Aprile, 2013 @ 5:51 am

 

No … non è di questo che intendo parlare! Solo mi sono detto che se metto questa foto, forse saranno attratti a leggere il post fino in fondo …

Detto altrimenti: ma come si fa a non notare questa ininterrotta raffica di allarmi?

Telegiornali, rassegna stampa, giornali radio: siamo invasi da … no, non da “notizie” ma da scandali, veri o presunti, accertati o in corso si accertamento, certo che è una continuità che non si può fare a meno di notare. Il Presidente Napolitano ha denunciato il falsi moralismi che in realtà sono anti-politica. Non credo che si riferisse a chi di fatti come quelli sotto elencati, proprio non ne può più!

• Firenze. La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per 12 milioni di euro a 20 persone, tra cui Denis Verdini, coordinatore nazionale e senatore del Pdl, e Massimo Parisi, deputato dello stesso partito, su ordine della procura di Firenze, che li sta indagando per truffa ai danni stato, con l’accusa di avere beneficiato indebitamente di contributi all’editoria.
• L’agente di Letizia Noemi: Letizia fece sesso con Berlusconi quando ancora era minorenne (vero o falso che sia … non basta essere onesti: occorrere esserlo ed anche apparire tali!)
• Bagnoli: indagate 20 persone fra amministratori pubblici e manager privati per disastro ambientale e truffa ai danni dello Stato relativamente all’area Italsider di Bagnoli (NA).

Io credo che il falso moralismo sia la critica generica, generalistica, del tipo “gli è tutto sbagliato, gliè tutto da rifare” oggi più che mai espressa da quelli che, entrati nel Parlamento, stanno puntando sul risparmio dei bicchierini di platica; sulla riduzione a 2.500 euro al mese anzi no facciamo 6.000 anzi no vedremo fra un po’; quelli che con “il tanto peggio tanto meglio” lasciamo che litighino che alle prossime elezioni noi saliamo; quelli che la mattina ti insultano e il pomeriggio ti chiedono di governare insieme; quelli che pensano alle prossime elezioni o alle prossime sentenze di tribunali e non alle prossime generazioni … si, alle prossime generazioni, come invece invitava a fare tale Alcide Degasperi … lo ricordate?

Le prossime generazioni? Ma quali “prossime”? No, non sono più “prossime” bensì ormai noi dal “passato” abbiamo già raggiunto il “futuro”, cioè le generazioni del futuro, che ormai sono quelle del “presente”, dei milioni di giovani già oggi senza lavoro, senza speranza, senza un futuro se non quello dell’emigrazione o dell’inedia, della disperazione.

Cosa deve pensare uno di questi giovani leggendo dei continui furti e sprechi del denaro pubblico? Il capo del MoVimento … afferma che loro stanno attuando la “primavera araba” italiana. No, io credo che questa “primavera araba” – Dio non voglia – potrebbe essere quella della “rivoluzione sociale” di quanti, anche non più giovani, si trovano nella condizioni dei giovani appena citati.

La regina Semiramide, “che libido fe’ licita in sua legge”

La moralità è stata sconfitta: dall’immoralità. L’immoralità è stata sconfitta: dall’amoralità. Sono quindi due i gradoni che dobbiamo risalire …

Da qualche amico sento dire: basta, siamo stanchi di sentire, di parlare, di discutere solo di queste cose, non se ne può più, siamo stufi. Ecco, io mi permetto di dissentire: guai a “stancarsi” guai a “fuggire” da questa realtà: essa dilagherebbe vieppiù. E invece noi non dobbiamo abituarci, non dobbiamo assuefarci, non dobbiamo smettere di indignarci, di agire, di reagire, di sperare, di lottare per un domani “giusto”, secundum jus, secondo la legge: quella morale, innata in ogni uomo sin dal Codice di Hammurabi (2.200 a. C.) e quella scritta, a cominciare dalla nostra Costituzione, che ha un solo difetto. non prevedere sanzioni per chi la viola!

