BOCCADASSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Febbraio, 2016 @ 10:52 am

Detto altrimenti: Boccadasse, Bucca d’ase, Bocca d’asino, questa la forma della piccola insenatura a Genova, che si apre all’ estremità orientale del bel lungomare Corso Italia: una piccolissima baia sopravvissuta alla “civiltà” del cemento. Ho ripescato un mio vecchio scritto del 1996 …                                 (post 2304)

(Il 29 febbraio 2016 inizia la nuova serie televisiva del Commissario Montalbano, la cui fidanzata Livia abita a Boccadasse … Si trattano bene i personaggi di Camilleri!)

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 Dietro la chiesa, Boccadasse

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Fine settembre: alle sei di mattina è ancora buio. Non siamo in molti con il cane a guinzaglio in Corso Italia. D’altra parte Ilios, un bel dalmata di tre anni dal carattere dolcissimo, aveva ormai iniziato a passeggiare con discrezione per il corridoio sino alla porta di casa, facendo tintinnare in modo inequivocabile la sua medaglietta.

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thIFOPRU4XDal muretto della piazzola dietro la chiesa parrocchiale che sovrasta l’insenatura ci affacciamo – in piedi tutti e due – sul porticciolo di Boccadasse. Il mare è calmo. Una leggera brezza di terra lo scurisce d’un ammaliante blu notte. Al largo qualche lucina brilla ognuna la propria barca, al pari delle ultime stelle che insistono nel brillare la loro alba. Il profilo del Monte Fasce, la curva della costa da Quarto a Camogli e, proseguendo, il promontorio di Portofino gli fanno da cornice.

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thP04UE6B0Ilios ed io abbassiamo lo sguardo ed in silenzio osserviamo i movimenti a loro volta silenti, rituali e quasi sacri di alcuni vecchi pescatori, pescatori vecchi. Ognuno di essi, a turno, si avvicina al proprio gozzo, lo conduce per mano al piccolo scalo, ne assicura una estremità alla carrucola ancorata al muretto e quindi, lascando lentamente una cima, con un gesto amorevole lo accompagna a scivolare in acqua. In cima allo scalo, di lato resta il carrellino  a testimoniare che una barca, quella barca,  è uscita in mare: ogni pescatore infatti riconosce ogni carrellino, la sua barca, il suo padrone, i parenti del suo padrone: non si sa mai … tutto ha una sua funzione. Il gozzo si adagia sull’acqua, accomodandosi con un lieve rollio, soddisfatto al pari di una signora che finalmente abbia trovato sul tram un posto libero ove sedersi. Gli scogli sono vicini ma i pescatori hanno stipulato un accordo con quel poco di mare di cui dispongono: loro lo amano e lo rispettano ed “egli” frena gli scafi e li preserva dagli urti.

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thR0SM1V2FAlcuni procedono a remi. Dopo averli fissati sugli scalmi remano eretti, volto in avanti, appoggiandosi su di essi come gondolieri veneziani. O forse sono i gondolieri ad avere copiato … non lo sapremo mai, ma non importa. Loro non hanno fretta ma non sprecano tempo in movimenti inutili. Infatti in pochi minuti il gozzo è al largo, intento ad assecondare l’andamento delle onde, a recuperare reti, nasse, palamiti o a calare bollentini. Altri sono dotati di motore. Vecchi diesel entrobordo che stentano un po’ a mettersi in moto ed all’inizio scoppiettano lanciando anelli di fumo rotondi e regolari, come se  al pari dei loro armatori anch’essi fumassero il toscano o la pipa. E se alcuni escono, altri rientrano accompagnati dal volo dei gabbiani e dagli sguardi attenti dei gatti.

Dal muretto sovrastante il minuscolo scalo, un amico del pescatore, sigaretta fra indice e pollice, scuotendo via la cenere con il dito medio, apostrofa serio serio (con tono ironico) il collega già in acqua: “Tei ghe missu u lesu?” Traduco: “Ti sei ricordato di mettere il tappo (leso) sul fondo dello scafo, quello che usualmente si toglie a terra per svuotare completamente lo scafo, e che invece, quando la barca è in acqua, deve essere ovviamente posizionato al suo posto, pena l’affondamento?”  La bellezza della sinteticità del dialetto!

th2JTPW3PLPiù in alto, in Corso Italia, il traffico cittadino si è sta risvegliando ma sulla spiaggia non si ode il rumore dei motori che inseguono il tempo. Infatti qui il tempo si è fermato e nessuno lo insegue: si è fermato grazie al grande silenzio, agli spazi ristretti e preziosi, all’architettura delle casette marinare dai colori a pastello e soprattutto ai gesti e la vita di questa umanità fatta di pescatori, di vecchiette sedute sull’uscio di casa, e perché no, anche di gatti interessati all’andamento del tempo e della pesca, marinai  pescatori anch’essi.

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Sono parte di questo incantesimo. Mi accosto alle barche, le guardo come se mi aspettassi una loro parola, un cenno di saluto. Mi avvicino ai pescatori. Non parlo. Li osservo grato che accettino la mia presenza, che non si chiedano che cosa io voglia. Ascolto il loro dialetto che tanti anni fa era anche il mio: mi godo la musica di quelle poche parole, delle cose semplici che raccontano. Nelle voci, nei gesti, negli sguardi credi di poter cogliere tutta la loro vita. Ed invece come posso sapere quanto hanno gioito, sofferto, amato, sperato, navigato, vissuto, pescato?

