POST 1078 – TUTTO IL LAGO DI GARDA A VELA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Novembre, 2013 @ 8:26 am

Detto altrimenti: in barca a vela, sul Garda, in novembre.  Un trasferimento a vela attraverso tutto il Garda. Incredibile Trentino! Giorni fa la neve a 600 metri … ed ieri una bella giornata primaverile!

Carlo: proprietario, armatore, skipper e timoniere!

Insomma, ve … la voglio raccontare, la vela! Carlo, un mio amico, ha comperato una barca a vela a Desenzano, la sua “prima” barca a vela! Deve portarla a Riva del Garda. Sembra facile, ma per un neofita solitario può essere un rischio, soprattutto  di questa stagione e con “questo” lago … e allora … “Riccardo, mi dai una mano?”… Infatti si tratta di valutare alcune variabili e soprattutto il tempo: pioggia frequente, qualche temporale, ma dopo … il sole! Già, ma il sole dopo un temporale significa “fronte freddo” che da Malcesine in giù a sua volta significa onda e vento forte “sul muso” di una barca a vela che vuole, anzi, deve risalire tutto il lago. Ed allora? Allora aspettiamo la seconda giornata di bel tempo “dopo la tempesta”, che pure nei giorni scorsi c’è stata sul lago, con venti a 30 nodi! La data è stata fissata per ieri.

Verso Nord! (A sinistra della Paganella, in alto, sullo sfondo, fra le nuvolette, le Dolomiti di Brenta!

Sveglia a Trento alle 05,30. Partenza in auto alle 06,30. Passando da Riva del Garda per organizzare il rientro dell’auto che ci porta a Desenzano (grazie a Mario,  suocero di Carlo), arrivo a Desenzano alle 08,30. Si arma la barca: una randa di 12 metri quadrati ed un fiocchetto di sei. Queste le sole vele disponibili, non molto, a dire il vero … Anyway, si parte a motore alle 09,15. A motore … anzi, a “motorino”, cioè … un pur onesto furibordo 4 cavalli Mercury a quattro tempi, adatto all’entrata ed uscita dal porto più che a lunghe traversate. Ma questo passa il convento … Sole, un po’ di foschia verso nord, per cui vediamo solo le cime dei monti (quanto basta), vento leggero da nord. Procediamo a motore perché bolinare in queste condizioni richiederebbe troppo tempo e noi abbiamo tanta strada da fare!

Verso Malcesine

Quanto impiegheremo? Non lo so, perchè o questo percorso l’ho fatto sì molte volte, ma sempre e solo in regata (numerose “Centomiglia”, di quelle “vecchia maniera”, e cioè Gargnano – Torbole – Sirmione – Gargnano, anche per le barche piccole come il mio FUN), e la preoccupazione non era controllare quanto tempo ci si metteva, ma “quante barche si superavano o ti superavano” e poi, ovviamente, sempre senza motore!).

La rotta più breve sarebbe seguire la costa occidentale, la “bresciana” per intendersi, ma per sicurezza ci buttiamo sulla “veronese”, più ricca di porti (barca nuova, motore nuovo … non si sa mai di dovere “atterrare” in qualche porto).

Malcesine

Pochi giorni prima, alcuni “volonterosi” hanno rubato il motore originario, un 9 cavalli, fra l’altro tranciando il tubo di alimentazione della benzina dal serbatoio di 20 litri, collocato in un gavone della barca, per cui, all’incirca ogni ora dobbiamo rabboccare “al volo” il serbatoio inserito nel corpo del motore, anzi, di un motore “appeso” ad una struttura metallica esterna: per effettuare questa manovra, utilizziamo un imbuto con becco prolungato, attenti a non far cadere in acqua la tanca, la benzina e chi le manovra!

Dopo un paio d’ore ore si alza una timida Ora: su le vele, quindi, ad aiutare il motorino!

Dietro di noi la nebbia della pianura avanza, ma non riuscirà a raggiungerci per tutto il tragitto: Punta S. Vigilio, Torri del Benaco, Brenzone, Malcesine … una sfilata di gioielli in pieno …”colore” autunnale, pare di assistere ad una mostra di quadri di Van Gogh …

A Malcesine l’Ora inforza un poco. Spegniamo il motore, finalmente! Si bordeggia: Capo Reamol, Capo Tempesta, le palestre di roccia, Riva del Garda, al porto “commerciale” di S. Nicolò, ove ormeggiamo la barca alle 16,15. Sette ore di sole pieno, sei litri di benzina, tre tramezzini ed una banana a testa.

Questo sono io, mozzo tuttofare! (Verso Limone)

La barca? E’ una onesta barca a vela per famiglia, sette metri, di fabbricazione polacca, deriva e timone mobili (ritraibili), quattro posti letto, un bagnetto, poco invelata, dal bordo alto, interni quasi ad altezza d’uomo, supporto esterno per motori fuoribordo, scafo di colore blu. L’amico Carlo potrà aggiungere qualche altro dato nel commento che lo invito a fare a questo mio post.

Scalatori, poco prima della “Fine del Lago” (Finislacui)

Buon vento a tutti, quindi, anche in autunno. E … grazie, Lago di Garda, che ci hai risparmiato le tue tempeste, così bene descritte da Virgilio (Georgiche, II, vv. 159.160):

Anne lacus tantos? Te Lari, maxime teque,
fluctibus et fremitu adsurgens Benace marino?

E che mai dovrei dire del laghi così belli? Cosa mai di te, Lario, ma soprattutto cosa di te, Benaco  che quando “ti arrabbi” hai onde e fremiti degni di un mare?

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POST 1077- ITALIA MIA, BENCHE’ … LO SCRIVER SIA INDARNO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Novembre, 2013 @ 8:13 pm
Franceso Petrarca

Detto altrimenti. Francesco Petrarca, nel suo Canzoniere, scriveva “Italia mia, benchè ‘l parlar sia indarno, a le piaghe mortali che nel bel corpo tuo sì spesse veggio …”

Ecco, vedete, alcuni miei amici mi dicono: “Tu scrivi, ma tanto è inutile …”. Eh, no cari miei, io credo fortemente nel confronto delle idee, e per confrontarle, le idee, prima occorre averle. Idee, proposte, non certo “verità assolute, rivelate” (nemmeno la Fede è “solo” verità rivelata: essa è anche ricerca di Dio, di un Dio, è anche dubbio, anelito, aspirazione, conquista, desiderio).

 Dice … ma qual è il tuo pensiero sulla attuale situazione italiana? Eccolo qui. Per anni abbiamo scaricato quasi tutto sull’aumento del debito pubblico. E’ su tale “contropartita” infatti che si sono costruite inefficienze, privilegi, rendite di posizione, sovra-burocrazia, sovra-strutture, squilibri sociali, etc.. Poi, nel momento in cui ci è stato detto “basta” da noi stessi, dall’Europa e – direi – anche dal mondo-mercato  intero,  in quello stesso momento è arrivata una crisi quanto meno bi-continentale.

