POST 1091 – “SPESE RISERVATE”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Novembre, 2013 @ 6:06 pm

Detto altrimenti: con denari propri, si, ma con quelli pubblici …

C’era una volta … tanti, tanti anni fa una SpA nella quale fui trasferito a sostituire il Direttore Amministrazione, Finanza e Controllo. Quasi per caso scoprii che esisteva una voce di spesa “criptata” così denominata: “Spese a conoscenza della direzione”. Obiettai che tutte le spese erano e dovevano essere a conoscenza della direzione e abolii quella voce dal bilancio.

Al Governatore uscente della Provincia Autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder, viene contestato l’uso improprio – e quindi illegittimo – di denaro proveniente dal “Fondo riservato” per oltre mezzo milione di euro (ovviamente relativo agli anni per i quali spese analoghe sarebbero comunque coperte dalla prescrizione). Al riguardo mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature:
1 – In ogni caso la magistratura (contabile e ordinaria) non dovrebbe “lasciar cadere in prescrizione” proprio  nulla.
2 – La semplice contestazione deve eventualmente trasformarsi in un formale rinvio a giudizio, prima di poter definire Durnwalder “imputato”.
3 – Quando fosse imputato, sarebbe innocente sino alla sentenza definitiva.
4 – Personalmente ritengo che chi occupa certe posizioni, non solo debba essere aioneso, ma debba anche apparire tale.
5 – Mi auguro solo che la situazione si chiarisca al più presto.
6 – Ritengo che i cosiddetti “Fondi riservati” dovrebbero essere aboliti.

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POST 1090 – LA GERMANIA E’ RIMPROVERATA DALL’UE PERCHE’ E’ TROPPO BRAVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Novembre, 2013 @ 2:05 pm

Detto altrimenti: e facciamoci due risate, dai … anche perché in un paio di occasioni li ho fregati, i Tedeschi!

Fuori pista a Monginevro (Via Lattea)

Troppo bravi i Tedeschi? Esportano troppo? Ma che si pretende  … che dobbiamo tutti adeguarci “all’alto” piuttosto che “al basso”? E allora noi li rimproveriamo. Mi viene in mente quando “da giovane” ero donatore di sangue. Donavo e andavo in ufficio. Mi fecero notare che “gli altri colleghi si prendono il previsto giorno di riposo e che quindi anche Lei, dottore .”. Ok, recepito il messaggio. Morale: mi misi a donare il sangue solo di venerdì mattina presto, vestito da sci,  e poi via, a sciare tre giorni filati: infatti lavoravo a Torino ed aveva un appartamentino sulla Via Lattea, a Cesana Torinese, fra il  Colle del Sestriere e quello del Monginevro. un’ora e mezza di auto. Contenti tutti!

Ma veniamo ai Tedeschi. Quando fui trasferito da una società soprattutto italiana in Torino ad una soprattutto tedesca in Milano, colsi le parole di un mio capo (italiano). “Sa quella è gente che a fine di ogni riunione redige un verbale, stabilisce l’ordine di distribuzione del documento …”. A me sembravano cose normali. Comunque, provenendo quella stessa mattina da Torino, entrai nel nuovo ufficio alle nove, posai la mia valigia in un angolo del nuovo ufficio e cominciai a lavorare. Al residence dei primi tempi avrei pensato verso sera. Anni dopo mi dissero che per questo mio modo di approcciarmi al lavoro avevo fatto un’ottima impressione.

Abitare qui, a mezz’ora di Es-bahn dall’ufficio … non male, direi!