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            In dialetto “a figassa”

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La luce aumenta. E con lei arriva il profumo della focaccia appena sfornata dal vicino forno. Ne compero un pezzo avvolto nella carta da pane e lo mangio con gusto, bevendoci sopra il sapore liquido del mare.

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               Un ex voto (fra i tanti)

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Risalgo la scaletta, entro nella chiesa, adorna di modelli di velieri votivi, sospesi nelle navate fra le colonne e prego. Prego che nulla cambi a Boccadasse. Cara Boccadasse, cari amici, tornerò a trovarvi, la prossima volta dal mare, a vela, all’alba, con il mio Fun. Lo prometto.

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E ora due poesiole: la prima è mia, la seconda di mio figlio Edoardo quindicenne (oggi 33 enne):

thRAUDOUU2Gatto di mare - Non insegui il Tempo / e grato il Tempo / non ti rincorre. / Immobile sulla tela di un gozzo / assapori l’amico profumo di pesce / il caldo insperato del sole invernale / e mi osservi / col nobile sguardo / del marinaio antico / al quale ogni giorno tu presti la barca. / Voglio indossare / pantaloni di tela / colore del mare profondo / sfumati di bianco salino / sedere in silenzio al tuo fianco / su questo gradino / dal bordo ormai liso e rotondo / per non disturbare / segreti / ricordi / speranze / e tesori/ dei gatti del posto/ …. /  e dei pescatori.

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thZZEJVNTLBoccadasse - Degli anziani pescatori e di reti più ruvide, / appress’al varco uman / de l’abisso, / sottile serba l’eco antica / Boccadasse, e quell’innomato odor / d’anni votati alla pira. /Ti vidi in grazia di neve, / nell’abito scomodo pei tetti tuoi sorpresi. /Ti vidi quando i sassi balzellavo / sul blu che t’appaga. / E ti vedo adesso, anfiteatro sul tardo mover / de’ gozzi, /ti vedo. / Son l’alieno./ Son io il mondo che, / pria del tempo, / pur fu. / Al freddo bagno di luce, / seguo l’onde a macchia fuggir / via via più scure; / d’intorno, piangono secche sorti / quei legni traditi, or di raminghi felini / un soppalco. / Nel volger le spalle / al caro fraseggio de l’acque / saluto il guscio d’origine, / ma ‘l ligure mar a sua grand’arte / queta dei ciottoli gli spigoli, / e ‘l mio passo fa mesto.

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MRS. ORIORDAN MAIREAD

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Febbraio, 2016 @ 4:51 pm

Detto altrimenti: il nostro blog è anche questo …. this is our blog too …     (post 2303)

AMICI … ASCOLTATEMI! – FRIENDS …  LEND ME YOUR EARS!

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               Fraglia Vela Riva, febbraio 2014

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Pensate un po’ … due anni fa, il 21 febbraio 2014, sotto il titolo FRAGLIA VELA RIVA … IN MUSICA pubblicavo un post il quale fra l’altro conteneva la fotografia della Signora Oriordan Mairead, Mary per gli amici, una Irlandese che parla italiano e lavora nel Club Velico Fraglia della Vela Riva, a Riva del Garda (Tn).

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     2015 – L’ abbraccio dei due fratelli

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Oggi sono passato in Fraglia. Mary mi accoglie con un sorriso: “Sapessi quale cosa meravigliosa è scaturita dal tuo post, da quella mia foto che hai pubblicato! Pensa, era una vita intera che io cercavo di ritrovare mio fratello di sangue (mio papà è morto prima che io nascessi, e le vicende della vita sono così complicate!). Ebbene, è lui che ha trovato me: infatti, navigando in internet, impostando il mio nome, è saltato fuori il tuo post, con tanto di telefono e mio indirizzo e-mail. Mi ha telefonato, ero stordita … poi è venuto in Italia: ci siamo abbracciati all’areoporto! Ti manderò la foto del nostro primo abbraccio. Ecco, dai … brindiamo all’evento”.

Che dire, amici? Se non altro per questo splendido effetto, è valsa la pena che io abbia scritto in quattro anni oltre 2.300 articoli!

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INCONTRI: DOMENICO FERRARI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Febbraio, 2016 @ 6:44 pm

Detto altrimenti: a seguito del mio post del 9 febbraio scorso “Il ri-nascimento di Dante” , cfr. ivi.                                                       (post 2302)

Il 9 febbraio ho visitato a Trento la mostra delle incisioni dantesche di Domenico Ferrari  Gli ho chiesto un’intervista. Me l’ ha gentilmente concessa. Eccola.

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Signor Ferrari, o meglio, Maestro Ferrari, grazie per avere accettato questa blog- intervista che deve tener conto del “giornale” sul quale viene pubblicata, ovvero sul “mio” blog assolutamente generalista e non specialistico.

Grazie a lei per la sua sensibilità e disponibilità. Sa … io non sono un tecnologico del web, mi rimetto alla sua esperienza di blogger … si dice così?

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Si, corretto. Signor Ferrari, l’occasione della Sua conoscenza è stata la mostra di cui ho già scritto. Le chiedo: come è nata l’idea ed il sodalizio con Ettore Lombardo?

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Ettore Lombardo

                  Ettore Lombardo

Ettore Lombardo era Presidente dell’ ITAS. Mi sono rivolto a lui per la sponsorizzazione di una mostra di acqueforti sulla traccia degli acquarelli di Albrecht Duerer circa il suo viaggio in Italia. Lui accettò e organizzai la mostra a Castel Ivano. Era il 2003. Dopo di che Ettore – diventato amico – da persona di grandissima cultura qual è, mi propose di occuparmi di un altro viaggio: quello di Dante nell’Inferno.

