PADRONE DELLA BELLEZZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2016 @ 12:47 pm

Detto altrimenti: la bellezza è lì, basta coglierla ….. (post 2334)

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Per Trento, a passeggio in bici da passeggio, senza fretta. Sono Associato Fiab. Alzo lo sguardo, i bei palazzi, gli affreschi, le chiese, il cielo, i monti: mi sento padrone di una bellezza a km e costo zero. Sono appena uscito dalla lectio magistralis della mia Prof senza puntino Maria Lia Guardini. Oggi è stato il turno delle Odi di Orazio. E ce le siamo godute, queste Odi, anche grazie al lavoro preparatorio di organizzazione della nostra lettura fatto da Lia e al suo successivo commento. 

Orazio oggi

th17DCCEJFOrazio sarebbe stato un ottimo poeta blogger: infatti le sue odi sono bellissime e – ciò che conta per un blogger – corte! Osservazione e caratteristica banale, dirà taluno. Evvabbè … Ma andiamo avanti. Dice … un antico poeta latino? Ma io non ho fatto studi classici. E allora, dico io, a maggior ragione devi leggere queste mie poche righe. Già, perché l’uomo e il poeta Orazio sono assolutamente attuali. Non lo sapevate? E chi mai ha inventato il carpe diem se non lui (Odi, I, 11)? Carpe diem, vivi pienamente ogni giorno, riempi la tua giornata di qualcosa di interessante, avvincente … non è il “godi, divertiti” come spesso viene interpretato l’invito. Il carpe diem fa parte della dottrina filosofica epicurea (e di Lucrezio), secondo la quale il copro è formato da un insieme di atomi: quando essi si separano, è la morte. Ma vita e morte non convivono, quindi non si deve avere paura della morte perché quando c’è lei non ci siamo noi e viceversa. Insomma, la sua poetica filosofica aiuta a vivere ogni giorno. Anche l’oggi. Il suo carpe diem lo troviamo anche in Virgilio (tempus fugit irreparabile) e il Lorenzo de’ Medici con il suo chi vuol essere lieto sia, anche se in questo caso l’invito risuona piuttosto sul carnascialesco.

Carpe diem, perché fugit hora, il tempo passa … e si dovrà lasciare ogni cosa: la casa, i campi, la dolce moglie, gli alberi di cui siamo padroni solo per poco tempo tranne che dell’odioso cipresso. La morte, uguale per tutti (cfr. La livella, di Totò). Anche Catullo, morto a 33 anni, cantava la brevis lux dopo la quale dovremo dormire un’unica notte senza fine. Catullo, un bambino ad un’età alla quale Orazio per contro era un vecchio saggio che non consente al lettore di conoscere il proprio animo sino in fondo, a differenza del fanciullo Catullo che è un libro stampato ed aperto.

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    “O fons Bandusiae, splendidior vitro …” (Odi III, 13)

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Carpe diem … ma c’è dell’altro, c’è anche la aurea mediocritas (Odi II, 10 – che taluno avvicina impropriamente all’ in medio stat virtus). Una “mediocrità” fatta di vita in una villa in campagna con accanto la Fons Bandusia. Non male. Tuttavia, quanto all’arte sua, il poetare, altro che mediocritas! Bensì cime eccelse, tanto che “con la sommità del capo ferirò il cielo”. Aurea mediocritas, una callida junctura, così come la strenua inertia …

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Non basta: non omnis moriar ed exegi monumentm aere perennius (Odi III, 30): non tutto di me morirà perchè la mia poesia vivrà fino a quando vivrà l’impero di Roma (e qui si sbagliava perché la sua poesia ha superato di gran lunga quel traguardo, n.d.r.), in quanto ho edificato un monumento più duraturo del bronzo.

Omnis indica la totalità di una pluralità di soggetti. Totus,  indica l’interezza di un solo soggetto: non ho mangiato tutte-omnes le ciliegie; ho mangiato totam-tutta la torta. Anche da ciò si deduce la filosofia epicurea di Orazio alla quale ho prima accennato, di un corpo formato da una pluralità di atomi, che non tutti moriranno.

Leggere le Odi in latino? Siamo sicuri? Già, perchè la metrica è molto complessa, ben oltre l’esametro ed il distico elegiaco. La musicalità la si coglie ugualmente, anche se i suoi versi non erano da leggersi con accompagnamento musicale, a differenza dei versi greci.

“Odi ed Epodi”. Ma poi si leggono quasi sempre le Odi. E le Epodi? Sono un po’ critiche, aggressive … vedremo se ne avremo il tempo.

Ecco, concludo con un ringraziamento personale a Orazio e alla mia Prof: finalmente, dopo tanti anni so a chi devo essere grato per quelle splendide espressioni latine che molte volte ho usato nel parlare e nello scrivere! E dire che pure aveva fatto studi classici, ma si sa … erano altri tempi, altri alunni e altri professori!

