ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Novembre, 2017 @ 7:31 am

Detto altrimenti: Beethoven e l’UE a pedali (dai, che sull’Accademia delle Muse ne trovate di post …     (post 2901)

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       La “metà di destra” dell’uditorio

Ieri sera … anzi: ieri seratona eravamo pochi, solo 42 soci (evvabbè …, di questi tempi eravamo comunque molti di più che ad una delle tante riunioni della politica! E poi … se 42 vi sembran pochi!). La prima parte della serata è stata dedicata ad un lavoro di Alfonso Masi, “Beethoven intimo” ovvero – introdotta da Giovanna – alla lettura di molte lettere del famoso musicista a caratterizzarne in modo indelebile nella mente di ognuno di noi la sua personalità umana prima ancora che di compositore. La lettura, rectius, la vera e propria interpretazione recitativa di Alfonso è stata intervallata da brani di sue opere magistralmente eseguiti al pianoforte da Cristina. Fra tutti, inconfondibili, l’Adagio e il Fur Elise.

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Un bis, l’Adagio, in ricordo del nostro compianto amico Ruggero Polito, violinista e pianista, che amava così tanto eseguirlo al pianoforte.  Qui a fianco, il bis richiesto dalla moglie Maria Grazia. Indi i presenti (e non) sono stati invitati a candidarsi quali poeti-lettori di due poesie a testa (max otto “poeti”, le iscrizioni sono ancora aperte, fatevi sotto!), per la serata dell’8 gennaio 2018.

E’ seguita la consueta pausa enogastronomica: infatti le nostre riunioni non sono né un prima di cena né un dopo cena, bensì un “durante”!

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Cristina, Giovanna e Alfonso: Beethoven letto e suonato

Seconda parte. Lucia Bruni fiabbina (socia della Fiab-Federazione Italiana Amici della Bicicletta), giunta appositamente a Trento da Bologna (grazie anche di questo, Lucia!), già testimonial alla riunione dell’ Associazione Restart Trentino sul tema “Lavorare il lavoro”, ci ha raccontato della sua esperienza di viaggio a pedali (2000 km in 16 gg, compresi 1000 metri di dislivello in media al giorno!) da Roma a Bruxelles, viaggio effettuato a cavallo (in bicicletta, non “a cavallo”!)  fra il giugno e il luglio scorsi, per celebrare i 60 anni dei Trattati di Roma, quelli che diedero inizio al processo di integrazione europea.

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Walter Rollandini, il Presidente Fiab Trento Guglielmo Duman, Lucia Bruni, Cristina Endrizzi

La sua esposizione è stata intervallata dalla proiezione di alcune interessanti diapositive. Il Presidente di Fiab Trento, Guglielmo Duman, impegnato nel Cicloraduno Nazionale, aveva delegato il vostro blogger ad organizzare l’assistenza a Lucia nella tratta regionale, ciò che è stato possibile grazie alla disponibilità di molti Fiabbini di Trento e di Bolzano, fra i quali ultimi Fabio Martorano: particolare menzione d’onore va riservata tuttavia a chi l’ha accompagnata nella fase più complessa: il superamento del Passo del Brennero durante una forte tempesta estiva: Helmut ed Anna Lansbergen e Walter Rollandini. Sull’impresa trovate comunque molti dettagli nei numerosi post pubblicati, reperibili cliccando “Lucia Bruni”.

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Helmut ed Anna a Bolzano, qualche ora prima della tempesta

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.Lucia ha sottolineato con quale assoluta calma e padronanza degli eventi Helmut l’abbia rincuorata sotto la tempesta: indossato un giubbetto smanicato “Ecco, possiamo andare”, queste le sue parole davanti ad attoniti ciclisti riparati sotto tettoie di fortuna! (Helmut, sei grande! N.d.r.).

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Alla fine, è stato redistribuita copia cartacea del nostro programma annuale residuo:

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                Alfonso Masi

    4 dicembre – Canti natalizi (Coro, solisti e Flavio) – Umberto Sancarlo: donne pittrici.

