POST 1571 – DARE CENTRALITA’ AI PROBLEMI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Giugno, 2014 @ 5:38 pm

Detto altrimenti: il Trentino (e l’Italia, l’Europa) che vorrei … (post 1571)

Quando nel dicembre 2011, cioè 1570 post fa, l’editore Andrea Bianchi mi offrì di scrivere per Trentoblog e di diventare “suo” blogger, io gli chiesi se avesse idea di come avrei potuto iniziare. Mi disse: “Parla del Trentino che vorresti”. Lo feci, successivamente ripresi il tema, oggi ne parlo per la terza volta.

Il Trentino (e l’Italia, e l’Europa) che vorrei è il Trentino che voglio e cioè quello che sa dare centralità ai problemi; che sa porre al centro, con uguale dignità ogni problema, anche il problema apparentemente minore e/o di apparente facile o impossibile soluzione e/o del quale non ci si è mai occupati, e/o che “si vabbè ma questa è un’emergenza”. Il Trentino che voglio è quello che non trascura alcun particolare; che quando risolve un problema, si preoccupa di affrontare e/o prevenire tutta la possibile serie di problemi analoghi; che opera secondo la tecnica dello zero base budget, che cioè riesamina ex novo tutte le sue criticità e opportunità, osservando le une e le altre da un unico diverso, nuovo angolo visuale.

Ma veniamo alla necessità di dare centralità ai problemi. Ad ogni problema. Prendiamone uno, tanto per fare un esempio. Il Turismo. L’incremento di questo settore assolutamente primario per la nostra economia. Dice … ma ci sono gli Assessorati, le APT etc.. No, amiche ed amici, non intendo riferirmi alla necessità/opportunità di valutare e/o integrare e/o sostituire le attuali strutture di marketing. Intendo soffermarmi sul “prodotto turistico” e mi/vi domando: siamo sicuri che stiamo attivando al massimo tutte le nostre potenzialità? Ma facciamo esempi concreti.

1)    Ciclismo. I miei amici sanno che sono un ciclista dilettante, un ciclista “turistico” … da 4.000 km alla stagione. Ed allora lasciatemi parlare del ciclo-turismo e del ciclo-escursionismo. Non passa giorno che sulla stampa – locale e non – si parli di biciclette in città, di vacanze in bicicletta, di piste ciclabili etc. Non v’è dubbio che il mondo sta andando sempre di più in bicicletta. Noi reagiamo migliorando – ogni Comune – la propria rete di piste ciclabili; aprendo (i privati) nuovi bicigrill, etc. Ma, mi/vi domando, esiste una politica provinciale per lo sviluppo del ciclo-turismo e del ciclo-escursionismo? Esiste un piano per la reclamizzazione della messa in rete e vendita delle risalite meccaniche per i ciclisti a valere sugli impianti esistenti, come invece sta facendo la vicina Austria (che reclamizza tale iniziativa sulle riviste italiane del settore, FIAB in testa)? Si sono fatti convegni con la SAT in merito al Quaderno di ciclo-escursionismo edito nel 2012 dal CAI Centrale (e reperibile in internet)? Ci siamo posti la domanda se sia il caso di continuare a veder sulle nostre piste ciclabili comitive di ciclo turisti organizzati solo da società di fuori regione e non da nostre società? In breve, abbiamo dato centralità questo problema?

2)    Vela. I miei amici sanno che da buon Ligure sono un velista regatante a Riva del Garda. Nell Busa abbiamo ottimi circoli velici, ottime scuole di vela (per derive, non per cabinati classe crociera, n,d,r,). Ma mi/vi domando: siamo sicuri che stiamo facendo il massimo per attrarre turisti o invece non è che siamo seduti su pur meritatissimi allori? Abbiamo pensato se e come recuperare alla zona un Main Sponsor come a suo tempo furono gli Agnelli per il Colle del Sestriere? Abbiamo pensato se e come organizzare a Riva del Garda il Film festival Internazionale della Navigazione a Vela, che sarebbe un unicum europeo e forse anche mondiale? Abbiamo pensato se e come organizzare nella Busa una Scuola Superiore di Perfezionamento Velico Classe Crociera, a metà fra i famosi Glenans francesi e la nostrana Caprera? In breve, abbiamo dato centralità questo problema?

3)    Le malghe. Ci siamo posti il “problema centrale” di “copiare” chi, vicino a noi, è più attento a questo problema quanto a qualità dell’offerta turistica? In breve, abbiamo dato centralità questo problema?

4)    Mobilità terrestre. Dei turisti (e dei residenti). Le auto passano il 90% del loro tempo ferme, cioè nei parcheggi o nelle aree di sosta. Abbiamo pensato di realizzare una tessera per l’utilizzo e il pagamento della sosta, unica per tutta la provincia (e anche regione!) lasciando liberi i singoli Comuni di fissare le proprie tariffe edi incassare il proprio denaro (vi assicuro che si può fare)? In breve, abbiamo dato centralità questo problema?

5)    Circuiti.  Gli affreschi dei Baschenis, i castelli, i concerti, etc.. Abbiamo pensato al problema della organizzazione dei circuiti? In breve, abbiamo dato centralità questo problema?