E qui interverranno i giuristi e i magistrati: ma che dici, Riccardo, non è da legge Costituzionale prevedere sanzioni! Si lo so, ma però (so anche che “ma però” non si dice, ma io lo dico lo stesso!), “ma però” avrete notato che l’ordinamento giuridico interviene a censurare come “anticostituzionali” quasi esclusivamente “comportamenti del Parlamento” cioè leggi in senso formale, e solo quando una eccezione in tal senso sia stata preventivamente giudicata non palesemente inammissibile. Ma quanti altri comportamenti e situazioni violano i cardini e le prescrizioni della nostra carta Costituzionale, senza che ne sia fatta derivare conseguenza alcuna sul piano della loro correzione e della loro sanzione!

Proverò, in un post successivo, a sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei elettori un elenco di questi casi.

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IL BILANCIO DELLO STATO, QUESTO SCONOSCIUTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2013 @ 5:48 pm

Detto altrimenti: ma siccome “lo Stato siamo noi” invece dovremmo conoscerlo, o no? Ovvero, qualche nozione per i non addetti ai lavori … e siamo in tanti!

All’interno delle società per azioni pubbliche e private, circolano diversi tipi di documenti informativi, da quelli completamente dettagliati (operativi) a quelli più sintetici per la direzione (detti appunto “direzionali”), a quelli ancora più sintetici, per il Consiglieri di Amministrazione, a quelli riassuntivi per gli Azionisti.

Tutti i documenti, però, devono essere immediatamente leggibili e immediatamente significativi agli occhi delle persone che, ai diversi livelli, ne sono i destinatari.

Ora, noi Cittadini siamo “i proprietari”, i “condòmini” dell’Italia, della nostra casa, della nostra terra, della nostra Patria. Praticamente, mutatis mutandis, siamo gli Azionisti del Sistema Italia, per governare il quale eleggiamo degli “amministratori”, chiamati “amministratori pubblici” i quali dovrebbero occuparsi del bene comune. E li eleggiamo sulla base del loro “curriculum” e del loro “progetto per il Paese”.

Spesso però il progetto che ci viene presentato è generico, spesso non conosciamo i numeri della situazione di partenza, sicuramente solo pochissimi di noi hanno l’accesso e sono comunque in grado di capire come si evolvono i numeri (finanziari, economici, statistici) del Sistema Italia.

Ora, il bilancio di una Spa è composto da un conto economico (quanto ho guadagnato o perso, cioè il saldo dei costi e dei ricavi); da una situazione patrimoniale (migliorata se ho guadagnato; peggiorata se ho perso), e dal prospetto dei flussi finanziari (quanto incasso e quanto spendo).

Nel caso Italia parliamo sempre e solo dei flussi finanziari, cioè, se spendo più di quanto incasso, c’è il deficit (che l’UE ci impone non superi il 3% del PIL). Poi ci occupiamo non dell’intera situazione patrimoniale (tante voci di attivo; tante di passivo), ma di una sola voce del passivo: la somma dei titoli del debito pubblico (i famosi 2.000 e ormai ultra miliardi di euro).

Recentemente ci siamo accorti che esistono altri 80-120 miliardi di debiti delle pubbliche amministrazioni verso i loro fornitori. Presto forse ci accorgeremo anche che esistono i debiti verso banca di tante Spa possedute da Enti Pubblici.

Ma come si fa a star dietro a tutto … dice qualcuno … è difficile avere i saldi di tutto … Ma come? Se io sono a capo di una mega azienda, avrò sotto di me alcuni direttori, i quali a loro volta, avranno – ognuno – dei sottomessi e così via (nella organizzazione Siemens il numero massimo di sottoposti è di cinque persone; oltre si rischia che il capo diventi un collo di bottiglia). Operando con ordini, poteri, responsabilità e controlli a cascata, si può e si deve venire a capo di ogni situazione in tempi brevi. Altro che “è difficile, non è possibile”.

Concludo. Solo dopo avere ed avere illustrato ai Cittadini i numeri veri, completi, reali, raggruppati per voci omogenee e immediatamente significative e intellegibili, riguardanti della nostra “Situazione Italia” dal punto di vista economico, patrimoniale, finanziario e statistico, ha senso prospettare ai Cittadini la propria proposta di politica economica e di gestione del Paese.

