POST 1071 – OGNISSANTI 2013
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Novembre, 2013 @ 6:53 amDetto altrimenti: Primo Novembre, una visita alla terra d’origine …
… di mia moglie. Nel “ritorno†da Bologna, dove abbiamo assistito un ex centrattacco, ex terzino, ora mister (mio figlio, operato al ginocchio) verso Trento, una deviazione fin quasi ad Alessandria … non è proprio quella che si dice la strada più diretta, ma Ognissanti … la visita ai defunti …
Volpedo, la terra d’origine di mia suocera, in quel cimitero sono sepolti mio suocero e i nonni materni di Maria Teresa, ed allora una visita al Cimitero è anche occasione per riscoprire, ogni volta, quanto di bello quella terra, come tutta la Terra Italia, offre. Offre … a chi la sa apprezzare, a chi la conosce o la vuole conoscere. Piccoli paesi, Grandi Tesori, di Storia, di Cultura, d’Arte, di Vita.
La terra, dicevo, Già , perchè a Volpedo, il paese delle volpi (a suo tempo), adagiato fra le colline dell’Appennino e le sponde del torrente Curone, c’erano molte volpi. Volpedo, Volpeglino, sono nomi che lo testimoniano. A 10 km, Tortona, Der Thur, la Porta (in tedesco), latinizzata poi in Derthona (nome dell’attuale squadra di calcio). La porta che controllava l’accesso dalla pianura alle gole dell’Appennino, verso il mare.
Ma torniamo alla terra, quella Terra che una volta dava letteralmente da vivere, con i suoi frutti. Ed un pezzetto di Terra dei Nonni di Maria Teresa è ancora lì … un Ricordo (le maiuscole non sono utilizzate a caso!). Ed il nostro pellegrinaggio non poteva trascurare una visita al “Pratoâ€, che si chiamava così’ anche quando prato non era, bensì frutteto a peschi e vigne …in fondo un grande pozzo e l’orto. Il tutto curato dal mezzadro.
Dopo il Cimitero e il Prato, la casa del pittore Giuseppe Pellizza (1868–1907) , Pellizza da Volpedo, dapprima divisionista, poi esponente della corrente sociale, autore del celeberrimo Il Quarto Stato, vera allegoria del mondo del lavoro subordinato e delle sue battaglie politico-sindacali … ma è inutile che io qui ricopi ciò che potete leggere direttamente in internet.
Infine, la Pieve Romanica di S. Pietro Apostolo. La Pieve è aperta al pubblico solo due ore al giorno nelle festività . Entriamo. Due giovani, un lui ed una lei, stanno esaminando con attenzione gli affreschi. Siamo felicemente sorpresi del fatto che esistano giovani con questa sensibilità . Di fronte ad un affresco si fa anche presto a parlarsi, a comunicare. “Piacere, Riccardo†… “Piacere, Simonaâ€. E si “scopre†che lei è una storica dell’arte! Uao raga! Detto fatto: mi sono fatto promettere che mi avrebbe spedito un suo  “pezzo†sulla Pieve. Dopo poche ore noi rientriamo a Trento e loro due a Milano. E questa mattina presto ricevo il suo commento. Eccolo:
“ Da fonti che non ho ancora potuto consultare, si parla della presenza di una chiesa battesimale - per cui di un’istituzione vescovile che può somministrare il Battesimo – già dal V-VI sec. (quindi in epoca paleocristiana). Come hai potuto constatare dall’esame delle murature esterne, nulla rimane dell’edificio primitivo. Fortunatamente però vediamo che la zona absidale della struttura e parte della muratura laterale sud (supponendo, come succede di solito, che l’abside sia orientata) sono da ritenersi, per la tipologia architettonica (principi di doppi archetti pensili con paraste che, partendo dal tetto arrivano a terra), di epoca ottoniana (quindi siamo a occhi e croce tra X e XI sec., considerando anche la menzione dell’edificio in un documento del 965, conservato a Tortona). Nella muratura, parte di mattoni e parte di ciottoli di fiume, si può però notare, più o meno in corrispondenza della chiusura delle porte laterali, che la parte di navata che va verso il portale è successiva all’età romanica. Dall’analisi dell’interno e degli affreschi più antichi, che arrivano fino ai primi pilastrini della chiesa odierna, si può ipotizzare che la costruzione sia stata volta all’ampliamento della struttura preesistente e che risalga più o meno al XV sec. All’interno la decorazione ad affresco è piuttosto importante, complessa e di alta qualità . In particolare, ritengo che le pitture più antiche siano databili alla seconda metà del XV sec., le più recenti ai primissimi anni del XVI. In controfacciata si conservano i dipinti secondo me più recenti, raffiguranti S. Antonio Abate, S. Caterina di Alessandria e una Madonna del latte. Sui pilastrini sono riconoscibili altre Madonne col Bambino, diversi Santi Vescovi e Monaci e Santi Martiri, riconoscibili dai loro tipici attributi (di nuovo S. Antonio Abate, col campanello, la stampella, il maiale e la fiamma; S. Sebastiano, trafitto dalle frecce; per fare alcuni esempi). Particolarissima è la raffigurazione di una santa martire nell’edicola di muratura addossata a un pilastrino in prossimità dell’abside, perché ha la carnagione scura ( sinceramente non so chi sia ). Il catino absidale mostra uno splendido Cristo Giudice racchiuso in una mandorla, circondato da Santi con cartigli. Bellissime sono a sinistra la raffigurazione della Vergine e a destra quella dell’Arcangelo Michele.Â
La descrizione non è neanche lontanamente esaustiva, dal momento che non sono in grado, in questa sede, di verificare meglio i documenti concernenti la Pieve. Inoltre molto altro ci sarebbe da dire sulla descrizione degli affreschi, secondo me straordinari soprattutto dal punto di vista della tecnica, quindi della qualità – ovviamente però una mail non è sufficiente per un esame tanto approfondito, seppure utile e interessante da affrontare. A proposito, non so se vuoi menzionare anche l’antico altare barocco che abbiamo visto nella navatella sinistra..è un semplice altare di legno con fronte in metallo, che sinceramente non so nemmeno dirti se sia d’argento, dipinto in modo da imitare i più preziosi altari barocchi di marmo policromo, all’epoca tanto di moda.