I mei colleghi dirigenti tedeschi, a Monaco, lavoravano dalle otto alle cinque del pomeriggio, 2+2 faceva quattro e alla svelta anche ed alle cinque tutti a casa. Il viaggio in Es-bahn, metropolitana esterna: casa-ufficio, 30 minuti. Alle 17,30 tutti al lago (sotto casa, visto che abitavano nella bellissima zona dei laghi intorno a Monaco), cena alle 18,00 ed alle 19 con il sole ancora alto (s’era d’estate e noi vincemmo i mondiali di calcio contro di loro, 3 a 1), al concerto, in abito da sera, loro e le loro mogli. Che differenza rispetto a Siemens Milano-Mailand! Per arrivare in ufficio alle otto da Monza dove abitavo a Milano (17 km) dovevo partire di casa alle sette e mezza. Poi in ufficio sino alle otto di sera e un’altra ora di traffico per arrivare a casa. Vabbè … è acqua passata … chissà oggi come è scorrevole il traffico sulla Monza-Milano!

Ma che dite … che non vi racconto le due “fregature” che ho rifilato oloro? Quando mai!? Eccole:

Ogni mese dovevo recarmi a Monaco per una riunione con il mio GC-Gran Capo della Finanza. Aereo a Milano alle sette, arrivo a Monaco alle otto e in ufficio alle otto e venti. La segretaria mi fa accomodare nel suo ufficio, socchiude la porta dell’ufficio del GC che io intravedo con la tazzina di caffè in una mano e il giornale nell’altra- “Il Dottor Lucatti …” dice la segretaria. E il GC :”Schon da?” che tradotto significa “Già qui?”. Ecco, tu e la tua tempestiva puntualità teutonico-wagneriana … hai trovato chi ti ha bagnato il naso! E una!

Seconda “fregatura”. Monaco, settembre (periodo dell’Oktober Fest), solita riunione di lavoro. Alla fine mi faccio chiamare un taxi. ”Arriva in cinque minuti” mi dice il commesso Siemens, dopo avere parlato con il Service Taxi.  Aspetto. Il taxi arriva dopo otto minuti. Ed io, in tedesco, guardando l’orologio: “Avete detto cinque minuti ma siete arrivati dopo otto minuti”. Mi risponde: “Mi scusi, ma sa, c’era traffico … abbiamo l’Oktober Fest”. Io faccio finta di riflettere, poi con un piglio molto  serio: “Oktober Fest? Ma se siamo in settembre!”. L’altra (era una ragazza in abito tirolese tradizionale, il dirndl) resta perplessa, riflette, non sa cosa dire. E due! Ma poi mi ha sorriso, ed io l’ho perdonata!

 

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POST 1089 – USCIAMO DALLA CRISI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Novembre, 2013 @ 9:29 am

Detto altrimenti: uscire dalla crisi attraverso un cambiamento dell’attuale angolo visuale, troppo consuetudinario e ragionieristico (!Gubernar no está haciendo ragioneria!)

Tutti svegli e consapevoli di fronte questo nuovo “alzabandiera” dell’Intelligenza Nazionale!

Sveglia! Giù dalle brande! Adunata! Per uscire dalla crisi mettiamo la testa sotto un getto di acqua fresca, spalanchiamo la finestra della nostra intelligenza, facciamo prendere aria al cervello, adottiamo la tecnica dello zero base budget, cioè della programmazione ex novo. In altre parole: non restiamo schiavi del “s’è sempre fatto così, stavamo facendo così, fanno tutti così …, cerchiamo di migliorare quello che già stavamo facendo, cioè il “vecchio” …. Al contrario, per uscire dalla crisi dobbiamo essere “moderni”, cioè adottare sino ad oggi inimmaginabili ma che oggi si impongono.

1 – Dobbiamo azzerare tutti i precedenti schemi. Azzerare i privilegi di casta, le leggi “particolari”, le incongruenze macroscopiche, le elusioni non solo fiscali ma delle leggi in genere, adottiamo il 2+2 fa 4 ed alla svelta.

2 – Attuiamo un rescheduling del nostro debito pubblico. per due anni paghiamo solo interessi e non restituiamo le quote di capitale.

3 – Lo Stato emetta prestiti irredimibili, che poi ogni risparmiatore investitore potrebbe poi vendere in borsa.