Prossimo appuntamento fra quindici giorni martedì  19 aprile, con Catullo. Stessa ora e luogo (ore 10,00, Biblioteca Comunale di Trento, primo piano, aula accanto alla Sala degli Affreschi. Entrata libera. Uscita anche).

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2016 @ 6:27 am

Detto Altrimenti: MusIca e Libri a Trento e … tanto altro!        (post 2333)

Ed eccoci di nuovo al nostro consueto appuntamento del primo lunedì del mese. Eccoci chi? Ma noi, raga! Noi del Circolo CULTURALE privato  Accademia delle Muse … chi frequenta il blog lo sa bene. Per chi si fosse messo in ascolto in questo momento, basta che “clicchi” questo nome sotto il mio breve CV e ne vedrà delle belle!

Ieri sera, Riccardo presenta la nuova Accademica Gloria Zeni, pittrice, artista del vetro, insegnante di arti figurative all’Istituto delle Arti in Trento, autrice del volume di Storia e Costume locale “Patrum domus revirescit”, opera che sarà oggetto di illustrazione in una nostra serata della prossima stagione.

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E poi, Musica e Libri. Musica da due musiciste che si sono fatte in quattro: infatti la nostra conosciutissima Letizia Grassi e Veronica Postinghel, diplomata in flauto traverso e che tra pochi giorni – 18 aprile – completa il suo studio ottenendo il titolo di laurea magistrale in flauto traverso. In due hanno ricoperto i ruoli di soprano, pianoforte e oboe (Letizia) e flauto traverso (Veronica): scusate se è poco! Per cosa? Per eseguire brani di J. S. Bach e di uno dei suoi venti figli. Già perché il nostro Bach tanti ne ebbe da due mogli successive (solo dieci sopravvissuti). Brani preceduti da spiegazioni circa l’autore, il periodo, il brano stesso: una vera e propria lectio magistralis: applauditissime! (Aprite i pdf qui sotto!)

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Accademia 4 aprile (Bach)

Intermezzo gastronomico e Angolo delle Anteprime. Viene segnalato quanto segue (occasioni aperte a tutti, Accademici e non):

  • IMG_3817Serie di conferenze organizzate da FARE-Formarsi Assieme Responsabilmente, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, tel. 0461 902876, conferenze incontri 1, 6, 20 aprile, Fondazione Caritro, ore 17,00 in merito ai contributi offerti dalle associazioni di volontariato a famiglie e singoli in difficoltà.
  • 23 aprile 1616: muoiono tali W. Shakespeare e Cervantes. Per commemorare l’evento, recital di Alfonso Masi & C.: 19 aprile al Circolo Rosmini di Via Dordi ad ore 17: “Don Chisciotte” con un Sancio Panza che parla in dialetto romanesco; 26 aprile stesso luogo ed ora, “Essere o non essere”, monologhi shakesperiani.
  • Mostra fotografica di Riccardo: Fiab-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, per tutto il mese di aprile presso il salone Pedron. Via Dietro le Mura “B” n. 4.
  • Il 23 aprile, in occasione della Fiera del Libro, uscirà il secondo libro di Nadia Ioriatti dal titolo “Aria che allenta i nodi” con prefazione di Marcello Farina, opera che segue il primo libro “Io tinta di aria”.
  • 28 aprile ad ore 11,00, Conservatorio di Trento: Letizia in concerto con brani di “Così fan tutte” di tale W. A. Mozart.
  • Venerdì 8 aprile, Cena con delitto, beneficenza pro Nepal, presso la Capanna degli Alpini di Povo in Località Moroner, prenotazioni al numero 0461 260490. Si ripete una settimana dopo al Blue Sax di Viale Verona.
  • Viene anticipata la prossima recensione su l’Adige del libro di Gloria Zeni “Patrum domus revirescit”, opera che sarà presentata da Luigi Sardi e Alfonso Masi in due importanti occasioni pubbliche: Biblioteca di Trento; Associazione Culturale Lavisana.

IMG_3820Seconda parte della serata: Mirna Moretti – organizzatrice e mattatrice di Librincontri al Caffè Galilei e blogger Trentoblog “Tra un libro e l’altro” gestisce i commenti sulle letture comuni e non. in particolare di “Olive Kitterridge” di Elizabeth Strout da lei stessa consigliato. Intervengono: Daniela, per la quale il libro è stato un “catturatore di attenzione” tal che l’ha conquistata con il suo ritmo cadenzato, provocando in lei molte emozioni. Maria Teresa, al contrario, è stata catturata progressivamente ed ha particolarmente apprezzato la scoperta di una provincia USA uguale alla nostra: stesse situazioni, stessi personaggi, caratterizzati dal loro essere, dal loro comportarsi e non dall’essere espressamente descritti dalla scrittrice. In  particolare una “mamma insegnante di matematica genitrice di figlio unico e maschio”(!”). E poi, apprezzabilissima la mancanza di un giudizio sulle persone, persone “semplicemente” fatte vivere ed agire.