Altri esempi? Scopriteli e proponeteli voi, gentili lettrici e gentili lettori …

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IMMUNITA’ PARLAMENTARE ED ALTRI CONCETTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Giugno, 2014 @ 7:26 am

(Immunità: questa mattina è il tema principale della stampa politica)

Detto altrimenti: immune da ogni sospetto, immune da ogni peccato, immune da … ogni punibilità? Immunità, quanti significati! Vediamo di mettere un po’ di ordine fra i vari concetti (abbiate un po’ di pazienza, raga, scialla … il vostro blogger è laureato il legge! Ogni tanto un po’ di spazio se lo deve pur riservare, no?)    (post 1570)

Se un reato è perseguibile solo dietro querela di parte, la querela è una condizione di procedibilità: cioè se manca la querela, non si può procedere.

Se il reato è commesso da un minore, il colpevole non è punibile, manca cioè la condizione di punibilità (si vedano gli scritti di Antolisei).

Se Tizio è riconosciuto colpevole ma non è punito perchè il suo reato si è prescritto, egli non è innocente: è un colpevole impunito.

Immune da ogni peccato, anche da quello originale: vi sono solo un paio di casi …

Immune da ogni sospetto: non lo è chi insiste per l’immunità parlamentare, o almeno su come oggi essa viene applicata. Infatti io non sono contro l’immunità parlamentare, sono contro il concetto stesso di “questa” immunità, nel senso che se essa fosse applicata per escludere la procedibilità nei casi di reati commessi nell’esercizio della funzione politica e/o nei casi di tentativo di ostacolare l’azione politica dell’interessato, mi potrebbe andare bene.

thI8T6V7QIOggi invece oggi l’immunità (presente e presumibilmente anche futura) viene applicata contro la stessa legge. Mi spiego: il parlamento dovrebbe pronunciarsi contro la procedibilità, e cioè rendere “immune” il parlamentare, ove riscontrasse che l’accusa mossagli è stata formulata “circa reati commessi nell’esercizio della sua azione politica e/o per impedirgli di esercitare la sua funzione politica”. Invece oggi il Parlamento basa la concessione o meno dell’autorizzazione a procedere sulla affermazione o negazione “nel merito” dei fatti contestati al parlamentare, fatti che il più delle volte configurano reati comuni e non altro. Quindi assistiamo ad una doppia distorsione: 1) l’emissione di un giudizio di merito in arbitraria sostituzione del giudizio della magistratura; 2) il giudizio viene formulato su reati comuni non commessi nell’esercizio della funzione politica.

Ecco, mi sono spiegato e sfogato. Ora si capirà perchè io sono contrario all’immunità parlamentare fino a quando essa viene interpretata e applicata in questo modo distorto.

In altre parole: il problema oggi è mal posto, e non è immunità si/no, bensì occorre rivedere il concetto e l’applicazione dell’immunità. Solo dopo potremmo eventualmente ragionare sul successivo problema immunità si/no.

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IL PREFETTO IMPERFETTO DI PERUGIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Giugno, 2014 @ 7:40 am

Detto altrimenti: Antonio Reppucci ormai quasi ex Prefetto di Perugia, anzi, ormai quasi ex Prefetto    (post 1569)

A cosa servono i Prefetti? Anni ’60. Studiavo giurisprudenza a Genova. Esame di Scienza delle finanze e Diritto Tributario. All’alunno che fosse riuscito ad arrivare alla fine di un complesso ed articolato esame, il Professor Victor Uckmar  faceva una domanda sul contenzioso tributario: se la sbagliavi eri comunque bocciato. Domanda: “IGE” (Imposta Generale sull’Entrata, quei caselli rossi d’una volta, i dazi … ricordate?) – Risposta: “Sindaco, Prefetto, Ministro”. Esatto. Promosso.

th[7]Ecco la prima volta che ho sentito parlare dei Prefetti. Oggi ne sento riparlare. Forse per una delle ultime volte. Il Signor Dottor Eccellenza Antonio Reppucci, Prefetto di Perugia, nel corso di una conferenza stampa afferma che “la madre che non si accorge che il figlio si droga è una fallita, si deve suicidare” (sic). Il Premier e il Ministro intervengono. Reppucci sarà rimosso: “Non può stare né lì né altrove”.

 Mi chiedo: quanta è la struttura, la burocrazia che serve e che non serve? Nelle piccole cose come nelle grandi …

Corsica. Dopo un giorno di navigazione dall’Isola d’Elba arrivo al porto di Campoloro (scalo tecnico) con la mia barchetta a vela da regata, un Fun, 7 metri, una tonnellata di dislocamento. Vado alla stazione di polizia a registrarmi. Nello stesso locale, sul bancone, sono in vendita i gettoni per fare la doccia.
Italia del nord (Trento). Motorizzazione Civile. Una pratica. Faccio la coda allo sportello. Poi devo uscire e andare all’ufficio postale per tre mini versamenti su tre bollettini separati. Ritorno alla Motorizzazione Civile. Manca la marca da bollo. Loro non la vendono. L’ufficio postale nemmeno. Devo cercare un tabaccaio. Una mattinata di andirivieni.

