UNA NUOVA MONETA: L’ “ESODATO”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Marzo, 2016 @ 6:19 am

Detto altrimenti: cambiamo il punto di vista!    (post 2314)

Carte geografiche: al 100.000, 50.000, 25.000 …. in ognuna di esse la distanza fra due città appare diversa alla vista …

thX3JSI1OVSi dice: si, vabbè … vi sono alcuni superstipendi e superpensioni pubbliche (da oltre 500.000 euro l’anno, multipli di quanto percepisce il Capo dello Stato! (Ma non era vietato? N.d.r.) Ma … dice … che volete? Anche se le eliminassimo non risolverebbero il problema della disoccupazione, dell’adeguamento delle pensioni minime … Ecco l’alibi, dico io! Infatti, proviamo a fare questo ragionamento: se io riduco anche un solo di quei privilegi medievali ad esempio da 500.000 a 200.000, con i rimanenti 300.000 quante pensioni da fame posso adeguare? A quanti esodati posso dare una pensione?

E allora creiamo una nuova moneta: “l’Esodato”: un Esodato valga, ad esempio, 20.000 Euro. Ecco, facciamo una prova: quel tizio ha truffato al fisco 15.000 Esodati; quel superburocrate percepisce una pensione di 30 Esodati, etc.. Così almeno capiremo due cose: il valore del denaro e cosa si può fare anche abolendo pochi privilegi.

Viewpoints, punti di vista, dicevo …

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FONDI BLOCCATI, IMPEGNATI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Marzo, 2016 @ 5:56 am

Detto altrimenti: e allora … sblocchiamoli!                    (post 2313)

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         Un F35 a quanti F24 corrisponde?

Bilanci pubblici. Impegni pluriennali di spesa. Chi va al governo spesso si trova a poter gestire solo i fondi non bloccati, non impegnati per molti anni da leggi precedenti. E spesso sono la maggioranza, possono arrivare all’80% del totale: costi di gestione dell’apparato burocratico, spese militari, piani universitari, etc.. Ora, non voglio entrare nel merito di quelle scelte, ma nel metodo. Mi spiego. Le esigenze cambiano continuamente e quindi anche i piani di investimento e di spesa dovrebbero adeguarsi alle nuove situazioni. Faccio solo un esempio: nel mese di dicembre di alcuni anni fa si ritenne giusto votare con decisione bi-partisan – la destinazione di tot (tanti!) milioni l’anno al Ministero della Difesa per l’acquisto deI cacciabombardieri F35. In allora si ritenne essere questa una priorità assoluta. Ebbene, ma se nel frattempo fossero insorte altre priorità, magari più impellenti di quella? Niente da fare: quei fondi sono impegnati per legge! Ripeto: non contesto il merito ma il metodo che crea delle sacche di privilegio di progetti finanziati “a prescindere” dalle altre esigenze della società, spesso più impellenti e più attuali.

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Un aneddoto: il Sindaco Giorgio La Pira stava assegnando case popolari secondo criteri di equità in linea con le più recenti esigenze della sua città. Gli fecero notare che la legge prevedeva da tempo criteri diversi. Rispose : “Io assegno le case secondo le necessità di oggi: voi andate a cambiare la legge”.

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POLITICA A COTTIMO? NO, GRAZIE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Marzo, 2016 @ 6:25 am

Detto altrimenti: il cottimo, chi era costui?          (post 2312)

Nell’ambito dei sistemi lavorativi si crede erroneamente che il cottimo sia il sistema secondo il quale si retribuisce più il lavoratore in relazione alla sua produzione: più produci, più ti pago. Errore. Infatti il cottimo è un sistema di valutazione e retribuzione applicabile solo in regimi di monopolio e funziona come segue:  poiché io sono un monopolista, ovvero non ho concorrenti, ti pago in relazione alla tua efficienza nella misura in cui tu hai rispettato le regole della “libretta” (le istruzioni che ti sono impartite). Infatti, data la condizione di monopolio, il risultato (efficacia) conseguirà automaticamente.

thU2UI5LGTLo stesso accade in politica se ci si trova in regime di mono-partito (ad esempio quando eravamo sotto il regime fascista): tu non devi pensare, esegui gli ordini e il risultato verrà automaticamente. All’interno di un singolo partito tuttavia lo stesso si verifica anche in un sistema pluripartitico. Ciò accade se all’interno di quel partito vige il monopolio del pensiero, il mono-pensiero, l’ ipse dixit: tu non pensare, esegui ciò che ti ordino, sii efficiente. Il risultato (efficacia) verrà automaticamente.

Orbene, non credo che ormai nessuno accetti più di vivere in un sistema di politica a cottimo.