Mirna ha poi parlato del “suo” secondo libro suggerito, “Il club delle lettere segrete” di Donate Angeles (Feltrinelli).

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Le Scrittrici: da sinistra, prima in prima fila Nadia. Seconda in seconda fila, Gloria.

Elena ci parla de “L’ultimo arrivato” di Marco Balzano (Sellerio ed.): anni ’50 – ’60, migrazione dalla Sicilia a Milano di un bimbo di nove anni. Per certi aspetti, mutatis mutandis, molto attuale non trovate?

Riccardo che poi sono io ha brevemente citato la sua lettura di “Laicità, grazie a Dio” di Stefano Levi Della Torre (Giulio Einaudi Editore) delle serie: “Di che fede sei? Ma io non sono credente? Non credente di quale religione?” – Seriamente: laicità come rispetto del pluralismo. religione laica è quella che rispetta le altre sue “colleghe”. La persona prevalentemente religiosa si sforza di rispettare certe leggi. Quella soprattutto laica si sforza di capirne la ragione.

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E alla fine … Cristina per tutti: ovetti di Pasqua in gentile regalo! Dice … auguri in ritardo? Eh no, raga, mica è colpa sua se la Pasqua quest’anno l’hanno anticipata tanto!

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Prossima nostra riunione, riservata agli Accademici: 2 maggio, Omaggio ad Hendel e Marisa De Carli in Scorci di Trento.

BUONA ACCADEMIA A TUTTE E A TUTTI!

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POST DEL 1 APRILE PUBBLICATO IN RITARDO PER UN GUASTO TECNICO: CE NE SCUSIAMO CON LE LETTRICI ED I LETTORI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Aprile, 2016 @ 3:52 pm

Detto altrimenti: pesce d’Aprile? fate voi … ormai noi ciclisti ci dobbiamo aspettare di tutto … (post 2332)

Comunicato Ansa. Inizia:

thWUS0KJL5Questa mattina (1 aprile, per chi legge, n.d.r.) in Commissione referente per le modifiche del Codice Stradale approvato, a sorpresa, l’emendamento “bipartisan” presentato dagli onorevoli Wanda Triglia (PD) e Giulio Nasello (Lega Nord) che introduce l’obbligo del porta-ombrelli per i velocipedi.

I due proponenti hanno fatto riferimento alla recente ricerca “Il traffico urbano nei giorni di maltempo”, commissionata dall’ACI di Caltanissetta all’Università di Trondheim. Wanda Triglia afferma: “Lo studio dimostra che, quando piove, il 25% degli incidenti vengono causati dai ciclisti con l’ombrello, che guidano con una mano sola”.

Ha votato contro la proposta il deputato del M5S Sandro Ittico “E’ il solito modo di procedere del PD per evitare l’approvazione della nostra proposta di piste ciclabili coperte. E c’è anche un conflitto d’interessi: vogliono far vendere più ombrelli!”

A favore del provvedimento si schiera la FPO (Federazione Produttori Ombrelli), mentre si registra il comunicato di protesta da parte della FPCG (Federazione dei Produttori di capi in Goratex): “il provvedimento configura un vero e proprio attentato alla libera concorrenza”.

th4Q24KYB7Non è mancata, ovviamente, neppure la reazione dei ciclisti.

Per la FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, la Presidente Giulietta Pagliaccio, dichiara: “Se lo scopo è incentivare l’uso della bicicletta anche nei giorni di pioggia, questo non può che vederci favorevoli. Però si sarebbe potuto evitare di introdurre un ulteriore obbligo, che rischia di mettere in difficoltà i ciclisti già muniti di impermeabile”.

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th02KV6H0BPiù tecnica l’osservazione di Edoardo Galatola, responsabile sicurezza di FIAB:“I normali portaombrelli in commercio sono omologati per una portanza di 9,81 kg/p. Considerati alcuni modelli in commercio, di notevoli peso e dimensione, il rischio di rottura ad una velocità di 18 km/h con pioggia alla velocità media di 20pg/u6 è notevole. Insomma, è evidente a tutti che questo provvedimento non aumenta la sicurezza, anzi!”

Dura presa di posizione del MS-Movimento Salvaiciclisti: “Quattro gocce di pioggia? Noi ciclisti urbani non abbiamo paura di bagnarci. E, poi, gli incidenti non sono causati da chi guida la bici con una mano sola, ma da chi guida le auto con i piedi!”

Interviene infine anche l’on. Paolo Gandolfi, relatore per la modifica del Codice e rappresentante dell’Intergruppo Parlamentare Mobilità Vecchia, Nuova e Ciclistica, che conclude: “Ombrello o non ombrello, non può piovere per sempre! … Ma quando le approviamo queste benedette modifiche al Codice?