  • 8 gennaio ’18 – Le liriche di Tosti (Sergio Runkel – Cristina) – Le nostre poesie (8 Accademici, due poesie a testa).
  • 5 febbraio – Omaggio a Renzo Arbore (Patrik & Co) – Teatro dei Guitti (Maria Teresa & Co : “Bel colpo, Lisistrata!”
  • 5 marzo – Perle e rarità musicali (Giovanna, Letizia, Cristina) – Matteo Boato, pittore: “Un boato di colori”.
  • 9 aprile – Coro dell’Accademia in concerto – Giovanni Toldo, viaggiare e lavorare in bici.
  • 7 maggio – Genio & Co: cantautori emiliani – Riccardo in foto.
  • 4 giugno – Corrado Ruzza e gli allievi del Conservatorio di Riva del Gara – Scorci di Trento minore (Marisa De Carli Postal).
  • In primavera: una gita sociale.
  • Metà luglio, Festa di Mezz’Estate.

Un grazie ai nostri soci che hanno nutrito il nostro spirito, alle socie che con le loro  prelibatezze culinarie hanno nutrito il nostro corpo, alla nostra Presidente Ospite Cristina e naturalmente a tutte le lettrici e i  lettori che navigano sul mio blog.

Buona Accademia delle Muse a tutte e a tutti!

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FOTOPOST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2017 @ 5:46 pm

bdrDetto altrimenti: Trento, gli ultimi fiori, la prima neve … (post 2900)

 

 

Senza parole

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(24 giorni in novembre, 31 in dicembre, in totale 55 giorni per arrivare a pubblicare altri 100 post ed arrivare  al 3000esimo post entro il sesto anno di blogger. Ce la farò?)

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UOMINI DI CORALLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2017 @ 7:40 am

Detto altrimenti: chi sono?        (post 2899)

  • downloadCorallo: boss (finalmente) in galera, “re” delle gare di aggiudicazione delle concessioni delle slot-machine, grande evasore fiscale.
  • Colonnello Rapetto: uomo della Guardia di Finanza che ha scoperto l’evasione, che è stato “promoveatur” e che alla fine si è dimesso. Su di lui trovate alcuni miei post, leggeteli.
  • Altri nomi “nostrani”, oggi oggetto di mandato di cattura internazionale per riciclaggio delle somme come sopra evase.
  • ……………

 

 

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BURRO O CANNONI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2017 @ 7:29 am

Detto altrimenti: una scelta, aut-aut, direbbe Soren Kierkegaard … (post 2898)

Per Kierkegaard (filosofo danese, 1813-1855) la vita è una perenne “angoscia” a causa delle continue scelte che si devono fare: aut-aut, in latino, “o questo”/ “o quello”,  in italiano. Qualche anno dopo un economista, downloadPaul Samuelson (USA 1925 – 2009), sintetizzava un concetto simile: “Burro o cannoni”. Già … come vogliamo/dobbiamo investire le nostre (limitate) risorse? In opere a salvaguardia del territorio da alluvioni e incendi; nella sistemazione delle buche stradali (è di questi giorni la condanna del Comune di Bussolengo VR a oltre 2 milioni di euro per l’incidente occorso ad una ragazza che con il suo motorino ebbe un grave incidente a causa di una buca sul manto stradale); nel completamento delle tante infrastrutture colpevolmente incompiute; nel reddito di cittadinanza; nella sistemazione di precari e esodati; nel rilancio turistico del paese; etc., oppure continueremo a pre-definire bilanci separati (rectius, privilegiati) ad esempio in favore di gestione separate INPS per pensioni milionarie e in favore di  armamenti a valere sui quali continueremo (impunemente) ad acquistare i costosissimi caccia bombardieri F35?