Ed allora io credo che l’attuale politica, che si occupa soprattutto di decadenze, di congressi di partito, di dichiarazioni dei ministri, di falchi e di colombe e alla fine – bontà sua! – anche di piccoli passi concreti, non sia sufficiente. Ma che fare, allora? Proviamo anche noi a salire su un sicomoro per vedere meglio il tutto da un diverso e più ampio angolo visuale, proviamo anche noi a salire in piedi sui banchi, come gli alunni dell’ Attimo Fuggente … liberiamo il nostro cervello dalle pastoie degli attuali ingarbugliamenti mentali verso i quali siamo sospinti ogni giorno …

Io vedrei bene interventi più significativi, da attuarsi contemporaneamente:

1) rescheduling del debito pubblico con definizione di un periodo di grazia (pre ammortamento) durante il quale si pagano solo interessi ma non si restituiscono le quote di capitale;
2) varo di un piano di emissioni di titoli  del debito pubblico irredimibili, c cioè siano  rimborsabili attraverso la loro vendita in borsa (in parziale e graduale sostituzione del “vecchio” debito redimibile);
3) adozione di un modello di sviluppo “moderno”, cioè non semplicemente “diverso” il che di per sé non direbbe nulla, quanto piuttosto aggiornato alle esigenze dei tempi, e cioè di un modello di crescita che punti su ricerca, innovazione, valorizzazione del nostro patrimonio naturalistico, storico, artistico, culturale;
4) lancio della politica sopra accennata attraverso la creazione di decine di migliaia di cooperative giovanili (e non), il cui start up sia finanziato dalle risorse che si rendono disponibili a seguito dell’intervento sulla struttura del debito sopra accennato;
5) revisione delle priorità “vere” del paese (disoccupazione e futuro per tutti) anche se ciò comporta il “sacrificio” di priorità “non vere” (TAV, F35, etc.);
6) modifica della legge elettorale attuale;
7) lotta “vera” a evasione ed elusione fiscale, alla corruzione, ai privilegi di casta;

8) (questa “faccina” è venuta da sola e non riesco a cancellarla!) 8) passaggio dalla amoralità (attuale) alla immoralità e da questa alla moralità;
9) utilizzo del semestre italiano della Presidenza della UE per proporre un modello di Stati Uniti d’Europa, United State of Europe, USE.
10) Accordo USA – USE per l’ “imposizione” delle regole morali al resto del … stavo per scrivere “mondo” … ma almeno lasciatemi scrivere … del  “mercato”.

Ma che … ho riscritto i Dieci Comandamenti”? Quale presunzione, la mia! E poi, utopie, sogni i miei? E vabbè, forse … ma almeno lasciatemi sognare! E poi … e poi … e poi queste sono le mie idee. E le vostre, quali sono? Grazie se le vorrete esporre nei vostri commenti.

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POST 1076 – L’ACCADEMIA DELLE MUSE – TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Novembre, 2013 @ 5:33 pm

Detto altrimenti: Circolo Culturale Privato (programma annuale al post dell’8 ottobre 2013)

Lunedì 4 novembre, seconda riunione. Inizia il duetto Alfonso Masi (voce recitante) e Cristina Endrizzi (pianoforte): lettere e brani musicali di Franz Schubert, dal titolo “Schubert , viandante d’inverno”. Detto altrimenti (dal Musicista) “E sempre mi domando sospiroso: dove?”(Wohin, Wohin? N.d.r.)

Cristina Endrizzi e Alfonso Masi

Parole e musica, recitazione e pianoforte uniti insieme per Schubert. La voce recitante ha inteso illuminare l’Uomo Schubert attraverso le sue stesse parole (lettere o pagine del diario), mediante testimonianze di amici, come l’irosa sfuriata al caffè Bogner contro i “musicisti da strapazzo” e specialmente proponendo versi dai Lieder che, lungo dall’essere semplici parole da musicare, rivelano molto spesso un carattere autobiografico e costituiscono uno specchio dell’anima schubertiana. Ne consegue il ritratto di uno Schubert sempre in viaggio, sempre alla ricerca della gioia mai trovata, sempre in movimento come l’acqua del ruscello; l’immagine di uno Schubert continui viandante che al termine del suo viaggio affida il proprio sconforto al suono monotono di u organetto. Alla voce recitante si è alternato il pianoforte (di Cristina) che commenta lo Schubert abbozzato dalle parole e lo approfondisce con quel calore e colore che solo la musica può dare.

Ecco, vi ho trascritto l’introduzione alla manifestazione. I brani musicali eseguiti?

1816 – E sempre mi domando sospiroso: dove? – Schwanengesamg, Serenata
1818 – Zelez, in Ungheria, lontano da Vienna e dagli amici – Lied: Die Forelle
1825 – Alla ricerca della bella molinara – Da Rosamunde: Entr’acte
1826 – L’uomo più infelice del mondo – Improvviso Op. 142 n.° 2
1829 – L’artista orgoglioso – Klavierstuck D 946
1830 – In viaggio verso un lungo e freddo inverno – Momento musicale Op. 94 n.° 3
19 novembre 1828 – Dialogo finale con la morte – Ave Maria

(Applausi, n,d,r,)

Dopo il consueto intermezzo enogastronomico, l’angolo delle Anteprime:

Francesca Endrizzi ci segnala il Corso di Teatro “Io … chi sono” – Conocersi e lavorare su se stessi attraverso lo strumento del Teatro”, condotto da Paola Grasso (info e prenotazioni: grassopaola@yahoo.it, tel. 3284614743).

Stefania Neonato al fortepiano

La pianista – forttepianista  musicologa Prof.ssa Stefania Neonato segnala l’inaugurazione avvenuta il 4 ottobre scorso della nuova Associazione Culturale Giardino delle Arti, che opererà, con il contributo di artisti locali trentini, nell’area archeologica do Piazza Lodron a Trento. Si tratta di una iniziativa multi-disciplinare che vuole riunire musica, canto, danza, recitazione, poesia. ne sono promotori Maria Letizia Grosselli, Stefania Neonato, Maddalena Primo, Mirna Moretti, Riccardo Gadotti, Annalisa Filippi, Federica Guerra, Oksana. L’iniziativa si è dotata di un sito web ed è presente su facebook.

Altri eventi prossimi futuri:

Sabato 9.11.2013, ore 17,30, concerto del pianista compositore Edoardo Bruni a Riva del Garda, presso la sala del Conservatorio (Organizzazione Associazione Amici della Musica).
Domenica 10.11.2013, ore 17,00, Villa de Mersi a Villazzano, Daniela Dalri Sardi ci invita all’evento organizzato dal circolo Bonporti: “Se potessi creare una canzone” genesi di un brano musicale, raccontata dalel voci di Maurizio Emer e Alessandro Fusaro. Al pianoforte Samuele Drago.
Lunedì 11.11.2013, ore 17,30, Bar caffetteria “Controvento” di Via Galilei, Mirna Moretti riprende la conduzione dl ciclo di letture.
Sabato 16.11.2013, ore 07,30 ritrovo in Piazza Dante, Palazzo della Regione, gita a Cremona (Nuovo Museo del violini, La Bottega del liutaio, La festa del Torrone). Iscrizioni presso Monika, tel. 3318370070
Martedì 19.11.2013, ore 10,00, Biblioteca Comunale di Trento, primo Piano, la prof.ssa Maria Lia Guardini prosegue con la lettura e commento dell’Eneide di Virgilio: libri 7, 8 e 9.
Sabato 23.11.2013, ore 08,40 precise, ci ritroviamo al Parcheggio di Via Monte Baldo in Trento (a sud di Via Vittorio Veneto). Si comporranno gli equipaggi sulle auto e quindi Umberto Sancarlo ci condurrà nella visita guidata al Mart di Rovereto, alla mostra sulle opere di Antonello da Messina.