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Come devo definirla: disegnatore? Pittore? Incisore? Aucquafortista? Scultore? Quasi un fotografo astrattista?

P1050760Direi: pittore e incisore con una sola esperienza di scultore, la copia di una Madonna gotica che vidi in Provenza, nell’abbazia di Thoronet. Ne rimasi incantato e quando mio nipote mi offrì un bel pezzo di legno di cirmolo, rimasi estasiato nel vedere nascere le forme della Madonna dal legno e dalle mie mani. Ma diciamo che sono pittore diventato anche incisore. Il mio primo dipinto è del 1962, poi ho frequentato l’ Accademia di Brera a Milano e dell’arte mia ho fatto “mestiere” diciamo dal 1968-69. Nel frattempo sono stato anche restauratore con Carlo Andreani, molto conosciuto e attivo a Trento.

Qualche cenno sulla tecnica di incisione

WP_20160223_001L’incisione può essere diretta su legno (xilografia) o linoleum (lineografia), seguendo il disegno, ed allora il risultato lo si verifica strada facendo. Oppure indiretta, nel senso che si realizza su una matrice in metallo con la quale poi si “stampa” l’incisione. In questo caso il risultato è visibile solo alla fine del lavoro. Il maggiore incisore d’ogni tempo, Gustav Dorè, utilizza il primo metodo.

Cosa unisce e cosa divide la Sua arte dalle altre forme figurative?

Oggi l’incisione sta sconfinando per tecnica e per tendenza. per tecnica, nel senso dei materiali utilizzati che sono sempre di più quelli utilizzati dall’arte moderna; per tendenza, quanto a modelli, stili e soprattutto astrazioni che ne fanno un’arte leggibile ed apprezzabile soprattutto se “sostenuta” da sponsor culturali ed economici di grido. Insomma, tende a diventare un fatto di moda quasi commerciale. Sa …. quando si parla da certe “cattedre” molto qualificate (a torto o a ragione “artistiche”) è molto facile “far parlare” un’opera e farla diventare “d’arte”.

Da dove trae ispirazione per le sue opere?

WP_20160223_002Io sono un montanaro, quindi soprattutto dalla montagna.

Quali sono i Suoi maestri ispiratori – se esistono –?

Io, Domenico, ho avuto due maestri “Domenico”: Domenico Cantatore e Domenico Purificato, ai quali devo molto.

Ci descrive brevemente il catalogo delle sue opere?

No … gliene regalo una copia: basta sfogliarlo …

Sue mostre passate, presenti e future

Guardiamo al futuro: conto di portare il mio inferno dantesco in giro per l’Italia. Prima tappa, Milano.

Dove si possono ammirare i Suoi lavori?

Oltre che nelle mostre. nel mio laboratorio a Tenna (Trento) Via Campolongo, 28

Esistono scuole di incisione?

Una a Urbino e poi spesso anche presso le varie Accademie.

Lei ha qualche allievo?

No, sono solo.

Quali sono i suoi programmi? Esiste un “programma trentino per il Trentino, sul Trentino?

Avrei piacere che l’Assessore provinciale competente si interessasse alla possibilità di una serie di incisioni sul nostro territorio.

Per finire, un aneddoto, a piacere

WP_20160208_012Volentieri. Durante una visita alla mia mostra alla quale lei ha già dedicato un post, mi si avvicina una signora e mi dice di avere un regalo per me. Mi spiega. E’ vedova ed ha distribuito la ricca biblioteca del marito fra i suoi figli. Un giorno tuttavia ha ritrovato quegli stessi libri posti in vendita su una bancarella dell’usato! Il fatto è stato per lei una pugnalata, al punto che ora, volendo far rivivere e conoscere un altro libro prezioso, ha pensato di donarlo a me.  Ho accettato felice, commosso e rattristato per l’atto di insensibilità umana di cui la signora era stata vittima. Ora quel libro per me è un vero tesoro.

Grazie, Maestro, io avrei finito.

No, prima mi lasci farle un piccolo dono: il libro della mostra sull’Inferno dantesco.

Grazie ancora anche di questo terzo dono, dopo la visita alla mostra e l’intervista. Da parte mia, quale Vicepresidente dell’ Accademia delle Muse, anche da parte della Presidente Cristina Endrizzi, Le manderò in nostro programma annuale invitandoLa a far parte del nostro circolo.

Grazie a lei, caro amico blogger, per il tempo che mi ha dedicato. Ben volentieri diverrò vostro collega accademico!

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ORAZIO, CHI ERA COSTUI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Febbraio, 2016 @ 1:10 pm

Detto altrimenti: un tale molto moderno, anche oggi                          (post 2301)

Prof Maria Lia Guardini. Biblioteca Comunale di Trento. Oggi è stato il turno delle Satire di Orazio. Siamo a Roma al tempo di Augusto. Il Princeps, direttamente o tramite Mecenate, si circondava dell’intelligentia culturale. Fra i tanti spiccano tali Virgilio, Orazio, Livio.