O no?

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CRISI, NE STIAMO USCENDO … ANZI NO … QUALCHE SEGNALE POSITIVO C’E …ANZI NO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2013 @ 5:13 pm

Detto altrimenti: cerchiamo di fare qualche riflessione prendendo le mosse dalla storia delle crisi.

L’8 febbraio scorso pubblicavo un post sulle grandi crisi degli ultimi 150 anni (cfr. ivi).

Dr. Ing. Ferdinand Porsche Daimler

1870, Austria, “Grande Deflazione” generata da una “bolla borsistica” di speculazioni sulle società ferroviarie e connesse. Se ne uscì con molta emigrazione verso gli USA, il che diminuì in Europa le bocche da sfamare, con l’esportazione di brevetti in USA, con il pagamento dei danni di guerra dalla Francia alla Germania, che fu la locomotiva della seconda rivoluzione industriale (l’ing. Daimler inventò il motore a scoppio a combustione interna, l’Ing. Otto quello a ciclo otto, l’Ing. Diesel quello a ciclo diesel).

President Franklin Roosevelt

1929, USA, Grande Depressione, sovraproduzione agricola invenduta, distrutta nelle campagne e non portata nelle città, nelle quali mancava, crisi dovuta ad una pessima programmazione economica. se ne uscì un po’ con il new deal di Roosevelt (piano di opere pubbliche), ma soprattutto con il riarmo.

Crisi (italiana) odierna. Quelli che due anni fa dicevano che la crisi non c’è.  Che se c’è  viene dall’estero … è europea anzi mondiale. Tutto qui? Da qualsiasi manager che si rispetti si esige che per la SpA affidatagli organizzi una programmazione almeno triennale, che predisponga dei piani “B” e “C”, e se si azzarda a dire ai suoi azionisti “ma è successo l’imprevisto” si sentirà rispondere “Lei era pagato anche per questo: per prevederlo, questo imprevisto”

Ma dai, la crisi non c’è, siamo forti noi!

Ora, se a sbagliare (quanto meno per omissione) rispetto alla previsione dell’andamento dell’Italia è stato un capo di governo che era anche proprietario e capo azienda, anzi, proprietario e capo di un gruppo di aziende … viene da chiedersi a cosa stesse pensando mentre la crisi ci stava piombando addosso. E non voglio fare nomi.

Come ne usciamo? Qui siamo un po’ come quando si parla di calcio, che in ogni bar ci sono non meno di tre potenziali CT della Nazionale: infatti ogni blogger ha la sua ricetta. Ecco, ed io invece vi frego, nel senso che non pretendo di avere la ricetta, ma semplicemente provo ad averne “una”, una delle tante possibili. D’altra parte se non mettiamo sul tavolo le nostre idee ….

In un post molto “prossimo” a questo ho illustrato l’opzione Stati Uniti d’Europa” (cfr. ivi), che a mio avviso resta valida, anzi necessaria ed urgente, anzi strategica, cioè indispensabile e insostituibile.

In questa sede faccio qualche ragionamento più terra terra. Innanzi tutto abbiano bisogni di molta finanza “tampone” per non far finire sul lastrico milioni di Italiano e di piccole medie imprese. Come trovarla? Si può negoziare con l’UE il rescheduling delle scadenze e dei tassi del nostro debito: è sicuramente un intervento eccezionale a fronte di una situazione di emergenza, che si giustifica agli occhi dell’Europa con l’obiettivo di non far fallire un popolo di 60 milioni diconsumatori (anche di auto tedesche, tanto per non fare nomi), che se fallisce, addio Europa. Questo ci darebbe fiato. In parallelo però occorre occuparsi di:

• la soluzione della Questione Morale;
• una riflessione sul modello di sviluppo da perseguire: dire “crescita” o “decrescita” non basta. Bisogna specificare, calcolare, prevedere, motivare, giustificare;
• una seria lotta all’evasione ed elusione fiscale;
• le Grandi Riforme;
• la revisione delle nostre priorità (qualche esempio tipo “burro o cannoni”? Eccoli: disoccupati/esodati o F 35? – Sostegno alle PMI o TAV?).