4 – Istituiamo il reato di “elusione della legge” non solo fiscale.

5 – Non facciamo sconti agli evasori fiscali. Dichiariamo guerra ai paradisi fiscali.

6 – Verifichiamo la validità del nostro attuale modello di sviluppo e se del caso adottiamone un altro …
7  … che sia fondato sui nostri punti di forza. i giovani, la ricerca, il turismo, l’ambiente, l’arte, la cultura, la piccola media impresa, la difesa del territorio …

8 – … in altre parole: riscriviamo l’ordine delle priorità, anche se ciò comporta l’abbandono di vecchi progetti inutili, costosi e non prioritari (F 35, TAV, etc.).

8 – Dichiariamo guerra alla mala finanza.

10  – Cerchiamo di passare dalla amoralità all’immoralità (sarebbe già un progresso!) e subito dopo dall’immoralità alla moralità (= ricerca del bene comune).

Come fare tutto ciò? Attraverso un accordo fra gli USA e gli USE- United States of Europe … ma … dice … se gli USE non esistono nemmeno! Ecco, appunto, fondiamoli, e in fretta anche, aber schnell auch … altrimenti la nostra attuale guerra (europea, non solo italiana) resterà quella che è: una guerra fra poveri ragionieri. Già … perché governare non è fare il ragioniere, tolgo un po’ qui, metto un po’ là … etc. a saldo invariato).

 Con il massimo rispetto per tutti i Ragionieri e la loro Professione!

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POST 1088- VENDERE LE SPIAGGE, I MORTI DI NASSIRIA, INSEMINAZIONE ARTIFICIALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Novembre, 2013 @ 5:50 pm

Detto altrimenti: varietas delectat, la varietà (di argomenti) diletta, piace …

Lo Stato …vendere le spiagge? MACCOMESIFA anche solo ad immaginare una cosa simile? Oggi le spiagge, domani i boschi e poi? L’aria? Eh no, cari miei, questo tipo di vendita è brevetato da certi imprenditori fai da te napoletani, che da molto tempo hanno introdotto la vendita ai turisti di barattoli contenenti “Aria di Napoli”.

Brigadiere CC Salvo D’Acquisto

Nassiria. Io (classe 1944) sono figlio di un Maresciallo dei Carabinieri, classe 1912, che fra l’altro si è fatto due anni di prigionia in Germania … Ciò premesso, i Carabinieri morti a Nassiria eroi? Io direi piuttosto vittime. Eroe, secondo lo Zingarelli 1997 e “chi sa lottare con eccezionale coraggio e generosità, fino al cosciente sacrificio di sé, per una ragione o un ideale ritenuti validi e giusti”. Quindi onore ai nostri Carabinieri, rispetto massimo per loro e le loro famiglie, anche se per me sono vittime, nobili vittime, ma un po’ diversi dal loro collega Salvo D’Acquisto … un po’ diversi da quei tecnici giapponesi che si sono offerti volontari per scendere nelle viscere della centrale nucleare esplosa, consci che le radiazioni che avrebbero ricevuto li avrebbero uccisi in una settimana.

