COSA STA SUCCEDENDO ALLA CHIESA DI SAN BERNARDINO A TRENTO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Maggio, 2016 @ 7:19 am

Detto altrimenti: da piccoli grandi segnali … un allarme                           (post 2382)

Premessa

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Genova: anche ai “miei tempi” c’era già il colore! Tuttavia alle tante foto moderne ho preferito questa … 

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Nella mia città natale, Genova, la mia parrocchia era S. Francesco d’Albaro. Arrivando a Trento, tre decenni fa (non mi andava di scrivere “a Trento trent’anni fa”), fui lieto di vedere che la parrocchia che mi “competeva” era una Chiesa francescana.

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Quella di San Bernardino. Una bella, semplice Chiesa francescana, in alto. in cima alla Via Grazioli. Dodici anni fa ci si è sposata mia figlia: non è stato necessario arrivare alla chiesa con l’auto per percorrere i 200 metri che ci separano da essa, un tragitto per me meraviglioso: lungo il Fersina, in una bella giornata a cavallo fra l’estate e l’autunno (21 settembre): incrociamo una signora: “Che bella!” dice, ed io orgogliosissimo e commosso.

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Fine della premessa

 

Ed ecco i fatti relativi a quella Chiesa  che oggi io credo di potere collegare

  • WP_20160516_002La Chiesa, molto frequentata la domenica, viene declassata e non è più parrocchia. Noi fedeli siamo trasferiti ad altra Chiesa. La frequentazione domenicale di riduce di molto.
  • In una parte del complesso Chiesa-Convento si insedia la Associazione “Nuovi Orizzonti” (emanazione dei Focolarini).
  • Prima della Messa domenicale, da qualche tempo vi si trovavano gruppetti di signore a chiaccherare, senza alcun ritegno, senza alcun riguardo per il luogo e per gli altri fedeli. Come se fossero al bar o in un salotto. Come se la Chiesa fosse (già, n.d.r.) “cosa loro”. Nessun frate protestava, nessuno di loro le riprendeva. Non capivo.
  • Ieri, domenica 15 maggio 2016, il frate celebrante annuncia che presto non si dirà più Messa.
  • Nella preghiera dei fedeli, una signora legge “… verso i nuovi orizzonti della storia …”
  • A fine Messa chiedo al frate celebrante cosa stia succedendo: mi risponde in modo evasivo, impreciso che fra poco la Chiesa non sarà più trentina ma dipenderà da Milano.
  • Milano è forse la sede centrale di Nuovi Orizzonti?
  • Parlo con una signora per far notare che non si deve fare salotto in Chiesa: “Ma no, è bello stare insieme, ritrovarsi .. una comunità felice che dialoga … viene anche lei?”No grazie.
  • Chiedo al altre donne, e mi confermano che la Chiesa non sarà più aperta al pubblico.

 

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Ad Associazione referenziata offresi Chiesa con vista Valle dell’Adige e Monte Bondone

Ne deduco che la Chiesa diverrà una sorta di grande cappella privata di Nuovi Orizzonti, chiusa al pubblico. Una religiosità privata, riservata ai consacrati dell’Associazione in questione, con vista sulla valle e sui monti: nuovi orizzonti? Si certo e molto belli da lassù! Sole, spazio, silenzio: insomma, una Associazione che si tratta bene, non c’è che dire. E noi fedeli? Noi siamo e restiamo trasferiti in altra Chiesa, praticamente migranti della religione (non della Fede che è un’altra cosa). Nuovi orizzonti? Si, nuovi in quanto limitati agli iscritti. Ma la nostra religione, non era “apertura a tutti”? E loro adesso “chiudono” una Chiesa? Non ho capito …

Fino a qui la pars destruens, la più facile. Ma veniamo alla pars construens, in genere la più difficile: che sulla porta della Chiesa sia apposto un cartello “Chiesa aperta al pubblico”, come già avviene per altri complessi religiosi che comprendono Chiesa, Oratorio, scuola, etc.. E’ chiedere troppo? E la ricchissima biblioteca dei frati, anche quella solo per pochi intimi?

Mi sto sbagliando? Sono un malpensante? Può darsi, ma a pensar male  si fa peccato ma si indovina …

P.S.: mi viene in mente una storiella: Texas, stato razzista. Una chiesetta in mezzo ad uno spiazzo assolato. Sulla porta un cartello: “Only white admitted”. Si avvicina un negretto. Il parroco lo blocca: “Dove credi di andare tu?” E lui: “Padre, io sono il ragazzo delle pulizie”. Il parroco: “Allora entra pure figliolo, ma guai a te se ti vedo pregare!”

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IL TRENTINO MINORE E’ INVECE QUELLO MAGGIORE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Maggio, 2016 @ 5:13 pm

Detto altrimenti: Una giornata ecologica a Lavis         (post 2381)

Premessa

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Lavis ecologica

“Il Trentino che vorrei” era il titolo del post che pubblicai quattro anni fa, ovvero 2380 post fa. Da quel giorno ne son passati di post sotto i ponti! Ed oggi posso dire che il Trentino che vorrei è quello nel quale ognuno contribuisse alla creazione di un futuro migliore, anzi, del Futuro Migliore in assoluto, inteso come Bene Comune (dicesi Bene Comune quel Bene alla cui realizzazione tutti hanno contribuito personalmente sin dall’inizio, firmato Don Lorenzo Guetti. Una piazza, una strada non sono Beni Comuni, ma solo beni pubblici, collettivi). Vorrei un Trentino entro il quale e per il quale ognuno si sentisse in diritto e in dovere di dare il proprio contributo alla comunicazione, intesa come communis actio, azione comune.