E poi … poi mica posso fare io un programma di governo, non vi pare?

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LA VESPA IN POESIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2013 @ 10:36 am

Detto altrimenti: storia di un amore, anzi due

Il primo amore: Vespa Rally 180 cc

L’avevo tanto sognata  (la vespa, si, vabbè … anche la fidanzata, ma quella è un’altra storia …) , ma la prima potei averla dopo il servizio militare, quando iniziai a lavorare. Era il 1970 e a valere sul primo stipendio (140.000 lire) , a rate (“Lei” costava 250.000 lire), mi regalai una Vespa Rally 180 cc (notate la V maiuscola!) il top della gamma. Colore rosa-lilla tenue metallizzato, vi salii, partii e – senza volere – feci un’impennata, tanta era la sua potenza! (la mia non è quella della foto: la mia non aveva orpelli, fasce bianche, portabagagli … era bellezza pura!)

Ecco, sì, seduti proprio lì, a ridosso della chiesa …

Abitavo a Genova, clima favorevole per un vespista. Anche in inverno, con qualche accorgimento (parabrezza, guantoni alla D’Artagnan, scarpe alte) si circolava tranquillamente. Anche perché, allora – diversamente da oggi – non v’era problema alcuno a posteggiare una Vespa in centro. Provateci oggi … In primavera ed estate poi, te la godevi veramente. Le corse in riviera, nelle mattinate primaverili … avvertivi il profumo dei fiori dei giardini che costeggiavano l’Aurelia e poi, a Camogli, arrivavi quasi in spiaggia! Posteggio e via, insieme alla morosa (Maria Teresa, oggi sposa) a comperarci due tranci di figassa (focaccia) col formaggio che mandavamo giù con due bei gianchetti (bianchetti) di vino giancu de Portufin, per poi fare la siesta sul gradone a ridosso della parete est della chiesa parrocchiale, che si affacciava al sole del mezzogiorno ed al mare, lì a due passi. Leggendo il Secolo XIX. Felici.

Vecchia berlina, quanto tempo è passato … quanti ricordi fai rivivere tu …

E le sere d’estate, dopo una giornata di lavoro ed una veloce cena, sempre con Maria Teresa seduta “di traverso” sul sellino posteriore, via! In riviera! (e dove sennò?). Oltre ai profumi di cui sopra, avvertivi anche la diversa temperatura dell’aria a seconda che l’Aurelia fosse costeggiata, a monte, da un muraglione o da giardini. Devo dire la verità. Non sempre Maria Teresa era contenta, quando, uscendo di casa, mi trovava ad attenderla, in cortile, in sella alla Rally anziché al volante della Fiat 1500 verdone. Più che altro per i capelli … ci teneva tanto … usciva sempre molto in ordine … io un po’ meno: blue jeans, maglietta ed un golfino “in vita”. Ma tantè …

… poco a monte del Lido d’Albaro

Vespa un amore, anzi due. Infatti c’era Maria Teresa. Ci siamo sposati il 5 gennaio 1971, “per andare a sciare” (ma si può?!) La nostra prima casa … Genova, Via Puggia (Puglia), poco a monte del Lido d’Albaro, in collina fra i verdi quartieri di Albaro e S. Martino. Casa con giardinetto, che poi diventava anche il garage della Vespa. Trasferito da Genova, vendetti quella Vespa, per poi pentirmene e comperarne altre. Qualche anno fa, a Riva del Garda, nel giardino di un amico, vidi una vespa, sola, triste, abbandonata. Si capiva benissimo che nessuno le parlava, da tempo … da troppo tempo. Detto fatto: me la vendi? Si! Grazie. Prego. Ed ecco che una vespa è diventata la mia Vespa.