Inseminazione artificiale. Delle piante, della verdura, della frutta, delle messi … Milena Gabanelli, ultimo Report: le multinazionali chimiche e farmaceutiche si sono brevettati i … semi di mele, altra frutta, verdura, frumento, soia, mais, etc. . Se vuoi coltivare quelle specie, devi comperare da loro i semi e gli antiparassitari “dedicati”; puoi “usare” i semi una sola volta; non puoi riprodurli; puoi vendere solo la quantità di prodotto corrispondete alla quantità di semi acquistati (da loro); se sgarri ti estirpano le piante e/o ti chiedono forti risarcimenti. In Canada, un forte produttore afferma: “Prima per i semi spendevo un dollaro ad ettaro. Ora 75”. In Trentino, il Presidente di Coldiretti Gabriele Calliari dichiara: “E’ come avere un melo in prestito sul tuo terreno. L’assistenza tecnica ti dice quello che devi o non devi fare, ti dice a chi conferire, a quale prezzo. E’ il ritorno alla mezzadria. Significa lavorare per gli altri e mangiarsi il futuro”.  Altri (Alessandro Dalpiaz, Direttore Apot) replica che questo fenomeno in Trentino è limitato al 5% e che anche il Trentino ha il suo brevetto, la mela Fem8. Io contro-replico: quante sono le specie brevettate? E in quale percentuale sul totale? Non si rischia di fare altre sette sorelle (questa volta non del petrolio e del tabacco, ma del cibo)? Non si rischia di trasformare l’agricoltura in mala finanza (mala, anche delle mele)? Le mutinazionali accumulano enormi utiki che poi investonio in titoli tossici: leggete il post precedente … che il cerchio si chiude!

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POST 1087 – TASSI, RENDIMENTI, FINANZA … SI PREPARA LA SECONDA BOLLA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Novembre, 2013 @ 5:11 pm

Detto altrimenti: FINANZA PER TUTTI, ovvero, dopo la prima bolla (immobiliare, made in USA), si sta gonfiando la seconda (mobiliare, made ovunque)?

Errare humanum st, perseverare diabolicum! Ovvero, come la (mala) finanza rovina il mondo.  La prima bolla è bene descritta a pagina 64 del bel libro “La felicità in America” di Enrico Deaglio (Serie Bianca Feltrinelli). L’autore ci testimonia un particolare della sua visita alla città di Paterson (New Jersey, un’ora di treno a nord di New York, città che è stata la capitale dei foreclosures, cioè degli sfratti dalle case di tantissimi mutuatari debitori insolventi, al punto che per strada si vedevano moltissimi cartelli “We buy houses cash”, ovvero “Comperiamo case, pagamento in contanti!” Al 30% del loro valore, s’intende. Ma questo non c’era scritto.

Cosa era successo? Lo ripeto (da miei post precedenti) …si fa così. Una banca induce alla stipula di mutui molta gente ben sapendo che poi quei mutuatari non saranno in grado di pagare le rate. Quindi, prima dell’insorgere dell’insolvenza, le banche si vendono a cascata l’intero pacchetto dei mutui (cioè dei propri crediti), incassando tutte una commissione, cioè guadagnandoci tutte. L’ultima banca, per non rimanere con il cerino acceso in mano, cartolarizza il credito che ha acquistato, cioè lo frammenta in tante quote che vende a tanti risparmiatori. Alla fine tutte le banche hanno guadagnato, i debitori insolventi perdono la casa, i privati risparmiatori acquirenti delle frazioni del credito complessivo perdono i loro risparmi.

Oggi. Oggi i tassi di rendimento dei titoli pubblici anche esteri scendono, gli investitori corrono ad investire in Italia, in quanto i nostri rendimenti scendono meno degli altri. Bene per lo Stato, male per i singoli investitori. Ma … attenzione … se come sta avvenendo i rendimenti scendono al di sotto del tasso di inflazione, gli investitori si indirizzeranno verso investimenti più redditizi, cioè più rischiosi, tanto rischiosi, troppo rischiosi …cioè presteranno denari a chi prima o poi, forse, non sarà più in grado di restituirli!  Ecco la seconda bolla!

Le stelle le abbiamo già: aggiungiamoci le strisce, e di corsa!

Ecco dove ci ha portato la prima bolla, ecco dove spero che non ci porti la seconda bolla. Come si fa a fermarla? L’unica strada è un accordo fra USA United States of America e USE, United States of Europe o EUE- Etats Unis d’Europe, si vous préférez …, oder VSE- Vereinigten Staaten von Europa, wenn Sie bevorzugen …

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POST 1086 – MUSICA, MUSICA … EDOARDO BRUNI A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Novembre, 2013 @ 5:08 pm

Detto altrimenti: per “fare Musica” ci vogliono i compositori, gli esecutori, gli organizzatori ed il pubblico. Edoardo Bruni compone musica e la esegue.