Fine della premessa.

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Oggi, invitato dalla mia nipotina lavisana Sara, ho partecipato alla giornata ecologica a Lavis. Strade interdette alle auto, qualche bancarella (poche ma significative) bimbi condotti a passeggio in groppa ad un cavallino “vero”, Consiglieri Comunali (Dr. Daniele Donati, Presidente dell’Associazione Culturale Lavisana) e lo stesso Sindaco Architetto  Andrea Brugnara impegnati – in una bella domenica pomeriggio di splendido sole – a fare da ciceroni su aspetti storico artistici della città. Oggi è stata la volta del campanile della parrocchia, la Chiesa dedicata a S. Udalrico. A me è capitato di far parte del gruppo guidato dal sindaco.

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Nell’attesa, alcuni bimbi si esercitano in una palestra di roccia molto, molto domestica, visto che lo scalatore abita in quella casa!

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L’architetto Brugnara ci indica, all’entrata, una testimonianza gotica

La chiesa. Edificata come primissima struttura nel 1100 (imperatori Ottoni), modificata e completata dal 1400 al 1604. La “cipolla” terminale è invece del 1700. Si contraddistingue per un particolare tipico dell’arte nordica, ovvero per l’ingresso attraverso il campanile, per di più rialzato rispetto al pano stradale. Essa è edificata sull’ultimo sperone della riva rocciosa del fiume Avisio, ed è sorta ben prima della città stessa di Lavis, città che come è noto fu anche il confine fra il Principato Vescovile di Trento e la Contea del Tirolo. Chiesa e campanile di confine, quindi. Il portale della chiesa è del 1740, opera dell’Architetto roveretano Sartori, progettista fra l’altro della Chiesa di Gries. A fianco dell’entrata del Campanile/chiesa ve ne era una seconda, oggi murata.

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Il meccanismo dell’orologio

Il campanile fu utilizzato anche come torre di avvistamento e sistema di chiamata a raccolta della cittadinanza per ogni evenienza (inondazioni, incendi, etc.). Testimoniano queste sue funzioni laiche le feritoie ricavate nelle sue mura. Mura in pietra arenaria della cave lavisane, indi, negli strati superiori, in pietre rosa. Un esame attento delle pietre rivela la firma del relativo scalpellino, a testimonianza del lavoro eseguito, anche ai fini della sua retribuzione. Il progetto sembra essere di Conrad von Neumarkt (Corrado di Egna).

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La visita (solo guidata!) al campanile va fatta fra una “suonata” e l’altra delle campane (noi siamo saliti fra le 15,00 e le 16,00), pena essere assordati dai rintocchi delle campane. La struttura interna è in legno, ovvero elastica, per evitare di causare danni alle mura in caso di terremoto. Si sale per ripide strette scalette (alpinismo quasi di 1° grado), si raggiunge un primo livello ove arrivano, sospesi dall’alto, i pesi che azionano l’orologio realizzato da Pietro Zanon  nel 1837; poi, salendo, si arriva al piano dell’orologio, a quello delle campane in corrispondenza della bifora gotica e infine alla sommità, sotto al “cipolla”.

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Visita adatta anche ai bambini, se controllati dagli adulti. Visita adattissima agli adulti, Lavisani e non, per l’arricchimento artistico, storico e di civile convivenza che se ne trae.

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VITALIZI DEI PARLAMENTARI – VARIE ED EVENTUALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Maggio, 2016 @ 4:06 pm

Detto altrimenti. Detto altrimenti, cosa? Rispondo: provo a dire “altrimenti” le mie ragioni a chi difende l’intoccabilità di certi privilegi                        (post 2380)

thEZ7RX626Dall’alto di una scogliera, del mare avete la visione d’insieme e nessuna percezione sensoriale. Man mano che scendete verso il basso, la visione d’insieme diminuisce fino ad azzerarsi ed invece aumenta la percezione sensoriale, che raggiunge il massimo se vi immergete, nuotate e qualche goccia di acqua salata vi entra in bocca. Ecco, mi permetto di invitare tutti, difensori e contestatori di una situazione, ad avere una visione d’insieme del complesso delle situazioni esistenti e non la semplice percezione sensoriale della propria.

Ciò premesso, a chi insiste a difendere l’intangibilità dei livelli e degli “accessori” (privilegi medievali) dei vitalizi dei parlamentari, mi permetto di sottoporre alcune sottolineature:

thBFKUGMYJil vitalizio per i parlamentari fu stabilito dai Costituenti per garantire a tutti, anche ai non-ricchi, la possibilità di impegnarsi nella politica. Tuttavia, se il livello del vitalizio (e dei suoi privilegi medievali accessori) aumenta a dismisura, viene snaturata la sua funzione originaria. Per capirsi: se io, imprenditore, a Natale regalo un’agenda ad un funzionario pubblico, si tratta di un omaggio lecito. Se invece regalo un Rolex d’oro, si tratta di corruzione. Vedete bene che la “quantità” di ciò che si corrisponde può trasformare la “qualità” della corresponsione.