Finisce.

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3 aprile 2016 – FATTI SALIENTI DELLA GIORNATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Aprile, 2016 @ 3:51 pm

Detto altrimenti: in Trentino, ovviamente!                                  (post 2331)

Vi sareste aspettati che io avessi iniziato il post parlando dell’ordinazione odierna del nuovo Vescovo di Trento, Don Lauro Tisi? Eh no, raga … infatti ne parlano tanto gli altri … e  a parlare troppo di una persona si finisce con il far convergere l’attenzione su ciò che si dice o su “chi” dice cosa e non sulla Persona “detta”. Quindi parlo anzi scrivo d’altro.

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(Comunque una cosa devo scriverla: passeggiando verso sera in Piazza Fiera, quella antistante l’edificio della Curia, ho notato che a fianco della Festa Sacra c’era anche una festa profana (gastronomica) e da buon genovese d’origine (trentino acquisito da trent’anni) non ho saputo resistere alla tentazione di acquistare qualche sfizio gastronomico ligure!)

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      … e quanta ne ho mangiata io! Anca massa …

Ma … scrivere di cosa? Dell’ ultima sciata in Paganella, poi signori si chiude! Per fortuna degli operatori economici del turismo la Pasqua è già passata, perchè altrimenti con il caldo di questi giorni la neve non sarebbe stata più “sciabile” e ne avrebbe sofferto l’economia del settore. E allora? Allora va bene così! Va bene così con una visita alla mia malga preferita, la Malga Zambana, a trovare il suo gestore Mirko Michelon, personaggio attivissimo, sempre sorridente, positivo, attivo il quale, per non smentirsi, per la giornata di chiusura si è “inventato”  la porchetta allo spiedo. E vai …!

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15 giorni prima: sparita la neve qui ci hanno messo la porchetta!

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La dove c’era la neve ora c’è … la porchetta!

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La neve? Di notte non “righiaccia”, ovvero la temperatura non scende sotto lo zero, nemmeno a Cima Paganella, ma la mattina presto (dalle ore 08,30) si è sciato ancora bene: le prime discese al sole, sul versante di Fai, per poi passare sulla discesa “Cima Paganella”, versante di Andalo. Alle 12,00 sosta e poi solo sci … d’acqua. Evvabbè, chevoletedipiù?

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Salendo verso i 2200 della Paganella

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                       Ai  3000 del Tonale!

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Ma il Trentino non si nega: chi volesse farsi ancora una discesa ha pur sempre a disposizione le facili piste del Grost̬ (2500 metri) o le piste sportive del Passo del Tonale РPasso Paradiso РCima Presena (1850-3.000 metri). E noi V.I.P. (Vecchietti In Pensione) una nera al Tonale ce la faremo, prima di mettere via definitivamente gli sci e dare la stura alle biciclette!

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Lago Toblino: una delle mie foto esposte

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A proposito di biciclette: andate a vedere la mostra fotografica FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Trento, nel salone da parrucchiere uomo-donna Pedron in Via Dietro le Mura “B” 4 a Trento! Merita davvero!

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Altro fatto saliente del giorno? Ecchediamine!? Il Santo del giorno: S. Riccardo!

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MUSICA A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Aprile, 2016 @ 4:40 am

Detto altrimenti: il Trio Broz e il M.° Corrado Ruzza eseguono Dvorak      (post 2330)

Associazione Amici della Musica in Riva del Garda, per mezzo secolo presieduta dal compianto Ruggero Polito, cui è succeduto da due anni il Prof. Franco Ballardini. Nell’ambito del programma annuale dei suoi concerti, nella sala auditorium della sezione rivana del Conservatorio Bonporti, ieri

Barbara Broz, violino; Giada Broz, viola; Klaus Broz, violoncello; Corrado Ruzza, pianoforte

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hanno eseguito musiche di Antonin Dvorak, e cioè Quartetto n. 1 in re maggiore op. 23 e n. 2 in mi bemolle maggiore op. 87. Bis finale: “Andante” dal quartetto di Schuman.

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L’Associazione. Vive del volontariato del suo direttivo, delle adesioni dei soci (€30 l’anno la tessera di abbonamento annuale ad circa 15 concerti), della disponibilità del Conservatorio che mette a disposizione pianoforte e sala, degli sponsor privati e pubblici, del ricavo dei biglietti venduti ai non associati.

L’autore. 1841-1904, nato e vissuto a Praga ma non solo, è stato anche direttore del Conservatorio di New York, ha scritto moltissima musica. Il brano più famoso è “Sinfonia dal nuovo mondo” nel quale ha inserito melodie che ha tratto dalla tradizione indiana locale.