Rilancio del turismo: il nostro Paese è un Museo a cielo aperto. Abbiamo bellezze naturali e artistiche multiplo di quelle francesi, ma la Francia sviluppa un volume di turismo doppio del nostro. Perché? Non sarebbe forse il caso di attivare queste potenzialità economiche anche in vista dell’invecchiamento della popolazione che sta “pericolosamente” invecchiando, il che comporterà un pesante aggravio per i conti pubblici (pochi a lavorare, molti a percepire pensioni)?

Dice … ma sono state fatte delle scelte … sono stati impegnati fondi … sono stati sottoscritti accordi … Ok, ho capito, ma esiste anche l’eccessiva onerosità sopravvenuta, esiste anche la necessità di rivedere l’ordine delle priorità, esiste anche la ragionevolezza di cambiare una propria precedente decisione … o vogliamo continuare a giocare in una “serie A” anche se non ci appartiene più? Se vogliamo restare a buon diritto in questa prima serie, dobbiamo vincere l’inerzia di una pericolosa deriva culturale.

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UN VANGELO LAICO, QUASI POLITICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Novembre, 2017 @ 1:24 pm

Detto altrimenti: oggi, Matteo, 23, 1.12                    (post 2897)

Dice, ma che … ci fai lezione di religione? No raga, scialla, calmi, niente di tutto ciò. Il fatto è che certi concetti hanno una validità “a prescindere”. Ma vediamo un po’ di leggere laicamente quello che Matteo scriveva nell’80 d. C..

download (1).

Riferisce Matteo che Gesù diceva: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei … fate ciò che dicono non ciò che fanno … non agite secondo le loro opere, perché essi dicono ma non fanno … legano fardelli pesanti e difficili e li impongono sulle spalle della gente ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito” (pesi sulle spalle altrui? Mi viene in mente la Fornero, chissà perché …n.d.r.) …”

Il fate ciò che dicono, non ciò che fanno non è un invito all’anarchia, anzi, è il riconoscimento del dovere di obbedire alle leggi se chi le fa è il primo a rispettarle in concreto.

download (3).

Matteo, nell’80 d. C. si accorse che la sua Chiesa, composta da ex ebrei, tendeva a far applicare le 613 regole che l’ebraismo imponeva ai propri fedeli. Le leggi, le tante leggi, le troppe leggi … nel 1518 al cardinale Caetano che gli gridava in faccia: “Leges, decreta!” Martin Lutero rispondeva: “Evangelia, Evangelia!”

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Nel Vangelo citato Gesù prosegue: “Non ascoltate i tanti maestri: Maestro ce n’è uno solo: tutti gli altri sono fratelli e sorelle” ovvero l’insegnamento del Vangelo. Si vede che Gesù era un Luterano ante litteram – a sua insaputa – diremmo oggi.

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613 regole? Plurimae leges corruptissima republica, scrivevano gli antichi romani e avevano ragione! La finisco qui. Occorre (cercare di) tornare all’essenzialità della parola, dei comportamenti, delle leggi e dei regolamenti: anche quelli dei partiti politici … In cauda venenum … direte voi. Evvabbè … sì … lo confesso … ma che volete … il 50% del mio sangue è toscano (Montalcino, scusate se è poco!), anzi … “toscanaccio” e quelli i Toscani si sa … malelingue sono … Maremma bona, ecchè un si sapeva?

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LA COSA E L’IDEA DELLA COSA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Novembre, 2017 @ 8:57 am

Detto altrimenti: sono “cose” diverse   (post 2896)

downloadPer capirsi: io ho 73 anni. Giorni fa ho rinnovato due mie patenti, quella nautica e quella auto “B con E”. Ebbene, ormai non prevedo più di governare imbarcazioni a vela o a motore fini a 25 m di lunghezza anche in pieno oceano, né di trainare con la mia auto un carrello con barca di lunghezza totale di quasi 10 m. Eppure ho rinnovato le due patenti. Ecco, sono stato attratto dalla loro idea più che dalla necessità di averle: sono stato attratto dall’idea della cosa più che dalla cosa.