Nel Paese esistono alcune categorie diversificate di persone: i super retribuiti (alta dirigenza e super manager pubblici; politici super pagati; super pensionati); pensionati normali; pensionati al minimo; esodati; disoccupati; persone che nemmeno lo cercano più, un lavoro. Orbene, l’intervento per una più equa distribuzione delle risorse deve tenere conto contemporaneamente di tutte queste situazioni. Non è accettabile la difesa ad oltranza di una singola posizione di privilegio, né che non si provveda a chi si trova in stato di bisogno.

La difesa ad oltranza di una singola posizione di privilegio fatta sulla base di una pur esistente legge specifica, nella misura in cui ostacola una più equa distribuzione delle risorse, viola di fatto altre norme della Costituzione ed il suo spirito complessivo laddove essa vuole garantire lavoro, sanità, istruzione e futuro a tutti e a tutte le famiglie.

La difesa ad oltranza di singole posizioni sulla base di “leggi eccezioni” ha snaturato il principio generale del nostro ordinamento giuridico secondo il quale “La legge è uguale per tutti”. Infatti:

  • thSSLVX5JDsi va in pensione tutti a 70 anni, tranne ….;
  • il livello della pensione è proporzionale ai contributi versati, tranne …;
  • i contributi pensionistici sono versati a fronte di presenza effettiva nel servizio, tranne …;
  • i contributi pensionistici sono versato anche dal lavoratore, tranne …;
  • non si possono cumulare redditi, tranne ….;
  • si procede alla definizione delle priorità nazionali, tranne quelle “fuori elenco”;
  • si procede alla equa distribuzione delle risorse pubbliche, tranne quelle già impegnate per molti anni per progetti “intoccabili”, anche se nel frattempo le priorità sono cambiate;
  • l’Inps gestisce in modo uniforme le proprie risorse, tranne quelle delle gestioni separate;
  • etc. …

Ovvero: la forza della legge non deve diventare la legge della forza di certe categorie.

 

Inoltre, la difesa ad oltranza di quelle posizioni privilegiate non può basarsi

  • sulla giustificazione che in assenza di quei denari il parlamentare sarebbe portato a “fare favori a terzi” (sic) perché non è accettabile una “onestà a gettone”;
  • sulla giustificazione che “quelle regole non le ho fatte io, bensì prima di me i padri costituenti”, perché suonerebbe un po’ come “mi hanno pagato una parte dell’appartamento/mi hanno ristrutturato l’attico di 700 mq a mia insaputa”;
  • sul fatto che “prima” si dovrebbe incidere sui super stipendi dei manager pubblici, perchè invece occorre cominciare dall’alto delle posizioni, e cioè dal Parlamento.

E’ sotto gli occhi di tutti quello che accade nel mondo quale conseguenza di una squilibrata distribuzione delle risorse. Lo stesso può avvenire in ogni singolo Stato.

Quando un sistema operativo gestionale software non funziona, è ampiamente dimostrato che non conviene intervenire con una serie successiva di piccole correzioni: è infatti molto più pratico e efficace costruire in parallelo un nuovo sistema operativo e quando questo è pronto, sostituirlo al vecchio.

Con ciò non sto inneggiando a nessuna forma di rivoluzione violenta, ma ad una rivoluzione del metodo che deve essere quello USA dello Zero Base Budget, ovvero “Programmazione ripartendo da zero, su base zero”, ovvero quello di una programmazione che non si lasci influenzare dalle programmazioni precedenti ma “riparta da zero”. Per fare ciò, occorre avere la visione d’insieme del Mare Italia e non la semplice, limitativa percezione sensoriale del proprio piccolo porticciolo.

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UNA STRANA LUCE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Maggio, 2016 @ 5:06 am

Detto altrimenti? Una luce strana                      (post 2379)

WP_20160514_20_43_00_PanoramaDalla finestra di casa. Al tramonto. Ma … quella luce a sinistra … là siamo ad est … dovrebbe esserci il buio e la luce del tramonto intravedersi ad ovest … e poi … quella costruzione … così illuminata dal riflesso della “luminosità che viene da ovest” … Molto strano, singolare, in tanti anni mai visto un gioco di luci simile. Mi sono detto: uno scatto per un piccolo regalo alle mie lettrici ed ai miei lettori.

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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA MUSICA – RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Maggio, 2016 @ 4:54 am

Detto altrimenti: “Il programma annuale della Associazione …”       (post 2378)

Amiche lettrici e amici lettori, il vostro blogger è il tesoriere dell’Associazione di cui sopra. E che volete che vi dica un tesoriere se non “Associatevi”! Se leggete qui di seguito, vedrete quale gloriosa storia sia la nostra! Organizzata dal volontariato, per tutti una Musica che si alimenta dei contributi degli sponsor e del ricavato delle tessere annue: 30 euro per circa 15 concerti! Non è poi tanto, non vi pare? Chi ne beneficia? Tutti noi che godiamo nell’ascoltare buona musica; gli esecutori, che hanno la soddisfazione di offrircela. Ed ecco il nostro programma annuale:

Associazione Amici della Musica –Riva del Garda - 60ª stagione concertistica 2016

  •           Presidente                      Franco Ballardini
  •          Vicepresidente               Antonio Vicentini
  •          Tesoriere                         Riccardo Lucatti
  •          Segretario                       Maria Rita Tamburini
  •          Consigliere                      Midori Kuhara
  •          Consigliere                      Giovanni Giannini
  •          Consigliere                      Riccardo Giavina
  •         Revisori dei conti            Anna Bonora – Luigi Boniolo –  Federica Fanizza

