ECCO DOVE CI HAI PORTATO, BERLUSCONI !

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Marzo, 2013 @ 7:32 am

 

Per reclamizzare in India la sua nuova station wagon “Figo”, la Ford ha utilizzato lo spot di cui alla foto. A seguito delle proteste dell’India che sta lanciando una campagna contro la violenza sulle donne, la Ford si è scusata con l’India e ha ritirato lo spot …

 

 

…  ma il significato dell’iniziativa è chiaro, con il conseguente ulteriore danno d’immagine e di credibilità per l’Italia. Ma con tutti gli italiani, chi si deve scusare? Innanzi tutto Berlusconi e poi la Ford! E poi, da minore credibilità deriva maggiore spread, quindi maggiori tasse per ciascuno di noi! Quindi a quest’ultimo proposito siamo noi che dobbiamo “ringraziare” Silvio …

P.S.: Italia-India, zero a tre (elicotteri, marò, Silvio)

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CIPRO 3) – ULTIM’ORA: 2.000 MILIARDI – 8.0000 MILIARDI … SI, VABBE’, MA DOPO CIPRO, COME LA METTI, SILVIO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2013 @ 7:32 pm

Detto altrimenti: Berlusconi aveva detto che l’Europa non deve preoccuparsi di noi perché a fronte dei 2000 miliardi di debito pubblico l’Italia ha una ricchezza privata di 8.000 miliardi: “L’Italia non è la Grecia”, diceva (oggi che diresti, che l’Italia non è Cipro?).

 Cipro: prelievo forzoso del 37,5% sui conti correnti con saldo oltre 100.000 euro.

E forse anche trasformazione dei depositi di contanti in azioni: i depositanti perdono il contante e acquistano azioni delle banche (notizia da verificare).

Il Ministro olandese delle Finanze, Presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, dichiara all’agenzia Reuters e a Financial Times:  “E’ un metodo applicabile anche in altri paesi”.

Silvio, non è che per Cipro ti hanno copiato l’idea?

Nel frattempo oggi la borsa di Milano ha perso il 2,5%, in un giorno. Moltiplicate per 365 … certo, lo so, non andrà sempre così … ci mancherebbe, ma se fosse … sapete, era solo per capire la tendenza … certo che i media dovrebbero darci l’andamento progressivo d’anno, non solo il dato del giorno: cioè. dall’inizio dell’anno ad oggi, quanto ha guadagnato/perso la capitalizzazione di borsa?

P.S.: La sanzione a Cipro … colpa della Merkel? Pericoloso precedente per  tutti? No. Io credo che sia un giusto monito per i tutti paradisi fiscali!

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EINE ITALIENISCHE GROSSE KOALITION

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2013 @ 4:00 pm

Detto altrimenti: warum nicht? Perché no? Purchè sia “italiana” e non “all’italiana”

Premessa

• In regime democratico regge fino a che i cittadini accettano come definitivo il verdetto della maggioranza;
• se manca una maggioranza fra i rappresentanti, occorre che i diversi gruppi raggiungano un compromesso;
• l’’unanimità non è necessaria: la democrazia sta in piedi fino a quando ci sono piccole minoranze;
• la crisi sopravviene quando le minoranze non sono più piccole e si rifiutano di prestare collaborazione nel momento in cui essa diventa indispensabile.

Fine della premessa

1) Grosse Koalition - Prima questione: morale o del lavoro?

Una parte politica afferma: “L’urgenza è quella economica: economia e lavoro. Che volete che importi l’ineleggibiità, la corruzione, il conflitto di interessi, la riforma elettorale, giusizia sociale? Economia e lavoro, lavoro ed economia, anzi lavoro”.

L’altra parte potrebbe dire: la prima urgenza è la questione morale, (cioè l’ineleggibiità, la corruzione, il conflitto di interessi, la riforma elettorale, LA giustizia sociale),  la quale non può attendere.  In parallelo, non “dopo”, economia e lavoro, lavoro e d economia, anzi lavoro”.