L’ultimo (forse) amore: la mia attuale Vespa PX 150

Lavorando a Riva del Garda quale responsabile di una società della “mobilità”, ovviamente mi “muovevo” molto fra l’ufficio, il cantiere (stavamo costruendo un parcheggio interrato) e l’intero territorio comunale, per verificare, insieme ai miei “ragazzi” che le cose funzionassero. Anni di lavoro con la mia Vespa da lavoro. Adesso sono in pensione, a Trento. E la mia Vespa anche, a Riva del Garda. Infatti nelle due città e nelle loro vicinanze io ormai giro solo in bicicletta, in barca a vela o in sci, non avendo più obblighi di tempo o di abbigliamento (giacca e cravatta il più delle volte sono un ricordo del passato). Tuttavia, ogni tanto, la prendo, la porto a fare un giretto, tanto per mantenerla in forma: sapete, ne vale la pena, perché è una Vespa d’epoca, una PX 150 del 1981, con 15.000 km reali! Praticamente nuova, una vera rarità! Gli amatori me la stanno chiedendo, ma io non mi so decidere … è una cugina prima del mio primo amore, della Rally …

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LA CINA E’ VICINA, E NOI? DELOCALIZZAZIONE, EVASIONE FISCALE E GRILLATE, ED ECCO DOVE SIAMO ARRIVATI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2013 @ 6:48 am

Detto altrimenti: entriamo degli avvenimenti, capiamoli, colleghiamoli, essi ci riguardano, non siamo semplici spettatori.

Nel diciannovesimo secolo, insieme ad altri stati europei, abbiamo fatto ben due guerre contro la Cina (le guerre dell’oppio) perché si era rifiutata di importare l’oppio prodotto con il lavoro degli schiavi (ops, scusate, dei coolies, fa più fine) dagli Inglesi nella colonia India.

Le Guerre dell’oppio furono due conflitti, svoltisi dal 1839 al 1842 e dal 1856 al 1860 rispettivamente, che contrapposero l’Impero Cinese sotto la dinastia Qing al Regno Unito al culmine di dispute commerciali tra i due paesi. In risposta alla penetrazione commerciale britannica che aveva aperto il mercato cinese all’oppio dall’India britannica, la Cina inasprì i propri divieti sulla droga, e ciò scatenò il conflitto. La sconfitta dell’Impero Cinese in entrambe le guerre costrinse il paese a tollerare il commercio dell’oppio ed a firmare con gli inglesi i trattati di Nanchino e di Tientsin, che prevedevano l’apertura di nuovi porti al commercio e la cessione di Hong Kong al Regno Unito; da questi eventi si fa iniziare l’era dell’imperialismo europeo in Cina. Numerose altre potenze europee seguirono l’esempio e firmarono trattati commerciali con la Cina, dove questi accordi furono in maggioranza visti come umilianti e alimentarono un sentimento nazionalista e xenofobo che si sarebbe poi espresso nelle rivolte di Taiping (1850-1864) e dei Boxer (1899-1901).

Oggi la Cina sta aprendo a Milano filiali della sua Agenzia di Rating e della Bank of China per acquistare le nostre imprese. si parla già dell’area Falk a Sesto S. Giovanni e del 28% di Telecom (da parte del gruppo cinese Huthison Wampoa – già proprietario di Hg3 e “3” -) tanto per non fare nomi.

Nel frattempo il mio giaccone invernale (un normale piumino), il mio berrettino da sole, il mio computer, la pompa per la bicicletta, completa di barometro, acquistata al supermercato per soli €12.80, sono made in China. In compenso per una catena antifurto con lucchetto made in Italy, da un ciclista nostrano  mi sono stati “rapinati” ben €25,00!

E noi?

Noi abbiamo “delocalizzato” perché in Cina, in Romania, in Brasile etc. la manodopera costa molto meno … che volete … la concorrenza … le regole del mercato … Ho capito, ma intanto mi sorgono due domande che rivolgo ai nostri imprenditori:

1) avete delocalizzato anche gli utili?
2) non vi siete posti il problema che dopo avere imparato l’arte, gli stranieri ne avrebbero fatto tesoro e si sarebbero messi in proprio? Un esempio? L’SGS Ates di Agrate Brianza (era del gruppo STET) era leader mondiale nei semiconduttori, quelle piccole cose alla base dei computer. Ha delocalizzato. Oggi leader mondiali sono altri.