Ho sempre pensato che la città di Riva del Garda sia stata fondata da chi vi è arrivato da terra e non via acqua, altrimenti l’avrebbe battezzata Riva del Trentino, o del Sud Tirolo o Riva dei Tiralli, come scriveva Dante quando ci dice che

Suso in Italia bella giace un laco,
a piè de l’Alpe che serra Lamagna
sovra Tiralli, c’ha nome Benaco.
(Inferno, XX, vv. 61 e segg.)

Riva del Garda … se andate sotto i portici della casa comunale vedrete una lapide con incise le varie Signorie della città, dai Ligures ad oggi. I Ligures … vabbè che io sono genovese, ma non è che dalla Liguria i miei avi siano venuti a sfruculiare sino a qui …no! E’ vero il contrario, e cioè che essendo stati abitanti di una ampia regione del nord che sfiorava  anche Riva, sino a contenderla ai confinanti Veneti, nei secoli …  cianin cianin, sans’asbriu (pianino pianino, senza fretta) si sono ritirati a godersi la pensione (storica) in Terra Liguria.

Ruggero Polito e Edoardo Bruni

Ma veniamo alla Musica. A Riva del Garda, oltre al Conservatorio Bonporti, a MusicaRivaFestival, alla Scuola Musicale e a tante altre prestigiose iniziative “musicali” ve ne è una “privata”: l’Associazione Amici della Musica, presieduta e “diretta” da oltre 50 anni dal Presidente Direttore della nostra … compagine, Dr. Comm. Ruggero Polito, Presidente Emerito del Tribunale di Rovereto. Vice Presidente è il M.° Professor Riccardo Giavina, compositore e musicista di fama internazionale.
Ruggero Polito, musicista (violino nella camerata Musicale di Arco; pianista), musicologo, e alla tenera età do 80 anni, alunno del nono anno del Conservatorio! Egli è il motore dell’Associazione, sotto ogni profilo. Può bastare?

 Cosa fa l’Associazione? Organizza concerti, una decina all’anno. Nalla sala dell’Auditorium del Conservatorio Bonporti in Riva del Garda, grazie alla disponiblità del Comune e dei sucecssivi Direttori del Conservatorio, da ultimi  Franco Ballardini e Corrado Ruzza. L’organizzazione ed il finanziamento di tali attività non è cosa semplice, sia per il forte anticipo con il quale si deve programmare l’attività annuale pur in presenza della aleatoria disponibilità dei musicisti su impegni di medio lungo termine, sia per l’aleatorietà della copertura finanziaria delle esigenze operative. Tuttavia anno dopo anno, l’Associazione procede nella sua azione!

Edoardo Bruni “al lavoro” nel suo “Laboratorio Musicale”

L’ultimo concerto organizzato? Il 9 novembre 2013, presso il detto auditorium del Conservatorio, il recital pianistico del Compositore Pianista M° Professor Edoardo Bruni. Edoardo (scrivo così perché è un amico), 38 anni investiti musicalmente (rileggete il post 1072 del 2 novembre).

 

Come compositore, Edoardo innova. Infatti dal raffronto dell’estetica dell’ingenuità (tonalità  adizionale) con l’estetica del malessere (atonalità estrema) egli ricava (cioè, scrive) il suo Progetto,  il Progetto Compositivo “Ars Modi”, L’Arte del Modo. Ne risulta una musicalità moderna e comprensibile (questo è il punto!), complessa  e piacevolmente ascoltata e compresa da tutti. Per aiutarci a comprendere la tecnica della “pan-modalità” che viene utilizzata nell’Arte del Modo e che all’Arte del Modo da il nome, Edoardo ricorre ad una figura: “Non siamo in monarchia, nella quale una Nota, sempre, comanda le altre. E nemmeno in una anarchia, in cui nessuna nota comanda, bensì in una Repubblica Musicale, nella quale la Nota di volta in volta scelta, eletta, di volta in volta guida le danze delle altre”. Dalle sue parole e dalla sua musica emergono: la ricerca e la complessa articolazione della costruzione musicale da un lato; la comprensibilità e la gustabilità dall’altro. Edoardo avverte: “Diffidate di chi vi dice che Voi … non riuscite a gustare una Musica perché non la potete capire, perchè non siete preparati … aggiornati”. La Musica non è artificio snobistico riservato ai pochi che la comprendono o, peggio, ai molti pochi (o ai pochi tanti) che fanno finta di comprenderla.