Ma torniamo al Prefetto di Perugia. Tutti parleranno della sua dichiarazione … e poi in internet c’è il video, “con il sonoro e a colori”! Io mi occupo di un altro aspetto, assolutamente secondario ma pittoresco: “quello il Prefetto” parlava in dialetto napoletano, non strettissimo, ma pur sempre dialetto. Un esempio? “So’ strunzate” per dire che sono cose sbagliate.  Vabbuo’ … che vulite …  a me i dialetti mi (“a me mi”, vabbuo’ …) piacciono molto. Il napoletano poi più di tanti altri. Ma in una conferenza stampa, un Prefetto … dai … “quella l’Italia è il bel paese ove il sì suona …”. Chissà come si rivolta nella tomba il nostro Padre Dante!

Qualche mese fa un altro Prefetto nel corso di una conferenza stampa TV ha aspramente ripreso il parroco della Terra dei Fuochi perché si rivolgeva ad un suo (suus, suo di lui Prefetto; non eius, suo di lui il parroco. E così vi siete beccati anche una lezioncina di latinorum!) collega Prefetto senza chiamarlo “Eccellenza”. Delitto di lesa maestà, anzi di Lesa Maestà: va ripristinato a livello prefettizio, non vi pare?

“Vostra Eccellenza che mi sta in cagnesco …” ricordate la poesia “Sant’Ambrogio” di Giuseppe Giusti? Ecco … mi pare che quanto alle Eccellenze, dopo ben due  secoli si sia purtroppo rimasti a quel livello …

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I MONDIALI DI CALCIO: CHE BRUTTA FIGURA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Giugno, 2014 @ 11:05 am

Detto altrimenti: si vabbè, anche quella con il KOstarica è brutta, ma io intendo parlarvi di un’altra brutta figura, molto peggiore …  (post 1568).

Quale? “Quella che” alla nostra TV si vedono numerosi spot reclamizzanti il gioco/scommesse sulle partite dei mondiali! Tutte queste “reclame” avvertono “Vietato ai minori di 18 anni e poi … attenti che può indurre assuefazione”. Ah, vabbè, se ci avvertite … siamo a posto!

Ma via … e poi – come se non bastasse – per reclamizzare questa “ultima droga” una di queste proposte fa ricorso anche al nostro Inno nazionale!

Sono senza parole! Mi spiego meglio: “io” sono senza parole, non loro, non quelli che drogano la gente … loro le parole le hanno, loro e tutti quelli che permettono loro di dirle in TV. Una sorta di associazione a delinquere: il gioco scommessa è la droga, la TV è la siringa.

(oggi, 25 giugno 2014, scrivo: amici, noterete che il post è stato pubblicato il 21 giugno, cioè ben prima dell’esclusione dell’Italia dai mondiali di ieri 24 giugno pomeriggio …)

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UNA GIORNATA DIVERSA: IN VAL DI NON

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Giugno, 2014 @ 4:24 pm

Detto altrimenti: non tutti sanno che la Val di Non è anche ben altra cosa che solo mele! Infatti essa è attraversata da molte “nobili rughe” (vedi la mia poesiola in appendice), cioè da veri e propri canyon, non così imponenti come quelli made in USA, ma affascinanti e soprattutto inaspettati.          (post 1567)

Lorenzo ed il sottoscritto

Lorenzo ed il sottoscritto

Oggi, accompagnati dall’ ottima guida Lorenzo, siamo stati a visitare il Rio Sass a Fondo, la capitale dell’Alta Valle. Canyon inaspettati, dicevo, infatti siamo nella piazza principale del paese e da una finestrella aperta in un muricciolo già si intravede il canyon che passa proprio sotto le case! L’inizio del nostro “viaggio” infatti è proprio lì, nel paese, anche se una parte di canyon già esiste a monte, dal lago Smeraldo sino al paese.

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Nella piazza del paese campeggia un orologio ad acqua, si, ad acqua, mosso dall’acqua, come un mulino!

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Per me si va nella gola silente ...

Per me si va nella gola silente …

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Lorenzo ci conduce alla “sede della partenza”, dove indossiamo caschi e impermeabile giallo. E la nostra “discesa” agli inferi incomincia! Siamo un gruppo di circa 20 persone. Fra discesa e risalita a “riveder le stelle” impieghiamo un paio d’ore: 500 metri all’andata, altrettanti al ritorno. Dislivello complessivo, 130 m. Non vi spaventate per la pendenza, non siete in bicicletta! Si cammina agevolmente su passerelle di robuste grate di metallo, protette da ringhiere e reti, in tratti pianeggianti alternati a scalette.

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Lorenzo poi è una persona squisita: cortese, attento, spiritoso, pronto a fare da spalla alla battuta di una moglie: “Mio marito … va bene se lo butto giù di qui?” – “No signora, pazienti ancora un po’ …fra dieci metri il canyon è più profondo”.

Nel mezzo del cammin de la discesa ...