Eppure, dicono, l’Italia “privata” è più ricca della Germania “privata”. Solo che ciò è avvenuto in favore di pochi Italiani, a danno di molti Italiani e ai danni dello Stato. Ma allora, che vuol dire tutto ciò? Che molti hanno evaso le imposte. Ma allora, che fare sui due fronti del fisco e della politica industriale?

1) Fisco. Cinque grandi paesi europei (Italia, Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna) stanno concordando per una banca dati comune ai fini anti evasione. Era ora. Questi Stati stanno proponendo lo stesso modello all’UE (il Commisario UE alla fiscalità Algirdas Semeta ha accolto molto favorevolmente la proposta!), che potrà estendere il modello agli altri paesi dell’UE ed agli USA. Già perché l’evasione annua stimata è la seguente (in miliardi di euro): Italia,180; Francia, 120; Germania, 128; Gran Bretagna, 74; Spagna, 72 (se non altro, almeno in questo caso siamo i primi!!). Se aggiungiamo l’evasione degli altri paesi non ancora censiti, arriviamo a 1.000 miliardi l’anno di evasione fiscale UE. E quella m ondiale?m E’ stimata pari al PIL USA + Giappone.

Non crediate che gli Stati stiano facendo ciò spinti da una istanza morale … no, è solo che “hanno bisogno di soldi”. Tutto qui. ma a noi va bene lo stesso, no stamo a spaccà er capello, dicheno a Roma…

E la Svizzera, che si avvia ad essere un ex paradiso fiscale? Anche la Svizzera sta cambiando, lentamente ma sta cambiando. Pensate un po’ che tre banche svizzere ( UBS, Credit Suisse e Julius Baer) hanno chiesto ai loro clienti tedeschi di dichiarare che sono in regola con il loro fisco nazionale. E’ solo un invito, sarà solo per mettersi a posto almeno formalmente, tuttavia è un inizio. E anche il Liechtenstein (Vaduz) ha iniziato a trasmettere dati agli USA, in funzione antievasione dei capitali USA ivi depositati. Chi resta ancora defilata (ma non ancora per molto) è l’Austria … ma presto dovrà adeguarsi. E già molti Italiani che sul parabrezza dell’auto hanno la vignette di abbonamento alle autostrade austriache si stanno preoccupando a dove traslocare i loro averi …

Le strisce, mettiamole le strisce! E presto!

2) Ma quanto sopra non basta. Infatti i capitali sono molto “liquidi e fluidi”, come il mercurio, e vanno là dove sono meno tassati. Quindi occorre costituire gli Stati Uniti d’Europa, accordarsi con gli USA, e vietare qualsiasi rapporto di qualsiasi natura con i paesi ”terzi” che non adottino analoghe regole fiscali, bancarie, valutarie e che non rispettino i diritti umani, civili, del lavoro, sulla libertà religiosa, sulla parità dei sessi e le regole per la salvaguardia ambientale e del risparmio energetico.

Riccardo, mi stai dicendo che ci sono cose più importanti delle commissioni parlamentari? Non ci avevo pensato …

Beppe, altro che uscire dall’Euro! Altro che occupare il parlamento, Beppe! Altro che la tua “primavera araba”! Questi sono i temi sui quali “rivoluzionare” il sistema. E poi, se mai, la primavera araba nostrana non sarebbe la tua, ma temo che possa essere quella dei milioni di disoccupati … Quindi, a maggior ragione diamoci da fare, finchè siamo in tempo, noi Cittadini a capire queste tematiche e voi Partiti e i MoVimenti ad intervenire, e di corsa, senza perdere tempo sull’attivazione o meno delle commissioni parlamentari anche prima della formazione del governo! Non potete permettervi più il lusso di “babbiare” (dal dialetto siciliano = di scherzare, di fare stupidate).

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ANTIPATICI PERCHÉ GRILLINI O GRILLINI PERCHÉ ANTIPATICI? QUELL’ ANTIPATIA SENZA GENIALITA’ DEI GRILLINI IN PARLAMENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2013 @ 2:17 pm

Detto altrimenti: open blog, il mio, ed ecco che vi rimando ad un post (del 3 aprile) di un altro blog, www.dituttounblog.com  a sua volta preso dal blog di Francesco Merlo

Leggetelo, ne vale la pena!