Se fosse così, come si metterebbero d’accordo? Troverebbero un accordo prima (Grossa Coalizione Italiana) o ignorerebbero il problema per poi … per poi fare cosa? Litigare? (Grossa Coalizione all’italiana).

2) Economia e lavoro (o economia del lavoro): un po’ di riso amaro … tanto per distrarci un po’ …

Italia-Germania: in Italia si lavorano un numero maggiore di ore pro capite ma la produttività è minore.

Ho lavorato (anche) per la Siemens. Siemens Milano. Spesso mi recavo alla Siemens Monaco. Da Milano prendevo l’aereo alle 07,00. Ero a Monaco, in ufficio, alle 08,15. Ricordo che una volta la segretaria del mio interlocutore mi ricevette, socchiuse la porta del suo capo e disse. “Doctor Lucatti ..”. E lui, con tazzina di caffè nella destra e giornale nella sinistra, credendo di non essere visto e udito …. “Schon da?” (già qui?). Evviva! Avevo sorpreso anche un tedesco … questa volta l’avevo fregato!

A mezz’ora di metro dall’ufficio

I manager tedeschi miei colleghi abitavano in zone residenziali fuori Monaco, zone boscose su splendidi laghetti. Sveglia alle 06,00. Grosse Frusstuck, grossa colazione con die ganze Familie, l’intera famiglia radunata intorno al tavolo imbandito sino alle 07,20. Indi Es-bahn, metropolitana esterna, in ufficio alle 08,00.

Riunioni? Programmate con un sistema elettronico a mezzo delle agende  inserite sui PC di ognuno. con ordine del giorno. Come ci si deve preparare. Chi deve riferire su cosa. Chi fa cosa entro quando. Elenco della distribuzione del documento finale. Alle 17,00 si stacca. Alle 17,30 a casa. Cena presto, poi, eventualmente, anche ad un concerto alle 19,00 con le signore in abito da sera illuminate dai raggi del sole al tramonto.

2+2 aveva fatto 4, dalle 08,00 alle 17,00 (da noi? “Vediamo un po’, … lei, dica, quanto vorrebbe che facesse? E poi …, quanto tempo mi lascia?”). Sentite un po’ …

Ufficio a Milano. Abitavo a Monza. Anch’io in mezzo al verde, ma. Ma … sveglia alle 06,30. Si esce di casa alle 07,15. Un’ora di lotta nel traffico (metropolitana Monza Milano? Quando mai!). Riunioni? Si, un po’ più “fantasiosamente organizzate”. Si finisce di lavorare alle 19.00. Ti affacci alla finestra: traffico caotico. Telefonavi a casa: “Cara, tanto vale che mi fermi ancora un po’, che si smaltisca il traffico …”. Lavoravi ancora un’ora. A casa alle 21,00.

Anche a Milano 2+2 aveva fatto 4, ma c’erano volute alcune ore in più.

ORA, SE GROSSE KOALITION DOVESSE ESSERE, CHE SIA “ALLA TEDESCA, CIOE’ “ITALIANA”, NON “ALL’ITALIANA”: … COSI’ FACCIAMO TUTTI PRIMA …

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LA STORIA D’ITALIA – 6) DAL FASCINO AL FASCISMO AL FASCINO,OVVERO, “ALLARME DEMOCRAZIA”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2013 @ 1:39 pm

Detto altrimenti: post precedente? Ieri …

1919 – Debolezza e indecisione del governo di fronte al problema della “terra ai contadini” e di “D’Annunzio a Fiume”. In natura non esiste il vuoto. Nemmeno del potere. C’è sempre qualcuno che lo occupa, quello spazio, se tu glie lo lasci libero …