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IL MESTIERE DELE ARMI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Marzo, 2016 @ 7:22 am

Detto altrimenti. … e il loro utilizzo                      (post 2311)

Avrei voluto titolare il post “L’utilizzo delle armi” ma rifarsi al titolo di un film famoso sicuramente attira maggiormente la vostra attenzione.

Quando due stati cessano di discutere ed uno di essi  passa all’utilizzo delle armi, ogni possibilità di accordo è vanificata. Lo stesso vale per la politica: quando una parte rifiuta il confronto ed inizia ad insultare la controparte, è rottura, perchè “le parole sono pietre” scriveva Don Milani, e le pietre sono le armi per antonomasia, le prime che l’uomo ha imparato ad usare.

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IERI 8 MARZO FESTA DELLA DONNA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Marzo, 2016 @ 6:14 am

Detto altrimenti: Donna è Persona                              (post 2310)

 

Anteprima

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           Alfonso Masi

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Violenza sulle donne. Non solo fisica. Servono addirittura leggi per cercare di far cambiare il cancro di una “mentalità differenziata”: fino a pochi anni fa, infatti, ci si era messa anche la Chiesa: “Il marito è il capo della famiglia … la moglie si conceda ogni volta che lui ne ha voglia …” e così via. Queste amenità, per fortuna, oggi sono state superate. Ne restano altre, ugualmente gravi: che le donne non possano essere ordinare sacerdoti e che i preti non possano sposarsi: due prescrizioni che si è inventato l’uomo e che non sono precetti di nostro Signore. E in campo laico? Be’ qui da noi in Trentino recentemente un politico, per criticare la sua “avversaria” ne ha definito la politica “politica della gnocca”. Io comincerei da qui. Ma questa è solo l’anteprima.

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Ora possiamo cominciare.

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WP_20160308_021Oggi, 9 marzo. Ieri, 8 marzo. Ovvio. fra i tanti eventi celebrativi ne ho scelto uno organizzato e realizzato da amici: “(S)parlando di donne – Nella festa della donna prose e poesie tra celebrazione e misogenia” – a cura di Alfonso Masi: una Lei, Mariabruna Fait – Un Lui, Alfonso Masi – Una fisarmonica, Luciano Maino. Il tutto presso il Circolo Culturale Rosmini di Via Dordi a Trento. La sala: quasi tutte donne. due o tre uomini, arditi, seduti nelle prime file. altri due o tre, pavidi (oppure solo perchè arrivati un po’ dopo? Non lo sapremo mai!) in fondo, vicini alla porta d’uscita … non si sa mai come potrebbe andare a finire … E invece il pubblico avrebbe dovuto essere prevalentemente maschile: per imparare.

WP_20160308_019Grande deve essere stato il lavoro preparatorio della recitazione: scovare le decine e decine di riferimenti letterari, musicali e poetici, ciò che ha fatto Masi, non è da tutti. Cosa ne ho tratto io personalmente? Che la Donna è Persona e che la Persona è un genere unico, maschile e femminile allo stesso tempo. Ovvio, direte voi. Ma a forza di dare per scontata l’ovvietà, spesso che la dimentichiamo. Altro particolare: una signora dell’uditorio: “Forse molti aspetto dell’uomo misogeno oggi per fortuna sono superati. Molti, non tutti.” Ma procediamo. Riassumervi i contenuti delle citazioni è troppo arduo per me come per chiunque. Preferisco semplicemente elencare i riferimenti scovati da Masi dando così a ciascuna lettrice e a ciascun lettore la possibilità di andare a ricercarsi i relativi testi: potenza di internet!

 (… ma prima: in quali categorie ho classificato questo mio post? Eccole: attualità, civiltà, cultura, democrazia, religione, politica. Può bastare questo, credo, perchè io possa essere certo che il mio punto di vista sia compreso).

Le età della donna: bambina, giovane, adulta, verso il tramonto

  • Il mazzo di fiori (Jacques Prévert)
  • Bambine e bambole (Gianni Rodari)
  • Quei tempi (Anne Sexton)
  • Ritrattato della mia bambina (Umberto Saba)
  • Casida della ragazza dorata (Garcìa Lorca)
  • La verginità (Shakespeare)
  • Bella (Pablo Neruda)
  • E come sono radi (Patrizia Valduga)
  • Amo di più (Autore latino)
  • Lo vedi bene (Patrizia Valduga)
  • Quando come vorrei (Roberto Piumini)
  • Date di mia vita (Sibilla Aleramo)
  • Da quando so (Hans Jurgen Heise)

 Intermezzo in prosa (Luciana Littizetto)