 Che ne dite? Dove la trovata una testimonianza altrettanto diretta, immediata, genuina, tempestiva, casuale e per questo ancora più bella? Grazie, Simona! (Simona Trongio, Milano : simonatrongio@gmail.com).
Alla fine …â€siamo tornati a casa stanchi ma felici per la bella giornata trascorsaâ€. Si scriveva così, vero, nei temini delle elementari?
P.S.: alle ore 13, sosta gastronomica presso la trattoria Le Vinaie (della serie: “tutti i salmi finiscono in gloria†… “non di sola arte vive l’uomo†… “l’uomo non è di legnoâ€, etc.) a fianco del nuovo mercato di Volpedo: ravioli al sugo di carne, barbera locale e … “alla via così!â€.
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POST 1070 – F35, SE LI CONOSCI LI EVITI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Ottobre, 2013 @ 4:02 pmDetto altrimenti: … e io insisto, perchè “gutta cavat lapidem†… o no? (da la Repubblica, 31 ottobre 2013 pag. 16). La Lockheed presenta uno spot pubblicitario per promuovere la vendita dei propri discussi, inaffidabili e costosissimi cacciabombardieri F35 (USA e jet, cioè, proprio da “gettar” via!)
F35. No, non sono automobili di Formula Uno, no … ma tant’è … la Lockheed ve li fa provare … un giro di prova, anche al sabato, ne resterete affascinati! Ovviamente in sala simulazione, e all’ingresso vi danno un depliant con su scritto “Si vis pacem para bellum†se vuoi la pace, prepara la guerra, solo che l’hanno scritto in inglese: “To love peace you must arm peace. F35 does thatâ€. “Se ami la pace, armala. L’F35 l’armaâ€. Italiano ne è venuto fuori un gioco di parole: “Amare la pace è armare la pace!” Solo che la frase pare sia del nostro Ministro della Difesa Mario Mauro, e la Lockheed l’ha riportata virgolettata sotto la foto del nostro Ministro, in testa all’elenco degli sponsor (cioè, acquirenti finanziatori) stranieri fra i quali figura l’Italia!!!
Ma insomma, siamo seri, direte voi, basta con ‘sti giochetti. Ok, dico anch’io, ok. Solo che mi devono spiegare perché Canada, Olanda e Turchia non si fanno rifilare questa costosissima “sola†(“solaâ€, dal romanesco: “fregaturaâ€). Barak Obama, sia per la crisi finanziaria USA, sia per i molti difetti riscontrato sugli F35, frena sull’iniziale programma di acquisto di ben 2.300 (duemilatrecento) F35 per un totale di 392 miliardi di dollari USA. Il suo generale a quattro stelle responsabile degli acquisti, Christofer Bodgan, afferma che “le relazioni con la Lockheed sono pessimeâ€. E la Lockheed cerca di correre ai ripari premendo sulla vendita degli F35 agli alleati, fra cui noi. E ce li danno “in offertaâ€: infatti ora costerebbero “solo†85 milioni di dollari Usa cadauno!
INTERCETTAZIONI USA. Mi viene un dubbio; non è che gli USA ci spiavano per cercare di capire chi era favorevole e chi contrario a questa operazione? E/o da chi e a che prezzo comperiamo il gas (russo)? E/o che fine fanno Alitalia, Ansaldo, Ilva, e/o a chi vendiamo le armi prodotte dalle nostre fabbriche, etc.? Sapete, a pensar male … Ma a parte ciò, …
… a parte ciò, c’è da chiedersi se sia conveniente, opportuno, lecito, ammissibile che un nostro Ministro presti la sua immagine a chi vuol vendere gli F35 al suo e nostro paese.
Dice: ma c’è un contratto … eh no caro mio! Innanzi tutto si stava a parlare di un problema (la disponibilità del Ministro a fare il testimonial USA) e tu mi parli di un altro argomento. E poi … comunque, inadimplenti non est adimplendum, tanto per rispondere in latino alla traduzione in inglese di un motto latino: di fronte a chi è inadempiente (perchè ti rifila una “sola”) non si è tenuti ad adempiere (cioè a comperarla, ‘sta sola!). Infine … c’è anche l’eccessiva onerosità sopravvenuta, stante l’andamento della nostra finanza e del nostro debito pubblico. Ma tant’è, dum consulitur (arifacce co’ ‘sto latinorum!)… mentre si discute, nel dicembre 2012 il Parlamento con decisione multipartisan ha stanziato per legge ben 20 miliardi di euro l’anno (!!) per dieci anni (!!) in favore del Ministero della Difesa (oltre ai fondi per le missioni all’estero e per la protezione civile), Ministero-Mistero  che quindi può autonomamente e “allegramente†(è proprio il caso di dirlo!) andare avanti ad armarsi … Vorrà dire che se un domani fossimo aggrediti dall’esercito della Repubblica di S. Marino o da quello del Principato di Seborga (v. in internet), sapremo bene come difenderci!