Molti volevano una nuova costituzione

Nicola Bombacci

I socialisti massimalisti (la maggioranza, rivoluzionaria solo “teoricamente” e non alla prova dei fatti) si affidarono a tale Nicola Bombacci, maestro elementare poi divenuto fascista, che redasse un capolavoro di idiozia sulla falsa riga dei soviet russi. Progetto che non ebbe alcun seguito.
Repubblicani, fascisti e nazionalisti volevano una assemblea Costituente. Il Re pensava che prima avrebbero dovuto riuscire a sostituire la Monarchia con la Repubblica.
I socialisti massimalisti volevano una rivoluzione sociale che “comprendesse” la Repubblica, come il tutto comprende una parte.
Morale: tutto si ridusse alla sostituzione del sistema elettorale uninominale con quello proporzionale su base provinciale (12.000.000 di elettori).

Mentre ci si preparava alle elezioni …

… in tutta Italia i contadini iniziano ad occupare terre non loro, poiché “era stato così promesso prima della guerra”. Il Governo intervenne debolmente a difesa della proprietà privata, le terre occupate furono una % minima rispetto al totale, ma il principio della proprietà privata era stato violato: Nitti viene Accusato di “bolscevismo agrario”.

D’Annunzio occupa Fiume.

Adotta “Giovinezza” e si inventa: olio di ricino; manganello; saluto romano; il “Partito Italiano”, partito unico, tutti gli altri sono da cancellare (Grillo); pena di morte per chi la pensa diversamente; l’arringa alle folle alzando la mano destra (Berlusconi).

 

 

La gente inizia a preoccuparsi. I socialisti ne trassero vantaggio, perché i “benpensanti” pensarono bene che i socialisti fossero meno pericolosi dei capi dell’esercito.

Ottobre 1919,  Bologna, Congresso socialista, ri-vincono i massimalisti rivoluzionari

 

In campagna elettorale Mussolini  (con soldi destinati dagli USA a D’Annunzio che “disapprova” il furto) paga picchiatori che arrivano anche a uccidere. I massimalisti non reagiscono.

16 novembre 1019: grande vittoria socialista. Liberali, nazionalisti e democratici scendono da 310 a 114 seggi.

 

Ma … il diritto di voto non è la fonte della sovranità, ma solo il mezzo dato ai cittadini di dire se sono contenti o meno di chi ha governato. Il voto sostituisce i proiettili e la rivoluzione. Il suffragio universale è il migliore antidoto alla rivoluzione. Nel 1919 il popolo attese le elezioni. Nel 1920 il popolo attese gli esiti delle elezioni. E così si superarono i due anni più difficili del dopoguerra. In attesa … di chi poi, “arrivo”

A Milano: corteo di socialisti che festeggia la vittoria. Bomba fascista, nove feriti. Arrestati e poi subito dopo rilasciati Mussolini, Marinetti, Vecchi. I socialisti non reagiscono.

Si insedia la nuova camera. Il Re non prende alcuna iniziativa. Accetta violazioni delle leggi e dei regolamento da parte dei partiti, che “fanno solo baccano in attesa della grande ora”. Continuano gli scioperi senza però alcuna finalità politica. Lenin scrive, invitando alla prudenza. I nazionalisti sono scontenti perché avrebbero voluto un pretesto “rosso” per invocare il colpo di stato militare.

Francesco Saverio Nitti

Il parlamento non si attiva. Nitti è più a Parigi che a Roma, con la scusa di risolvere la “questione adriatica”. Il parlamento si indebolisce, si rafforzano Ministri e burocrazia, che operano sulla base di decreti legge:3,4 miliardi per opere pubbliche (17 novembre 1918). Si istituisce l’assicurazione contro al vecchiaia (5 gennaio 1919) e contro al disoccupazione (14 ottobre 1919); si riforma il sistema fiscale; si lancia u presito pubblico di 18 miliardi di lire; si riorganizzano le forze dell’ordine. Ma il parlamento resta paralizzato: eletto in un momento anormale, funzionava in modo anormale.