Le condizioni della donna: sposa, madre, nonna, lavoratrice, mistica

  •  Poteva un’altra donna (Roberto Piumini)
  • Canzone dell’uomo infedele (Alda Merini)
  • Viaggi (Jacques Prévert)
  • Le tredici spose (Filastrocca popolare)
  • Quella che un tempo (Roberto Piumini)
  • Se la sposa (Filastrocca popolare)
  • Genesi (Alda Merini)
  • Figlio della luce (Miguel Hernandez)
  • Mia madre (Edmondo De Amicis)
  • La mia mamma (Anonimo)
  • Ragazza sconosciuta (Anne Sexton)
  • La canzone della donna del soldato (Bertold Brecht)
  • La bambola della nonna (Lina Schwarz)
  • Quanno che nonna (Trilussa)
  • Canzone delle iscatolatrici (Jacques Prévert)
  • Preghiera per Marylin Monroe (Ernesto Cardenal)
  • Donne di piacere (Jacques Brassens)
  • Pensieri sul Cantico (Santa Teresa D’Avila)

 Intermezzo in prosa (Luciana Littizetto)

 Versi di donne, versi di poeti sulla donna, versacci contro la donna 

  • Fidarsi a donna (Da Ponte)
  • Tanto gentile (Dante Alighieri)
  • Inno all’utero (Livia Candiani)
  • Momenti buoni (Pallada)
  • Prospettive coniugali (Macedonio)
  • Io sono spaccata (Mariangela Gualtieri)
  • S’io fosse foco (Cecco Angiolieri)
  • Che cos’è la poesia (Gustavo Adolfo Bécquer)
  • Lettera in bottiglia (Daria Menicanti)
  • Secondo me la donna (Giorgio Gaber)
  • Che state a interrogare (Jacques Prévert)
  • Er vedovo (Gioacchino Belli)
  • Quando tu non ci sei (Alda Merini)
  • Non si potrà nascere (Shakespeare)
  • Ce ne sono a dozzine (Shakespeare)
  • Belle donne (Vladimir Majakovki)
  • Logica maschile (Janet Gooch)
  • Epigrammi (Marziale)
  • Non scrivo più poesie (Anna Rita Panetta)

 Epilogo: “Donne mie” (Dacia Maraini)

Il tutto accompagnato dal sottofondo della fisarmonica di Luciano Maino!

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ORAZIO ALLA BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Marzo, 2016 @ 8:30 pm

Detto altrimenti: il poeta latino risuscita grazie alla sua lettura con la Prof Maria Lia Guardini       (post 2309)

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thSCJRG60XOrazio chi era costui … ne ho già parlato quindi cliccate, gente cliccate e navigate sul blog! Questa mattina ci siamo gustati una Satira e tre lettere (epistole) del personaggio.  Che dire? Insistere sul genere Satira? Ripetere che i suoi sono sermones ovvero pezzi scritti con il linguaggio parlato? In tal senso anche i miei post sono sermones: ecchè, non s’era capito? O dire che all’interno delle satire e delle lettere Orazio inserisce piacevoli favole di animali, quelle del tipo “o muzos deloi oti …” del tipo “la favola ci insegna che …”? No, non voglio annoiarvi con questi dettagli, bensì preferisco arrivare alla sostanza del personaggio. Humili genere natus, combattente a Filippo dalla parte sbagliata, ottimo poeta, cambia la sua vita quando viene sponsorizzato da un main sponsor, tale Mecenate, il quale ne voleva fare uno dei suoi pezzi forti della politica culturale di Augusto. Ma Orazio libero era e tale vuole restare e in molte occasioni scrive a Mecenate che se non gli va che lui viva soprattutto in campagna può anche togliergli la villa (arx, rocca) che gli ha regalato, ma lui non si venderà alle lusinghe del potere e degli adulatori; al traffico caotico di Roma (già allora!); al consumismo sfrenato; alle consuetudini dei circoli Lyon e Rotary di allora.

  • Coelum non animum mutant, qui trans mare currunt : chi viaggia attraverso i mari cambia il cielo sotto il quale vive, non il suo essere, il suo animo.
  • Est modus in rebus: sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum: c’è un limite in ogni cosa, alcuni confini ben definiti oltre i quali non può esistere il giusto (come ad esempio automobili urbane da 5.000 CC di cilindrata! N.d.r.).
  • Hoc erat in votis: è accaduto proprio quello che ci si augurava (ovvero: nel caso suo vivere in campagna , n.d.r.)