Nel mezzo del cammin de la discesa …

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Si scoprono dighe in legno del 1800, muretti a secco del ‘500, alghe rosse, tronchi che pur abbattuti germogliano, si accarezzano pareti di roccia ricoperte di muschio sulle quali fioriscono esili fiorellini protesi verso l’alto, verso la luce. Quasi ovunque il tuono del torrente. Ogni tanto, doccia! Ma nessun problema. i nostri impermeabili “tattici” sono muniti di cappuccio! Si scende in stretti corridoi bui, il percorso si riapre alla luce, indi alla penombra, all’acqua, al verde. Insomma, una splendida mini-avventura senza alcun rischio e senza grande spesa (€8,00 a testa per la guida e per l’uso della attrezzatura).

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Uno dei rifugi delle regola, com'era una volta. Oggi è un nuovo albergo ...

Uno dei rifugi delle Regole, com’era una volta. Oggi rinnovato albergo ristorante

Risaliti, decidiamo di andare a pranzo alle Regole di Malosco. Come si fa? Prendete la strada per la Mendola e appena superato Ronzone, dopo l’unico tornante (a destra) intorno all’Hotel regina del Bosco, prendete subito a sinistra una strada boschiva, di 3 km e siete arrivati. La strada è asfaltata ma. Ma peccato, piena di buche: procedete lentamente, è meglio: chissà perché le amministrazioni pubbliche locali e quella provinciale non intervengono. E’ inspiegabile ed anche ingiustificabile, dico io! Infatti la strada conduce ad una radura meravigliosa. le (ex) regole, cioè località per un uso della collettività locale secondo certe “regole”, appunto, oggi Regole di Malosco. Da qui si sale a piedi al Monte Penegal, al passo della Mendola, al monte Macaion. Qui, a 1350 metri di quota, si gode il sole dalle sette la mattina al tramonto. Qui si trovano ottime brise (funghi porcini) e si pranza ottimamente nelle malghe e nei ristoranti della zona e, in inverno, si fanno splendide sciate (sci da fondo) nei boschi.

Avremmo voglia di fermarci sino a sera ma. Ma non si può! Raga, ‘sta sera alle 18,00 gioca l’Italia, e quindi a casa, de bala. Infatti in questo momento sono già in casa a Trento, sono le 17,00, pubblico questo post e poi mi sprofondo in poltrona davanti alla TV: Forza nazionale di calcio italiana! (Non scrivo né “Forza Italia” né “Forza Azzurri” perchè questo non è un post “politico” e poi io la penso diversamente …).

Appendice: la mia poesiola dedicata alla Val di Non …

ANAUNIA

T’adorna corona di monti

tu stessa diadema regale

a smeraldi lacustri

di verde.

Ti apri allo sguardo

che insegue i gonfi altipiani

ondeggianti

qual giovane petto al respiro

plasmati da un vento

che scala le cime

e si perde.

La mente che t’ama

curiosa

più attenta ti scruta

e profonda

ov’acque percorron segrete

le nobili rughe

che segnan l’altero tuo viso

d’ antico lignaggio

e indagan

leggendo il passato

il tuo storico viaggio.

Risuonan le selve

di ferri e armature

latine

che scuotono i passi

per le aspre montane

tratture.

Tu, ramnus, romano,

tu, uomo del fiume

pagano

ora un altro è il dio che tu onori,

ma l’acqua è la stessa che bevi

del cervo

sacrifica preda

di principi vescovi

e di senatori.

E senti vibrare le note

di orda cruenta

le grida di donna

che arman lo sposo

a difender le messi

il figlio che piange

furor di Tirolo

equestre rimbombo

sul suolo

operoso

che viene a predare

ma inerme

di fronte ai castelli

s’infrange.

Munifica Rocca di luce

saluto lo Spazio

che scende

dal Tempio maestoso del Brenta

e dopo che t’ha generato

dall’alto di crine boscoso

cascata di pietra

a sponda atesina conduce.

 

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COSA SUCCEDE AI POCHI STALLI AUTO BIANCHI DI VIALE TRIESTE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Giugno, 2014 @ 4:55 am

Detto altrimenti: improvvisamente la sera scorsa … (post 1566)

WP_20140619_001Sono un residente in Viale Trieste 13, Trento. Ho due auto, un box, un abbonamento con due targhe per gli stalli blu di superficie. Personalmente sono soddisfatto. Tuttavia ieri sera ho notato che i pochi stalli bianchi della sosta libera nella parte alta del viale, la cosiddetta “busa”, improvvisamente sono diventati, insieme al relativo tratto di strada, proprietà privata (sic) di tale “Hydro Dolomiti Enel”.

Ora mi aspetto che urgentemente – nel rispetto della legge che regola la materia – un analogo numero di stalli oggi blu adiacenti a tale zona siano trasformati in bianchi senza disco orario a compensare questo che a mio avviso appare un intervento quanto meno “strano”: infatti da sempre su quel tratto di strada si affacciano case private e fino a ieri la strada quanto meno “appariva” pubblica, o quanto meno – anche se era privata – il Comune la “trattava” da strada pubblica, almeno per quanto appariva agli occhi di tuti noi. Detto intervento, inoltre, appare come una violenza alla possibilità di ognuno d potersi avvalere di una percentuale minima ma garantita di spazi liberamente usufruibili.