Dico: ma non abbiamo altre “priorità più prioritarie†cui far fronte? Forse no … visto che spendiamo miliardi in armamenti. Infatti, dice …  scuola, università , ricerca, beni culturali, difesa del territorio da calamità naturali, sanità , livelli occupazionali etc.: sono tutti settori perfettamente finanziati. Ah … be’ … allora … dico … se le cose stanno così … mi ero sbagliato … non sapevo … posso star tranquillo … se me l’aveste detto prima … a saverle le robe (dialetto trentino).
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POST 1069 – LA VITA A DUE VELOCITA’
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Ottobre, 2013 @ 12:43 pmDetto altrimenti: noi ne abbiamo due, ma il tempo una sola, la sua
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VL = velocità con cui, accelerando sempre, lavoriamo, comunichiamo, ci spostiamo, pensiamo, rispondiamo ad altri, decidiamo, diamo e riceviamo informazioni, consumiamo informazioni, viviamo sentimenti.
Vp = velocità (minore di VL) con cui, frenando, noi pensionati facciamo quello ed altro.
Vk = velocità (= k, costante, con variazione di velocità – cioè con accelerazione – uguale a zero) con cui il tempo trascorre, velocità sempre uguale a se stessa, anche se Einstein affermava che un’ora con la fidanzata sembra corta, mentre cinque minuti seduti su di una piastra rovente sembrano eterni …
Normalmente non mi sono mai occupato delle incombenze di casa: Il lavoro nella mia città o anche lontano da casa, gli orari … il resto per me era scontato: mia moglie, un aiuto esterno … A Trento poi, dove viviamo, anche se vai al supermercato … parcheggio sotto casa, parcheggio al supermercato, fatto! Al massimo 40 minuti  e senza nemmeno affrettarsi tanto.
In questi giorni invece sono a Bologna, a dare una mano al mio ex centrattacco, tutt’ora mio figlio, Edoardo, operato per un legamento al ginocchio. Ed allora, via! Al supermercato. “E’ vicino, papà â€. “Ah, si? Bene, allora ci vado a piedi, così non rischio di non trovare occupato il (preziosissimo) posto auto dove ho parcheggiato l’autoâ€. Detto, fatto. Vicino … si … vabbè, un km … di buon passo ci ho impiegato 15 minuti: infatti la velocità di marcia da militare era di 4 km/h (in pianura, s’intende! In montagna era di 400 metri di dislivello all’ora). Quindi fra andata e ritorno, 30 minuti. Entro nel Supermercato (ne ometto il nome per non fare pubblicità occulta): enorme. Per acquistare dieci generi diversi lo devo girare dieci volte. E fanno altri 30 minuti. Alle casse poi, altri 30. In totale un’ora e mezzo.
Nel frattempo ho avuto modo di osservare, di guardarmi intorno, di guardare e vedere la Gente. Ma i nostri Politici, anzi, scusate, i nostri politici, ci vanno mai a fare la spesa in un grande supermercato? La guardano, ma soprattutto, la vedono la Gente? La Gente, persone di tutte le età , anzi … Persone di tutte le età , vestite in modi diversi ma tutti molto economici, prima di fare un acquisto, studiano, esaminano qualità e prezzo, fanno confronti, riflettono, decidono, cambiano la merce già acquistata con altra (questione di priorità ). Ecco, mi sono detto, questo è lo slow living, il vivere lento, il back office, la retrovia del fast living, la contro faccia di chi con una telefonata acquista o vende tonnellate di merce, sposta miliardi, di chi non ha certo tempo di curarsi di questi aspetti “minoriâ€, anzi “minimiâ€. Ma questa è la Gente vera, non quella, questa dalla quale il tempo è utilizzato per cercare di vivere, di sopravvivere, non per essere travolto dalla accelerazione della modernità (ormai al tramonto, n.d.r.. Si veda il mio post n. 972 del 19 settembre 2013).
Lo sapete. Sono un appassionato ciclista … e già vi dissi come, andando in bicicletta, si ha il tempo di vedere ciò che si guarda, di scoprire un giardino, un muretto a secco, una chiesetta, uno scorcio di panorama che alla guida dell’auto non sono “visibili†dalla nostra attenzione. Ecco, ora devo aggiungere una cosa: andando a piedi, in mezzo alla Gente, si vede la Gente! Nella mia vita è la seconda volta che mi è capitato di fare questa riflessione. La prima fui quando, trasferito da Torino a Milano, andai ad abitare a Monza. Le prime volte, non conoscendo bene le strade e il “modus operandi†dei guidatori milanesi (alla Fittipaldi!) , utilizzai il treno. Monza-Milano, 17 minuti. Pima altri 20 per arrivare alla stazione di Monza; poi altri 10 per prendere il metrò a Milano; poi altri 15 di viaggio; infine altri 15 a piedi, totale 77 minuti, cioè poco più che un’ora ed un quarto per fare 17 km!
A Torino avevo garage privato a casa e garage in ufficio. Non sentivo parlare la Gente, ma solo il mio registratore che mi dava lezioni di tedesco (lavoravo alla Siemens). Alla stazione di Monza fui sorpreso da suoni nuovi: le Voci della Gente. E sul treno … sul treno, all’andata,  silenzio. La gente dormiva. Infatti vi erano molti pendolari giornalieri anche da Sondrio! Sondrio – Milano.- Sondrio tutti i giorni! La sera no, al rientro a casa parlavano: si incontravano, sempre gli stessi gruppetti, discutevano, giuocavano a carte: insomma, cercavano di vivere quello Spazio di Tempo che altrimenti la modernità (si fa per dire, modernità !) avrebbe rubato loro.