2013 come 1919

1) In regime democratico regge fino a che i cittadini accettano come definitivo il verdetto della maggioranza;
2) se manca una maggioranza fra i rappresentanti  occorre che i diversi gruppi raggiungano un compromesso;
3) l’’unanimità non è necessaria: la democrazia sta in piedi fino a quando ci sono piccole minoranze;
4) la crisi sopravviene quando le minoranze non sono più piccole (Grillo) e si rifiutano di prestare collaborazione nel momento in cui essa diventa indispensabile.

 

Nel frattempo D’annunzio va a Zara con una nave militare. La Regia Marina lo accoglie trionfalmente (invece di arrestarlo). Il Governo lascia correre. E’ la prova generale della marcia su Roma e del prevalere della mionoranza violenta ed organizzata su di una maggioranza distratta ed inerte.

(Continua)

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SCUOLA E UNIVERSITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2013 @ 10:04 am

Detto altrimenti. … già … è un bel po’ che non ne parliamo

Dice … stanno diminuendo gli iscritti ai licei (soprattutto classici) ed aumentano quelli alle scuole linguistiche e tecniche. Aumenta la percentuale dei laureati disoccupati.

Liceao Classico Andrea Doria – Genova

 

Questi i fatti. Al riguardo mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature:
1) Ben vengano ottimi tecnici. Ne avremo sempre bisogno.
2) Male la dimunuzione al “classico”. Infatti checché se ne dica, è la scuola di gran lunga più formativa.
3) Università. I ragazzi non ci credono più tanto, visto che poi non trovano lavoro. Ma come deve essere l’Università?

 

 

Oggi ci troviamo di fronte ad una eccessiva liberalizzazione dell’accesso all’Università per quanto riguarda il tipo di precedente titolo di studio posseduto, e allo stesso tempo ad università a “numero chiuso” e con esami per selezionarne l’accesso.

L’economista Mario Talamona

Forse sarebbe meglio tornare al vecchio sistema, e cioè restringere i titoli scolastici d’accesso e fare in modo che da molto prima lo studente scelga e si prepari a questo tipo di studi. Se non altro perché il sistema attuale si è dimostrato “inefficace”, cioè non produce laureati che trovino lavoro. Ma c’è la crisi .. si dice … si, vabbè, ma un laureato in legge in corso, che abbia seguito un piano di studi severo, che si sia laureato con 100 e lode con una tesi veramente “sua” sul diritto internazionale commerciale cinese o indiano, che conosca benissimo tre lingue, che durante le sue estati invece di bighellonare o di raggranellare qualche spicciolo facendo il bagnino e l’italian lover sulle sabbie romagnole, abbia seguito corsi all’estero, lì sì magari mantenendosi con lavoretti vari … bè, io dico che quel ragazzo un lavoro lo trova, e non da poco.

 

E allora, cosa propongo? Di “tornare all’antico”, ad un liceo classico severo e ad una Università severa che selezioni non i ricchi ma i volenterosi. E a chi mantiene medie elevate, al liceo e all’università, tasse scolastiche zero e libri gratis.

Il fiscalista Victor Uckmar

 

Sono un reazionario? Un conservatore? Un restauratore? No, provengo da una famiglia di due impiegati statali con tre figli maschi che si passavano i vestiti uno all’altro … Il mio liceo classico? Il Doria di Genova, rigidissimo. La mia laurea in legge? Genova, con professori di fama quali Talamona, Trimarchi, Uckmar, Lucifredi. Non si scherzava … Un esempio, la domanda fatta ad un mio collega, oggi avvocato a Genova: “L’atto illecito”. Riposta: “L’atto illecito è l’atto lesivo del diritto altrui”. “Bocciato. La risposta è “ogni” atto lesivo del diritto altrui”.