Augusto “recuperava” anche gli “avversari”: infatti quando nei suoi giardini incontrava Livio, gli batteva amichevolmente la mano sulla spalla accompagnando il gesto con un “Ecco il mio pompeiano” (repubblicano).

thLHOOPP2USì … dice … vabbè. Ma …  Orazio, chi era costui? Presto detto (da lui stesso, Libro I, satira VI): figlio di un liberto (schiavo liberato) che lo aveva fatto studiare nei migliori college dell’epoca, anche a Roma. Fatta un po’ di carriera militare, a Filippi aveva combattuto dalla parte sbagliata. Tuttavia egli notava che non di questo lo rimproveravano, bensì di essere humili genere natus, ovvero di non avere nobili origini! Di mestiere? Poeta. Virgilio lo nota, lo presenta a Mecenate. Mecenate ci riflette (nove mesi!) e poi lo accetta di “sponsorizzarlo” ammettendolo al proprio circolo e regalandogli una villa in Sabina, vicino alla Fons Bandusia.

Le Satire. Il nome … forse dai Satiri? O da una certa pietanza con un nome simile, nella quale erano mescolati molti ingredienti? Non lo sappiamo. Sembra tuttavia certo che sia un prodotto del folclore locale. Il genere satira è l’opposto del poema epico (archetipo di tutti i generi successivi): in essa tutti i generi si mescolano. Vi sono satire in prosa, in versi e miste (satira menippea; satira di Seneca). Vi è anche il romanzo satira in versi (poesia giambica).

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Richiamato da Mecenate a fare un po’ più il “poeta di corte” risponde che quanto gli viene dato gli è semplicemente dovuto ma che comunque lui è capacissimo di essere felice e vivere bene anche con poco: in pratica, un “non sono in vendita”. In sintesi, Orazio araldo della aurea mediocritas della vita d’ogni giorno, non certo della morale! Per lui “campare sereno val più che avere parenti questori”.

Caratteristiche delle Satire di Orazio: avere una pars destruens ed una pars construens dalla quale emerge la sua morale. Per lui l’uomo vale per quello che è non per le sue origini. Egli è uso prendersela con il peccato e non con il peccatore. Parla dei suoi tempi, per cui molti personaggi da lui citati non sono famosi e dobbiamo ricorrere alle note del testo per metterli a fuoco. Il suo linguaggio è la lingua parlata (sermones), moderno anche in ciò.

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(… “proviamo a camminare sulle acque … hai visto mai …Io comunque il naso me lo tappo”)

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Nella sua critica a chi vuole diventar famoso per poi non essere solo quando va in vacanza, Orazio è attualissimo e ricorda un recente governatore della Lombardia e le sue vacanze in compagnia di persone “con le quali ci si accorda: chi paga l’hotel, chi il viaggio, chi il panfilo, chi la villa, chi le pizze. Io le pizze” (Satira moderna, libro I, Satira I).

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Fino qui, libri I, Satira VI – E veniamo alla Satira IX, quella dello scocciatore, ovvero di quel tale che vorrebbe essere introdotto presso la “corte” di Mecenate: costui: “Scrivo molti versi (ma la poetica di Orazio è di qualità, non di quantità); ti sarò fedelissimo, etc.”. In questa gustosissima satira (Orazio: “Ma non hai un padre, una madre cui importi che tu non venga ammazzato?”) emerge la differenza fra la poesia di qualità di Orazio e quella di sola quantità; la definizione del Mecenate vero da quello interpretato dai suoi aspiranti protetti sia quel che sia; l’avversione di Orazio a che nel circolo di Mecenate entrino cani e porci.  Insomma, anche un’ ode contro gli arrampicatori sociali e culturali.

Che ne dite? Se ne avrò voglia e tempo potrei riscrivere le due satire in chiave moderna … vedremo. Per ora segnatevi il prossimo appuntamento ad entrata – come sempre – libera: martedì 8 marzo 2016 ad ore 10,00 Biblioteca Comunale di Trento, primo piano a fianco della sala degli arazzi: altre Satire di Orazio.

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EMOZIONI BLOG

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Febbraio, 2016 @ 10:08 pm

Detto altrimenti: aspetti emotivi del blog                       (post 2300)

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thMQRERA8O2300°, ovvero post n.2300 ovvero post duemilatrecentesimo. Una cifra tonda a centinaia. Come celebrarlo? Ho pensato di parlare di alcuni sentimenti che po’ suscitare in chi scrive, ovvero in me. Fondamentalmente due. La mattina presto, il primo: la curiosità quantitativa, ovvero vedere quanti ti hanno letto il giorno precedente, quanti hanno commentato, cosa hanno scritto, come si confrontano pensieri ed opinioni, come dialogano, come fanno “comunicazione”. Già , la comunicazione. Chi mi legge sa che mi pace farla derivare dal latino, da communis actio, azione comune, quanto meno pensiero comune e non “comune perché uguale” bensì “comune perché ognuno ha il suo pensiero”, anche diverso, anzi, soprattutto se diverso. Evviva la diversità!

La parola “comune” richiama alla mente un altro “comune”: il “Bene Comune” che non è una piazza o una strada, che sono solo beni pubblici, bensì IL bENE CHE è “Comune” perché costruito con il contributo di tutti, sin dall’inizio. Ma questa è un’altra storia.

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           Lettrici e lettori di Alta Qualità!