Ecco, mi dicevo all’epoca – e mio ripeto anche oggi – questi sono Eroi, come Eroine sono quelle mamme che la mattina presto vedevo correre con ogni tempo e in ogni stagione per portare il loro fagottino (figlioletto o bimba) alla mamma o alla suocera, per poi correre a fare lo stesso mio percorso (di andata) ad ostacoli, per poi, la sera, correre a riprendersi il figlioletto/la bimbetta, correre a casa, cucinare, stirare, pulire un po’ la casa. Eroi ed Eroine. A quando un monumento loro dedicato? Almeno un monumento … la nostra moderna e (troppo) veloce società lo deve loro. Ma torniamo al supoermercato …
 … “Prego, Signora (con carrozzina e bebè, n.d.r.), si accomodi, passi pure avanti … sa .. io sono un pensionato, non ho fretta …â€
P.S.: le maiuscole non sono messe a caso
POST 1068 – ADRIANO OLIVETTI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Ottobre, 2013 @ 4:32 pmDetto altrimenti: l’attualità e l’umanità di Adriano Olivetti (nella mia lunga vita di manager e amministratore di Spa mi sono sempre ispirato alla sua figura)
Primavera 1969. Ero Sergente Allievo Ufficiale di Complemento della Brigata Alpina Tridentina in una casermetta nascosta fra le montagne del torinese: non vi dico quale e dove per … non svelare un segreto militare! Un giorno andai a sciare a Bardonecchia con un’amica (torinese) della mia (allora) fidanzata Maria Teresa (in allora genovese ex torinese, oggi moglie da 43 anni), Giovanna Melone, che si presentò all’appuntamento con un suo amico, un ragazzo, Edoardo Olivetti, un nipote di Adriano.
Nelle due ultime sere, RAI 1 ha trasmesso “vita ed opere†di Adriano Olivetti. Adriano, poi sposo a Paola Levi, sorella di Natalia Levi in Ginsburg (“Lessico familiare”): casa Levi, a Torino era frequentata da molti uomini di cultura, scvienza ed intellettuali antifascisti (fra questi cito “tali” Segre e Pajetta). Adriano, Grande (Great)  Personaggio, Grande Uomo. La sua visione era di lungo respiro: pensava alle generazioni del futuro. In azienda si preoccupava della più importante risorsa, cioè dell’Uomo, della Persona. Il suo obiettivo aziendale non era la massimizzazione del (proprio) profitto, ma il progresso tecnologico della produzione e la crescita “umana†degli Altri. Anche fuori dell’azienda si preoccupava dell’Uomo, della Persona. Fu ostacolato dalla cattiva politica, dalla cattiva finanza, dalla cattiva imprenditoria. Non si arrese e realizzò il primo computer degno di questo nome. Fu spiato dagli USA. Dopo la sua morte, il settore elettronico della Olivetti fu acquistato dalla GE.
Per certi versi mi ha richiamato alla mente Giorgio La Pira. Per alcuni aspetti, nonostante le molte differenze soprattutto sul piano umano, mio ricorda il suo contemporaneo Enzo Ferrari. Ed anche Enrico Mattei. E poi … mi richiama alla mente anche un’altra Persona, che in questa sede voglio interpretare per i suoi contenuti laici: Papa Francesco, promotore della ricerca del Bene Comune, comune a tutti e non del profitto per alcuni. Che poi questi “alcuni†… di fronte ad un mondo in sfacelo, non troverebbero dove e come spendere il “loro oroâ€. Novelli Re Mida, si impossessano di tutto ciò che vogliono … tutto ciò che vogliono diventa oro, ma l’oro non è commestibile … e poi … se l’umanità si sfalda … chi lo estrae il loro oro dalle loro miniere?
Tornando con i piedi per terra: da uomo d’azienda mi permetto di evidenziare i due modi di fare azienda: il modo Adriano Olivetti (che ho assunto come mio, in una intera vita di lavoro di gestione di Spa, quindi di risorse umane) teso a massimizzare la motivazione dei lavoratori, a rispettarne le esigenze familiari e le legittime aspirazioni di crescita. Il modo opposto al suo, purtroppo oggi assai diffuso, secondo il quale il lavoratore è uno strumento che va semplicemente sfruttato al massimo: il che NON fa crescere l’azienda. Ma allora … perchè? Vien da chiedersi … Perché? Perché chi opera in tal (secondo) modo non ha l’intelligenza di capire che sta facendo del male a tutti e del bene a nessuno. Leggete il mio post 997 del 3 ottobre scorso: “Nel lavoro, l’eccedenza†(si, “eccedenzaâ€, non eccellenza, che pure non guasta!) di Don Marcello Farina.
Adriano Olivetti: un esempio imprenditoriale ma soprattutto umano da assumere come modello per uscire dalla crisi nella quale ci stiamo dibattendo. Attuale? Certo! E non nel senso che oggi noi si sia come lui, ma nel senso che oggi più che mai si dovrebbe essere come lui.
P.S:. alle volte … ho appena acquistato l’ultimo libro di Enrico Deaglio, “La felicità in America” Serie Bianca Feltrinelli. A pagina 23: “Le vacanze istruttive di Camillo Olivetti” … quando si dice il caso! Che vi si racconta? Dell’anno 1893, dell’intraprendenza, dell’intelligenza e delle capacità del bisnonno Camillo. Del giovane ingegnere Camillo che accompagna negli States il suo professore di fisica, “tale” Galileo Ferraris, e che viene assunto all’Università di Stanford! Leggete, ragazzi, leggete!