Una Persona, della quale mi onoro poter dire essere amico, presidente emerito di un tribunale, mi dice che in certi concorsi per l’avvocatura, si fu costretti ad inserire la clausola che i candidati – laureati in legge – avrebbero dovuto esibire un piano di studi che avesse ricompreso l’esame di procedura penale! Già, perchè ci si poteva laureare in legge senza avere sostenuto quell’esame!

 

 Dice … già … e chi non ce la fa a seguire questa strada? Nema problema, dicono i Croati, si accorgerà in tempo (questo è il punto: in tempo!) che quella non è la sua strada e diventerà un ottimo elettrauto, idraulico, odontotecnico, tecnico di computer, tutte posizioni ben più remunerate di un lavoratore di concetto.

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L’UE E I “NOSTRI” IMMIGRATI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2013 @ 9:10 am

Detto altrimenti; eh no, cara UE, questa volta la colpa non è solo nostra …

Gli immigrati scelgono ovviamente la via più corta: Lampedusa. Non puntano certo su Marsiglia o su … Rotterdam! Gli immigrati sono informati sulla maggiore opportunità di lavoro che troverebbero in Francia e in Germania piuttosto che qui da noi, e pertanto molto spesso approdano in Italia considerandola una terra di passaggio. Solo che poi, quando noi li abbiamo accolti e li lasceremmo “passare”, sono gli altri stati europei che si chiudono a riccio, per cui le nostre strutture e risorse economiche destinate ad una accoglienza di transito (e comunque anche in questo caso, male organizzate, del resto basta guardare come gestiamo le nostre carceri!) risultano di “accoglienza permanente” e quindi a maggior ragione assolutamente insufficienti ed inadeguate. E l’UE ci critica e ci sanziona!
Eh, no, cara UE! Ti chiami “Unione” Europea? Ed allora “unisciti” a noi con mezzi navali, risorse finanziarie, accoglienza, per risolvere un problema che è di tutti e non solo nostro. Altro che criticare l’Italia!

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TOT CAPITA TOT SENTENTIAE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2013 @ 8:58 am

Detto altrimenti: Italiani, brava gente (mah?) ma sicuramente individualisti, specifici, forse troppo …

Ecco, si siamo: all’interno del Centro, del PPI, del MoVimento5Stelle, si inizia a fare un “distinguo”. Nel PDL il “distinguo” c’è stato ai tempi di Fini; al tempo di amici-nemici della Lega; al tempo dell’inizio di questa campagna elettorale (in politica scendo, salgo, vado a piedi); infine ora: mai più con la sinistra anzi no.

Ed allora? Mai dire mai, in politica. Basta che ne esca un governo, anzi, un Governo! Io cosa ne penso? Che le vie sono tre: 1) Bersani ce la fa, aiutato da alcuni Grillini che ragionano diversamente dal loro guru. 2) Bersani retrocede e/o si fa un accordo PD/Centro/PDL; 3) Il Capo dello Stato conferisce un incarico ad altra personaggio di prestigio, non espressione di partiti, per un Governo di scopo.

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TAGLIO DI COSTI, SPRECHI E PRIVILEGI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2013 @ 8:15 am

Detto altrimenti: ma insomma, non si può parlare solo di questo e poi, il prestigio delle istituzioni … si, vabbè, dico io, ma intanto, con i denari gestiti in modo “riservato” dalle Fondazioni dei partiti politici, come la mettiamo?

Onda di risacca

 

Ecco, ci risiamo. Arriva l’onda di ritorno. Adesso cominciamo a prendercela con i “censori” perché i “censiti” o i “censendi”, cioè i ladri, i privilegiati, le caste, gli spreconi … tutti costoro  insomma, poverini … tutto sommato … devono campare pure loro … E poi, il prestigio delle istituzioni, dove lo mettiamo? Che vuol dire, ridurre il numero dei parlamentari, dei consiglieri, etc.? E poi abbiamo ben altro cui pensare ..