Edoardo, oltre a brani di Debussy, Chopin e Rachmaninov, ha eseguito sei suoi preludi: Evocativo, Lontano, Fluttuante, Cupo, Narrativo, Disteso.

A fine concerto, l’intervento congiunto dell’Autore e del Presidente Polito ha ulteriormente contribuito alla godibilità del concerto. E poi … tutti in pizzeria … perché non di sola Musica vive l’uomo!

Grazie Edoardo, grazie Ruggero! E grazie ai tanti spettatori che sono intervenuti. Il prossimo concertyo dell’Associazione? Il 23 novembre 2013 ad ore 17,30, stessa sala: Concerto dei migliori diplomati del Conservatorio: duo Daniel Roscla (clarinetto) e Diego Cavada (pianoforte). NON MANCATE!

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POST 1085 – ITALIA, PROBLEMA POLITICO O ANTROPOLOGICO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Novembre, 2013 @ 4:23 pm

Detto altrimenti: riusciamo ancora ad essere una Res Publica?

Dice … senza i partiti non si arriva a nulla. Concordo. Ma quali partiti? Per arrivare ad avere una “visione d’insieme” e quindi a “soluzioni d’insieme”, occorre una visone europea, al cui interno ciascun partito si riconosca come “partito europeo”. Si riconosca, ma soprattutto si strutturi ed agisca come tale. Il solo riconoscimento non basta.

 

Il Filosofo antropologo Claude Levy Strauss (1908 – 2009), fra l’altro Professore di antropologia sociale

Ma veniamo all’antropologia. Cioè “parliamo dell’uomo. degli uomini”. Spesso noi ci domandiamo come mai il popolo italiano (cioè tutti noi) non “reagisce” (democraticamente, s’intende!) alla mancanza di una visione d’insieme da parte della politica; alla mancanza di un riordino delle priorità; alla presenza di tanti scandali; al mancato superamento della (anche attuale!) visione e concezione “ragionieristica” della politica (soprattutto economica)?

Provo a rispondermi. Forse, l’Italiano fa fatica a pensarsi in una prospettiva pubblica. Cioè, non si sente parte della Res Publica, ma al contrario la interpreta come ciò che “sta intorno a se stesso”. In altre parole: lo Stato è ciò che circonda il mio privato, e quindi uno scandalo (ad esempio, il furto del denaro pubblico) non è un danno arrecato a me, bensì ad un soggetto diverso da me, allo Stato, appunto. Lo scandalo attacca ciò che non mi riguarda.

Questo atteggiamento mentale spiega come sia stato possibile, nella storia più recente, che l’Italiano si sia affidato al guru di turno (Mussolini, Berlusconi, Bossi, Grillo, tanto per non fare nomi). In questo modo, infatti, si è bypassato il problema della immedesimazione del privato nel pubblico, per cui io “lavoro, non faccio politica” e rimetto tutto nelle mani dl guru. In tal modo io non sono più tenuto a farmi carico di alcunchè. “Ghe pensi mi”, anzi lu, cioè lui.

Questo è inoltre il motivo per cui nei dibattiti interni ai partiti si fa molta fatica a guardare i programmi, i quali sono le cornici che definiscono la misura del riconoscimento della persona nella Res Publica, e ci si concentra invece sui nomi e sulle “pose” dei candidati, riducendo l’opzione politica ad una intesa fra privati: il votante ed il votato, l’elettore e l’eletto, il cittadino delegante e l’amministratore locale delegato.