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POST 1067 – ELEZIONI TRENTINE, INTERCETTAZIONI USA, CRISI ECONOMICA ITALIANA, POLITICA ITALIANA, MATTEO RENZI, STRARIPAMENTO DELLA POLITICA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Ottobre, 2013 @ 7:45 amDetto altrimenti: “multa paucisâ€, molte notizie con poche parole
1) Elezioni trentine. Sono molto deluso e preoccupato: ha votato solo il 63% degli aventi diritto. Il che mina alla base la nostra Autonomia che dovrebbe essere volontà e capacità di partecipare al governo della cosa pubblica. Ma se le cose stanno così, sarà facile per i detrattori affermare che la nostra è una “Autonomia bancomatâ€. Pericoloso, molto pericoloso. Dovremmo tutti girare per le strade con il certificato elettorale appeso al collo e chi non ha votato, non abbia diritto di parlare, di criticare, di approvare, di proporre alcunchè.
2) Intercettazioni USA. Sono molto deluso e preoccupato. Infatti io sono un europeista convinto sia per una ragione “interna europea†(Stati Uniti d’Europa), sia per una “ragione esterna”, cioè per la la necessità di arrivare ad un accordo fra USA e USE, United States of Europe, nel senso della definizione (e del rispetto) dei diritti morali, civili, finanziari e fiscali sia a fini interni (Coalizione USA-USE), sia a fini esterni (resto del mondo).
3) Fine della crisi italiana? Sono molto deluso e preoccupato. Infatti, ammesso che essa ci sia, mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori tre sottolineature:
 a. in ogni caso sarebbe una ripresa “all’interno dello stesso modello di sviluppoâ€, e poiché non mi risulta che sia stato fatto un esame di tale modello rispetto a tutti gli altri diversi possibili e probabilmente migliori modelli, sono perplesso circa la potenzialità strutturale di questa ripresa;
b. Faccio un esempio numerico: se a causa della crisi siamo caduti dal livello 1.000 al livello 200 ed ora la ripresina ci fa risalire dal livello 200 al livello 220, ci stiamo dimenticando la sofferenza di chi si trova nell’area 999-231. In altre parole: in assenza dell’assunzione di un diverso modello di sviluppo (che preveda ad esempio, la sospensione di tutti i grandi progetti per destinare tali risorse al finanziamento di una economia diffusa immediatamente operante a favore dei disoccupati; una campagna contro la corruzione e l’evasione fiscale; l’abolizione delle caste), la ripresina annunciata mi pare quella che in borsa è solo un “rimbalzo tecnicoâ€. Mi spiego: se le onde del mare dopo avere colpito la spiaggia generano una risacca, ciò non significa che abbiano invertito il loro senso di marcia …
c. … nel frattempo l’Italia è fuori dal G8, fuori di fatto, anche se non ancora formalmente!
4) Politica italiana. Sono molto deluso e preoccupato. Siamo alle solite: il teatrino della politica, concentrato su due primi attori, uno televisivo ed uno della rete. Nel frattempo, molto meno si parla dell’ILVA, del Sulcis, di Alitalia, di Telecom, dell’evasione fiscale, della corruzione (una per tutti: ASL Napoli, quid novi?) e molto meno di chi sta lavorando (Letta).
5) Renzi, idee nuove. Non sono deluso né preoccupato, ma solo incerto. Io non appartengo al suo partito politico, ma condivido quasi tutto ciò che dice. In Cuperlo riscontro un maggiore equilibrio. Apprezzo il lavoro di Letta. Tre uomini validi. Andrò a votare alle loro primarie.
6) 1.200.000 persone in Italia “campano, vivono” solo di politica. La più grande industria del paese, dieci volte il gruppo Fiat (da “Il fatto quotidiano”). Una esagerazione in sè ed ancor più se relazionata agli standard europei. Che dire? Forza …  Italia? No! Bensì FORZA EUROPA!
POST 1066 – FINANZA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Ottobre, 2013 @ 3:57 pmDetto altrimenti: si fa presto a dire finanza …
1. Finanza: Guardia di Finanza
2. Finanza: finanza aziendale (io ho lavorato in questa)
3. Finanza: finanza speculativa ovvero mala finanza
La prima la conoscete. La seconda, all’interno di una SpA o di Gruppi di SpA, si occupa legittimamente della ottimizzazione dei flussi di denaro in entrata ed in uscita, del reperimento del denaro necessario e dell’investimento delle eventuali eccedenze di denaro.
La terza … eccola! La banca J.P. Morgan Chase & Co. (prima banca statunitense per asset) e le controllate Bear Stearns e Washington Mutual, tra il 2005 e il 2007 avevano rifilato a Fannie Mae e Freddie Mac, due gruppi di finanziamento e ipoteche, titoli garantiti da mutui ipotecari (poi definiti subprime) per complessivi $33,8 miliardi tacendo sulla loro scarsa qualità . La rapida perdita di valore di questi titoli fece scoppiare più tardi la crisi finanziaria del 2008, chiamata appunto dei “mutui subprime”. I due gruppi furono poi salvati dal collasso con aiuti statali per ben $187,5 miliardi. J.P. Morgan ha raggiunto un accordo con la FHFA, organo dal Tesoro statunitense, secondo il quale pagherà un risarcimento $5,1 miliardi.
In breve: una banca induce a contrarre mutui ipotecari persone che essa sa benissimo non potranno far fronte alle rate. Poi, il pacchetto dei mutui viene venduto di banca in banca a prezzo sempre maggiorato: tutte le banche ci guadagnano. L’ultima banca, per non restare con il cerino acceso in mano, “cartolarizza†il pacchetto dei mutui, cioè lo suddivide in quote di credito che vende ai risparmiatori privati, guadagnandoci anch’essa. Alla fine il debitore non paga, il privato risparmiatore fa ipotecare la casa ma non riesce a venderla. In definitiva, il debitore perde la casa e il risparmiatore i suoi risparmi, però … tutte le banche nel frattempo ci hanno guadagnato!