 

Nata fra il 1953 e il ‘54 dal Coro Silvio Pozzini, e già in grado di organizzare almeno due concerti nel 1955 (il 26 giugno e il 22 novembre), l’Associazione Amici della Musica inaugurava la sua prima vera e propria stagione concertistica il 29 ottobre 1956 con un recital pianistico di Maria Luisa Menapace: quella di quest’anno è dunque la sua 60ª stagione e la ricorrenza non può passare inosservata. Si tratta infatti della più longeva istituzione musicale presente in zona, quella insomma che da più tempo esiste e agisce in maniera continuativa in ambito musicale. Ma soprattutto – quel che più conta – di una realtà animata dal puro volontariato dei suoi soci e che tuttavia ha proposto in tanti anni un numero incredibile di concerti (la media è di almeno dieci ogni anno), spesso di notevole livello culturale, promuovendo le collaborazioni con altri enti o associazioni, favorendo i giovani talenti e invitando concertisti di chiara fama, aiutando le risorse locali e chiamando musicisti di provenienza internazionale, spaziando dalla musica antica a quella contemporanea, dal genere sinfonico a quello cameristico, dalla musica sacra a quella operistica, dallo spettacolo musicale-teatrale alle possibili intersezioni con la musica popolare e il jazz. Di tutto ciò è giusto essere grati a chi ha sostenuto l’Associazione – ai vari enti pubblici o privati che vi contribuiscono economicamente e di cui si dà notizia in copertina o nelle pagine che seguono – e innanzi tutto a chi vi ha contribuito personalmente, primo fra tutti Ruggero Polito che l’ha ininterrottamente presieduta dal 1969 al 2014.

Franco Ballardini

Domenica 24 gennaio, ore 17.30

Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

con l’Associazione Quadrivium e gli Amici della musica di Modena

Concerto della memoria e del dialogo

 

Domenica 31 gennaio, ore 15.30

Arco, Casinò municipale

con la Camerata Musicale Città di Arco, direttore Giorgio Ulivieri

Federica Giacomuzzi flauto, Renzo Michelini violino

Musiche di Vivaldi

 

Sabato 20 febbraio, ore 17.30

Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

Musica e fiaba con i solisti dell’Orchestra Haydn

Fabiano Ruin e Bertold Stecher trombe,

Alexander Perathoner corno,
Andreas Kofler trombone, Wolfgang Rabensteiner tuba

Johanna Porcheddu voce recitante, arrangiamenti di Frank Ruthardt

Haensel e Gretel di Grimm-Humperdinck

 

Sabato 19 marzo, ore 20.45

Varignano (Arco), Chiesa di S.Michele

con la Camerata musicale Città di Arco, direttore Giorgio Ulivieri

per la Pasqua Musicale Arcense

Mozart/Sussmayr-Lichtenthal, Requiem per archi

 

Martedì 22 marzo, ore 11.00

Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

Barbara Bertoldi, voce e violoncello

Cello messa tutta, concerto per le scuole

 

Sabato 2 aprile, ore 17.30

Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

Trio d’archi Barbara, Giada e Klaus Broz,

Corrado Ruzza pianoforte

Musiche di Dvorak

 

Sabato 9 aprile, ore 17.30

Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

con i solisti dell’Orchestra Haydn

Stefano Ferrario e Francesca Sgobba violini,

Gabriele Marangoni viola, Alejandro Biancotti violoncello

Musiche di Mozart, Kreisler, Barber, Verdi

 

Sabato 7 maggio, ore 17.30

Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

Oltre Duo, Fra Brasile e Argentina

Mauro Tonolli chitarra, Alessandro Bianchini vibrafono

Musiche di Piazzolla, Villa-Lobos, Machado,

Cavaquinho, Jobin, Straffelini

 

Lunedì 30 maggio, ore 20.45

Arco, Chiesa Collegiata

con il Südtiroler Vokalensemble

e i fiati dell’Orchestra Haydn

direttore Giampaolo Pretto

Festival Regionale di Musica Sacra

Musiche di Brahms e Bruckner

 

Domenica 10 luglio, ore 20.45

Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

Recital pianistico di Evgenij Brakhman

vincitore del Concorso Internazionale Città di Verona

Musiche di Schubert, Schumann, Skrjabin, Debussy, Liszt

 

Domenica 31 luglio, ore 21.00

Bolognano (Arco), Chiesa dell’Addolorata

con il Gruppo Concerti Bolognano

Nadia Bortolamedi clarinetto, Roberto Pangrazzi marimba,

Stefano Rattini organo

Musiche di Bach, Albinoni, Rachmaninov, Metheny e altri

 

Domenica 7 agosto, ore 21.00

Bolognano (Arco), Chiesa dell’Addolorata

con il Gruppo Concerti Bolognano

Roberto Trainini violoncello e Gabriele Pezone organo

 

Venerdì 12 agosto, ore 21.00

Bolognano (Arco), Chiesa dell’Addolorata

con il Gruppo Concerti Bolognano

Ivano Ascari tromba e Leonardo Carrieri organo

Musiche di Bach, Fauré, Giavina, Nichifor, Ben-Amots e altri

 

Sabato 10 settembre, ore 20.45

Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

Recital pianistico di Mladen Dabizljevic

vincitore del Premio Roberto Melini

Musiche di Bach, Mozart, Chopin, Skrjabin

 