Mirna Moretti

La serata è ripresa con l’intervento della super lettrice blogger Mirna Moretti (v. www.trentoblog.it/mirnamoretti) la quale ci ha illustrato il suo “lavoro” di giudice popolare al Premio Campiello. Mirna ci ha spiegato “come funziona” e ci ha parlato dell’impegno richiesto. E poi ci ha scritto:

L’AMORE GRAFFIA IL MONDO – Vincitore
di Ugo Riccarelli – Mondadori
Storia di una donna dolce, forte, decisa che rinuncia ai propri sogni per amore prima della famiglia d’origine, poi per il marito e soprattutto per il figlio malato. Figura appassionante, più forte delle proprie fragilità e del vento della storia. Siamo nel periodo dal fascismo al dopoguerra. E’ la saga di una grande famiglia, ma soprattutto è il racconto dell’amore viscerale tra madre e figlio. E di un sogno – quello di creare abiti – che viene sottaciuto e sostituito con il ricreare e vestire invece i sentimenti e le vite altrui.

L’ULTIMO BALLO DI CHARLOT – Secondo Premio
di Fabio Stassi – Sellerio
Breve e immaginifica biografia di Charlie Chaplin, il vagabondo per antonomasia. Riflessioni sul cinematografo quasi intrecciato alla vita stessa di Charlot che sembra non riuscire più a dissociarsene. E la descrizione della sua scoperta dell’America in cui il “sogno” è sia dolce che amaro. Una chicca.

LA CADUTA – Terzo premio
di Giovanni Cocco – Nutrimenti Ed.
Amara considerazione sulla caduta del mondo occidentale dopo l’11 settembre. Ci racconta gli sconvolgimenti planetari che hanno segnato il primo decennio del nuovo secolo attraverso un impianto narrativo poderoso, ispirato alla Torah e al libro dell’Apocalisse.

TENTATIVI DI BOTANICA DEGLI AFFETTI – Quarto premio, ma mio preferito da poter rileggere con calma
di Beatrice Masini – Bompiani
Romanzo di ambiente ottocentesco con un personaggio femminile , femminista ante litteram. La giovanissima Bianca lavora presso un noto poeta lombardo come acquarellista. Deve dipingere fiori e piante, ma insieme ad essi Bianca ritrae luci ed ombre dei personaggi e del periodo storico in cui vive. Fermenti risorgimentali, desiderio di emancipazione e di migliorare il mondo. Racconto accurato della triste usanza di abbandonare i neonati non voluti alla Ruota.

GEOLOGIA DI UN PADRE – Quinto premio Per me il più bello in assoluto, nonostante abbia preferito votare Beatrice Masini per più consonanze femminili.
di Valerio Magrelli – Einaudi
Spietato, perforante, splendido ritratto in 83 capitoletti di un padre da parte di un figlio che soltanto negli ultimi anni riesce a capire e a tollerare questo padre difficile, umorale, irascibile, geniale.
Ed insieme al ricordo forte che scava nel profondo del suo cuore – non per niente l’autore si fa “geologo” dei propri sentimenti – condividiamo le riflessioni sulla vita e sulla morte, sulla vecchiaia e sul rapporto di noi con i genitori. Racconto incisivo, colto, un estremo atto d’amore per un padre che sta “rinascendo” dentro lo scrittore stesso. Magnifico libro che non ti permette di essere superficiale.

Fine
(S.E.e O.)

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POST 1075 – L’ENEIDE LETTA A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Novembre, 2013 @ 9:25 am

Detto altrimenti: questa volta scrivo prima di “andare a scuola”. In effetti, la riunione, aperta a tutti, è per martedì 5 novembre 2013, presso la Biblioteca Comunale di Trento, primo piano ad ore 10,00, per ascoltare la Prof.ssa Maria Lia Guardini.

Questa volta dobbiamo prepararci sui libri dal 4° al 6°. E questa volta li ho letti. Prima. Prima che vuol dire “prima di andare in aula” ed anche (in lingua tedesca) “molto bene”! Abituati ai canti danteschi della Commedia di 145 versi circa cadauno, i 2.400 versi dei tre libri dell’Eneide impressionano un po’ … Forse anche per questo ho scelto di leggerli su di un libro senza le note ed i commenti: latino a sinistra, italiano a destra … Si tratta di una Edizione Zanichelli, Bologna 1954 (io avevo 10 anni!), a cura di Giuseppe Albini. Una serie di libretti, si … libretti eleganti, non molto voluminosi, con la copertina rigida color amaranto: i classici latini, una serie che era stata molto a cuore a mia mamma, classe 1904, insegnante di materie letterarie.

Per chi non conoscesse Virgilio e l’Eneide, suggerisco una breve ricerca in internet (“Virgilio: l’Eneide”). Piuttosto qui, io, a fianco di molti versi, mi sono segnato a matita alcune osservazioni e riferimenti anche ai nostri tempi. Ciò mi induce ad una riflessione: la letteratura, come componente della cultura e della sensibilità umana, è sempre attuale. In altre parole, vi sono valori, sentimenti, principi innati nell’Uomo “a prescindere” dai tempi e dalla religione. D’altra parte il Re Hammurabi, nel 2.200 a. C. codificava “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Fai agli altri ciò che vuoi sia fatto a te”. Più innati di così … certi principi (in questo caso: morali).
Quanto seguirà, quindi, non sarà una versione in prosa di 2.400 versi, state tranquilli! Piuttosto una serie apparentemente scollegata di osservazioni. Scollegata … solo apparentemente …

LIBRO IV

La regina Didone, vedova, giura e spergiura che non si rimariterà più. La sorella le parla (qualche decina di versi) ed il gioco è fatto! Si rimariterà (la donna è mobile, qual piuma al vento!).

Enea vuole abbandonarla. Si inventa che questo è ciò che gli Dei vogliono. Ipocrita! Nel frattempo non  glielo dice e va a caccia con lei ed il suo seguito. Doppiamente ipocrita!

L’amplesso dei due. Viene descritto in poche parole: “arsero lampi nel cielo consapevole al connubio” … “ i cominciati imenei”. Altro che i particolari pruriginosi delle sfumature di grigio etc.!
La cosa si risà subito: la “Fama” … le ciàcere (in dialetto trentino) …. E poi, si sa, la calunnia è un venticello …

Il defunto primo marito di Didone, geloso, si rivolta nella tomba e maledice i due amanti. Marito geloso, 35. Tomba, 42. Amante, 18. Da giocare sulla ruota di … Roma!

Enea si prepara ad abbandonare Didone. Lo fa in segreto. Pusillanime! Scoperto, si giustifica con il solito “Deus vult”, Dio lo vuole, anzi gli Dei, sono tanti … “Ch’aggio a fa’… Dido’ “?
Didone lo chiama perfido, empio, nemico superbo, irriconoscente, scellerato. E minaccia , anzi, anticipa il proprio suicidio … “Almeno mi avesse messa incinta …” … “Ti perseguiterò anche da morta!” … “Resterò zitella …” “E tu, nell’Italia, troverai guerre!”

E poi salta fuori anche la droga … al verso 486: soporiferum papaver, il sonnifero papavero (l’oppio!).

Enea sulla poppa della sua nave, agli ormeggi, dorme. Lo svegliano gli Dei: parti, fuggi, “Femmina è varia cosa e mobil sempre” (la donna è mobile …).  Enea suona la sveglia: adunata! Incita alla partenza i suoi: “Armiamo … le navi e remate”! Lui stesso scioglie l’ormeggio, … anzi no, lo tronca con un colpo di spada … con quello che costano oggi le cime d’ormeggio!  Partono le navi, vento in poppa, la mattina prestissimo, brezza di terra. D’altra parte erano navi che non bolinavano per nulla!