 

De Rita

 

No, non ci sto. Ecco, sono costretto a casa da una bronchite – e ve ne siete accorti ieri, se non altro da quanti post ho pubblicato – e ‘sta mattina mi stavo giusto chiedendo quale argomento avrei potuto trattare. Ascolto la rassegna stampa e De Rita, persona che io ho sempre stimato e stimo, mi offre lo spunto. “Insomma, dice, non esageriamo … non è questa la priorità più urgente” afferma, cioè quella del ridimensionamento dei costi della politica … dei privilegi delle cosiddette caste …”

 

Eh no, De Rita, no … questa volta non posso seguirti. Infatti, che deve dire un pensionato INPS che riceve una pensione da 5-6-700 euro al mese quando apprende che il “suo” presidente, cioè il presidente dell’INPS riceve uno stipendio di 100.000 (centomila) euro al mese?
E il nostro Capo della Polizia che riceve uno stipendio triplo rispetto al suo collega USA?
E poi lo so che dimezzando il numero dei parlamentari non si risolve il problema della finanza pubblica, ma gli USA ne hanno la metà dei nostri!
E le banche? Le banche che pagano 40 milioni di euro di buonuscita ad un proprio capo?
E i continui scandali, furti e sprechi? Uno al giorno leva quello di ieri di torno …

Basta, rischio di diventare noioso, la noia porta alla disattenzione e la disattenzione lascerebbe ulteriori spazi agli abusi. Però uno sfizio me lo voglio levare, e sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori una sottolineatura sui denari gestiti dalle Fondazioni dei partiti politici.

 

Quanti ne sono "fioriti" di Fiorito?

Le Fondazioni. Se ne costituiscono per raccogliere fondi per progetti di ogni tipo: sociale, medico, culturale, bancarie  e … politico. Già perché le Fondazioni godono di particolari regimi fiscali, gestionali e di bilancio che lasciano molto più “liberi” (troppo liberi!) i loro amministratori di gestire i fondi. Una riprova? Poco tempo fa, quando si scoprirono i primi furti di alcuni tesorieri dei partiti, un presidente di partito fu libero di decidere in modo assolutamente discrezionale di devolvere in beneficienza una notevole somma prelevata dalla “sua” Fondazione. Ma come è stato libero di utilizzarli bene, quei fondi, altrettanto sarebbe stato libero di utilizzarli male. Come in effetti molti tesorieri e molti partiti hanno fatto e come probabilmente sono ancora liberi di fare. E allora, ecco un ulteriore obiettivo per il prossimo governo, o un ulteriore argomento per la prossima (speriamo di no!) campagna elettorale: una “pettinata” a tutti i tesorieri dei partiti e a tutte le Fondazioni, dei partiti, bancarie e di ogni altro tipo. Altrimenti sarebbe come, di una grande botte, chiuderne il piccolo rubinetto e lasciare che il vino si disperda dal “cocon”, cioè dalla grande apertura prevista per l’accesso dell’operaio addetto alla pulizia della botte stessa.

 

 

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UN POST D’INTERVALLO … FRA TANTI ALTRI TROPPO SERIOSI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2013 @ 6:03 pm

Detto altrimenti: se navigate (rigorosamente a vela, mi raccomando!) nel Golfo di Trieste, alzato lo sguardo verso i monti che circondano la città, vedrete il profilo del Monte Grisa è interrotto da una piramide tronca, il Tempio Mariano. Ora, senza voler essere blasfemo, uno studente triestino, rimpiangendo il tempo passato nel quale era solito isolarsi su quell’altipiano con la sua bella “muleta” (ragazzina), ha composto la seguente canzone che può essere cantata sull’aria de “Il ragazzo della Via Gluck”:

Tempio Marian

In alto, il Tempio Mariano; sul mare, la Bora!

No s’é più ‘l tempo
che a monte Grisa
andar te podevi
mutande e camisa
te se sentavi
soto ‘l fogliame
dopio de nero
panini e salame
portar te podevi
una bela muleta
per sbrazzolarla
nasando l’erbeta.