Venerdì 14 ottobre, ore 20.30

Arco, Palazzo Panni

con il Circolo culturale La Palma e il Comune di Arco

Omaggio a Garcia Lorca

Mariabruna Fait e Alfonso Masi voci recitanti, Paola Fumana canto, Fabrizia Dalpiaz chitarra, Adriana Grasselli danzatrice

 

Sabato 12 novembre, ore 17.30

Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

Concerto dedicato ai migliori diplomati del Conservatorio

 

Giovedì 8 dicembre, ore 18.00

Arco, Chiesa Collegiata

con la Camerata musicale Città di Arco, direttore Giorgio Ulivieri

Concerto per l’Immacolata

 

 Grazie, quindi , amiche ed amici, se diverrete nostri Associati!  Buona Musica a tutte e a tutti!

 

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La politica e (“e” = congiunzione, non verbo senza accento) la Politica

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Maggio, 2016 @ 12:32 pm

Detto altrimenti: nel titolo non uso tutte maiuscole altrimenti non si capisce …. (post 2377)

(Warning: nel testo, MAIUSCOLE e minuscole non sono utilizzate a caso)

  • Caduta del muro di Berlino (oggi purtroppo se ne alzano altri …)
  • Caduta delle ideologie (in quanto “idee che non si confrontano con altre”: bene. In quanto hanno generato una selva selvaggia ed aspra e forte di idee politiche non inquadrate in una Politica vera: male).
  • Scadimento dello spazio pubblico, il quale dall’essere occupato dalla morale (v. esempio n. 2)  oggi è purtroppo occupato dal “politicamente corretto” e delle sue aberranti applicazioni. Dice: ”Si sa, è la politica … mai dire mai … mai essere troppo assertivi … non si sa mai …”
  • Scadimento delle discussione (anche politica) che anima di sé lo spazio pubblico, pilotata dai mass media, discussione che registra il passaggio dalla Politica dell’essenziale e della morale alla politica degli elementi personali (v. esempio n. 2)

Dice … ma tu sei un pessimista! No, raga, cerco di capire come vanno le cose. Poi magari non ci sarò riuscito, ma almeno ci avrò provato.

Esempio n. 1 -La stampa: poni una domanda ad politico su un quotidiano e – se ti va bene – lui ti risponde. Quasi sempre però tu non hai diritto alla seconda domanda, che invece spesso sarebbe essenziale, soprattutto quando chi ti risponde esce dai binari della logica del ragionamento. Come? Ecco un esempio: tu affermi che 2+2 fa 4, non 5 come ha affermato lui. No, ti risponde, oggi piove. Tu ti affacci alla finestra ed in effetti vedi che piove. Si, vabbè … ma però …?

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“Fate il vostro dovere, a qualunque costo”

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Esempio n. 2. Un parlamentare difende l’intangibilità dei suoi privilegi (alto livello del vitalizio) affermando che il livello del denaro pubblico che riceve è tale per cui evita che lui sia invogliato a fare favori a terzi (ricevendone un compenso, si deve dedurre, n.d.r.). Tu contesti quella motivazione sul piano logico e morale. Lui ti risponde che è la Costituzione a prevedere la sua remunerazione (non il livello però, n.d.r.), ma – questo è soprattutto il punto – non accetta il confronto sulla contestazione fattagli sul piano morale al suo “(stra)pagatemi altrimenti mi arrangio io”.

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Tu potresti controbattere questa sua grave “omissione” ed inoltre che la Costituzione “tutela (soprattutto, n.d.r.) la famiglia, il lavoro, l’istruzione, la sanità etc. per tutti”, e che queste “cose” non si possono fare se le risorse pubbliche sono distribuite in modo iniquo=non equo  (della serie: gli italiani mangiano in media quattro polli arrosto all’anno. Non importa che lui ne mangi otto e tu nessuno: la media è salva).

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Hans Kelsen: teoria generale del diritto e dello Stato

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Potresti, ma non lo fai. Già, perchè il giornale difficilmente accetta una simile partita di tennis e poi perché – in genere – il non-politico non ha mai diritto alla cosiddetta “seconda domanda”, cioè a quella che conta più della prima. Insomma, è una contrapposizione fra una parte dello “ius cònditum” (diritto esistente) da un lato, e i principi generali del diritto, dall’altro. Non solo, ma questo ius cònditum è di ostacolo alla formazione di un migliore ius condendum, ovvero di nuove leggi più eque (condendae, da emanarsi, perifrastica passiva, n.d.r.).

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thQ0KGXC4LEsempio n. 3- Mi piace citare un ex Sindaco di Firenze, tale … (no! Scialla raga, tranquilli ragazzi! Non sto per citare Matteo Renzi!) … dicevo, tale Giorgio La Pira. Stava assegnando case popolari secondo equi concetti di priorità aggiornati alle più recenti esigenze della popolazione. I suoi gli fecero osservare che stava violando lo ius cònditum, la legge vigente, la quale prevedeva altri criteri. La Pira rispose: “Io assegno le case. Voi andate a modificare la legge”. Ecco la giusta evoluzione dallo ius cònditum allo ius condendum: i suoi si appellavano alla politica. La Pira stava facendo Politica.