Didone muore ai versi 642 e seguenti: “Trepida … Dido ardente, roteando occhi … sparsa di macchie le frementi gote, pallida già de la futura morte …” Ricorda l’Adelchi del Manzoni, la morte di Ermengarda: “Sparsa le trecce morbide sull’affannoso petto, lenta le palme, e rorida di morte il bianco aspetto, giace la pia, col tremolo sguardo cercando il ciel”.

Didone si trafigge con la spada. Morte ricordata dalla Lucia di Lamermoor.

 LIBRO V

Enea è al largo, non sa che Didone si è uccisa ed è preoccupato perché “sa ciò che può donna furente”.  Arriva la tempesta. Il vento soffia da l’occidente fosco (Libeccio, dalla Libia appunto). ma è troppo forte per prenderlo in poppa a vele piegate: Enea fa sventare le vele … inizia l’esposizione di tecniche di navigazione a vela di velieri che non bolinano. Le navi modificano la rotta, seguendo quella che è consentita dal vento. E arrivano in Sicilia.

Sciuri sciuri … bibetque bibatque quicumque phalenum sua cura citiusque solvetur cadetque! Si fa festa! A terra si organizza una sorta di Olimpiade: si mangia, si beve e si gareggia. Una regata a remi durante la quale un concorrente non dà “diritto di scoglio” ad un avversario e lo fa sbattere sulle rocce, con danni allo scafo e uomo a mare! La nave investitrice procede veloce “qual colomba di subito sturbata …” “Quali colombe dal disìo chiamate …” ma non si ferma a raccogliere l’uomo in mare caduto dalla nave avversaria! Squalificata due volte! E poi, “accende il motore!” Cioè… si fa aiutare dagli Dei che la sospingono … vergogna! Alla fine però … premi per tutti! Nessuno ha perso. Sembrano le nostre attuali elezioni politiche …

Una nota: ma quanti animali hanno da sacrificare (e da mangiare)? Quanti premi? Hanno forse saccheggiato un intero allevamento di bestiame vario? Una ricca fattoria? Una ricca gioielleria? Una moderna armeria? O cos’altro?

Segue: corsa a piedi, pugilato, tiro al piccione, sarrabanda della cavalleria.

Nel frattempo, gli Dei contrari a che Enea raggiunga l’Italia, inducono le donne a dar fuoco alle navi. Ma Giove fa piovere e limita i danni.

Enea vuole incontrare suo padre Anchise, morto. Si prepara le sua discesa agli inferi. Nel frattempo …. cantiere navale: si riparano “le abbrustolate tavole al naviglio”.

Enea tracciare il solco di confine di una nuova città per i compagni che non vogliono proseguire il viaggio. Quindi molla gli ormeggi, questa volta senza tagliale le cime! Di nuovo col vento in poppa. Questa volta il Dio del mare gli è favorevole: mare calmo, vento in poppa, i marinai “tendono le scotte” che però, col vento in poppa, vanno lascate, non tese!

Uomo mare!

Il timoniere Palinuro si addormenta al timone, rompe la barra e cade in mare. Uomo a mare, di notte, con vento in poppa, caduto da barca a vela che non bolina, non si recupera più, anche se fossero stati tutti svegli! Si apprenderà dopo (Libro VI°) che Palinuro riuscirà a raggiungere terra (Capo Palinuro) dove sarà assalito ed ucciso da predoni.

LIBRO VI

Enea Arriva all spiagge di Cuma e si ancora poppa a terra. I suoi vanno a far provviste di cibo ed acqua. lui cerca e trova la Sibilla Cumana.

Offerte agli dei (l’ho già detto: devono avere saccheggiato un’intera mandria!). Ma … agli dei o … ai loro sacerdoti o … a se stessi, visto che poi bruciavano le viscere ma cuocevano le carni?

La Sibilla gli parla dell’”Italia fuggente”. Sarà per questo che ancora oggi l’Italia “fugge” e non affronta i veri problemi …

Dice: “Arriverai nel Lazio, dovrai affrontare un “nuovo Achille”, ti aiuterà una città greca …e poi gli nomina tale Alcide (che sia già Degasperi?).

Enea vuole scendere agli inferi a trovare il padre Anchise. la Sibilla lo avverte: scendere è facile, risalire è difficile. e ci risiamo: la discesa agli inferi dell’Italia di oggi è stata facile. ora dobbiamo risalire … “E mentre noi parliamo, un tuo amico è morto”.

Quanti lavoratori “muoiono” in Italia mentre a Roma si discute, mentre gli oracoli della nostra politica discutono ed appaiono in TV sorridenti …!

Comunque nell’Eneide si tratta di Miseno … cui viene fatto un bel funerale ed al quale viene intitolato un capo, Capo Miseno, appunto.

Enea, munito del lasciapassare (un ramoscello dorato) scende agli Inferi. E qui il nostro Dante ha attinto a piene mani per la sua Commedia: i mali del mondo, la loro punizione, Caron Dimonio, l’Acheronte, il Flegetonte, I Titani, Cerbero, Minosse… ma non solo dante: anche Ungaretti con la sua poesia “Soldati”: “Si sta, come d’autunno sugli alberi le foglie”. Infatti alcune anime dell’Eneide sono descritte “quante col primo freddo de l’autunno si spiccan ne’ boschi e cadon foglie”.

I suicidi, gli insepolti, Palinuro stesso, che racconta ad Enea come cadde in mare, come in tre giorni riuscì a toccar terra, come fu assalito d ucciso dai predoni.

Cerbero cerca di fermare Enea, ma riceve degna risoposta: “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare”.

Curiosa la citazione di Cèneo, (verso 448) “un dì garzone, or femmina”.

Enea incontra anche Didone … che lo guarda male … ed alla quale lui risponde con il solito “deus vult” (l’ipocrita!).

Deifobo, figlio di Priamo (marito di Elena dopo la morte di Paride, n.d.r.): …sfigurato in volto, gli racconta come la “egregia moglie” gli sottrasse nel sonno la spada, aprì la porta della stanza e lo lasciò – inerme – in balia di Menelao … per farsi perdonare “l’oltraggio antico” (le doppie corna) …
Anime che vagano sospinte dal vento (Paolo e Francesca) … poi si preconizza l avvento di tale Silvio (!?) (verso 763) …

I Titani … e Dante anche qui “copia”: “Però che come su la cerchia tonda, Monteriggion di torri si corona, così ‘n la proda che ‘l pozzo circonda, torreggiavan di mezza la persona gli orribili giganti”.

Poi il luogo della purificazione (il Purgatorio) ed infine il Paradiso. Ed il padre Anchise gli prefigura le glorie di Roma. Virgilio, poeta di corte … politico … Anchise lo accoglie “… come fui sgomento che ti nocesse il regno di Libia” (chiaro il richiamo a Gheddafi). Insomma è tutto un grido “Forza Roma”! (Ma Enea non era alla ricerca del Lazio … della Lazio?).

E non manca un accenno alle scuri e ai fasci di Roma … ahimè! (v. 820)

Il padre Anchise avverte tutti noi: “No, figli, il cuor non avvezzate a guerre sì fiere”. Ecco, anche lui, già lui … era contrario agli F35! (v. 832)

E alla fine … “E quindi uscimmo a riveder le stelle”.

Mio commento: Enea si giustifica di fronte a Didone con il suo “Deus vult”. Virgilio giustifica la politica imperiale di Roma con lo stesso “Deus vult” (cosiddetto imperialismo religioso).