A meno che … a meno che la strada non sia stata in effetti “privata” e che il proprietario privato, pur permettendone un uso pubblico, abbia voluto – con l’apposizione dei cartelli – interrompere l’eventuale usucapione da parte dell’uso pubblico.

Ancora, mi domando: e se invece fosse stato fatto per agevolare i dipendenti di detta società? Ma in tal caso non sarebbe stato meglio dotare i dipendenti della citata società di abbonamenti per le aree blu, piuttosto che “ingessare” riservandoli a loro, stalli ex bianchi, stalli che ora rischiano di essere inutilizzati dal pubblico anche durante l’assenza del personale della citata società come risulta dalla foto allegata? Infatti le gestioni “rigide” degli stalli di superficie sono una gestione non professionale, un non-servizio-pubblico, un inutile spreco di spazio, effettuato pur di garantire alla “casta” di turno ogni comodità a danno della collettività.

In ogni caso, la popolazione avrebbe dovuto essere informata.

APPENDICE POST SCRIPTUM

Questo post è stato pubblicato il 20 giugno. Il 21 giugno anche come mia lettera al quotidiano l’Adige.

Il 24 giugno la Hydro Dolomiti Enel risponde sulla stampa affermando che strada e stalli erano da sempre di proprietà loro quindi non si è trattato di privatizzazione.

Il 24 giugno io scrivo altra lettera al giornale, una lettera aperta all’assessore competente: eccola qui:

Pregiatissimo Signor Assessore Michelangelo Marchesi, non Le saranno sfuggite la mia lettera all’Adige del 21 c.m. e quella in risposta del 24 giungo in merito alla “privatizzazione di fatto” degli (unici) stalli di sosta bianchi in cima a Viale Trieste nel senso che qualche giorno fa abbiamo appreso da cartelli stradali che strada e stalli che da anni e decenni tutti noi utilizzavamo liberamente come bene pubblico sono invece strada e stalli privati e quindi improvvisamente sottratti all’uso pubblico. Al riguardo mi permetto di sottoporLe alcune sottolineature.

Non credo che la proprietà Hydro Dolomiti Enel abbia agito senza un previo accordo con il Comune. In ogni caso Le domando:

a)    quale può essere a suo avviso la motivazione di tale decisione: riservare posti auto ai propri dipendenti? Interrompere la maturazione di una usucapione? Altro?

b)    Come ci si regolerà nei confronti degli abitanti frontalieri?

c)    Il divieto di sosta che la proprietà si appresta a mettere, significa che posteggiare lì sarà “veramente vietato” o solo “un poco vietato”? Detto altrimenti: i trasgressori saranno perseguiti dalla Polizia Locale o come diversamente?

Detto ciò, mi parrebbe corretto che il Comune intervenga in due direzioni:

a)    con una corretta informativa che vada ben oltre la semplicistica, banale e scontata lettera dell’addetta dell’Ufficio Stampa della citata società, di cui alla sua lettera all’Adige del 24 c.m.;

b)    riservando nuovi stalli bianchi senza limite di orario adiacenti agli stalli in corso di “privatizzazione”, come prescrive del resto la legge stessa che regola la materia.

Infine, parlavo di privatizzazione. Specifico meglio: “privatizzazione all’italiana” cioè con sottrazione di fatto di un bene alla collettività in favore di un singolo soggetto. Infatti esiste un’altra privatizzazione, quella del mondo anglosassone, nel quale il termine “privatizzare” si traduce con l’espressione “to go public”, cioè “aprire, riservare, destinare al pubblico dei risparmiatori, dei cittadini”. Ecco, questa seconda è la privatizzazione che io mi auguro possa avvenire, e non solo riguardo a pochi stalli di sosta.

Le sarò grato se vorrà rispondermi e intervenire. Distinti saluti

ALTRA APPENDICE

WP_20140624_001

Prima della “novità” questi stalli erano spazi utilizzati. Ora sono spazi sprecati.

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Io ho parlato con la Presidente della Circoscrizione, tramite la quale l’Assessore mi fa sapere che fisserà una riunione con noi due e l’architetto comunale responsabile, per esaminare come meglio procedere. Se son rose fioriranno … Nel frattempo oggi 25 giugno 2014 a pag. 25 l’Adige pubblica come articolo e non come semplice lettera uno stralcio della mia lettera, con la mia foto (qui a lato) allegata.

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P.S.: se non ricordo male, la legge prevede che vi sia un numero di stalli bianchi almeno uguale al numero di stalli blu a meno che non ricorrano casi particolari: adiacenza al centro pedonale e storico, etc.. condizioni che qui non ricorrono di certo, visto che al di là del fiume Fersina vi sono …  boschi! Ah, dimenticavo: la bicicletta parcheggiata “ai confini dell’illegalità“ che si intravede nella foto,  è la mia, una bici storica:  di 32 anni fa ma still going strong!

Stalli della sosta ..."disoccupati"!

26 giugno 2014 mattina: stalli bianchi della sosta …”disoccupati”!