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SEMPLICITA’ – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Maggio, 2016 @ 7:14 am

Detto altrimenti: riprendendo a riflettere sulle riflessioni di Marcello Farina            (post 2376)

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“Liber” = libro e anche libero: i libri liberano la mente

Semplicità come punto di arrivo di un percorso della nostra intelligenza, termine che altro non è che la traduzione del latino intelligere, legere intus, ovvero leggere dentro, oltre la superficialità delle cose. Semplicità quindi come essenzialità. Un esempio? I dieci comandamenti sia che li accettiate come fatto di fede, sia che li consideriate un fatto storico.

Come mi aiuto io stesso nel cercare di arrivare all’essenzialità? Mi soccorre la lunga esperienza di manager nelle SpA. In quell’ambiente i miei azionisti – pubblici e privati – da me hanno sempre chiesto l’essenzialità: il risultato, sfrondato da ogni “se” e da ogni “ma”. E se loro si concedevano divagazioni, lungaggini, distrazioni, quando trattavano con me pretendevano che io fossi sintetico, essenziale, efficace: ovvero semplice.

Il mondo è piccolo. Con tre passaggi arrivate al papa (vostro parroco – vostro vescovo – papa) e la storia si ripete nei suoi corsi e ricorsi. L’uomo anche. Tutto o quasi è un deja vu. E piccoli sono anche i grandi problemi, nel senso – ad esempio – che il problema degli esodati da un lato e del privilegi delle molte caste italiane, dall’altro, non è dissimile da quello di una famiglia nella quale il padre sia generoso con un figlio al punto da regalargli una auto nuova e faccia mancare il vitto all’altro.

thSSLVX5JDMa la semplicità è (ahimè) mancante nel nostro ordinamento giuridico (plurimae leges corruptissima republica) e nei principi informatori: quello reso più (pericolosamente) non-semplice e quindi complesso è “La legge è uguale per tutti”, cui fa seguito una (tragica) battuta “… salvo le eccezioni di legge”. Anni fa girava una barzelletta purtroppo sostanzialmente vera: “La legge … stabilisce che entrino in ruolo tutti gli insegnanti precari – ma proprio tutti, senza alcuna eccezione – che si trovino nelle seguenti condizioni: siano sposati con un uomo di nome …, abitino in provincia di …., abbiano 12, 3 anni di servizio, due figli di nome … i capelli bruni, …etc. ”.

Lo stesso vale

  • per la proporzionalità fra i contributi versati e la pensione ricevuta. Deve sussistere per “tutti” tranne che per ….
  • per l’età del pensionamento: “tutti” a 70 anni tranne che ….
  • per l’elenco unico di “tutte” le priorità dl paese, tranne quelle fuori elenco (diconsi gestioni separate, fondi bloccati, impegni pluriennali di spesa, etc.).

Come vedete la folla delle eccezioni complica le leggi, toglie loro la necessaria “semplicità”. Quindi, dubitate, gente, dubitate delle leggi complesse. Una delle prime di cui dubitare? Il complesso di leggi sugli appalti pubblici: infatti fra i rovi di quella selva “selvaggia aspra e forte” può aggirarsi ogni tipo di corruzione.

Tanti anni fa. Ricordo una trasmissione radio: il lettore lesse un passaggio complesso e incomprensibile di una legge. Poi chiese ai suoi interlocutori se avessero riconosciuto di quale legge si trattasse. Uno rispose: “Le grida manzoniane, quelle che l’avvocato Azzeccagarbugli citava a Renzo”. No. Era un passaggio della legge introduttrice dell’ IVA.

Semplicità io cerco, ch’è sì cara,  come sa chi per lei altro rifiuta …

L’originale recita “libertà vo cercando”, e avendo io sostituito “libertà” (tre sillabe)  con “semplicità”  (quattro sillabe) per restare nell’endecasillabo ho dovuto cambiare il “vo cercando” (quattro sillabe) con “io cerco” (tre sillabe). Inoltre a “vita rifiuta” ho sostituito “altro rifiuta”. Chiedo scusa a Dante.

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ELOGIO DELLA SEMPLICITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Maggio, 2016 @ 6:09 am

Detto altrimenti? Dell’essenzialità, della verità dell’animo e delle cose   (post 2375)

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“Liber” = “libro” ma anche “libero”!

Un sacerdote, un filosofo (lui dice “solo uno storico della filosofia”, ma non è vero, n.d.r.), un amico: Marcello Farina. Ieri, su L’Adige, inserto centrale (“Tracce, Spiritualità”): le sue riflessioni sulla “semplicità“.

Non voglio riassumere tutto il suo contributo, ma solo citarne alcuni passaggi:

  • “…andare oltre il livello delle apparenze, per scoprire le radici più profonde dell’esperienza umana …”;
  • “ … semplicità è autenticità, mancanza di calcolo, trasparenza, limpidezza  … i suoi opposti sono affettazione, finzione, preoccupazione della propria immagine, narcisismo, presunzione, sussiego, fasto, snobismo, artificio, doppiezza, complessità, ipocrisia, contorsionismo …”
  • “ … si vuole il mondo complicato per farlo apparire grande o per apparire grandi “:
  • “ … c’è tutto un mondo da smascherare … un briciolo di ironia smonterebbe tanti castelli fatui …”.
  • “ …sfrondare ogni evento di tutto ciò che è orpello esteriore, per raggiungere il fondo vero delle cose “”;
  • “ … la semplicità non è un punto di partenza , ma di arrivo …”