P.S.: dopo la riunione con la Prof., emerge che Enea è solo un predestinato, uno strumento nelle mani degli Dei, un protagonista, non un eroe: se non altro perchè non ha una forte identità. Quanto alla sua “fede” negli dei (“Deus vult!”) un po’ vacilla, di fronte alla morte di persone giovani: “Ma come è possibile che gli Dei vogliano questo?”, si domanda …

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POST 1074 – TRENTO E TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Novembre, 2013 @ 11:23 am

Detto altrimenti: mini rassegna stampa dal quotidiano l’Adige

2 novembre, pag. 36 – Nel PTC, Piano Territoriale della Comunità Altogarda e Ledro, il Centro Vela. Il Centro Vela alle foci del Sarca (Comune di Arco), reclamato da tempo anche dal Comune di Nago Torbole (ma il Comune di Nago Torbole non ha già il CVT, Circolo Vela Torbole?). Osservo: la “Busa” dell’Altogarda Trentino non ha bisogno di un ulteriore Centro Velico Comunale, bensì di riunificare le iniziative per la realizzazione di una Iniziativa di portata europea, quale potrebbe essere una Scuola di Vela a livello dei Glenans francesi, e che potrebbe chiamarsi “Trentanodi Srl, Scuola Superiore di Perfezionamento Velico Classe Crociera”. Insomma, stante la bellezza del nostro territorio, la ricchezza di vento e il già elevatissimo grado di conoscenza internazionale della nostra offerta turistica e sportiva locale, occorrerebbe fare un salto di qualità, pensare alla grande e superare la visione particolaristica comunale dei problemi e delle prospettive.

3 novembre, pag. 11 – Intermodalità (trentina) in crisi. L’ex presidente di Interbrennero afferma che a sbilanciare il bilancio della società sono gli ammortamenti (che sono costi anche se non sono uscite di cassa) a fronte dei rilevantissimi investimenti immobiliari che la società ha fatto, realizzando forti volumi di immobili con la prospettiva, ora tradita, di venderli e di affittarli. A Milano direbbero: “O felè fa ‘l to’ mestè”, cioè pasticcere fa il tuo mestiere, cioè ognuno faccia il mestiere suo, cioè una società intermodale non si metta a fare l’immobiliarista. Ma tant’è … ormai i buoi sono scappati dalla stalla e chiudere i cancelli costa … costa un aumento di capitale con denaro pubblico, a copertura delle perdite. Come si chiama questa operazione? Ah già … sì … c’è un termine che suona meglio: “ricapitalizzazione”. Peccato … che la politica della società non si sviluppi di pari passo con la prospettiva del completamento del tunnel di base del Brennero … a proposito del quale, anni fa, attraverso il GEIE privato ATT3 – ALPTRANSFER CONSULTING GEIE/EVIG con sede a Bolzano, del quale ero azionista e amministratore, avevamo tentato di fare modificare il progetto delle FS da una a tre canne … come pare che oggi, solo oggi, abbiano fatto. Che abbiano “copiato” il nostro progetto?

3 novembre, pag. 26 – A Trento, nel quartiere della Clarina, si scarica sui residenti il peso della sosta dei lavoratori pendolari, respinti dal quartiere della Bolghera ora trasformato in zona blu a pagamento. E si penalizzano lavoratori pendolari e residenti. Bingo! Osservo: la politica della sosta deve essere “completa”. Interventi settoriali non risolvono i problemi: li spostano. A quando, ad esempio, una tessera della sosta unica per tutta la Provincia, ferma restando per ogni comune di stabilire la propria tariffa? Lo so, questo è un altro problema, ma …  che volete, l’occasione per “infilarci” questa idea era troppo forte …

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POST 1073 – SERVIZI SEGRETI? MA MI FACCIA IL PIACERE! (ED ALTRE PERLE NOSTRANE!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Novembre, 2013 @ 8:34 am

Detto altrimenti: … non solo gli USA, ma anche l’Europa … ma noi no, non noi …, noi no …

Servizi segreti, anzi, di casa (o “cosa”?) nostra. Si apprende che anche l’Europa si era “organizzata”, nel senso che sotto la guida della Perfida Albione (Gran Bretagna), GB, Francia, Germania, Spagna si erano organizzate per realizzare una rete di “controllo elettronico”. Noi no … perché – affermano – ci sono impedimenti legislativi e la “litigiosità interna” dei nostri diversi servizi segreti. No, non ci sto e rilancio: voglio fare una connessione: fra la spaventosa diffusione della corruzione, dell’evasione fiscale e della criminalità organizzata e l’”interesse” (non certo legittimo) che vengano a galla cose che “ è meglio che restino riservate”. Cioè, per dirla con gli inquisiti del Commissario Montalbano, che “chi sapi …. muto ha a stari, muto, da omo de panza” (“omo de panza” in siciliano non è un ciccione, ma persona che non parla, omertosa … ).

La medaglia d’oro al valor militare (solo per alcuni) è stata sostituita dalla scivolata d’oro (per tutti)

Ministero della difesa. Non per i soli F35 si spense e spande. Infatti i decreti attuativi della L. 244/2012 prevedono lo “scivolo d’oro” dei militari. Mi spiego: In un paese di esodati, sotto pensionati e disoccupati … si stabilisce che il “dimagrimento” delle Forze Armate (all’interno del programma di spending review) avvenga anche attraverso:
1 – trasferimento del personale ad altri ministeri (!!??);
2 – prepensionamenti;
3 – scivolata d’oro, cioè: a 50 anni l’interessato può decidere di allontanarsi dal servizio percependo l’85% dello stipendio, maturando pensione piena e potendo svolgere altri lavori esterni al settore pubblico.
Il Parlamento … interverrà? Me lo auguro!

Cancellieri. Maccomesifà? Ma come si fa ad esprimere il proprio giudizio sul Cancellieri Affair senza essere etichettati come appartenenti a questa o a quella compagine (compagine = partito, movimento, etc.) politica? Se qualche lettrice o lettore del blog me lo sapesse dire, mi farebbe cosa molto gradita. Nel frattempo tuttavia io mi esprimo: non posso approvare il comportamento del Ministro. Così, tout court. E non accetto di essere trascinato nella selva di pseudo ragionamenti pro o contro il suo operato. Mi viene in mente quel giorno che essendo io al timone di una barca a vela in navigazione notturna, ed essendo io in attesa di ordini circa la rotta da seguire, assistevo alla disputa fra lo skipper ed il suo “comandante in seconda” su una correzione della rotta di qualche grado bussola in più o in meno (questo era il problema!), mentre i suddetti non si erano accorti che stavamo procedendo a 180 gradi bussola (cioè verso sud) anziché a zero gradi bussola, come invece avremmo voluto, cioè verso nord. In altre parole: la Cancellieri stava andando a Nord (o a Sud) e invece avrebbe dovuto andare a Sud (o a Nord). Cioè: comunque la si veda, in senso opposto!

Alzheimer. Che inizi ad affliggere anche persone non anziane (vedi i casi precedenti)? In ogni caso l’’Italia, a differenza di altri paesi europei ed exyta eurpei, non ha un piano per l’assistenza ai malati di alzheimer. Cosa aspettiamo?