Seconda emozione: la curiosità qualitativa. Infatti la procedura “Statistica” del blog mi consente di vedere da quale città ogni lettore sta leggendo, in tempo reale: e trovo lettori in Friuli, in Sicilia , a Parigi, negli USA, etc., e mi domando: come mai saranno finito sulle mie sudate carte elettroniche? E mi domando: chi sarà mai costei o costui? E poi, l’età media del lettore (la fascia più attiva è quella fra i 25 ed i 35 anni), gli argomenti più gettonati, la durata media dei collegamenti, etc.. Insomma, una seduta di auto-psico-analisi del blogger. Ah, dimenticavo un dato importante: ogni giorno, fra i miei 150-300 lettori a numero variabile, il 75% sono “nuovi” ed il 25% sono “lettori di ritorno”. Il che vuol dire che suscito la curiosità in molti e poi me ne perdo un po’ per strada, subito rimpiazzati da nuove “ondate”.

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th3GSVU4Y0La frequenza giornaliera dei miei articoli: se c’è brutto tempo, ne scrivo di più. Ovvio. Qualcuno, intendendo farmi un complimento, mi ha definito “tuttologo”, qualifica che invece respingo. Io ho solo alcuni interessi diversificati, molto diversificati e … che male c’è? Anche negli sport. Mi è sempre piaciuto provarne molti senza mai avere il desiderio di approfondirne all’eccesso uno specifico. Prendiamone uno a caso: l’alpinismo. L’ho praticato per 12 anni, poi mi sono dedicato ad altro, a soddisfare altre curiosità. Sono iscritto al CAI da oltre 50 anni: i compagni delle mie scalate – almeno alcuni di essi – ne hanno effettuate oltre 2000! Ma non si stufano, mi chiedo? Hanno provato a fare canottaggio in solitaria al largo? O a veleggiare? O a fare ciclo-turismo? O sci da discesa? O a fare altro ancora? Io si.

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thY9YF1Q3WIo sto trovando un buon equilibrio fra lo scrivere e i miei sport (quelli residui alla tenera età di 72 anni: sci da discesa; ciclismo; vela). Una cosa invece resta non ancora equilibrata: il rapporto fra lo scrivere e la lettura. E’ una lotta continua fra le due carte: le carte di carta dei libri candidati alla lettura che si accumulano sul mio comodino a velocità superiore a quella della loro lettura e le mie carte elettroniche, ovvero i miei post.

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Ecco, ragazzi. ho finito la mia confessione: confido che vorrete perdonare le mancanze – e sono tante – del vostro blogger! Non è forse questo l’Anno della Misericordia?

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MAS – MEMENTO … ANDARE SEMPRE (A SCIARE)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Febbraio, 2016 @ 5:27 pm

Detto altrimenti: “siar” sovra le nuvole                 (post 2299)

Da vero V.I.P. (Vecchietto In Pensione) a Trent me levo bonora e vardo ‘l ziel: nuvolo. ‘Sa fente? Nente, stente o ‘sa fente? (Cosa facciamo? restiamo, andiamo o cosa facciamo?). Nente! Andiamo, è tempo di sciare …

Paganela, o montagna tuta bela (el nos dialet trentin no g’ha le dopie), Paganela che da la so’ zima te vedi tut … quante foto g’ho scatà! Ve ne alego una sol, quela del Bondon, che saria la montagna de Trent, quela che non se pol veder ‘l tramont tant che lè a ridoss … E za che ghe son, g’ho pescà sete versi del Dante che ‘l parlan propi del Bondon:

S’ergea in su la nebbia ondeggiante

tridentina montagna da più cime

WP_20160222_004la quale a cagion di sue sembiante

 

celava al viso d’ ogni dì la fine

a li abitanti di cittade bella

cagion per cui niun potea far stime

 

ov’ andasse a dormir  la Grande Stella.

 

V’è piazù el me post?

P.S.: savè, putei che mi son studià e alora ho scrito en corsif  le parole  taliane …

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INCONTRI: RENATO BALLARDINI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Febbraio, 2016 @ 2:00 pm

Detto altrimenti: incontri che arricchiscono il blog, chi lo scrive e chi lo legge    (post 2298)

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Amiche ed amici del blog, come sapete ogni tanto impreziosisco queste mie sudate carte (elettroniche) con interviste a Personaggi. Si, con la “P” maiuscola, particolarmente giustificata in questo caso. Infatti l’Avv. Renato Ballardini è “una parte della Storia” del nostro Paese, testimone a co-artefice di molti anni di vita italiana. Lui è il mio “terzo” (in ordine di tempo) Ballardini: il primo è stato Bruno, già mio Presidente in Fraglia Vela Riva, ex Sindaco di Rovereto e Vice Presidente dell’Orchestra regionale Haydn, avvocato anch’egli; il secondo Franco, figlio dell’intervistato, mio Presidente nella Associazione Amici della Musica, già Direttore del Conservatorio Bonporti di Riva ove insegna, il quale mi ha fornito le foto del babbo. Ora possiamo iniziare (ho preferito formulare domande dirette che non estrarre un riassunto dalla sua biografia, peraltro assai più completa e avvincente).

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1947

                        1947

Avvocato, grazie per avere accettato l’intervista su Trentoblog. Come Le dissi, ogni tanto arricchisco i miei post di un “Incontro” e Lei è – solo in ordine di tempo -  il secondo “Rivano doc” che ospito sulle mie pagine, dopo il compianto Ruggero Polito, peraltro Rivano ad honorem …

Accetto di buon grado di rispondere alle Sue domande. Non sono affetto da narcisismo, ma ritengo che parlare delle proprie esperienze, assai numerose in una ormai lunga vita, possa servire a trarne qualche utile insegnamento. Lo avrà Lei stesso sperimentato conversando con Ruggero Polito, straordinaria persona che con intelligenza ed impegno riuscì a dare il meglio di se’ come magistrato e come cultore di musica.