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I musicisti. E’ inutile che io mi metta a ricopiare qui quanto sul Trio Broz risulta su di loro dal programma di sala o soprattutto in internet. Si tratta di tre giovani ormai affermatissimi musicisti di fama internazionale. Lo stesso vale per il solo-di poco-meno-giovane-d’età Maestro e Professore Corrado Ruzza, concertista, studioso e docente della musica, direttore responsabile del conservatorio rivano.

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IMG_3811I brani. Nei due quartetti eseguiti, io – semplice blogger tesoriere dell’associazione amante della musica ma ignorante della stessa – ho colto la forza della musica slava, l’emozione della passione boema, la leggerezza settecentesca, il ritmo delle danze ungheresi, la modernità di un musicista novelliere: insomma … una varietà di colori e di stili a denotare un “navigatore della musica” che ha attraversato oceani di acqua e di note!

L’esecuzione. Manco a dirla perfetta, “vissuta”, coinvolgente, applauditissima.

Prossimo concerto dell’Associazione: sabato 9 aprile, quartetto d’archi dei solisti dell’Orchestra Regionale Haydn, stessa ora, stessa sala. Non mancate!

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COMUNITA’ CENACOLO DI MADRE ELVIRA – JESOLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Aprile, 2016 @ 6:04 am

Detto altrimenti: ed io che credevo che sarei stato solo l’autista …   (post 2329)

… l’autista che accompagnava da Trento ad Jesolo una Persona dedicata agli Altri, la quale cercava di aiutare un suo simile …

Jesolo: non solo mare e vacanze, ma, dietro la Chiesa, la Comunità Cenacolo

Jesolo: non solo mare e vacanze, ma, dietro la Chiesa, la Comunità Cenacolo

Subito dopo la fine della guerra dei Balcani con l’Associazione Trento-Prijedor andai più volte volontario nella Repubblica Serba di Bosnia per dare una mano a quella gente. In quella occasione … be’ … vi assicuro, la guerra … una cosa è vederla in TV, altra e vederne i risultati ancora fumanti, gli orfani, la desolazione, gli sguardi spenti dei sopravvissuti. Ecco, la stessa sensazione “coinvolgente e sconvolgente” l’ho provata ieri, quando mi sono recato da Trento ad Jesolo, per partecipare ad una riunione di persone che, uscite da uno dei tanti tunnel che la (mala) sorte può riservare ai propri familiari, sono impegnate ad aiutare altri che ancora sono in mezzo a quei guadi tremendi. Ho ascoltato storie tristi raccontate dai diretti interessati: padri, madri, mariti, mogli, figlie che devono affrontare il disfacimento della propria famiglia, l’alcolismo, la ludopatia, la droga, l’apatia, l’anoressia, l’auto-isolamento di un loro familiare. Problemi tutti, quelli esposti dalle Persone coinvolte, sorti e vissuti in ambito familiare. Ed ho apprezzato l’aiuto prezioso che è stato loro dato.

Io ero li, assolutamente privilegiato in quando non avevo alcun mio problema da risolvere, bensì solo a supporto di una Persona che cercava di aiutarne un’Altra. Un autista, come ho detto in premessa. Ero lì a fare comunque tesoro della capacità di sopportazione del dolore degli interessati, della loro volontà e capacità di reagire razionalmente e anche a fare tesoro dell’esperienza di chi aveva sofferto e risolto analoghe situazioni e che stava adoperandosi per aiutare gli Altri.

Gli Altri. Emmanuel Levinas, il filosofo del Volto: “Il Volto dell’Altro ti guarda, ti interroga, si aspetta una risposta da te, un aiuto”.

th4G28G66GInizialmente avevo immaginato di riassumere le varie storie, ovviamente in forma più che anonima. Ma poi ho pensato che forse sarebbe stato più utile arrivare direttamente ad alcune osservazioni-conclusioni. La droga non è solo la cocaina e simili. E’ anche l’incomunicabilità, l’alcool, il gioco, ogni altro tipo di veleno di cui si sia diventati schiavi (al limite anche il troppo cibo o il rifiuto del cibo). Ovvie banalità, direte voi. E invece no, mi permetto di dire io se non altro per la diversa reazione della comune sensibilità diffusa di fronte a ciascuna forma di deviazione. L’alcool, senza arrivare alle proibizione di altre religioni, è già oggetto di una certa riflessione: se non altro il divieto di venderne ai minori a la sottrazione di punti dalla patente di guida un certo risultato lo stanno ottenendo. Ma resta la domanda: cosa spinge un adulto a bere fino ad uccidersi? Questo è il problema. E il gioco d’azzardo? Via … leggere “Giocate con moderazione, può indurre assuefazione” è unire la beffa al danno che un padre di famiglia arreca a se stesso e a tutta la sua famiglia!