Infine, una notizia buona (e ci voleva, diamine …): l’ANCI, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, sta proponendo di abbassare il limite di velocità nei centri urbani da 50 a 30 KMh. Ciò renderebbe più sicura la vita a tutti, ed in particolare a noi ciclisti. Speruma mac bin … (dialetto torinese: speriamo solo bene …)

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POST 1072 – MUSICA IN TRENTINO, ANZI … A RIVA DEL GARDA, CHE PERO’ E’ SEMPRE TRENTINO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Novembre, 2013 @ 6:07 pm

Detto altrimenti: musica, linguaggio eterno ed universale …

Edoardo Bruni

Riprendono i concerti organizzati dall’ Associazione Amici della Musica, presieduta da Ruggero Polito: al pianoforte EDOARDO BRUNI. Già il “nostro” Edoardo … quel “nostro” mi fa un po’ impressione (in senso positivo, s’intende!) perché oltre ad essere quello che è, cioè uomo di Musica e di Cultura; e poi essere figlio di due miei colleghi e amii dell’Accademia delle Muse, ha lo stesso nome di mio figlio … perdonerete quindi la debolezza di un paponno, cioè di un papà –nonno! Ed ora veniamo alla parte ufficiale.

Sabato 9 novembre alle ore 17,30 presso l’Auditorium del Conservatorio in Riva del Garda, si terrà il Concerto del pianista compositore Edoardo Bruni, Musicista e Compositore trentino affermato in Italia ed all’estero. Diplomato in pianoforte ed in composizione, docente di materie musicali, ha conseguito il dottorato di ricerca in musicologia presso l’Università di Trento e di Parigi.

Laureato in filosofia, Bruni può a buona ragione essere definito un “filosofo della Musica”. Infatti, basandosi sui principi de lui definiti e formalizzati dell’estetica della catarsi e della tecnica della pan-modalità, Bruni sta ora realizzando il progetto compositivo “Ars Modi” (l’Arte del Modo), in cui propone una nuova “via di mezzo” compositiva, diversa dalle due vie predominanti del novecento: l’ “estetica del malessere, atonalità estrema” da una parte, e l’ “estetica dell’ingenuità – tonalità tradizionale” dall’altra.

Oltre a brani suoi, tratti da L’Arte del Modo, il 9 novembre a Riva del Garda Bruni eseguirà brani di Debussy (1862-1918), Chopin (1810- 1849) e Rachmaninov (1873- 1943).

Curriculum vitae

Edoardo Bruni, nato a Trento nel 1975, è pianista e compositore. Diplomato in pianoforte col massimo dei voti presso i Conservatori di Trento (1996, Prof. Giese) e di Rotterdam (2000, M° Delle Vigne), si è perfezionato con Cohen, Berman, Schiff, Margarius. Svolge attività concertistica come pianista (solista ed in formazioni cameristiche) in Italia ed in Europa, in cartelloni prestigiosi al fianco di artisti del calibro di Yo Yo Ma, Bruno Canino, Ivo Pogorelich, Stefano Bollani, Michele Campanella, The Swingle Singers, Orchestra Sinfonica Verdi di Milano, Orchestra Sinfonica Nazionale di Kiev, Trio Brahms di Mosca.

Diplomato in composizione col massimo dei voti nel 2000 presso il Conservatorio di Trento (M° Franceschini, Galante, Colazzo), si è perfezionato con Mullenbach, Corghi, Bacalov. Sue composizioni sono state eseguite dall’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento (2000 e 2007), dall’Ensemble La Pluma De Hu (2004), dall’Ensemble dell’Accademia Chigiana di Siena (2004), dall’Ensemble Alternance (2005), dall’Orchestra delle Scuole Musicali Trentine (2006), dal Ludus Quartet con Monique Ciola (2007), dal Trio Debussy (2008), dal duo Ciaccio – Miotto (2009), dal Trio di Genova (2010), dalla Banda di Mezzocorona (2010). Laureato in filosofia presso l’Università di Padova (2002), è dottore di ricerca in musicologia delle Università di Trento e di Paris 4 – Sorbonne (2005). E’ presidente dell’Associazione Sonora Mente. Ha insegnato presso la Scuola Musicale Giudicarie (pianoforte e composizione) ed i conservatori di Verona (armonia), Padova (pianoforte complementare), Trento (lettura della partitura), Siena (solfeggio).

Attualmente Bruni è docente di “Materie musicali di base” presso il Conservatorio di Trento, e di “Lettura della partitura” presso il Conservatorio di Frosinone.

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POST 1071 – OGNISSANTI 2013

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Novembre, 2013 @ 6:53 am

Detto altrimenti: Primo Novembre, una visita alla terra d’origine …

… di mia moglie.  Nel  “ritorno” da Bologna, dove abbiamo assistito un ex centrattacco, ex terzino, ora mister (mio figlio, operato al ginocchio) verso Trento, una deviazione fin quasi ad Alessandria … non è proprio quella che si dice la strada più diretta, ma Ognissanti … la visita ai defunti …

Volpedo, la terra d’origine di mia suocera, in quel cimitero sono sepolti mio suocero e i nonni materni di Maria Teresa, ed allora una visita al Cimitero è anche occasione per riscoprire, ogni volta, quanto di bello quella terra, come tutta la Terra Italia, offre. Offre … a chi la sa apprezzare, a chi la conosce o la vuole conoscere. Piccoli paesi, Grandi Tesori, di Storia, di Cultura, d’Arte, di Vita.

La terra, dicevo, Già, perchè a Volpedo, il paese delle volpi (a suo tempo), adagiato fra le colline dell’Appennino e le sponde del torrente Curone, c’erano molte volpi. Volpedo, Volpeglino, sono nomi che lo testimoniano. A 10 km, Tortona, Der Thur, la Porta (in tedesco), latinizzata poi in Derthona (nome dell’attuale squadra di calcio). La porta che controllava l’accesso dalla pianura alle gole dell’Appennino, verso il mare.

Ma torniamo alla terra, quella Terra che una volta dava letteralmente da vivere, con i suoi frutti. Ed un pezzetto di Terra dei Nonni di Maria Teresa è ancora lì … un Ricordo (le maiuscole non sono utilizzate a caso!). Ed il nostro pellegrinaggio non poteva trascurare una visita al “Prato”, che si chiamava così’ anche quando prato non era, bensì frutteto a peschi e vigne …in fondo un grande pozzo e l’orto. Il tutto curato dal mezzadro.

Dopo il Cimitero e il Prato, la casa del pittore Giuseppe Pellizza (1868–1907) , Pellizza da Volpedo, dapprima divisionista, poi esponente della corrente sociale, autore del celeberrimo Il Quarto Stato, vera allegoria del mondo del lavoro subordinato e delle sue battaglie politico-sindacali … ma è inutile che io qui ricopi ciò che potete leggere direttamente in internet.

Infine, la Pieve Romanica di S. Pietro Apostolo. La Pieve è aperta al pubblico solo due ore al giorno nelle festività. Entriamo. Due giovani, un lui ed una lei, stanno esaminando con attenzione gli affreschi. Siamo felicemente sorpresi del fatto che esistano giovani con questa sensibilità. Di fronte ad un affresco si fa anche presto a parlarsi, a comunicare. “Piacere, Riccardo” … “Piacere, Simona”. E si “scopre” che lei è una storica dell’arte! Uao raga! Detto fatto: mi sono fatto promettere che mi avrebbe spedito un suo  “pezzo” sulla Pieve. Dopo poche ore noi rientriamo a Trento e loro due a Milano. E questa mattina presto ricevo il suo commento. Eccolo:

Simona e Paolo: proprio una bella e simpatica coppia!