Là dove g’era l’erba ora s’é
Tempio Mariàn
quel bruto brusco che rovina (brusco, bruscolo)
nostro altipiàn!

 

 

Una “Barcolana”: qui il Tempio non è inquadrato

No s’è più pase
tra l’erba dei prati
s’è tuto un casoto
de monaghe e frati
preti che ziga (ziga, gridano)
campane che sona
boyscout che canta
marciando in colona
vescovi, nònzoli (nònzoli, chierichetti)
vecie zitele
che vendi Cristi
Madone e candele.

Là dove g’era l’erba ora s’é
Tempio Mariàn
quel bruto brusco che rovina
nostro altipiàn!

No so no so
perché i continua
a costruire
le cése
e non lasciano l’erba …
… non lasciano l’erba …

                                       Anonimo Triestino

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LETTERA APERTA AL PRESIDENTE GIORGIO NAPOLITANO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2013 @ 2:10 pm

Detto altrimenti: Presidente, “non potresti andartene senza lasciarci?”

“Non potresti andartene senza lasciarci?” Questa splendida frase scrissero sul loro biglietto di saluto a mia figlia Valentina le sue compagne di classe, quando 25 anni fa ci trasferimmo da Monza a Trento.

Questa frase mi è rimasta sempre impressa e mi torna alla mente più che mai ora, che ho appena finito di ascoltare il Tuo discorso a S. Anna di Stazzena (Lucca), dove Ti sei recato insieme al Presidente della Repubblica Federale Tedesca Joachim Gaugh, per commemorare l’eccidio di 560 donne, vecchi e bambini, perpetrato il 12 agosto 1944 in quel paesello da tre reparti delle SS. Io avevo sei mesi, essendo nato il 3 febbraio di quell’anno e quindi sono quindi quasi coevo alla strage.

 

L’anniversario “pieno” dell’eccidio, 70 anni, sarebbe ricorso l’anno prossimo, ma Gaugh ha voluto commemoralo con Te, con Te per il quale questa commemorazione è stata, come da Tua ammissione, l’ultimo Tuo atto “pubblico” prima della fine del Tuo mandato. E il minimo che io, nel mio veramente piccolo piccolo mondo potevo fare, era dedicarTi un post.

Italiani da non identificarsi con il fascismo. Tedeschi da non identificarsi con il nazismo. Questo – fra le altre cose – ci hai ricordato ed hai sottolineato. Questo, e la generosa rappacificazione di popoli che hanno portato Italia e Germania ad essere comuni costruttori di una ”prima” Europa (il termine “prima” l’ho aggiunto io. Comunque in tedesco il vocabolo “prima” significa “molto bene”. Speriamo …).

Speriamo … come ci invita a fare Papa Francesco. E il Tuo esempio, le Tue parole ci danno speranza. Speranza che alle grida ed agli insulti  di pochi e di molti “alle” e “dalle” molte piazze fisiche o web, si sostituisca il ragionevole confronto anche di opinioni diverse, per una riconciliazione che non prescinda dalla valutazione e dal giudizio di ciò che di bene o di male sia stato fatto, ma che , rimossi pregiudizi e posizioni assolutistiche, faccia sempre di più dell’Italia una Res Publica, una casa di tutti, entro al quale tutti sappiano vivere e convivere. Una casa, l’Italia,  entro la quale la prima cosa da fare non sia il negarsi al pacato dialogo, al confronto,  alla condivisione, bensì il concedersi alla “communis actio”, cioè all’azione comune cioè alla comunicazione per la ricerca del “bene comune”,  quindi del bene comune a tutti e non solo ad alcuni.

Certo che – lasciamelo dire – hai “scelto” proprio il momento peggiore per andartene, proprio ora che massimamente avremmo bisogno di Te. Per questo mi permetto di dirTi; “Caro Presidente, non c’è un modo per cui tu possa finire il Tuo mandato senza lasciarci?”

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