… quanto sopra gli permette di poetare secondo la sua ispirazione, conscio del suo valore al punto da scrivere di sé: exegi monumentum aere perennius, ho edificato un monumento (di poesia, n.d.r.) più duraturo del bronzo, per cui non omnis moriar, non morirò del tutto, resterà qualcosa di me dopo la morte. Non omnis moriar … chi di noi può a ragion veduta dire altrettanto?

Libertà di pensiero e di parola, valorizzazione delle “piccole” cose quali un focolare, pochi amici ma veri, una vita vissuta far from the madding crowd … E’ sinceramente riconoscente a Mecenate e gli scrive che loro due sono così legati che probabilmente moriranno insieme “e quando questo succederà, io seguirò te che mi avrai preceduto!” In questo a dire, più che latino mi sembra etrusco anzi … un toscanaccio d’oggi!

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Insomma: “Lasciatemi vivere e poetare tranquillamente nella mia casa di campagna vicino alla mia fons Bandusia”. Banalizzando, tanto per alleggerire il discorso, il suo desiderio, appagato dalla generosa disponibilità di Mecenate, mi ricorda quello espresso nella canzonetta del 1939  “Se potessi avere mille lire al mese …”

Concludo: abbiamo capito quale fosse la vita che rendeva felice Orazio: non certo una grande ricchezza. A proposito, mi viene in mente cosa rispose Solone al re Creso – ricchissimo – che gli chiedeva se egli lo ritenesse l’uomo più felice del mondo. Solone rispose: “Prima di giudicare se un uomo è (stato) felice bisogna aspettare che sia morto”.

Prossima riunione del gruppo di lettura, aperto gratuitamente a tutti, martedì 22 marzo ore 10,00 presso la Biblioteca Comunale di Trento, primo piano, sala a fianco della Sala degli Affreschi. Non mancate, vi spettiamo!

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Marzo, 2016 @ 2:03 pm

Detto altrimenti: ritrovarsi fra amici vecchi e nuovi …            (post 2308)

Eh no raga, ogni volta spiegarvi cos’è ‘sta Accademia! Cliccate, navigate e lo scoprirete direttamente. Ieri sera seratona pre-festa-della-donna. Infatti Cristina (piano) Letizia e Giovanna (voci) hanno eseguito una serie di brani di, su, per le Donne. Ecco il “programma di sala”, applauditissimo:

 DONNE IN MUSICA

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    Letizia, Giovanna, Cristina

    DONNA COMPOSITRICE – G. GALOS – Il lago di Como

  • DONNA CAPRICCIOSA – MOZART – Finta giardiniera “Si promette facilmente”
  • DONNA STREGA – VERDI – Trovatore “Stride la vampa”
  • DONNA UOMO – MOZART – Le Nozze di Figaro “Voi che sapete”
  • DONNA ROMANTICA – OFFENBACH – Barcarolle duetto
  • DONNA GIOVENTU’ – DEBUSSY “La fanciulla dai capelli di lino”
  • DONNA SPERANZA – RUGGERI “Quello che le donne non dicono”
  • DONNA CHE SI SACRIFICA PER AMORE – PUCCINI – Turandot – “Tu che di gel sei cinta”
  • DONNA GATTINA – ROSSINI – Duetto dei gatti
  • DONNA EMANCIPATA – SHERMAN – da Mary Poppins “Sister suffragette”

 

WP_20160307_018Alla fine, inaspettato, un bis veramente a sorpresa: la “Canta per Riccardo” per il mio compleanno (3 febbraio scorso) data della precedente riunione alla quale io ero assente per GMF (così si diceva quando ero militar soldato, Gravi Motivi Familiari, ovvero la scomparsa di mia suocera). La “Canta”, la torta con una candelina che ne rappresentava ben 72 (!) ed un cavatappi d’oro sui sfondo rosso! Che volere di più? Grazie Maria Teresa, grazie Cristina, Letizia, Giovanna, grazie a tutte a a tutti! Fine della commozione, sennò non andiamo avanti con il post.

Si cena.

 

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La traversata del Lago di Cavedine

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Indi seconda parte della serata. mie diapositive “in bicicletta” per celebrare FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta. Mi dicono che sono state interessanti e soprattutto divertenti: bene, raga, e allora “Joint us” unitevi a noi, iscrivetevi alla Fiab (www.slowbike trento). Vi aspettiamo a pedali aperti! Potreste già venire all’Assemblea annuale che si terrà sabato prossimo ad ore 17,30 in Via Coni Zugna, 9.