“ Da fonti che non ho ancora potuto consultare, si parla della presenza di una chiesa battesimale -  per cui di un’istituzione vescovile che può somministrare il Battesimo – già dal V-VI sec. (quindi in epoca paleocristiana). Come hai potuto constatare dall’esame delle murature esterne, nulla rimane dell’edificio primitivo. Fortunatamente però vediamo che la zona absidale della struttura e parte della muratura laterale sud (supponendo, come succede di solito, che l’abside sia orientata) sono da ritenersi, per la tipologia architettonica (principi di doppi archetti pensili con paraste che, partendo dal tetto arrivano a terra), di epoca ottoniana (quindi siamo a occhi e croce tra X e XI sec., considerando anche la menzione dell’edificio in un documento del 965, conservato a Tortona). Nella muratura, parte di mattoni e parte di ciottoli di fiume, si può però notare, più o meno in corrispondenza della chiusura delle porte laterali, che la parte di navata che va verso il portale è successiva all’età romanica. Dall’analisi dell’interno e degli affreschi più antichi, che arrivano fino ai primi pilastrini della chiesa odierna, si può ipotizzare che la costruzione sia stata volta all’ampliamento della struttura preesistente e che risalga più o meno al XV sec. All’interno la decorazione ad affresco è piuttosto importante, complessa e di alta qualità. In particolare, ritengo che le pitture più antiche siano databili alla seconda metà del XV sec., le più recenti ai primissimi anni del XVI. In controfacciata si conservano i dipinti secondo me più recenti, raffiguranti S. Antonio Abate, S. Caterina di Alessandria e una Madonna del latte. Sui pilastrini sono riconoscibili altre Madonne col Bambino, diversi Santi Vescovi e Monaci e Santi Martiri, riconoscibili dai loro  tipici attributi (di nuovo S. Antonio Abate, col campanello, la stampella, il maiale e la fiamma; S. Sebastiano, trafitto dalle frecce; per fare alcuni esempi). Particolarissima è la raffigurazione di una santa martire nell’edicola di muratura addossata a un pilastrino in prossimità dell’abside, perché ha la carnagione scura ( sinceramente non so chi sia ). Il catino absidale mostra uno splendido Cristo Giudice racchiuso in una mandorla, circondato da Santi con cartigli. Bellissime sono a sinistra la raffigurazione della Vergine e a destra quella dell’Arcangelo Michele. 

L’altare ci stona, ma stante il problema della luce (ho fotografato con il telefonino!) ho dovuto inquadrarlo

La descrizione non è neanche lontanamente esaustiva, dal momento che non sono in grado, in questa sede, di verificare meglio i documenti concernenti la Pieve. Inoltre molto altro ci sarebbe da dire sulla descrizione degli affreschi, secondo me straordinari soprattutto dal punto di vista della tecnica, quindi della qualità – ovviamente però una mail non è sufficiente per un esame tanto approfondito, seppure utile e interessante da affrontare. A proposito, non so se vuoi menzionare anche l’antico altare barocco che abbiamo visto nella navatella sinistra..è un semplice altare di legno con fronte in metallo, che sinceramente non so nemmeno dirti se sia d’argento, dipinto in modo da imitare i più preziosi altari barocchi di marmo policromo, all’epoca tanto di moda.

 Che ne dite? Dove la trovata una testimonianza altrettanto diretta, immediata, genuina, tempestiva, casuale e per questo ancora più bella? Grazie, Simona! (Simona Trongio, Milano : simonatrongio@gmail.com).

Alla fine …”siamo tornati a casa stanchi ma felici per la bella giornata trascorsa”. Si scriveva così, vero, nei temini delle elementari?

P.S.: alle ore 13, sosta gastronomica presso la trattoria Le Vinaie (della serie: “tutti i salmi finiscono in gloria” … “non di sola arte vive l’uomo” … “l’uomo non è di legno”, etc.) a fianco del nuovo mercato di Volpedo: ravioli al sugo di carne, barbera locale e … “alla via così!”.

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POST 1070 – F35, SE LI CONOSCI LI EVITI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Ottobre, 2013 @ 4:02 pm

Detto altrimenti: … e io insisto, perchè “gutta cavat lapidem” … o no? (da la Repubblica, 31 ottobre 2013 pag. 16).  La Lockheed presenta uno spot pubblicitario per promuovere la vendita dei propri discussi, inaffidabili e costosissimi cacciabombardieri F35  (USA e jet,  cioè, proprio da “gettar” via!)

Il nostro Ministro della Difesa, Mario Mauro

F35. No, non sono automobili di Formula Uno, no … ma tant’è … la Lockheed ve li fa provare … un giro di prova, anche al sabato, ne resterete affascinati! Ovviamente in sala simulazione, e all’ingresso vi danno un depliant con su scritto “Si vis pacem para bellum” se vuoi la pace, prepara la guerra, solo che l’hanno scritto in inglese: “To love peace you must arm peace. F35 does that”. “Se ami la pace, armala. L’F35 l’arma”. Italiano ne è venuto fuori un gioco di parole: “Amare la pace è armare la pace!” Solo che la frase pare sia del nostro Ministro della Difesa Mario Mauro, e la Lockheed l’ha riportata virgolettata sotto la foto del nostro Ministro, in testa all’elenco degli sponsor (cioè, acquirenti finanziatori) stranieri fra i quali figura l’Italia!!!

Steve O’ Bryan, VP della Divisione Lockheed  “F35 Program Integration and Business Bevelopment”: “Ve li do’ in offerta, solo 85 milioni di dollari cadauno”

Ma insomma, siamo seri, direte voi, basta con ‘sti giochetti. Ok, dico anch’io, ok. Solo che mi devono spiegare perché Canada, Olanda e Turchia non si fanno rifilare questa costosissima “sola” (“sola”, dal romanesco: “fregatura”). Barak Obama, sia per la crisi finanziaria USA, sia per i molti difetti riscontrato sugli F35, frena sull’iniziale programma di acquisto di ben 2.300 (duemilatrecento) F35 per un totale di 392 miliardi di dollari USA. Il suo generale a quattro stelle responsabile degli acquisti, Christofer Bodgan, afferma che “le relazioni con la Lockheed sono pessime”. E la Lockheed cerca di correre ai ripari premendo sulla vendita degli F35 agli alleati, fra cui noi. E ce li danno “in offerta”: infatti ora costerebbero “solo” 85 milioni di dollari Usa cadauno!

INTERCETTAZIONI USA. Mi viene un dubbio; non è che gli USA ci spiavano per cercare di capire chi era favorevole e chi contrario a questa operazione? E/o da chi e a che prezzo comperiamo il gas (russo)? E/o che fine fanno Alitalia, Ansaldo, Ilva, e/o a chi vendiamo le armi prodotte dalle nostre fabbriche, etc.? Sapete, a pensar male … Ma a parte ciò, …

… a parte ciò, c’è da chiedersi se sia conveniente, opportuno, lecito, ammissibile che un nostro Ministro presti la sua immagine a chi vuol vendere gli F35 al suo e nostro paese.