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“Disoccupazione” del 27 giugno 2014 mattina

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27.06.2014: mi telefona la Presidente della Circoscrizione: l’assessore sta facendo verificare l’esistenza di eventuali accordi fra la SpA interessata e  il Comune per poi provvedere al ripristino di stalli bianchi.

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.WP_20130310_001

1 luglio 2014: ora gli stalli sono gialli, ma continua l’elevato livello di disoccupazione. Inoltre mi domando: di chi sono le auto parcheggiate? Mi si dice che i dipendenti della società proprietaria dell’area hanno abbondanti spazi di sosta all’interno del loro cortile. E allora? Aspetterò ancora qualche giorno poi scriverò all’Assessore.

 

 

 

 

 

 

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TRENTINO, DAI CENTRALITÀ AI PROBLEMI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Giugno, 2014 @ 3:00 pm

Detto altrimenti: Trentino, attribuisci pari dignità, attenzione, importanza a ciascun problema, come se fosse l’unico da affrontare …  (post 1565)

TRENTINO, ANDIAMO E’ ORA DI MIGRARE … verso un Nuovo Modo di individuare, affrontare, risolvere i problemi.

Valutiamo ed affrontiamo i problemi da un diverso angolo visuale!

Valutiamo ed affrontiamo i problemi da un diverso angolo visuale!

“Aus der neuen Welt”, Sinfonia dal Nuovo Mondo di Dvorak, sinfonia di matrice classica europea, ma contaminata dalla musica autoctona, come gli spirituals afro americani. Dal Nuovo Mondo, al Nuovo Modo … mi piace questo gioco di parole: procedere secondo lo spirito e il modo europeo ma “contaminando” – o meglio, “arricchendo” la nostra azione, il nostro modo di operare e il mondo nel quale viviamo, con “iniziative autoctone”, cioè trentine.

 Il Nuovo Modo potrebbe essere quello di non limitarsi alla individuazione della problematica, ma di:

  1. stabilire un Nuovo Ordine di priorità;
  2. analizzare ogni problema secondo la tecnica dello zero base budget;
  3. trasformare ogni problema in una opportunità;
  4. attribuire centralità alla soluzione di ogni problema.

Un esempio: vi accorgete di un particolare problema o di una possibile opportunità, e voi

– vi occupate “anche” di quel singolo aspetto (non date centralità al problema);

– non affrontate tempestivamente quel problema (avete altre priorità);

– non affrontate il problema con soluzioni nuove (non riesaminate tutto ripartendo da zero);

– non cercate di trasformare una negatività in una opportunità;

– non affrontate il problema come “categoria di problemi” né quella singola opportunità vi suggerisce l’idea di sfruttare l’intera “categoria di opportunità simili”. In altre parole, non fate vostra la responsabilità di risolvere tutti i problemi simili a quello che state affrontando. né di impedire l’insorgenza di problemi analoghi, né vi sentite responsabilizzati a sfruttare l’intera gamma di opportunità che quella singola occasione potrebbe e dovrebbe suggerirvi.

Non sono stato ancora abbastanza chiaro? Sarò più concreto con alcuni esempi:

 1)    vi sollecitano la realizzazione di un singolo collegamento fra due sistemi di piste ciclabili, quello della Valle dell’Adige con quello della Valsugana. Vi data da fare, risolvete “quel” singolo problema, ma non vi sentire responsabilizzati di fronte alla soluzione di tutti gli altri simili problemi né vi sentire responsabili del fatto che esista un vero e proprio sistema delle piste ciclabili e che – come tale – possa e debba essere attivato come strumento di incremento dei flussi turistici nella provincia e nella regione;

2)    vi segnalano il successo di un Festival/Expo provinciale (dell’Economia, della Montagna, delle scarpe), voi cercate di sostenere “quelle” specifiche iniziative, ma non vi ponete il problema di vedere se e come possano e debbano esserne varate altre simili, quale potrebbe essere la realizzazione del Film Festival Internazionale della Navigazione a Vela o la Mostra Mercato in acqua delle imbarcazioni minori;

3)    vi sollecitano la soluzione di un singolo problema di sosta delle auto, e vi date da fare per la progettazione ed il finanziamento di quel singolo problema di mobilità, e non vi ponete un analogo problema per tutti i potenziali simili casi nella Provincia, anche attraverso la realizzazione di una tessera unica per la sosta in tutte le aree e le strutture della provincia;

4)    vi chiedono il contributo finanziario ed economico pubblico per i pareggio dei conti di una società di impianti di risalita dedicati agli sport invernali, e voi accettate di risolvere quel singolo problema, ma non vi ponete i problema della soluzione di tutti i problemi similari, magari trovando soluzioni che – sotto il profilo dell’utilizzo degli impianti – facciano sì che essi siamo utilizzati dall’utenza pagante anche in estate, magari attraverso la realizzazione, reclamizzazione e vendita di un sistema di risalite per un sistema di piste di discesa per ciclo escursionismi;

5)    vi chiedono per finanziare o impedire la realizzazione di un nuovo “marina” lungo la sponda dell’Altogarda Trentino (Porto Arco) e voi rispondete si o no, senza pensare che l’occasione potrebbe sollecitare la fondazione di una Scuola Vela di Perfezionamento Velico Classe Crociera di rilevanza internazionale a metà fra quelle di Caprera e i Glenans francesi.