Last but not least, l’angolo delle anteprime

  • Alfonso ci ricorda il suo recita per la festa della Donna, peraltro già da me segnalato a tutti gli Accademici con apposito invio.
  • Emanuela segnala la proiezione del film “Le tre stagioni” della regista Angela trentini che si terrà il 9 marzo ad ore 19,00 presso la Sala della Fondazione Caritro in Via Calepina, 1.
  • Cristina (non la nostra Presidente, bensì la titolare della Palestra girasole) avvisa che il 16 sera si terrà la cena sociale del suo gruppo.
  • Tilde, titolare di “TuttoVerde” di Ravina, ci comunica il pensionamento suo e del marito e che l’azienda è ceduta alla Cooperativa Sociale Progetto 92. Sabato 12 marzo in mattinata, cerimonia del passaggio delle consegne con la presenza delle Autorità. Nel pomeriggio visita guidata alle serre ed ai laboratori.

Conclude la serata Cristina, ricordando il prossimo appuntamento del 4 aprile 2016. Buona Accademia a tutte e a tutti!

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I DIALOGHI DI PLUTONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Marzo, 2016 @ 7:47 am

Detto altrimenti: Il Diavolo in Con … gresso, seconda puntata  (post 2307)

Nota di servizio: per chi si fosse messo alla lettura del blog per la prima volta: il 24 gennaio è stato pubblicato il dialogo “Il diavolo in con … gresso”, titolo rubato al vecchio film del 1950:  “Il diavolo in convento” – Questa è la continuazione. Il blogger – da semplice reporter qual è – si limita a riportare le dichiarazioni del diavolo Plutone, che, sotto mentite spoglie di Sempronio, si inserisce nel dialogo fra due amici, Tizio e Caio. Il congresso di cui si tratta … è …  anzi …  sono due … anzi tre: le tre ultime assemblee di un partito trentino: quella di Vezzano di circa due anni fa; quella di Trento nord di cui al dialogo del 24 gennaio, e quella di ieri a Trento Sud, di cui al dialogo odierno.

5 marzo 2016. Scena: il bar dell’aeroporto Caproni di Trento

th9OTO66SPTizio: (fra sé e sé, sorseggiando un caffè): Finalmente Caio si è deciso a farmi fare un giretto sul suo aeroplano, per me sarà il battesimo dell’aria su aeromobili così piccoli … Ma … eccolo che arriva: ehi, Caio, sono qui!

Caio: Ciao Tizio, scusa il ritardo ma ho faticato a parcheggiare l’auto … sai, pare che ci sia stato un congresso, un’assemblea …

Tizio: si, mi sono informato. Sono gli stessi che avevamo trovati riuniti qualche mese fa nelle sale dell’Interbrennero.

Tizio: Ma quante volte si riuniscono questi qui …

Caio: Me lo sono chiesto anch’ io e a dire la verità sarei proprio curioso di saperlo …

(entra nel locale il diavolo Plutone, sotto le mentite spoglie di Sempronio)

Sempronio: Ehi, quei signori, chi si rivede! Cosa fate di bello da queste parti?

 

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Caio a bordo del suo areomobile: ma Tizio, si fiderà a salirci sopra?

Tizio: Siamo qui per un volo, ma pare che abbiamo spostato il mio aeromobile dal suo hangar per far posto ad una certa assemblea … devo scoprire dove lo hanno messo. Ma, dica, che ci fa lei qui?

Sempronio: Io qui ci lavoro, sapete … mi occupo dei lavori più strani, di risolvere i problemi imprevisti, quelli con i quali nessun altro addetto vuole cimentarsi, come quello di oggi, ad esempio, lo sgombero di un hangar senza avere altri spazi nei quali posteggiare gli aeromobili, insomma diavolerie del genere …

Caio: Ah, allora lei forse ci sa dire cosa è successo in quell’hangar, sa … siamo curiosi.

Sempronio: Lo ero anch’io e con la scusa di badare agli aerei mi sono trattenuto all’interno ed ho assistito a tutta la riunione.

Tizio: E allora?

Sempronio: Allora succede che un importante leader politico … non ne ricordo il nome … insomma in due anni è la terza assemblea di fila che boccia le sue idee e le sue proposte ma tant’è lui non vuole farsi da parte, anzi, va all’attacco e definisce “usurpatori” i componenti della maggioranza che lo ha sconfitto.

Caio: Ma no, dai, non può essere … cosa fa? Accusa la maggioranza che non la pensa come lui? Ecchè, vuole il monopensiero, il ghe pensi mi? Non può essere, non ci credo, via … dopo tre sconfitte a fila …

Vladimir Lenin

         Vladimir Lenin

Sempronio: E invece … pensate un po’ che precedentemente aveva definito quelli della maggioranza a lui contraria con i termine di arroganti, superficiali e leninisti … ora ha aggiunto usurpatori.