In politica. Gli ideali sono scomparsi, le idee si sono rimescolate. Dialogo colto fra due idee: “Io vado un po’ più a sinistra … tu cerca di spostarti un po’ più a destra, mal che vada al centro …” Ecco, cosa ci rimane? Rimane l’idea della cosa, cioè l’uomo o il partito che pretende di  rappresentarla, a prescindere dalla cosa, cioè dall’idea/ideologia che dovrebbe essere rappresentata.

E allora che fare? Ritorniamo alla “cosa” a prescindere dalla sua idea, ricerchiamo il vero significato di ogni proposizione, di ogni dichiarazione, di ogni programma, di ogni atteggiamento, di ogni decisione … Siamo onesti, una buona volta! Verso noi stessi, intendo! Facciamo ripartire il nostro libero pensiero, rimettiamo in moto la nostra capacità critica … il re è nudo!

 

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A PICCOLE DOSI 6

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Novembre, 2017 @ 8:27 am

Detto altrimenti: leggete i precedenti “A piccole dosi 1, 2, 3, 4, 5” dai …. (post 2895)

(per chi si fosse messo in ascolto solo in questo momento: si tratta di 40 istruzioni per l’uso della vita lavorativa, dedicate ai giovani)

15 – Attento ai sistemi assistiti: a gestire l’ordinaria amministrazione o a dividere la ricchezza sono capaci tutti. La professionalità serve solo se c’è necessità e volontà di produrre ricchezza.

16 – Attento ai sistemi eccessivamente politicizzati: per la divisione del potere non serve la professionalità che ti invito comunque a conseguire.

17 – Diffida delle novità in quanto tali, se non motivate da effettive nuove necessità di miglioramento.

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“Cui prodest, cui bono?” Chi chi guadagna, a chi giova? (M.T. Cicerone, Orazione pro Milone)

18 – Ricerca sempre la motivazione che spinge ognuno ad agire (il famoso “cui prodest”, “cui bono”, a chi giova). Cioè: troppo spesso la gente cerca di capire le conseguenze di un fatto e dimentica di analizzare le ragioni che lo hanno determinato.

19 – Chiarisci a te stesso i tuoi obiettivi e finalizza onestamente ogni tua azione agli stessi.

20 – Se devi competere e sai nuotare bene, non accettare di misurarti nello sci alpino.

21 – Se ti accorgi che stanno per far votare una mozione per modificare la tua idea, chiedi una sospensione, esci dalla stanza, fai la pipì, lavati le mani e, rientrando, sii tu a proporla. Vincerai anche quella volta. Solo gli stupidi non cambiano mai idea.

Al prossimo “A piccole dosi 7 ” (in totale questi contributi sono 40: siamo quindi abbiamo superato il mezzo del cammin di nostra vita)

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4 NOVEMBRE 1966, L’ALLUVIONE DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Novembre, 2017 @ 2:02 pm

Detto altrimenti: “Racconto ed immagini” by Luigi Sardi.     (post 2894)

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Qui – a mia insaputa – mi hanno colto “al lavoro”! (Foto Manuela Demattè)

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Oggi, 4 novembre 2917, seduti in quel caffè … All’epoca abitavo a Genova e si parlava solo dell’alluvione di Firenze. Oggi sono a Trento, ho preferito Luigi Sardi al pur amatissimo Luciano Canfora che a Rovereto parla della rivoluzione russa. Luigi è un giornalista, oggi anche uno storico. Per me e per tanti altri, un caro amico ed una preziosa memoria storica di quelle che – campi mill’anni – quando non ci sarà più chi ne sarà l’erede?

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bty.