In miei post precedenti mi sono lanciato contro la prassi delle concessioni statali ai gestori delle macchinette mangiasoldi (cfr.  ivi, sub  “Atlantis”, “Colonnello Rapetto”)

Ma veniamo alla droga “classica”. Qui il discorso è molto più complesso e non ho certo al pretesa di esaurirlo con queste mie poche righe. Resta il problema: come comportarsi? In sintesi (e il discorso vale anche per l’alcool) non fornire i mezzi per il suo acquisto, non avere paura al pensiero “ma se non gli do i soldi io cosa mai potrà combinare?”, essere sempre vicino alla persona, ascoltarla, amarla. E se proprio insiste, avere il coraggio e la forza di “lasciargli-lasciarle toccare il fondo, perché solo allora smetterà di sprofondare e potrà iniziare a risalire” (queste espressioni non sono solo figurate).

Ma un articolo di un blog (un post) deve essere breve. Ed allora eccomi quindi con alcune sottolineature che mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori:

  • quanto sia prezioso, ammirevole ed utile il lavoro – perché di lavoro si tratta, anche se non retribuito – delle Persone che operano all’interno di queste Comunità;
  • quanto bene farebbe anche a tutti coloro che non vivono questi drammi, immergersi almeno una volta all’interno di queste Comunità;
  • chi esce da questi tunnel ha ricevuto una importante Grazia. Chi non vi è mai entrato ne ha ricevute due;
  • per i credenti: medicina importantissima è la Fede. Per i non credenti: la volontà di farcela;
  • mi è venuto spontaneo il raffronto fra le persone affette da queste patologie e la situazione di una nostra amica affetta da sclerosi multipla …

Lo so, amici, questo è un post triste, ma la vita è anche tutto ciò e i problemi non si risolvono ignorandoli, bensì affrontandoli.

P.S.: logistica dell’organizzazione del Cenacolo. Le persone che hanno superato il problema si riuniscono in un’aula con quelle che ancora devono uscirne: la Comunità non prevede l’utilizzo di medici o psicologi. I familiari si riuniscono in un’aula separata, nella quale la riunione è gestita da operatori della Comunità, genitori di figli “usciti” dal tunnel: Ubaldo e Antonella.

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FIAB TRENTO – FEDERAZIONE ITALIANA AMICI DELLA BICICLETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Marzo, 2016 @ 6:46 am

Detto altrimenti: non solo pedalate, ma cultura di vita                  (post 2327)

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Segretario, Presidente, Tesoriere

In questi giorni si è celebrata l’Assemblea annuale degli associati: a Trento siamo un gruppo di circa 200 persone “a pedali”, in Italia 20.000. Non facciamo gare, non ricerchiamo la velocità … ma siamo propugnatori dell’uso del corpo per muoversi, di un corpo “aiutato” da un velocipede, come ancora viene definita la bicicletta dal codice della strada. Innanzi tutto in città, per ovvi e molto ben conosciuti motivi che qui non ripeto per non tediarvi. Ma anche fuori dei centri abitati, per rigenerare il corpo, fare cultura, turismo e socialità. Già, socializzare, conoscersi, vivere giornate “insieme”, aiutarsi se uno “fora o ha un salto della catena” … non sono cose da poco in un’epoca che vive di clic, videate, connessioni elettroniche (senti chi parla, direte voi, un blogger telematico!).

L’azione di Fiab Centrale ha recentemente fatto sì che a livello legislativo sia riconosciuto come infortunio in itinere, e quindi coperto dalle assicurazioni sul lavoro, quello in cui sia incorso il lavoratore mentre si reca al lavoro in bicicletta.

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Il lunedì di pasquetta ci siamo ritrovati al bicigrill di Faedo per la prima pedalata della stagione. Un momento di socializzazione ed un invito a iscriversi alla nostra associazione. Quanto costa? Cosa offre? Si tratta di €23,00  euro all’anno comprensivi dell’assicurazione e della bellissima rivista. Soci familiari, €12,00, minori €5,00. Ed allora, cosa aspettate? Joint us, unitevi a noi!

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Fiab Trento – Per informazioni: in sede, Via al Torrione 6, terzo piano, il venerdì dalle 17,30 – Telefono 328 4691683 – adbtrento@libero.it – www.slowbiketrento.xoom.it dove trovate il ricco programma annuale– www.fiab-onlus.it  Per il versamento della quota potete utilizzare anche l’IBAN IT 12 T 08316 01800 000010004253 intestato a FIAB Amici della Bicicletta Trento.

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P.S.: nel mese di aprile, mostra fotografica Fiab nel salone donna-uomo “Pedron”, Via Dietro le Mura “B” n. 4 – Trento: non mancate di visitarla!

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LAICITA’, RELIGIONE, POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Marzo, 2016 @ 8:00 am

Detto altrimenti: qualche ragionamento spicciolo (ma non troppo)           (post 2326)

“Di che religione sei?” - “Ma io sono non credente!” - “Sì … vabbè … ma non credente di quale religione?”