Tizio: Leninisti in che senso? Forse che in pochi pretendono di comandare su molti?

Sempronio: Già, solo che loro, anche in questa ultima tornata, hanno oltre il 70% dei voti e a questo risultato sono arrivati per avere coinvolto in due anni di lavoro tutta la popolazione. Altro che leninisti … Ho parlato con uno di loro: mi ha detto che lo ringraziano per averli fatti crescere ma che ormai sono politicamente adulti, sanno e vogliono ragionare con la loro testa, assumersi responsabilità dirette, liberarsi da quella che ormai non è più “accompagnamento nella crescita” ma solo una soffocante, prepotente  tutela.

Caio: Ma allora vedrete che adesso quel tale capirà e si farà da parte … dopo tutto la democrazia è anche il rispetto delle maggioranze … o no?

Sempronio: No, anzi …

Tizio: Anzi cosa?

Sempronio: Mi sono incuriosito anch’io e sono andato a navigare in internet e sapete cosa ho scoperto? Che il 17 marzo prossimo promuoverà l’approvazione di un DPB-Documento Politico di Base – così lo ha definito, che sottoporrà a tutti i cittadini perché aderiscano ad un nuovo … chessò, movimento, partito …. il cui nome … be’ sono tanti nomi, infatti si chiamerà “ Autonomia e Partecipazione per un Trentino cantiere civico democratico”. Mi vien da ridere se penso a quale potrebbe esserne l’acronimo: forse DPB- APTCCD? Provate un po’ a pronunciarlo! O forse solo APT? Ma non c’è già l’APT-Azienda di Promozione Turistica? E comunque sarebbe un APT contro un UPT, entrambi creati da lui? Ma via … Però, a pensarci bene, già un suo fedelissimo era uscito dall’ UPT per fondare il PT-Progetto Trentino … un deja vue, dunque … si vede che quell’  PT” è un generatore di sigle …

Caio: Evvabbè … ma se ritiene di creare un altro partito, che c’è di male? E’ chiaro che deve uscire dal suo: il piede in due scarpe non può essere.

thXBELG9M1Plutone: Cosa c’è di male? Che la gente è stanca di vedere nascere contenitori mentre servono i contenuti. Sapete, io sono solo un povero diavolo ma ho ben visto quanto lavoro ha fatto la maggioranza che quel tale osteggia, quanto ne ha fatto per ascoltare la gente e cercare di risolverne i problemi, l’ho ben visto io! La gente ha problemi veri, giorno per giorno, i giovani cercano un futuro migliore. Contenuti! Altro che vedere sorgere sempre nuovi contenitori! Io stesso, in quella riunione, mi sono finto aderente a quella maggioranza ed ho proposto a quel tale di non insistere. Sapete cosa mi ha risposto? Di andare al diavolo!

Caio: E lei?

Sempronio: Andare al diavolo? Vuol dire che ci andrò … se pensa che la cosa mi spaventi …   eh … eh …  Ma .. aspettate … guardate, sta nevicando, anzi, una vera e propria tempesta di neve … un vero inferno … oggi nessuno vola di certo …. scusate, devo correre per controllare gli ancoraggio degli aeromobili … vi saluto!

(Sempronio scompare improvvisamente alla vista in un turbinìo di neve)

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Tizio: Guarda Caio che turbinio di neve … non si vede più nulla … e quel tale … è improvvisamente scomparso alla nostra vista come tutte le altre volte … però, che energia! E proprio un diavolo d’un uomo quello li …

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Post-fazione (il contrario della prefazione)

Amici, è il vostro blogger che sta scrivendo solo per esporre pochi concetti.

  • La Politica, governo da molti su molti: è un concetto plurale, deriva dal greco polloi, molti, da polis, la città ovvero il luogo di molti.
  • La Democrazia, dal greco demos-krate popolo-forza, potere. Nei millenni ha successivamente assunto significati molto diversi: inizialmente “potere sul popolo”; quindi “potere arrogante del popolo”; oggi (per fortuna)”governo della maggioranza”.
  • L’ Autonomia: governarsi con una maggioranza nata al proprio interno.
  • Il Bene Comune: bene alla cui realizzazione hanno contribuito tutti, sin dall’inizio, nessuno escluso.

Politica, Democrazia e Autonomia sono tre Beni Comuni.