Io credo che Persone come Lei e Ruggero siano preziosi testimoni di “Umanità” e di “Storia” e rappresentino un patrimonio che non va disperso. In particolare in questa sede mi riferisco alla Sua lotta partigiana ed alla Sua attività di Parlamentare.

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1978

                         1978

Vero è che mi sono trovato più volte in circostanze impegnative, nelle quali ho dovuto comportarmi in base a principi e valori eticamente positivi. La guerra e l’occupazione nazista furono situazioni drammatiche nelle quali sentii l’imperativo di fare il mio dovere. In Parlamento, ove il voto popolare mi mandò per 21 anni, ogni settimana dovevo decidere come risolvere problemi complicati. Non riguardavano la mia persona, ma pluralità di altre persone. Per citarne uno: la legge che introdusse il divorzio. Toccò a me, quale Presidente della Commissione Affari Costituzionali, elaborare il parere sulla conformità costituzionale della Legge Fortuna. Fu una sfida alla Chiesa, al sistema dei partiti, socialista e democristiano, che stavano costruendo il governo di centro-sinistra. Eppure, come fu dimostrato dal referendum, più che alla Chiesa ed ai partiti di governo toccò a me di interpretare la volontà ed il sentimento del popolo.

4 - Avvocato, inaugurazione dell'anno giudiziario, 2003

        2003, Inaugurazione dell’Anno Giudiziario

Lotta partigiana. La decisione di un giovane di “andare in montagna”, Sua come di tanti altri giovani e meno giovani. Cosa vi spinse a quella decisione? Cosa vi aspettavate? Quali compagni ricorda? Quali episodi?

Fino a quel momento, sotto la dittatura fascista eravamo dei robot telecomandati. Un po’ alla volta, anche con il prudente aiuto di due professori, si insinuò nelle nostre menti il dubbio, un atteggiamento critico, una coscienza antifascista. Ci ammonivamo ad avere pazienza, ormai il nazi-fascismo stava per soccombere, gli alleati risalivano lo stivale. Ma fu poi più forte di noi. Non potevamo aspettare. Purtroppo si infiltrò nelle nostre fila una spia fascista, Fiore Lutterotti detto Panza, ed il mattino del 28 giugno 1944 squadre di SS piombarono a Riva, Arco, Rovereto e Trento e compirono una strage. Gastone Franchetti di pochi anni più vecchio di noi (io ero il più giovane, avevo 16 anni) fu arrestato, processato e fucilato. Eugenio Impera ed Enrico Meroni assassinati la mattina stessa del 28 giugno. Cercarono anche me ma non mi trovarono perché due giorni prima ero partito per andare in montagna. Presero mio padre che trattennero in carcere fino ai primi di ottobre e lo rilasciarono morente. Aveva 51 anni. Può immaginare il mio tormento.

(Io sono nato il 3 febbraio 1944– Cosa vogliono dire 16 anni di differenza! Quante situazioni non ho vissuto! N.d.r.)

Oggi per fortuna i giovani non sono posti di fronte a quella scelta. Tuttavia essi hanno di fronte altre sfide: di civiltà, di lavoro. Come sono i giovani d’oggi visti da Lei?

1991, "sopra" Riva del Garda

1991, “sopra” Riva del Garda

Per i giovani di oggi la scelta è meno pericolosa ma più difficile. Per noi il male ed il bene si contrapponevano nettamente. Scegliere il bene fu rischioso ma facile. Oggi la scelta non comporta rischi, ma è più difficile. La situazione è molto confusa. La realtà è complicata. Le culture inadeguate. L’opinione dominante contraddittoria. Il mondo è piccolo e sovraffollato. Internet è uno sfogatoio ma non aiuta a costruire una comunità coesa. Ciò nonostante le volte che mi reco in una scuola a raccontare le mie memorie trovo spesso giovani ragazze e ragazzi che reagiscono con domande mature, rivelatrici di sensibilità pregevoli.

Lotta partigiana come lotta contro un’ideologia, ovvero  contro un’idea che non si confronta con nessuna altra idea. Non Le pare che oggi la Storia si ripeta, sia pure su altri scacchieri internazionali? Mi riferisco a ideologie pseudo religiose che si sono sostituite a quelle pseudo politiche.

E’ vero che anche oggi l’umanità è percorsa da veleni micidiali. Con Hitler e Mussolini fu il nazismo-razzismo a spingere popoli che provenivano da grandi civiltà verso rive barbariche. Oggi in nome di valori religiosi si semina il terrore. Non è la prima volta nella storia che la religione diventa pretesto di guerre. Ricordiamo le Crociate? E’ proprio della religione alimentare il fanatismo. All’assolutismo della religione è preferibile il relativismo della filosofia.

6 - Partigiano, consegna dell'Aquila di S.Venceslao, 2012

               2012, Aquila di S. Venceslao

Da partigiano ad avvocato: mi può citare un fatto significativo dell’esperienza forense?

Ho fatto l’avvocato per 65 anni. Non può pretendere che mi ricordi i processi e le cause che ho curato. Ma sì … difesi innanzi la Corte di Assise di La Spezia un magistrato, Marco Ramat, accusato di vilipendio alla magistratura perché aveva osato dire che la Procura di Roma era “un porto delle nebbie” perché archiviava tutte le indagini che riguardavano i potenti della capitale. Assistetti una straordinaria donna innanzi la Corte di Assise di Padova, accusata di insurrezione contro lo Stato, solo perché era critica da sinistra della politica dominante. Assolti entrambi. Più deprimente fu la parte civile innanzi la Corte di Assise di Brescia nel processo contro gli autori della strage di piazza della Loggia. E potrei continuare, ma non finirei più.