Fine di questo post cortissimo, rinvio!

P.S.: per vostra comodità vi trascrivo il mio commento a quel post: è in attesa di moderazione, cioè di essere pubblicato, ma credo che non ci saranno difficoltà …

Va là Beppe, che ti t’e un bellu generin, tu sei un bel caratterino, un bel tipo … oddio … bello poi tanto forse no, diciamo … un tipo

Ermafroditi della politica: contemporaneamente estrema destra ed estrema sinistra, entrambe però extra le regole parlamentari. Infatti … occuperò il parlamento, anzi … io parlo di occupazione, i miei dicono che ci studiano la Costituzione: dovremmo metterci d’accordo. Infatti, occupazione o sala per il doposcuola? (Ma l’ultimo spenga la luce, che la paghiamo noi, caspita! N.d.r.). La mia è occupazione, chi non occupa, golpa (voce del verbo golpare)! Trasparenza sugli altri e oscurantismo su di me; non contribuisco a far nascere un governo ma voglio governare le commissisoni parlamentari; democrazia solo al 100%, senza minoranze, ma la mia si, cioè “de- mia – crazia”: al governo con il 25% dei voti! D’altra parte Mussolini aveva una minoranza ben più esigua della mia … A Roma, a Roma! Certo, chi ci andò in vagone letto da Milano, chi in camper o in SUV da Genova: entrambi dopo avere mandato avanti gli altri, della serie quelli che a me viene da ridere; due pesi e due misure; non parlate, scrivete, anzi no, scrivo io. E dire che avresti potuto entrare a governare insieme al PD, e poi, dall’interno, portare avanti i tuoi progetti. E invece no, guai a ragionare, a confrontarsi! Non sapete andare oltre il primo livello delle affermazioni generiche, generali, di principio (quale principio? Qui ci portereste alla fine!). La favola che ci racconti contiene solo la pars destruens, distruttiva: di costruens, costruttivo, non vedo nulla. Accurata selezione per titoli ed esami per i portaborse, per i parlamentari 50 voti raccattati al bar, genoani o sampdoriani fa lo stesso, della serie quelli che “Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo …”. Le male lingue dicono che nell’ultimo anno il tuo reddito è raddoppiato, fino a 5 milioni netti di euro. Dicono. Come fu, Beppe? Vero è? Oppure no? Spiegacela tu la verità. E’ vero che a Genova il grande Gilberto Govi diceva che quel che conta è la salute, ma che un uomo senza soldi è mezzo marottu (dialetto genovese = malato), ma tu mi sembri in ottima salute, sotto ogni profilo. Complimenti! Ma … detto altrimenti come suona? Suona così: accà nisciuno è fesso, Beppe!

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LO SCANDALIERE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2013 @ 11:50 am

Detto altrimenti: lo scadenziere degli scandali.

Uno scandalo al giorno leva quello precedente di torno. Il giornalismo, la libera stampa … che Dio ce la conservi, sana e a lungo! Solo, mi permetto di suggerire agli editori un nuovo quotidiano, in edizione cartacea, web e TV: “Lo scandeliere”. cioè un giornale dedicato esclusivamente a seguire l’andamento dei processi di “correzione” dei vari scandali man mano che essi sono denunciati anche all’opinione pubblica. Infatti oggi troppo spesso accade che l’opinione pubblica sia molto informata solo sull’avvio di certi scandali, ma che successivamente, poiché – lo scandalo nuovo fa più notizia e scaccia lo scandalo vecchio – si perda traccia dello sviluppo delle “azioni correttive” delle “situazioni anomale” segnalate e perseguite.

Un esempio? Oltre un anno fa la trasmissione TV Report ci segnalava che la CRI – Croce Rossa Italiana era stata commissariata per vari motivi: da anni non forniva il previsto bilancio al Ministero del Tesoro; da una indagine risultavano “scomparsi” (letteralmente, “scomparsi”) decine e decine di immobili di sua proprietà; molte sue proprietà anche di gran pregio (ricordo una grande villa con parco sul Golfo di Lerici) erano lasciate in totale stato di abbandono, alla mercè di gatti e di sbandati; etc.. Ebbene, che ne è stato di quella indagine?