Contro questo stato di (mentale) di cose si erano mossi alcuni Politici (la maiuscola non è utilizzata a caso): Moro con la sua DC; Pertini con il suo PSI; Berlinguer con il suo PC. Tutti costoro si posero il problema di riagganciare la politica al circuito della corresponsabilità fra Stato e Cittadini. Ma commisero un errore, quello di credere che il processo potesse essere condotto dall’alto e fallirono, in quanto non si accorsero che nel frattempo, dalla base, l’antropologia della pancia stava riprendendo il sopravvento. Infatti in vario modo affermarono che “La lega non durerà” (Craxi); “Il Berlusconi ’94 non durerà” (Occhetto); “Noi del PD abbiamo stravinto, Berlusconi è finito” (PD, inizio 2013).

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POST 1084 – POVERA LINGUA ITALIANA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Novembre, 2013 @ 11:07 am

Detto altrimenti: o … poveri noi che la maltrattiamo?

Guardate che se fate questo errore .,.. vi metto nell’Inferno!

Domenica. 10 novembre 2013, ore 16,55, Radio 3, trasmissione “Il concerto della Domenica” (o giù di lì …). Il conduttore, nel preannunciare la trasmissione di un concerto do Mozart, ha detto: “Vorrei che voi, giovani musicisti, siate all’ascolto …”. Detto questo …

Problema

Premesso che fra le seguenti forme sintattiche ve ne è una sola giusta …

• vorrei che siate
• vorrei che sarete
• vorrei che foste
• vorrei che siete

… a tutti  coloro che avranno dato la risposta esatta, NON sarà inviata una copia della sintassi della lingua italiana.

 

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POST 1083 – AMMIREVOLE LETTA, MA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Novembre, 2013 @ 8:18 am

Detto altrimenti: … ma, Presidente Letta, nella vita non esiste limite al meglio …

Luis Durnwalder

Ammirevole, Enrico Letta. Innanzi tutto per una piccola grande decisione, quella di rinunciare al doppio stipendio (di Presidente del Consiglio dei Ministri) visto che “ricevo già quello da parlamentare”. Ma non basta … infatti l’intervistatore (a RAI News 24) Massimo Giletti ieri lo ha incalzato: “Ma Lei deve “far fare” oltre che “fare” … e il Presidente di una piccola Provincia, la Provincia Autonoma di Bolzano prende 25.000 euro al mese … ben più di Lei …, mentre, stante le differenti responsabilità, sarebbe semmai corretto il contrario …” (cito fra virgolette ma a memoria, n.d.r.).  E poi … incalza Giletti … “Come si fa a non trovare 2 miliardi in un bilancio di 900 miliardi? E i700 euro al giorno del costo delle auto blu della Cassazione?”, etc., etc… Letta ha risposto con la “riduzione del 25% delle auto blu” e con la riforma in fieri della Costituzione … Bene ma. Ma …

… ma io mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature:

1) bene il “fare”, ma occorre anche “far fare agli altri” visto che si è alla guida degli altri;

2) l’argomentare “ho ridotto del 25%” non mi convince. Infatti se il 100 è esagerato, nel senso che sarebbe giustificabile una spesa pari a 30, ridurre del 25% da 100 al 75 è ancora troppo poco!

3) l’argomentazione di cui al numero prevedente vale anche nei confronti dell’affermazione del ministro Lupi, quando dice che attraverso il TAV verrà movimentato “il 30% delle merci” (sic!). Il 30% di quanto, dico io? Di un totale che da 20 anni sta sempre diminuendo, e che comunque satura solo al 25% la capacità di trasporto dell’attuale linea ferroviaria?!