Oggi, LiberCafè di Piazza Dante, eravamo una ventina ad ascoltarlo mentre “riassume” il suo lavoro. Al suo fianco, l’ Assessore Comunale alla cultura Andrea Robol – conosco il padre di cui ero (e posso dire … sono?) amico, di lui, Presidente della Fondazione della Campana dei Caduti a Rovereto – assessore non ancora 50enne, che pertanto maggiormente apprezza la conoscenza di ciò che non ebbe modo di vivere

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bdrLuigi, testimone e documentatore allora e oggi di cronache e fatti storici, allora come oggi testimone di fatti e di persone. Già, lui, la sua esperienza, la sua credibilità, la sua autorevolezza … un riferimento per molti. Dell’alluvione che dire? Che la diga di Santa Giustina tenne nonostante un metro in più di acqua; che dal male nasce il bene e che da quei giorni è nato un altro Trentino; che la gente si rimise subito a lavorare “di suo”, in attesa degli aiuti esterni; che i morti furono solo (mi sia consentito dire così) 18, pochi se raffrontati con l’alluvione genovese del 1970 che ne causò ben 30 nel centro cittadino?

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bty.

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Infine: libri vissuti insieme, eventi ricordati insieme, coscienza che si ravviva insieme, this is Trentino too, il Trentino è anche tutto questo!

Luigi Sardi, “”4 novembre 1966 – L’ALLUVIONE – Racconto ed immagini” – Reverdito Ed. Ottobre 2016, 190 pagine, €12,00 anche questi molto ben spesi..

(“Se ho pochi soldi, compro libri. Se mia avanza qualcosa, cibo” – LiberCafè … Liber … “libro” e “libero”: sarà un caso?)

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NEL NOME DELL’UMANITÀ

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Novembre, 2017 @ 6:26 am

Detto altrimenti: quo vadis Umanità? di Riccardo Petrella             (post 2893)

(le mie considerazioni personali in colore bluetto)

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Le sedie vuote: la mia e quella di un giornalista

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Ieri sera. Sala Rosa del Palazzo della Regione. Un libro: “Nel nome dell’Umanità“. Riccardo Petrella, l’autore. La sala piena. Quo vadis Umanità? Dove stiamo andando tutti? Riccardo Petrella, un libro, due sezioni: la pars destruens e la pars construens.

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IMG_4531 - CopiaPars destruens

Nazionalismi intrisi di populismo. Manca il ghiaccio, l’Artico, in 20 anni da 1.200.000 di kmq a soli 150.000. I Paesi bassi stanno investendo 1.200 miliardi di euro per innanzare le barriere anti marea di 30 cm: sono “resilenti”, reagiscono all’innalzamento del livello del mare ma non ne impediscono la causa. Il Laos non sta investendo nulla e sarà sommerso. Fra pochi anni avremo il divario ricchi-poveri che esisteva nella Londra del 1905. La finanza comanda la politica. Il sistema politico è privatizzato. La finanza si è trasformata: da risparmio e investimenti a algoritmi che operano in un milionesimo di secondo e fabbricano utili-da-non-lavoro, utili da-non-risparmio, utili-da-non-investimenti.

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               Riccardo Petrella e Roberto Savio

    Si dice 1): non ci può essere rimedio, perché è nella natura dell’uomo, è la natura umana, non si potrà mai avere un mondo giusto … le guerre poi sono inevitabili, si fanno per cupidigia o per paura (questa non è una novità: si legga l’ultimo discorso di Pericle agli Ateniesi,  n.d.r.); senza le guerre mancherebbe il 21% del prodotto mondiale, l’industria delle armi è seconda solo a quella dell’informatica, ed è a pari livello di quella farmaceutica. … Si replica: esiste anche una Umanità diversa.

  • Si dice 2): l’attuale sistema economico finanziario è troppo complesso, non si potrà mai modificarlo, le relazioni sono troppo interconnesse: le male banche? Abbiamo dovuto salvarle, too big to fail. Questa è la Teoria della Complessità: stiamo diventando resistenti, resilienti, ci adattiamo e non cambiamo. La complessità genera e presuppone l’accettazione del non-cambiamento

La politica locale: la Teoria della Complessità vale anche in questo campo: i sub sistemi si sono interconnessi e l’elettore si adatta, non opera per il cambiamento …non ancora, almeno (spes ultima dea!).