Ma la mala finanza non riguarda solo i mutui subprime. Riguarda anche e soprattutto le truffe che le banche d’affari (soprattutto londinesi … ah … la perfida Albione!) organizzano a danno di società ed enti pubblici anche italiani e del relativo sistema fiscale. Leggete il libro “Criminal bank†di Francesco Pratesi, Edizioni Laboratorio Gutenberg, Roma 2012, 200 pagine, €9,00 (assai ben spesi!). L’autore “ha conosciuto il mondo della finanza lavorando prima per una multinazionale, poi nelle banche d’investimento a Londra e a Milano …â€. Vi si descrivono meccanismi finanziari non sempre semplici da capirsi da parte dei non addetti al lavori. Tuttavia il libro va letto, se non altro per la sua comprensione attraverso i processi mentali attraverso mi quali passa la coscienza del protagonista. dai, leggetelo e poi ne discutiamo insieme!
P.S.: uno dei “meccanismi†di facile comprensione: la società “A†ha filiali nel paese X (ad elevata tassazione) e nel paese Y (a bassa tassazione). La sua banca ha filiali nei due paesi e vende titoli che producono perdite per 100 alla filiale della società situata nel paese X e titoli che producono utili per 100 alla filiale della società situata del paese Y. La società si deduce le perdite nel paese ad alta tassazione, produce utili nel paese a bassa tassazione e divide l’ “utile fiscale†con la banca. Questa l’avete sicuramente capita. Ma c’è di peggio, di molto peggio!
Mentre state decidendo se leggere questo libro, rileggetevi il mio post n. 1054 …
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POST 1065 – VIAGGIO A BOLOGNA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Ottobre, 2013 @ 9:48 amDetto altrimenti: non basta guardare. Occorre vedere ciò che si guarda …
Ci sono stato tante volte, a Bologna. Città baricentrica, da sempre molto utilizzata per convegni, conferenze e raduni aziendali. Poi mio figlio Edoardo. Ha voluto studiare e laurearsi a Bologna. Ragione di più per andarci. Per trovargli casa, poi per aiutarlo a cambiarla più volte; per conoscere la sua compagna Sara; per la laurea; per fargli visita con “pranzo in collinaâ€, e ora in occasione del “rifacimento†dei tendini di un ginocchio di un ex centroattacco, oggi “mister†della sua squadra.
Ogni volta, poco tempo per la città . Questa volta no. Mi sono concesso un pomeriggio. Dalle zone semi periferiche (Via Emilia Levante), ai Viali della circonvallazione, al centro. Mi sono concesso lo spazio mentale per “vedere†ciò che normalmente si “guarda†soltanto. Soprattutto le case e la gente. Le case. Traccia della vecchia campagna, case singole abbracciate dal loro piccolo giardino … “piccolo, tanto intorno è tutta campagnaâ€. E invece oggi intorno ci sono anche palazzoni che quasi si stupiscono delle loro minute, anziane vicine di casa, di casa … è proprio il caso di dirlo!
La gente. Diversa nel senso “non tutta ugualeâ€. Risalta infatti la presenza giovanile. Quanti sono gli studenti? Li vedi in periferia, in prossimità delle loro abitazioni perse in affitto; li vedi nel centro storico, in prossimità … (idem c.s.); li vedi per le vie eleganti del centro, in prossimità di abitazioni che non possono certo permettersi di prendere in affitto. E questa mescolanza di “generi†che ringiovanisce la città , amplifica la gamma dell’offerta commerciale: negozi extra lusso e negozi alla portata degli studenti. All’interno, fra le due categorie, una terza categoria, quella dei negozi per la maggior parte dei residenti. Tre livelli di offerta, fianco a fianco.
Gente, sì, Gente. Lo ripeto perché la lettera maiuscola che ho usato non volevo fosse fraintesa nel senso “L’ha usata perché era l’inizio di una frase …†No, l’ho usata per esprimere l’apprezzamento verso i Bolognesi, per quel poco che mi è dato conoscere. E’ vero, la massa degli studenti sono una ricchezza per la città , ma essi sono accettati, anzi, accolti con molta umanità . Non solo per i soldi che portano. Non pochi infatti, sono gli studenti che a Bologna, mentre studiano, ci si fidanzano e che poi vi trovano lavoro. Ed ecco che la città si arricchisce di questi apporti di diversificazione anche dopo la loro laurea.
La Gente. Sarà il mio 50% di sangue toscano, ma io ci provo. Cioè, ci provo a provocare e a verificare il loro senso dello humor:
1) In farmacia. Davanti a me un cliente si lamenta di certi dolori. La farmacista lo ascolta, ne discutono insieme ben al di là della necessità di verificare l’idoneità della medicina acquistata. E’ il mio turno: guardo in faccia la farmacista e serio serio le dico: “Sa … anch’io ho un bel problema …†Mi fermo, aspetto un cenno di disponibilità al colloquio, che arriva subito con un aggrottare di sopracciglia che conferiscono alla mia interlocutrice un’aria decisamente interrogativa. Proseguo, serissimo: “ …sa, da settant’anni io sto continuamente invecchiando …â€. Due secondi e appare il sorriso: “Ma sa che li porta proprio bene …â€
2) Sul bus. Io e mia moglie siamo in piedi di fronte a due posti che un cartello invita a riservare ad anziani e a donne in stato interessante o con bambini piccini. Dopo poco una bella ragazza (sui 27 anni) che occupava uno di quei due posti, mi guarda e dice con una voce che mostra la sua piena disponibilità : “Forse voi volete sedervi …†ed allude al cartello. Io sorrido: “Signorina, no grazie … sa … le prime volte mi offendevo quasi, ci restavo male … ma ora mi ci sono abituato: sa … la prima volta … ero solo e stavo ammirando una bella giovane signora come lei … seduta come lei. La guardo, lei contraccambia lo sguardo e sorride a sua volta. Mi sono detto: hai fatto colpo, tò … che figo che sei ancora, Riccardo! E invece, subito dopo, la giovane e bella signora si alza e mi cede il posto!â€. Ecco, la ragazza si mette a ridere … nel frattempo sono arrivato alla mia fermata. La saluto e scendo.