Ecco, mi sono permesso di copiare alcuni passaggi solo per dare un contributo alla conservazione nel tempo dei concetti esposti sulla carta di un quotidiano. Questo è il mio piccolo contributo da “vile meccanico” del pensiero o meglio, sul pensiero altrui al quale mi sento onorato di aderire. Le mie considerazioni? Posso riassumerle permettendomi di sottoporle alla vostra attenzione, care lettrici e cari lettori, articolate, se così si può dire, su tre punti:

  1. WP_20160511_001le indicazioni illuminanti di Marcello possono essere lette alla luce della crisi della religione e della fede che oggi pervade il materialismo sfrenato che ci domina. Ma su questo punto non aggiungo altro: infatti non sono in grado di organizzare e gestire un ragionamento che possa stare alla pari con quelli sottesi da Marcello (almeno questo però lo so: so di non sapere) e che trovereste ampiamente descritti nel suo be libro “La tenerezza accompagnatrice di Dio – Appunti per il Giubileo” Ed. Il Margine;
  2. qualcosa di più potrei cercare di dire sulla semplicità/non-semplicità dell’animo umano, ma preferisco lasciare questa pagina bianca, a totale disposizione delle vostre riflessioni;
  3. mi soffermo un poco di più, invece, sulle sue considerazioni riportate qui sopra in carattere grassetto. “Seguire un percorso” per arrivare al vero significato delle cose, dei comportamenti umani. “Cui prodest?” “Cui bono?” diceva Cicerone. A chi giova tutto ciò? Chi ne trae vantaggio? Ecco la domanda che dobbiamo porci per capire ciò che accade intorno a noi. Una nota casa editrice si contraddistingue dal motto “Multa paucis” che si può tradurre con molte cose per pochi ma anche con “Molte cose con poche parole”. I latini, maestri della sintesi – quando hanno deciso di essere sintetici ovvero semplici nella espressione di concetti anche complessi. “Plurimae leges corruptissima republica”, ovvero, quanto maggiore ed esagerato è il numero delle leggi, tanto più si corrompe (si sgretola, si rovina) lo Stato. Un altro riferimento alla non-semplicità di molte situazioni odierne, fatto con un po’ di ironia, quella salvifica, illuminante: sapete cosa è l’  UCCS? E’ l’Ufficio Complicazioni Cose Semplici! Quante volte ci siamo imbattuti in questa palude!

thCRMO4DDFUn esempio banalissimo? Eccolo. Avete acquistato un porta-biciclette da appendere al gancio di traino che già è montato sulla vostra auto. Vi è il collegamento elettrico per la duplicazione delle luci di posizione, dei segnalatori di direzione, delle luci dei freni e della illuminazione della targa. Della targa? Di quale targa? Ma di quella ripetitrice, ovviamente. Solo che all’Ufficio (UCCS) della Motorizzazione Civile vi dicono che la doppia targa (con sfondo arancione ed una bella “R” rossa) è prevista solo per i rimorchi, e la vostra “appendice” non è tale: “Ma se la vuole io comunque le dò il modulo: compili, faccia tre (tre) versamenti all’ufficio postale (lì accanto, per fortuna, n.d.r.) per un totale di €50,00 ed io le dò subito la targa con sfondo arancione, quella per i rimorchi. Poi ci incollerà lei stesso le lettere ed i numeri. Oppure se ne faccia lei una …”. Maccome? Mi informo, rifletto, alla fine capisco: la soluzione “corretta” sarebbe che, ogni volta che applico il portabici al gancio di traino, dovrei staccare la mia unica targa dall’auto (quella a sfondo bianco) ed applicarla al portabici e viceversa. No, non possono chiedermi questo! Ed allora? Allora mi costruirò io una seconda targa a sfondo bianco. Come fare? Prendo una seconda targa rimorchio (a sfondo arancione) che già possiedo (era quella del rimorchio per la barca, rimorchio che ho venduto), svernicio con uno spray di “mordente” la sua parte posteriore, riempio la scanalatura della “R” incisa con stucco per metalli (occorre una coppia di spatole per fare bene il lavoro), dopo 12 ore vernicio di bianco la superficie così preparata e ci incollo le lettere e le cifre della targa della mia auto. Un bel falso, non vi pare? Oppure incollo direttamente lettere e cifre nell’apposito spazio targa predisposto sul portabici, con sfondo arancione (arancione? Ma se non è un rimorchio!?).Plurimae leges … mi lamentavo prima: ma qui una leggina a regolare la cosa ci starebbe bene, non vi pare? sarebbe così semplice …

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A quando così lungo tutto il Lago?

Altro esempio.  E tant’è, gira e rigira, sono finito a parlare di biciclette. E allora sentite questa: riunione di big amministrativi e politici del Lago di Garda (tre provincie: TN, BS, VR). Per realizzare la pista ciclabile intorno al lago di Garda, circa 140 km, occorrono 120 milioni di euro, ma disponibili ve ne sono solo 40. Come fare? 120 milioni? Semplice! Basta acquistare un cacciabombardiere F35 in meno! Vedete bene che la semplicità aiuta a risolvere i problemi.

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L’economista Paul Samuelson avrebbe citato anche a questo proposito la sua semplice sintesi: “Burro o cannoni? E poi, la rinuncia ad un secondo F35 consentirebbe di realizzare la ciclabile Torino-Venezia …

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P.S.: chiedo scusa a Marcello, non ho assolutamente voluto banalizzare le sue fondamentali ed illuminanti riflessioni. Ho solo cercato di usare un po’ di quella semplice ironia che ci aiuta a capire le cose piccole. Infatti, dopo un po’ di questa palestra mentale, capiremo anche quelle grandi!