Un altro esempio? Che ne è dell’esame della tesoreria di tutti i partiti politici, dopo gli scandali recentemente emersi in capo ad alcuni tesorieri’

Ptai, ptai! Vola, vola! Gridava una bimba greca lanciando il suo areoplanino ad elastico. Ecco, con gli F 35 siamo a quegli stessi livelli di sicurezza! Solo che costano un pochino di più …

E poi, che si sta facendo per disdire l’acquisto dei cacciabombardieri F35, a causa delle gravissime inefficienze accertate e denunciate dallo stesso pentagono USA? Dice … ma noi abbiano già pagato 2 miliardi di euro … Appunto, facciamoceli restituire: “inadimpleti non est adimplendum!” Ma già, il latino già lo conosciamo poco noi qui in Italia figuriamoci se lo capiscono in USA! E poi, non ci sono bastati gli Starfighter F 104, poi soprannominati “bare volanti“!?

Etc., etc., etc..

Comunque, quale Direttore proporrei per quel nuovo giornale? Elementare, Watson: Milena Gabanelli.

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INCIVILTA’ AL DERBY ROMA-LAZIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2013 @ 7:03 am

Detto altrimenti: ed è tutta gente che va a votare … uno “vale” uno

Anzi no: uno “conta” uno, ma uno non “vale” uno: forse qualche uno si sforza a “valere” meno di altri. E ci riesce, e come se ci riesce! Sarò un classista, datemi del classista, ma non ce la faccio a stare zitto. E che!? Il destino del mio Paese dipende anche dal voto delle persone che si sono accoltellate prima del derby Roma – Lazio; di persone che – secondo il proprietario di un movimento – devono essere condotte a votare un referendum sull’uscita dall’Euro!? Ma che ne sanno degli effetti di una simile decisione?  Di persone attratte dal calcio … quando poi c’è la nazionale … non ne parliamo: sono attratte e soprattutto sono accomunate dal grido “Forza Italia!” Siamo messi bene, siamo …

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E’ MORTA MARGARETH THATCHER

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2013 @ 6:51 am

Detto altrimenti: c’è chi festeggia con un brindisi

No. Non concordo. Io non la penso come lei (politicamente, s’intende). ma i morti si rispettano, tutti. Trovo che le manifestazioni di giubilo da parte di alcuni suoi ex avversari politici che addirittura brindano alla sua morte siano assolutamente fuori luogo, manifestazioni incivili, che richiamano le peggiori tradizioni di una barbarie che credevamo superata, soprattutto nella “nobile” Inghilterra.

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QUELLI CHE LE TASSE … IO NO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2013 @ 6:36 am

Detto altrimenti: basta elusione d evasione fiscale. Era ora!

In Francia è stata avviata un’importante politica di moralizzazione della componente economica-finanziaria di chi è impegnato in politica e nelle istituzioni. Così, tanto per dare il buon esempio … mica per altro …

Italia, Spagna, Germania, Francia ed Inghilterra si sono accordate per una azione comune contro l’evasione e l’elusione fiscale. Inoltre questi stati hanno stipulato una accordo in tal senso con gli USA, che hanno già deciso per la assoluta visibilità dei loro investimenti all’estero. I cinque stati porteranno il loro accordo in sede UE.

Quanto varrebbe questo “recupero” di risorse? Circa 1000 miliardi di euro l’anno, pare, non meno … mentre l’evasione fiscale su scala mondiale varrebbe quanto il PIL USA e Giappone messi insieme. Non male …

L’obiettivo “utopico”? A mio avviso, pervenire agli Stati uniti d’Europa, operare a tutto campo, e stipulare con gli USA un accordo globale, che escluda qualunque rapporto con i paesi “terzi” rispetto ai due Stati Federali i quali non rispettino le leggi bi-federali su finanza, banche, fisco, diritto del lavoro, diritti civili, rispetto ambientale, risparmio energetico, etc..

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