4) Ammirevole Letta per come, con prudenza, tenacia, lodevole ottimismo, positività, calma, equilibrio, cristiana fiducia, etc. sta conducendo una politica dei piccoli passi. Ma, dum Romae consulitur … mentre a Roma di discute … milioni di persone sono senza lavoro, migliaia di aziende chiudono, scandali d’ogni sorta dilagano giornalmente … le caste resistono nelle loro torri granitiche di privilegi medievali … E allora, direte voi, cosa pretendi tu, piccolo blogger? Hai forse la bacchetta magica? No, amici, non ce l’ho quella bacchetta, … solo che mi piacerebbe sentire parlare di 1) verifica della idoneità dell’attuale modello di sviluppo; 2) esame completo ed eliminazione di tutti i privilegi di tutte le caste; 3)  leggi economiche eccezionali per far fronte ad una situazione eccezionale (praticamente quasi peggio di un dopo-guerra-persa); 4) un riordino delle priorità del Paese; 5) confezione di un modello completo di Stati Uniti d’Europa, da presentare all’UE se non altro come provocazione, come base per un discorso serio …

Ricordate? Più volte vi ho parlato della visione d’insieme che del mare si ha ove si sia seduti in cima ad un’alta scogliere e dalla contemporanea assenza della sua percezione sensoriale; e – al contrario – della massima percezione sensoriale che si ha del mare nuotando fra le onde, quando sentiamo in bocca il sapore del sale, in contemporanea dell’assoluta mancanza di una sua visione d’insieme … E noi? Noi non possiamo solo concentrarci sulla percezione sensoriale dei vari singoli parziali provvedimenti e perdere di vista la visione d’insieme …

San Tommaso Moro (è stato fatto Santo, non lo apevate?) e la sua opera più importante: “L’Utopia”

Utopie le mie? Siano pure Utopie (e la scrivo a bella posta con la lettera maiuscola, questa parola”!), ma senza Utopie l’umanità non va da nessuna parte. L’Utopia rappresenta il massimo, il Modello Perfetto al quale tendere. Ecco, “tendere”, cioè “cercare di raggiungere, di realizzare”. Ma, appunto, “cercare” … e a me pare invece che non si stia cercando, non si stia “cercando di realizzare” una Utopia. Perchè? Innanzi tutto per “mancanza di Utopia”. Poi, forse, da parte di alcuni, anche per malafede ed egoismo. E allora, amici, ben venga la teorizzazione di una Utopia, l’Utopia di una società più ”morale”, cioè più indirizzata al conseguimento del Bene Comune e non al sempre maggiore arricchimento di pochi a danno del sempre maggiore impoverimento di un numero sempre più elevato di molti.

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POST 1082 – DALLE NOSTRE TASCHE AI CONCESSIONARI DEI VIDEOGIOCHI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2013 @ 3:37 pm

Detto altrimenti: “Ma vi par possibile che si aumenti la benzina, per far fronte ai minori incassi sulle multe (peraltro già abbondantemente scontate) comminate agli evasori … ops, ai gestori delle macchinette mangiasoldi?” (la Repubblica, 9.11.2013, pag. 3).

Il gioco può rovinare le persone.
Molti per di più si ammalano.
Lo Stato ci guadagna.
I gestori evadono il fisco e sono multati per  1, 165 miliardi euro.
Il fisco li ammette al concordato al 20% del dovuto.
La Corte dei Conti contesta e decide per il 30%, pari a 350 milioni di euro.
“Pare” tuttavia che il fisco non riuscirà ad incassare più di 100 milioni di euro.
Gli altri 250 saranno recuperati con aumento delle accise sulla benzina.

Senza (altre) parole.

P.S.: navigando nel blog troverete ampi articoli sui successi del Colonnello della Guardia di Finanza Rapetto (poi … “promosso” ad altro incarico!);  sulla mafia dei videogioci; su dove vanno a finire le monetine; sulla  Banca Popolare di Milano connection (Ponzellini – Corallo affair), etc..,

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