6)    vi chiedono di modificare la legge sugli “agritur” al fine di consentire ad un maggior/minor numero di agritur di operare sul mercato e voi non andate a vedere quale (migliore) livello di qualità sia quello dell’analoga offerta del vicino Sud Tirolo;

7)    non tutti i giovani trovano lavoro? Voi intervenite con singole leggi e provvedimenti ma non andate a studiare se e come gli altri paesi dell’UE /ad esempio l’Olanda) stanno affrontando e risolvendo il problema;

8) esiste il problema di persone anziane e di esperienza che vogliono restare al loro posto di lavoro e di giovani che vorrebbero che ciò non accadesse, per potere entrare a loro volta nel mondo del lavoro. Voi difendete questa o quella categoria (anziani/giovani) ma non vi ponete il problema di affiancare alle giovani leve gli “anziani” fuorusciti per evitare che il loro patrimonio di esperienze vada disperso;

9)    vi chiedono di cofinanziare questo o quel concerto, voi aderite, ma non vi preoccupate di organizzare la reclamizzazione e la vendita dell’intero sistema dei concerti della provincia;

10)    in certi settori vi segnalano la “concorrenza” delle provincie confinanti (italiane ed estere)? In altre parole, vi segnalano un problema? E voi cercate di migliorare la “vostra” provincia ma non cercate di trasformare il problema in opportunità, attraverso la realizzazione di una comune politica di area, anche transfrontaliera, trasformando i concorrenti in alleati;

11)  etc….

Inoltre, di fronte a ciascuno dei problemi/opportunità sopra elencati, voi non nominate un Capo Progetto che abbia il compito di analizzare ogni aspetto di ogni singolo problema/opportunità. Perché non procedete a queste nomine?

Perché non salite in piedi sui banchi di scuola per cercare di vedere il problema sotto un diverso angolo visuale (v. il film “L’attimo fuggente”)?

La discussione è aperta.

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BICI IN SUD TIROL

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Giugno, 2014 @ 1:03 pm

Detto altrimenti: Da Bolzano a Trento in bicicletta   (post 1564)

Era un po’ che Giovanni mi chiedeva di accompagnarlo nella pedalata BZ-TN. Detto, fatto. Oggi abbiamo preso il treno a Trento alle ore 06,59 ed alle 07,43 eravamo a Bolzano. Qualche centinaio di metri verso sud e dalla stazione FS raggiungiamo la pista ciclabile: 6 km di ciclabile “urbana”, molto bella, tutta fiorita, molto frequentata, la quale ci conduce sotto Castel Firmiano, al bivio ciclabile per Appiano (in salita)  e Merano (in pianura). Noi, verso sud. Dopo circa altri 20 km siamo ad Egna, e lì incontriamo un amico, Otto.

Otto und Giovanni

Otto und Giovanni

Otto ha “anche” un chiosco di frutta eccezionale e di succo di mela fresco (Chiosco Castelfeder). Dico “anche” perché Otto fa tante altre cose: ha un figlio che studia a Berlino, cura la sua campagna, è un grande sportivo, gran camminatore in montagna e ottimo ciclista. Abbiamo fatto amicizia anni fa, quando mi sono fermato per un piccolo acquisto e lui ha scoperto che io parlo anche tedesco! Non bene, ma quanto basta. “Ecco, mi disse, tu che non abiti qui lo parli: pensa che qui al mio paese ci sono italiani che vi abitano da 30 anni e non hanno imparato nemmeno una parola di tedesco”. Come dargli torto? Poi è saltato fuori che io ero stato consigliere di amministrazione del Credito Fondiario Trentino Alto Adige e quindi ecco nuove conoscenze in comune, i consiglieri di lingua tedesca, miei (ex) colleghi e suoi concittadini.

Otto. Lo vedo io per primo, arrivando in bicicletta, io, bardato di occhiali e casco. Lo chiamo. Sulle prime, ovviamente, non mi riconosce, ma poi … “Ah Riccardo bist du! Komm, bitte … che piacere, dai che vi offro un bel succo di mela fresco!”

Ecco, ragazzi, la spontaneità di un saluto, di un gesto, che grande valore ha! Però io l’ho rimproverato, perchè lo avevo invitato a venire ospite mio a pedalare nella Busa del Garda e non mi ha ancora fatto questo piacere … Comunque Otto si informa sul nostro viaggio, ci illustra le nuove piste ciclabili della zona, ci regala un prezioso stampato “In sella alla bici alla scoperta del territorio” edito dalla Unione Turistica Castelfeder di Ora e dai Comuni di Ora, Montagna, Egna e Salorno, oltre ad un opuscolo “non ciclabile”, cioè relativo all’altro turismo.