Una visita inaspettata, all’Archiginnasio (V. in internet) , la sede di una antica università . Il cortile interno aperto al pubblico, con il suo doppio colonnato e le centinaia di stemmi (araldici) degli studenti che vi si sono laureati. Ne individuo uno, della famiglia Spinola di Genova come me.
Soddisfatto, cerco la fermata del bus per tornare a casa di mio figlio. La individuo. Decido il senso di marcia. Maria Teresa insiste per l’altro senso. Aveva ragione lei …
ST 1064 – GRILLO A TRENTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Ottobre, 2013 @ 6:56 amDetto altrimenti: su qualche aspetto del tuo intervento, Beppe …
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1) La germanocrazia. Dice … noi saremmo asserviti alla Germania, che detta le regole. Io la vedo diversamente e mi chiedo: come ha fatto la Germania, uscita dalla guerra distrutta dai bombardamenti degli Alleati e dal pagamento dei danni di guerra ad essere la prima potenza economica europea? E poi, ok, non sarà tutt’oro quel che riluce, ognuno fa i propri interessi, ma se l’azione della Germania tende ad avvicinarci all’Europa, alla costituzione degli Stati Uniti d’Europa, io sono di quella partita. E la Germania ci vuole più europei, meno burocrati, meno evasori fiscali, meno corruttori, più capaci di indignarci, di reagire agli scandali. In una parola: più seri, più maturi e non bulletti di periferia da “panem et circenses, ai quali si può raccontare qualsiasi favola, basta saper maneggiare TV o la rete. Capito mi avete, Beppe e Silvio?
3)La politica del rigore. Concettualmente la Merkel ha ragione. Tuttavia sbaglia nel pensare che – in parallelo – noi Italiani si facciano, con la stessa velocità ed incisività ,  le riforme necessarie a completare una manovra complessa ed articolata. Ed ecco allora che la politica del rigore non basta, anzi, diventa un fatto negativo. Ma non devi prendertela con la Merkel, Beppe, ma con noi stessi, anzi, anche con te, che con il tuo intervento di “indisponibile al colloquio”, unito agli effetti deleteri del Porcellum, hai contribuito ad ingessare la situazione.
2) Il debito pubblico. Dice … “Non va rimborsato, non vanno pagati interessi! Ribelliamoci!†Belandi (“accipicchia†dal dialetto genovese) … belandi Grillo, e te pa’ninte? (E ti sembra cosa da niente?). Sarebbe una rivoluzione che isolerebbe l’Italia dal contesto politico ed economico internazionale… E ti pare questo il momento di “isolarci� Noi che al nostro interno abbiamo dimostrato tutto tranne che la capacità di far quadrare economia, finanza, agricoltura, industria, turismo, convivenza sociale, etc.? Chiuderci in noi stessi? Ma lo sai che un mio amico albanese, oggi primo violoncello della Orchestra del Teatro di Praga, mi raccontava che in Albania, anni addietro, a suo padre ingegnere era proibito di ricevere e leggere le riviste tecniche estere? E’ questo isolamento che vuoi? Ma via …siamo seri … Beppe! No, dico io. Possiamo intervenire con un rescheduling del debito sulle sue scadenze, accompagnato da emissioni “sostitutive “(swaps) di obbligazioni irredimibili … quello si, il tutto però accompagnato da una politica seria, la quale è possibile solo con una nuova legge elettorale: e tu vuoi mantenere il Porcellum!!†Ma allora … il re è nudo!
3) I pensionati. “20 milioni di privilegiati, la zavorra che rallenta la navigazione verso il sole dell’avvenire”. Eh no, Beppe … non ci siamo. Io ho 70 anni, ho lavorato una vita, ho una pensione assolutamente non elevata che però mi consente di vivere decorosamente, sia pure tenendo i conti delle spese e non cambiando un’auto che ha 230.000 km., e tu mi indichi come la concausa dei mali del paese? Eh no, caro mio … è facile per te parlare … dalla tua posizione di milionario in euro con villa milionaria a S. Ilario, la collina genovese dei privilegiati, affacciata sul mare di Genova Nervi, con un’altra villa sul mare in Toscana … No, non accetto questa tua predica da padre Zappata. Dice … ma io me li sono guadagnati questi denari! Ok, dico io … ma noi pensionati (non mi riferisco certo alle scandalose pensioni d’oro), noi pensionati “normali†– dicevo – non ce la siamo guadagnata la nostra vecchiaia? Ma che caspita dici, Beppe!?
4) La nostra Autonomia. E te ne vieni qui in Trentino a farci la predica, a noi “privilegiati dalla nostra Autonomia� Ma lo sai come è nata, storicamente? Hai studiato vita ed opere di Don Lorenzo Guetti, di Alcide Degasperi? Lo sai che Autonomia significa desiderio, voglia, volontà , impegno, capacità di partecipare alla gestione della cosa pubblica? Va, leggi, studia, rifletti: poi ne riparliamo.
5) il vincolo di mandato.  200-300.000 euro di penale ai parlamentari 5Stelle che cambiamo partito? Quale differenza cui sarebbe fra chi paga i parlamentari per aderire al proprio partito e chi li multa per non far loro abbandonare il proprio partito?