Da avvocato a parlamentare: una sua riflessione sull’iter degli Statuti di Autonomia.

7 - Medaglia d'Oro al Valor Civile, 14 ottobre 2015

                 2015: Medaglia d’Oro al Merito Civile

Io ricordo bene il secondo Statuto, quello ancora in vigore. Ne fui il relatore alla Camera dei Deputati. Ma si giunse a quel risultato, che poi si mostrò molto efficace, dopo un tormentoso periodo che durò più di un decennio. Il terrorismo politico fu inventato in Alto Adige. Tralicci che cadevano, morti, la notte dei fuochi. Finalmente la Commissione dei 19 che, con più di 200 riunioni, riuscì a comporre il “pacchetto”, grazie anche all’intelligenza politica di Silvius Magnago. Fu per me un’esperienza massacrante ma, alla fine, di grande soddisfazione.

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Da parlamentare a rivano, socio della Fraglia Vela Riva: quale ricordo “a vela” ci vuole regalare?

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La Fraglia della Vela di Riva mi porta molto indietro nel tempo. Con Luciano Gazzini eravamo i due mozzi del custode di quel tempo, che si chiamava Gigioti. Curavamo le imbarcazioni e di quando in quando come compenso ci lasciavano veleggiare con un dinghi o una yole. Era un’ebbrezza!

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.AAA FUN

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Avvocato, Lei è invitato a una o più veleggiate con il mio Fun Whisper che La aspetta in Fraglia! Ciò detto, per chiudere, qualche parola sulla Sua passione per la Musica, passione Sua e del suo figlio Franco, Presidente della locale Associazione Amici della Musica (cui chiederò analoga disponibilità a vantaggio dei lettori di Trentoblog).

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Mentre scrivo queste pagine sto ascoltando Schumann. La musica è la mia vita. Lo era anche per Luciana! E naturalmente per Franco, che ne ha fatto anche la sua professione.

Grazie, Avvocato, da parte mia e da parte delle lettrici e dei lettori del blog, per la Sua preziosa testimonianza. Spero che fra chi legge questo “Incontro” vi siano molti giovani ( la procedura di rilevazione dati del blog mi dice che la fascia d’età più presente è quella compresa fra i 25 ed i 35 anni:  li dobbiamo considerare “giovani”?)

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MUSICA A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Febbraio, 2016 @ 2:42 pm

Detto altrimenti: musica e … non solo!       (post 2297)

Associazione Amici della Musica, Riva del Garda. Per oltre 50 anni presieduta dal compianto Ruggero Polito. Da due anni ne ha raccolto l’eredità Franco Ballardini, professore del locale Conservatorio Bonporti, di cui è stato Direttore. Una Associazione che si regge sul volontariato del suo Direttivo, sui contributi di sponsor pubblici e privati, sulle tessere degli iscritti e sui biglietti d’ingresso (ieri erano venduti ad €5,00!).

I concerti che organizziamo (uso la prima persona plurale perché io faccio parte del Direttivo dell’Associazione) sono di tipo diverso. Infatti vi sono concerti

  • riservati ai giovani migliori diplomati/diplomandi del conservatorio;
  • eseguiti da musicisti di fama internazionale;
  • eseguiti da orchestre locali, quale la camerata Musicale di Arco (M.° Giorgio Ulivieri);
  • eseguiti da parte dei componenti della famosa Orchestra Regionale Haydn.

haensel e gretel - Copia.

Nell’ambito di quest’ultima categoria, ieri, nella sala del locale citato Conservatorio, cinque fiati della Haydn  hanno eseguito musiche  intervallate dalla lettura della fiaba Haensel e Gretel. Folta la partecipazione del pubblico anche giovanissimo, applauditissima l’esecuzione.

Alla fine un musicista ci ha “raccontato” la storia e le caratteristiche dei loro strumenti.

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Il programma 2016 dell’Associazione? Eccolo (con invito a sottoscrivere la tessera annuale al costo di €30,00 la quale dà diritto al libero accesso ai concerti non-Haydn (per iscriversi: scrivere al me, tesoriere dell’Associazione riccardo.lucatti@hotmail.it):

 

WP_20160220_021Domenica 24 gennaio, ore 17.30, Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

con l’Associazione Quadrivium e gli Amici della musica di Modena

Concerto della memoria e del dialogo

Domenica 31 gennaio, ore 15.30, Arco, Casinò municipale

Camerata musicale Città di Arco, direttore Giorgio Ulivieri

Federica Giacomuzzi flauto, Renzo Michelini violino

Musiche di Vivaldi

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         A destra, Johanna Porcheddu, voce recitante

Sabato 20 febbraio, ore 17.30, Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

I fiati solisti dell’Orchestra Haydn, voce recitante

Haensel e Gretel

Sabato 19 marzo, ore 20.45, Varignano frazione di Arco, Chiesa S. Michele

Camerata musicale Città di Arco, direttore Giorgio Ulivieri

Pasqua musicale arcense

Martedì 22 marzo, tarda mattinata, Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