.TRUMP

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Siamo travolti e dominati da tre “produttori di senso”: 1) nel nome di Dio; 2) nel nome della nazione; 3) nel nome del denaro. Trump è uno dei principali esempi: in God we trust; America first; economia=armi (gli USA uscirono dalla crisi del ’29 grazie al rilancio dell’industria pesante, quella degli armamenti, cfr. post 8 febbraio 2013, “Le crisi economiche negli ultimi 150 anni” http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=13355).

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    Edizioni Il Margine, 303 pagine, €15,00 assai ben spesi

    Il dio, il dio di turno, divide e non unisce. L’unica eccezione è Papa Francesco.

  • La nazione … anche in UE non si riesce a superare il modello “somma delle volontà dei singoli stati” per adottare il modello “volontà unica UE”. La sovranità nazionale è diventata solo sicurezza nazionale. Non si parla più di sicurezza collettiva. La nazione non è più il popolo, bensì è la classe dirigente (Ciò avviene anche nella democrazia: non è più del popolo, bensì di una sua parte ristretta, anche localmente. Platone – 400 a. C. -  in Menesseno, 237c-239, definisce la democrazia come aristocrazia con l’approvazione della massa). La democrazia è stata spappolata. La nazione ha espulso il popolo dalla storia.
  • Il denaro. Nell’area mediterranea ci sono 80 milioni di giovani disoccupati: “Non mi servi, non mi fai guadagnare, non ti faccio lavorare”. Bill Gates, 41% delle azioni della Microsoft, le azioni crescono di valore, in un anno guadagna 15 milioni di dollari ( o miliardi? Con tutti quegli zeri mi gira la testa …), pari allo stipendio di un anno di quante centinaia di migliaia di nostri nti delle scuole elementari? L’Amministratore Delegato della Bayer, 38 anni: “Il governo indiano è ladro: per certe medicine ci impone il prezzo di 600 dollari mentre noi le vogliamo vendere a 60.000. Al giornalista che mi obietta che in India ci sono solo pochissime persone che possono pagare quelle cifre, ho risposto che noi le abbiamo prodotte non per loro, bensì per gli occidentali che se le possono permettere. Poi mi hanno licenziato perché mi hanno detto che questa è la verità ma che non la dovevo dire …”

downloadAbbiamo smesso di indignarci, abbiamo preso le distanze  dal fatto che milioni di bambini muoiono ogni anno a causa della mancanza di … acqua! Questa estate sono stato ad Aliano (Matera), il paese nel quale il fascismo aveva confinato Carlo Levi: il contrasto fra povertà di quei luoghi (descritta nel suo libro “Cristo di è fermato ad Eboli”) e il fasto della celebrazione dell’Impero è enorme. Sono stato anche a Matera, dove fu Alcide De Gasperi, nel 1950 (che a Matera ha una bella statua a ricordo della sua legge svuota-caverne), a tirare fuori la gente dalle caverne … 1950 … in quello stesso anno io frequentavo a Genova  la seconda elementare e alcuni miei compagni venivano a scuola accompagnati dal papà in auto: uno addirittura con una Fiat 1900 B-  berlina! Che divario!

Pars construens

Fino a qui la pars destruens. Ma … qual è la pars construens dell’Autore del libro? Eccola: l’Autore afferma che dobbiamo ragionare ed agire per utopie e cita Marx che considerava l’Utopia come un obiettivo difficile ma raggiungibile, passo dopo passo, scalino dopo scalino. A me piace citare Tommaso Moro e la sua Utopia, non un modello politico ma un modello di metodo. Petrella afferma che usciremo dal tunnel per tre ragioni:

  • abbiamo capito che facciamo parte di un unico sistema vivente: tutte le componenti simul stabunt vel simul cadent;
  • abbiamo capito che dobbiamo creare il Consiglio di Sicurezza dei Beni Pubblici Comuni (acqua, semi, conoscenza) (Nel 1980 gli USA e l’UE al seguito hanno brevettato il vivente!)
  • abbiamo capito che siamo l’unica specie in grado di distruggere il mondo.