Nel senso che il laico non rifiuta la religione, ma ci ragiona, ci si confronta e quindi per poterci ragionare deve prima conoscerla. Anche perché da che mondo è mondo l’uomo ha avvertito la necessità di raggrupparsi attorno a qualcosa: un obiettivo, un ideale, una bandiera,  corona, un dio … a difesa dei propri bisogni spesso divenuti privi-legi, ovvero “leggi e diritti privati” in contrapposizione a identiche istanze di altri gruppi, per cui dal dio che unisce si è passati agli dei contrapposti che si combattono (v. sul dizionario Zingarelli alla voce “fondamentalismo religioso nei secoli”  (in varie edizioni) del tipo: “Deus vult”, “Got mit uns”, “In God we trust”, In šāʾ Allāh, etc..

Ora, poiché in natura non esiste lo spazio vuoto, quando viene meno la forza di coesione laica (la credibilità della politica, il senso dello Stato), aumenta la forza di gravità della religione che tende ad attrarre sul proprio terreno settori laici quali l’inizio ed il fine vita di ognuno, le unioni di fatto, la contraccezione, l’aborto. Di fronte a questi Stati e stati di cose restano tuttavia alcuni baluardi della laicità quali l’istruzione pubblica; il tentativo di imporre il rispetto dei diritti umani a livello internazionale; le società plurietniche e plurireligiose.

(In questo senso, anche una religione può essere laica: quando rispetta le altre religioni)

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thBGK69BU2Dice … si, vabbè … ma del rapporto fra laicità e politica che ci dici? – Dico: eccomi, arrivo! La laicità è democrazia nel senso di “pluralismo”. E il pluralismo nasce dalla libertà di pensiero, anche del pensiero politico, libertà che “prima” non c’era, in quanto esistevano le “ideologie” (di destra e di sinistra) ovvero ”ideologia = idea che non si confronta con nessuna altra idea diversa da se stessa”.  Per nostra fortuna, dalle ideologie siamo passati alle idee, ovvero alla pluralità di idee che si confrontano. E mi sta bene. Solo che oggi corriamo il rischio di un ritorno al passato, quando si tende – per l’azione di qualche leader – a passare dalle idee alla “sua unica idea”. Dicono che la Storia si può scrivere solo dopo un certo numero si anni. Ci provo. S’era ai tempi del presidente De Gaulle. Io ne discutevo con un francese, un ragazzo (all’ epoca ero anch’io tale!) il quale fece una sola affermazione: “De Gaulle è il mio Dio”. E ci risiamo, dissi io, senza la consapevolezza – in allora – che l’amico stava regredendo dal campo delle idee a quello delle ideologie.

Dice … ma tornando al rapporto laicismo-religione, tu sei credente o no? – Rispondo: io sono credente, nel senso che credo nella continua ricerca della Fede in quanto credo nella sua esistenza: infatti non avrebbe senso di continuare a cercare una cosa della cui esistenza non si è più che convinti … sarebbe un po’ come andare a cercare funghi porcini su una spiaggia assolata della Sardegna a fine luglio.

Dice … vabbè, sei un “credente dinamico”, mappoi (mappoi) con la laicità come ti metti? – Dico: mi metto che sono a favore del pluralismo, del rispetto delle idee di tutti fino a quando non ledano principi morali altrui, in questo caso miei (morali, ben prima quindi che religiosi, intendiamoci).

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Il Codice delle Leggi di Hammurabi

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Dice … principi morali? Ma non sono la stessa cosa dei principi religiosi, in particolare della “nostra” religione? – Dico: no. La “nostra” religione non “è” morale, bensì “ha” (anche) una morale (la “nostra” religione è Creazione e Resurrezione, n.d.r.). La “nostra” religione ha una morale che preesisteva a Cristo: infatti nel Codice di Hammurabi, oltre 2000 anni prima di Cristo, era scritto “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te stesso; fai agli altri ciò che vuoi che sia fatto a te stesso”. Quindi niente attentati, stragi, sgozzamenti, torture, rapine, violenze d’ogni genere.

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E dai  …che per il martedì dopo la pasquetta può bastare, non credete?

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INCHINI AL MERIDIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Marzo, 2016 @ 1:34 pm

Detto altrimenti: meridione, una realtà dai molti aspetti                      (post 2325)

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th5SCR3HE4Io, aderente già circa 40 anni fa al MFE-Movimento Federalista Europeo di Altiero Spinelli, figuratevi un po’ se io … io non sono certo qui a denunciare non l’Unità d’Italia, bensì sono il primo (scusate l’immodestia, ma sono proprio inc … arrabbiato!) a denunciare il modo con il quale essa è stata gestita nei confronti del meridione (vera e propria conquista territoriale e non “liberazione”). Così come non denuncio certo l’adozione dell’Euro anche se lamento che per almeno un biennio non sia stata prescritta l’esposizione dei prezzi delle merci in euro e in lire. Mappoi (mappoi) a questo aspetto storico si sono aggiunti e sovrapposti altri fenomeni: la mafia, il clientelismo, la culla dei privilegi, il sistema degli amici degli amici, lo sperpero del denaro pubblico, quel tutto cambi affinchè nulla cambi, etc., etc. in misura molto superiore di quanto non avvenga al nord che poi con la globalizzazione non si può più fare alcuna distinzione geografica.