Io compero ciliegie. Giovanni mele. Ci ripromettiamo di tornare in auto per fare acquisti più consistenti, ne vale la pena! Ripartiamo. Sosta al bicigrill di Salorno ed alle 12.15 sono in casa a Trento. In totale 72 km, con due soste per circa 45 minuti. Io in bici da corsa, Giovanni con un biciclettone da pianura che pesa il doppio della mia: quindi, Giovanni, sei stato doppiamente meritevole! E … Otto, grazie per l’ottimo succo di mele! Ti aspetto in Trentino per una pedalata …

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F 35 NEWS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Giugno, 2014 @ 5:27 am

Detto altrimenti: se li conosci non li acquisti    (post 1563)

Copio la notizia da internet:

New York, 16 giu. (TMNews) – Gli USA hanno temporaneamente messo a terra l’intera flotta di Joint Strike Fighter-F35 nel corso del fine settimana per un’apparente perdita di olio, solo l’ultimo dei problemi evidenziati dal nuovo jet. La decisione è stata presa per “prudenza”, hanno reso noto le autorità, e dopo i controlli tecnici la maggior parte dei 97 F-35 è tornata operativa.

L’allarme era stato lanciato da un pilota, che martedì aveva notato un problema all’olio motore mentre era in volo con un aereo della variante F-35B – in grado di decollare su pista corta e atterrare in verticale – atterrando poi senza problemi alla base aerea di Yuma, in Arizona. Da lì i controlli su tutta la flotta: solo tre aerei non li hanno superati. I controlli tecnici sono stati effettuati a meno di un mese dal debutto internazionale degli F-35B. Il Pentagono spenderà circa 391 miliardi di dollari per 2.443 aerei, con un costo singolo di circa 160 milioni.(fonte Afp).

E a noi, quanto vengono a costare: A) l’acquisto e B) l’uso e la manutenzione di un F35? E se in luogo degli F 35 acquistassimo dei Canadair anti incendio o investissimo quei denari sempre nella difesa, ma in quella idrogeologica del territorio?

P.S.: ma è vero che i ponti delle nostre navi portaerei non sono in grado di sopportare la spinta di decollo e/o atterraggio verticale degli F 35?

 

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OLIMPIADI DELLE GIOVANI MAMME (CON PASSEGGINI E CARROZZELLE)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Giugno, 2014 @ 12:59 pm

Detto altrimenti: questa proprio non avrei potuto perdermela!    (post 1562)

La testa della corsa

La testa della corsa

Sono a Riva del Garda. Devo rientrare a Trento. Come? In bici o in auto?  Quei nuvoloni … ma no, dai, che forse sarà solo qualche goccia e poi solo nel pomeriggio! Vabbè, andiamo. In bici. Ma … per dove salire? la Maza? Ok, 5% ma quei camion … La vecchia Torbole? No, quel 15% è ancora troppo. Lo sterrato? No, ho i pneumatici lisci, da asfalto. E allora non resta che la strada “normale”, al 10%. Vado. Vado ma però (“ma però”) le auto, le auto! Alcune sono guidate da persone intelligenti ed educate, rallentano si scansano, ti lasciano spazio. Altre, guidate da persone “diverse” dalle prime, ti sfrecciano accanto sfiorandoti  a pochi centimetri. Uno stress. Arrivo al bar, poco prima di Nago. Ho deciso: l’ultimo strappo lo faccio sul sentiero, ho troppa paura …

Il gruppo si è molto "allungato"

Il gruppo si è molto “allungato”

Ok, l’è nada, è andata. Arrivo in cima al Passo S. Giovanni e controllo la frequenza cardiaca. 92 battiti al minuto. Va bene. Procedo. Vi risparmio il dettaglio del percorso, se non per segnalare la insufficienza della segnaletica: non certo per me che su questi percorsi ci sono di casa, ma per i turisti soprattutto esteri, che vedi spesso fermi con aria perplessa a consultare carte e cartine là dove un semplice cartello indicatore risolverebbe  tutto. Io stesso spesso mi offro per un aiuto: “Brauchen Sie hilfe? May I help you?”. Signori Sindaci dei Comuni attraversati, provvedete per favore! Grazie.

Uno spettatore di è unito alle atlete e corre con loro

Un giovane spettatore si è unito alle atlete e corre con loro

Sorpasso Mori. Al traverso di Rovereto, sotto la guida di una istruttrice,  una fila di giovani mamme spingono, correndo, i loro carrozzini con tanto di “cuccioli” a bordo. L’istruttrice ogni tanto le fa fermare, fa fare loro esercizi respiratori, e poi, via, di nuovo di corsa. Un ciclista che le incrocia grida loro, sorridendo: “Che sono, le olimpiadi?” La scena è bellissima. Io cerco di fotografare l’intera teoria, ma la bicicletta mi impedisce i movimenti e così le mie foto non sono rappresentative dell’intero gruppo. Le avverto che sarebbero “finite” sul mio blog. Ne sono contente. Brave, giovani mamme! Brava, istruttrice! E dai, commentate questo post del nonno Riccardo!

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Proseguo. Sosta al Bicigrill di Nomi e poi a casa. 50 km alla media di 15 kmh, salitacce e soste idro-alimentari e fotografiche comprese. Bici usata: mtb Wilier “18 carati” da 15 kg. + i miei 78 kg e i miei 70 anni!

 

 

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