Barbara Bertoldi, voce e violoncello

Cello messa tutta, concerto per le scuole

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         Trombe in attesa …

Sabato 2 aprile, ore 17.30 Riva del Garda Auditorium del Conservatorio

Trio d’archi Barbara, Giada e Klaus Broz, Corrado Ruzza pianoforte

Musiche di Dvorak

Sabato 9 aprile, ore 17.30, Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

Gli archi solisti dell’Orchestra Haydn

Musiche di Mozart, Kreisler, Barber, Verdi

Sabato 7 o 14 maggio, Riva del Garda

Duo Mauro Tonolli chitarra e Alessandro Bianchini vibrafono

Musiche di Piazzolla e altri

Martedì 31 maggio, ore 20.45, Arco, chiesa Collegiata

Coro e fiati dell’Orchestra Haydn

Festival regionale di musica sacra

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        Wolfgang Rabensteiner, solista alla tuba

Domenica 10 luglio, ore 20.45, Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

Recital pianistico di Evgenij Brakhman, vincitore del Concorso internazionale Città di Verona

Sabato 10 settembre, ore 20.45, Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

Recital pianistico di Mladen Dabizljevic, vincitore del Concorso Roberto Melini

Musiche di Bach, Mozart, Chopin, Skrjabin

Venerdì 14 ottobre, ore 20.30, Arco, Palazzo Panni

con l’Associazione La Palma e il Comune di Arco

Omaggio a Garcia Lorca

Sabato 12 novembre, ore 17.30, Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio

Concerto dedicato ai migliori diplomati del Conservatorio

Giovedì 8 dicembre, ore 18.00, Arco, Chiesa Collegiata

Camerata musicale Città di Arco, direttore Giorgio Ulivieri

Concerto sinfonico

 

Che altro dire se non di associarsi all’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda e di abbonarsi ai concerti dell’Orchestra Regionale Haydn?

 

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PERFIDA ALBIONE, AUSTRIA & C.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Febbraio, 2016 @ 8:31 am

Detto altrimenti: GB, Gran Bretagna, Austria  & C.              (post 2296)

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thD178NYB6Eh no, non ce la faccio a stare zitto. Anzi scrivo. Insomma, GB, dopo che vi abbiamo concesso di prendere a base della vostra bandiera la nostra croce rossa in campo bianco della Repubblica Marinara di Genova … Già, non lo sapevate? I signori armatori inglesi erano soliti ingaggiare comandati genovesi (soprattutto Camoglini) i quali avevano fama di essere ottimi navigatori. E poiché il comandate issava sulla nave il suo vessillo (croce rossa in campo bianco), a quella vista i pirati e comunque i male intenzionati stavano alla larga temendo il confronto con cotale marineria.

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thMEP6X61F…. Dicevo, dopo che vi abbiam fatto questo popò di concessione, ora volete fare gli Europei a Statuto Speciale? Della serie: “Prima di indire il referendum su UE sì/no, chiarisco che nel caso del sì, la mia UE non mi potrà vincolare semplicemente con tutte quelle regole che non mi saranno andate bene (1)”. Sono stato bravo a riassumere la portata delle decisioni della Perfida Albione? Perfida ma abile, molto abile nel presentarsi nei secoli come il più rilevante Centro di Esportazione di Civiltà, Democrazia e Libertà, laddove invece era il più vasto impero coloniale schiavista!

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         Anche quella europea (secondo alcuni …)

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Austria & C. : dogane, muri, filo spinato … “Gli immigrati, che restino in Italia e in Grecia che se non li vogliono li facciano affogare in mare, che ci vuole tanto a capirlo?”. E noi Italiani a pagare contributi all’UE che poi li versa a quei paesi che ci accusano di non essere bravi pirati affogatori altrui. A me che sono un europeista convinto da circa 40 anni, tutto ciò non (mi) quadra, non (mi) torna, non (mi) convince: sento che qualcosa in questi ragionamento non funziona. Ora ci rifletto e appena trovo la quadra ve lo scrivo ….

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Post corto, questo, uno di quelli “multa paucis”, di quelli che vogliono dire molte cose pur con poche parole … ma quando la se ghe vol, la se ghe vol (in dialetto trentino: quando ci vuole, ci vuole! In romanesco sarebbe quanno ce vò ce vò).

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(1) Cari GB, nel diritto romano, quello che noi avevamo quando voi dormivate in capanne di fango e fresche frasche, questa si chiama “condizione meramente potestativa”, tipo “ti pagherò se vorrò” e si aveva per non apposta al contratto, ovvero era nulla ipso facto (ipso facto, ma già che voi …  il latino non è arte vostra!).

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UMBERTO ECO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Febbraio, 2016 @ 8:02 am

Detto altrimenti: la mia piccola, semplicissima voce (scritta) in coda a quella assai ben più rilevante dell’intero mondo culturale               (post 2295).

thPKW9QUBME’ morto Umberto Eco. Mi domando chi saprà raccoglierne l’eredità intellettuale, storica, filosofica, letteraria e di civiltà per continuare ad offrirla alle generazioni future. In mancanza di tale prosecutore della sua filosofia infatti saremo tutti più poveri. E allora, l’augurio che faccio a me stesso e che mi permetto di estendere a tutte le mie lettrici, a tutti i miei lettori e a tutto il mondo della cultura è che si fondi una Fondazione Umberto Eco per la diffusione del suo pensiero e delle sue opere.

Grazie, Umberto: io ti devo molto: io che, anche solo raccogliendo briciole infinitesimali della tua grande produzione di pensiero, mi sono molto arricchito intellettualmente.

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