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POST 2374 – TELEFONINI A PASSEGGIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Maggio, 2016 @ 10:29 am

 

TELEFONINI A PASSEGGIO

Detto altrimenti: immagini mattiniere                              (post 2374)

Ancoi bonora so’ sta’ da l’eletrauto sicome che doveva farme un mester alla me Lancia …  (chisà se prima o poi l’imparo sto bel dialet trentin, mi che son un talian da Genova …)  e venendo de volta a piè  a la me casa ho fisà  alcuni momenti de la me  zità:

 

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La bellezza della natura anche a ridosso di un muro “sgarrupato” (ma questo termine è napoletano).

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La bruttezza di un altro tipo di fiore rosso abbandonato da un umano.

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.Un airone cinerino nel Fersina, fra le case. Sta fermo, immobile sulle sue lunghe zampe. Si fatica un po’ a riconoscerlo, ma c’è ragazzi, c’è … .

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(Scatto con il teleobiettivo, effettuato dal mio amico Luigi Zullo)

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… e poi, improvvisamente, scatta e con il suo becco micidiale cattura la preda …

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… e poi è volato via!

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FINE DI UN FOTO-POST

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TITO BOERI VS/ PRIVILEGI PARLAMENTARI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Maggio, 2016 @ 9:53 am

Detto altrimenti: cronaca di un processo (a seguito dell’articolo su L’Adige di domenica 8 maggio 2016)                                                (post 2373)

(VS vuol dire “versus”, contro. Tito Boeri, Presidente INPS, propone di ridurre i vitalizi ai parlamentari anche perché non in linea con i versamenti effettuati. Renato Giobert, ex parlamentare trentino è sul banco degli imputati)

REPUBBLICA ITALIANA - TRIBUNALE DI TRENTO

Tito Boeri vs/Renato Giobert

 Entra la Corte. Tutti in piedi.

Il Presidente: Imputato Giobert, vedo che non ha al suo fianco un avvocato. intende difendersi personalmente o le nomino un avvocato d’ufficio?

Imputato Giobert: Signor Presidente, i migliori avvocati del paese sono tutti parlamentari, sa … devono predisporre bene le carte, che poi non si venga a dire che le leggi che attribuiscono privilegi a loro stessi sono fatte male. Quindi preferisco difendermi personalmente.

Presidente: Prendo atto. La parola all’accusa.

thIQ1XN1J6Tito Boeri: Signor Presidente, sarò breve: 1) l’imputato gode di privilegi stabiliti per leggi che lui e i suoi colleghi parlamentari si sono fatte ad uso proprio. 2) L’ammontare del vitalizio di molto superiore a quanto a suo tempo versato. 3) Non accettare una riduzione su quanto egli percepisce è in contrasto con il principio della par condicio e della uguaglianza di tutti di fronte alla legge, in particolare di fronte a quelle leggi che stanno imponendo sacrifici a tutti gli altri cittadini.

Presidente: La parola all’imputato.

Giobert: Signor Presidente, Signori della Corte, lo prevede la Costituzione, lo prevede la legge e poi ho famiglia (numerosa, n.d.r.), devo ristrutturare il maso di famiglia ma soprattutto questi (ricchi, n.d.r.) vitalizi che mi rendono libero dal bisogno: in altre parole, mi esonerano dall’accettare denari in cambio di favori. Sono quindi uno strumento di moralizzazione della politica.

Boeri: Signor Presidente, chiedo la parola.

Presidente: Concessa.

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“Cancellate quella scritta!!”

Boeri: La Costituzione non prevede il livello dell’ammontare del vitalizio e tutela sì la famiglia, ma non solo quella dell’imputato, bensì tutte le famiglie, anche quelle senza figli o con pochi figli, con genitori disoccupati e con lo sfratto. Sul maso: quanti italiani stavano pagando il mutuo sull’appartamentino (altro che maso! N.d.r.) e improvvisamente si sono trovati disoccupati o esodati? Ma ciò che contesto maggiormente all’imputato è quanto si deduce “a contrario” dalle sue affermazioni e cioè che ove non avesse quel (ricco, n.d.r.) vitalizio, egli troverebbe normale accettare denari in cambio di favori. Ciò è inaccettabile sul piano della logica ma soprattutto su quello della morale.

Presidente: il dibattimento è chiuso. La sentenza fra cinque minuti

La Corte si ritira.

….

Entra la Corte. Tutti in piedi.

Il Presidente: “In nome del popolo Italiano, visti i principi generali della Costituzione fra i quali spicca che “La legge è uguale per tutti” si condanna l’imputato Giobert alla riduzione del vitalizio nella misura richiesta dall’accusa. Si rimanda inoltre il fascicolo alla Corte Costituzionale richiedendo di deliberare che nessun appartenente ad organi di governo, legislativi, della magistratura o della PA o delle sue SpA/Enti possa fissarsi da solo il proprio emolumento né che nessuno – compreso il Presidente dell’INPS – possa percepire più di quanto percepisce il capo dello Stato. La seduta è chiusa.

Giobert: ricorrerò in appello, è un’ingiustizia!

Boeri: anch’io!

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