th[9]Ma veniamo al titolo del post. Oggi al TG 1, durante una processione religiosa, ennesimo “inchino” dell’effigie sacra (Cristo? la Madonna? Un Santo? Non cambia nulla!) di fronte alla casa di un boss della mafia (o camorra? O ‘ndrangheta? O Sacra Corona Unita? Non cambia nulla!). Il rischio? La generalizzazione: “Eccoli, siamo alle solite: i meridionali? Tutti terroni mafiosi!” Un danno enorme alla riconciliazione di due culture (nord-sud), allo spirito di convivenza civile, di comunicazione, di comprensione reciproca. Gli artefici dell’inchino (i portatori dell’immagine) dovrebbero essere severamente condannati penalmente per apologia di reato e istigazione a delinquere. Lo Stato poi potrebbe costituirsi parte civile per il danno causato da questi imbecilli.

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th[8]Sapete … ne ho viste nella mia lunga vita di lavoro … Una volta ero a capo di una SpA finanziaria milanese il cui azionista era una grande (big, non certo great!) banca del sud. Uno dei dirigenti della banca che era stato distaccato come mio dipendente in questa Spa, dopo avere ascoltato una invettiva del Cardinale Pappalardo contro al mafia, ebbe a dire: “Il cardinale Pappalardo si permette (testuale!) di parlare così perché è Cardinale …”. un mio sguardo lo fulminò. Quel tale capì che il suo subconscio lo aveva tradito: infatti quel suo “si permette” lasciava intendere una critica al Cardinale in difesa della mafia. Comprese lo svarione … si interruppe … mi disse: “Vuoi dire che forse la mia frase può essere fraintesa … che forse non avrei dovuto pensarla e proferirla …” Voce dal sen fuggita poi richiamar non vale; non si trattien lo strale quando dall’arco uscì” (Pietro Metastasio) …

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thOEVXYA5CLe parole sono pietre”, scriveva Don Lorenzo Milani, pietre che ove lanciate, possono ferire, uccidere … Quel tale di prima, quel dirigente … era residente a Milano, sposato in Chiesa, padre di figli, bancario inamovibile, dal lauto stipendio, futuro pensionato d’oro. Ora, se tanto mi dà tanto … che devo pensare potrà mai essere il fascino, la suggestione (termine che utilizzo nel suo significato italiano e non nella sua irritante traduzione in “suggerimento”) che i comportamenti mafiosi possono indurre in persone che si trovino a livelli culturali ed economici molto, molto inferiori?

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DEMO-CRAZIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Marzo, 2016 @ 6:15 am

Detto altrimenti: qual è il suo reale significato?   (post 2325)

Demos, popolo. Cratè, forza, potere.

Nei secoli, inizialmente il termine indicava “il potere sul popolo”, ovvero il potere che governava il popolo, quindi una oligarchia o una tirannide. Successivamente il termine fu usato dalle classi ricche e nobili per contestare il potere del governo popolare: quindi significò criticamente “lo strapotere arrogante del popolo”. Oggi il termine significa “il governo della maggioranza del popolo”. Ma di quale maggioranza? Infatti vi sono diversi “insiemi” di popolazione. Li elenco in ordine di numero decrescente, posto pari a 100 il numero di tutti i cittadini aventi diritto di voto:

i cittadini aventi diritto di voto                                                                                   100

coloro che non si recano a votare                                                                            55

coloro che si recano a votare                                                                                    45

coloro che si recano a votare senza avere valutato  in proprio                            30

coloro che si recano a votare dopo avere riflettuto in proprio                               15

Ecco che se taluno riesce ad influenzare o a manovrare  30 votanti, la democrazia è il governo di quella minoranza sul totale di 100: in questo caso si avrebbe un secondo “governo dei trenta” dopo quello imposto dagli Spartani alla sconfitta Atene, dopo la sua resa nel 404 a. C. al termine della trentennale guerra del Peloponneso.

th[1]

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Come reagire? E’ semplice: “facendo politica”, ovvero interessandosi (dall’interno o dall’esterno dei partiti) alla res publica, alla cosa pubblica, che è anche di ognuno di noi. Ricordo un intervento di Piero Calamandrei, il quale era solito raccontare questo aneddoto: il comandante di una nave in mezzo all’oceano avverte i passeggeri che la nave sta affondando. Un passeggero non si scompone e gli risponde: “Oh che m’importa? Un è mica mia!”

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