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PAGANELLA 2006

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Marzo, 2016 @ 7:57 am

Detto altrimenti: pareva che quest’anno la neve non arrivasse mai, e invece …   (post 2306)

 

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        Un amico, collega V.I.P. strazzapiste

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Trentino. Trento. Paganella. La mattina bonora, noi V.I.P. Vecchietti In Pensione, molto bonorif (mattinieri) siamo i primi ad Andalo a salire in cabinovia per sciare sulle piste ancora immacolate: ci chiamano gli “strazzapiste”, ovvero coloro che segnano per la prima volta le piste ancora vergini, battute a velluto dai gatti delle nevi.

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26 MARZO 2014 PAGANELLA (6)

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Una breve sosta alla Malga Zambana, quando ancora non ci sono (altri) clienti, a bere un caffè e quindi via … prima che arrivi la valanga dei turisti.

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Il vostro blogger salterino (dei muri della malga!)

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Questa foto qui invece è di tre giorni fa. E’ (finalmente) nevicato dai 1300 metri in su. Quindi, da quella quota, “improvvisamente (la sospirata) neve”: il che ci aiuta ad accorciare il percorso per andare a bere il sopra citato caffè!

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IMPROVVISAMENTE ROMA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Febbraio, 2016 @ 11:09 am

Detto altrimenti: viaggio in Italia           (post 2305)

Ragazzi, oggi piove ed allora leggo e scrivo. Scrivo, anzi, trascrivo un ricordo di qualche anno fa. Sentite un po’ … anzi, leggete un po’ se vi piace.

thEWWVVN3WDa tempo non mi recavo a Roma se non per lavoro ed in aereo. Arrivarvi in auto per diletto è tutt’altra cosa! Provenendo da Nord (ma poi … nord …si scriverà con la maiuscola?), una volta superata Firenze, il paesaggio si trasforma progressivamente da etrusco in latino: d’un tratto compare il nome “Aniene”! Siamo ancora lontani da Roma ma sembra quasi che dal verde possano sbucare le antiche legioni in marcia verso il caput Mundi, dopo aver tratto il famoso dado. Avverti a fior di pelle che Lei sta per arrivare … o meglio … tu da Lei. Il suo fascino mi ha già catturato, come quando, per la prima volta, stavo per visitare il parco delle sequoie giganti a San Francisco.

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thKHE526ESCasello autostradale di Roma Nord. Mai casello fu più a nord di questo! Hai voglia a guidare ancora … c’è tanta altra strada da percorrere … veloci, sempre più veloci nel … rallentare! Infatti il traffico aumenta in progressione geometrica: due, quattro, otto, sedici, etc. auto ti tagliano la strada che “loro” (non tu, certo) ingombrano.E’ il traffico, più che le case, a dirti che ti stai avvicinando alla città. Se rallenti, se esiti anche solo un secondo, ti suonano, ti sorpassano, imprecano: Ahò, quello è morto e ancora nun glie e lo ha detto nessuno! Al contrario, se fai il furbo, se rubi una posizione, se acceleri e scarti all’improvviso, se difendi ed occupi intorno a te il massimo spazio possibile come si fa negli istanti che precedono la partenza di una regata velica, istanti nei quali tutto si muove e niente sta fermo, nessuno protesta: E’ uno de noantri, ecco cosa pensano di te.

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Ecco … ci siamo … la Salaria, l’Olimpica, la Farnesina, i Lungotevere … siamo in centro! Mi guardo intorno. Roma è bella ed ha conservato le fotografie di tutti i suoi compleanni. Rovine … perché chiamarle così? Io le chiamerò gioielli. Gioielli romani, barocchi, rinascimentali, ottocento, novecento, eie eia alalà! Bello, tanto, di tutto. E i pini “domestici”? Si chiamano così sono quelli che “fanno” i pinoli, quelli che molti chiamano “marittimi”, cuciono fra di oro queste gioie preziose. E la terra al cielo.

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Dopo avere posteggiato in un altro quartiere – So’ du euro, dotto’ … la machina ce penzo io … nun se preoccupi … se fa tardi, cinque - andiamo a cena a Trastevere. Le vie sono lastricate d’antico, sanpietrini unti e consunti, file di auto in sosta contendono lo spazio a pedoni, case e gatti. Una di esse ha la contravvenzione infilata nel parabrezza: chissà mai perché …

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“Fatece largo che magnamo noi …”

.Il ristorante alle nove di sera è ancora vuoto. Si riempie più tardi com’è normale che avvenga a Roma. Mentre ceniamo infatti entrano gli “altri”. Una coppia di stranieri, alti e biondi (avvabbè ..) ed eleganti (eh no, troppo eleganti!): mangiano lentamente, gustando i sapori romani, senza posare i gomiti sul tavolo (sono gli unici a non posarli). Molte coppie di giovani romani. Chissà quante volte al mese mangiano al ristorante, mi chiedo … ostentano una tale naturalezza. Un generale in borghese e – considerata l’età – in pensione (anzi, “in riserva”, così gli pagano lo stesso stipendio) “incrocia” così bene fra i camerieri …dev’essere di marina, penso, un ammiraglio .. ma lo hanno chiamato generale) insegue il propietario: Chemmedai stassera? Chemmedai, seconda persona singolare indicativo presente interrogativo del verbo “Chemmedare”. Sinonimo: “chessemagna”, va bene lo stesso. Anche il generale ha il “piede marino”, ovvero si muove con la massima disinvoltura fra gli scogli … ops, fra  tavolini. Ecco, ve l’ho detto … per me sarebbe stato meglio in Marina.