Ho acquistato il libro, Riccardo Petrella mi ha scritto una dedica: “A Riccardo: la … (non si legge la parola) della vita non ha tempi finiti. La creatività è comune, storica, corale”.

IMG_0507Grazie, Riccardo Petrella! Grazie Fabio Pipinato (Ipsia) che mi hai invitato a questa presentazione , da te co-organizzata. Ed io … io mi ci sono ritrovato in pieno in questa ripartenza, in questo Restart, in questa sorta di zero base budget della riprogrammazione del nostro sentire. Ecco, dobbiamo azzerare l’attuale micidiale deriva inerziale e ripartire, ripartire, ripartire: la prima Autonomia deve essere quella del nostro pensiero!

Firmato Riccardo Lucatti

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SALVIA ANANAS e altri racconti …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Novembre, 2017 @ 3:14 pm

Detto altrimenti: scommetto che non la conoscevate …. (post 2892)

Ciao raga. Questo è un post “di alleggerimento”. Eh già … mica uno può scrivere solo cose seriose, dai … eppoi (“eppoi”) se stancassi i miei lettori e le mie lettrici, che blogger sarei mai!? Lettrici? Eccomi a voi, a voi gentili componenti del sesso … bello, ecco, sesso bello non “debole” (e chi lo ha detto “debole”!?) a voi che siete più sensibili di noi del cosiddetto sesso forte (e chi lo detto, sesso “forte”!?). Insomma ci siamo capiti. Fiori e cucina. In casa mia il pollice verde ce l’ho io. Quello cuciniero no e mia moglie si lamenta ma ormai … Ma ormai entriamo nel vivo del post.

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btyVolete fiori colorati tutto l’anno? Per l’autunno c’è una pianta utile e bella che vi dona sapori in cucina tutto l’anno e colori proprio quando molte altre sue colleghe vanno in letargo. Si tratta della Salvia Ananas, così chiamata per via che le sue foglie hanno un caratteristico aroma di ananas e possono essere utilizzate per esaltare il gusto di piatti a base di pollame, maiale e formaggio. Vengono inoltre utilizzate nei potpourri e bruciate per deodorare gli ambienti. Si utilizza sui pomodori e si accompagna anche con il pesce e le cozze. Il suo aroma si abbina bene anche al risotto in bianco (si aggiunge la salvia all’ultimo momento a fuoco spento). I suoi fiori? A grappoli, di un rosso intenso, che sbocciamo a fine ottobre.

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Altri fiori che colorano l’autunno sono le nobili dipladenie e gli umili tageti. Le prime le ho fatte arrampicare su steli che scendono dal balcone del piano superiore e spero che facciano in tempo a creare una sorta di cortina floreale “condominiale”.

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I tageti … bè, in un balcone erano gli unici sopravissuti alla eccezionale calura estiva: li ho trapiantati, diffusi e mi stanno regalando colori a iosa.

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davAvrete capito che la mia è (anche) una passione “floriculinaria” … lo dimostrano le piantagioni di basilico (in vasi) che fruttano diverse raccolte l’anno, la maggiore delle quali di ben 800 grammi di foglioline ripulite! Dice … ma tu che sei genovese, ce la dai qualche dritta? Certo, con piacere: ecco, non pretendo che anche voi abbiate un nipote che vi porta decine e decine di piantine da Genova .. in ogni caso vanno bene anche le nostrane. Solo, fate questo esperimento. Fate un pesto con foglioline piccole e paragonatelo con quello fatto con le foglioline adulte: sarà di un verde più chiaro e comunque sarà più saporito. Comunque le foglioline una volta raccolte non vanno lavate, diventerebbero di un verde scuro scuro e anche il pesto perderebbe un po’ del suo sex appeal.

Buoni colori e buon appetito!

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