Principato di Seborga (Bordighera, Imperia)

Dice: ma c’è un contratto … eh no caro mio! Innanzi tutto si stava a parlare di un problema (la disponibilità del Ministro a fare il testimonial USA) e tu mi parli di un altro argomento. E poi … comunque, inadimplenti non est adimplendum, tanto per rispondere in latino alla traduzione in inglese di un motto latino: di fronte a chi è inadempiente (perchè ti rifila una “sola”) non si è tenuti ad adempiere (cioè a comperarla, ‘sta sola!). Infine … c’è anche l’eccessiva onerosità sopravvenuta, stante l’andamento della nostra finanza e del nostro debito pubblico. Ma tant’è, dum consulitur (arifacce co’ ‘sto latinorum!)… mentre si discute, nel dicembre 2012 il Parlamento con decisione multipartisan ha stanziato per legge ben 20 miliardi di euro l’anno (!!) per dieci anni (!!) in favore del Ministero della Difesa (oltre ai fondi per le missioni all’estero e per la protezione civile), Ministero-Mistero  che quindi può autonomamente e “allegramente” (è proprio il caso di dirlo!) andare avanti ad armarsi … Vorrà dire che se un domani fossimo aggrediti dall’esercito della Repubblica di S. Marino o da quello del Principato di Seborga (v. in internet), sapremo bene come difenderci!

Dico: ma non abbiamo altre “priorità più prioritarie” cui far fronte? Forse no … visto che spendiamo miliardi in armamenti. Infatti, dice …  scuola, università, ricerca, beni culturali, difesa del territorio da calamità naturali, sanità, livelli occupazionali etc.: sono tutti settori perfettamente finanziati. Ah … be’ … allora … dico … se le cose stanno così … mi ero sbagliato … non sapevo … posso star tranquillo … se me l’aveste detto prima … a saverle le robe (dialetto trentino).

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POST 1069 – LA VITA A DUE VELOCITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Ottobre, 2013 @ 12:43 pm

Detto altrimenti: noi ne abbiamo due, ma il tempo una sola, la sua

 VL = velocità con cui, accelerando sempre, lavoriamo, comunichiamo, ci spostiamo, pensiamo, rispondiamo ad altri, decidiamo, diamo e riceviamo informazioni, consumiamo informazioni, viviamo sentimenti.
Vp = velocità (minore di VL) con cui, frenando, noi pensionati  facciamo quello ed altro.
Vk = velocità (= k, costante, con variazione di velocità – cioè con accelerazione – uguale a zero) con cui il tempo trascorre, velocità sempre uguale a se stessa, anche se Einstein affermava che un’ora con la fidanzata sembra corta, mentre cinque minuti seduti su di una piastra rovente sembrano eterni …

Normalmente non mi sono mai occupato delle incombenze di casa: Il lavoro nella mia città o anche lontano da casa, gli orari … il resto per me era scontato: mia moglie, un aiuto esterno … A Trento poi, dove viviamo, anche se vai al supermercato … parcheggio sotto casa, parcheggio al supermercato, fatto! Al massimo 40 minuti  e senza nemmeno affrettarsi tanto.

La “mia” stanza bolognese in casa dell’infortunato

In questi giorni invece sono a Bologna, a dare una mano al mio ex centrattacco, tutt’ora mio figlio, Edoardo, operato per un legamento al ginocchio. Ed allora, via! Al supermercato. “E’ vicino, papà”. “Ah, si? Bene, allora ci vado a piedi, così non rischio di non trovare occupato il (preziosissimo) posto auto dove ho parcheggiato l’auto”. Detto, fatto. Vicino … si … vabbè, un km … di buon passo ci ho impiegato 15 minuti: infatti la velocità di marcia da militare era di 4 km/h (in pianura, s’intende! In montagna era di 400 metri di dislivello all’ora). Quindi fra andata e ritorno, 30 minuti. Entro nel Supermercato (ne ometto il nome per non fare pubblicità occulta): enorme. Per acquistare dieci generi diversi lo devo girare dieci volte. E fanno altri 30 minuti. Alle casse poi, altri 30. In totale un’ora e mezzo.

Un centrattacco al momento a velocità zero!

Nel frattempo ho avuto modo di osservare, di guardarmi intorno, di guardare e vedere la Gente. Ma i nostri Politici, anzi, scusate, i nostri politici, ci vanno mai a fare la spesa in un grande supermercato? La guardano, ma soprattutto, la vedono la Gente? La Gente, persone di tutte le età, anzi … Persone di tutte le età, vestite in modi diversi ma tutti molto economici, prima di fare un acquisto, studiano, esaminano qualità e prezzo, fanno confronti, riflettono, decidono, cambiano la merce già acquistata con altra (questione di priorità). Ecco, mi sono detto, questo è lo slow living, il vivere lento, il back office, la retrovia del fast living, la contro faccia di chi con una telefonata acquista o vende tonnellate di merce, sposta miliardi, di chi non ha certo tempo di curarsi di questi aspetti “minori”, anzi “minimi”. Ma questa è la Gente vera, non quella, questa dalla quale il tempo è utilizzato per cercare di vivere, di sopravvivere, non per essere travolto dalla accelerazione della modernità (ormai al tramonto, n.d.r.. Si veda il mio post n. 972 del 19 settembre 2013).

Sul Brenta (Valsugana), verso Bassano del Grappa, in autunno

Lo sapete. Sono un appassionato ciclista … e già vi dissi come, andando in bicicletta, si ha il tempo di vedere ciò che si guarda, di scoprire un giardino, un muretto a secco, una chiesetta, uno scorcio di panorama che alla guida dell’auto non sono “visibili” dalla nostra attenzione. Ecco, ora devo aggiungere una cosa: andando a piedi, in mezzo alla Gente, si vede la Gente! Nella mia vita è la seconda volta che mi è capitato di fare questa riflessione. La prima fui quando, trasferito da Torino a Milano, andai ad abitare a Monza. Le prime volte, non conoscendo bene le strade e il “modus operandi” dei guidatori milanesi (alla Fittipaldi!) , utilizzai il treno. Monza-Milano, 17 minuti. Pima altri 20 per arrivare alla stazione di Monza; poi altri 10 per prendere il metrò a Milano; poi altri 15 di viaggio; infine altri 15 a piedi, totale 77 minuti, cioè poco più che un’ora ed un quarto per fare 17 km!

A Torino avevo garage privato a casa e garage in ufficio. Non sentivo parlare la Gente, ma solo il mio registratore che mi dava lezioni di tedesco (lavoravo alla Siemens). Alla stazione di Monza fui sorpreso da suoni nuovi: le Voci della Gente. E sul treno … sul treno, all’andata,  silenzio. La gente dormiva. Infatti vi erano molti pendolari giornalieri anche da Sondrio! Sondrio – Milano.- Sondrio tutti i giorni! La sera no, al rientro a casa parlavano: si incontravano, sempre gli stessi gruppetti, discutevano, giuocavano a carte: insomma, cercavano di vivere quello Spazio di Tempo che altrimenti la modernità (si fa per dire, modernità!) avrebbe rubato loro.

Ecco, mi dicevo all’epoca – e mio ripeto anche oggi – questi sono Eroi, come Eroine sono quelle mamme che la mattina presto vedevo correre con ogni tempo e in ogni stagione per portare il loro fagottino (figlioletto o bimba) alla mamma o alla suocera, per poi correre a fare lo stesso mio percorso (di andata) ad ostacoli, per poi, la sera, correre a riprendersi il figlioletto/la bimbetta, correre a casa, cucinare, stirare, pulire un po’ la casa. Eroi ed Eroine. A quando un monumento loro dedicato? Almeno un monumento … la nostra moderna e (troppo) veloce società lo deve loro. Ma torniamo al supoermercato …

 … “Prego, Signora (con carrozzina e bebè, n.d.r.), si accomodi, passi pure avanti … sa .. io sono un pensionato, non ho fretta …”

P.S.: le maiuscole non sono messe a caso

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