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Finalmente a dormire. Il viaggio in auto da Trento è abbastanza lungo e poi la cena, il vino … Mi’ cognato ci ha procurato un bellissimo residence, proprio di fronte al Foro, dove dice che hanno ucciso un tale, pare si chiamasse Cesare, ma Nun se preoccupi, dotto’ prmai è tutto sotto controllo, siamo qua noi … nu c’è pericolo  ci dicono.

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La mattina seguente, fresca come solo a Roma sanno esserlo le mattine dopo uno scroscio di temporale, salgo a Monteverde Vecchio per assistere alla Cresima di mio nipote. Prima di raggiungere la chiesa, io e Maria Teresa ci concediamo una sosta per il caffè. Posteggio l’auto davanti al bar ma non troppo, sul marciapiede ma non troppo. va bene così ma non troppo. Mentre entro nel locale, passa un autobus urbano, dal bar esce di corsa una ragazza, l’ha perso ed esclama: Shit! Roma, città internazionale ma non troppo.

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th[4]Entriamo. Il bancone unisce in due il locale (sì, proprio così: lo unisce, non lo divide). Infatti sia noi che il barista ci appoggiamo ad esso ed iniziamo a comunicare: Due caffè, uno macchiato caldo e duno normale, anzi no, un cappuccio al vetro ed un caffè macchiato caldo e du’ cornetti. Prego se li prenda lei. Mi avvicino al vassoio, osservo i cornetti con aria da intenditore. C’è una bella differenza fra cornetto e cornetto, volete mettere? Dopo avere corrugato leggermente la fronte, apparentemente concentrato nell’operazione – ma in realtà con la coda dell’occhio  controllando se sono ben osservato dal barista: ci mancherebbe altro, tutta sa scena penniente – ne scelgo due, ne porgo uno a Maria Teresa che lo guarda anzi l’esamina ed approva la mia scelta. Il barista ha deciso: questi du so’ romani, oppure foresti ma residenti a Roma da tanti anni, oppure di fuori Roma ma di poco. T’ho fregato, penso …

thUUWFOD0ELa Chiesa di S. Pancrazio? Qui vicino, a sinistra poi la seconda a destra e alla rotonda di fronte. Allora vediamo se ho capito giusto: esco dal bar a sinistra … No! a destra poi a sinistra! Etc.  Arriviamo davanti alla Chiesa. Al parcheggio: Chesseneva? Sa, ho visto ch’aveva le chiavi in mano … grazie, aspetti che ariva mi’ moje a tenere il posto …. Entriamo. Tutte le panche sono occupate da … ombrelli, giornali segnaposto … Sa, è dalle otto che stoqquà (verbo irregolare: io stoqquà, tu staillà, egli s’arangia, etc.) è pe’ mi’ socera, poretta, è vecchia. Alla fine qualche blocco cede e ci sediamo pure noi. Il sacerdote è un Vescovo e dice la predita in romanesco: Ma Dio ce vvo bbene a noi? Ha voglia se ce vo’ bbene! Così i regazzini capischeno meglio.

th46LREQCSNel pomeriggio lunghissima passeggiata nel parco della splendida Villa Panphily: ma quanto era ricco sto’ signor Panphily? Uno della famiglia l’hanno pure fatto papa. Statue di pietra sbrecciata, cinquecento con un po’ di barocco, palme come colonne corinzie, suolo colore terra di Roma (se c’è quella di Siena ce sta pure quella de Roma). Acqua, laghetti vasche tartarughe, germani reali pure che siamo in una repubblica, cigni, cani, cristiani, ebrei, protestanti, ortodossi, musulmani forse anche qualche ateo: c’è di tutto a passeggio.

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Scende la sera. Torno sul luogo del delitto (di quel tale Cesare, al Foro, appunto). Respiro secoli di storia e bevo il cocktail rosso del tuo tramonto di fuoco, Roma Amor.

Giuro, è ‘na storia vera. Quanto si bbella Roma quann’è sera!

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