6) Rivoluzione. Beppe, la tua è sicuramente una rivoluzione. Ma io non mi fido delle rivoluzioni, di qualsiasi tipo esse siano. Preferisco le “evoluzioniâ€, a cominciare dalla modifica della legge elettorale, che invece tu e Silvio invece volete mantenere com’è oggi. Che stiate per fare una nuova diversa Grosse Koalizion? Pensa un po’ che colpo di teatro! Nuova Forza Italia e M5S alleati! Come chiamarla? telo dico io: Forza Stellare, che ne dici? Io, comunque, con questo mio post, ti ho “bruciato†l’idea! Non potrai più dire che era una idea tua, originale … (attento: il logo Forza Stellare l’ho brevettato io, proprio ieri, per Italia, S. Marino e Vaticano).
7) Beppe, si dice “in cauda venenum†e invece no. Io nella cauda ci metto  cose buone: alcune idee tue sono assolutamente condivisibili, quale quella, ad esempio, quella della elencazione di un nuovo ordine di priorità (un esempio: più burro e meno cannoni, cioè più interventi seri nell’economia diffusa e meno cacciabombardieri F35). Ma allora, perché non sei entrato in un governo di coalizione, o perché non hai dato l’appoggio esterno ad un governo di centro sinistra, in contropartita della realizzazione dei alcuni tuoi obiettivi seri? Perché hai consentito che il Governo Letta sia in balia dei continui aut aut isterici della Silvio SpA? No, tu vuoi il 100%. Ed allora se le cose stanno così, te lo devo dire: il 100% dei consensi e/o il 100% del potere mi fa paura. Si, paura perché sarebbe una dittatura.
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POST 1063 – F 35
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Ottobre, 2013 @ 12:48 pm
Detto altrimenti: “35†… un numero da giocare su tutte le ruote del lotto!
35 i capi si Stato spiati dagli USA. 35, la componente numerica della sigla che contraddistingue i cacciabombardieri F 35 che – purtroppo – stiamo acquistando dagli USA.
Pare che (anche) noi Italiani si sia stati spiati soprattutto per la questione della basi USA nel nostro Paese (Verona, Sicilia) e per l’ F35 affair (“Li comperano? Non li comperano? Noi venditori della USA SpA dobbiamo saperlo … infatti li abbiamo già inseriti nell’ â€ordinato†e vorremmo passarli presto nel “fatturatoâ€: infatti il nostro premio di produzione – MBO, Management By Objectives – scatta con l’emissione della fattura, e che diamine!â€).
Qualcuno afferma: sono cose che si sapevano: il grave è che se ne parli … nel senso che se appena appena sono venute allo scoperto, è ovvio che i capi di Stati spiati debbano stare al gioco e faciano gli indignados. Ci mancherebbe altro!
Altra interpretazione: a fare emergere il tutto è chi NON ha interesse a che USA ed Europa si accordino su troppi temi, perché potrebbero arrivare ad accordarsi anche sulla lotta (vera) ai paradisi fiscali. Figurarsi …. ci mancherebbe altro! E allora, facciamoli litigare un po’ fra di loro e portiamo alla luce del sole cose che stavano comunque (reciprocamente) succedendo ma di cui era meglio non parlare. Quaeta non movere, dicevano i nostri antichi padri latini. E invece ora le res quaeta, le cose quete, sono state mosse, e come!
Fra l’altro, questo “ribollir di tini†potrebbe anche rallentare l’estensione del sistema UE dei controlli su tutte le banche europee (“Hai visto mai che poi l’UE voglia estenderlo anche alle nostre banche, a ri-ci mancherebbe altro!”).
E poi, in USA gira una voce (dal sen fuggita). “Che è ‘sta storia che l’UE potrebbe costituire la ERA – European Rating Agency, per valutare e sanzionare le corbellerie della nostre Agenzie di rating? Che poi, a volere dirla tutta, corbellerie non sono, perché prima di dare il voto a Tizio e a Caio, loro sanno bene se comperarne o venderne le azioni ed i relativi titoli del debito pubblico …â€.
La mia conclusione: GLI STATI UNITI D’EUROPA, aber shnell, auch! E presto, anche!
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POST 1062 – LIGURIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Ottobre, 2013 @ 6:54 pmDetto altrimenti: mi è venuta nostalgia della mia “acqua d’origineâ€
Mi rivedo al tramonto, a bordo di una barca olimpica monoposto, una di quelle lunghe, con gli scalmi esterni, il sedile scorrevole … ben oltre i limiti consentiti dalla legge a barche del genere (non ditelo a nessuno, per favore, che non si sappia!).
Sono solo. Il mare respira, non sono onde i suoi movimenti, ma un alzarsi e abbassarsi dolcemente, come di un caldo lenzuolo orizzontale che lentamente sia spinto ora in alto ora in basso. E’ il tramonto: mi fermo e vedo ciò che molti solo guardano senza vedere …
Tramonto sul Mar Ligure
Non sai
dove l’onda di sale sia nata
se veglia
oppur se riposa
né quale sia l’ultima meta dell’ala incantata
che avanza e ritrae il suo velo
la liquida seta di sposa
ad un cielo
che colma lo spazio d’amore.
E senza rumore
la mente s’immerge nell’acqua
nuotando pian piano
per non farle male
e con la sua rete
cattura al ricordo le nuove emozioni.
Poi
tu alzi i remi
e come in un rito
depositi in mano al tramonto dei suoni
l’essenza feconda
di piccole gocce di smalto
prezioso vagito
che hai ripescato
dal fiordo abissale
profondo infinito.
E vento di luce
d’azzurro cobalto
sospinge la barca alla sponda
sorgente dal Mare
che ormai al Cielo s’è unito.
Buon tramonto ligure a tutti!
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